Il Master del sex shop (6)
di
serendipi2016
genere
dominazione
6. L'ALTRA SILVIA
La luce che usciva dalla nostra casa la illuminava solo parzialmente. Apprezzavo il suo culo che obbligato dai tacchi alti ondeggiava rendendola ancor più volgare. “Sei una meravigliosa puttana” la mia voce bassa sembrava risuonare sul pianerottolo con l’eco del click di un’altro scatto. Il flash la illuminò per un attimo.
Il mio cuore batteva all’impazzata con Silvia ferma a metà corridoio.
Avanzò nella semioscurità fino alla porta del vicino. Altre foto. Sacha avevi ragione guarda che zoccola, pensai tra me e me. Ora come una professionista assumeva pose inequivocabili ed indecenti. Senza che io le avessi detto cosa fare, si appoggiò alla porta del nostro vicino strusciandosi contro. Mi stava facendo impazzire, non mi sarei mai aspettato un atteggiamento smile. Era completamente andata.
“notaio mi apra sono la sua vicina puttana” sussurò continuando a strusciare il suo corpo sulla porta.
Pure la mia fantasia degenerò così le chiesi di agganciare il guinzaglio alla porta del vicino aggiungendo delle foto a quelle che Sacha mi aveva chiesto.
Anche la mia fantasia non si fermò.“Adesso ti metti in ginocchio come se stessi aspettando che ti apra la porta e dopo ti rotoli per terra come per dimostrare la tua disponibilità”
Restai senza parole. Si mise in ginocchio e dopo si coricò sul pavimento appoggiando le tette sul pavimento
Un piccolo sussulto forse nel sentire il freddo delle piastrelle accarezzarle il sesso. La vidi rotolarsi e allargare le gambe offrendo il sesso nel verso della porta del vicino.
Come un ossesso non smettevo di fotografarla.
“sei proprio una puttana - volevo farla sentire sporca per quello che faceva – puoi startene li ad aspettare il nostro vicino”
Accesi la luce e rientrai in casa chiudendo la porta. Sentii i tacchi scalpicciare sul pavimento “ti prego fammi entrare”
Era estremamente eccitante saperla esposta in quel modo. Prima di aprire le ricordai le ultime foto.
Non disse nulla. Si mise seduta sui gradini ed allargò le gambe offrendo il suo sesso. La fotografai più volte per non perdere l’attimo. Schiacciai il pulsante dell’ascensore che raggiunse il nostro pianerottolo.
Tenni la porta aperta e lasciai che entrasse. Mi guardò provocante e sculettando entrò offrendomi il bellissimo culo che immortalai.
Chissà cosa le avrei chiesto ancora, già perché fummo interrotti dal rumore della serratura di casa del nostro vicino. Lasciai la porta dell’ascensore appena in tempo. Il nostro vicino fece capolino sulla soglia del suo appartamento.
Mi salutò. Aveva sentito dei rumori motivo per cui si era affacciato. Cercai di spiegare che stavo rientrando e mi scusai se avessi fatto rumore. Restammo brevemente a parlare. Sembrò un’eternità. Silvia chiusa nell’ascensore nuda calze e reggicalze tacchi a spillo truccata come una battona e con un collare legato al collo ed una cavigliera che identificave senza alcuna incertezza il suo nuovo stato.
Immaginai la sua paura. Se il notaio avesse aperto l’ascensore? Lo salutai fingendo di dirigermi verso la mia porta. Il cuore mi batteva. Lo sentii richiudere la porta.
Silvia riaprì la porta dell’ascensore e mi raggiunse velocemente all’interno del nostro appartamento. Stava tremando. La abbracciai e lei cercò prima di respingermi poi si incollò a me e con una furia selvaggia iniziò a baciarmi.
“ho avuto paura” mi confessò.
“Solo paura?”La mia mano scivolò sul suo sesso. Ancora tremante ma accarezzandomi la bozza sui miei pantaloni “e tu stavi per lasciare che mi vedesse”
Mi slacciai il braghetto mostrandole il mio sesso teso allo spasimo. Sembrava assatanata. La spinsi in ginocchio davanti a me sbattendole il sesso in faccia. Restò di sasso “avanti fammi vedere come sai fare la puttana” diventai ancor più volgare.
“lo sai, non mi piace” cercò di ribellarsi.
“ non fare la schizzinosa apri la bocca e succhiamelo come l’altra sera” fu il mio comando.
Cercò di opporre una minima resistenza girando il volto dall’altra parte. Ma ormai l’aria era satura di quella perversità che ci aveva avvolto. Trattata con così tanta insolenza lei si stava eccitando mostrandomi il suo aspetto di sottomissione che era emerso solo nelle sue fantasie.
“avanti prendilo in bocca,ti piace il cazzo,avrebbe potuto essere quello del notaio”. Appoggiai il mio sesso rigido sulla sua guancia. L’eccitazione saliva. Sembrava essere riluttante ed il suo respiro divenne più pesante .
Mi guardava cercando di alzarsi. La spinsi a restare in quella posizione esibendole la mia verga sempre più tesa che ora puntava ora sulle sue labbra senza che ne potesse evitare il contatto.
La sua resistenza stava cedendo lentamente. Le sue labbra bollivano e lentamente lasciò che il mio sesso le sfiorasse la bocca. Chiuse gli occhi, forse per cercare di nascondere quel pudore che ormai non aveva più e lasciò un gemito di piacere prima che le labbra si schiudessero e si lasciasse penetrare la bocca. Non la guidai e lasciai che la sua lingua e la sua saliva avvolgessero il glande già inumidito da un’iniziale secrezione da tutto il tempo per cui era stato estremamente sollecitato.
In anni di matrimonio era la seconda volta che mi regalava un rapporto orale e rispetto la sera prima mi parve diverso, più sensuale, più abile. Sentivo le sole labbra scivolare lentamente in un movimento dolce ed estremamente delicato, fino a quando la vidi portarsi le mani sul suo sesso ed accarezzarsi. Con un gesto da equilibrista presi la digitale abbandonata sul mobile dell’ingresso e le scattai delle foto. I flash anzichè inibirla sembrarono stimolarla ulteriormente. Lascia la digitale, impossibile proseguire a fare altre foto. L’eccitazione di entrambi prese il sopravvento ed iniziò un crescendo che mi obbligò a tenerla per la testa ed indirizzare i movimenti in modo più ordinato. Il mio sesso sbatteva nella sua bocca. Silvia ansimava .
Ero teso allo spasimo, non volevo che finisse , avrei voluto continuare penetrandola nel suo sesso e crogiolarmi nella sua calda vagina ma entrambi ci lasciammo andare. Non riuscii a trattenermi e le scaricai in bocca tutta la mia eccitazione. Lei si scostò quasi schifata e parte del getto le finì sulla faccia. La fermai e mi inginocchiai davanti a lei, spingendola per terra , portandola ad aprire le gambe. Si appoggiò con le mani sul pavimento. Lo sperma le colava sul volto. Potevo lasciare che quell’immagine restasse solo un ricordo e in raptus perverso ripresi la digitale immortalandola in quella posa nonostante una sua piccola reazione di disgusto, un no che non mi arrestò. “mi piaci puttana” e con un’erezione che non stava scemando riuscii ancora a penetrarla con una facilità estrema tanto era dilatata. Non avevo mai provato nulla di simile. Fu come una doppia eiaculazione che si protrasse scotendomi con dei brividi tanto intensi da farmi sussultare. Silvia si coricò sul pavimento ed insieme abbracciati ci lasciammo invadere da un nuovo e mai provato orgasmo.
Il mattino dopo.
Una colazione piena di sorrisi, sottintesi, complicità. Sorridendomi nuovamente mi sussurrò “anche questa sera mi farai fare la puttana di Sacha?”
“ti eccita veramente l’idea di esibirti per uno sconosciuto?” risposi letteralmente fulminato dalla sua voglia di ripetere una sera come la precedente.
“Sacha non esiste ci sei solo tu. E se anche esistesse veramente tu non vorresti di certo che mi mostri come una puttana ad uno sconosciuto, ho una reputazione, la nostra reputazione, da difendere”.
“Non ti avevo mai vista così sexy e disponibile e soprattutto così eccitata. Pensare che uno sconosciuto possa vederti in quelle mi eccita enormemente”
Mi abbracciò strusciandosi come una gattina “mi sono abbandonata a te lasciandoti scoprire le mie fantasie più sconce ed ho giocato come nelle nostre fantasie e continuerò a farlo. Potresti chiedermi qualunque cosa ed io ti seguirei, mi piace giocare il ruolo della schiava di Sacha”
Le parole di Sacha mi risuonarono ancora in testa “gode a sentirsi sottomessa alle più laide richieste ed è quello che vuoi anche tu. Ecco perché arriverà il momento in cui me la affiderai completamente”
“Non è più un gioco, oggi porterò le foto a Sacha poi deciderà lui cosa chiederti di nuovo ed io non mi opporrò” . La vidi cambiare espressione del volto
“dai non scherzare, non puoi neanche pensare che ……- si interruppe quasi non trovando le parole - ….sai a cosa mi riferisco”.
“Sacha è stato chiaro, dovrai accettare ogni sua richiesta”
“Come ad esempio?” questa volta mi rispose quasi divertita
“Ci saranno altre foto ancora più sconce che Sacha mostrerà ai clienti del suo locale”
Finì di vestirsi si fece seria “Ma in quelle foto sembro veramente una di quelle”
Aveva usato un giro di parole quasi si vergognasse di usare una definizione più cruda. Decisi di esser provocatorio e volgare.
“Una puttana che si struscia sulla porta del nostro vicino e lo aspetta nuda nell’ascensore”. Sentivo una perversa eccitazione solo nell’usare un linguaggio così crudo.
Silvia restò un attimo in silenzio,abbassò la testa “Già ripensando a quello che mi hai fatto fare ieri sera mi inquieta ancora.”
Sembrava imbarazzata nell’ammettere quello che era successo.
Non le diedi tregua “ e sapevi benissimo che non era uscita ma era in casa, vero?”
Abbassò di nuovo lo sguardo “ si – ammise – non so cosa mi è preso ed ho avuto paura. Mi sono vergognata di stare la fuori sul pianerottolo nuda con quel collare al collo, e ho creduto di morire sentendoti parlare con lui mentre ero chiusa nuda nell’ascensore”
“ E magari hai sperato che spalancassi la porta dell’ascensore.”
La vidi esitare “Ero terrorizzata che potesse vedermi. Non ho più capito fin dove arriva il gioco, la fantasia e dove incominciava la realtà”
Riprese fiato e continuò lasciandomi senza parole “ si mi sono eccitata, e voglio abbandonarmi nelle tue mani mi potrai chiedere ciò che vuoi, accondiscenderò ad ogni tua voglia, nel modo in cui tu vorrai ma sinceramente se Sacha esistesse veramente non saprei… forse..ma sarebbe difficile digerirlo”
Quella sua affermazione mi convinse ad essere più duro “Quindi niente in contrario che gli consegni le foto - mi feci ancora più serio – io non mi opportò a nessun delle sue richieste e se diventasse ancor più esigente tu dovrai accettare tutto quello che potrebbe chiedere”
Mi aspettavo una ferma reazione di Silvia. Al contrario mi stupì la sua remissione.
“Ma non posso pensare che sia vero, non puoi neanche pensare che … - si interruppe quasi non trovando le parole - Mi spaventi se pensi veramente queste cose, non sono normali . Ti rendi conto anche tu che a queste condizioni non possiamo continuare”
Prima che potessi pensare ad una risposta lei continuò “ammettiamo che accetti cosa potrebbe succedere?”
Sentii il cuore partire a mille ed il sesso irrigidirsi
Non ci potevo credere, non escludeva a priori la possibilità di essere offerta ad uno sconosciuto.
Se Sacha avesse avuto ragione? Quello era il momento di metterla ulteriormente alla prova.
“ Lui vuole una tua completa trasformazione . Non sarai più il serio avvocato, la moglie perfetta, apparentemente irraggiungibile ma solo la sua schiava la sua puttana che gode ad essere umiliata e dominata ti saprà spingere verso quelle fantasie che covano dentro di te”
Presi la cavigliera e gliela feci ciondolare davanti.
Silvia sembrava decisa “mi ecciti troppo con queste fantasie”.
“Non sono fantasie ti dovrai adattare ad un nuovo modo di vita sottomessa alle richieste di uno sconosciuto o dovrei dire il tuo padrone?” usai di nuovo quella parola direttamente senza mezzi termini. Silvia non sembrava essere scossa più di tanto.
“Beh,si…. se tu lo vuoi… mi lascerei andare….” La vedevo titubante e lasciai cadere il discorso nel vago perché volevo che me lo chiedesse ancor più apertamente “io non voglio importi nulla, non ti ci vedo proprio. Non è solo lasciarsi andare ma essere pronta senza mezze misure ad essere dominata da un master che non si porrà scrupoli nello spingerti verso ciò che da sempre hai evitato per arrivare a toccare il fondo scoprendo il gusto perverso della sottomissione”.
“Se lo vuoi veramente mi sottometterò a tutte le tue richieste”
“Mi stai dicendo che lasceresti veramente che Sacha possa continuare a chiederti qualunque cosa?”
Silvia sorrise “Non hai bisogno di fingerti Sacha per chiedermi di giocare a fare la tua puttana o la tua schiava ”
Una smorfia sul mio volto volle dimostrarle che non scherzavo “guarda che io non scelgo proprio nulla Sacha esiste veramente ma, se non vuoi possiamo fermarci”.”
Silvia scosse il capo.
Cercai di essere ancor più serio “è molto esigente e perverso e quello che vorrà da te sarà sempre più vergognoso ed umiliante e non ci saranno mezze misure se accetti ti lascerò completamente nelle sue mani la incalzai. Non parlò, alzò solo le spalle con un sorriso.
Mi sembrò perplessa ma poi continuò “farò tutto quello che mi chiederai”
Finsi di non aver capito.
“va bene, potrai chiedermi tutto quello che vuoi tu e quel Sacha” mi sorrise gesticolando come se parlasse di un fantasma. “Qualunque siano le sue richieste, meglio i suoi ordini , tu dovrai dire solo si e nient’altro. Pensaci saresti disposta a diventare non solo la sua schiava ma anche la sua puttana ?” la incalzai.
Silvia sorrise. “ va bene sarò anche la tua puttana, Sacha, farò tutto quello che vuoi” disse lasciandomi intendere che nella sua testolina dava per certo che fossi io ad aver architettato tutto credendo ancora che io e Sacha fossimo la stessa persona.
Estrassi da tasca la chiavetta su cui avevo scaricato le foto e la feci dondolare davanti al suo naso “Qua ci son tutte le foto ed oggi saranno di proprietà di Sacha o dovrei dire del tuo padrone?”
Un attimo di smarrimento poi capitolò “il mio padrone”
Non riuscivo a crederci, ancora una volta non si opponeva ma lasciava tutto in sospeso come se quella possibilità fosse reale.
“Ero certo che avresti accettato ora vado e troverò il tempo di passare da lui per lasciargli le foto della sua nuova schiava”.
“ma lui che se ne farà di quelle foto? disse con un filo di voce.
“te l’ho detto, le aggiungerà su di un album che tiene nel suo negozio per mostrarle ai suoi clienti più affezionati e potrebbe anche offrirti a loro anche solo semplicemente per fare da modella per foto come quelle della notte scorsa - mi guardava sgranando gli occhi – o per passare una sera con loro come una puttana” conclusi in modo volgare aspettandomi una reazione che invece non arrivò.
Restò senza parole per l’assurdità della situazione. Non aggiunsi altro e mi preparai per uscire ed iniziare la giornata.
Silvia mi riabbracciò stretto “Non vedo l’ora che venga questa sera non so come dirtelo, mi vergogno. Voglio che questa sera tu mi chieda quello che vuoi, sarò la tua puttana” , la sentivo tremare appoggiata al mio petto.
Avevo un unico pensiero: immaginarla pronta ad intraprendere un altro passo per la sua depravazione come mi aveva chiesto Sacha “La puttana di Sacha,non dimenticarlo”.
“ ormai sono la schiava di Sacha e farò tutto quello che mi chiede anche la puttana”
Sorrisi ed uscii da casa.
Fin dove avrei voluto e potuto spingerla? Quale libertà su di lei avrei concesso a Sacha?
Non immaginavo una così fitta corrispondenza di signore come Silvia e mariti curiosi che le spingono anche se solo virtualmente ad assecondare Sacha.
Il racconto è solo una invenzione per chi ha fantasie così spinte e voglia di parlarne.
Serendipi2016@libero.it
La luce che usciva dalla nostra casa la illuminava solo parzialmente. Apprezzavo il suo culo che obbligato dai tacchi alti ondeggiava rendendola ancor più volgare. “Sei una meravigliosa puttana” la mia voce bassa sembrava risuonare sul pianerottolo con l’eco del click di un’altro scatto. Il flash la illuminò per un attimo.
Il mio cuore batteva all’impazzata con Silvia ferma a metà corridoio.
Avanzò nella semioscurità fino alla porta del vicino. Altre foto. Sacha avevi ragione guarda che zoccola, pensai tra me e me. Ora come una professionista assumeva pose inequivocabili ed indecenti. Senza che io le avessi detto cosa fare, si appoggiò alla porta del nostro vicino strusciandosi contro. Mi stava facendo impazzire, non mi sarei mai aspettato un atteggiamento smile. Era completamente andata.
“notaio mi apra sono la sua vicina puttana” sussurò continuando a strusciare il suo corpo sulla porta.
Pure la mia fantasia degenerò così le chiesi di agganciare il guinzaglio alla porta del vicino aggiungendo delle foto a quelle che Sacha mi aveva chiesto.
Anche la mia fantasia non si fermò.“Adesso ti metti in ginocchio come se stessi aspettando che ti apra la porta e dopo ti rotoli per terra come per dimostrare la tua disponibilità”
Restai senza parole. Si mise in ginocchio e dopo si coricò sul pavimento appoggiando le tette sul pavimento
Un piccolo sussulto forse nel sentire il freddo delle piastrelle accarezzarle il sesso. La vidi rotolarsi e allargare le gambe offrendo il sesso nel verso della porta del vicino.
Come un ossesso non smettevo di fotografarla.
“sei proprio una puttana - volevo farla sentire sporca per quello che faceva – puoi startene li ad aspettare il nostro vicino”
Accesi la luce e rientrai in casa chiudendo la porta. Sentii i tacchi scalpicciare sul pavimento “ti prego fammi entrare”
Era estremamente eccitante saperla esposta in quel modo. Prima di aprire le ricordai le ultime foto.
Non disse nulla. Si mise seduta sui gradini ed allargò le gambe offrendo il suo sesso. La fotografai più volte per non perdere l’attimo. Schiacciai il pulsante dell’ascensore che raggiunse il nostro pianerottolo.
Tenni la porta aperta e lasciai che entrasse. Mi guardò provocante e sculettando entrò offrendomi il bellissimo culo che immortalai.
Chissà cosa le avrei chiesto ancora, già perché fummo interrotti dal rumore della serratura di casa del nostro vicino. Lasciai la porta dell’ascensore appena in tempo. Il nostro vicino fece capolino sulla soglia del suo appartamento.
Mi salutò. Aveva sentito dei rumori motivo per cui si era affacciato. Cercai di spiegare che stavo rientrando e mi scusai se avessi fatto rumore. Restammo brevemente a parlare. Sembrò un’eternità. Silvia chiusa nell’ascensore nuda calze e reggicalze tacchi a spillo truccata come una battona e con un collare legato al collo ed una cavigliera che identificave senza alcuna incertezza il suo nuovo stato.
Immaginai la sua paura. Se il notaio avesse aperto l’ascensore? Lo salutai fingendo di dirigermi verso la mia porta. Il cuore mi batteva. Lo sentii richiudere la porta.
Silvia riaprì la porta dell’ascensore e mi raggiunse velocemente all’interno del nostro appartamento. Stava tremando. La abbracciai e lei cercò prima di respingermi poi si incollò a me e con una furia selvaggia iniziò a baciarmi.
“ho avuto paura” mi confessò.
“Solo paura?”La mia mano scivolò sul suo sesso. Ancora tremante ma accarezzandomi la bozza sui miei pantaloni “e tu stavi per lasciare che mi vedesse”
Mi slacciai il braghetto mostrandole il mio sesso teso allo spasimo. Sembrava assatanata. La spinsi in ginocchio davanti a me sbattendole il sesso in faccia. Restò di sasso “avanti fammi vedere come sai fare la puttana” diventai ancor più volgare.
“lo sai, non mi piace” cercò di ribellarsi.
“ non fare la schizzinosa apri la bocca e succhiamelo come l’altra sera” fu il mio comando.
Cercò di opporre una minima resistenza girando il volto dall’altra parte. Ma ormai l’aria era satura di quella perversità che ci aveva avvolto. Trattata con così tanta insolenza lei si stava eccitando mostrandomi il suo aspetto di sottomissione che era emerso solo nelle sue fantasie.
“avanti prendilo in bocca,ti piace il cazzo,avrebbe potuto essere quello del notaio”. Appoggiai il mio sesso rigido sulla sua guancia. L’eccitazione saliva. Sembrava essere riluttante ed il suo respiro divenne più pesante .
Mi guardava cercando di alzarsi. La spinsi a restare in quella posizione esibendole la mia verga sempre più tesa che ora puntava ora sulle sue labbra senza che ne potesse evitare il contatto.
La sua resistenza stava cedendo lentamente. Le sue labbra bollivano e lentamente lasciò che il mio sesso le sfiorasse la bocca. Chiuse gli occhi, forse per cercare di nascondere quel pudore che ormai non aveva più e lasciò un gemito di piacere prima che le labbra si schiudessero e si lasciasse penetrare la bocca. Non la guidai e lasciai che la sua lingua e la sua saliva avvolgessero il glande già inumidito da un’iniziale secrezione da tutto il tempo per cui era stato estremamente sollecitato.
In anni di matrimonio era la seconda volta che mi regalava un rapporto orale e rispetto la sera prima mi parve diverso, più sensuale, più abile. Sentivo le sole labbra scivolare lentamente in un movimento dolce ed estremamente delicato, fino a quando la vidi portarsi le mani sul suo sesso ed accarezzarsi. Con un gesto da equilibrista presi la digitale abbandonata sul mobile dell’ingresso e le scattai delle foto. I flash anzichè inibirla sembrarono stimolarla ulteriormente. Lascia la digitale, impossibile proseguire a fare altre foto. L’eccitazione di entrambi prese il sopravvento ed iniziò un crescendo che mi obbligò a tenerla per la testa ed indirizzare i movimenti in modo più ordinato. Il mio sesso sbatteva nella sua bocca. Silvia ansimava .
Ero teso allo spasimo, non volevo che finisse , avrei voluto continuare penetrandola nel suo sesso e crogiolarmi nella sua calda vagina ma entrambi ci lasciammo andare. Non riuscii a trattenermi e le scaricai in bocca tutta la mia eccitazione. Lei si scostò quasi schifata e parte del getto le finì sulla faccia. La fermai e mi inginocchiai davanti a lei, spingendola per terra , portandola ad aprire le gambe. Si appoggiò con le mani sul pavimento. Lo sperma le colava sul volto. Potevo lasciare che quell’immagine restasse solo un ricordo e in raptus perverso ripresi la digitale immortalandola in quella posa nonostante una sua piccola reazione di disgusto, un no che non mi arrestò. “mi piaci puttana” e con un’erezione che non stava scemando riuscii ancora a penetrarla con una facilità estrema tanto era dilatata. Non avevo mai provato nulla di simile. Fu come una doppia eiaculazione che si protrasse scotendomi con dei brividi tanto intensi da farmi sussultare. Silvia si coricò sul pavimento ed insieme abbracciati ci lasciammo invadere da un nuovo e mai provato orgasmo.
Il mattino dopo.
Una colazione piena di sorrisi, sottintesi, complicità. Sorridendomi nuovamente mi sussurrò “anche questa sera mi farai fare la puttana di Sacha?”
“ti eccita veramente l’idea di esibirti per uno sconosciuto?” risposi letteralmente fulminato dalla sua voglia di ripetere una sera come la precedente.
“Sacha non esiste ci sei solo tu. E se anche esistesse veramente tu non vorresti di certo che mi mostri come una puttana ad uno sconosciuto, ho una reputazione, la nostra reputazione, da difendere”.
“Non ti avevo mai vista così sexy e disponibile e soprattutto così eccitata. Pensare che uno sconosciuto possa vederti in quelle mi eccita enormemente”
Mi abbracciò strusciandosi come una gattina “mi sono abbandonata a te lasciandoti scoprire le mie fantasie più sconce ed ho giocato come nelle nostre fantasie e continuerò a farlo. Potresti chiedermi qualunque cosa ed io ti seguirei, mi piace giocare il ruolo della schiava di Sacha”
Le parole di Sacha mi risuonarono ancora in testa “gode a sentirsi sottomessa alle più laide richieste ed è quello che vuoi anche tu. Ecco perché arriverà il momento in cui me la affiderai completamente”
“Non è più un gioco, oggi porterò le foto a Sacha poi deciderà lui cosa chiederti di nuovo ed io non mi opporrò” . La vidi cambiare espressione del volto
“dai non scherzare, non puoi neanche pensare che ……- si interruppe quasi non trovando le parole - ….sai a cosa mi riferisco”.
“Sacha è stato chiaro, dovrai accettare ogni sua richiesta”
“Come ad esempio?” questa volta mi rispose quasi divertita
“Ci saranno altre foto ancora più sconce che Sacha mostrerà ai clienti del suo locale”
Finì di vestirsi si fece seria “Ma in quelle foto sembro veramente una di quelle”
Aveva usato un giro di parole quasi si vergognasse di usare una definizione più cruda. Decisi di esser provocatorio e volgare.
“Una puttana che si struscia sulla porta del nostro vicino e lo aspetta nuda nell’ascensore”. Sentivo una perversa eccitazione solo nell’usare un linguaggio così crudo.
Silvia restò un attimo in silenzio,abbassò la testa “Già ripensando a quello che mi hai fatto fare ieri sera mi inquieta ancora.”
Sembrava imbarazzata nell’ammettere quello che era successo.
Non le diedi tregua “ e sapevi benissimo che non era uscita ma era in casa, vero?”
Abbassò di nuovo lo sguardo “ si – ammise – non so cosa mi è preso ed ho avuto paura. Mi sono vergognata di stare la fuori sul pianerottolo nuda con quel collare al collo, e ho creduto di morire sentendoti parlare con lui mentre ero chiusa nuda nell’ascensore”
“ E magari hai sperato che spalancassi la porta dell’ascensore.”
La vidi esitare “Ero terrorizzata che potesse vedermi. Non ho più capito fin dove arriva il gioco, la fantasia e dove incominciava la realtà”
Riprese fiato e continuò lasciandomi senza parole “ si mi sono eccitata, e voglio abbandonarmi nelle tue mani mi potrai chiedere ciò che vuoi, accondiscenderò ad ogni tua voglia, nel modo in cui tu vorrai ma sinceramente se Sacha esistesse veramente non saprei… forse..ma sarebbe difficile digerirlo”
Quella sua affermazione mi convinse ad essere più duro “Quindi niente in contrario che gli consegni le foto - mi feci ancora più serio – io non mi opportò a nessun delle sue richieste e se diventasse ancor più esigente tu dovrai accettare tutto quello che potrebbe chiedere”
Mi aspettavo una ferma reazione di Silvia. Al contrario mi stupì la sua remissione.
“Ma non posso pensare che sia vero, non puoi neanche pensare che … - si interruppe quasi non trovando le parole - Mi spaventi se pensi veramente queste cose, non sono normali . Ti rendi conto anche tu che a queste condizioni non possiamo continuare”
Prima che potessi pensare ad una risposta lei continuò “ammettiamo che accetti cosa potrebbe succedere?”
Sentii il cuore partire a mille ed il sesso irrigidirsi
Non ci potevo credere, non escludeva a priori la possibilità di essere offerta ad uno sconosciuto.
Se Sacha avesse avuto ragione? Quello era il momento di metterla ulteriormente alla prova.
“ Lui vuole una tua completa trasformazione . Non sarai più il serio avvocato, la moglie perfetta, apparentemente irraggiungibile ma solo la sua schiava la sua puttana che gode ad essere umiliata e dominata ti saprà spingere verso quelle fantasie che covano dentro di te”
Presi la cavigliera e gliela feci ciondolare davanti.
Silvia sembrava decisa “mi ecciti troppo con queste fantasie”.
“Non sono fantasie ti dovrai adattare ad un nuovo modo di vita sottomessa alle richieste di uno sconosciuto o dovrei dire il tuo padrone?” usai di nuovo quella parola direttamente senza mezzi termini. Silvia non sembrava essere scossa più di tanto.
“Beh,si…. se tu lo vuoi… mi lascerei andare….” La vedevo titubante e lasciai cadere il discorso nel vago perché volevo che me lo chiedesse ancor più apertamente “io non voglio importi nulla, non ti ci vedo proprio. Non è solo lasciarsi andare ma essere pronta senza mezze misure ad essere dominata da un master che non si porrà scrupoli nello spingerti verso ciò che da sempre hai evitato per arrivare a toccare il fondo scoprendo il gusto perverso della sottomissione”.
“Se lo vuoi veramente mi sottometterò a tutte le tue richieste”
“Mi stai dicendo che lasceresti veramente che Sacha possa continuare a chiederti qualunque cosa?”
Silvia sorrise “Non hai bisogno di fingerti Sacha per chiedermi di giocare a fare la tua puttana o la tua schiava ”
Una smorfia sul mio volto volle dimostrarle che non scherzavo “guarda che io non scelgo proprio nulla Sacha esiste veramente ma, se non vuoi possiamo fermarci”.”
Silvia scosse il capo.
Cercai di essere ancor più serio “è molto esigente e perverso e quello che vorrà da te sarà sempre più vergognoso ed umiliante e non ci saranno mezze misure se accetti ti lascerò completamente nelle sue mani la incalzai. Non parlò, alzò solo le spalle con un sorriso.
Mi sembrò perplessa ma poi continuò “farò tutto quello che mi chiederai”
Finsi di non aver capito.
“va bene, potrai chiedermi tutto quello che vuoi tu e quel Sacha” mi sorrise gesticolando come se parlasse di un fantasma. “Qualunque siano le sue richieste, meglio i suoi ordini , tu dovrai dire solo si e nient’altro. Pensaci saresti disposta a diventare non solo la sua schiava ma anche la sua puttana ?” la incalzai.
Silvia sorrise. “ va bene sarò anche la tua puttana, Sacha, farò tutto quello che vuoi” disse lasciandomi intendere che nella sua testolina dava per certo che fossi io ad aver architettato tutto credendo ancora che io e Sacha fossimo la stessa persona.
Estrassi da tasca la chiavetta su cui avevo scaricato le foto e la feci dondolare davanti al suo naso “Qua ci son tutte le foto ed oggi saranno di proprietà di Sacha o dovrei dire del tuo padrone?”
Un attimo di smarrimento poi capitolò “il mio padrone”
Non riuscivo a crederci, ancora una volta non si opponeva ma lasciava tutto in sospeso come se quella possibilità fosse reale.
“Ero certo che avresti accettato ora vado e troverò il tempo di passare da lui per lasciargli le foto della sua nuova schiava”.
“ma lui che se ne farà di quelle foto? disse con un filo di voce.
“te l’ho detto, le aggiungerà su di un album che tiene nel suo negozio per mostrarle ai suoi clienti più affezionati e potrebbe anche offrirti a loro anche solo semplicemente per fare da modella per foto come quelle della notte scorsa - mi guardava sgranando gli occhi – o per passare una sera con loro come una puttana” conclusi in modo volgare aspettandomi una reazione che invece non arrivò.
Restò senza parole per l’assurdità della situazione. Non aggiunsi altro e mi preparai per uscire ed iniziare la giornata.
Silvia mi riabbracciò stretto “Non vedo l’ora che venga questa sera non so come dirtelo, mi vergogno. Voglio che questa sera tu mi chieda quello che vuoi, sarò la tua puttana” , la sentivo tremare appoggiata al mio petto.
Avevo un unico pensiero: immaginarla pronta ad intraprendere un altro passo per la sua depravazione come mi aveva chiesto Sacha “La puttana di Sacha,non dimenticarlo”.
“ ormai sono la schiava di Sacha e farò tutto quello che mi chiede anche la puttana”
Sorrisi ed uscii da casa.
Fin dove avrei voluto e potuto spingerla? Quale libertà su di lei avrei concesso a Sacha?
Non immaginavo una così fitta corrispondenza di signore come Silvia e mariti curiosi che le spingono anche se solo virtualmente ad assecondare Sacha.
Il racconto è solo una invenzione per chi ha fantasie così spinte e voglia di parlarne.
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