Le ballerine della mia compagna di scuola
di
lp
genere
feticismo
Ciao, mi chiamo Franco e sono uno studente di diciotto anni all'ultimo anno dell'istituto alberghiero.
Sono un ragazzo come tanti alla mia età che piace divertirsi e uscire con gli amici.
Ma quello che non sanno i miei amici è che io ho una passione smodata per i piedi femminili e per le loro scarpe.
Ogni volta che andavo con una ragazza nuova o ci facevo sesso, non dicevo mai del mio segreto, per paura di strane ritorsioni o di vergogna.
Venire canzonato e preso in giro da tutta la classe, o peggio ancora, da tutta la scuola, era molto facile nel mio istituto, con ciò ho sempre tenuto fede alla mia faccia.
Ma un giorno, preso da una sorta di vendetta, qualcosa nella mia mente cambiò.
Nell'ora di ginnastica, era il momento che gran parte delle mie compagne si cambiavano le scarpe per mettersi quelle di ginnastica.
Ed una di loro, era Veronica.
Veronica, ragazza di un anno più grande di me, ripetente, che si vantava con i suoi amici perch+ era una delle poche che aveva preso la patente e la macchina.
Cercando di farmi piacere da quella ragazza fin dal primo giorno di scuola di quell'anno scolastico, ho sempre fatto di tutto per provarci con lei facendo le mie solite carinerie, ma lei mi ha sempre snobbato definendomi un perfetto idiota.
Già da adesso, non capisco minimamente perchè mi definisse così, ed ho sempre fatto di tutto per starci alla larga.
Molte volte cercava di farmi fare figure di merda davanti ai miei amici, anche quelli più stretti, solo per divertimento.
Ma ecco che come ho detto poco fa', arrivò il giorno della mia vendetta.
Mentre le ragazze avevano finito di cambiarsi, notai che Veronica si era tolta le sue ballerine nere per mettersi le scarpe da ginnastiche.
Sì, le ballerine: la calzatura che io preferisco e che farei sborrate pur sentendo l'odore al suo interno.
Con ciò, squadrandola malamente quando stette per entrare il palestra, dissi ad alcuni miei amici se potevano coprirmi per una manciata di minuti così che io potessi fare nel mio intento.
Non precisai assolutamente quello che volevo fare, dicendo ai miei amici che dovevo fare cose urgenti in segreteria.
E nel mentre anche il bidello della palestra si allontanò proprio dallo spogliatoio femminile, ecco che entrai in azione.
Guardandomi con ossessione per non venire scoperto, mi diressi verso quelle scarpe.
Le presi in mano e subito dopo le odorai ad una ad una.
Come credevo, a quella ragazza gli puzzavano i piedi oltre ad avere la puzza sotto il naso.
Le ballerine erano molto usate e la fragranza era molto forte.
Subito mi tirai giù i pantaloni e mi feci una sega con una ballerine che mi sfregava il pisello e l'altra mentre la annusavo.
Sognando ad occhi aperti mentre lei mi faceva tutte le porcate che avrei desiderato, ecco che un fiotto di sperma finì abbondantemente su tutte e due le ballerine.
Erano giorni che non facevo sesso e non mi masturbavo, con ciò venire su quelle estremità fu come una sorta di liberazione.
Senza rendermene conto, l'ora di educazione fisica stava per concludersi.
Era tempo di riaggregarmi con gli altri facendo finta di niente mentre il mio sperma era come un lago in quelle ballerine.
Mancava davvero poco e presto Veronica avrebbe visto il mio regalino.
Con il suono della campanella che sanciva anche la fine della giornata, mi sentivo davvero contento.
Non solo mi ero vendicato, ma quella sega mi aveva fatto passare l'adrenalina che covavo da giorni.
Con molto rammarico però, Veronica non si era cambiata le scarpe come pensavo.
Portava in mano quelle ballerine mentre potevo credere che il mio sperma sarebbe finito fuori se non stava attenta a come le portava.
Anche se c'era la possibilità che io perdessi il pullman per tornare a casa, volevo seguire quella ragazza.
Arrivati alla macchina, ormai se ne erano andati tutti e Veronica si apprestava a cambiarsi le scarpe.
Ecco il momento.
Togliendosi scarpe da ginnastica e calzini e rimanendo a piedi nudi, Veronica si mise le ballerine piene del mio sperma e una volta che sento il liquido all'interno disse:
< Ma che cazzo... >
Finalmente ci ero riuscito e mentre godevo come un porco e ridevo a crepapelle, ecco che Veronica mi vede.
< Franco! >
Ora non potevo più fuggire.
E mentre mi guardava con sguardo di sfida, vedo che si toglie una delle ballerine e mi fa vedere lo sperma colare.
< Che significa questo? >
Non volevo più nascondermi.
Volevo fargli sapere che io ero quell'uomo. Nel bene e nel male.
< Ho voluto farti un regalino. Così impari a prendermi in giro e a darmi sempre palo ogni volta che ti dicevo di uscire con me. >
Allucinata, Pensavo che mi desse un bello schiaffo, ma non fu' così.
< Sei un feticista di merda? >
< Chiamalo come vuoi. >
< Molto bene... Quindi ti piace leccare i piedi delle donne vero? >
< Forse sì... >
< Che ne dici di leccare i miei. Devi pulire la zozzeria che mi hai lasciato nelle scarpe, sporco feticista. >
Non m'importava se mi offendeva.
In fondo lo volevo. Volevo leccare le sue stremità.
Senza ribattere su nulla, leccai quei suoi piedi dal mio liquame e sentii i suoi piedi ancora con quella fragranza acre.
Sorprendentemente, Veronica non era disgustata, ma stava godendo. E di brutto.
< Adesso basta > fece ricomponendosi < Sì è fatto tardi. Devo tornare a casa. >
Era il giusto appiglio per scroccare un passaggio. Ormai il mio pullman se n'era già andato.
< Che ne dici di darmi uno strappo a casa? Non abito lontano? >
< Così che puoi vedere ancora i miei piedi? > fece lei con tono sensuale.
< Perchè no. >
Accesa la macchina, Veronica guidava molto bene per avere diciotto anni e mentre mi scagliava frecciatine mentre si mordeva il labbro, io mi immaginavo mentre mi segava con i suoi piedi.
Un desiderio che prima o poi dovevo esaudire.
Sono un ragazzo come tanti alla mia età che piace divertirsi e uscire con gli amici.
Ma quello che non sanno i miei amici è che io ho una passione smodata per i piedi femminili e per le loro scarpe.
Ogni volta che andavo con una ragazza nuova o ci facevo sesso, non dicevo mai del mio segreto, per paura di strane ritorsioni o di vergogna.
Venire canzonato e preso in giro da tutta la classe, o peggio ancora, da tutta la scuola, era molto facile nel mio istituto, con ciò ho sempre tenuto fede alla mia faccia.
Ma un giorno, preso da una sorta di vendetta, qualcosa nella mia mente cambiò.
Nell'ora di ginnastica, era il momento che gran parte delle mie compagne si cambiavano le scarpe per mettersi quelle di ginnastica.
Ed una di loro, era Veronica.
Veronica, ragazza di un anno più grande di me, ripetente, che si vantava con i suoi amici perch+ era una delle poche che aveva preso la patente e la macchina.
Cercando di farmi piacere da quella ragazza fin dal primo giorno di scuola di quell'anno scolastico, ho sempre fatto di tutto per provarci con lei facendo le mie solite carinerie, ma lei mi ha sempre snobbato definendomi un perfetto idiota.
Già da adesso, non capisco minimamente perchè mi definisse così, ed ho sempre fatto di tutto per starci alla larga.
Molte volte cercava di farmi fare figure di merda davanti ai miei amici, anche quelli più stretti, solo per divertimento.
Ma ecco che come ho detto poco fa', arrivò il giorno della mia vendetta.
Mentre le ragazze avevano finito di cambiarsi, notai che Veronica si era tolta le sue ballerine nere per mettersi le scarpe da ginnastiche.
Sì, le ballerine: la calzatura che io preferisco e che farei sborrate pur sentendo l'odore al suo interno.
Con ciò, squadrandola malamente quando stette per entrare il palestra, dissi ad alcuni miei amici se potevano coprirmi per una manciata di minuti così che io potessi fare nel mio intento.
Non precisai assolutamente quello che volevo fare, dicendo ai miei amici che dovevo fare cose urgenti in segreteria.
E nel mentre anche il bidello della palestra si allontanò proprio dallo spogliatoio femminile, ecco che entrai in azione.
Guardandomi con ossessione per non venire scoperto, mi diressi verso quelle scarpe.
Le presi in mano e subito dopo le odorai ad una ad una.
Come credevo, a quella ragazza gli puzzavano i piedi oltre ad avere la puzza sotto il naso.
Le ballerine erano molto usate e la fragranza era molto forte.
Subito mi tirai giù i pantaloni e mi feci una sega con una ballerine che mi sfregava il pisello e l'altra mentre la annusavo.
Sognando ad occhi aperti mentre lei mi faceva tutte le porcate che avrei desiderato, ecco che un fiotto di sperma finì abbondantemente su tutte e due le ballerine.
Erano giorni che non facevo sesso e non mi masturbavo, con ciò venire su quelle estremità fu come una sorta di liberazione.
Senza rendermene conto, l'ora di educazione fisica stava per concludersi.
Era tempo di riaggregarmi con gli altri facendo finta di niente mentre il mio sperma era come un lago in quelle ballerine.
Mancava davvero poco e presto Veronica avrebbe visto il mio regalino.
Con il suono della campanella che sanciva anche la fine della giornata, mi sentivo davvero contento.
Non solo mi ero vendicato, ma quella sega mi aveva fatto passare l'adrenalina che covavo da giorni.
Con molto rammarico però, Veronica non si era cambiata le scarpe come pensavo.
Portava in mano quelle ballerine mentre potevo credere che il mio sperma sarebbe finito fuori se non stava attenta a come le portava.
Anche se c'era la possibilità che io perdessi il pullman per tornare a casa, volevo seguire quella ragazza.
Arrivati alla macchina, ormai se ne erano andati tutti e Veronica si apprestava a cambiarsi le scarpe.
Ecco il momento.
Togliendosi scarpe da ginnastica e calzini e rimanendo a piedi nudi, Veronica si mise le ballerine piene del mio sperma e una volta che sento il liquido all'interno disse:
< Ma che cazzo... >
Finalmente ci ero riuscito e mentre godevo come un porco e ridevo a crepapelle, ecco che Veronica mi vede.
< Franco! >
Ora non potevo più fuggire.
E mentre mi guardava con sguardo di sfida, vedo che si toglie una delle ballerine e mi fa vedere lo sperma colare.
< Che significa questo? >
Non volevo più nascondermi.
Volevo fargli sapere che io ero quell'uomo. Nel bene e nel male.
< Ho voluto farti un regalino. Così impari a prendermi in giro e a darmi sempre palo ogni volta che ti dicevo di uscire con me. >
Allucinata, Pensavo che mi desse un bello schiaffo, ma non fu' così.
< Sei un feticista di merda? >
< Chiamalo come vuoi. >
< Molto bene... Quindi ti piace leccare i piedi delle donne vero? >
< Forse sì... >
< Che ne dici di leccare i miei. Devi pulire la zozzeria che mi hai lasciato nelle scarpe, sporco feticista. >
Non m'importava se mi offendeva.
In fondo lo volevo. Volevo leccare le sue stremità.
Senza ribattere su nulla, leccai quei suoi piedi dal mio liquame e sentii i suoi piedi ancora con quella fragranza acre.
Sorprendentemente, Veronica non era disgustata, ma stava godendo. E di brutto.
< Adesso basta > fece ricomponendosi < Sì è fatto tardi. Devo tornare a casa. >
Era il giusto appiglio per scroccare un passaggio. Ormai il mio pullman se n'era già andato.
< Che ne dici di darmi uno strappo a casa? Non abito lontano? >
< Così che puoi vedere ancora i miei piedi? > fece lei con tono sensuale.
< Perchè no. >
Accesa la macchina, Veronica guidava molto bene per avere diciotto anni e mentre mi scagliava frecciatine mentre si mordeva il labbro, io mi immaginavo mentre mi segava con i suoi piedi.
Un desiderio che prima o poi dovevo esaudire.
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