Mia madre prima desiderata poi scopata
di
giuliano
genere
incesti
Sono sempre stato viziato fin da piccolo, in quanto figlio unico in una famiglia veramente ristretta, composta da me e mia madre, questo suo modo di fare era anche dovuto al fatto che essendo senza padre (scomparso prematuramente)lei aveva riversato in modo viscerale su me tutto il suo affetto e il suo amore.
Lei era una madre molto accondiscendente nei miei riguardi, pronta a soddisfare tutte le voglie e le mie stravaganze che mi frullavano intesta e cosi come dono per la mia maggiore età il regalo tanto agognato era stato da me apprezzato in modo particolare, la tanto desiderata moto mi era stata consegnata il giorno precedentemente la data del mio compleanno, con la puntualità di un orologio svizzero.
Questo sentimento d'amore era sempre stato ricambiato da me con gran calore la mia idolatria verso la persona che mi aveva messo al mondo era sempre stata sincera e circoscritta nel rispetto filiale che regolava il rapporto madre/figlio, fino a quando verso i sedici anni gli ormoni impazziti di un adolescente in continua evoluzione fisica e psichica avevano sconvolto la mia visione di lei non più come mamma ma come donna tutto ciò favorito anche dalla sua età ancora giovanile e da un aspetto pulito e gradevolissimo.
Ma al compimento del mio diciottesimo anno successe una cosa che in seguito avrebbe segnato le nostre vite, al punto che mai avremmo potuto immaginare i risvolti particolari e pericolosi che poi ci avrebbero sucessivamente trascinato verso un baratro inimmaginabile.
Come nostra consuetudine il mese di Settembre era dedicato alla raccolta delle prugne dei pistacchi e delle more nella nostra casetta sulle colline dell'entroterra riminese, un dono avuto in eredità dai genitori di mia madre.
Mentre la mia genitrice vi si era recata nella mattinata io l'avrei raggiunta successivamente nel primo pomeriggio, i nostri accordi erano condizionati dalla voglia di mostrare ai miei amici la moto avuta in regalo.
Pertanto alle tre pomeridiane parcheggiai lo scooter davanti al grande cancello verde che portava al garage e passando dall'ingresso laterale entrai in casa mentre mia madre distesa sul divano assisteva in TV ad una delle sue telenovelle preferite.
“Ciao mamma, sempre intenta a guardare storie impossibili?”
Lei rise ed aggiunse.
“Ma dai smettila, sai che queste telenovelle mi piacciono molto”
Mi sedetti su di una poltrona e smangiucchiando delle arachidi cominciai a sfogliare un giornale locale concentrandomi su di un articolo che annunciava una festa paesana in una località poco distante da noi.
“Mamma guarda a Villa Verucchio c'è la festa del paese”
La sua risposta fu breve ma concisa.
“OK...Marco se vuoi andarci andiamoci”
“Mamma comincia stasera potremmo mangiare agli stand gastronomici e girovagare fra le bancarelle”
“Va bene tesoro, pero...ora amore fammi finire di vedere la mia puntata”
Con un sorriso sulle labbra le dissi.
“Va bene dolce mammina.... vado in giardino ad ammirare la mia moto”
Le mi guardo scosse la testa e ricambiò il mio sorriso.
Alle sette uscimmo da casa con direzione Villa Verucchio, la Peugeot di mia madre si fermò all'ingresso del paese e con calma ci dirigemmo verso la zona destinata alla ristorazione.
Per un periodo breve vista la marea di gente che affollava questa zona lei mi camminò davanti e non potei fare a meno di ammirare il suo stato fisico, mia madre era veramente una bella signora, un fisico asciutto e snello completato da un abbigliamento sportivo e moderno rubava molti anni dalla sua realtà anagrafica, non che a 38 anni lei fosse da considerarsi vecchia, ma cosi agghindata dimostrava molti anni in meno.
Spontaneamente le chiesi.
“Mamma sembri una ragazzina, ed istintivamente le presi la mano”
Lei mi guardò e con il volto illuminato da sprazzi di felicità disse.
”Come sei dolce tesoro, la cosa mi rende felice, ma non vorrei metterti in imbarazzo nel qual caso tu incontrassi qualcuno degli tuoi amici”
Risi con forte ilarità.
“Mamma tu non lo sai....ma tu sei un icona per tutti loro”
La cosa la lascio sorpresa e sbalordita.
“Come sono una icona? Cosa vuoi dire Marco”
“Si mamma sei il sogno di mamma che tutti vorrebbero avere e credimi non solo come genitrice, qualcuno ha fatto commenti molto particolareggiati su te...tu mi capisci, questo lo so perché questi sono i segreti di pulcinella a lungo andare si vengono a sapere”
La sua bocca spalancata lasciava capire che la cosa l'aveva colpita e ridendo fragorosamente aggiunse.
“Voi ragazzi siete proprio tutti matti, ma pensa te" fece una breve pausa ed aggiunse.
"Anche Luca il tuo migliore amico la pensa cosi?”
“Mamma lui è il primo della lista che se potesse ti.... Bhe!!! hai capito no!!”
“Ma tu guarda!!!... il tuo amico Luca è proprio un bel maiale”
E scoppiammo a ridere tutti e due.
“E tu non ti sei arrabbiato, non mi hai difesa?”
“In un primo momento ci sono rimasto molto male, poi ho capito che questi sono pensieri che bene o male tutti abbiamo fatto nei riguardi delle mamme dei nostri amici, perciò mi sono limitato a redarguirlo”
“Lui si è scusato e mi ha detto che non avrebbe fatto più pensieri sconci su di te, anche se so già in partenza che dopo un minuto il suo pensiero era già dedicato alle tue gambe, il suo chiodo fisso”
Ci sedemmo in una tavolata all'aperto e sebbene facesse frescolino il cielo era chiaro e luminoso la brezzolina che veniva dal mare dava un pizzico di brio alla serata, mia madre raccolse i capelli biondo scuro in una coda di cavallo.
Un uomo che le era accanto cercò di attaccare discorso e questo m'indispettì non poco....provai un senso di gelosia e di rabbia, in quel momento mi venne spontaneo chiedermi "Ma brutto cretino non si sei accorto che lei è con me?" Mia madre percepì il mio fastidio e taglio corto riducendo al minimo le risposte alle domande che lui le rivolgeva.
Mangiammo e dopo mezzora girovagammo tra le bancarelle in cerca di qualcosa che potesse attirare la nostra attenzione, istintivamente la presi sottobraccio senti un calore avvamparmi, il suo profumo dolce e delicato avviluppò le narici, mi sentii subito a mio agio, ero con mia madre in giro per il paese e sentivo montare in me l'orgoglio e la voglia di stringerla a me e baciarla una coppia anziano ci passò accanto si girò e disse sussurrando.
”Che bella coppia siete” e proseguì annuendo
Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.
“Mamma ci hanno scambiato per una coppia”
“Si Luca la cosa non sai quanto mi rende felice” e rise
“Allora mamma, vuol dire che stasera andiamo a letto insieme” Azzardai aspettandomi una risposta di rimprovero che non arrivò.
La serata pian piano arrivò al termine e con la sensazione di felicità c'incamminammo verso l'auto
“Mamma mi sono divertito dovremmo farle più spesso queste uscite”
“Ma tu sei giovane e io sono vecchia tu hai diritto di uscire con i ragazzi della tua età”
“Ma tu non sei vecchia e poi da come la gente ti guardava credo di aver suscitato molta invidia a molte persone”
Quando salimmo in auto la sua gonna risalii leggermente e non potei fare a meno di osservare le sue gambe, in effetti il mio amico Luca non aveva torto mia madre aveva delle gambe bellissime poi ricoperte dal nylon delle calze sprigionavano una certa sensualità.
Per tutto il viaggio di ritorno questa immagine martellò nella mia testa incessantemente, accidenti mia madre era veramente una gran figa e tante sensazioni provate nel periodo adolescenziale ritornarono prepotentemente alla mia memoria.
Arrivati al cancello della villetta scesi ed aprii l'ingresso, scendemmo dall'auto e le chiesi.
“Mamma posso darti un bacio”
La sua risposta non si fece attendere
“Certo Marco“
Mi avvicinai le posai la bocca sulla guancia, poi con mossa rapida la spostai sulla labbra, lei rimase alquanto sorpresa.
”Marco cosa fai”
Balbettai alcune frasi senza senso e mi resi conto di aver fatto il passo più lungo della gamba, ma la voglia era cosi tanta che mi auto giustificai dicendole.
“Scusa mamma ma mi andava di farlo”
La sua sorpresa durò poco, nel buio della notte illuminati dal solo lampioncino dell'ingresso sentii la sua mano avvolgermi da dietro la cute, le sue labbra si posarono sulle mie e la sua lingua entrò nella mia bocca con effetto dirompente.
Tutto questo centuplicò le mie forze la sollevai da terra e portandola in braccio aprii la porta d'ingresso, sempre avvinghiati in una morsa che man mano aumentava d'intensità.
Con delicatezza la portai nella sua camera da letto adagiandola sulle candide lenzuola.
Con estrema tenerezza le accarezzai il volto, lei non disse nulla, i suoi occhi spaziarono nei miei, sentivo una crescente voglia di toccarla di baciarla di scoprire quel corpo che mi aveva generato, ma nel contempo la paura di violare quel simbolo quell'icona fino ad allora integra e venerata, mi assalii prepotentemente.
Sentii la sua mano prendere la mia e con dolcezza la posò sul suo seno, rimasi sorpreso dalla sua mossa, ma nel contempo l'eccitazione stava avendo il sopravvento, istintivamente lo strinsi e la carne elastica e soda del suo petto riempii il palmo della mano, lei chiuse gli occhi e sussurro. “Marco ti voglio bene”
Le mie dita scesero lentamente prima sulla pancia per poi spostarsi verso l'inguine, la protuberanza del monte di venere mi diede un lungo brivido lungo la schiena, con calcolata lentezza feci risalire la gonna verso l'alto arricciandola in una sorta di gioco erotico che sembrava infinito, la carne elastica delle cosce ricoperta dal Nylon delle calze mi porto vicino all'eiaculazione e quando sotto la trama del collant apparve il chiarore delle mutandine mi sentii mancare il fiato in gola.
Lo spettacolo non solo era eccitante ma raggiungeva il massimo del erotismo perché la persona che stavo manipolando era mia madre, con decisione affondai il viso alla giuntura delle gambe, aspirai il profumo di donna che esalava dal suo inguine, un odore asprigno e potente colpii le mie particelle odorifere con il risultato di avere un'erezione che mi procurò un forte dolore ai testicoli per la restrizione del pene negli slip.
Mai avrei pensato che in quel sabato di una giornata semi festiva avrei posato non solo lo sguardo su quel corpo cosi desiderato negli anni della mia adolescenza, che rimembrava un periodo di quotidiane masturbazioni, fatte in onore di una evoluzione sessuale tutta da scoprire, ed ora lei il tanto agognato obiettivo della mia gioventù era li in balia delle mie brame pronta ad asseccondare tutte le mie voglie.
Mia madre allargò le gambe e sollevò il bacino dandomi una visione completa del suo basso ventre, il tassello delle candide mutandine di pizzo lasciavano intravvedere una chiazza bagnaticcia all'altezza della cucitura del collant, mia madre stava godendo...e lo dimostrava apertamente con quella presenza di liquido vaginale, la mia bocca asciutta e secca dal susseguirsi di emozioni cosi impreviste vi si appoggio sopra cercando di assaporare quella forma di piacere naturale fuoriuscito dalla vagina.
La mia libido crebbe smisuratamente ed in un momento di erotismo sfrenato decisi di stracciare le ultime barriere che proteggevano ancora la sua femminilità, la stoffa del collant e degli slip venne lacerata in un sol colpo, il sesso di mia madre si rivelò in tutta la sua solennità, le grandi labbra e il loro interno bagnate dalla continua manovra imposta dalle mie mani mi procurò un' emozione immensa, quella parte anatomica cosi personale e delicata era alla mia portata, era solo mia, mia madre mi stava donando la parte più intima e segreta del suo corpo, l'ingresso dove diciotto anni prima ne ero uscito.
In un lampo mi spogliai completamente in quel momento lei prese in mano la situazione, il suo volto stravolto ed eccitato lasciava palesare pensieri al di fuori della mia ideologia di quello che è l'amore materno, mai avrei potuto immaginare una metamorfosi cosi decisa ed improvvisa, la sua bocca si avvicinò al mio pene facendomi recepire in quel momento le sue reali intenzioni.
La sorpresa iniziale svaniì subito quando lei cominciò a leccare mordicchiando e baciando con ingordigia il mio organo sessuale, con mosse veloci scalpellò il pene ingoiandolo fino alla radice e a quel punto fu tutto un susseguirsi di azioni sessuali dal risvolto altamente erotico, ci trovammo tutti e due nudi nel lettone della sua camera, la mia bocca si attaccò al suo seno piccolo ma benfatto, mordendo i rosei capezzoli dalle aureole piccole e raggrinzite dal piacere.
Mi piaceva morderle quei piccoli globi di carne lasciando sopra di essi gli evidenti segni della mia furia, il rossore dei succhiotti contrastavano con la sua pelle diafana quasi marmorea.
La posizione assunta metteva i nostri volti rivolti verso i rispettivi organi sessuali, la mia bocca affondata fra le sue cosce assaporava quei momenti magici ed unici e mentre la mia lingua spaziava dentro la sua vagina succhiando ogni anfratto e ogni piegolina lei continuava ininterrottamente a tormentare il mio pene gonfiandolo di eccitazione e di voglie incestuose.
Più volte riuscii a fatica a trattenere l'eiaculazione, poi lei con voce greve disse.
“Marco ho bisogno di sentirti dentro, ti prego scopami”
Velocemente cambiai la postura dei nostri corpi, sfiorai con le dita la morbida peluria bionda del pube e forzai l'agognato ingresso, incurante della sua supplica di non venirgli dentro cominciai a stantuffarle dentro la pancia, le pareti vaginali irrorate dalle continue emissioni di liquido vaginale facilitarono il mio amplesso, i colpi prima lenti e cadenzati diventarono successivamente potenti e poderosi con un ritmo veloce ed incessante, i suoi sospiri e i gridolini iniziali diventarono in tempi brevi vere e proprie urla di piacere, poi furono un susseguirsi d'incitamenti di “sfondarla, spaccarla, di romperle il culo e la figa” e quando al culmine del godimento non riuscii più a trattenermi le riempii l'utero di sperma deludendo le sue suppliche di non eiacularle dentro il ventre.
In un primo momento mia madre si arrabbio e le parole tenere e dolci si trasformarono velocemente in vere e proprie lamentele condite da vero risentimento.
“Marco sei un cretino patentato, mi ero raccomandata di non sborrarmi dentro la pancia non prendo precauzioni e tu invece...guarda cosa hai combinato sei proprio uno stupido... ed ora se rimango incinta cosa faccio?”.... Azzardai.
"Lo teniamo mamma"
Capii in quel momento che la mia risposta era fuori luogo quando i suoi occhi mi fulminarono con uno sguardo severo.
La mia libidine mi aveva impedito di evitare l'epilogo da lei voluto, ma onestamente il risultato finale forse era quello che io volevo, mettere incinta mia madre era un desiderio nato per caso ma fortemente desiderato in quel frangente terminale di un rapporto sessuale nato improvvisamente, mi piaceva immensamente pensare a mia madre con il pancione dove il 50 per cento di quell'evento sarebbe stato merito mio.
Sono passati diversi mesi da quel giorno, la voglia di voler riprovare quelle emozioni cosi forti e cosi pericolose si è ripetuta più volte, ma la consapevolezza dei rischi e le eventuali conseguenze che si sarebbero potute presentare influirono negativamente sulle decisioni della mia genitrice, con grande rammarico accettai il suo volere, lasciando nella mia mente solo i ricordi di attimi meravigliosi di un amplesso anomalo ma incredibilmente piacevolissimo e purtroppo irripetibile.
Lei era una madre molto accondiscendente nei miei riguardi, pronta a soddisfare tutte le voglie e le mie stravaganze che mi frullavano intesta e cosi come dono per la mia maggiore età il regalo tanto agognato era stato da me apprezzato in modo particolare, la tanto desiderata moto mi era stata consegnata il giorno precedentemente la data del mio compleanno, con la puntualità di un orologio svizzero.
Questo sentimento d'amore era sempre stato ricambiato da me con gran calore la mia idolatria verso la persona che mi aveva messo al mondo era sempre stata sincera e circoscritta nel rispetto filiale che regolava il rapporto madre/figlio, fino a quando verso i sedici anni gli ormoni impazziti di un adolescente in continua evoluzione fisica e psichica avevano sconvolto la mia visione di lei non più come mamma ma come donna tutto ciò favorito anche dalla sua età ancora giovanile e da un aspetto pulito e gradevolissimo.
Ma al compimento del mio diciottesimo anno successe una cosa che in seguito avrebbe segnato le nostre vite, al punto che mai avremmo potuto immaginare i risvolti particolari e pericolosi che poi ci avrebbero sucessivamente trascinato verso un baratro inimmaginabile.
Come nostra consuetudine il mese di Settembre era dedicato alla raccolta delle prugne dei pistacchi e delle more nella nostra casetta sulle colline dell'entroterra riminese, un dono avuto in eredità dai genitori di mia madre.
Mentre la mia genitrice vi si era recata nella mattinata io l'avrei raggiunta successivamente nel primo pomeriggio, i nostri accordi erano condizionati dalla voglia di mostrare ai miei amici la moto avuta in regalo.
Pertanto alle tre pomeridiane parcheggiai lo scooter davanti al grande cancello verde che portava al garage e passando dall'ingresso laterale entrai in casa mentre mia madre distesa sul divano assisteva in TV ad una delle sue telenovelle preferite.
“Ciao mamma, sempre intenta a guardare storie impossibili?”
Lei rise ed aggiunse.
“Ma dai smettila, sai che queste telenovelle mi piacciono molto”
Mi sedetti su di una poltrona e smangiucchiando delle arachidi cominciai a sfogliare un giornale locale concentrandomi su di un articolo che annunciava una festa paesana in una località poco distante da noi.
“Mamma guarda a Villa Verucchio c'è la festa del paese”
La sua risposta fu breve ma concisa.
“OK...Marco se vuoi andarci andiamoci”
“Mamma comincia stasera potremmo mangiare agli stand gastronomici e girovagare fra le bancarelle”
“Va bene tesoro, pero...ora amore fammi finire di vedere la mia puntata”
Con un sorriso sulle labbra le dissi.
“Va bene dolce mammina.... vado in giardino ad ammirare la mia moto”
Le mi guardo scosse la testa e ricambiò il mio sorriso.
Alle sette uscimmo da casa con direzione Villa Verucchio, la Peugeot di mia madre si fermò all'ingresso del paese e con calma ci dirigemmo verso la zona destinata alla ristorazione.
Per un periodo breve vista la marea di gente che affollava questa zona lei mi camminò davanti e non potei fare a meno di ammirare il suo stato fisico, mia madre era veramente una bella signora, un fisico asciutto e snello completato da un abbigliamento sportivo e moderno rubava molti anni dalla sua realtà anagrafica, non che a 38 anni lei fosse da considerarsi vecchia, ma cosi agghindata dimostrava molti anni in meno.
Spontaneamente le chiesi.
“Mamma sembri una ragazzina, ed istintivamente le presi la mano”
Lei mi guardò e con il volto illuminato da sprazzi di felicità disse.
”Come sei dolce tesoro, la cosa mi rende felice, ma non vorrei metterti in imbarazzo nel qual caso tu incontrassi qualcuno degli tuoi amici”
Risi con forte ilarità.
“Mamma tu non lo sai....ma tu sei un icona per tutti loro”
La cosa la lascio sorpresa e sbalordita.
“Come sono una icona? Cosa vuoi dire Marco”
“Si mamma sei il sogno di mamma che tutti vorrebbero avere e credimi non solo come genitrice, qualcuno ha fatto commenti molto particolareggiati su te...tu mi capisci, questo lo so perché questi sono i segreti di pulcinella a lungo andare si vengono a sapere”
La sua bocca spalancata lasciava capire che la cosa l'aveva colpita e ridendo fragorosamente aggiunse.
“Voi ragazzi siete proprio tutti matti, ma pensa te" fece una breve pausa ed aggiunse.
"Anche Luca il tuo migliore amico la pensa cosi?”
“Mamma lui è il primo della lista che se potesse ti.... Bhe!!! hai capito no!!”
“Ma tu guarda!!!... il tuo amico Luca è proprio un bel maiale”
E scoppiammo a ridere tutti e due.
“E tu non ti sei arrabbiato, non mi hai difesa?”
“In un primo momento ci sono rimasto molto male, poi ho capito che questi sono pensieri che bene o male tutti abbiamo fatto nei riguardi delle mamme dei nostri amici, perciò mi sono limitato a redarguirlo”
“Lui si è scusato e mi ha detto che non avrebbe fatto più pensieri sconci su di te, anche se so già in partenza che dopo un minuto il suo pensiero era già dedicato alle tue gambe, il suo chiodo fisso”
Ci sedemmo in una tavolata all'aperto e sebbene facesse frescolino il cielo era chiaro e luminoso la brezzolina che veniva dal mare dava un pizzico di brio alla serata, mia madre raccolse i capelli biondo scuro in una coda di cavallo.
Un uomo che le era accanto cercò di attaccare discorso e questo m'indispettì non poco....provai un senso di gelosia e di rabbia, in quel momento mi venne spontaneo chiedermi "Ma brutto cretino non si sei accorto che lei è con me?" Mia madre percepì il mio fastidio e taglio corto riducendo al minimo le risposte alle domande che lui le rivolgeva.
Mangiammo e dopo mezzora girovagammo tra le bancarelle in cerca di qualcosa che potesse attirare la nostra attenzione, istintivamente la presi sottobraccio senti un calore avvamparmi, il suo profumo dolce e delicato avviluppò le narici, mi sentii subito a mio agio, ero con mia madre in giro per il paese e sentivo montare in me l'orgoglio e la voglia di stringerla a me e baciarla una coppia anziano ci passò accanto si girò e disse sussurrando.
”Che bella coppia siete” e proseguì annuendo
Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.
“Mamma ci hanno scambiato per una coppia”
“Si Luca la cosa non sai quanto mi rende felice” e rise
“Allora mamma, vuol dire che stasera andiamo a letto insieme” Azzardai aspettandomi una risposta di rimprovero che non arrivò.
La serata pian piano arrivò al termine e con la sensazione di felicità c'incamminammo verso l'auto
“Mamma mi sono divertito dovremmo farle più spesso queste uscite”
“Ma tu sei giovane e io sono vecchia tu hai diritto di uscire con i ragazzi della tua età”
“Ma tu non sei vecchia e poi da come la gente ti guardava credo di aver suscitato molta invidia a molte persone”
Quando salimmo in auto la sua gonna risalii leggermente e non potei fare a meno di osservare le sue gambe, in effetti il mio amico Luca non aveva torto mia madre aveva delle gambe bellissime poi ricoperte dal nylon delle calze sprigionavano una certa sensualità.
Per tutto il viaggio di ritorno questa immagine martellò nella mia testa incessantemente, accidenti mia madre era veramente una gran figa e tante sensazioni provate nel periodo adolescenziale ritornarono prepotentemente alla mia memoria.
Arrivati al cancello della villetta scesi ed aprii l'ingresso, scendemmo dall'auto e le chiesi.
“Mamma posso darti un bacio”
La sua risposta non si fece attendere
“Certo Marco“
Mi avvicinai le posai la bocca sulla guancia, poi con mossa rapida la spostai sulla labbra, lei rimase alquanto sorpresa.
”Marco cosa fai”
Balbettai alcune frasi senza senso e mi resi conto di aver fatto il passo più lungo della gamba, ma la voglia era cosi tanta che mi auto giustificai dicendole.
“Scusa mamma ma mi andava di farlo”
La sua sorpresa durò poco, nel buio della notte illuminati dal solo lampioncino dell'ingresso sentii la sua mano avvolgermi da dietro la cute, le sue labbra si posarono sulle mie e la sua lingua entrò nella mia bocca con effetto dirompente.
Tutto questo centuplicò le mie forze la sollevai da terra e portandola in braccio aprii la porta d'ingresso, sempre avvinghiati in una morsa che man mano aumentava d'intensità.
Con delicatezza la portai nella sua camera da letto adagiandola sulle candide lenzuola.
Con estrema tenerezza le accarezzai il volto, lei non disse nulla, i suoi occhi spaziarono nei miei, sentivo una crescente voglia di toccarla di baciarla di scoprire quel corpo che mi aveva generato, ma nel contempo la paura di violare quel simbolo quell'icona fino ad allora integra e venerata, mi assalii prepotentemente.
Sentii la sua mano prendere la mia e con dolcezza la posò sul suo seno, rimasi sorpreso dalla sua mossa, ma nel contempo l'eccitazione stava avendo il sopravvento, istintivamente lo strinsi e la carne elastica e soda del suo petto riempii il palmo della mano, lei chiuse gli occhi e sussurro. “Marco ti voglio bene”
Le mie dita scesero lentamente prima sulla pancia per poi spostarsi verso l'inguine, la protuberanza del monte di venere mi diede un lungo brivido lungo la schiena, con calcolata lentezza feci risalire la gonna verso l'alto arricciandola in una sorta di gioco erotico che sembrava infinito, la carne elastica delle cosce ricoperta dal Nylon delle calze mi porto vicino all'eiaculazione e quando sotto la trama del collant apparve il chiarore delle mutandine mi sentii mancare il fiato in gola.
Lo spettacolo non solo era eccitante ma raggiungeva il massimo del erotismo perché la persona che stavo manipolando era mia madre, con decisione affondai il viso alla giuntura delle gambe, aspirai il profumo di donna che esalava dal suo inguine, un odore asprigno e potente colpii le mie particelle odorifere con il risultato di avere un'erezione che mi procurò un forte dolore ai testicoli per la restrizione del pene negli slip.
Mai avrei pensato che in quel sabato di una giornata semi festiva avrei posato non solo lo sguardo su quel corpo cosi desiderato negli anni della mia adolescenza, che rimembrava un periodo di quotidiane masturbazioni, fatte in onore di una evoluzione sessuale tutta da scoprire, ed ora lei il tanto agognato obiettivo della mia gioventù era li in balia delle mie brame pronta ad asseccondare tutte le mie voglie.
Mia madre allargò le gambe e sollevò il bacino dandomi una visione completa del suo basso ventre, il tassello delle candide mutandine di pizzo lasciavano intravvedere una chiazza bagnaticcia all'altezza della cucitura del collant, mia madre stava godendo...e lo dimostrava apertamente con quella presenza di liquido vaginale, la mia bocca asciutta e secca dal susseguirsi di emozioni cosi impreviste vi si appoggio sopra cercando di assaporare quella forma di piacere naturale fuoriuscito dalla vagina.
La mia libido crebbe smisuratamente ed in un momento di erotismo sfrenato decisi di stracciare le ultime barriere che proteggevano ancora la sua femminilità, la stoffa del collant e degli slip venne lacerata in un sol colpo, il sesso di mia madre si rivelò in tutta la sua solennità, le grandi labbra e il loro interno bagnate dalla continua manovra imposta dalle mie mani mi procurò un' emozione immensa, quella parte anatomica cosi personale e delicata era alla mia portata, era solo mia, mia madre mi stava donando la parte più intima e segreta del suo corpo, l'ingresso dove diciotto anni prima ne ero uscito.
In un lampo mi spogliai completamente in quel momento lei prese in mano la situazione, il suo volto stravolto ed eccitato lasciava palesare pensieri al di fuori della mia ideologia di quello che è l'amore materno, mai avrei potuto immaginare una metamorfosi cosi decisa ed improvvisa, la sua bocca si avvicinò al mio pene facendomi recepire in quel momento le sue reali intenzioni.
La sorpresa iniziale svaniì subito quando lei cominciò a leccare mordicchiando e baciando con ingordigia il mio organo sessuale, con mosse veloci scalpellò il pene ingoiandolo fino alla radice e a quel punto fu tutto un susseguirsi di azioni sessuali dal risvolto altamente erotico, ci trovammo tutti e due nudi nel lettone della sua camera, la mia bocca si attaccò al suo seno piccolo ma benfatto, mordendo i rosei capezzoli dalle aureole piccole e raggrinzite dal piacere.
Mi piaceva morderle quei piccoli globi di carne lasciando sopra di essi gli evidenti segni della mia furia, il rossore dei succhiotti contrastavano con la sua pelle diafana quasi marmorea.
La posizione assunta metteva i nostri volti rivolti verso i rispettivi organi sessuali, la mia bocca affondata fra le sue cosce assaporava quei momenti magici ed unici e mentre la mia lingua spaziava dentro la sua vagina succhiando ogni anfratto e ogni piegolina lei continuava ininterrottamente a tormentare il mio pene gonfiandolo di eccitazione e di voglie incestuose.
Più volte riuscii a fatica a trattenere l'eiaculazione, poi lei con voce greve disse.
“Marco ho bisogno di sentirti dentro, ti prego scopami”
Velocemente cambiai la postura dei nostri corpi, sfiorai con le dita la morbida peluria bionda del pube e forzai l'agognato ingresso, incurante della sua supplica di non venirgli dentro cominciai a stantuffarle dentro la pancia, le pareti vaginali irrorate dalle continue emissioni di liquido vaginale facilitarono il mio amplesso, i colpi prima lenti e cadenzati diventarono successivamente potenti e poderosi con un ritmo veloce ed incessante, i suoi sospiri e i gridolini iniziali diventarono in tempi brevi vere e proprie urla di piacere, poi furono un susseguirsi d'incitamenti di “sfondarla, spaccarla, di romperle il culo e la figa” e quando al culmine del godimento non riuscii più a trattenermi le riempii l'utero di sperma deludendo le sue suppliche di non eiacularle dentro il ventre.
In un primo momento mia madre si arrabbio e le parole tenere e dolci si trasformarono velocemente in vere e proprie lamentele condite da vero risentimento.
“Marco sei un cretino patentato, mi ero raccomandata di non sborrarmi dentro la pancia non prendo precauzioni e tu invece...guarda cosa hai combinato sei proprio uno stupido... ed ora se rimango incinta cosa faccio?”.... Azzardai.
"Lo teniamo mamma"
Capii in quel momento che la mia risposta era fuori luogo quando i suoi occhi mi fulminarono con uno sguardo severo.
La mia libidine mi aveva impedito di evitare l'epilogo da lei voluto, ma onestamente il risultato finale forse era quello che io volevo, mettere incinta mia madre era un desiderio nato per caso ma fortemente desiderato in quel frangente terminale di un rapporto sessuale nato improvvisamente, mi piaceva immensamente pensare a mia madre con il pancione dove il 50 per cento di quell'evento sarebbe stato merito mio.
Sono passati diversi mesi da quel giorno, la voglia di voler riprovare quelle emozioni cosi forti e cosi pericolose si è ripetuta più volte, ma la consapevolezza dei rischi e le eventuali conseguenze che si sarebbero potute presentare influirono negativamente sulle decisioni della mia genitrice, con grande rammarico accettai il suo volere, lasciando nella mia mente solo i ricordi di attimi meravigliosi di un amplesso anomalo ma incredibilmente piacevolissimo e purtroppo irripetibile.
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