Il Master del sex shop
di
serendipi2016
genere
dominazione
5. SUPERARE IL CONFINE TRA LE FANTASIA E LA REALTA’
Senza parlare fece cenno di si.
“Ma cosa ne farà delle foto? ” mi chiese lasciandomi sconcertato. Non solo stava accettando un ruolo che non le apparteneva ma sembrava eccitarsi all’idea che potessi mostrare le sue foto ad uno sconosciuto, o forse recitava una parte per tenera alta la tensione erotica.
“e magari –riprese - con il rischio di essere riconosciuta”. Si vergognava ma aveva accettato l’idea di lasciare che uno sconosciuto la potesse vedere in quelle pose postribolari a condizione che non venisse riconosciuta.
“Credo che ci sia anche questa possibilità e visto che ti eccitava l’idea di immaginarti sottomessa senza potermi ribellare alle richieste più squallide Sacha mi ha suggerito di affidarti alla sua educazione.” Ripercorrevo le sue fantasie “Sarai nelle sue mani e ti potrà chiedere quello che vuole”
Non parlava giocava con il bordo della sottoveste a filo del pizzo della calza scoprendosi di più.
“Adesso che sai che fine faranno le tue foto lasciati fotografare come se fossi veramente la sua puttana soprattutto adesso ma prima però mettiti questa”
Recuperai la cavigliera e gliela mostrai.
“Mettitela” ordinai seccamente.
“Sai cosa significa?” chiese quasi disgustata.
Io annuii , lei non chiese altre spiegazioni, si chinò ed agganciò il piccolo gioiello alla caviglia.
“Sei perfetta, immagina chi ti vedrà in queste foto e con quella scritta”
La strinsi per le spalle facendole sentire il vigore del mio sesso contro la sua pelle. Le baciai un lobo dell’orecchio, vidi la sua pelle accapponarsi. Mi stava facendo eccitare esageratamente
“Sono tua e non di altri, mi vergognerei a morte sapendo che le mie foto le potrebbe vedere chiunque”
Quasi tremante si girò e strinse a me “sono la tua slut anche se è un gioco eccitante pensare che Sacha mi possa trattare come se fossi anche la sua”.
Per Silvia quelle fantasie sembravano accendersi in un gioco sempre più reale.
Allo stesso tempo la mia libidine non aveva più limiti.
La pensai in mostra su quell’album che Sacha mi aveva mostrato senza pensare alle conseguenze.
“Nel suo negozio Sacha tiene un album di nudi di signore che si sono esibite per lui che poi mostra ai suoi clienti Non a caso ha chiamato l’album, Foto proibite di Mogli per bene esibite come volgari prostitute. Vuole mettere nella sua collezione anche le foto che ti farò”.
“E vito vedrà quelle foto?” balbettò.
Non si tratteneva ed ormai gioco e finzione si mescolavano tra loro. Non avevo altra scelta, vedere fin dove si sarebbe spinta.
“certo potrebbe essere possibile ma non solo Vito chiunque potrebbe riconoscerti . Quando andrai al lavoro magari incrocerai uomini che potrebbero averti vista in quelle pose postribolari, ti saluteranno e dai loro sorrisi sarcastici capirai che conoscono il tuo segreto”. Non avrei mai immaginato di arrivare a dirle le stesse cose che mi aveva suggerito Sacha.
“Smettila adesso mi fai paura” mi fermò come se ritornasse alla realtà
La baciai e le accarezzai di nuovo il sesso scoprendo che la sua eccitazione si stava facendo incontenibile. Spinsi la mano a piatto sollecitando con un dito il clitoride che già sentivo gonfio
Ripresi a farle delle foto in successione.
Sospirò sollevandosi lentamente il tessuto.
“girati - le bisbigliai – facciamo vedere a Sacha quanto è bello il tuo culo”.
Senza ribellarsi lo fece, si girò mostrandomi il suo culetto nudo con il nastrino del perizoma infilarsi tra le due chiappe. Scattai altre foto e le chiesi di rigirarsi verso di me sollevandosi di più la sottoveste.
“Immagina se le vedesse Vito cosa potrebbe dire : avvocato ha un bel culo, delle belle gambe ed un bel paio di tette - le sussurrai con voce roca riprendendo le malsane idee che Vito le aveva detto - faresti proprio un bel figurone nel suo locale ”. Silvia sussultò.
“ma sei scemo? io, io, non riuscirei mai a fare una cosa del genere”
“credo che a Vito piacerebbe vederti senza quello” le indicai il perizoma
“ma resto nuda” fu la sua ingenua risposta.
“e allora, Sacha ti vuole vedere nuda” le risposi mentre le scattavo l’ennesima serie di flash.
Silvia si sfilò lentamente il minuscolo indumento.
Le appoggiai una mano sulla spalla sfilandole la spallina della sottoveste lasciandole in bella vista una tetta gonfia ed il capezzolo ritto e teso.
“Così sei perfetta penso che Sacha sarà soddisfatto. Allora vuoi fare le foto che ti ha chiesto?”
Silvia mormorò un sospiroso si, allungò la mano sul mazzo di foto, ma divenne titubante: “ma se le faccio giurami che non le mostri a nessuno…” balbettò.
“Te l’ho già detto le darò a Sacha per quel suo album - la vidi cambiare l’espressione del volto , ma non per questo mi fermai - Mostrerà le tue foto a chi vorrà, ma per entrare di più nella parte dovresti avere anche un trucco più pesante”
“vuoi proprio che sembri una puttana”. Mi girò le palle e corse in bagno.
Avevo esagerato mi ero spinto troppo avanti. Come avrei potuto pensare che mia moglie si potesse lasciare coinvolgere in un gioco così laido.
Ero assorto nei pensieri più torbidi e lei ricomparve, nuda, solo calze e reggicalze e tacchi a spillo, truccata pesantemente come quelle modelle.
Aveva ceduto ed io non feci altro che ripetere le parole di Sacha così iniziai a rivolgermi a lei con le parole che avevo sentito dal russo e che non riuscivo a dimenticare.
“Sacha ti insegnerà a mostrarti sempre più impudicamente davanti a lui o in mezzo ad altra gente che ti possa ammirare vestita da troia. Avanti adesso fammi vedere cosa sai fare”
Guardò la prima foto e la imitò :gambe larghe e sesso esposto mentre con una mano se lo accarezzava, piegata con il suo culetto per aria e le mani appoggiate sulle chiappe allargando la veduta sul suo buchetto quasi invogliasse a penetrarla. Io “infoiato” continuavo a scattarle le foto e lei ad imitare le pose delle modelle. Era incredibile come si stesse trasformando.
Avevo davanti a me una moglie come l’avevo sempre desiderata e capii che si sarebbe lasciata fare anche le altre foto. Fu una delizia spingerla a mostrarsi sempre più senza pudore. Bocca socchiusa mani che sorreggevano le tette offrendole in mostra all’obiettivo. Le mie mani che si autoimmortalavano tese ad accarezzarle le tette come se fosse una mercanzia offerta.
“Allora lascerai che Sacha usi le tue foto a suo piacimento?”
Solo una risposta interlocutoria: “mi stai facendo morire”
“allora?” alzai la voce senza ritegno.
Capitolò con un si pieno di eccitazione assumendo le pose delle foto che Sacha mi aveva lasciato, una più volgare dell’altra.
Ed io continuavo a fotografarla e ripetere le parole del russo che ormai avevo fatto mie.
“Sei proprio come ti vuole Sacha pronta per essere esibita a tutti i suoi clienti come una troia ma non gli basterà. Vorrà spingerti ancora oltre e sottometterti più laide richieste che tu esaudirai perché è quello che vuoi anche tu”
Silvia si accarezzò il sesso e mi guardò con uno sguardo perso.
Copiando l’ultima foto inginocchiò mantenendo le ginocchia leggermente divaricate e le tette appoggiate al pavimento. Il suo culetto esposto in quel modo volgare era troppo eccitante.
“così ora sarai non solo la puttana di Sacha ma anche la sua schiava”
Presi il collare di cuoio.
La spinsi ad inginocchiarsi. Guardava la scritta “pensi veramente che me lo lascerei mettere e fotografare con quella scritta”
Glielo avvicinai “sei la sua schiava – ed indicando la catena agganciata continuai – e sono certo che con questa lo seguirai come la sua cagnolina”
Le sue suppliche si spensero quando le appoggiai il collare al collo e lo chiusi. Dall’anello centrale partiva una sottile catena che le scivolò in mezzo alle tette. Scattai delle foto senza nessuna obiezione da parte sua. Le chiesi di prenderne l’estremità sempre restando in ginocchio ma accovacciata sui talloni e di porgermi il guinzaglio come se si offrisse a Sacha.
Guardò la foto modello e si mise in posa “Cosa mi stai facendo fare, è umiliante” disse con un filo di voce.
“Quando Sacha vedrà questa foto saprà che sei pronta a diventare la sua schiava”
Avrebbe potuto rifiutarsi ma restò come le avevo chiesto ferma in ginocchio tendendo la catena verso me come se fosse un guinzaglio.
“mi vergogno… anche se mi stai eccitando, dimmi solo che non esiste nessun Sacha”.
Silvia si passò una mano nel collare quasi fosse intenzionata a toglierselo. Era titubante, mi avvicinai accarezzandole il sesso che era fradicio di umori. “dimmelo tu - le risposi imperterrito - non era una tua fantasia essere offerta come una schiava”
Silvia respirava affannosamente. La accarezzai sentendola fremere sollecitai la sua risposta e affannosamente si lasciò andare “ si … offrimi a Sacha, fammi diventare la sua schiava… la sua puttana….”
“Sei tu che me lo stai chiedendo e stai certa che non potrai tornare indietro e dovrai adattarti a realizzare tutte quelle oscenità lontane dal suo mondo, scoprendo il gusto perverso della sottomissione.
Silvia cercò una minima reazione “se lo facessi mi troverei ad essere umiliata davanti a tutti diventando veramente il giocattolo sessuale di questo Sacha?”
Stavo sprofondando in un gioco che mi stava coinvolgendo perversamente.
A fatica trattenevo la mia eccitazione ma quella domanda scatenò le mie perplessità e la mia gelosia. Immaginavo gli scenari che Sacha mi aveva descritto ma anziché inibirmi la mia eccitazione cresceva “Gli consegnerò le foto e se vuole le potrà mostrare ai suoi clienti e se poi ti vedrà anche Vito...” lasciai volutamente la frase in sospeso.
La abbracciai spingendo il mio sesso contro la sua pelle facendole capire quanto mi avesse eccitato.
“Vito mi vedrà in questo modo?” e prendendo la mia mano me la guidò sul suo sesso.
Ripresi ad accarezzarla. “Vito, Sacha non fa differenza e magari anche i tuoi colleghi”
La sua pelle si accapponò in preda a dei brividi le tette gonfie ed i capezzoli sempre più tesi. La mia mano violava il suo sesso aumentando il suo depravato piacere. Aveva abbandonato ogni pudore , era completamente eccitata e spinsi la mano sulla sua fessura grondante ricercando il punto dove sapevo avrebbe goduto di più . Silvia taceva e spinse il suo pube verso le mie dita.
“Ti sei lasciata fotografare in questo modo sapendo che le tue foto potrebbero essere viste da chiunque – provai ad essere cattivo – guardati, non l’avrei mai detto” la stavo masturbando senza che lei si ribellasse anzi stava godendo sempre più chiedendomi di continuare quando sentiva la pressione della mia mano cedere.
La baciai stringendola con la voglia di potermi unire a lei ma la perversione delle ultime foto di Sacha mi spinsero a volere di più. Le indicai le foto “e queste foto le possiamo fare solo sull’ascensore”.
Le guardò, scosse la testa
“Non vorrai davvero che esca nuda sul pianerottolo?” mi chiese quasi impaurita.
“non te lo sto chiedendo io è una richiesta di Sacha” la lasciai avvicinandomi alla porta . Silvia scosse la testa ed a piccoli passi mi raggiunse.
Le presi una mano e gliela guidai sulla maniglia.
Mi supplicò “non puoi volerlo?”
“Non lo vorrei neppure io, ma lo devi fare, devi ubbidire a Sacha ,sei la sua schiava e devi eseguire le sue richieste.”
Le presi una mano e gliela portai sulla maniglia.
“Avanti apri la porta ed esci. Fammi vedere che puttana sei diventata”
Silvia respirava profondamente. Abbassò la maniglia e socchiuse la porta.
“ho paura!” ripetè. La sentivo tremare “potrebbe aprire la porta il notaio” e mi indicò la porta del nostro vicino un vecchio notaio che Silvia odiava dal giorno in cui si era rifiutato di collaborare per una pratica ma anche per i modi melensi ed ambigui con cui la trattava..
“Cosa penserebbe nel vedermi nuda qua fuori”
Ormai senza ritegno non ero più disposto a tornare indietro “Penserebbe che non sei poi quell’avvocato per bene che conosce così come a te piacerebbe lasciarti vedere in modo così indecente – dissi con malignità – Comunque l’ho sentito uscire prima, non ti potrà vedere. Se vuoi però potremmo aspettarlo”
Silvia si girò verso di me cercando le mie labbra. Mi baciò.
Ripresi la digitale scattando un’altra serie di foto.
“ sono sicuro che è quello che vuoi anche tu ” le sussurrai accarezzandole le tette. “dai aspettalo davanti alla sua porta” mi feci serio e spalancai la porta di casa.
Buttò un occhiata sul pianerottolo illuminato solo dalla luce del nostro appartamento.
Balbettò qualcosa ed io spalancai completamente la porta. Titubante si fermò sulla soglia
“Cosa aspetti, fammi vedere quanto sei puttana ad aspettare il tuo cliente sulla sua porta”
Se il notaio avesse aperto la porta in quel momento si sarebbe trovato Silvia di fronte. Già perché in realtà non sapevo se veramente fosse in casa o fosse uscito. Ero impazzito a correre un rischio del genere.
Eppure nessuno dei due si fermò a riflettere. Silvia lentamente fece dei passi in avanti e si trovò in mezzo al pianerottolo.
Così la storia potrebbe avere anche un epilogo inaspettato, oppure seguire la traccia dettata da Sacha.
Un saluto a tutte le “Silvia”, sole o con i loro partner, che mi hanno scritto o che si sono spinte oltre .
Serendipi2016@libero.it
Senza parlare fece cenno di si.
“Ma cosa ne farà delle foto? ” mi chiese lasciandomi sconcertato. Non solo stava accettando un ruolo che non le apparteneva ma sembrava eccitarsi all’idea che potessi mostrare le sue foto ad uno sconosciuto, o forse recitava una parte per tenera alta la tensione erotica.
“e magari –riprese - con il rischio di essere riconosciuta”. Si vergognava ma aveva accettato l’idea di lasciare che uno sconosciuto la potesse vedere in quelle pose postribolari a condizione che non venisse riconosciuta.
“Credo che ci sia anche questa possibilità e visto che ti eccitava l’idea di immaginarti sottomessa senza potermi ribellare alle richieste più squallide Sacha mi ha suggerito di affidarti alla sua educazione.” Ripercorrevo le sue fantasie “Sarai nelle sue mani e ti potrà chiedere quello che vuole”
Non parlava giocava con il bordo della sottoveste a filo del pizzo della calza scoprendosi di più.
“Adesso che sai che fine faranno le tue foto lasciati fotografare come se fossi veramente la sua puttana soprattutto adesso ma prima però mettiti questa”
Recuperai la cavigliera e gliela mostrai.
“Mettitela” ordinai seccamente.
“Sai cosa significa?” chiese quasi disgustata.
Io annuii , lei non chiese altre spiegazioni, si chinò ed agganciò il piccolo gioiello alla caviglia.
“Sei perfetta, immagina chi ti vedrà in queste foto e con quella scritta”
La strinsi per le spalle facendole sentire il vigore del mio sesso contro la sua pelle. Le baciai un lobo dell’orecchio, vidi la sua pelle accapponarsi. Mi stava facendo eccitare esageratamente
“Sono tua e non di altri, mi vergognerei a morte sapendo che le mie foto le potrebbe vedere chiunque”
Quasi tremante si girò e strinse a me “sono la tua slut anche se è un gioco eccitante pensare che Sacha mi possa trattare come se fossi anche la sua”.
Per Silvia quelle fantasie sembravano accendersi in un gioco sempre più reale.
Allo stesso tempo la mia libidine non aveva più limiti.
La pensai in mostra su quell’album che Sacha mi aveva mostrato senza pensare alle conseguenze.
“Nel suo negozio Sacha tiene un album di nudi di signore che si sono esibite per lui che poi mostra ai suoi clienti Non a caso ha chiamato l’album, Foto proibite di Mogli per bene esibite come volgari prostitute. Vuole mettere nella sua collezione anche le foto che ti farò”.
“E vito vedrà quelle foto?” balbettò.
Non si tratteneva ed ormai gioco e finzione si mescolavano tra loro. Non avevo altra scelta, vedere fin dove si sarebbe spinta.
“certo potrebbe essere possibile ma non solo Vito chiunque potrebbe riconoscerti . Quando andrai al lavoro magari incrocerai uomini che potrebbero averti vista in quelle pose postribolari, ti saluteranno e dai loro sorrisi sarcastici capirai che conoscono il tuo segreto”. Non avrei mai immaginato di arrivare a dirle le stesse cose che mi aveva suggerito Sacha.
“Smettila adesso mi fai paura” mi fermò come se ritornasse alla realtà
La baciai e le accarezzai di nuovo il sesso scoprendo che la sua eccitazione si stava facendo incontenibile. Spinsi la mano a piatto sollecitando con un dito il clitoride che già sentivo gonfio
Ripresi a farle delle foto in successione.
Sospirò sollevandosi lentamente il tessuto.
“girati - le bisbigliai – facciamo vedere a Sacha quanto è bello il tuo culo”.
Senza ribellarsi lo fece, si girò mostrandomi il suo culetto nudo con il nastrino del perizoma infilarsi tra le due chiappe. Scattai altre foto e le chiesi di rigirarsi verso di me sollevandosi di più la sottoveste.
“Immagina se le vedesse Vito cosa potrebbe dire : avvocato ha un bel culo, delle belle gambe ed un bel paio di tette - le sussurrai con voce roca riprendendo le malsane idee che Vito le aveva detto - faresti proprio un bel figurone nel suo locale ”. Silvia sussultò.
“ma sei scemo? io, io, non riuscirei mai a fare una cosa del genere”
“credo che a Vito piacerebbe vederti senza quello” le indicai il perizoma
“ma resto nuda” fu la sua ingenua risposta.
“e allora, Sacha ti vuole vedere nuda” le risposi mentre le scattavo l’ennesima serie di flash.
Silvia si sfilò lentamente il minuscolo indumento.
Le appoggiai una mano sulla spalla sfilandole la spallina della sottoveste lasciandole in bella vista una tetta gonfia ed il capezzolo ritto e teso.
“Così sei perfetta penso che Sacha sarà soddisfatto. Allora vuoi fare le foto che ti ha chiesto?”
Silvia mormorò un sospiroso si, allungò la mano sul mazzo di foto, ma divenne titubante: “ma se le faccio giurami che non le mostri a nessuno…” balbettò.
“Te l’ho già detto le darò a Sacha per quel suo album - la vidi cambiare l’espressione del volto , ma non per questo mi fermai - Mostrerà le tue foto a chi vorrà, ma per entrare di più nella parte dovresti avere anche un trucco più pesante”
“vuoi proprio che sembri una puttana”. Mi girò le palle e corse in bagno.
Avevo esagerato mi ero spinto troppo avanti. Come avrei potuto pensare che mia moglie si potesse lasciare coinvolgere in un gioco così laido.
Ero assorto nei pensieri più torbidi e lei ricomparve, nuda, solo calze e reggicalze e tacchi a spillo, truccata pesantemente come quelle modelle.
Aveva ceduto ed io non feci altro che ripetere le parole di Sacha così iniziai a rivolgermi a lei con le parole che avevo sentito dal russo e che non riuscivo a dimenticare.
“Sacha ti insegnerà a mostrarti sempre più impudicamente davanti a lui o in mezzo ad altra gente che ti possa ammirare vestita da troia. Avanti adesso fammi vedere cosa sai fare”
Guardò la prima foto e la imitò :gambe larghe e sesso esposto mentre con una mano se lo accarezzava, piegata con il suo culetto per aria e le mani appoggiate sulle chiappe allargando la veduta sul suo buchetto quasi invogliasse a penetrarla. Io “infoiato” continuavo a scattarle le foto e lei ad imitare le pose delle modelle. Era incredibile come si stesse trasformando.
Avevo davanti a me una moglie come l’avevo sempre desiderata e capii che si sarebbe lasciata fare anche le altre foto. Fu una delizia spingerla a mostrarsi sempre più senza pudore. Bocca socchiusa mani che sorreggevano le tette offrendole in mostra all’obiettivo. Le mie mani che si autoimmortalavano tese ad accarezzarle le tette come se fosse una mercanzia offerta.
“Allora lascerai che Sacha usi le tue foto a suo piacimento?”
Solo una risposta interlocutoria: “mi stai facendo morire”
“allora?” alzai la voce senza ritegno.
Capitolò con un si pieno di eccitazione assumendo le pose delle foto che Sacha mi aveva lasciato, una più volgare dell’altra.
Ed io continuavo a fotografarla e ripetere le parole del russo che ormai avevo fatto mie.
“Sei proprio come ti vuole Sacha pronta per essere esibita a tutti i suoi clienti come una troia ma non gli basterà. Vorrà spingerti ancora oltre e sottometterti più laide richieste che tu esaudirai perché è quello che vuoi anche tu”
Silvia si accarezzò il sesso e mi guardò con uno sguardo perso.
Copiando l’ultima foto inginocchiò mantenendo le ginocchia leggermente divaricate e le tette appoggiate al pavimento. Il suo culetto esposto in quel modo volgare era troppo eccitante.
“così ora sarai non solo la puttana di Sacha ma anche la sua schiava”
Presi il collare di cuoio.
La spinsi ad inginocchiarsi. Guardava la scritta “pensi veramente che me lo lascerei mettere e fotografare con quella scritta”
Glielo avvicinai “sei la sua schiava – ed indicando la catena agganciata continuai – e sono certo che con questa lo seguirai come la sua cagnolina”
Le sue suppliche si spensero quando le appoggiai il collare al collo e lo chiusi. Dall’anello centrale partiva una sottile catena che le scivolò in mezzo alle tette. Scattai delle foto senza nessuna obiezione da parte sua. Le chiesi di prenderne l’estremità sempre restando in ginocchio ma accovacciata sui talloni e di porgermi il guinzaglio come se si offrisse a Sacha.
Guardò la foto modello e si mise in posa “Cosa mi stai facendo fare, è umiliante” disse con un filo di voce.
“Quando Sacha vedrà questa foto saprà che sei pronta a diventare la sua schiava”
Avrebbe potuto rifiutarsi ma restò come le avevo chiesto ferma in ginocchio tendendo la catena verso me come se fosse un guinzaglio.
“mi vergogno… anche se mi stai eccitando, dimmi solo che non esiste nessun Sacha”.
Silvia si passò una mano nel collare quasi fosse intenzionata a toglierselo. Era titubante, mi avvicinai accarezzandole il sesso che era fradicio di umori. “dimmelo tu - le risposi imperterrito - non era una tua fantasia essere offerta come una schiava”
Silvia respirava affannosamente. La accarezzai sentendola fremere sollecitai la sua risposta e affannosamente si lasciò andare “ si … offrimi a Sacha, fammi diventare la sua schiava… la sua puttana….”
“Sei tu che me lo stai chiedendo e stai certa che non potrai tornare indietro e dovrai adattarti a realizzare tutte quelle oscenità lontane dal suo mondo, scoprendo il gusto perverso della sottomissione.
Silvia cercò una minima reazione “se lo facessi mi troverei ad essere umiliata davanti a tutti diventando veramente il giocattolo sessuale di questo Sacha?”
Stavo sprofondando in un gioco che mi stava coinvolgendo perversamente.
A fatica trattenevo la mia eccitazione ma quella domanda scatenò le mie perplessità e la mia gelosia. Immaginavo gli scenari che Sacha mi aveva descritto ma anziché inibirmi la mia eccitazione cresceva “Gli consegnerò le foto e se vuole le potrà mostrare ai suoi clienti e se poi ti vedrà anche Vito...” lasciai volutamente la frase in sospeso.
La abbracciai spingendo il mio sesso contro la sua pelle facendole capire quanto mi avesse eccitato.
“Vito mi vedrà in questo modo?” e prendendo la mia mano me la guidò sul suo sesso.
Ripresi ad accarezzarla. “Vito, Sacha non fa differenza e magari anche i tuoi colleghi”
La sua pelle si accapponò in preda a dei brividi le tette gonfie ed i capezzoli sempre più tesi. La mia mano violava il suo sesso aumentando il suo depravato piacere. Aveva abbandonato ogni pudore , era completamente eccitata e spinsi la mano sulla sua fessura grondante ricercando il punto dove sapevo avrebbe goduto di più . Silvia taceva e spinse il suo pube verso le mie dita.
“Ti sei lasciata fotografare in questo modo sapendo che le tue foto potrebbero essere viste da chiunque – provai ad essere cattivo – guardati, non l’avrei mai detto” la stavo masturbando senza che lei si ribellasse anzi stava godendo sempre più chiedendomi di continuare quando sentiva la pressione della mia mano cedere.
La baciai stringendola con la voglia di potermi unire a lei ma la perversione delle ultime foto di Sacha mi spinsero a volere di più. Le indicai le foto “e queste foto le possiamo fare solo sull’ascensore”.
Le guardò, scosse la testa
“Non vorrai davvero che esca nuda sul pianerottolo?” mi chiese quasi impaurita.
“non te lo sto chiedendo io è una richiesta di Sacha” la lasciai avvicinandomi alla porta . Silvia scosse la testa ed a piccoli passi mi raggiunse.
Le presi una mano e gliela guidai sulla maniglia.
Mi supplicò “non puoi volerlo?”
“Non lo vorrei neppure io, ma lo devi fare, devi ubbidire a Sacha ,sei la sua schiava e devi eseguire le sue richieste.”
Le presi una mano e gliela portai sulla maniglia.
“Avanti apri la porta ed esci. Fammi vedere che puttana sei diventata”
Silvia respirava profondamente. Abbassò la maniglia e socchiuse la porta.
“ho paura!” ripetè. La sentivo tremare “potrebbe aprire la porta il notaio” e mi indicò la porta del nostro vicino un vecchio notaio che Silvia odiava dal giorno in cui si era rifiutato di collaborare per una pratica ma anche per i modi melensi ed ambigui con cui la trattava..
“Cosa penserebbe nel vedermi nuda qua fuori”
Ormai senza ritegno non ero più disposto a tornare indietro “Penserebbe che non sei poi quell’avvocato per bene che conosce così come a te piacerebbe lasciarti vedere in modo così indecente – dissi con malignità – Comunque l’ho sentito uscire prima, non ti potrà vedere. Se vuoi però potremmo aspettarlo”
Silvia si girò verso di me cercando le mie labbra. Mi baciò.
Ripresi la digitale scattando un’altra serie di foto.
“ sono sicuro che è quello che vuoi anche tu ” le sussurrai accarezzandole le tette. “dai aspettalo davanti alla sua porta” mi feci serio e spalancai la porta di casa.
Buttò un occhiata sul pianerottolo illuminato solo dalla luce del nostro appartamento.
Balbettò qualcosa ed io spalancai completamente la porta. Titubante si fermò sulla soglia
“Cosa aspetti, fammi vedere quanto sei puttana ad aspettare il tuo cliente sulla sua porta”
Se il notaio avesse aperto la porta in quel momento si sarebbe trovato Silvia di fronte. Già perché in realtà non sapevo se veramente fosse in casa o fosse uscito. Ero impazzito a correre un rischio del genere.
Eppure nessuno dei due si fermò a riflettere. Silvia lentamente fece dei passi in avanti e si trovò in mezzo al pianerottolo.
Così la storia potrebbe avere anche un epilogo inaspettato, oppure seguire la traccia dettata da Sacha.
Un saluto a tutte le “Silvia”, sole o con i loro partner, che mi hanno scritto o che si sono spinte oltre .
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