Sì, sono un vecchio porco
di
XY
genere
bisex
Sì, sono un vecchio porco
Il mio annuncio "cerco attivo" aveva avuto un'unica risposta e la nota lieta era l'allegato numero di telefono.
Era la quarta volta che, comprovata la mia tardiva bisessualità, riuscivo a concretizzare un'esperienza omo.
Lo confesso, giunto alla ragguardevole età di 62 anni la mia voglia di un maschio era divenuta quasi d'improvviso impellente e una volta provata quell'esperienza per la prima volta la mia femminilità latente era esplosa. Al telefono il mio interlocutore mi era parso persona seria e riservata e alla rivelazione delle mie preferenze - il bacio alla francese, la voglia di leccare ogni suo centimetro di pelle, compresa la voglia di sbocchinarlo fino allo sfinimento e di essere finalmente sodomizzato - mi aveva risposto positivamente.
Mi aveva confessato a sua volta che lo eccitavano le lunghe carezze e che, oltre al pompino, godeva molto nel farsi leccare i succhiare i capezzoli, contornati da areole grandi e scure. Aggiunse che avrebbe preso con gioia il mio lato B: dapprima lentamente per rendere più dolce la penetrazione per poi montarmi sempre più velocemente sino a sborrarmi addosso. "Dove preferisci" aggiunse eccitandomi come non mai. Lo interruppi, toccandomi lentamente davanti al computer. Con voce roca gli dissi che durante l'amore mi piaceva molto parlare e insieme ascoltare parole sensuali, anzi erotiche e sconce. Replicai alla sua proposta di un estenuante 69 con un no. Temevo infatti di venire subito e glielo spiegai apertamente.
L'appuntamento era in un appartamento di un mio amico, vuoto da tempo e messomi a disposizione.
Lo attesi come una verginella al primo appuntamento. Lo confesso, ero anche andato dal parrucchiere per essere presentabile nel modo migliore. Era o no il mio primo appuntamento amoroso? Io quantomeno lo consideravo tale.
Lo feci entrare; fisicamente era simile a me: alto, un filo di pancia e una stretta di mano forte, consapevole del suo ruolo di maschio. Andammo in sala e ci accomodammo in poltrona per conoscerci un po' di più e "annusarci"a dovere.
Devo dire che mi piaceva molto e anche lui sembrava soddisfatto del mio aspetto fisico. Gli presi una mano e la strinsi, mi avvicinai e lo baciai sul collo mentre una mia mano corse al suo pacco che cominciava a farsi sentire sotto la stoffa dei jeans. Gli sussurrai di alzare la camicia, cosa che fece lentamente, e, a quel punto, la mia bocca corse sui suoi capezzoli per suggerli come un'ape. Erano dritti come altrettanti chiodi e l'areola scura che li contornava era veramente grossa. Cominciò a gemere mentre li accarezzavo e succhiavo. L'altra mia mano era sempre in movimento sul suo pacco che si ingrossava sempre più. Risalii dal suo petto e tornai a lavorare di bocca sul suo collo per poi avvicinarmi alla sua bocca che accolse la mia lingua in un risucchio che da dolce divenne poco dopo forsennato. Mi distaccai dalla sua bocca e passai a leccargli un orecchio e la mia voce divenne un sussurro: "dai, tiralo fuori, fammelo assaggiare".
Le sue mani si staccarono dal mio capo e corsero verso il basso. Lo sentii sbottonarsi i jeans e poi il fruscio della zip che scendeva. Lo estrasse dalle mutande e con l'altra mano arpionò la mia portandola verso il suo uccello. Iniziai a segarlo lentamente per poi abbassarmi e prenderlo in bocca. Non era molto lungo ma tozzo e leggermente ingobbito verso l'alto. Dopo averglielo baciato a lungo lungo il tronco irrorandolo di saliva ingoiai la sua cappella senza un eccessivo sforzo. Lo spompinai per qualche minuto poi gli dissi di alzarsi per approfittare della vicina camera dove ci attendeva un più comodo letto a due piazze.
Parte seconda
Ci denudammo quasi con furia: gli andai dietro e gli appoggiai il cazzo sul culo mentre le mie mani massaggiavano con dolcezza i suoi capezzoli. Poi lo girai verso di me. Le nostre lingue si attorcigliarono come due bisce in amore mentre con le mani presa la sua cappella poggiandola sulla mia. La sua pellicina coprì immediatamente la mia cappella in un sensuale andirivieni a metà fra la sega e la scopata. Mi staccai da lui e ci distendemmo sul letto. Gli andai sopra e cominciai a leccarlo sul collo; poi lo baciai appassionatamente, mentre le mie mani lo carezzavano lentamente in prossimità dei capezzoli che ogni tanto strizzavo fra le dita facendolo mugolare. Percepivo il suo godimento e ancor più lentamente le mie carezze e la lingua si spostarono verso la pancia soffermandosi sull'ombelico. Sentii la sua schiena inarcarsi per il desiderio e infine arrivai nuovamente al suo uccello: lo leccai sul tronco sino al prepuzio mentre si contorceva sinché gridò "prendilo in bocca troia, che aspetti?".
"Mi sono fatta bella per te; sì sono la tua verginella e tu dovrai essere dolce prima e invadente dopo perché diventerò la tua vacca da monta; lo sai che dovrai poi sfondarmi a dovere; hai capito porcone?"
Lo feci girare e salii su di lui. Gli aprii le chiappe e cominciai a strusciare il mio uccello nel suo solco. Lo coprii di baci sul collo pasando poi alla schiena massaggiandolo e leccandolo. Scesi ancora e, al posto del mio uccello, le sue chiappe accolsero questa volta la mia lingua. Tenevo aperte quelle due mezze mele mentre leccavo il suo rosa buco del culo senza alcun ritegno. Ormai era pronto, lo sentivo fremere e io avvertivo il suo desiderio di sfondarmi. Ora era lui a comandare: mi girò di forza a pancia in giù bloccandomi con veemenza le braccia. Sentii un suo dito penetrarmi mentre mi mordeva il collo. Mi ero riempito di Nivea per facilitargli il compito e lui lo aveva golosamente percepito. Si ingocchiò un attimo per armeggiare sopra di me. Compresi che stava infilandosi a fatica e con poca destrezza un preservativo.
"Piegati bene sulle ginocchia, puttana".
Alzai il sedere e mi misi a pecorina. Sentii le sue mani forti e decise che mi alzavano maggiormente il culo per contemporaneamente allargare le mie mezze mele. Fu in quel momento che sentii un pesante colpo a mano aperta su una chiappa e un forte bruciore, colpi che si ripeterono alternativamente sull'una e sull'altra mezza mela con ritmo cadenzato e a lungo.
- Godi maiala
- Sì, prendimi porco
Lo sentii riposizionarsi alle mie spalle. Poco dopo la sua cappella provò a forzare il mio fiorellino, facilitata dalla Nivea di cui mi ero cosparso all'esterno e all'interno. Il suo erotico fungo forzò il primo anello facendomi provare una sensazione di bruciore. Continuò così per svariate volte facendo entrare e uscire il suo menhir dal mio fiorellino. Ogni volta guadagnava qualche centimetro e ogni volta che usciva mi schiaffeggiava le chiappe.
Le aspettavo quelle sculacciate; mi piaceva sentire il colpo e il successivo bruciore anche perché ero consapevole che subito dopo il suo uccello mi avrebbe penetrato nuovamente. Continuava a ripetermi frasi oscene e il mio uccello era eccitato e duro come non mai mentre continuavo a ripetergli che ero la sua cagna.
- Cosa aspetti a sfondarmi porco, dai mettilo tutto dentro che aspetti?
Ad un certo punto cominciò ad affondare i colpi, sempre più forte, quasi con cattiveria. Mi prese le chiappe spingendole verso di sè per farmi arrivare il suo uccello fino in gola. Gridava in preda al delirio dei sensi, anzi urlavamo in due.
- Senti puttanone,volevi che ti sfondassi così, vero?
- Sì, era ora porcone che mi montassi a dovere. Senti la mia fica come si apre per prenderlo tutto. Dài riempimi tutta, vienimi dentro.
Con urlo liberatorio e bestiale mi diede altri possenti colpi da sfondare una cavalla.
- Vengo troia, senti come ti vengo dentro puttana.
Si accasciò su di me e restammo immobili e attaccati come due cani.
Alla fine si scostò da me e girandosi mostrò in piena vista il suo cazzo non ancora ammosciato del tutto. Gli sfilai il preservativo e ripresi il suo uccello in bocca per ripulirlo per bene.
- "Sei stata fantastica" farfugliò con la bocca ancora asciutta e impastata.
- Nessuno mi ha mai scopato facendomi godere così tanto. Voglio assolutamente rivederti.
- Non mancheranno le occasioni.
Si ricordò finalmente di me che col cazzo ancora dritto e duro in attesa della sua razione. Sbavavo e ansimavo come un animale in attesa della ciotola. Lui me lo prese finalmente in bocca ed io in preda all'eccitazione spinsi la sua testa in basso. Furono sufficienti tre colpi perché gli sborrassi in bocca. Senza scomporsi bevve avidamente tuttto lo sperma che fuoriusciva dal mio uccello e continuò a leccarlo. Poi risalì verso l'alto e mi baciò appassionatamente trasferendo tutto il miele che aveva in bocca dentro di me.
Il mio annuncio "cerco attivo" aveva avuto un'unica risposta e la nota lieta era l'allegato numero di telefono.
Era la quarta volta che, comprovata la mia tardiva bisessualità, riuscivo a concretizzare un'esperienza omo.
Lo confesso, giunto alla ragguardevole età di 62 anni la mia voglia di un maschio era divenuta quasi d'improvviso impellente e una volta provata quell'esperienza per la prima volta la mia femminilità latente era esplosa. Al telefono il mio interlocutore mi era parso persona seria e riservata e alla rivelazione delle mie preferenze - il bacio alla francese, la voglia di leccare ogni suo centimetro di pelle, compresa la voglia di sbocchinarlo fino allo sfinimento e di essere finalmente sodomizzato - mi aveva risposto positivamente.
Mi aveva confessato a sua volta che lo eccitavano le lunghe carezze e che, oltre al pompino, godeva molto nel farsi leccare i succhiare i capezzoli, contornati da areole grandi e scure. Aggiunse che avrebbe preso con gioia il mio lato B: dapprima lentamente per rendere più dolce la penetrazione per poi montarmi sempre più velocemente sino a sborrarmi addosso. "Dove preferisci" aggiunse eccitandomi come non mai. Lo interruppi, toccandomi lentamente davanti al computer. Con voce roca gli dissi che durante l'amore mi piaceva molto parlare e insieme ascoltare parole sensuali, anzi erotiche e sconce. Replicai alla sua proposta di un estenuante 69 con un no. Temevo infatti di venire subito e glielo spiegai apertamente.
L'appuntamento era in un appartamento di un mio amico, vuoto da tempo e messomi a disposizione.
Lo attesi come una verginella al primo appuntamento. Lo confesso, ero anche andato dal parrucchiere per essere presentabile nel modo migliore. Era o no il mio primo appuntamento amoroso? Io quantomeno lo consideravo tale.
Lo feci entrare; fisicamente era simile a me: alto, un filo di pancia e una stretta di mano forte, consapevole del suo ruolo di maschio. Andammo in sala e ci accomodammo in poltrona per conoscerci un po' di più e "annusarci"a dovere.
Devo dire che mi piaceva molto e anche lui sembrava soddisfatto del mio aspetto fisico. Gli presi una mano e la strinsi, mi avvicinai e lo baciai sul collo mentre una mia mano corse al suo pacco che cominciava a farsi sentire sotto la stoffa dei jeans. Gli sussurrai di alzare la camicia, cosa che fece lentamente, e, a quel punto, la mia bocca corse sui suoi capezzoli per suggerli come un'ape. Erano dritti come altrettanti chiodi e l'areola scura che li contornava era veramente grossa. Cominciò a gemere mentre li accarezzavo e succhiavo. L'altra mia mano era sempre in movimento sul suo pacco che si ingrossava sempre più. Risalii dal suo petto e tornai a lavorare di bocca sul suo collo per poi avvicinarmi alla sua bocca che accolse la mia lingua in un risucchio che da dolce divenne poco dopo forsennato. Mi distaccai dalla sua bocca e passai a leccargli un orecchio e la mia voce divenne un sussurro: "dai, tiralo fuori, fammelo assaggiare".
Le sue mani si staccarono dal mio capo e corsero verso il basso. Lo sentii sbottonarsi i jeans e poi il fruscio della zip che scendeva. Lo estrasse dalle mutande e con l'altra mano arpionò la mia portandola verso il suo uccello. Iniziai a segarlo lentamente per poi abbassarmi e prenderlo in bocca. Non era molto lungo ma tozzo e leggermente ingobbito verso l'alto. Dopo averglielo baciato a lungo lungo il tronco irrorandolo di saliva ingoiai la sua cappella senza un eccessivo sforzo. Lo spompinai per qualche minuto poi gli dissi di alzarsi per approfittare della vicina camera dove ci attendeva un più comodo letto a due piazze.
Parte seconda
Ci denudammo quasi con furia: gli andai dietro e gli appoggiai il cazzo sul culo mentre le mie mani massaggiavano con dolcezza i suoi capezzoli. Poi lo girai verso di me. Le nostre lingue si attorcigliarono come due bisce in amore mentre con le mani presa la sua cappella poggiandola sulla mia. La sua pellicina coprì immediatamente la mia cappella in un sensuale andirivieni a metà fra la sega e la scopata. Mi staccai da lui e ci distendemmo sul letto. Gli andai sopra e cominciai a leccarlo sul collo; poi lo baciai appassionatamente, mentre le mie mani lo carezzavano lentamente in prossimità dei capezzoli che ogni tanto strizzavo fra le dita facendolo mugolare. Percepivo il suo godimento e ancor più lentamente le mie carezze e la lingua si spostarono verso la pancia soffermandosi sull'ombelico. Sentii la sua schiena inarcarsi per il desiderio e infine arrivai nuovamente al suo uccello: lo leccai sul tronco sino al prepuzio mentre si contorceva sinché gridò "prendilo in bocca troia, che aspetti?".
"Mi sono fatta bella per te; sì sono la tua verginella e tu dovrai essere dolce prima e invadente dopo perché diventerò la tua vacca da monta; lo sai che dovrai poi sfondarmi a dovere; hai capito porcone?"
Lo feci girare e salii su di lui. Gli aprii le chiappe e cominciai a strusciare il mio uccello nel suo solco. Lo coprii di baci sul collo pasando poi alla schiena massaggiandolo e leccandolo. Scesi ancora e, al posto del mio uccello, le sue chiappe accolsero questa volta la mia lingua. Tenevo aperte quelle due mezze mele mentre leccavo il suo rosa buco del culo senza alcun ritegno. Ormai era pronto, lo sentivo fremere e io avvertivo il suo desiderio di sfondarmi. Ora era lui a comandare: mi girò di forza a pancia in giù bloccandomi con veemenza le braccia. Sentii un suo dito penetrarmi mentre mi mordeva il collo. Mi ero riempito di Nivea per facilitargli il compito e lui lo aveva golosamente percepito. Si ingocchiò un attimo per armeggiare sopra di me. Compresi che stava infilandosi a fatica e con poca destrezza un preservativo.
"Piegati bene sulle ginocchia, puttana".
Alzai il sedere e mi misi a pecorina. Sentii le sue mani forti e decise che mi alzavano maggiormente il culo per contemporaneamente allargare le mie mezze mele. Fu in quel momento che sentii un pesante colpo a mano aperta su una chiappa e un forte bruciore, colpi che si ripeterono alternativamente sull'una e sull'altra mezza mela con ritmo cadenzato e a lungo.
- Godi maiala
- Sì, prendimi porco
Lo sentii riposizionarsi alle mie spalle. Poco dopo la sua cappella provò a forzare il mio fiorellino, facilitata dalla Nivea di cui mi ero cosparso all'esterno e all'interno. Il suo erotico fungo forzò il primo anello facendomi provare una sensazione di bruciore. Continuò così per svariate volte facendo entrare e uscire il suo menhir dal mio fiorellino. Ogni volta guadagnava qualche centimetro e ogni volta che usciva mi schiaffeggiava le chiappe.
Le aspettavo quelle sculacciate; mi piaceva sentire il colpo e il successivo bruciore anche perché ero consapevole che subito dopo il suo uccello mi avrebbe penetrato nuovamente. Continuava a ripetermi frasi oscene e il mio uccello era eccitato e duro come non mai mentre continuavo a ripetergli che ero la sua cagna.
- Cosa aspetti a sfondarmi porco, dai mettilo tutto dentro che aspetti?
Ad un certo punto cominciò ad affondare i colpi, sempre più forte, quasi con cattiveria. Mi prese le chiappe spingendole verso di sè per farmi arrivare il suo uccello fino in gola. Gridava in preda al delirio dei sensi, anzi urlavamo in due.
- Senti puttanone,volevi che ti sfondassi così, vero?
- Sì, era ora porcone che mi montassi a dovere. Senti la mia fica come si apre per prenderlo tutto. Dài riempimi tutta, vienimi dentro.
Con urlo liberatorio e bestiale mi diede altri possenti colpi da sfondare una cavalla.
- Vengo troia, senti come ti vengo dentro puttana.
Si accasciò su di me e restammo immobili e attaccati come due cani.
Alla fine si scostò da me e girandosi mostrò in piena vista il suo cazzo non ancora ammosciato del tutto. Gli sfilai il preservativo e ripresi il suo uccello in bocca per ripulirlo per bene.
- "Sei stata fantastica" farfugliò con la bocca ancora asciutta e impastata.
- Nessuno mi ha mai scopato facendomi godere così tanto. Voglio assolutamente rivederti.
- Non mancheranno le occasioni.
Si ricordò finalmente di me che col cazzo ancora dritto e duro in attesa della sua razione. Sbavavo e ansimavo come un animale in attesa della ciotola. Lui me lo prese finalmente in bocca ed io in preda all'eccitazione spinsi la sua testa in basso. Furono sufficienti tre colpi perché gli sborrassi in bocca. Senza scomporsi bevve avidamente tuttto lo sperma che fuoriusciva dal mio uccello e continuò a leccarlo. Poi risalì verso l'alto e mi baciò appassionatamente trasferendo tutto il miele che aveva in bocca dentro di me.
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