Tornando a casa 2
di
uominisoli
genere
tradimenti
Premessa: "Tornando a casa" è stato scritto, circa un mese fa, da esperia, autore bravissimo i cui racconti, quasi sempre, conferiscono una giusta dignità agli uomini. Questo racconto, secondo me, meritava una conclusione e, pur non avendo mai scritto racconti, ho provato il desiderio di narrare il mio epilogo di questa storia. Spero che "esperia" mi voglia scusare per la mia intrusione su un racconto che, naturalmente, resta essenzialmente suo.
Il mio pseudonimo? una bella canzone dei Pooh sulle fragilità maschili.
Quel venerdì, Chicco uscì di casa senza una meta precisa; in ufficio non sarebbe rientrato prima di lunedì, ma non si sentiva di tornare a casa. Nella sua mente si affollavano migliaia di pensieri: perché, perché proprio a lui doveva succedere una cosa del genere? Aveva bisogno di ritrovare un minimo di lucidità per decidere quale strada intraprendere e se valeva la pena porre in essere un tentativo per recuperare il suo matrimonio. Verso sera, decise di prendere una stanza in un albergo non lontano dalla sua casa. Gli sembrò la più giusta decisione per cercare di calmarsi e riflettere; non riusciva a trovare una soluzione che contemperasse il suo desiderio di tentare di recuperare il grande amore della sua vita e contemporaneamente ritrovare l'indispensabile fiducia nel rapporto con la moglie. Poco prima di mezzanotte, gli arrivò un messaggio di Silvia: "dove sei? Ti prego, torna a casa!" Chicco non rispose e cercò inutilmente di dormire. Tornò a casa domenica notte; c'era un silenzio ogni tanto interrotto da singhiozzi. Si sistemò alla meglio su un divanetto nella stanza degli ospiti e, finalmente, riuscì a dormire. Erano circa le sette, quando Chicco fu svegliato dalla moglie con una tazzina di caffè. Silvia si sedette accanto a lui e, ancora una volta, lo implorò: " non lasciarmi, io amo solo te e non riesco ad immaginare un futuro senza di te".
Chicco si alzò e le disse di ascoltarlo senza interromperlo:" Vedi, Silvia, ciò che più mi sconcerta è che dalle tue giustificazioni tu hai dimostrato di non esserti resa conto della gravità del tuo comportamento. Tu hai fatto del male a te stessa, perché immotivatamente ti sei venduta come una puttana e hai fatto del male a me, perché mi hai dilaniato l'anima. Come posso io, da oggi in poi, viaggiare per lavoro sapendoti nello stesso luogo di lavoro con il tuo amante? Come posso io, da oggi in poi, rapportarmi con il tuo ufficio dove, per l'imbarazzo dimostrato nel rispondere alle mie telefonate, tutti sanno di questa tua squallida tresca? Come posso io non pensare alle risate che sicuramente vi facevate, tu e il sig. Cazzaniga, quando a telefono mi dicevi che il "nostro" letto era grande e freddo? Vedi, Silvia, non so se riuscirò mai a superare questo tuo infame tradimento, ma se vuoi che facciamo un tentativo e, sottolineo, "tentativo" di recuperare il nostro rapporto, c'è solo una via: Per fortuna, la Società per la quale lavoro ha molte Sedi; mi farò trasferire in una città abbastanza lontana da questa in cui viviamo; tu, oggi stesso presenterai una lettera di dimissioni con effetto immediato ed insieme ci trasferiremo in una nuova città." Silvia lo guardò con le lacrime agli occhi, ma Chicco già capì che non l'avrebbe seguito: " Amore mio, ti autorizzo a controllarmi in tutti i modi; metteremo un telefono fisso in casa, in modo che tu possa telefonarmi ed avere la certezza che sono qui, ma non farmi lasciare il mio lavoro che mi gratifica moltissimo. Ti giuro che non accadrà mai più quello che è successo, ma restiamo in questa nostra casa". Chicco si rabbuiò ancora di più e concluse il suo discorso con queste parole: "Ancora una volta, mi confermi che non hai capito la gravità delle tue azioni. Oggi prenderò le mie cose e al più presto mi trasferirò in un'altra città. La prossima volta ci incontreremo per la nostra separazione. Adesso lasciami solo perché non desidero più vederti". Sivia piangeva, ma non ritenne di aggiungere altro. Nel giro di una settimana, Chicco fu trasferito in una cittadina a circa 400 Km; trovò subito un bilocale arredato e cercò di riprendere una vita normale, seppure solitaria. Il primo messaggio di Sivia, diceva che aveva finalmente capito ciò che aveva fatto; disse che, per onestà, gli voleva confessare che nella casa del suo capo c'era stata anche un'altra notte, sempre durante un suo viaggio. Perché lo aveva tradito? Non lo sapeva, considerato anche che, per questa persona, non aveva mai provato sentimenti diversi da una normale amicizia, né tantomeno provava, nei suoi confronti, una particolare attrazione fisica, Il messaggio si concludeva, con la frase " ti amo, torna da me!". Sivia gli inviava un messaggio al giorno; gli diceva che era a casa e che lo amava.Chicco le scrisse un solo messaggio, nel quale le comunicava il suo nuovo recapito al fine di iniziare le pratiche per la separazione. Passarono circa due mesi, Chicco lavorava sodo, anche per distrarsi e non pensare al ciclone che lo aveva investito. Non frequentava nessuno e alla sera, tornava nel suo appartamentino e guardava la televisione. Una sera, tornò a casa come al solito, ma, da lontano, vide una persona seduta sulle scale del palazzo; man mano che si avvicinava quella persona gli sembrava sempre più familiare. "Sivia, cosa fai qui?" Silvia, si alzò e gli porse una lettera che aveva in mano. Oggetto: dimissioni volontarie. " ti prego,disse Sivia, non mandarmi via, voglio stare sempre con te " Fu un gesto che non si poteva non apprezzare; Chicco le mise un braccio intorno alle spalle e la portò nel suo piccolo appartamento. Fu una notte di grande passione. Sono passati dieci anni, Sivia e Chicco si trovano molto bene nella nuova cittadina. Hanno un bellissimo bambino di otto anni e Silvia da circa due anni ha ripreso a lavorare in un'Agenzia di assicurazioni. Silvia in questi dieci anni non ha mai dato a Chicco il benché minimo motivo di dubitare del suo amore e della sua fedeltà.
Il mio pseudonimo? una bella canzone dei Pooh sulle fragilità maschili.
Quel venerdì, Chicco uscì di casa senza una meta precisa; in ufficio non sarebbe rientrato prima di lunedì, ma non si sentiva di tornare a casa. Nella sua mente si affollavano migliaia di pensieri: perché, perché proprio a lui doveva succedere una cosa del genere? Aveva bisogno di ritrovare un minimo di lucidità per decidere quale strada intraprendere e se valeva la pena porre in essere un tentativo per recuperare il suo matrimonio. Verso sera, decise di prendere una stanza in un albergo non lontano dalla sua casa. Gli sembrò la più giusta decisione per cercare di calmarsi e riflettere; non riusciva a trovare una soluzione che contemperasse il suo desiderio di tentare di recuperare il grande amore della sua vita e contemporaneamente ritrovare l'indispensabile fiducia nel rapporto con la moglie. Poco prima di mezzanotte, gli arrivò un messaggio di Silvia: "dove sei? Ti prego, torna a casa!" Chicco non rispose e cercò inutilmente di dormire. Tornò a casa domenica notte; c'era un silenzio ogni tanto interrotto da singhiozzi. Si sistemò alla meglio su un divanetto nella stanza degli ospiti e, finalmente, riuscì a dormire. Erano circa le sette, quando Chicco fu svegliato dalla moglie con una tazzina di caffè. Silvia si sedette accanto a lui e, ancora una volta, lo implorò: " non lasciarmi, io amo solo te e non riesco ad immaginare un futuro senza di te".
Chicco si alzò e le disse di ascoltarlo senza interromperlo:" Vedi, Silvia, ciò che più mi sconcerta è che dalle tue giustificazioni tu hai dimostrato di non esserti resa conto della gravità del tuo comportamento. Tu hai fatto del male a te stessa, perché immotivatamente ti sei venduta come una puttana e hai fatto del male a me, perché mi hai dilaniato l'anima. Come posso io, da oggi in poi, viaggiare per lavoro sapendoti nello stesso luogo di lavoro con il tuo amante? Come posso io, da oggi in poi, rapportarmi con il tuo ufficio dove, per l'imbarazzo dimostrato nel rispondere alle mie telefonate, tutti sanno di questa tua squallida tresca? Come posso io non pensare alle risate che sicuramente vi facevate, tu e il sig. Cazzaniga, quando a telefono mi dicevi che il "nostro" letto era grande e freddo? Vedi, Silvia, non so se riuscirò mai a superare questo tuo infame tradimento, ma se vuoi che facciamo un tentativo e, sottolineo, "tentativo" di recuperare il nostro rapporto, c'è solo una via: Per fortuna, la Società per la quale lavoro ha molte Sedi; mi farò trasferire in una città abbastanza lontana da questa in cui viviamo; tu, oggi stesso presenterai una lettera di dimissioni con effetto immediato ed insieme ci trasferiremo in una nuova città." Silvia lo guardò con le lacrime agli occhi, ma Chicco già capì che non l'avrebbe seguito: " Amore mio, ti autorizzo a controllarmi in tutti i modi; metteremo un telefono fisso in casa, in modo che tu possa telefonarmi ed avere la certezza che sono qui, ma non farmi lasciare il mio lavoro che mi gratifica moltissimo. Ti giuro che non accadrà mai più quello che è successo, ma restiamo in questa nostra casa". Chicco si rabbuiò ancora di più e concluse il suo discorso con queste parole: "Ancora una volta, mi confermi che non hai capito la gravità delle tue azioni. Oggi prenderò le mie cose e al più presto mi trasferirò in un'altra città. La prossima volta ci incontreremo per la nostra separazione. Adesso lasciami solo perché non desidero più vederti". Sivia piangeva, ma non ritenne di aggiungere altro. Nel giro di una settimana, Chicco fu trasferito in una cittadina a circa 400 Km; trovò subito un bilocale arredato e cercò di riprendere una vita normale, seppure solitaria. Il primo messaggio di Sivia, diceva che aveva finalmente capito ciò che aveva fatto; disse che, per onestà, gli voleva confessare che nella casa del suo capo c'era stata anche un'altra notte, sempre durante un suo viaggio. Perché lo aveva tradito? Non lo sapeva, considerato anche che, per questa persona, non aveva mai provato sentimenti diversi da una normale amicizia, né tantomeno provava, nei suoi confronti, una particolare attrazione fisica, Il messaggio si concludeva, con la frase " ti amo, torna da me!". Sivia gli inviava un messaggio al giorno; gli diceva che era a casa e che lo amava.Chicco le scrisse un solo messaggio, nel quale le comunicava il suo nuovo recapito al fine di iniziare le pratiche per la separazione. Passarono circa due mesi, Chicco lavorava sodo, anche per distrarsi e non pensare al ciclone che lo aveva investito. Non frequentava nessuno e alla sera, tornava nel suo appartamentino e guardava la televisione. Una sera, tornò a casa come al solito, ma, da lontano, vide una persona seduta sulle scale del palazzo; man mano che si avvicinava quella persona gli sembrava sempre più familiare. "Sivia, cosa fai qui?" Silvia, si alzò e gli porse una lettera che aveva in mano. Oggetto: dimissioni volontarie. " ti prego,disse Sivia, non mandarmi via, voglio stare sempre con te " Fu un gesto che non si poteva non apprezzare; Chicco le mise un braccio intorno alle spalle e la portò nel suo piccolo appartamento. Fu una notte di grande passione. Sono passati dieci anni, Sivia e Chicco si trovano molto bene nella nuova cittadina. Hanno un bellissimo bambino di otto anni e Silvia da circa due anni ha ripreso a lavorare in un'Agenzia di assicurazioni. Silvia in questi dieci anni non ha mai dato a Chicco il benché minimo motivo di dubitare del suo amore e della sua fedeltà.
2
voti
voti
valutazione
7.5
7.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Ovuli vaginali
Commenti dei lettori al racconto erotico