Rino
di
Schiavetta
genere
etero
Rieccomi qui, lettori carissimi. Stavolta, però, non parlerò di fruste, aghi e colpi proibiti, ma di quello che mi è successo nel primo week-end di aprile. Il fine settimana di Pasqua ero libera, perchè i miei Padroni avevano deciso di passare le festività in montagna. Per me libertà è sinonimo di sesso, quindi il venerdì sera, rientrata dal lavoro, mi sono fatta un bel bagno, ho controllato anche con l'aiuto degli specchi di non avere segni sul corpo, ho consumato una cena frugale e mi sono preparata per uscire. Mi sono messa un paio di autoreggenti, un tanga nero, un reggiseno nero a balconcino per far risaltare la mia quinta misura, una camicetta grigia da tenere aperta in modo da mostrare qualcosina, una gonna nera quattro dita sopra il ginocchio, scarpe con tacco medio e borsetta in tema e soprabito. Così agghindata mi sono recata al dancing che preferisco, quello dove riesco a rimorchiare senza tanti problemi. Dopo aver lasciato il soprabito al guardaroba entro in sala attorno alle 22 e 30, e noto che il pubblico, credo per via dell'esodo di Pasqua, è grossomodo la metà del solito,formato per lo più da coppie fisse. Dopo circa dieci minuti vengo invitata da un ometto, più o meno della mia età e della mia altezza, cui a prima vista non avrei dato cinque lire e il cui nome, Rino, è tutt'altro che accattivante. Però, vista la situazione, me lo faccio piacere e vado in pista con lui. Prima sorpresa: è un ballerino bravissimo. Liscio, latino-americano, balli figurati... niente gli è sconosciuto. A un certo punto l'orchestra attacca un superclassico, "Love me tender", e ci allacciamo in questo slow che dà il via ai primi toccamenti. Mi accarezza il culo, e io lascio fare. Poi il culo me lo palpa, e io lascio fare. Indi mi bacia, e io rispondo appassionatamente. Erano anni che non baciavo più così. A quel punto mi fa: "Perchè non andiamo da qualche parte?" "E perchè no?" rispondo. Manca qualche minuto alle 24, c'è un motel a tre chilometri e lì ci fiondiamo, ognuno con la propria vettura. Ci ricongiungiamo al parcheggio e mi viene da dirgli: "Perchè non ci fermiamo qui anche a dormire?" "Buona idea" fa lui. Detto e fatto. Ci assegnano la camera, lui paga in anticipo, entriamo nella nostra alcova e qui ho la seconda sorpresa: coi preliminari ci sa fare ancor più che sulla pista da ballo. Dopo aver positivamente commentato la depilazione completa della mia figa e la prorompente rotondità del mio seno, ci mettiamo a letto e lui mi lascia senza fiato. Mi bacia con un'intensità pazzesca, mi succhia le tette mentre contemporaneamente mi sollecita la figa con le dita, poi mi lecca la passera mentre con le mani mi accarezza l'interno delle cosce, poi torna ad occuparsi del seno, mi bacia sul collo, mi accarezza ovunque: insomma, mi fa perdere la testa, al punto che io, solitamente attiva nei preliminari, sono completamente in balìa dei suoi voleri. Quando la furia un po' si placa mi precipito sul suo cazzo, glielo prendo in bocca, gli infilo il preservativo e me lo metto in figa, cavalcandolo. Con lui sotto parto in quarta: solitamente non ci vuole molto a farmi venire, stavolta ci metto la metà del tempo grazie anche all'intensità e alla varietà dei preliminari. Mi stacco e quasi senza fiato mi sdraio al suo fianco. Terza sorpresa: lui è fresco come una rosa. Mi dà il tempo per riprendermi, poi ricomincia a baciarmi, a toccarmi e mi viene sopra: mi infila di nuovo, io, come faccio spesso, chiudo le gambe dopo che me l'ha messo dentro (in questa posizione ogni movimento dell'uomo è una sollecitazione al mio clitoride) e riprendiamo a scopare di buona, anzi ottima, lena. Io vengo di nuovo alla grande, lui continua a darci dentro e mi procura un orgasmo plurimo, io non capisco più niente. A un certo punto lui esce, io tiro il fiato e, quarta sorpresa, lui non ha sborrato! A questo punto gli dico: "Vedo che non sei venuto, fammi riprendere e poi ti faccio un pompino". "Ma no, riprenditi che poi ne facciamo un'altra!". Mangiamo una caramella di quelle messe a disposizione dal motel su un bel vassoio, parliamo del più e del meno, poi riprendiamo. Un bacio qua, un bacio là, qualche toccatina ed ecco, una bella pecorina. Qui partiamo con ritmo lento che via via diventa sempre più incalzante. Dai e dai io raggiungo l'orgasmo, lui capisce, continua a darci dentro e intanto con la saliva mi bagna il buco del culo e mi infila prima un dito, poi due, facendo su e giù. Toglie il cazzo dalla figa e lo mette nel culo. Cavalca cavalca, io sono sopraffatta dal piacere e, tanto per cambiare, non capisco più niente. A un certo punto lui ansima, mi dà quattro o cinque colpi più intensi degli altri e poi si ferma. Restiamo lì così per un po', quindi lui esce dal mio culo e io noto che nel serbatoio del preservativo c'è della sborra. "Sei venuto - gli faccio - pareva quasi che non fossi capace di farti sborrare" "Veramente - fa lui - io sono capace di controllarmi. E' una cosa che mi viene naturale e che, a quanto pare, piace alle donne" "Puoi ben dirlo. Senti, perchè non facciamo le analisi così la prossima volta scopiamo senza guanto?" "Va bene, per me non ci sono problemi". Poi un rapido bidet e così, nudi com'eravamo, ci infiliamo sotto le coperte. Al mattino, quando mi sono svegliata, Rino si era già fatto la doccia e si stava rivestendo. Così mi sono alzata, ho fatto la doccia e mi sono rivestita anch'io. Lui mi ha aspettato, poi insieme siamo andati a fare colazione. Prima del commiato gli ho fatto dare il suo numero di cellulare. Lui voleva il mio, ma io gli ho detto: "No, ho una vita particolarmente incasinata, non farmi domande, prendimi per quello che sono. Quando posso ti chiamo. E tu ricordati le analisi" "Va bene. Ma mi chiami davvero?" "Puoi starne certo". Ci siamo salutati, ci siamo fatti gli auguri e io, mentre tornavo a casa, pensavo al bel regalo trovato con due giorni di anticipo nel mio...uovo di Pasqua. Uno così, state tranquilli, non me lo faccio sfuggire. E pensare che non gli avrei dato cinque lire...
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