Finalmente ho sborrato dentro la pancia di mia mamma
di
giuliano
genere
incesti
Il mio pensiero era rivolto a lei sapevo che avevo fatto una cosa sbagliata e questo mi tormentava, mia madre era una persona disponibile e permissiva ma non accettava che le raccontassero delle bugie.
Quella mattina senza una ragione valida avevo bigiato la scuola e quando casualmente c'incontrammo in una via del centro non sapendo come giustificare la mia assenza dalle lezioni, la prima scusa che mi venne in mente fu quella di raccontarle la storiella di un presunto sciopero degli insegnanti senza rendermi conto che quella giustificazione non avrebbe retto minimamente.
La sua reazione dopo aver verificato la falsità della mia scusa fu quella di sentirsi presa in giro, riuscendo sul momento a trattenere la rabbia e limitandosi alla classica frase. “Facciamo i conti quando vengo a casa”
Quando sentii la chiave infilarsi nella toppa della porta d'ingresso mi preparai con apprensione alla sgridata e all'eventuale punizione.
Il faccia a faccia con mia madre fu una vera debacle, a testa bassa non accennai a nessuna reazione sentendomi dannatamente in colpa per aver tradito la sua fiducia e sopratutto per averla delusa con la mia menzogna.
La sua ramanzina fu concisa e mirata al poco rispetto che avevo avuto nei suoi confronti descrivendo con crudezza la poca affidabilità che in quel caso avevo messo in mostra, la susseguente punizione si tradusse in un divieto assoluto di frequentare le mie amicizie per una settimana.
Il suo ambulatorio di medico generico era al primo piano di un vecchio edificio nel centro di Rimini e quella mattina stranamente era vuoto, Mirella la segretaria di mia madre vedendomi mi sorrise e disse.
“Ciao Luca tua madre mi ha detto di dirti di aspettarla è andata un attimo al bar ma torna subito”
Annuii con la testa e mi sedetti in una poltroncina della sala d'attesa, sfogliai una vecchia rivista quando la vidi rientrare, la sua voce calda e delicata risuonò nella sala d'attesa.
“Ciao figliolo devo sbrigare alcune cose poi andiamo...Dai vieni con me in ambulatorio cosi mi dai una mano a sistemare sulle scansie alcune cartelle”
La sfuriata del giorno prima non aveva lasciato tracce e fra noi tutto era tornato alla normalità con il solito andazzo di sempre.
“Tesoro tienimi la scaletta devo riporre questa documentazione nella parte alta della libreria“
Con sicurezza mia madre sali i sette gradini e con le mani ingombre di cartelle cominciò a sistemarle secondo la numerazione prestampata.
Le mie mani serravano i montanti laterali della scala e l'intenzione era quella di concentrarmi sulla sua sicurezza ma istintivamente alzai gli occhi verso l'alto, inizialmente provai un piccolo disagio quando il mio sguardo cadde sulle cosce tornite della mia genitrice ma quella sensazione ebbe una breve durata, una forma di eccitazione e di perverso piacere mi pervase quando lei per meglio sistemare quella documentazione allargo leggermente le gambe quel tanto da permettermi di scrutare in profondità fra le pieghe della sua gonna.
Le sensuali gambe di mia madre fasciate da collant scuri e il leggero chiarore degli slip sotto la trama del nylon avevano talmente catalizzato la mia attenzione al punto da non rendermi conto che mia madre una volta terminato il suo lavoro mi stava osservando con sguardo preoccupato.
“Ohh!!! Luca cosa diavolo stai facendo....Guarda che sono tua mamma...Ma insomma smettila di guardare”
Mentre un rossore accentuato irradiava il mio volto lei scendeva dalla scala con evidente imbarazzo, una forma di confusione mentale m'impediva di risponderle di scusarmi, al punto che boffonchiai alcune parole prive di senso.
“Ma è mai possibile che io debba avere un figlio debosciato....inaspettatamente forse dovuto alla rabbia oppure alla sorpresa di questa situazione cominciò a ridere a crepapelle.
“Ma per Dio.... mi guardava sotto la gonna.....guardava le cosce di sua madre ho un figlio maniaco... Si...!!!Si...!!!! ne sono certa ho un figlio cretino”
Non si poteva dire che quella settimana fosse stata per me “il massimo dei massimi” il giorno prima mi ero fatto sorprendere mentre saltavo la scuola, ed oggi da perfetto stupido mentre sbirciavo sotto la gonna di mia madre, credo che con quell'azione il divieto di vedere i miei amici avrebbe avuto una durata sicuramente maggiore.
Il pomeriggio lo passai chiuso nella mia camera rivedendo in una sorta replay continuato quello che era capitato in mattinata. D'accordo, avevo violato una delle basi su cui si basava la regola del quieto vivere famigliare, ma poi alla fine di tutto non mi sentivo un mostro, avevo visto le cosce e le mutandine di mia madre da una prospettiva particolare ed accattivante.
Onestamente quell'esperienza mi era piaciuta moltissimo avevo vissuto una sensazione gradevolissima e nonostante capissi il suo stato d'animo non riuscivo a sentirmi poi cosi fortemente in colpa...in sostanza mica l'avevo scopata avevo solo preso visione di una parte nascosta del suo corpo.
Per un momento lasciai perdere questi pensieri e rifocalizzai le immagini della visione incriminata, rividi velocemente in un flash quegli attimi.... e ridendo fra me e me, pensai "Pero mia mamma è una gran bel pezzo di figa".
Verso sera sentii i primi stimoli della fame lasciai il mio rifugio e mi recai in cucina, lei era intenta a destreggiarsi ai fornelli sembrava calma e tranquilla, la rabbia e il nervoso avuto nell'arco della giornata sembravano scomparsi e con voce bonaria mi guardo e disse.
“Hai fame Luca “
Risposi affermativamente e mi sedetti a tavola, senza farmi notare le diedi uno sguardo fugace indubbiamente lei era una donna carina ed attraente ma fino a poche ore prima l'avevo sempre valutata come madre e mai sotto un aspetto diverso, le forme aggraziate e la figura snella le davano una fisionomia giovanile che non rispecchiavano minimamente la realtà anagrafica, il suo modo di vestire sbarazzino apparteneva più a quello di una trentenne invece che di una donna sulla soglia dei quarant'anni
A bruciapelo le chiesi.
“Mamma perché non ti fai bionda staresti molto bene”
Lei finse di non sentirmi e continuò nel suo lavoro.
“Io ti vedrei bene con la coda di cavallo e con i jeans”
Lei si girò e sorridendo con ironia disse.
“E dopo tu come faresti a sbirciarmi tra la gonna per vedermi le mutandine”
Accusai il colpo e nonostante nella sua risposta non ci fosse cattiveria notai una buona dose di raffinato sarcasmo.
Risi anch'io e mi accorsi in quel momento di aver rotto il ghiaccio. Mi avvicinai per darle un bacio sulla guancia lei ricambiò il mio gesto con una carezza affettuosa.
In quel momento avrei pagato qualsiasi cosa per spostare le mie labbra a sinistra e posarle sulle sue, a fatica resistetti a quell'impulso.
La serata passò senza più ritornare sulle vicende della mattinata e dopo cena ci trovammo sul divano del soggiorno a parlare delle più svariate cose, i nostri discorsi spaziarono dai problemi scolastici, al suo lavoro coinvolgendo anche il mio lato sentimentale ed affettivo, ma un certo punto le nostre domande diventarono più incisive e mirate, notai un velo di tristezza quando accennai al perché della separazione da mio padre e capii di avere toccato un punto dolente, poi chissà perché e per quale strana alchimia ci trovammo abbracciati l'uno all'alta in una specie di mutuo soccorso.
Una lunga carezza sul suo volto fu la scintilla che permise alla mia mano di posarsi sul suo seno,la sua reazione fu di evidente paura.
“Luca ti prego fermati"
“Mamma perché non ti faccio del male...ascolta mamma io desidero che tu sia felice ti voglio bene”
Ero deciso e dentro me ed ero consapevole che quella sera avrei posseduto mia madre.
La mia mano strinse il piccolo seno da sopra il maglioncino.
“Mamma anche tu ne hai voglia”
“No, non è vero....Luca ti sbagli”
La sua difesa non rispecchiava il segnale che il mio istinto percepiva. La mano s'insinuò sotto la maglia e l'indumento di cachemire fu sollevato verso l'alto, la pelle di mia madre fu scossa da un lungo impercettibile tremito le sue mani cercarono di bloccare le mie e la sua resistenza divenne piu intensa e decisa pur tuttavia non riuscirono d'impedirmi di slacciarle il reggiseno il suo petto si mostrò in tutta la sua bellezza, le sue tettine candide e sode diventarono una calamita per la mia bocca desiderosa di attingere linfa da quella parte anatomica.
La reazione di mia madre fu quella di allontanarmi dal suo seno ma poi la sua opposizione divenne blanda e priva di convinzione.
“Luca mi sento sporca, sono tua mamma...perché Luca"
Non le risposi ero arrapato come un quattordicenne, le mie mani spaziarono sul suo corpo toccando ogni centimetro della sua calda pelle, sentivo crescere in me la voglia di averla di violarla e il desiderio di rientrare nell'utero che mi aveva partorito era veramente enorme, quando le mie mani si posarono sul suo inguine palpandolo ed accarezzandolo le sue difese vacillarono definitivamente lasciandola disponibile e vulnerabile.
La mia attenzione a quel punto si concentrò sul suo sesso, la gonna già risalita abbondantemente dalle mie manipolazioni fu arrotolata fino alla vita lasciando il suo ventre coperto solo dalle bianche mutandine e dai collant in un attimo mi liberai di questi ultimi indumenti strappandoli e lasciandola completamente nuda.
Una strisciolina di peli pubici finiva dove iniziavano le grandi labbra dividendo con un solco netto e rosato l'agognato ingresso, le calde pareti del canale vaginale furono violate dalle mie dita per poi soffermarsi sul clitoride ormai turgido ed arrossato.
I baci e la mia determinazione furono l'arma determinante a scardinare definitivamente le sue remore, mia madre sollevò il bacino per meglio facilitare l'ingresso della cappella dentro il suo corpo, i muscoli vaginali risucchiarono il pene fino alla radice facendole emettere un gemito di piacere e soddisfazione.
Definire quello che stava accadendo un sogno era minimizzare la realtà, assaporavo il profumo di donna che emanava da ogni suo poro, mi gustavo il piacere del contatto dei nostri corpi nudi mentre il mio cazzo affondava dentro la sua pancia.
La libidine aveva avuto il sopravvento sulle sue paure, facendola diventare lasciva e vogliosa.
Ora era lei ad incitarmi, voleva esser presa con maggior violenza, voleva sentire la forza bruta del maschio che la possedeva la sventrava, bramava la rudezza di un rapporto sessuale cruento che usciva dai dogmi comuni.
Dalla sua bocca uscirono frasi estranee al suo normale linguaggio, parole come “Rompimi, Scopami frocietto, Riempimi la pancia di sborra” furono per me una vera sorpresa, questa sua terminologia eccitò la mia libidine a dismisura amplificando la mia performance sessuale.
Mia madre in quel momento era diventata la mia puttana, la mia vacca, una troia priva d'inibizioni e di remore, mi piaceva vederla con il volto trasformato dal godimento con le mani nei capelli e gli occhi chiusi mentre m'implorava di riempirle la pancia di sborra.
Quando riversai dentro il suo utero il mio seme il suo godimento raggiunse l'apice esternando la sua felicita con un abbraccio fortissimo e lanciando un urlo d'interminabile piacere.
Il solo pensiero di aver posseduto la persona che mi aveva generato era motivo di totale sublimazione se poi a questo si aggiungeva il fatto che il tutto era stato completato con l'eiaculazione dentro l'utero della mia genitrice l'amalgama di queste cose rendevano magnifici ed insuperabili quegli attimi.
Rimanemmo abbracciati per un tempo interminabile, ne seguirono parole dolci e coccole delicate, i nostri corpi sudati e frementi sembravano uniti da un legame invisibile, nessuno di noi due voleva allontanarsi dall'altro e quella che doveva essere una pausa di relax diventò un ulteriore spinta per un secondo accoppiamento ancora più furente e sensuale del primo. Mia mamma libera da ogni remora si concesse totalmente lasciando che le facessi tutte quelle cose che mai nessun uomo le aveva fatto.
Dopo quella sera ne seguirono altre, i nostri incontri incestuosi ben protetti dalle mura di casa risultarono come una manna per tutti e due, mia madre mi confessò che dopo la separazione da mio padre nonostante fosse stata nel mirino di molti uomini aveva avuto pochissimi rapporti sessuali. Trovammo difficile capire se tutto questo fosse stato un disegno del destino oppure la coincidenza di situazioni e momenti imprevedibili, sta di fatto che la cosa soddisfò entrambi legandoci maggiormente per poi portare il nostro amore e il nostro sesso a livelli sublimi.
Quella mattina senza una ragione valida avevo bigiato la scuola e quando casualmente c'incontrammo in una via del centro non sapendo come giustificare la mia assenza dalle lezioni, la prima scusa che mi venne in mente fu quella di raccontarle la storiella di un presunto sciopero degli insegnanti senza rendermi conto che quella giustificazione non avrebbe retto minimamente.
La sua reazione dopo aver verificato la falsità della mia scusa fu quella di sentirsi presa in giro, riuscendo sul momento a trattenere la rabbia e limitandosi alla classica frase. “Facciamo i conti quando vengo a casa”
Quando sentii la chiave infilarsi nella toppa della porta d'ingresso mi preparai con apprensione alla sgridata e all'eventuale punizione.
Il faccia a faccia con mia madre fu una vera debacle, a testa bassa non accennai a nessuna reazione sentendomi dannatamente in colpa per aver tradito la sua fiducia e sopratutto per averla delusa con la mia menzogna.
La sua ramanzina fu concisa e mirata al poco rispetto che avevo avuto nei suoi confronti descrivendo con crudezza la poca affidabilità che in quel caso avevo messo in mostra, la susseguente punizione si tradusse in un divieto assoluto di frequentare le mie amicizie per una settimana.
Il suo ambulatorio di medico generico era al primo piano di un vecchio edificio nel centro di Rimini e quella mattina stranamente era vuoto, Mirella la segretaria di mia madre vedendomi mi sorrise e disse.
“Ciao Luca tua madre mi ha detto di dirti di aspettarla è andata un attimo al bar ma torna subito”
Annuii con la testa e mi sedetti in una poltroncina della sala d'attesa, sfogliai una vecchia rivista quando la vidi rientrare, la sua voce calda e delicata risuonò nella sala d'attesa.
“Ciao figliolo devo sbrigare alcune cose poi andiamo...Dai vieni con me in ambulatorio cosi mi dai una mano a sistemare sulle scansie alcune cartelle”
La sfuriata del giorno prima non aveva lasciato tracce e fra noi tutto era tornato alla normalità con il solito andazzo di sempre.
“Tesoro tienimi la scaletta devo riporre questa documentazione nella parte alta della libreria“
Con sicurezza mia madre sali i sette gradini e con le mani ingombre di cartelle cominciò a sistemarle secondo la numerazione prestampata.
Le mie mani serravano i montanti laterali della scala e l'intenzione era quella di concentrarmi sulla sua sicurezza ma istintivamente alzai gli occhi verso l'alto, inizialmente provai un piccolo disagio quando il mio sguardo cadde sulle cosce tornite della mia genitrice ma quella sensazione ebbe una breve durata, una forma di eccitazione e di perverso piacere mi pervase quando lei per meglio sistemare quella documentazione allargo leggermente le gambe quel tanto da permettermi di scrutare in profondità fra le pieghe della sua gonna.
Le sensuali gambe di mia madre fasciate da collant scuri e il leggero chiarore degli slip sotto la trama del nylon avevano talmente catalizzato la mia attenzione al punto da non rendermi conto che mia madre una volta terminato il suo lavoro mi stava osservando con sguardo preoccupato.
“Ohh!!! Luca cosa diavolo stai facendo....Guarda che sono tua mamma...Ma insomma smettila di guardare”
Mentre un rossore accentuato irradiava il mio volto lei scendeva dalla scala con evidente imbarazzo, una forma di confusione mentale m'impediva di risponderle di scusarmi, al punto che boffonchiai alcune parole prive di senso.
“Ma è mai possibile che io debba avere un figlio debosciato....inaspettatamente forse dovuto alla rabbia oppure alla sorpresa di questa situazione cominciò a ridere a crepapelle.
“Ma per Dio.... mi guardava sotto la gonna.....guardava le cosce di sua madre ho un figlio maniaco... Si...!!!Si...!!!! ne sono certa ho un figlio cretino”
Non si poteva dire che quella settimana fosse stata per me “il massimo dei massimi” il giorno prima mi ero fatto sorprendere mentre saltavo la scuola, ed oggi da perfetto stupido mentre sbirciavo sotto la gonna di mia madre, credo che con quell'azione il divieto di vedere i miei amici avrebbe avuto una durata sicuramente maggiore.
Il pomeriggio lo passai chiuso nella mia camera rivedendo in una sorta replay continuato quello che era capitato in mattinata. D'accordo, avevo violato una delle basi su cui si basava la regola del quieto vivere famigliare, ma poi alla fine di tutto non mi sentivo un mostro, avevo visto le cosce e le mutandine di mia madre da una prospettiva particolare ed accattivante.
Onestamente quell'esperienza mi era piaciuta moltissimo avevo vissuto una sensazione gradevolissima e nonostante capissi il suo stato d'animo non riuscivo a sentirmi poi cosi fortemente in colpa...in sostanza mica l'avevo scopata avevo solo preso visione di una parte nascosta del suo corpo.
Per un momento lasciai perdere questi pensieri e rifocalizzai le immagini della visione incriminata, rividi velocemente in un flash quegli attimi.... e ridendo fra me e me, pensai "Pero mia mamma è una gran bel pezzo di figa".
Verso sera sentii i primi stimoli della fame lasciai il mio rifugio e mi recai in cucina, lei era intenta a destreggiarsi ai fornelli sembrava calma e tranquilla, la rabbia e il nervoso avuto nell'arco della giornata sembravano scomparsi e con voce bonaria mi guardo e disse.
“Hai fame Luca “
Risposi affermativamente e mi sedetti a tavola, senza farmi notare le diedi uno sguardo fugace indubbiamente lei era una donna carina ed attraente ma fino a poche ore prima l'avevo sempre valutata come madre e mai sotto un aspetto diverso, le forme aggraziate e la figura snella le davano una fisionomia giovanile che non rispecchiavano minimamente la realtà anagrafica, il suo modo di vestire sbarazzino apparteneva più a quello di una trentenne invece che di una donna sulla soglia dei quarant'anni
A bruciapelo le chiesi.
“Mamma perché non ti fai bionda staresti molto bene”
Lei finse di non sentirmi e continuò nel suo lavoro.
“Io ti vedrei bene con la coda di cavallo e con i jeans”
Lei si girò e sorridendo con ironia disse.
“E dopo tu come faresti a sbirciarmi tra la gonna per vedermi le mutandine”
Accusai il colpo e nonostante nella sua risposta non ci fosse cattiveria notai una buona dose di raffinato sarcasmo.
Risi anch'io e mi accorsi in quel momento di aver rotto il ghiaccio. Mi avvicinai per darle un bacio sulla guancia lei ricambiò il mio gesto con una carezza affettuosa.
In quel momento avrei pagato qualsiasi cosa per spostare le mie labbra a sinistra e posarle sulle sue, a fatica resistetti a quell'impulso.
La serata passò senza più ritornare sulle vicende della mattinata e dopo cena ci trovammo sul divano del soggiorno a parlare delle più svariate cose, i nostri discorsi spaziarono dai problemi scolastici, al suo lavoro coinvolgendo anche il mio lato sentimentale ed affettivo, ma un certo punto le nostre domande diventarono più incisive e mirate, notai un velo di tristezza quando accennai al perché della separazione da mio padre e capii di avere toccato un punto dolente, poi chissà perché e per quale strana alchimia ci trovammo abbracciati l'uno all'alta in una specie di mutuo soccorso.
Una lunga carezza sul suo volto fu la scintilla che permise alla mia mano di posarsi sul suo seno,la sua reazione fu di evidente paura.
“Luca ti prego fermati"
“Mamma perché non ti faccio del male...ascolta mamma io desidero che tu sia felice ti voglio bene”
Ero deciso e dentro me ed ero consapevole che quella sera avrei posseduto mia madre.
La mia mano strinse il piccolo seno da sopra il maglioncino.
“Mamma anche tu ne hai voglia”
“No, non è vero....Luca ti sbagli”
La sua difesa non rispecchiava il segnale che il mio istinto percepiva. La mano s'insinuò sotto la maglia e l'indumento di cachemire fu sollevato verso l'alto, la pelle di mia madre fu scossa da un lungo impercettibile tremito le sue mani cercarono di bloccare le mie e la sua resistenza divenne piu intensa e decisa pur tuttavia non riuscirono d'impedirmi di slacciarle il reggiseno il suo petto si mostrò in tutta la sua bellezza, le sue tettine candide e sode diventarono una calamita per la mia bocca desiderosa di attingere linfa da quella parte anatomica.
La reazione di mia madre fu quella di allontanarmi dal suo seno ma poi la sua opposizione divenne blanda e priva di convinzione.
“Luca mi sento sporca, sono tua mamma...perché Luca"
Non le risposi ero arrapato come un quattordicenne, le mie mani spaziarono sul suo corpo toccando ogni centimetro della sua calda pelle, sentivo crescere in me la voglia di averla di violarla e il desiderio di rientrare nell'utero che mi aveva partorito era veramente enorme, quando le mie mani si posarono sul suo inguine palpandolo ed accarezzandolo le sue difese vacillarono definitivamente lasciandola disponibile e vulnerabile.
La mia attenzione a quel punto si concentrò sul suo sesso, la gonna già risalita abbondantemente dalle mie manipolazioni fu arrotolata fino alla vita lasciando il suo ventre coperto solo dalle bianche mutandine e dai collant in un attimo mi liberai di questi ultimi indumenti strappandoli e lasciandola completamente nuda.
Una strisciolina di peli pubici finiva dove iniziavano le grandi labbra dividendo con un solco netto e rosato l'agognato ingresso, le calde pareti del canale vaginale furono violate dalle mie dita per poi soffermarsi sul clitoride ormai turgido ed arrossato.
I baci e la mia determinazione furono l'arma determinante a scardinare definitivamente le sue remore, mia madre sollevò il bacino per meglio facilitare l'ingresso della cappella dentro il suo corpo, i muscoli vaginali risucchiarono il pene fino alla radice facendole emettere un gemito di piacere e soddisfazione.
Definire quello che stava accadendo un sogno era minimizzare la realtà, assaporavo il profumo di donna che emanava da ogni suo poro, mi gustavo il piacere del contatto dei nostri corpi nudi mentre il mio cazzo affondava dentro la sua pancia.
La libidine aveva avuto il sopravvento sulle sue paure, facendola diventare lasciva e vogliosa.
Ora era lei ad incitarmi, voleva esser presa con maggior violenza, voleva sentire la forza bruta del maschio che la possedeva la sventrava, bramava la rudezza di un rapporto sessuale cruento che usciva dai dogmi comuni.
Dalla sua bocca uscirono frasi estranee al suo normale linguaggio, parole come “Rompimi, Scopami frocietto, Riempimi la pancia di sborra” furono per me una vera sorpresa, questa sua terminologia eccitò la mia libidine a dismisura amplificando la mia performance sessuale.
Mia madre in quel momento era diventata la mia puttana, la mia vacca, una troia priva d'inibizioni e di remore, mi piaceva vederla con il volto trasformato dal godimento con le mani nei capelli e gli occhi chiusi mentre m'implorava di riempirle la pancia di sborra.
Quando riversai dentro il suo utero il mio seme il suo godimento raggiunse l'apice esternando la sua felicita con un abbraccio fortissimo e lanciando un urlo d'interminabile piacere.
Il solo pensiero di aver posseduto la persona che mi aveva generato era motivo di totale sublimazione se poi a questo si aggiungeva il fatto che il tutto era stato completato con l'eiaculazione dentro l'utero della mia genitrice l'amalgama di queste cose rendevano magnifici ed insuperabili quegli attimi.
Rimanemmo abbracciati per un tempo interminabile, ne seguirono parole dolci e coccole delicate, i nostri corpi sudati e frementi sembravano uniti da un legame invisibile, nessuno di noi due voleva allontanarsi dall'altro e quella che doveva essere una pausa di relax diventò un ulteriore spinta per un secondo accoppiamento ancora più furente e sensuale del primo. Mia mamma libera da ogni remora si concesse totalmente lasciando che le facessi tutte quelle cose che mai nessun uomo le aveva fatto.
Dopo quella sera ne seguirono altre, i nostri incontri incestuosi ben protetti dalle mura di casa risultarono come una manna per tutti e due, mia madre mi confessò che dopo la separazione da mio padre nonostante fosse stata nel mirino di molti uomini aveva avuto pochissimi rapporti sessuali. Trovammo difficile capire se tutto questo fosse stato un disegno del destino oppure la coincidenza di situazioni e momenti imprevedibili, sta di fatto che la cosa soddisfò entrambi legandoci maggiormente per poi portare il nostro amore e il nostro sesso a livelli sublimi.
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