Che bello scopare la madre e la sorella 4
di
giuliano
genere
incesti
La decisione di mia mamma fu inoppugnabile avrebbe abortito.
Prima che scadesse il tempo consentito dalla legge fece l'intervento e passarono diversi giorni prima che le sue condizioni fisiche potessero dirsi accettabili nel frattempo i nostri rapporti si erano consolidati ulteriormente e non passava giorno che le sue dimostrazioni d'affetto nei miei riguardi fossero sempre più evidenti, specialmente in presenza di Lisa la cosa veniva messa ancora più in rilievo e questo aveva creato uno stato di tensione fra le due donne
Lisa aveva capito che la gravidanza di mia madre era alquanto sospetta e sebbene fosse riuscita a nascondere con me la sua curiosità, sicuramente fra di loro ne avevano parlato.
Non avendo la più pallida idea fino a che punto mia sorella conoscesse la situazione vagavo in uno stato di perenne tensione l'incesto con mia madre era stato un qualcosa di eccezionale di sublime sentire il mio seme scorrere dal mio pene dentro la pancia della mia genitrice era stata una sensazione stupenda.....ma l'ebrezza di un corpo giovane libidinoso e scattante come quello di mia sorella riusciva a darmi spinte emotive irraggiungibili.
Alcune mattine dopo mia sorella mi chiamò in disparte e con calma disse:
“Marco so.....che la mamma ci controlla, ma non dice più di tanto perché tutti e tre abbiamo i “nostri scheletri nell'armadio” però da te non me lo sarei aspettato dicevi di amarmi e poi..... tu ...con la mamma, sei proprio uno stronzo, mi hai fatto molto male”.
Sentii dentro me sgretolarsi tutta la mia sicurezza, tutta la mia dignità si frantumò in un attimo.
L'avvicinarsi dei mesi invernali portarono mia madre e mia sorella ad un super lavoro, quindi si ritrovarono quotidianamente a contatto, sebbene non frequentassi il loro ambiente di lavoro il sospetto che i loro rapporti fossero tesi l'ebbi quando mi accorsi che i loro dialoghi si limitavano a poche frasi smozzicate condite da qualche si, oppure no.
Finché una sera stanco di questa situazione le convinsi a parlarsi e a chiarirsi.
Dopo una fase di stallo iniziale i loro discorsi presero una piega di recriminazioni riguardanti anche episodi lontani nel tempo e il loro alterco verbale ad un certo momento divenne fisico al punto che mia madre mollò un ceffone a Lisa, e quello fu l'inizio di una disputa a base di spintoni e strattoni.
Cercai d'inserirmi fra di loro con il risultato di trovarmi a gambe all'aria dopo una loro spinta, quella che doveva essere una strada per la loro riappacificazione assuse l'aspetto di un ring di lotta libera mia madre e mia sorella si rotolavano sul tappeto tirandosi per i capelli strappandosi i vestiti....era un intreccio di cosce, di gambe, di gonne sollevate sopra la vita, di collant smagliati e d'insulti da camalli genovesi, ed in questo caos io ero l'unico spettatore inizialmente preoccupato ma poi divertito e perché no!!!....anche eccitato.
Quando un pugno dato con violenza da mia madre a mia sorella alla bocca dello stomaco lasciò Lisa senza fiato decisi di fermarle con fermezza urlando tutto il mio disappunto le bloccai mia madre rivolta a me con cattiveria disse:
“Già tu.... sempre pronto a difendere quella puttana di tua sorella sei un cretino”
Poi rivolta a Lisa aggiunse:
“E tu domani brutta vacca non venire a lavorare sei licenziata”
Lisa con un labbro insanguinato rispose:
“Senti zoccola ti dimentichi che la metà del magazzino è mio perciò se mi vuoi licenziare ti tolgo fino all'ultimo centesimo che hai in banca”
A fatica riuscii a trattenerle da un nuovo bisticcio e mentre mia mamma se ne andò sbattendo la porta di casa... Lisa scoppiò in un pianto disperato pieno di rabbia.
Era una situazione alquanto confusa e complicata, l'immaginavo tosta ma non fino a quel punto, mia madre per due giorni si trasferì a casa di Mariella la sua amica del cuore e mia sorella si chiuse in un mutismo che non lasciava presagire nulla di buono.
Tutto avvenne un mattino di alcuni giorni dopo, quando una macchina non rispettando lo stop m'investì e di conseguenza mi ritrovai all'ospedale con uno stato postcommotivo e parecchie escoriazioni al corpo, l'unico ricordo vivido di quel momento fu quello di mia madre e mia sorella al pronto soccorso preoccupate e piangenti.
Il mio ricovero seppur breve fu una vera manna, alla mattina nella stanzetta a pagamento c'era mia sorella e al pomeriggio mia madre, mi sentivo coccolato e riverito e fu in quell'occasione che approfittando del momento particolare ne approfittai per mettere a punto una strategia di ero voyeurismo improvvisato, dal momento che le nostre performance erotiche avevano subito un freno più che comprensibile avanzai una la proposta che lasciò Lisa senza parole:
“Ascolta sorellina alzati la gonna fammela vedere e toccare...... Dai!! Lisa accontentami”
“Marco tu sei pazzo nel corridoio qui a fianco passano in continuazione persone ed infermieri se venissimo scoperti sai tu che bella figura di merda? E poi con te sono ancora arrabbiata”.
Dopo una estenuante lotta di convincimento sebbene ricalcitrante con mia soddisfazione accettò:
“OK troietta alzati la gonna “
Lisa spalanco i suoi occhioni e disse:
“Ma Marco....... mi hai dato della troietta?”
Forse l'approccio non era stato dei più indovinati, ma la mia libido in quel momento mi faceva considerare sia mia madre che mia sorella come due troie, due puttane da scopare...e mi piaceva pensarlo, provavo un gusto enorme al solo pensiero di vederle scopate da molti uomini, sentirle urlare mentre venivano violentate.
Dopo le mie scuse più che altro di circostanza, Lisa si avvicinò al letto e con la mano le sollevai la gonna sul davanti le sue cosce coperte dai collant erano come due colonne doriche belle lisce e possenti con freddezza le artigliai il bordo superiore delle calze e l'abbassai fino alle ginocchia lei mi lascio fare senza proferire una parola, sul suo viso la paura era ben visibile, la mia mano solcò il ventre piatto e il dito mignolo s'infilo dentro il buchetto dell'ombelico poi con calcolata lentezza scorrendo lungo il bordo delle mutandine nere di pizzo s'infilarono sotto la stoffa per accarezzarne il cespuglio dei peli pubici.
Nonostante il volto di Lisa fosse teso per questa forma di erotismo improvvisato, ai margini delle labbra si disegnò un'espressione di piacere e gaudio.
La mia mano solcò l'avvallamento delle grandi labbra soffermandosi sulla piega superiore della vagina il mio dito medio percorse per tutta la lunghezza il suo sesso raccogliendo i primi attimi del piacere di mia sorella le pareti interne si stavano inumidendo e con mossa rapida il leggero riparo di stoffa nera scese lasciando alla mia visione la vulva provocante, le sue labbra erano serrate in una stridente fessura dove un respiro pesante e ripetitivo davano l'idea della sua eccitazione, gli occhi erano chiusi aspettando che le mie dita violassero la sua femminilità
Mi sedetti sul letto, avvicinai il mio volto al suo sesso e con le mani afferrai dal di dietro i polposi glutei appoggiai le mie labbra alla sua fessura e ne annusai il profumo penetrante ed intenso, lei sapeva che la vagina non lavata mi eccitava da morire, perciò allargo le gambe affinché potessi gustarne meglio il suo odore di femmina in calore.
Un leggero sorriso comparve sul suo volto...era un godimento suo....intimo....personale, per il modo con cui riusciva ad attrarmi e se ne stava compiacendo silenziosamente, ma non le diedi oltremodo la possibilità di gioire di questa sua astuzia, la mia lingua cerco istantaneamente il suo clitoride e cominciò a stimolarlo con irruenza.
Un vociare improvviso interruppe questo magico momento i medici in visita lasciarono sia me che Lisa in uno stato di eccitazione piuttosto evidente e quando dopo poco entrarono nella stanza il dottore che mi aveva in cura accennò con un sorrisino ambiguo al fatto che ero pronto per essere dimesso.
Il mio incidente nello spazio di alcuni giorni passò nel dimenticatoio i postumi delle escoriazioni e del leggero trauma cranico fortunatamente risoltosi in un nulla di fatto provocarono un effetto collaterale, mia madre si prese una settimana di ferie ed assieme alla sua amica Mariella partirono per la Toscana, mentre Lisa mise in pratica le sue intenzioni di abbandonare la casa materna per andare a vivere da sola.
Rimasi turbato dalla sua decisione con aria sconsolata chiesi a mia sorella di meditare sul passo che stava facendo.
La sua risposta fu imperativa:
“Fratellino due api regine non possono coesistere nello stesso alveare, d'altronde tu potrai venire e fermarti da me quanto vuoi, Marco ti voglio bene come fratello e non.....ma sinceramente ho bisogno di allontanarmi da quest'ambiente al punto che sto pensando anche di cambiare lavoro”.
Mi sedetti sul divano travolto da mille pensieri, non sapevo immaginarmi senza le risate, le battute, le critiche e la sensualità che mia sorella riusciva a darmi, provai un senso di vuoto assoluto, una sensazione di estenuante spossatezza.
Il cellulare di Lisa squillò, era la sua amica Licia di Rimini che l'invitava per la sera in discoteca al club “Paradiso”...... Lisa accettò.
Più per gentilezza che per convinzione considerato il mio stato d'animo Lisa mi chiese se volevo accompagnarla.
In quel momento mi sentii tremendamente patetico.
Non so per quale strano meccanismo psicosomatico ma dentro di me scattò una molla di reazione all'apatia e la passività che mi stava affliggendo come pervaso da una scarica di adrenalina passai da uno stato amorfo ad uno di sopreccitazione
Dopo poche decine di minuti io e Lisa eravamo sulla statale Adriatica in direzione di Rimini il tragitto era relativamente breve e raggiungemmo la discoteca verso le 23,00 la serata ebbe due fasi la prima di completa assuefazione all'ambiente, la seconda di pura estasi verso mia sorella la vedevo ballare, scherzare, abbracciarsi ad altri ragazzi la cosa m'ingelosiva e mi eccitava contemporaneamente..... quando un ragazzo la bacio e le palpo il sedere sentii l'eccitazione montare in me, mentre si faceva baciare i suoi occhi mi osservavano quando il ragazzo la fece sedere sul divanetto e le sua mani diventarono sempre più audaci il senso di rabbia divenne esplosivo al punto che dovetti abbandonare il mio posto di osservazione e recarmi al bar.
Poco dopo raggiunto da Lisa...... la sua mano si poso sul mio collo e avvicinando la sua bocca al mio orecchio mi sussurrò:
“Marco ora vado via con quel mio amico torno fra un oretta ci vediamo dopo Tesoro”
Non capivo il comportamento di mia sorella mi sentii esausto e svuotato, neanche quando Licia la sua amica riminese venne da me e si sedette sulle mie ginocchia ebbi una reazione positiva continuai nel mio stato di desolante abbattimento.
Erano già le quattro e mia sorella non era ancora tornata.... uscii dal locale, la sbronza che avevo stava esaurendo il suo effetto, passeggiai sotto le luci del parcheggio ormai semivuoto...... la mia mano sentì il contatto di un'altra mano..... era Licia che con aria preoccupata disse:
“Marco......tua sorella chissà quando tornerà....quando va a scopare perde il senso del tempo vieni con me andiamo a casa mia qui fa freddo, dai, vieni andiamo.... abito in centro a Rimini ma con l'auto è un attimo arrivarci.
Per effetto di rivalsa verso Lisa accettai ed in effetti dopo pochi minuti eravamo in viale Tripoli, salimmo al terzo piano di una moderna palazzina l'ambiente molto elegante e il calore dell'arredamento lasciavano intuire la sensibilità e il buon gusto di Licia.
Chissà per quale alchimia i nostri corpi si attrassero immediatamente ci baciammo in un attimo la spogliai le nostre azioni erano comandate da impulsi automatici, era la seconda volta che vedevo Licia e la stavo denudando nonostante i suoi diciotto anni il suo corpo era acerbo e delicato, due tettine rosate e una striscia appena accennata di pelo sopra l'ingresso della vagina le davano un aspetto virgineo di puro, sacrale..... fu tutto un susseguirsi di azioni delicate e coinvolgenti in pochi minuti ero dentro il suo utero la stavo scopando i suoi gemiti di godimento rompevano il silenzio innaturale di un rapporto strano, nato per caso ma stranamente intenso.
Il trillo del campanello di casa ci scosse dal rilassamento del post rapporto Licia a fatica si alzò dal letto e si diresse alla porta d'ingresso.... riconobbi immediatamente la voce di mia sorella senti un confabulare fra loro, dentro me la paura di una reazione isterica di Lisa mi fece temere il peggio.
Rimasi sorpreso quando la vidi comparire nella stanza con il sorriso sulle labbra e fui ancora di più sorpreso quando la sua amica si presentò con il ragazzo con cui era uscita mia sorella, quando li vidi baciarsi e mia sorella specificò che quello era suo fratello il mio stupore e la mia eccitazione raggiunse l'apogeo la voglia di scoparmi Lisa fu immediata, lei ridendo se ne rese conto e disse:
“Marco bisogna che vada a lavarmi lui mi scopata e ho ancora i suoi residui dentro me”
la guardai al colmo dell'eccitazione risposi:
“Non me ne frega nulla sorellina, mi eccita tutta questa situazione che non voglio perdere neanche un minuto”
Le mie mani s'insinuarono sotto la sua gonna e la mancanza delle calze mi fece capire che probabilmente l'altro le aveva lacerate oppure se l'era fatte donare come “ricordo” la mia mano tocco la stoffa delle mutandine ancora umide di residui biologici di entrambi le mie dita s'insinuarono dentro la fessura di mia sorella in quel momento mi accorsi che il nostro show era seguito con attenzione dallasua amica e da suo fratello.
La cosa non mi creò fastidio anzi mi eccitò maggiormente e quando la nostra performance diede lo spunto ad un loro rapporto sessuale la stanza si riempì di mugoli gemiti e frasi smozzicate.
Il mio cazzo s'immerse dentro la pancia di Lisa, il suo corpo già sopraeccitato dal precedente rapporto sessuale raggiunse immediatamente uno stato di euforia e di libidine elevatissimo, il suo sesso cominciò a secernere una quantità considerevole di prodotto vaginale.... il mio pene ne fu completamente inondato lubrificandolo e di conseguenza facilitando lo scorrimento dentro il canale della sua calda e morbida fessura, provai in quel momento un amore folle per mia sorella la baciai e lei rispose al mio bacio dicendomi parole dolci e delicate, una ventata di passione e d'amore ci pervase, facendo vibrare il corpo Lisa come una canna al vento.....e senza alcuna remora la voglia di volermi solo per se la portò a supplicarmi di non lasciarla mai e di volere in futuro un figlio da me.
Il mio stato di esaltazione sessuale raggiunse livelli ineguagliabili anche in relazione al sentimento contrastante di gioia e rabbia che in alcuni momenti mia sorella riusciva a darmi.......il fatto che solo un'ora prima fosse stata con un altro, ed era stata l'oggetto del divertimento di un altra persona mi eccitava, mi solleticava enormemente pensare che altre mani l'avevano accarezzata, baciata e penetrata anche se in quel momento provavo un retrogusto di amaro in bocca dovuto alla forte gelosia che lei suscitava in me.
Sentivo che l'orgasmo era imminente, la percezione di calore salii dal profondo del mio corpo i miei lombi emanarono uno sforzo incredibile e come un fiume in piena dal mio pene la calda broda della vita sgorgò dentro l'utero di mia sorella, il mio gemito di godimento echeggiò nella stanza....e quasi a volermi liberarmi dalla tensione e dall'ansia dalla mia bocca usci una frase che mai avrei pensato di poterle dire:
“Amore ti amo..... voglio anch'io che tu rimanga incinta”
Rimanemmo abbracciati per un tempo non quantificabile stretti l'uno all'altra baciandoci e tenendoci stretti come due fidanzatini.
Infischiandocene di Licia e suo fratello ci addormentammo stremati e consapevoli che se Lisa un domani fosse rimasta incinta sicuramente non avrebbe abortito.
Prima che scadesse il tempo consentito dalla legge fece l'intervento e passarono diversi giorni prima che le sue condizioni fisiche potessero dirsi accettabili nel frattempo i nostri rapporti si erano consolidati ulteriormente e non passava giorno che le sue dimostrazioni d'affetto nei miei riguardi fossero sempre più evidenti, specialmente in presenza di Lisa la cosa veniva messa ancora più in rilievo e questo aveva creato uno stato di tensione fra le due donne
Lisa aveva capito che la gravidanza di mia madre era alquanto sospetta e sebbene fosse riuscita a nascondere con me la sua curiosità, sicuramente fra di loro ne avevano parlato.
Non avendo la più pallida idea fino a che punto mia sorella conoscesse la situazione vagavo in uno stato di perenne tensione l'incesto con mia madre era stato un qualcosa di eccezionale di sublime sentire il mio seme scorrere dal mio pene dentro la pancia della mia genitrice era stata una sensazione stupenda.....ma l'ebrezza di un corpo giovane libidinoso e scattante come quello di mia sorella riusciva a darmi spinte emotive irraggiungibili.
Alcune mattine dopo mia sorella mi chiamò in disparte e con calma disse:
“Marco so.....che la mamma ci controlla, ma non dice più di tanto perché tutti e tre abbiamo i “nostri scheletri nell'armadio” però da te non me lo sarei aspettato dicevi di amarmi e poi..... tu ...con la mamma, sei proprio uno stronzo, mi hai fatto molto male”.
Sentii dentro me sgretolarsi tutta la mia sicurezza, tutta la mia dignità si frantumò in un attimo.
L'avvicinarsi dei mesi invernali portarono mia madre e mia sorella ad un super lavoro, quindi si ritrovarono quotidianamente a contatto, sebbene non frequentassi il loro ambiente di lavoro il sospetto che i loro rapporti fossero tesi l'ebbi quando mi accorsi che i loro dialoghi si limitavano a poche frasi smozzicate condite da qualche si, oppure no.
Finché una sera stanco di questa situazione le convinsi a parlarsi e a chiarirsi.
Dopo una fase di stallo iniziale i loro discorsi presero una piega di recriminazioni riguardanti anche episodi lontani nel tempo e il loro alterco verbale ad un certo momento divenne fisico al punto che mia madre mollò un ceffone a Lisa, e quello fu l'inizio di una disputa a base di spintoni e strattoni.
Cercai d'inserirmi fra di loro con il risultato di trovarmi a gambe all'aria dopo una loro spinta, quella che doveva essere una strada per la loro riappacificazione assuse l'aspetto di un ring di lotta libera mia madre e mia sorella si rotolavano sul tappeto tirandosi per i capelli strappandosi i vestiti....era un intreccio di cosce, di gambe, di gonne sollevate sopra la vita, di collant smagliati e d'insulti da camalli genovesi, ed in questo caos io ero l'unico spettatore inizialmente preoccupato ma poi divertito e perché no!!!....anche eccitato.
Quando un pugno dato con violenza da mia madre a mia sorella alla bocca dello stomaco lasciò Lisa senza fiato decisi di fermarle con fermezza urlando tutto il mio disappunto le bloccai mia madre rivolta a me con cattiveria disse:
“Già tu.... sempre pronto a difendere quella puttana di tua sorella sei un cretino”
Poi rivolta a Lisa aggiunse:
“E tu domani brutta vacca non venire a lavorare sei licenziata”
Lisa con un labbro insanguinato rispose:
“Senti zoccola ti dimentichi che la metà del magazzino è mio perciò se mi vuoi licenziare ti tolgo fino all'ultimo centesimo che hai in banca”
A fatica riuscii a trattenerle da un nuovo bisticcio e mentre mia mamma se ne andò sbattendo la porta di casa... Lisa scoppiò in un pianto disperato pieno di rabbia.
Era una situazione alquanto confusa e complicata, l'immaginavo tosta ma non fino a quel punto, mia madre per due giorni si trasferì a casa di Mariella la sua amica del cuore e mia sorella si chiuse in un mutismo che non lasciava presagire nulla di buono.
Tutto avvenne un mattino di alcuni giorni dopo, quando una macchina non rispettando lo stop m'investì e di conseguenza mi ritrovai all'ospedale con uno stato postcommotivo e parecchie escoriazioni al corpo, l'unico ricordo vivido di quel momento fu quello di mia madre e mia sorella al pronto soccorso preoccupate e piangenti.
Il mio ricovero seppur breve fu una vera manna, alla mattina nella stanzetta a pagamento c'era mia sorella e al pomeriggio mia madre, mi sentivo coccolato e riverito e fu in quell'occasione che approfittando del momento particolare ne approfittai per mettere a punto una strategia di ero voyeurismo improvvisato, dal momento che le nostre performance erotiche avevano subito un freno più che comprensibile avanzai una la proposta che lasciò Lisa senza parole:
“Ascolta sorellina alzati la gonna fammela vedere e toccare...... Dai!! Lisa accontentami”
“Marco tu sei pazzo nel corridoio qui a fianco passano in continuazione persone ed infermieri se venissimo scoperti sai tu che bella figura di merda? E poi con te sono ancora arrabbiata”.
Dopo una estenuante lotta di convincimento sebbene ricalcitrante con mia soddisfazione accettò:
“OK troietta alzati la gonna “
Lisa spalanco i suoi occhioni e disse:
“Ma Marco....... mi hai dato della troietta?”
Forse l'approccio non era stato dei più indovinati, ma la mia libido in quel momento mi faceva considerare sia mia madre che mia sorella come due troie, due puttane da scopare...e mi piaceva pensarlo, provavo un gusto enorme al solo pensiero di vederle scopate da molti uomini, sentirle urlare mentre venivano violentate.
Dopo le mie scuse più che altro di circostanza, Lisa si avvicinò al letto e con la mano le sollevai la gonna sul davanti le sue cosce coperte dai collant erano come due colonne doriche belle lisce e possenti con freddezza le artigliai il bordo superiore delle calze e l'abbassai fino alle ginocchia lei mi lascio fare senza proferire una parola, sul suo viso la paura era ben visibile, la mia mano solcò il ventre piatto e il dito mignolo s'infilo dentro il buchetto dell'ombelico poi con calcolata lentezza scorrendo lungo il bordo delle mutandine nere di pizzo s'infilarono sotto la stoffa per accarezzarne il cespuglio dei peli pubici.
Nonostante il volto di Lisa fosse teso per questa forma di erotismo improvvisato, ai margini delle labbra si disegnò un'espressione di piacere e gaudio.
La mia mano solcò l'avvallamento delle grandi labbra soffermandosi sulla piega superiore della vagina il mio dito medio percorse per tutta la lunghezza il suo sesso raccogliendo i primi attimi del piacere di mia sorella le pareti interne si stavano inumidendo e con mossa rapida il leggero riparo di stoffa nera scese lasciando alla mia visione la vulva provocante, le sue labbra erano serrate in una stridente fessura dove un respiro pesante e ripetitivo davano l'idea della sua eccitazione, gli occhi erano chiusi aspettando che le mie dita violassero la sua femminilità
Mi sedetti sul letto, avvicinai il mio volto al suo sesso e con le mani afferrai dal di dietro i polposi glutei appoggiai le mie labbra alla sua fessura e ne annusai il profumo penetrante ed intenso, lei sapeva che la vagina non lavata mi eccitava da morire, perciò allargo le gambe affinché potessi gustarne meglio il suo odore di femmina in calore.
Un leggero sorriso comparve sul suo volto...era un godimento suo....intimo....personale, per il modo con cui riusciva ad attrarmi e se ne stava compiacendo silenziosamente, ma non le diedi oltremodo la possibilità di gioire di questa sua astuzia, la mia lingua cerco istantaneamente il suo clitoride e cominciò a stimolarlo con irruenza.
Un vociare improvviso interruppe questo magico momento i medici in visita lasciarono sia me che Lisa in uno stato di eccitazione piuttosto evidente e quando dopo poco entrarono nella stanza il dottore che mi aveva in cura accennò con un sorrisino ambiguo al fatto che ero pronto per essere dimesso.
Il mio incidente nello spazio di alcuni giorni passò nel dimenticatoio i postumi delle escoriazioni e del leggero trauma cranico fortunatamente risoltosi in un nulla di fatto provocarono un effetto collaterale, mia madre si prese una settimana di ferie ed assieme alla sua amica Mariella partirono per la Toscana, mentre Lisa mise in pratica le sue intenzioni di abbandonare la casa materna per andare a vivere da sola.
Rimasi turbato dalla sua decisione con aria sconsolata chiesi a mia sorella di meditare sul passo che stava facendo.
La sua risposta fu imperativa:
“Fratellino due api regine non possono coesistere nello stesso alveare, d'altronde tu potrai venire e fermarti da me quanto vuoi, Marco ti voglio bene come fratello e non.....ma sinceramente ho bisogno di allontanarmi da quest'ambiente al punto che sto pensando anche di cambiare lavoro”.
Mi sedetti sul divano travolto da mille pensieri, non sapevo immaginarmi senza le risate, le battute, le critiche e la sensualità che mia sorella riusciva a darmi, provai un senso di vuoto assoluto, una sensazione di estenuante spossatezza.
Il cellulare di Lisa squillò, era la sua amica Licia di Rimini che l'invitava per la sera in discoteca al club “Paradiso”...... Lisa accettò.
Più per gentilezza che per convinzione considerato il mio stato d'animo Lisa mi chiese se volevo accompagnarla.
In quel momento mi sentii tremendamente patetico.
Non so per quale strano meccanismo psicosomatico ma dentro di me scattò una molla di reazione all'apatia e la passività che mi stava affliggendo come pervaso da una scarica di adrenalina passai da uno stato amorfo ad uno di sopreccitazione
Dopo poche decine di minuti io e Lisa eravamo sulla statale Adriatica in direzione di Rimini il tragitto era relativamente breve e raggiungemmo la discoteca verso le 23,00 la serata ebbe due fasi la prima di completa assuefazione all'ambiente, la seconda di pura estasi verso mia sorella la vedevo ballare, scherzare, abbracciarsi ad altri ragazzi la cosa m'ingelosiva e mi eccitava contemporaneamente..... quando un ragazzo la bacio e le palpo il sedere sentii l'eccitazione montare in me, mentre si faceva baciare i suoi occhi mi osservavano quando il ragazzo la fece sedere sul divanetto e le sua mani diventarono sempre più audaci il senso di rabbia divenne esplosivo al punto che dovetti abbandonare il mio posto di osservazione e recarmi al bar.
Poco dopo raggiunto da Lisa...... la sua mano si poso sul mio collo e avvicinando la sua bocca al mio orecchio mi sussurrò:
“Marco ora vado via con quel mio amico torno fra un oretta ci vediamo dopo Tesoro”
Non capivo il comportamento di mia sorella mi sentii esausto e svuotato, neanche quando Licia la sua amica riminese venne da me e si sedette sulle mie ginocchia ebbi una reazione positiva continuai nel mio stato di desolante abbattimento.
Erano già le quattro e mia sorella non era ancora tornata.... uscii dal locale, la sbronza che avevo stava esaurendo il suo effetto, passeggiai sotto le luci del parcheggio ormai semivuoto...... la mia mano sentì il contatto di un'altra mano..... era Licia che con aria preoccupata disse:
“Marco......tua sorella chissà quando tornerà....quando va a scopare perde il senso del tempo vieni con me andiamo a casa mia qui fa freddo, dai, vieni andiamo.... abito in centro a Rimini ma con l'auto è un attimo arrivarci.
Per effetto di rivalsa verso Lisa accettai ed in effetti dopo pochi minuti eravamo in viale Tripoli, salimmo al terzo piano di una moderna palazzina l'ambiente molto elegante e il calore dell'arredamento lasciavano intuire la sensibilità e il buon gusto di Licia.
Chissà per quale alchimia i nostri corpi si attrassero immediatamente ci baciammo in un attimo la spogliai le nostre azioni erano comandate da impulsi automatici, era la seconda volta che vedevo Licia e la stavo denudando nonostante i suoi diciotto anni il suo corpo era acerbo e delicato, due tettine rosate e una striscia appena accennata di pelo sopra l'ingresso della vagina le davano un aspetto virgineo di puro, sacrale..... fu tutto un susseguirsi di azioni delicate e coinvolgenti in pochi minuti ero dentro il suo utero la stavo scopando i suoi gemiti di godimento rompevano il silenzio innaturale di un rapporto strano, nato per caso ma stranamente intenso.
Il trillo del campanello di casa ci scosse dal rilassamento del post rapporto Licia a fatica si alzò dal letto e si diresse alla porta d'ingresso.... riconobbi immediatamente la voce di mia sorella senti un confabulare fra loro, dentro me la paura di una reazione isterica di Lisa mi fece temere il peggio.
Rimasi sorpreso quando la vidi comparire nella stanza con il sorriso sulle labbra e fui ancora di più sorpreso quando la sua amica si presentò con il ragazzo con cui era uscita mia sorella, quando li vidi baciarsi e mia sorella specificò che quello era suo fratello il mio stupore e la mia eccitazione raggiunse l'apogeo la voglia di scoparmi Lisa fu immediata, lei ridendo se ne rese conto e disse:
“Marco bisogna che vada a lavarmi lui mi scopata e ho ancora i suoi residui dentro me”
la guardai al colmo dell'eccitazione risposi:
“Non me ne frega nulla sorellina, mi eccita tutta questa situazione che non voglio perdere neanche un minuto”
Le mie mani s'insinuarono sotto la sua gonna e la mancanza delle calze mi fece capire che probabilmente l'altro le aveva lacerate oppure se l'era fatte donare come “ricordo” la mia mano tocco la stoffa delle mutandine ancora umide di residui biologici di entrambi le mie dita s'insinuarono dentro la fessura di mia sorella in quel momento mi accorsi che il nostro show era seguito con attenzione dallasua amica e da suo fratello.
La cosa non mi creò fastidio anzi mi eccitò maggiormente e quando la nostra performance diede lo spunto ad un loro rapporto sessuale la stanza si riempì di mugoli gemiti e frasi smozzicate.
Il mio cazzo s'immerse dentro la pancia di Lisa, il suo corpo già sopraeccitato dal precedente rapporto sessuale raggiunse immediatamente uno stato di euforia e di libidine elevatissimo, il suo sesso cominciò a secernere una quantità considerevole di prodotto vaginale.... il mio pene ne fu completamente inondato lubrificandolo e di conseguenza facilitando lo scorrimento dentro il canale della sua calda e morbida fessura, provai in quel momento un amore folle per mia sorella la baciai e lei rispose al mio bacio dicendomi parole dolci e delicate, una ventata di passione e d'amore ci pervase, facendo vibrare il corpo Lisa come una canna al vento.....e senza alcuna remora la voglia di volermi solo per se la portò a supplicarmi di non lasciarla mai e di volere in futuro un figlio da me.
Il mio stato di esaltazione sessuale raggiunse livelli ineguagliabili anche in relazione al sentimento contrastante di gioia e rabbia che in alcuni momenti mia sorella riusciva a darmi.......il fatto che solo un'ora prima fosse stata con un altro, ed era stata l'oggetto del divertimento di un altra persona mi eccitava, mi solleticava enormemente pensare che altre mani l'avevano accarezzata, baciata e penetrata anche se in quel momento provavo un retrogusto di amaro in bocca dovuto alla forte gelosia che lei suscitava in me.
Sentivo che l'orgasmo era imminente, la percezione di calore salii dal profondo del mio corpo i miei lombi emanarono uno sforzo incredibile e come un fiume in piena dal mio pene la calda broda della vita sgorgò dentro l'utero di mia sorella, il mio gemito di godimento echeggiò nella stanza....e quasi a volermi liberarmi dalla tensione e dall'ansia dalla mia bocca usci una frase che mai avrei pensato di poterle dire:
“Amore ti amo..... voglio anch'io che tu rimanga incinta”
Rimanemmo abbracciati per un tempo non quantificabile stretti l'uno all'altra baciandoci e tenendoci stretti come due fidanzatini.
Infischiandocene di Licia e suo fratello ci addormentammo stremati e consapevoli che se Lisa un domani fosse rimasta incinta sicuramente non avrebbe abortito.
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