Una moglie troia e incestuosa con un marito cornuto 4°- Il porco della canonica

di
genere
incesti

Devo confessare che l'esperienza col mio futuro suocero il giorno del fidanzamento con suo figlio mi aveva alquanto turbata.

Avevo oramai superato i venti anni e le esperienze che avevo già vissuto in fatto di sesso facevano di me una vera troia"Una troietta" come mi aveva detto lui!

Naturalmente escludendo alcuni momenti di vita sociale col mio fidanzato,e con le rispettive famiglie(soprattutto mia madre ignara di tutto)o con qualche amico col quale avevo volutamente mantenuto un rapporto senza coinvolgimenti sessuali,la definizione di troia mi calzava alla perfezione ed in un certo senso ne andavo persino fiera.

Impazzivo dal piacere fisico e dalla libidine tutte le volte che qualcuno,mentre il mio fidanzato mi era seduto accanto o mi aspettava a pochi metri di distanza,mi ravanava la fica o mi chiavava con potenza e mentre mi sborrava dentro o in bocca rantolando mi gridava:

-Tieni troia...questo è per te e questo....è per quel cornuto del tuo fidanzato...-

Questo succedeva anche quando a godere di me erano mio padre o mio fratello.

Entrambi infatti quando mi chiavavano da soli o insieme,non mi facevano mancare i loro triviali commenti(Troia...puttana....succhia cazzi...)seguiti da languide carezze e dolci parole d'amore e d'affetto paterno e fraterno allorquando,dopo la sborrata e la loro libido placata,mi accarezzavano con impagabile dolcezza.

La mamma di Giulio pur essendo,la troia che mi aveva descritto il marito,conduceva in pubblico una vita molto riservata e timorata di Dio e per questo aveva voluto che io e suo figlio frequentassimo il corso di preparazione al matrimonio tenuto dal vecchio prete della loro parrocchia.

Naturalmente,trovavo noiosissimi quegli incontri di gruppo e di questo si erano resi conto sia il parroco che il suo giovane assistente.

Francamente,mentre loro parlavano,i miei occhi vagavano alla ricerca di sensuali intese con quelli dei giovani presenti o del pretino dall'aria imberbe.

Un giorno ci avevano chiesto di andare un po' prima dell'inizio delle barbose lezioni e dicendo al mio futuro marito che abbisognavo di un colloquio a quattrocchi lo avevano fatto accomodare da solo nella saletta delle riunioni mentre il prete più giovane mi aveva portata nella canonica.

Quel giorno avevo programmato per dopo la "lezione" di incontrarmi in macchina con un mio vecchio amico che non avevo più visto ne "gustato" da quando si era sposato.

L'appuntamento era alquanto boccaccesco ed intrigante e prevedeva che mentre la moglie col bambino piccolo lo aspettava in macchina nel parcheggio di un autogrill e il mio futuro marito rimaneva in macchina a guardia di eventuali malintenzionati,noi ci saremmo incontrati in una zona buia del parcheggio per un veloce pompino ed una spettacolare sveltina con l'abbondantissima sborrata di cui lui era capace e che mi avrebbe costretta a tamponare con un tampax extra large.

Dunque,avendo poco tempo per noi,ero già uscita senza reggiseno né mutande mutande.

L'anziano prete mi aspettava seduto su un vecchio divano in pelle.

La sua tonaca lunga sino ai piedi e scura come il divano me lo faceva apparire come un decadente elemento dell'arredo.

Giunta al suo cospetto mentre ero immobile e silenziosa lui,colla stessa rindontante cadenza di quando predicava,aveva detto al pretino:

-Vediamo se come penso questa peccatrice è posseduta dal demonio.....sollevale la gonna!-

Io ero in piedi come pietrificata di fronte a colui che già mi appariva come un vecchio pervertito maniaco sessuale.

Il ragazzo ubbidendo all'ordine ricevuto si era stretto alla mia schiena e con una lieve flessione aveva afferrato i bordi della mia minigonna e l'aveva tirata su sino all'inguine lasciandomi scoperta la pancia sino all'ombelico.

Il mio sesso,illuminato dai raggi di luce che filtravano dalle imposte,appariva gonfio e reso ancor più brillante dall'ordinato filo di lucidi peli neri curati,come sempre,dalle esperte mani di mio padre.

-Lo vedi...cosa ti dicevo?!
La svergognata viene persino nella casa di Dio senza mutande...strappale il vestito di dosso a questa peccatrice lussuriosa posseduta dal demonio!-

Scattando a quell'ordine,il pretino non aveva avuto nessuna difficoltà a slacciarmi la gonna e sfilarmi la leggera blusa lasciandomi completamente nuda.

Mentre lanciava quelle parole come fossero anatemi il pretaccio,col viso trasformato da una inquietante smorfia,si era sollevato la tonaca mettendo in mostra degli slip in pizzo rosa decorati con motivi floreali dello stesso colore sotto il quale si intuiva una presenza molle ed informe.

Sotto quelle improbabili mutandine da donna,delle autoreggenti nere gli avvolgevano le cosce e le gambe conferendogli un'aria abbastanza soda.

Solo le parti scoperte sottostanti le ridicole mutande mettevano in mostra lembi di carne flaccida e pelle avvizzita dal colore indefinito e disgustoso.

Mentre inebetita guardavo quello squallido spettacolo senza capire cosa mi stesse succedendo,da dietro il pretino mi aveva portato le mani sui seni ed aveva cominciato a stringermi a se con un certo vigore facendomi sentire tra le natiche la sua verga già dura.

In quel momento avevo capito che davvero non vi erano limiti alla mia troiaggine.

Il contatto del giovane prete ed il suo massaggio sui miei capezzoli insieme alla vista di quel corpo corrotto e decadente mi avevano fatta eccitare come un animale.

I miei capezzoli oramai turgidi ed appuntiti spingevano sotto la camicetta e sulle dita del maschio che non mollava la sua stretta.

E mentre il vecchio satiro con gli occhi spiritati e la bava alla bocca armeggiava con le sue scheletriche dita dentro le amorfe mutande,con un movimento rapido mi ero sottratta alla presa del sacerdote ed inginocchiandomi ero sparita sotto la sua tonaca a caccia del suo cazzo che ho subito afferrato con entrambe le mani dando inizio ad uno scomposto pompino.

-Togliti la tonaca che voglio vedere come questa sporcacciona ti succhia il cazzo.-

Aveva biascicato il vecchio porco rivolgendosi al suo assistente.

Priva del fastidio della tonaca che mi copriva la visuale tenendogli le mani dietro i glutei ed accompagnato dalle sue spinte sulla mia nuca,avevo preso finalmente a spompinarlo con la mia abituale perizia.

Gli facevo scorrere la lingua pennellandolo da sotto i testicoli risalendo lungo l'asta sino a titillargli il frenulo imboccandogli infine la gocciolante cappella che succhiavo come fosse una leccornia.

Il pretino ansimava rumorosamente mentre il vecchio pervertito lo incitava a farsi succhiare da questa "sgualdrina" peccatrice!

La cosa mi piaceva molto in quanto sentivo montare l'eccitazione del pretino e potevo gustarmi le contrazioni che rendevano il suo membro sempre più grosso,duro ed eccitante.

In quella situazione immaginavo che sarebbe presto venuto riempiendomi la bocca di sborra.

Invece contro ogni mia previsione il pretino,sempre più gustoso,era anche molto resistente.

Di tanto in tanto mentre lo succhiavo lanciavo qualche occhiata verso il vecchio bavoso che rantolava,si toccava dentro le mutande vuote e lanciava strane occhiate verso il maschio che stavo spompinando.

Quando la stretta sulla mia testa si stava facendo più serrata e le gambe del giovane iniziavano ad irrigidirsi anch'io ero già pronta ad accogliere in gola i suoi caldi schizzi.

Purtroppo per me,non è andata così.

Infatti pochi attimi prima di esplodere l'uomo aveva sfilato il pulsante cazzo dalla mia bocca e con uno scatto felino l'aveva portato tra le labbra del vecchio parroco che lo aveva ingoiato completamente succhiandone e bevendone ogni stilla di sperma.

La scena era talmente disgustosa che mi sono alzata e ancora nuda con gli abiti in mano,sono fuggita immediatamente.

Vederli di li a poco che impartivano lezioni per un buon matrimonio cristiano a tutti quegli ingenui giovani,mi aveva procurato un tale senso di nausea che quella sera avevo annullato tutti gli impegni e mi ero fatta riaccompagnare a casa.

Col tempo anche quella sgradevole esperienza era stata dimenticata ed era rimasto in me solo il ricordo del cazzo di quel pretino che cristianamente avrei accolto dentro di me come il figliol prodigo.

Quanto al mio amico andato in bianco,gli ho fatto subito recuperare la deludente serata facendolo venire due giorni dopo con la moglie nell'ufficio del mio fidanzato che cercava una nuova segretaria.

Mentre loro erano impegnati per il colloquio di lavoro nell'ufficio del capo del personale,mi sono fatta chiavare distesa sulla sua scrivania dove incorniciati in bella vista vi erano la mia foto e quella dei miei futuri suoceri.

Come ben ricordavo la sborrata di Mario era la più abbondante tra quelle che avessi mai ricevuto in corpo e fortunatamente quel giorno anche se senza mutande,avevo un grosso tampone in borsa ed indossavo dei jeans dalla tela spessa che ben mascheravano le macchie di sborra che,nonostante il tampone fuorusciva dalla mia fica.

Alla fine del colloquio la moglie di Mario era stata assunta e questo mi avrebbe permesso di frequentare per molto tempo la loro casa.

......Mancava oramai poco più di una settimana al fatidico giorno del mio matrimonio e più le ore passavano e più rimbombavano nella mia mente le parole che mio suocero mi aveva detto mentre esibiva davanti al mio viso il suo enorme cazzo:

-...questo è riservato a te....con questo festeggerai la tua luna di miele!-



scritto il
2014-08-07
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