Oltre le apparenze 6^

di
genere
tradimenti

Era una di quelle sere tranquille, quando la luce si spegne piano e l’aria tiepida profuma già d’estate. La piscina nel giardino era illuminata solo dalle luci soffuse dei faretti sommersi, l’acqua liscia come seta rifletteva appena il cielo scuro. Luca era seduto su una sdraio a guardare il cielo sorseggiando un bicchiere di vino rosso, ovviamente ne aveva portato uno anche per Martina che al momento non vedeva, la chiamò a viva voce ma non ottenne risposte, dopo qualche minuto la sentì camminare leggera alle sue spalle, lo carezzò sulla spalla continuando a dirigersi verso la piscina, a Luca il vino andò di traverso non appena la vide. Sua moglie aveva la capacità incredibile di riuscire ad abbellire il suo corpo con abiti che ne esaltassero le forme, Nel controluce Luca vide sua moglie camminare verso la piscina indossando un cotsume intero nero, la particolare forma del costume vedeva una profonda scollatura dulla schiena, fino quasi a lambire il solco delle natiche e la doppia curva laterale del tessuto lucido e mpalpabile che di infilava nel solco, la doppia curvatura abbinata all'ancheggiare di Martina ebbero un effetto immediato sulle parti basse di Luca. Martina senza degnarlo di uno sguardo gli disse "resta dove sei e goditi lo spettacolo", voleva gratificare il suo maschio, eccitarlo e poi portarlo a scegliere la prossima mossa, il prossimo passo, verso il loro cammino di perversione.
Arrivata in fondo alla piscina girò il viso per essere sicura di avere la sua attenzione, quando ne fu certa si girò e Luca potè ammirare il costume sulla parte anteriore, non glielo aveva mai visto addosso, erano due strisce di tessuto che si univano al di sotto dell'ombelico, tenevano compresso il grosso seno di Martina, i capezzoli tesi evidenziavano l'eccitazione della donna, i capelli erano raccolti in una coda alta e sensuale, guardò Luca con un sorrisso ammiccante e si tuffò in piscina, Luca vide l'azione cme al rallentatore, le gambe affusolate che si flettevano e le braccia che si alzavano evidenziando ulteriormente il corpo stupendo, quando le mani toccarono l'acqua Luca vie lo splendido sedere di Martina teso nel gesto atletico e il suo cazzo si impennò. Martina fece tutta la vasca sott'acqua. Lo slancio della nuotata la fece arrivare fin al bordo sul quale si issò proprio davanti a Luca, lui la vide uscire dall'acqua come una divinità, bagnata affannata, lucida.... adorava quella donna, era stupenda, sensuale e porca.
Martina si avvicinò al lettino, Luca era imbambolato a guardarla, si mise a cavalcioni del lettino spalancando le gambe e mettendo proprio davanti al suo viso la sua vulva che per la tensione del costume disegnava un bellissimo cameltoe, prese la coda e la strizzò su di lui facevdo cadere gocce d'acqua gelata sul torace di Luca, poi si appoggiò su di lui con i sui seni che comprimevano il suo volto. Ti piaccio tesoro?

Martina sorrise senza dire una parola, restando a cavalcioni sul lettino con il viso di Luca all’altezza del suo petto. Si mosse lentamente, con quella grazia innata che sapeva usare quando voleva dominare dolcemente. Le sue mani scorsero lungo i fianchi, poi raggiunsero le coppe tiratissime del costume. Con un piccolo gesto sapiente fece scivolare il tessuto dai seni, lasciandoli liberi, tesi, perfetti. I capezzoli erano duri come piccoli rubini, esposti con una naturalezza disarmante.

Luca, ancora disteso, non poté fare a meno di avvicinare le labbra, ma Martina lo fermò con un dito sulle sue: «Lascia fare a me, amore…» sussurrò. La voce era morbida ma ferma, carica di un’autorità sensuale che Luca riconobbe come irresistibile.

Poi si sollevò leggermente, lasciando che il suo ventre sfiorasse quello del marito, e con un movimento sicuro fece scivolare il costume da sotto, aprendosi quel tanto che bastava. Luca, senza dire nulla, sentì la pressione della sua erezione contro di lei. Martina si abbassò lentamente, centrandosi con precisione, facendolo entrare in profondità, fino in fondo, fino a sentire il respiro spezzato di Luca tra i denti.

Non si mosse subito. Rimase lì, piena di lui, guardandolo negli occhi mentre il petto si alzava e abbassava, bagnato dalle gocce fredde che ancora le colavano dai capelli. Era lei a condurre il ritmo, a decidere ogni singola sensazione, come se ogni gesto fosse stato pensato non solo per il piacere, ma per guidare Luca, per accendergli nella mente qualcosa di più profondo della lussuria: il desiderio di continuare a scoprire, insieme.

«Ti piace così?» sussurrò, cominciando a muoversi con lentezza, ruotando i fianchi con una precisione sensuale che gli toglieva il fiato. «Perché io voglio molto di più… e so che anche tu lo vuoi.»

Martina sentiva il piacere crescere, sempre più denso, come un’onda calda che si raccoglie e si prepara a travolgerla. Le mani di Luca le stringevano i fianchi mentre lei si muoveva sopra di lui, il corpo bagnato che brillava sotto le luci soffuse della piscina, la pelle che scivolava sulla sua con un ritmo che sembrava fatto di respiro e desiderio.

Quando l’orgasmo la raggiunse, fu improvviso e dolcissimo, le piegò la schiena e le fece sfuggire un gemito profondo, sincero, che sembrava nascere dalle viscere. Si lasciò andare contro di lui, il viso appoggiato al suo collo, il cuore che batteva forte, il corpo ancora percorso da piccoli tremori di piacere.

Restò così, abbracciata, per qualche istante, poi si mosse piano e avvicinò le labbra all’orecchio di Luca. Gli baciò il lobo, lentamente, con una carezza umida della lingua. E poi, con la voce roca, ancora intrisa dell’estasi appena vissuta, sussurrò:
«Ti piacerebbe… se ci fosse il guardone dietro di me, pronto a penetrarmi insieme a te?»

"Vorresti due cazzi tutti per te, dentro di te vero? Sei una splendida troia Martina!" Mentre diceva questo portò una mano sul forellino posteriore e la penetrò con due dita bagnate dagli umori della sua figa, Martina ebbe un ulteriore orgasmo fortissimo, il solo pensiero, la sola immagine le fece perdere il controllo, Luca Sentì il suo orgasmo pulsare attorno al suo cazzo duro piantato dentro la sua donna, fu fatale per la sua resistenza e la inondò con il suo piacere. Martina si stese ansimante su di lui, gli baciò il collo e leccò l'orecchio, ovviamente voleva parlare di qualcosa con Luca.

Martina rimase distesa sul petto di Luca, il respiro ancora irregolare, il viso premuto contro il suo collo. Le dita tracciavano cerchi pigri sulla sua pelle, mentre il loro corpo restava avvolto da un silenzio caldo, rotto solo dal fruscio leggero dell'acqua della piscina. Ogni tanto una goccia, cadendo dai capelli di Martina, scivolava giù sul petto di Luca, rendendo l’attimo ancora più vivido.

«Sai,» mormorò lei con un sorriso appena accennato, «non smetto mai di sorprendermi di quanto riesci a prendermi, ogni volta in un modo diverso... ogni volta più in fondo.» Poi lo guardò, i suoi occhi lucidi e profondi, e continuò con un tono più provocante: «Mi piace quando perdi il controllo, quando ti lasci andare e mi chiami troia… perché è solo tua la mia perversione.»

Luca non rispose subito. Sentiva che qualcosa si stava preparando nella mente di lei. Martina lo conosceva bene: amava instillare desideri, seminare fantasie e poi farle crescere lentamente, fino a diventare irrinunciabili.

«Mi piace quando sei tu a decidere, Luca. Quando mi guardi e sai già cosa vuoi da me. Ma certe volte…» e qui la sua voce si abbassò ancora di più, un sussurro quasi indecifrabile, caldo come un respiro, «…certe volte vorrei che fossi tu a chiedermelo. A chiedermi di spingermi oltre. Di tornare in quel posto. Di lasciarmi lì, sotto i loro occhi, mentre tu mi guardi… e mi desideri ancora di più.»

Poi, con un bacio lento sotto il lobo dell’orecchio, aggiunse: «Ma solo se è davvero quello che vuoi. Perché sai che io, per te, lo farei anche adesso.»

Luca fece scorrere lentamente le dita lungo la schiena bagnata di Martina, lasciando che si fermassero appena sopra il bordo del costume, accarezzandola piano mentre il suo sguardo si perdeva nel vuoto sopra di lei, come se stesse cercando qualcosa nei pensieri.

«Martina…» mormorò con voce profonda, quasi ruvida dal desiderio trattenuto, «tu sai che puoi dirmi tutto. Ma adesso voglio che tu sia sincera. Non giocare con le parole. Dimmi la verità.»

Martina sollevò appena il volto, quel tanto che bastava per incrociare i suoi occhi. Il suo sguardo era lucido, acceso. Non sorrideva, ma nelle sue pupille si leggeva un’energia bruciante.

«La verità su cosa?» sussurrò piano, provocante, con quel tono che Luca conosceva bene. Un tono che cercava di sfuggire pur sapendo esattamente dove voleva andare a parare.

Lui le strinse leggermente i fianchi, senza durezza, ma con decisione. La teneva stretta a sé, la voleva vera.

«Tu vuoi tornare lì, vero? Non solo per farci guardare… ma per essere di nuovo presa. Da due. Come quella sera. Vuoi sentire due uomini su di te… mentre io ti guardo. Magari ti tocco. Magari ti prendo anch’io. Ma voglio che me lo dica tu, Martina. Voglio che lo ammetta la mia troia preferita.»

Lei sgranò leggermente gli occhi, colpita più dal tono che dalle parole. Eppure quel termine, pronunciato in quel modo, con quel calore misto a desiderio, la fece vibrare. Non si sentiva offesa. Si sentiva sua. Totalmente.

«Sì…» mormorò, avvicinando il viso al suo, il fiato caldo contro le sue labbra. «Lo voglio. Voglio sentirmi così di nuovo. E voglio che tu mi guardi, o che tu partecipi, come meglio preferisci, ma voglio due uomini dentro di me, che mi scavino dentro, che mi facciano sentire piena ed usata, che ti facciano vedere quanto posso essere troia, ma sol per te.
Luca era ancora dentro di lei, e con questi discorsi il suo pene ricominciò ad indurirsi, Martina mentre parlava se ne accorse e con la contrazione dei muscoli vaginali accentuò questa ripresa del vigore di suo marito, Luca ricomniciò a muoversi dentro di le i e Martina ssecondò i suoi movimenti, in un attimo di perversione Luca afferrò la bottiglia del vino rosso ormai vuota e la porse a Martina, "leccala bene troia, adesso ti faccio provare la doppia" Martina ebbe un sobbalzo, ma la sua carica erotica era ben lontana dallo spegnersi, prese in bocca il collo della bottiglia più a fondo che potè fino a procurarsi dei piccoli conati per lubrificare meglio la bottiglia, Appena Luca giudicò che fosse pronta portò la bottiglia dietro di lei e la spinse profondamente nel suo ano.
Martina urlò di dolore e di piacere per la penetrazione di un oggetto così duro e freddo, ma la sensazione di pienezza a cui si sentiva sottoposta la portò ad un ennesimo orgasmo, questa volta allagando la sdraio non di acqua ma del suo piacere liquido. Luca continuò a muovere avanti e indietro la bottiglia mentre Martina si occupava di muoversi sul cazzo di Luca che era profondamente piantato in lei, "Così va bene troia mia?", Martina non riusciva a parlare, era in una trance erotica che le occupava qualunque centro nervoso, il piacere si diffondeva a ondate da entrambi gli orifizi senza soluzione di continuità, aveva appena goduto, ma già stava venendo nuovamente, era stesa su di luca i suo seni ballavano al ritmo della penetrazione anale e i capezzoli strusciavano eretti sul petto di Luca provocandole altro piacere. "Ne bastano due o ne vorresti anche un terzo in bocca troia?", Martina non rispose, ma ebbe una nuova ondata di piacere che contagiò Luca, Martina si accorse dell'imminenza dell'orgasmo del marito e sfilando al volo la bottiglia prese imbocco il piacere del marito e lo fece venire all'interno della sua bocca, mentre continuava a succhiare lo sperma colava fuori dalla bocca, sporcandole il seno e rendendola ancora più erotica. Martina si sdraiò sopra Luca, sporca e bagnata, tenendo in mano il suo pene che si stava ritirando lo baciò "grazie amore mio, tu si che sai di cosa ho bisogno".

Questo è il mio primo racconto, ho preferito concentrarmi sulla parte cerebrale/emozionale che non sulla componente meramente sessuale, mi piace il gioco, l'intrigo e la complicità più che il mero atto fisico. Spero vi possa piacere. Per pareri idee e suggerimenti potete scrivere a mogliemonella2024@gmail.com
scritto il
2025-04-23
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