Una coppia aperta 1
di
iziasfizia
genere
trio
Conobbi Simona e suo marito Michele un paio d’anni fa, mentre erano in vacanza nel mio hotel in Repubblica Dominicana. Entrambi sulla cinquantina, Michele era un uomo dal fisico normale, né bello né brutto, sul metro e settanta, capelli scuri leggermente brizzolati e i suoi occhialini tondi che gli davano un’aria da intellettuale; Simona, seppur non fosse altissima, sul metro e sessantacinque, era una bella donna mora, magra, fianchi stretti, seno e sederino ben fatti e ancora tonici, un bel viso e soprattutto, molto spigliata e simpaticissima.
Tutte le mattine giocavano per circa un’oretta a tennis nel campo dell’hotel, facevano poi un tuffo in piscina e quindi una sana ed abbondante colazione. Il pomeriggio invece si dividevano: Michele era curioso di scoprire alcune località all’interno dell’isola, e armato di macchina fotografica tutti i giorni si organizzava per qualche escursione, a volte solo, a volte accompagnato da altri turisti; Simona invece preferiva curare la sua abbronzatura e se non scendeva in spiaggia, la si poteva ammirare sdraiata su uno dei lettini a bordo della piscina. E fu in uno di quei pomeriggi che avemmo modo di intavolare una piacevole conversazione ed iniziare un altrettanto piacevole relazione particolare fra noi due.
Simona si prese una pausa dalle sue cure solari e venne al bar per prendersi qualcosa di fresco, sedendosi su uno degli sgabelli che stavano davanti al bancone. La barista le servì la bibita che aveva ordinato ed io, per farle un po’ di compagnia, mi sedetti di fianco a lei ed iniziammo una bella chiacchierata. Iniziammo parlando dell’Italia, dalla quale io mancavo da un po’; poi si parlò del suo lavoro, della famiglia e delle solite cose che riempiono molti momenti di dialogo fra persone. Poi però il nostro conversare iniziò a toccare l’argomento sesso. Simona era infatti curiosa di sapere se fosse vero ciò che una sua amica che era già stata in vacanza ai caraibi le aveva detto di ritorno da quel viaggio: ovvero che fosse possibile e abbastanza semplice assoldare degli uomini di colore disposti a fare sesso con le turiste europee. Sorrisi della sua domanda, ma comunque le confermai che era possibile fare una cosa del genere, e che era anche una pratica abbastanza comune per molte donne o coppie che visitavano le isole caraibiche.
Dopo la mia risposta notai sia dal suo tono di voce, sia dall’indurirsi dei suoi capezzoli sotto il costume, che lei si stava eccitando. “E come si fa? Dove si può trovare qualche bel fusto nero disposto a far divertire una donna ancora abbastanza piacente come me?” Mi chiese. Gli spiegai che sarebbe bastato uscire una sera ed adocchiare qualcuno e, se disponibile, il gigolò in questione si sarebbe proposto; oppure anche in spiaggia, dove non era difficile trovare ciò che lei cercava; oppure ancora, perché no, avrei potuto contattare io qualcuno e poi presentarglielo. “Ma con tuo marito qui in vacanza con te, come intendi fare?” gli chiesi.
Lei candidamente e senza alcun imbarazzo mi spiegò che suo marito sarebbe stato comunque d’accordo, visto che uno dei motivi che li avevano spinti a fare una vacanza qui, era proprio per provare a fare un’esperienza di questo tipo. “Mi piacciono molto gli uomini di colore e vorrei provare a fare del sesso con uno o più neri o mulatti. Mio marito lo sa ed è disponibilissimo ad assecondare questo mio desiderio.”
“Beh, se le cose stanno così, posso provare ad aiutarti ed agevolare la tua ricerca.” Le chiesi quando voleva organizzare un appuntamento, e lei senza troppo pensarci mi rispose che l’avrebbe fatto anche subito, mentre suo marito era in giro per l’isola, poi sicuramente glielo avrebbe anche raccontato. Per nulla scandalizzata dalle sue affermazioni, presi subito il cellulare e scorrendo la rubrica trovai il numero di Alfonso, un 25enne nero, ben messo fisicamente e abbondantemente cazzuto, con il quale io stessa ogni tanto avevo avuto il piacere di farci qualche bella scopata, nel mio caso non a pagamento, ma sapevo bene che lui spesso vendeva i suoi favori alle turiste e con una bella donna come Simona non avrebbe avuto nessun problema. Lo chiamai subito, lui era libero e disse che in un quarto d’ora sarebbe arrivato per accordarsi di persona con la “Troia bianca”, così la apostrofò lui durante la nostra breve telefonata.
Simona a quel punto era eccitata ed al tempo stesso un po’ preoccupata per quell’incontro, tanto che mi chiese di assisterla nella trattativa che di lì a poco avrebbe aperto con quel gigolò, “Non sono pratica di queste cose. Dammi aiutami tu, ti prego.” Ed io la rassicurai e gli garantii il mio aiuto. Così mentre eravamo in attesa dell’arrivo di Alfonso, decidemmo di allontanarci dal bar ed aspettarlo nella camera di lei. “Quando arriva Alfonso mandalo da noi.” Dissi alla barista e io e Simona andammo in camera, dove di lì a 15 minuti Alfonso arrivò, presentandosi in pantaloncini corti e magliettina anch’essa corta e che lasciava scoperti i suoi addominali muscolosi e neri.
Alfonso trovò la signora molto graziosa; allo stesso modo Simona trovò quel maschio molto attraente e di suo gradimento. Lui gli chiese 100 dollari per far fare a Simona una bella cavalcata e io la assicurai che era un ottimo prezzo e che soprattutto ne sarebbe valsa la pena. Lei accettò e io mi avviai per lasciarli soli in camera a fare ciò che dovevano. Simona però mi chiamò e mi fermò sull’uscio, dicendomi che le sarebbe piaciuto che io rimanessi lì e che se avessi voluto avrei potuto godere anch’io della prestazione di quello stallone. Alfonso che mi conosceva bene mi strizzò l’occhio e sorridendo felice mi chiese anche lui di rimanere. Esitai un poco poi chiusi la porta a chiave e rimasi in quella camera.
Fu Simona a guidare le danze, sdraiandosi in bikini sul letto e chiedendo a me e ad Alfonso di spogliarci a vicenda, mentre lei lì distesa si sarebbe goduta lo spettacolino. La accontentammo ed iniziammo a spogliarci reciprocamente.
Alfonso ed io ci avvicinammo, rimanendo in piedi in fondo al letto. Fu lui a muoversi per primo, accarezzandomi il volto e scostando leggermente i miei fluenti capelli biondi, per poi adagiare le sue grosse labbra sul mio collo per baciarlo e leccarlo con delicatezza, mentre la sua grossa e robusta mano si insinuava sotto la polo che indossavo e saliva sino a sfiorarmi il seno nudo. Girai il mio sguardo verso il letto, dove vidi Simona sdraiata comodamente con due cuscini sotto la testa che ci guardava con un sorrisetto libidinoso, mentre si passava lentamente la punta della lingua sulle labbra.
Noi due intanto ci togliemmo reciprocamente le magliette; ci slacciammo a vicenda la mia gonna ed i suoi pantaloncini che entrambi lasciammo scivolare a terra. La sua mano entrò nei miei slip e sfiorò la mia patatina già abbondantemente umida, mentre io con la mia palpai con vigore il suo pacco già grosso e duro; la infilai poi nell’elastico dei sui boxer e lo abbassai, facendo svettare fuori quella bella mazza nera, grossa e lunga. Sentii un mugolio di piacere provenire dal letto e girandomi vidi che anche Simona si era spogliata del bikini e, sempre guardandoci, si stava toccando un capezzolo, mentre l’altra mano era fra le sue belle cosce.
Sapendo di dover proseguire quel giochino erotico voluto da Simona, continuando a comportarmi come la sua serva, gli chiesi se preferiva che spompinassi lui, oppure se voleva che mi sdraiassi sul letto e aiutassi lei ad accarezzarsi. “Venite qui tutti e due.” Disse lei e io e Alfonso ci sdraiammo sul letto ai fianchi di Simona, lasciando lei al centro e cominciando ad accarezzarle le gambe e la sua pancia piatta e dalla pelle liscia e delicata.
La mia mano scese sulla sua figa e la sentii bagnatissima di umori che profumavano di femmina. Lei chiuse gli occhi ed iniziò a mugolare, mentre Alfonso si chinava sul suo seno, iniziando a succhiarle con ardore i suoi turgidi capezzoli. Infilai senza fatica il mio dito medio nella sua figa e lentamente inizia a muoverlo e a farlo roteare. Lei si lasciava fare, tirò il viso di Alfonso sul suo ed iniziò a limonarselo con passione, mentre intanto le mie dita nella sua passera diventarono prima due e poi tre. Lei ansimava, si dimenava roteando leggermente il bacino mentre la sua mano aveva impugnato l’asta tosta di Alfonso e ne stava saggiando la consistenza e le abbondanti dimensioni.
Iniziò a segarlo, mentre io ancora la sditalinavo e intanto avevo iniziato a succhiarle anche un capezzolo, mentre Alfonso si era staccato dalla sua bocca e aveva ripreso a succhiarle l’altro seno. “Leccatemi!” urlò, e noi iniziammo a leccarla sul ventre e poi a scendere sempre più in basso. Alfonso mi spinse la testa fra le gambe di Simona e io inizia a leccarle e succhiarle il clitoride, mentre lui si alzò in ginocchio sul letto e avvicinò il suo cazzone alla bocca di Simona per farselo succhiare e leccare per bene.
Mentre la leccavo con voluttà, la sentii gemere più forte e subito dopo la sentii venire nella mia bocca, che si riempì tutta del forte sapore dei suoi umori che nell’orgasmo si erano fatti più copiosi. La leccai ancora per un po’, poi mi sollevai di lì e mettendomi anch’io in ginocchio in fondo al letto presi a toccarmi il clitoride ed i capezzoli. Presi una mano ad Alfonso e tirandola verso il mio sesso, lasciai che il suo dito entrasse nelle mia figa bagnatissima.
Con l’altra mano Alfonso muoveva la testa di Simona, che così si muoveva ad un ritmo serrato sul cazzone di lui. Ne volevo un po’ anch’io, così mi chinai verso quel bel membro e dopo averlo impugnato lo estrassi dalla bocca di Simona e inizia anch’io a succhiarlo.
Alfonso mi fece fermare, stava per venire ma voleva resistere per potersi scopare la donna che lo aveva pagato, così si ritrasse e si alzò, fermandosi un attimo, cosicché io ne approfittai per sdraiarmi completamente su Simona ed infilargli la lingua in bocca. Dopo un po’ mi scostai sdraiandomi al fianco di Simona, mentre il nostro stallone si posizionava fra le gambe di lei e con un paio di colpi ben assestati infilò il suo biscione nero nella figa fradicia Simona.
Quella penetrazione non durò moltissimo, l’eccitazione anche per Alfonso era stata tantissima, così tirò fuori il suo cosò e sborrò copiosamente sul ventre di Simona, facendole arrivare qualche schizzo persino sulle tette. Golosa come sono di sperma io non resistetti oltre e cominciai a leccare e succhiare tutto quel seme sparso sul corpo della donna. Scesi con la bocca sino al cazzo di Alfonso e presi a succhiarlo e a ripulirlo per bene con la lingua.
Stavo finendo quel bel lavoretto quando sentimmo bussare alla porta e, dietro di essa, la voce di Michele. Rimanemmo tutti e tre fermi per un attimo, poi fui io a scendere dal letto e ad aprire leggermente la porta, sino a lasciar entrare il sorpresissimo marito ormai cornuto.
Era sorpreso ma non certamente arrabbiato. Non disse nulla e lentamente si avvicinò al divano dove poi si sedette. Ci guardò tutti e tre: la moglie seduta sul letto; io ed Alfonso in piedi ai fianchi del letto. Sorrise quasi divertito e dolcemente rivolgendosi alla moglie gli chiese se gli era piaciuto e se finalmente aveva soddisfatto i suoi desideri. Simona contraccambiò il sorriso del marito e confermò di aver avuto una fantastica esperienza. “Bene – disse lui – però potevi almeno aspettare che ci fossi anch’io a condividere con te questa esperienza.”
“Hai ragione amore.ma se vuoi un’altra volta possiamo rifarlo. Sempre con loro magari, che mi sono piaciuti moltissimo.”
Mentre parlavano Michele guardava il cazzone nero di Alfonso che si andava ammosciando, quindi passava il suo sguardo indagatore su di me, che ero lì in piedi coperta solo dalla polo che avevo tolto prima, tenuta appoggiata ai miei seni e coprendo il mio ventre nudo. “Mi sarebbe davvero piaciuto vedervi all’opera.” Disse Michele, che poi chiese se ci sarebbe stata la possibilità di rifarlo, magari più tardi, quella stessa sera, rimanendo magari poi insieme anche per la notte.
Io adesso dovevo andarmene però, dovevo prendere servizio al bar e dissi che per la sera ci avrei pensato. Alfonso disse di non avere problemi e che sicuramente sarebbe tornato anche dopo. Intanto entrambi iniziammo a rivestirci e poco dopo lasciammo quella camera, dove comunque quella notte saremo ritornati per un bellissimo incontro a quattro…ma questa è un’altra storia…
Scrivetemi i vostri commenti e chiedetemi ciò che volete a iziasfizia@yahoo.it
Vi aspetto e vi risponderò.
Tutte le mattine giocavano per circa un’oretta a tennis nel campo dell’hotel, facevano poi un tuffo in piscina e quindi una sana ed abbondante colazione. Il pomeriggio invece si dividevano: Michele era curioso di scoprire alcune località all’interno dell’isola, e armato di macchina fotografica tutti i giorni si organizzava per qualche escursione, a volte solo, a volte accompagnato da altri turisti; Simona invece preferiva curare la sua abbronzatura e se non scendeva in spiaggia, la si poteva ammirare sdraiata su uno dei lettini a bordo della piscina. E fu in uno di quei pomeriggi che avemmo modo di intavolare una piacevole conversazione ed iniziare un altrettanto piacevole relazione particolare fra noi due.
Simona si prese una pausa dalle sue cure solari e venne al bar per prendersi qualcosa di fresco, sedendosi su uno degli sgabelli che stavano davanti al bancone. La barista le servì la bibita che aveva ordinato ed io, per farle un po’ di compagnia, mi sedetti di fianco a lei ed iniziammo una bella chiacchierata. Iniziammo parlando dell’Italia, dalla quale io mancavo da un po’; poi si parlò del suo lavoro, della famiglia e delle solite cose che riempiono molti momenti di dialogo fra persone. Poi però il nostro conversare iniziò a toccare l’argomento sesso. Simona era infatti curiosa di sapere se fosse vero ciò che una sua amica che era già stata in vacanza ai caraibi le aveva detto di ritorno da quel viaggio: ovvero che fosse possibile e abbastanza semplice assoldare degli uomini di colore disposti a fare sesso con le turiste europee. Sorrisi della sua domanda, ma comunque le confermai che era possibile fare una cosa del genere, e che era anche una pratica abbastanza comune per molte donne o coppie che visitavano le isole caraibiche.
Dopo la mia risposta notai sia dal suo tono di voce, sia dall’indurirsi dei suoi capezzoli sotto il costume, che lei si stava eccitando. “E come si fa? Dove si può trovare qualche bel fusto nero disposto a far divertire una donna ancora abbastanza piacente come me?” Mi chiese. Gli spiegai che sarebbe bastato uscire una sera ed adocchiare qualcuno e, se disponibile, il gigolò in questione si sarebbe proposto; oppure anche in spiaggia, dove non era difficile trovare ciò che lei cercava; oppure ancora, perché no, avrei potuto contattare io qualcuno e poi presentarglielo. “Ma con tuo marito qui in vacanza con te, come intendi fare?” gli chiesi.
Lei candidamente e senza alcun imbarazzo mi spiegò che suo marito sarebbe stato comunque d’accordo, visto che uno dei motivi che li avevano spinti a fare una vacanza qui, era proprio per provare a fare un’esperienza di questo tipo. “Mi piacciono molto gli uomini di colore e vorrei provare a fare del sesso con uno o più neri o mulatti. Mio marito lo sa ed è disponibilissimo ad assecondare questo mio desiderio.”
“Beh, se le cose stanno così, posso provare ad aiutarti ed agevolare la tua ricerca.” Le chiesi quando voleva organizzare un appuntamento, e lei senza troppo pensarci mi rispose che l’avrebbe fatto anche subito, mentre suo marito era in giro per l’isola, poi sicuramente glielo avrebbe anche raccontato. Per nulla scandalizzata dalle sue affermazioni, presi subito il cellulare e scorrendo la rubrica trovai il numero di Alfonso, un 25enne nero, ben messo fisicamente e abbondantemente cazzuto, con il quale io stessa ogni tanto avevo avuto il piacere di farci qualche bella scopata, nel mio caso non a pagamento, ma sapevo bene che lui spesso vendeva i suoi favori alle turiste e con una bella donna come Simona non avrebbe avuto nessun problema. Lo chiamai subito, lui era libero e disse che in un quarto d’ora sarebbe arrivato per accordarsi di persona con la “Troia bianca”, così la apostrofò lui durante la nostra breve telefonata.
Simona a quel punto era eccitata ed al tempo stesso un po’ preoccupata per quell’incontro, tanto che mi chiese di assisterla nella trattativa che di lì a poco avrebbe aperto con quel gigolò, “Non sono pratica di queste cose. Dammi aiutami tu, ti prego.” Ed io la rassicurai e gli garantii il mio aiuto. Così mentre eravamo in attesa dell’arrivo di Alfonso, decidemmo di allontanarci dal bar ed aspettarlo nella camera di lei. “Quando arriva Alfonso mandalo da noi.” Dissi alla barista e io e Simona andammo in camera, dove di lì a 15 minuti Alfonso arrivò, presentandosi in pantaloncini corti e magliettina anch’essa corta e che lasciava scoperti i suoi addominali muscolosi e neri.
Alfonso trovò la signora molto graziosa; allo stesso modo Simona trovò quel maschio molto attraente e di suo gradimento. Lui gli chiese 100 dollari per far fare a Simona una bella cavalcata e io la assicurai che era un ottimo prezzo e che soprattutto ne sarebbe valsa la pena. Lei accettò e io mi avviai per lasciarli soli in camera a fare ciò che dovevano. Simona però mi chiamò e mi fermò sull’uscio, dicendomi che le sarebbe piaciuto che io rimanessi lì e che se avessi voluto avrei potuto godere anch’io della prestazione di quello stallone. Alfonso che mi conosceva bene mi strizzò l’occhio e sorridendo felice mi chiese anche lui di rimanere. Esitai un poco poi chiusi la porta a chiave e rimasi in quella camera.
Fu Simona a guidare le danze, sdraiandosi in bikini sul letto e chiedendo a me e ad Alfonso di spogliarci a vicenda, mentre lei lì distesa si sarebbe goduta lo spettacolino. La accontentammo ed iniziammo a spogliarci reciprocamente.
Alfonso ed io ci avvicinammo, rimanendo in piedi in fondo al letto. Fu lui a muoversi per primo, accarezzandomi il volto e scostando leggermente i miei fluenti capelli biondi, per poi adagiare le sue grosse labbra sul mio collo per baciarlo e leccarlo con delicatezza, mentre la sua grossa e robusta mano si insinuava sotto la polo che indossavo e saliva sino a sfiorarmi il seno nudo. Girai il mio sguardo verso il letto, dove vidi Simona sdraiata comodamente con due cuscini sotto la testa che ci guardava con un sorrisetto libidinoso, mentre si passava lentamente la punta della lingua sulle labbra.
Noi due intanto ci togliemmo reciprocamente le magliette; ci slacciammo a vicenda la mia gonna ed i suoi pantaloncini che entrambi lasciammo scivolare a terra. La sua mano entrò nei miei slip e sfiorò la mia patatina già abbondantemente umida, mentre io con la mia palpai con vigore il suo pacco già grosso e duro; la infilai poi nell’elastico dei sui boxer e lo abbassai, facendo svettare fuori quella bella mazza nera, grossa e lunga. Sentii un mugolio di piacere provenire dal letto e girandomi vidi che anche Simona si era spogliata del bikini e, sempre guardandoci, si stava toccando un capezzolo, mentre l’altra mano era fra le sue belle cosce.
Sapendo di dover proseguire quel giochino erotico voluto da Simona, continuando a comportarmi come la sua serva, gli chiesi se preferiva che spompinassi lui, oppure se voleva che mi sdraiassi sul letto e aiutassi lei ad accarezzarsi. “Venite qui tutti e due.” Disse lei e io e Alfonso ci sdraiammo sul letto ai fianchi di Simona, lasciando lei al centro e cominciando ad accarezzarle le gambe e la sua pancia piatta e dalla pelle liscia e delicata.
La mia mano scese sulla sua figa e la sentii bagnatissima di umori che profumavano di femmina. Lei chiuse gli occhi ed iniziò a mugolare, mentre Alfonso si chinava sul suo seno, iniziando a succhiarle con ardore i suoi turgidi capezzoli. Infilai senza fatica il mio dito medio nella sua figa e lentamente inizia a muoverlo e a farlo roteare. Lei si lasciava fare, tirò il viso di Alfonso sul suo ed iniziò a limonarselo con passione, mentre intanto le mie dita nella sua passera diventarono prima due e poi tre. Lei ansimava, si dimenava roteando leggermente il bacino mentre la sua mano aveva impugnato l’asta tosta di Alfonso e ne stava saggiando la consistenza e le abbondanti dimensioni.
Iniziò a segarlo, mentre io ancora la sditalinavo e intanto avevo iniziato a succhiarle anche un capezzolo, mentre Alfonso si era staccato dalla sua bocca e aveva ripreso a succhiarle l’altro seno. “Leccatemi!” urlò, e noi iniziammo a leccarla sul ventre e poi a scendere sempre più in basso. Alfonso mi spinse la testa fra le gambe di Simona e io inizia a leccarle e succhiarle il clitoride, mentre lui si alzò in ginocchio sul letto e avvicinò il suo cazzone alla bocca di Simona per farselo succhiare e leccare per bene.
Mentre la leccavo con voluttà, la sentii gemere più forte e subito dopo la sentii venire nella mia bocca, che si riempì tutta del forte sapore dei suoi umori che nell’orgasmo si erano fatti più copiosi. La leccai ancora per un po’, poi mi sollevai di lì e mettendomi anch’io in ginocchio in fondo al letto presi a toccarmi il clitoride ed i capezzoli. Presi una mano ad Alfonso e tirandola verso il mio sesso, lasciai che il suo dito entrasse nelle mia figa bagnatissima.
Con l’altra mano Alfonso muoveva la testa di Simona, che così si muoveva ad un ritmo serrato sul cazzone di lui. Ne volevo un po’ anch’io, così mi chinai verso quel bel membro e dopo averlo impugnato lo estrassi dalla bocca di Simona e inizia anch’io a succhiarlo.
Alfonso mi fece fermare, stava per venire ma voleva resistere per potersi scopare la donna che lo aveva pagato, così si ritrasse e si alzò, fermandosi un attimo, cosicché io ne approfittai per sdraiarmi completamente su Simona ed infilargli la lingua in bocca. Dopo un po’ mi scostai sdraiandomi al fianco di Simona, mentre il nostro stallone si posizionava fra le gambe di lei e con un paio di colpi ben assestati infilò il suo biscione nero nella figa fradicia Simona.
Quella penetrazione non durò moltissimo, l’eccitazione anche per Alfonso era stata tantissima, così tirò fuori il suo cosò e sborrò copiosamente sul ventre di Simona, facendole arrivare qualche schizzo persino sulle tette. Golosa come sono di sperma io non resistetti oltre e cominciai a leccare e succhiare tutto quel seme sparso sul corpo della donna. Scesi con la bocca sino al cazzo di Alfonso e presi a succhiarlo e a ripulirlo per bene con la lingua.
Stavo finendo quel bel lavoretto quando sentimmo bussare alla porta e, dietro di essa, la voce di Michele. Rimanemmo tutti e tre fermi per un attimo, poi fui io a scendere dal letto e ad aprire leggermente la porta, sino a lasciar entrare il sorpresissimo marito ormai cornuto.
Era sorpreso ma non certamente arrabbiato. Non disse nulla e lentamente si avvicinò al divano dove poi si sedette. Ci guardò tutti e tre: la moglie seduta sul letto; io ed Alfonso in piedi ai fianchi del letto. Sorrise quasi divertito e dolcemente rivolgendosi alla moglie gli chiese se gli era piaciuto e se finalmente aveva soddisfatto i suoi desideri. Simona contraccambiò il sorriso del marito e confermò di aver avuto una fantastica esperienza. “Bene – disse lui – però potevi almeno aspettare che ci fossi anch’io a condividere con te questa esperienza.”
“Hai ragione amore.ma se vuoi un’altra volta possiamo rifarlo. Sempre con loro magari, che mi sono piaciuti moltissimo.”
Mentre parlavano Michele guardava il cazzone nero di Alfonso che si andava ammosciando, quindi passava il suo sguardo indagatore su di me, che ero lì in piedi coperta solo dalla polo che avevo tolto prima, tenuta appoggiata ai miei seni e coprendo il mio ventre nudo. “Mi sarebbe davvero piaciuto vedervi all’opera.” Disse Michele, che poi chiese se ci sarebbe stata la possibilità di rifarlo, magari più tardi, quella stessa sera, rimanendo magari poi insieme anche per la notte.
Io adesso dovevo andarmene però, dovevo prendere servizio al bar e dissi che per la sera ci avrei pensato. Alfonso disse di non avere problemi e che sicuramente sarebbe tornato anche dopo. Intanto entrambi iniziammo a rivestirci e poco dopo lasciammo quella camera, dove comunque quella notte saremo ritornati per un bellissimo incontro a quattro…ma questa è un’altra storia…
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