Il Master del sex shop

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4. LE FOTO PER SACHA


Avevamo giocato con la fantasia ora si trattava di metterle in pratica proponendole le idee di Sacha . Guardammo la TV fino tardi.
Ero indeciso ma alla fine presi la decisione, entrai in camera da letto mentre Silvia era ancora davanti al televisore, aprii la scatola e posai il contenuto sul letto: mi colpirono i sandali rossi con zeppe e tacchi a spillo di un’altezza che Silvia non aveva mai portato e che indossati avrebbero di certo valorizzato le sue gambe sempre nascoste sotto degli amorfi pantaloni.
Sfogliai ancora le foto e immaginai quanto avrebbe potuto sentirsi offesa alla proposta di imitarle ma in fondo era come si era immaginata pur con qualche dubbio su tre foto . In una la modella nuda solo con calze e reggicalze posava volgarmente in un ascensore, nella seconda si fumava una sigaretta gambe larghe con il sesso ben in mostra seduta sui dei gradini. Immaginai la stessa scena sul nostro pianerottolo. Infine nella terza immagine, la più spinta con un collare al collo in ginocchio davanti ad una porta chiusa. Decisi di nascondere le foto e lasciai la scatola aperta ed il pacchetto con il resto degli acquisti sul letto, ritornando da lei.
Poco dopo fu lei ad alzarsi ed io restai ad aspettarla nel salotto.
Ritornò dalla camera seccata e con voce decisa “Cos’è quella roba e dove l’hai presa? Non penserai per caso che me la metta, vero?”.
Sfilò le calze dalla busta “ e poi io non metto calze e reggicalze fanno tanto puttana”
Una bella risposta veramente, da spezzare ogni desiderio.
“Dopo ieri sera mi sembrava fossero adatti per il tuo nuovo lavoro in quel locale...” e lasciai la frase in sospeso, mi alzai evitando di aggiungere altro e mi infilai in bagno sotto la doccia. Non immaginavo cosa sarebbe successo, tuttavia il sasso l’avevo gettato, ora spettava solo a lei decidere se continuare o no. Tornai in camera. La luce era spenta e Silvia si era già rintanata a letto in uno dei suoi pigiamini contro ogni tentazione. Che delusione. Le girai le spalle.
Silvia allungò una mano tentando un timido abbraccio che non ricambiai. Lei sospirò e si girò dall’altra parte.


Avevo esagerato, non avevo capito che non sarebbe mai passata dalla fantasia a qualcosa di più concreto.
Tentai di prendere sonno chiedendomi se fosse stato il caso di chiudere la serata così drasticamente.
La sentii alzarsi e dirigersi nel salone. Silenzio per qualche minuto poi spense la luce e mi chiese se potessi raggiungerla. Visto che non le risposi mi chiamò una seconda volta. Per evitare di continuare in quel modo tutta la notte la raggiunsi al buio. Arrivato nel salone accesi la luce. Silvia era seduta sulla poltrona indossando la sottoveste nera, le gambe affusolate nelle calze nere calzando i sandali rossi. Mi accolse con un sorriso quasi forzato. Restai a guardarla in silenzio.
Intravidi i capezzoli disegnarsi sotto la stoffa della sottoveste. Un effetto legato alla sollecitazione della stoffa od altrimenti avrei dovuto pensare che stesse provando un minimo di piacere.
“ti piaccio?” disse cercando di tenere una voce sensuale.
“Vito ti ha vista?” le chiesi sorridendo.
Facendosi seria quasi balbettando continuò “non scherzare è solo un gioco tra di noi” e nello stesso tempo con malizia accavallò le gambe giocherellando con il collare

Un’occasione come quella valeva la pena di gestirla nel modo migliore ed i suggerimenti di Sacha caddero alla perfezione.
La incitai a scoprirsi di più. Le scivolò la spallina della sottoveste, lasciandole un seno semiscoperto, cercò di riaccomodare la spallina, la fermai dicendole che era troppo sexy. Sollevò l’orlo della sottoveste mostrando le cosce nude e la pelle delle gambe velate dalle calze nere.
“cosa vuoi che faccia ora?” disse con voce più sexy.
Un invito. Non ci potevo credere.
Ripensai alle frasi di Sacha “tua moglie non aspetta altro che passare dalla fantasia alla realtà”, mettendo in atto la sua previsione “inizia a fotografarla tu non vedrai l’ora di mostrarmi i risultati.”
Mi mi ripetevo mentalmente immaginando che Sacha fosse li dietro di noi “hai ragione, guardala e dimmi ti sembra … una…. puttana”.
Il fantasma di Sacha continuava ad ossessionarmi “arriverà il momento in cui me la affiderai completamente la saprò trasformare ed io sarò il suo padrone e lei ubbidiente non saprà negare ogni mia richiesta”
Non mi vergognai di quella fantasia perché era anche la sua: trasformata in modo indecente , come le aveva chiesto Vito, schiava del desiderio di uno sconosciuto ed offerta nel suo locale o offerta da da Sacha ai suoi clienti su quell’album volgare. Era quello che volevo? Assolutamente no, ma immaginarlo mi eccitava. Quei pensieri mi facevano paura ma non riuscivo a togliermeli dalla testa .
La sera Silvia aveva giocato un ruolo che non le apparteneva, si era eccitata ed ora avevo il modo di appagare le sue fantasie e la mia voglia di averla tutta sexy e disponibile. Cosa sarebbe successo se le avessi mostrato anche le foto da imitare? Non me lo domandai due volte e mi buttai.

Accesi lo stereo, abbassai le luci. Le chiesi di aspettarmi e tornai da lei con la macchina fotografica.
Le scattai una foto improvvisamente.
“Cosa fai? mi vergogno a lasciarmi fotografare vestita in questo modo”
“Non devi fare nulla, lasciati solo fotografare . Sei bellissima , troppo arrapante” la adulai “ sarà il tuo book fotografico da presentare a Vito per proporti come spogliarellista per il suo locale” e ne scattai un’altra serie.
Una considerazione che mi sembrava inutile, geloso com’ero l’avrei voluta solo per me, eppure non potei fare a meno di pensare a Sacha e quella sua richiesta piena di vergogna e timore scatenò la mia voglia di mostrargliela veramente .
“Smettila, pensa se veramente le vedesse qualcuno” fu la sua flebile opposizione. La sua paura di poter essere vista da qualcuno stimolò ancora di più la mia perversità.
“E’ proprio quello che voglio” sarebbe stata la risposta da darle, ma in silenzio continuai a scattare altre foto senza però smettere di immaginare di trasformarla come mi aveva suggerito Sacha. Ora non era più il serio avvocato, la moglie seria e irreprensibile, volevo vederla abbandonarsi interamente in quelle pose volgari .
E se Silvia si fosse veramente trovata ad essere obbligata ad esibirsi in pose così oscene davanti a Sacha?
Quelle foto che Sacha mi aveva proposto da utilizzare come modello erano decisamente volgari ma la volevo così e la parola puttana mi frullava dentro e più me la ripetevo più le chiedevo di osare.
“Ti piacerebbe lasciarti guardare mentre vai in giro vestita da zoccola?”
Silvia scosse la testa .
“Era quello che mi hai raccontato ieri notte, ma adesso lasciati andare, sei ancora troppo seria per essere la puttana di Vito” le dissi continuando a scattarle foto. Avevo iniziato ad usare un linguaggio volgare e lei non sembrava risentirsi.
Immortalai quel suo stupore in un’altra foto.

“prometti che non le farai vedere a nessuno”
“e se anche fosse?”
“e se anche fosse cosa?” mi ripetè rimuginando quella frase e, come vinta dalla paura, aggiunse “Non scherzare, non puoi pensare che qualcuno mi veda in questo stato…. come ti è venuto in mente”.
Quella sua insistente paura finiva per eccitarmi ancora di più “Ti ho fatta vestire così come mi ha chiesto Sacha” dissi brutalmente ma anche sicuro di aumentare la nostra eccitazione, provando a insinuarle il dubbio che avrei anche potuto farlo, lasciare le foto a Sacha per esibirla in quell’album a chissà quali sconosciuti.
Silvia fece un passo indietro “cosa stai dicendo, chi è Sacha?”
Ormai mi stavo facendo coinvolgere da quel gioco e senza ritegno mi lanciai “Il proprietario del sexy shop che mi ha venduto tutto quello che indossi e vuole vedere come ti sta”.
Silvia si irrigidì “Smettila di scherzare”
“non sto scherzando” sentendomi ancor più eccitato nel vedere la sua reazione e leggerle negli occhi un mix di stupore paura e desiderio.
“Non può essere vero, non puoi aver accettato una cosa del genere. Vuoi mostrarmi ad uno sconosciuto seminuda sei pazzo?”.
“Certo, pazzo di quanto sei sexy e... – anche se titubante mi lanciai nell’ultima provocazione – e vuole che tu ti metta in posa come queste modelle”
Recuperai le foto che mi aveva passato Sacha.
Solo per un attimo pensai di essere stato eccessivo invece Silvia riprese sorprendendomi “non puoi pensarlo veramente, sono tua moglie, non sai neppure chi è .ho una reputazione, dimmi che non è vero! E poi - fece scorrere le foto che avrebbe dovuto copiare - guarda sono una più volgare dell’altra”
Sentii il mio sesso tendersi ancora di più. Aveva ragione. Le foto che Sacha aveva scelto erano decisamente volgari, solo in calze e reggicalze pose in cui non si celava nulla. “dovrei assumere atteggiamenti non solo sconvenienti ma da puttana. Non puoi pensare veramente che lo faccia, guarda..” e mi sbattè di nuovo sotto il naso le foto.

La sollecitai “Io sono certo che lo farai così come vorresti esibirti davanti a Vito nel suo locale perché sei la sua puttana, non è vero?” Tacque come se avessi toccato un tasto che per lei era veramente tabù
“Allora” feci la voce bassa e misteriosa .
Si abbassò la spallina scoprendosi interamente una tetta “Mi vuoi così? Ecco adesso sono la puttana di Vito” mi guardò provocante sicura di se.
“Non solo ma quando mostrerò le tue foto a Sacha sarai anche la sua puttana” .
Silvia si mostrò perplessa e la sua baldanza sembrò traballare.
Continuai “Avanti fatti vedere, pensa quando mostrerò le tue foto a Sacha ” nel dubbio di aver esagerato mi aspettavo un diniego, invece fu il contrario.
Alzò la testa annuendo “ma dici veramente?”
Annuì. Le chiesi di continuare e lei non se lo fece ripetere, si alzò sollevando il bordo della sottoveste. “sono abbastanza volgare? E’ così che mi vuoi?”
“non io, ma Sacha ”.
Silvia sollevò la spallina della sottoveste che le aveva momentaneamente scoperto una tetta.
Non disse altro, mi sorrise.
Ripensai a Sacha ed a quanto avesse saputo intuire i segreti di mia moglie meglio di me. Ma la mia curiosità si spinse oltre volevo sapere “ Non mi sarei aspettato vederti cedere così facilmente accettando di posare per uno sconosciuto” Volevo solo metterla alla prova, avere la certezza che il gioco restasse solo tra di noi.
“non so…. Ti amo troppo , farei qualunque cosa per eccitarti sempre di più, voglio che tu mi desideri follemente. Io sto provando ad offrirmi a te completamente ma mi piace sentirmi desiderata. Mi volevi più sconcia e indecente”.
“si e ti sto fotografando per Sacha” . Lei si fermò come inibita.
Prendendola per un braccio stringendola a me le accarezzai le tette sentendo l’eccitazione spargersi nel suo corpo arrivare alla punta dei suoi capezzoli. Appoggiai le mie labbra sulle sue. Si sciolse e le nostre lingue si unirono. Le appoggiai una mano sul culo e senza remore mi spinsi a ricercare il suo sesso. Aveva indossato anche il perizoma. Tentò di allontanarsi ma fui più rapido e riuscii a cogliere l’umido della stoffa sopra il suo sesso. Non le diedi il tempo di reagire diversamente ed indietreggiai. “non smettere continua ad accarezzarmi” la sua voce mi riportò alla realtà. Se quella era la sua reazione alla vergogna di essere scoperta mi sentii autorizzato a continuare.
Riportai la mano sul suo culetto e poi sulla sua fighetta sempre più fradicia di umori. Si stava eccitando. Incredibile. Cosa le era successo? Per gioco aveva accettato che la chiamassi puttana e sembrava che si stesse eccitando all’idea che qualcuno la potesse vedere vestita in quel modo ed ancor peggio posare in quegli atteggiamenti postribolari.

“Allora ti vuoi spogliare e lasciati fotografare come ti ha chiesto Sacha?” le chiesi con la gola secca.
“Stiamo solo giocando , vero?”
Le sorrisi “no di certo”
Ero turbato geloso ma eccitato sapevo bene che quello che le stavo chiedendo era realtà.
Sentii ancora le parole di Sacha risuonarmi in testa “una donna per bene … che gode ad essere umiliata e dominata da un padrone che la sappia spingere verso ciò che da sempre l'ha disgustata a tutte quelle oscenità lontane dal suo mondo, scoprendo il gusto perverso della sottomissione.”
Senza ripensarci trasformai quelle parole per Silvia “Ho accettato di mostrarti a Sacha e lascerò che sia lui ad insegnarti a sottometterti alle sue richieste e trasformarti come ti ha chiesto Vito”
“Non capisco , stai scherzando vero?”
“non c’è più tempo per gli scherzi, adesso basta, spogliati e copia le pose di quelle modelle”
“O devo smettere? - le chiesi - se ora continui dovrai posare come ti ha chiesto. Sei pronta ad accettare tutte le sue richieste?”


Il dubbio di un momento. Cosa avrebbe deciso Silvia?
Il prossimo sarà il capitolo finale o l’inizio di una lunga serie?
La lei che mi ha scritto è l’unica a saperlo, per il momento

Serendipi2016@libero.it
scritto il
2025-03-31
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