Le mie prime chiavate

di
genere
etero

Chi ha letto i miei racconti sa che sono una schiava, realizzata come tale. Ma oggi non voglio parlare di BDSM. Oggi mi va di ricordare i miei primi passi "sessuali", i miei inizi. Tutto comincia la sera di domenica 5 gennaio 1987:offro la pizza a Gemma e Loredana, due ragazze che abitano nel mio stesso condominio. E' il giorno del mio diciottesimo compleanno(per poche ore non sono una.. . Befana)e ho tagliato il traguardo della maggior età. Traguardo che Loredana taglierà a giugno, mentre Gemma i diciott'anni li ha compiuti ad agosto. Tra noi c'è confidenza e complicità, non proprio amicizia ma un qualcosa che gli assomiglia. Dai e dai finiamo a parlare delle nostre esperienze. Io sono l'unica vergine delle "tre grazie", come qualcuno ci chiamava. Studio ragioneria di sera(sono al quarto anno) e di giorno lavoro in una sartoria. Sono molto impegnata, posso concedermi di uscire solo la domenica(meglio di sera, oppure solo di pomeriggio)e da settembre non ho più avuto un invito da parte di un ragazzo. Le mie fattezze, il mio seno (da tre mesi avevo iniziato a portare la quinta, perché nella quarta misura non ci stava più)e il mio culo a mandolino erano richiami importanti per i ragazzi, ma girava anche voce tra i ragazzi stessi che io ero quella che "non ti fa vedere niente e al massimo ti fa un pompino". Cosa vera, del resto. Effettivamente fino a lì avevo fatto qualche sega e poi un pompino a un ragazzo, e altri due ne avevo pompati sempre partendo, però, dalle seghe. Mai mi ero aperta la camicetta, mai avevo abbassato le mutandine. E da quattro mesi, o giù di lì, nessuno mi invitava. Loredana, invece, era stata sverginata l'anno prima da un certo Walter e proprio nel pomeriggio di quella domenica aveva fatto l'amore per la prima volta con Carlo, un ragazzo conosciuto all'ultimo dell'anno e col quale avrà poi una lunga relazione. Gemma, invece, parla del suo ragazzo, Gianni, con molto trasporto:dopo essre stata insieme(a suo dire)a sei ragazzi, finalmente è convinta d'aver trovato il tipo giusto. Si parla e viene fuori, inesorabilmente, la mia delusione per non avere nessuno che mi "fili". Mentre Gemma e Loredana, in argomento, sono proprio su di giri. Stop. Mercoledì 8 riprende la scuola, che io frequento con impegno e profitto. La sera di giovedì 9, mentre rincaso attorno alle 22 e 30, trovo sotto casa Gemma e Gianni ad aspettarmi. Gemma mi dice:"Domenica pomeriggio usciresti con noi? C'è anche un suo amico, Aurelio, e insieme potremmo andare da qualche parte". "Bene-dico io-vengo molto volentieri". E con una certa soddisfazione rientro in casa. Arriva la domenica, alle 14 e 30 ci si incontra sotto casa, si fa un giro, si va a bere qualcosa e poi, attorno alle 17, Gianni(che vive da solo perché orfano di entrambi i genitori)fa una proposta:"Perché non si va a casa mia?" Proposta accettata, e in pochi minuti siamo lì. Entriamo, Gianni fa partire la musica diffusa da Gammaradio, balliamo un po'. Aurelio è un bel ragazzo:alto, castano chiaro, occhi azzurri, due spalle "importanti" e un vitino da vespa. Però lo trovo un po', come dire?, insipido. Fa il meccanico, parla poco e quando lo fa tira in ballo solo macchine e motori. Un po' una "pizza", insomma. Ma io sono lì con lui, è parecchio che un ragazzo non mi stringe e non mi bacia, mi sentivo molto sola e Aurelio copre questo vuoto. Per questo mi va bene così. O, per lo meno, me lo faccio andar bene. Dopo una mezzoretta Gianni dice:"Noi andiamo di là", indicando la camera da letto dove lui e Gemma andranno a far l'amore. Restiamo soli io e Aurelio, che mentre mi stringe mi sussurra all'orecchio:"Facciamo l'amore?". E io, presa dalla situazione e dal modo gentile in cui mi era stata posta la domanda, rispondo di getto:"Si". "Allora vado a farmi prestare un goldone da Gianni. Sai, non credevo che mi avresti detto di si". Va e torna col preservativo in mano. Io gli dico:"Guarda che sono vergine". E lui:"Non ti preoccupare, sarò delicato". Io, che fin lì non avevo fatto vedere a nessuno nemmeno una tetta, mi spoglio completamente, complice anche l'ormai sopraggiunta oscurità. Addosso mi restano solo le autoreggenti, in voga da poco e che io avevo subito "sposato". Si spoglia anche lui, s'infila il guanto, ci stringiamo, ci baciamo e, sdraiati sul divano, lui mi viene sopra e mi penetra. Provo un bruciore piuttosto intenso, lui va avanti e io, in tutta sincerità, a parte il bruciore non provo nulla. Sborra, esce, io con un fazzolettino mi pulisco quel po' di sangue(poca roba, comunque) dovuto alla rottura dell'imene e restiamo lì per un certo tempo, guardandoci e baciandoci. A un certo punto Aurelio mi fa:"Lo facciamo ancora?" E io:"Mi hai fatto male, sai?" E lui:"Se dovevo farti male te l'ho già fatto. Adesso vedrai che sarà diverso. " Mi lascio convincere, a lui è tornato bello duro e, col preservativo pieno della sborrata precedente(beata incoscienza della gioventù!), me lo rimette in figa. Stavolta è veramente un'altra cosa. Il flash della penetrazione è bellissimo, bellissimo pure l'orgasmo che provo prima ancora che lui venga. Mi sento felice, al punto che quando m'invita a farlo per la terza volta(potenza dei suoi 21 anni) dico subito di si, con entusiasmo. Ed è di nuovo bellissimo. Ci rivestiamo, ci baciamo, restiamo lì a guardarci con un'espressione difficile da descrivere. Forse pensando a quel che avevamo fatto, o forse.. . chissà! Un po' prima delle 20 arrivano Gianni e Gemma, usciamo e torniamo a casa. Ci salutiamo, e prima di salire io e Gemma restiamo sole. Lei mi fa:"Ti ha sverginato?" E io:"Si". Lei:"Strano, per una come, te farti sverginare da uno che è la prima volta che vedi dopo aver mandato in bianco ragazzi che conoscevi e coi quali uscivi da tempo". Io:"E' andata così, ormai. Non posso tornare indietro. Sai, mi sentivo tanto sola.. . Comunque mi è piaciuto moltissimo". E lei:"Beh, questa è la cosa più importante, a ben guardare". E ci si saluta. La settimana seguente io e Aurelio ci sentiamo al telefono tutte le sere e la sera di domenica 19 usciamo, beviamo qualcosa e facciamo l'amore in macchina. Giovedì 23 lo vedo fuori dalla scuola che mi aspetta. Torno in macchina con lui e lungo il tragitto ci fermiamo in un luogo appartato e facciamo una bella chiavata. Domenica 26 va come domenica 19 e, come domenica 19, si conclude con una scopata in macchina. Da lì in poi il black-out. Non mi telefona più. Allora, poco dopo mezzogiorno di sabato 1 febbraio, prima di andare a scuola(il sabato andavamo il pomeriggio) lo chiamo io. Lui bofonchia una scusa, dice che non può, dice che.. . . Insomma, capisco che mi ha scaricato. Ci rimango di merda e reagisco nel modo probabilmente più sbagliato. Domenica 9 febbraio esco con Lorenzo:non mi piace granché, ma dico di si al suo invito. Prima di tornare a casa lui mi chiede di scopare. Io mi dico che con questo non ci esco più, ma tanto non sono più vergine.. . E mi faccio chiavare in macchina. Il mese dopo accetto di uscire con Enrico:tre volte si esce, tre volte si chiava. Poi, una sera, trovo Aurelio fuori dalla scuola che mi aspetta. Non disdegno il passaggio. Durante il tragitto lui mi dice che ha sbagliato, che si è pentito, e poi mi chiede se mi va di far l'amore. Gli dico di si. Ci appartiamo ma io, con la scusa che è tardi, mi limito ad alzare la gonna e a sfilarmi le mutandine. Scopiamo(devo dire di aver fatto comunque una bella sborrata), ci ricomponiamo e arriviamo sotto casa. Lui mi chiede:"Quando ci rivediamo?" E io:"Mai più. Sono stata con te solo perché ci tenevo a fare un'altra chiavata col ragazzo che mi ha sverginato. Mi sono tolta lo sfizio e adesso.. . addio!"  Da quella sera devo dire che ripresi la bussola in mano. Prima di tornare a fare sesso ci misi un po', e quando accadde fu con un ragazzo(Edoardo)che proprio mi piaceva e col quale ho passato quasi sue anni che ricordo ancora con molto piacere.
scritto il
2010-03-04
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