Il frocetto di casa mia

di
genere
gay

I bei mitici anni 60 dello sviluppo economico, in quel tempo facevo parte di una famiglia numerosa: sono il primo di otto figli, quattro maschi da parte di mia madre e quattro maschi da parte del mio padrigno, lei mia madre Maria e rimasta sola per colpa di mio padre che ha divorziato negli anni 70, lui il degenerato ha venticinque anni e scappato con il prete del paese neanche avevo sette anni, il più piccolo aveva pochi mesi, aveva lasciato la famiglia in mezzo la merda, lui il padrigno vedovo e ancora innamorato di mia madre da quando erano ragazzini si misero insieme. Non mi posso lamentarmi di lui Osvaldo in quando e stato un buon padre per me e i miei tre fratelli restando sempre vicini nel fabbisogno. Mio padre Elmo invece era sempre recidivo, aveva sposato a 18 mia madre che non teneva neanche diciassette anni, non so forse si sentiva sprecato nel paese, anche se vedendo dalle foto era un bel uomo e sperava una carriera da fotomodello.

Mario il mio fratellino e l'ultimo da parte di mia madre, esile e bello come suo padre, era diverso da tutti noi, no femminiello o frocio, oppure checca,
era effeminato e si sentiva perdutamente femmina che maschio, e si vedeva ad occhio le sue tendenze sessuali. E’ inutile dire che era sempre stato l’oggetto delle nostre attenzioni, di allusioni e fantasie, di battute spesso di cattivo gusto e soprattutto della nostra curiosità quando eravamo tutti adolescenti, e spesso ripresi dai nostri genitori. Ogni giorno ognuno di noi fratelli facevamo una congettura sul suo corpo, così diverso dal nostro. Qualcuno cercava di spiarlo e vedere come era fatto il suo pisellino, oppure se aveva una fichetta a posto del pisellino, anche se a volte in parte ci riuscivamo mentre faceva il bagno, mentre si rivestiva alla mattina, mentre faceva la pipì in aperta campagna, quel modo che facevamo altro che alimentava la nostra morbosa curiosità e, in un certo senso, rendeva ancor più enigmatico e misterioso quel rapporto tra noi fratelli, e nessuno di noi abbiamo approfittato di lui sessualmente, anzi certe volte lo difendevamo da altri ragazzi e maschi del posto dai scherni e provocazioni sessuali. Abbiamo abitato in un piccolo paese di campagna fino al raggiungimento della maggiore età, lasciando i nostri genitori e Mario da soli. Io all’epoca in cui avvennero i fatti che sto narrando, avevo circa trentadue anni e felicemente sposato come tutti gli altri fratelli, mentre il nostro fratellino minore che ha 24 anni e ancora scapolo insieme ai nostri genitori, che si era anche diplomato in ragioneria e lavorava in un ufficio al paese, non usciva mai di casa per divertirsi, non aveva mai avuto neppure una fidanzata o fidanzato; tuttavia di sicuro non era più vergine di culo, anche se non riuscii mai a scoprire chi la prima volta la fottuto veramente. Eppure io, a differenza degli altri fratelli, i quali, tutto sommato, a parte qualche discorso licenzioso e qualche sorriso furtivo, avevo un gran rispetto verso il mio fratellino Mario. Quel giorno tornai da solo nel paese per chiudere un affare per conto del mio suocero, rimasi con lui quasi tutta la giornata, non rimasi a cena con il suocero e approfittai di andare a trovare mia madre che da tanto non la vedevo, lei contenta mi prepara una bella cena. Tutti e quattro a tavola come un tempo, anche se mancava gli altri fratelli. Fu una bella serata affrontata con spirito famigliare: mangiammo un po' troppo e, più che altro, parlammo di molte cose e novità di entrambe famiglie con un buon bicchiere di vino, bevemmo un po' troppo tanto che mia madre mi consiglia di rimanere a dormire, perché era molto pericoloso guidare di notte. Telefonai a mia moglie, rassicurandola che andava tutto bene e che avrei dormito a casa dei miei e non dai suoi genitori. Tutto sembrava normale fino a quando, Mario si alza ed esce di casa, mentre mia madre stava sparecchiando la tavola, e mio padre sale in camera.

Con la scusa di uscire a fumare, intravedo di nascosto mio fratellino che furtivamente e con la torcia in mano entra nella baracca dove da piccoli giocavamo, anche se il suo modo di fare era molto sospetto come se nascondesse qualche segreto, e appena dentro intravedo della luce fioca di torcia che illumina una parte di baracca. Ritornai dentro senza insospettire mia madre che aveva appena finito a sistemare il letto e poi mi diete la buona notte ed io, andai a dormire nella mia vecchia camera che si trova nel lato nord della cucina a piano terra. Aspettai qualche minuto ed usci dalla finestra in modo veramente sfrontato e, senza alcuna vergogna o rispetto di sorta, di soppiatto avevo raggiunto la baracca e origliavo dalla fessura, anzi Mario sbadatamente aveva lasciato la porta socchiusa ed io, l’avevo aperta un poco, poi ancora un po’, per vedere meglio. Sentii delle voce sussurrate, riconobbi quello di mio fratello, mi affacciai e lo vidi. Era insieme ad un uomo che non conosco, uno sulla quarantina, non capivo quello che dicevano: ma lui aveva preso la mano di Mario e glielo tirava verso la patta dura dei suoi pantaloni. "No, c'è mio fratello, rimandiamo a domani sera!!", dice disperato. "Non voglio, lasciami stare!!" "Che c'è stronzo, sei stato tu a provocarmi in ufficio facendomi un bel pompino, e poi darmi appuntamento qui per assaggiare sto bel culetto, eeh frocio!?" "Si, ma non ora!!" "Dai sono arrapato, non vedo l'ora di fotterti il culo, su dai non fare la ritrosa toccamelo soltanto!?", disse implorando l’uomo. "Vedrai che poi ti piacerà come ti fotto, eeeh... brutta troia!!" Mario si arrese a lui, gli apre la patta e tira fuori il suo bel grosso cazzo duro; il porcellino di mio fratello lo prese in mano e comincia una lenta masturbazione. "Avanti non fermarti!!", dice lui arrapato. "Sbrigati abbassati i pantaloni. Ci vuole un minuto e vedrai che piacerà anche a te porcellino, mentre ti fotto e i tuoi sono in casa, dai facciamo presto non si accorgeranno della tua assenza!!" Gli prese i pantaloni per i fianchi e glieli abbassa sotto le chiappe, e poi lo spinse sul baule dove noi da ragazzi mettevamo i giocattoli. L'uomo del tutto arrapato teneva il cazzo in mano tentando di ficcare tra quelle chiappe bianche del mio fratellino, e senza replica gli mise una mano dietro la testa e lo fece piegare in avanti.

Io, rimasi a bocca aperta nel vedere una grossa minchia dura ficcata nel retto che lentamente viene assorbito come un panetto di burro, e si vedeva molto bene che lo stallone non faceva molto fatica a ficcarlo tutto in quel culo-rotto. "Aaaaahhhh!!, che bello, siiii... maschione sfondami il culo!!!" "Zitto checca, che ti possono sentirti!!", dice l’uomo preoccupato, mentre spingeva con forza il bacino e in contemporanea Mario stringe i denti per non urlare dal godimento. L’uomo lo fotteva brutalmente, ma ci volle un po’ di tempo prima che venisse. Ciò che mi sorprese fu il fatto che, ad un certo punto era Mario a muoversi, a spingersi contro il cazzo, anzi si vedeva che non e più vergine, era già abituato ai cazzi grossi. Vedere mio fratellino fottere con un uomo non mi fece nessun effetto, neanche il mio cazzo non si smosse di tanto, forse essendo mio fratello preferito, oppure mi sentivo etero e la fica mi attizza ancora, anche se non mi feci influenzare da quella sua inclinazione sessuale. Ero lì fermo a guardare estasiato, mentre mio fratello appoggiato al baule si stava masturbando e lo stallone da dietro non si fermava un minuto nel fotterlo, anzi il maschione dava coi reni certi colpi violenti e altri colpi più forti e tremendi, e poi si accascia sulla schiena soddisfatto dice: "E’ fatta. Te l’ho rotto per bene e riempito di sborra in questo bel culetto-rotto!!" Appena l'uomo finisce a sborrare e sfila quella grossa minchia in quel buco del culo tafanato e lo rificca nelle mutande, e poi lo saluta dando una pacca sulle chiappe dicendo: "Ci vediamo domani all'ufficio frocio, e mi raccomando fatti il bidè che ti do il resto insieme alla paga!!", conclude ridendo tirando su i pantaloni ed andò via, mentre io, mi allontano per non farmi sorprendere da loro. E bravo il mio fratellino, se fatto sbattere dal suo capo. In silenzio dietro ad un albero vedo anche mio fratellino che esce dalla baracca e si incammina verso casa senza la torcia, che sicuramente lo lascia al solito posto, io invece non avevo ancora voglia di ritornare in casa a dormire, in quando ero curioso di perlustrare e controllare le sborrate dei due maiali, aspettai quasi 10 minuti di sconcerto iniziale, ma la curiosità di controllare quella alcova lussuriosa e depravazione era eccitante. Stavo già davanti alla porta con il cuore in gola e appena entrai dentro presi la torcia che era appesa al solito posto e cominciai a guardare quello spazio che da piccoli giocavamo, nel locale c'era l'aria impregnata di sperma, mentre il mio sguardo cadde su delle grosse macchie bianche di sborra che colava ancora calde dal baule, e altre sul pavimento. Non so cosa mi prese, anche se prima non feci nessuna sega in quando la cosa non mi interessava, ma quel odore di sperma maschia che ancora aleggiava dentro la baracca, mi mandava in estasi, non so perché mi faceva questo effetto. Era l'odore di sperma che mi fece sballare il mio cervello, non capivo nulla, e soltanto il mio cazzo capì qualcosa, mi accorsi che divenne completamente duro, anzi durissimo da farmi male boia e calare i pantaloni compresi le mutande fino alle ginocchia, e tirare fuori il cazzo e spararmi una bella sega.

Cominciai a togliermi la maglietta, ormai madida di sudore, e strizzarmi i capezzoli da eccitarmi tutto il corpo. Forse la tensione di quel momento o altro ancora, ma non so perché mi abbassai verso quel laghetto di sborra e annusare profondamente con un lungo respiro e cominciavo ad apprezzare quel odore di sperma di maschio. "Sniiifff! Sniiifff!! Sniiifff!! Sniiiiifffff!!!" Quel odore acre e pungente cominciava quasi a prenderci gusto da raccogliere quasi tutto il fluito spermatico che stava sul baule e per terra e strusciarmelo addosso sul viso e pettorali, e poi allontanare la mano e guardare meglio i filacci bianchi di sperma che si allungavano tra la mano e la faccia da provocarmi l'indurimento del mio cazzo già consistentemente duro, e facendo questa manovra appoggio un dito sulle mie labbra da sentire uno strano sapore, non so perché lo feci, ma mi sentivo in quel momento un depravato e senza pensarci su ficco il dito tutto in bocca. Che buon sapore!, cazzo mai provato questa sensazione sublime ed eccitante. Stavo lì dentro ha segarmi il cazzo senza capire quello che facevo, mentre con il piede incidentalmente calpestai qualcosa di duro. Illumino con la torcia in quel punto e vedo un portafoglio, lo raccolgo e gli diete uno sguardo, era del titolare di mio fratellino che sicuro lo ha perso dalla tasca dei pantaloni mentre lo fotteva, non mi importava e lo posai su una panca e non feci caso in quel momento ad un fallo di gomma. Vedere quel fallo finto l'eccitazione sale alle stelle, la voglia di provare era tanta che prendo il fallo e bagno un po' di quello sperma e poi me lo infilo nelle mie chiappe e sento il buco del culo contrarsi intorno alla punta del fallo di gomma che avanzava lentamente!!! Dannazione, che bello sentire dilatare dentro al budello. Ho messo altri centimetri nel culo. Questo mi ha molto eccitato! Lo tolgo per una lieve fitta di dolore e poi lo rimetto, ma questa volta aggiungo altri centimetri da ficcarci quasi tutto il fallo e non sentire nessun altro dolore o fastidio. Sono appoggiato prono sul baule, il buco del culo bene in vista e con il fallo ancora infilzato dentro che spingo sempre più a fondo. Godevo di quel fallo piantato nel culo, e per fortuna che era dotato di palle, sennò lo avevo tutto dentro, anche se mi resi conto di aver esagerato, stavo li a godere su un fallo di gomma.

Ero assorto dal mio menage, non mi resi conto che il tempo scorreva, stavo lì perso a godere come cagna in calore, in cui non pensavo che qualcuno sarebbe entrato in quel momento. Mi allarmai sentire dei passi frettolosi da sfilare subito dal culo il fallo di gomma, anche se rimasi sorpreso e senza riuscire a nascondermi gettai il fallo dietro la panca e poi guardo verso la porta che viene aperta completamente. "Scusa Mario! Ho scordato il portafoglio!!" Io, giro la torcia per creare la penombra per non farmi riconoscere, e senza girarmi gli stesi il portafoglio. "Grazie, ma cazzo, sei ancora come ti ho lasciato!!" Senti il sangue gelarmi nelle vene e non ebbi il coraggio per alcuni istanti di guardare, ne tanto meno di parlare. Fuori dalla baracca si sente aprire una finestra, forse i miei svegliati dai rumori. "Cazzo Mario, spegni quella fottuta torcia. Sennò i tuoi ci sorprendono e so cazzi amari!!", disse lui allarmato, ed io lestamente spengo. "Cazzo, per un pelo!!" Non passa un minuto, che si richiude la finestra. "Fiiiuuuu!!, pericolo scampato!!!", ha sibilato con molta preoccupazione, mentre io, non mi muovevo. "Cazzo e tardi, ciao Mario, a domani!!", concluse, anche se non lo sento camminare, anzi non so come una mano mi stringe una chiappa rimanendo allibito. "Però, non sei niente male neanche al buio, sei più sexy, anzi non so come mai sei diverso, non sei la stessa persona, anche se a culo stai molto bene, quasi quasi ti darei un altra botticella, eeh troia!!" Io non parlo dalla paura, lui non replica, anzi sento uno zip e dei pantaloni abbassarsi. "Scusa Mario, ce lo duro di nuovo e tutta colpa di sto bel culetto, se non lo smosci non dormo stanotte!!", disse subito in un soffio. Non rispondo. "Dai brutta troia, lo so che ti piace, su girati e inginocchiati fammi uno dei tuoi soliti pompini che mi fanno godere tanto!!" E comincia a menarselo fino a farlo diventare duro. "Su sbrigati prendimelo in bocca, non vedo l'ora di riempirti la bocca ancora di sperma che ti piace tanto, eeh troietta!!" Non so come gli obbedii: senza oppormi già mi trovai in ginocchio e presi per la prima volta un cazzo di un maschio e me lo infilai tutto in bocca. Sapeva di un sapore strano che non dimenticai per tutta la vita.

Passato il primo momento di insicurezza e sconcerto cominciai lentamente a darmi da fare su quel bel cazzo duro, succhiandolo come fosse un bel gelato alla crema. "Mmmmmmmmhhhhh!! Non sei niente male con la bocca, su comincia a muovere la lingua, si dai così dai, che vai bene, ora da bravo leccami anche le palle e tutta l’asta!!" Nel frattempo mi ero di nuovo eccitato, mi piaceva fare queste porcate e più pompavo e più mi piaceva. "Ora troia, ti scopo in bocca! Adesso chiudi le labbra intorno al cazzo e stai fermo che penso tutto io, brutto frocio di merda!!" Mi prese la nuca con entrambe le mani e comincia ad avvicinarmelo e allontanarmelo dal suo cazzo, facendomi arrivare la sua asta sempre più in profondità ad ogni colpo, me lo sentivo battere contro il palato e la cosa mi faceva diventare matto. Ora il ritmo cominciava a diventare più forte. "Dai succhia-cazzo di merda, non fermarti che succhi come un vitello da latte, adesso ti vengo in quella bocca da troia!!" Lui continuava a gridare. "Ora, ora, ora..... Sborroooo!!!" In quell’attimo estrasse il suo bastone duro dalla mia bocca e potevo sentire dei fiotti di sborra uscire dalla punta del suo cazzo e andarmi ad imbrattare il mio viso, mentre lui continua a menarselo. "Dai frocio apri quella bocca da troia, su che ti do da bere!!" Mi urlava, ed io come ipnotizzato seguivo tutto quello che diceva. Mi venne in bocca due o tre volte, sentivo lo sperma che mi si appiccicava sul palato e sulla lingua, poi all’improvviso deglutii il tutto nella gola. "Cazzo, l'hai buttato giù tutto, è sei riuscito a non farne uscire neppure una goccia! Ti è piaciuto, vero!" Non risposi, mentre inconsciamente andavo a raccogliere con le dita la sborra sulla mia faccia e le leccavo avidamente. Credevo che la pompa bastasse al mio casuale maschione, ma sbagliai in quanto il suo cazzo era ancora duro ed io del tutto partito, non capivo più niente e senza aspettarmelo vengo da lui attirato a sé e strattonato e deposto sul baule a carponi, sento la sua mano che mi accarezza il buco del culo già bello e pronto da prima che aspetta un cazzo vero. Indugia con le dita sul bordo rugoso lo sentivo seguire intorno all'ano e spinse leggermente. Mi contrassi tutto, ma lui riprese ad accarezzarlo ancora un po’ di più a fondo dentro il retto. Un po’ mi piaceva sentire le sue dita giocare con il mio buco sverginato da poco da un bel cazzo finto, e senza fermarsi scivola dentro in quel spazio nero, finché la sensazione che provai fu diversa. Il dito già si muoveva dentro quasi a fatica da stridere i denti fino che non stavo più soffrendo per la penetrazione del dito, in quanto cominciava a prendere confidenza e goderne. "Cazzo Mario, stasera sembri un altra persona, hai un culo quasi stretto, eppure il prete e altri cazzi compreso il mio te l'hanno sfondato per bene... chissà forse la paura di essere sorpreso dai tuoi genitori si e ristretto!!!", dice ridendo, anche se non volendo seppi da lui una delle verità su mio fratello. Purtroppo mi faceva un po' male quei diti, anche se per alleviare il dolore iniziale allargai di più le chiappe, mentre lui accelera i movimenti, io facilitavo la sua mano con cui mi fotteva, anzi divenne più aggressivo. Sentivo il mio cazzo scoppiarmi, si mosse di più e subito venni, bagnandomi la mia pancia.

Ma lui non perse d'animo continua a forzarmi l’ano, finché non si fu calmato. Anche dopo non sfila subito il dito. "Cazzo che porco che sei, non c'è una goccia della mia sborra... eeeh troia!? Per caso hai cacato sborra. Non sei niente male porcellino, ora ti meriti un pieno di sborra!!", disse soddisfatto. Sempre tenendo il dito inculo, con l’altra mano comincia a farmi una sega. Quando presi a muovermi, per assecondare i suoi movimenti, lui spinse il dito ancora più a fondo, ma questa volta, il dolore si fece più acuto, ma all’orgasmo era vicino. E giunsi ormai con fatica a reggerlo. Sarebbe stata la mia prima esperienza omosessuale: avrei perso quel lembo di verginità per merito dell'amante di mio fratello, e la cosa non mi dispiaceva troppo. Nonostante fossi semi-nudo davanti a lui e il mio cazzo fosse molto più piccolo del suo non mi sentivo per niente a disagio, anzi, non vedevo l'ora di perdere del tutto la mia semi-verginità. Per circa tre minuti non fece niente, mentre ero ancora appoggiato con le mani sul baule, con il mio culo bene in vista e aspettare di essere fottuto da lui. Sentivo ancora l'odore spermatico di mio fratello che era stato inculato recentemente, mentre l'attesa fu quasi breve: lui comincia ancora a stantuffare con il dito e ruotandolo dentro l'ano, per aprirmi bene il buco del culo. Poi lo tolse e subito dopo sentii finalmente il suo bel cazzone duro che premeva sul mio buco che palpitava, mentre la sua cappella dura stava all'imbocco del mio retto, e finalmente sarei riuscito ad accoglierlo tutto in me, ma purtroppo era più grosso del fallo finto, e spero che entra al primo tentativo. Quando con una spinta più forte del solito la cappella forza il mio semi-stretto buchetto, che non lo ferma da susseguire con altre spinte poderose. Vengo da lui infilato dal suo grosso cazzo in un colpo solo, spalancai gli occhi e la bocca senza lanciare urla di dolore in quando già allenato. Nel fottermi aveva messo le sue mani sulla mia testa, tirandomi per i capelli. Le sue spinte da toro furono tante, sembrava non dovesse finire più. Rividi la scena di prima mentre mio fratello veniva inculato da lui, con la stessa foga su di me. Lo stallone dava delle grandi spinte, ogni volta che me lo metteva sentivo le sue palle che mi sbattevano sulle chiappe con frasi ingiuriose. "Lo senti brutto frocio? Adesso hai un bel cazzo duro piantato nel culo. Dillo che ti piace scopare con me eeeh... troietta?" Io, godevo e non avevo la forza di rispondere. "Dai frocio di merda, muovi le chiappe!" Le sue spinte adesso si facevano più ritmate, e lentamente lasciava lo spazio ai mugolii di piacere. La fottuta cominciava già a prenderci gusto entrambi tanto che lui aumenta la velocità e continua ad incularmi per circa venti minuti. Questa volta non sentivo più quel dolore iniziale in quanto il mio culo si era allargato sotto le sue possenti spinte, mentre lo stallone mi penetrava sempre con spinte forti cominciai a dire dei "siiii" e a mugolare dal piacere. Non riuscivo a trattenermi, ero davvero una troia in calore in quel momento.

La mia faccia stravolta dal dolore e godimento, mentre il mio buco del culo si contraeva ad ogni spinta. "Cazzo. Cazzo. Come è stretto questo bel culetto! Mi fai impazzire e godere!!", disse mentre con la mano afferra il mio cazzo duro che ballonzolava sul mie cosce e comincia a segarmelo. "Dai troia, fammi sentire come si contrae il tuo bel buco del culo, mentre spruzzo dentro la sborra!" Non ci volle molto a farmi venire. "Adesso frocetto ti riempio di nuovo il tuo bel culetto!! Siiiii sborrooo!!" Proprio mentre dal mio cazzo esce schizzi di sperma, sentii le mie viscere inondate da bollenti spruzzi di sborra. Lo stallone era venuto dentro di me! Fu incredibile quanti schizzi da riempirmi oltre il dovuto, mi sentii il culo bagnato e pieno di sborra fino all'orlo, sicuramente quando il maschione avrebbe tolto il suo cazzo tanta sborra mi sarebbe colata lungo le gambe. Infatti andò così, appena tolse il suo cazzo dal mio culo del tutto sverginato, se lo pulì sulle mie chiappe e la sborra uscì fuori colandomi dalle gambe. Io mi sentii a pezzi. Era stato il primo e purtroppo l'ultimo a farmi godere come una troia. "Bravo, sei stato una grande vacca, allora brutto frocio ti è piaciuto? Non ho ancora finito con te, adesso me lo devi succhiare di nuovo il cazzo, dai sbrigati rimettiti in ginocchio e lavora troia!!", ordina il maschione. Mi porse la cappella ancora gocciolante, ed io, inginocchio l'afferro e lo ingoio tutto in bocca. Il suo cazzo si indurì in pochi secondi al contatto del caldo ed umido delle mie labbra. La mia lingua stuzzicava abilmente il frenulo arrossato con improvvise rotazioni e rapidi colpetti, mentre il movimento ritmico della mia testa lungo il suo tronco di carne dura si fecero sempre più decisi e veloci. "Dai vacca leccalo tutto! Fammi godere con quella boccuccia da pompinaro, non ti staccare, adesso preparati, ti sborro di nuovo in bocca. Ecco, vengo! Continua a succhiare troia!!" Il mio movimento ritmico si interruppe al suono di un grido di piacere soffocato, mentre le sue mani mi stringono la testa e mi schiaccia il viso con forza contro il suo ventre peloso. Mi sentii soffocare. Per non strozzarmi cercai di ingoiare tutto il cazzo possibile fino alla radice. "Siiiiiiiiiiii, prendilo tutto! Aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh!!!" Capii che era giunto il momento. La mia gola venne ancora inondata da una serie di getti caldi e dolciastri, via via meno intensi. Il resto, per non strozzarmi, lo feci fuoriuscire con forza dai angoli della bocca. Assaporai di nuovo il suo sperma e poi lo ingoiai. Il cazzo era sporco di sborra e lo leccai tutto: benché fosse la prima volta che leccavo un bel cazzo di un uomo, mi sembra che lo avessi sempre fatto, mi riusciva naturale. Prima gli leccai la cappella succhiando via lo sperma rimasto, poi con la punta della lingua gli stimolai il prepuzio e infine gli leccai tutta l'asta e le palle sudaticce.

Aveva un buon odore e gliele leccai volentieri, sapevano di maschio. Senza dire una parola: stacca il cazzo dalla mia bocca e si tira su i pantaloni e poi si diresse verso la porta. Ebbi solo il tempo di guardare brevemente che lui spariva completamente chiudendosi dietro la porta, lasciandomi nudo, sporco, sverginato, pieno di sborra e col culo-rotto e in fiamme. Rimasi quasi dieci minuti prono sul baule in quella baracca per riprendermi, e poi a fatica tirai su i pantaloni. Aspettai il momento giusto per raggiungere finalmente la mia stanza, feci una fugace doccia per tuffarmi nel mio letto, senza aprire bocca, oltre che di serrare il buco del culo. La mattina dopo, mi svegliai tardi... mia madre come al solito mi lascia dormire. Appena uscito dal bagno per fare pranzo incontrai mio fratello che tornava dal lavoro che mi disse: "E’ successo qualcosa ieri sera, dopo che ci siamo lasciati? Sai, io ero venuto a fare due chiacchiere come facevamo da ragazzini, ma non stavi in camera, ho aspettato un quarto d'ora, ma dopo un po’ sono andato a letto!!" A quella domanda a bruciapelo... io, risposi: "Ero fuori a fumare una sigaretta e guardare le stelle!!" Mi guarda un po' dubbioso.
"Ma perché mi fai questa domanda? fratellino!!" E lui ancora: "Non so c'è’ stato uno strano movimento ieri notte, vicino alla baracca, addirittura sentivo dei lamenti, e poi non ritrovo più un attrezzo di lavoro. Sei sicuro che e tutto a posto?" Mi guardava e mi poneva quelle strane domande con un'aria un po' sospettoso e malizioso, forse deve aver notato l’espressione interrogativa del suo titolare che di sicuro gli aveva negato la secondo fottuta, in quando era pienamente soddisfatto sessualmente. Io conclusi: "Non ti preoccupare fratellino, non e’ successo nulla, ero tranquillamente fuori lontano dalla casa, sulle colline a fumare e guardare le stelle e ricordare i bei tempi quando eravamo dei ragazzini!!" Anche se il fratellino non bevve quella scusa, e lascia correre, io invece felice di aver passato una bella giornata con i miei, dovetti a malincuore ritornare dalla mia adorata moglie.

Da quella volta fino ad oggi son passati 30 anni, non ebbi il coraggio di assaporare un altro cazzo, forse: pregiudizi, vergogna, omofobia, disprezzo, virilità, non so, anche se per quella prima esperienza omosessuale, mi rimane soltanto il ricordo del fallo finto di Mario, pardon il suo attrezzo di lavoro, il furbacchione, mentre io, lo tengo gelosamente nascosto per assaporare quei bei ricordi di fottuta.





By Mimi
di
scritto il
2013-09-02
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