Riconobbi subito il suo volto.

di
genere
etero

Nel tardo pomeriggio arrivo al paese dove abita Angela, acquisti un mazzo di rose per Angela e due mazzolini per le sue figlie, poi passo in pasticceria e faccio razzia di dolciumi frschi, secchi che poi scenderanno giù bene con un vino santo, perciò dolce ed infine tocca allo spumante per risaltare l'incontro con Angela e le sua figliole. Arrivo alla casetta che è in periferia del paesino. Si vede che mi hanno sentito arrivare e quindi sono tutte e tre ad attendermi alla porta: rimango letteralmente folgorato dalla bellezza di Angela che mi si presenta con un abitino tutto aderente al suo meraviglioso fisico di ...per me... ancora ventenne ed uno spacco scopre la lunga e tornita coscia. Lei mi abbraccia cedendo alle figlie tutti i varii pacchetti che portavo, poi mi presenta Laura e Paola dicendomi che hanno dicotto anni, nate appunto l'una subito dopo l'altra, nello stesso anno e, nell'osservarle bene, faccio fatica a distinguere tra le tre chi è la più giovane! Loro due mi abbracciano e baciano e lì io rimango come basito dal loro giovanile entusiasmo nello stringermi forte con le loro braccine. Ero letteralmente sbalordito nel constatare che ambedue avevano il viso simile ad Angela e quindi...chi era la più bella del reame. Non la faccio più linga ma passo alla squisitissima cena preparata da tutte e tre ed oltre ai dolci portati d me, cèerano quelli fatti da loro e lì Angela chiarisce che l'autrice della torta di mele la aveva fatta Paola, perchè sapeva già che era il dolce da me preferito. Il dopocena scorre chiacchierando sul divano ed è un ritorno ai vent'anni miei e di Angela a scuola ed il tempo scorre via correndo così passa la mezzanotte e finalmente io e Angela ci accorgiamo che Paola e Laura stanno già nel profondo sonno, quindi dolcemente Angela le sveglia e loro, dopo un bacio a lei a poi anche a me, se ne vanno a dormire. Noi due rimasti soli passiamo al terzo calice di spumante e, senza capire come, perchè...ci troviamo strettamente avvinghiati l'uno all'altra e lì i baci non sono convenzionali ma reali, sentiti, appassionati ma poi, sul più bello, Angela si ferma come se si fosse improvvisamente gelata,, mi fissa negli occhi e poi mi dice che lei è una vedova e...e e dopo scoppia in un profondo pianto di dolore. Io sento di volerla abbracciare, confortare ma poi le prendo la mano tra le mie e, con molto tatto, le faccio capire che la sua vita continua ed allora non si può rinunciare a vivere momenti belli, anche se alternati da ricordi, da dolorie con quelle parole credo di avere fatto cento, infatti lei mi abbraccia di nuovo scusandosi per il suo sfogo di dolore ma la abbraccio spiegandole che non deve certo dimenticare il suo marito, la sua famiglia, ma può sempre contare su di me, sulle mie spalle dove appoggiarsi ed io sarei contento nel sapere che le sue figlie sarebbero state coente di avere anche loro una spalla maschile, familiare, dove appoggirsi anche loro nel ricordareil loro amato padre. Proprio in quel momento sentiamo scoppiare un pianto dietro la porta che separa la sala dal corridoio e Angela corre a scoprire le sue figlie che stavano lì appositamente a spiarci: loro avevano subito intuito che angela aveva bisogno di trovare una spalla sicura ed anche loro poi me lo dimostrarono subito entrando in sala piangenti e vennero ad abbracciarmi ai miei lati ePaola mi baciò alla guancia, proponendomi di divenire "la spalla della loro famiglia" ed io alzai la mano in segno di giuramento e le sorrisi ad entrambe cofermando di accettare la nomina a sostenitore morale di famiglia, formando così un nucleo familiare. Dopo che io ero più a casa loro che nella mia, un giorno proposi di trasferirsi da me per lasciare per un pò quella casa dove per forza ogni angolo, ogni momento, le ricordava chi era venut a mancare così le spiegai che loro avrebbero potuto sentirsi impegnate a dedicarsi ai lavori che la campagna richiede e, andando al dunque, il giorno dopo, mentre Angela era al suo lavoro, io e le ragazze portammo tutto il loro necessario a casa mia e lì presentai a Paola e Laura le loro stanze e quella che avevo preparato per Angela ( la mia casa si sviluppava in tre piani ), poi andammo fuori a farle conoscere i miei coabitanti: dieci galline ovaiole, un gallo, due papere mute che già mi avevano "dato" dodici paperini graziosissimi, gialli e neri e le ragazze vedendoli, non resisterono dal coccolarli un poco. Poi toccò a Saurus, il mio cavallo ed a Rosetta, una somarella sarda. Tornammo in casa e poi andammo incontro ad Angela che tornava dal lavoro e non sapeva la strada di casa mia così ce ne andammoinsiemme a casa e, mentre le ragazze preparavano il pranzo, feci fare il giro di casa ad Angela e poi fu la volta di farle conoscere con chi convivevo in campagna. Lì il nostro rapporto si fece più solido, in ogni senso. Il giorno sempre insieme ma la notte, ognuno in camera sua, però, come proprio non me lo aspettavo, una notte ero già a letto, al buio, allora sentii sollevarsi le lenzuola del mio letto e sentii il per me affascinante profumo che si metteva Angela. Accesi la luce e lei mi fissava in silenzio e così...vidi che la sveglia segnava l'una e poi le tre, proprio quando avevamo appena terminato tre scatenati rapoorti sessuali che avevamo vissuto intensamente e lungamente, come se in quella notte avevamo riassunto chissà quanti anni trascorsi! Alle sette del mattino la sveglia suonò ma subito dopo era finita per terra rimanendo silenziosa per sempre! Finimmo a rifare l'amore ed al solo vedere gli occhioni azzurri di lei, io sentii un vigore sessuale, un desiderio tale che la riempii di baci, carezze e poi, infilandomi sotto le lenzuola le splancai le setose e stupende cosce per arrivare a slinguarle la sua figona dal pelo foltissimo e lì la sentii poi schizzarmi sul viso i potenti getti di umori che sapevano di fragole gustosissimi e mi venne così un desiderio tale di possederla, scoparla e così la penetrai e la stantuffai facendola subito godere ed io , con piccole soste per riaccendere il motore dopo la sborrata, la potei possedere anchè lì tre volte. Uscimmo dal lettone, diretti alla doccia ma sentimmo bussare alla porta: erano le ragazze che dovevano andare a scuola. Angela andò alla doccia ed io aprii la porta: le ragazze mi guardavano ridacchiando e, una alla volta mi abbracciarono poi mi dissero insieme che stavo dando una nuova vita alla loro mamma ed io allora le abbracciai e baciai affettuosamente. Poi andai alla doccia dove raggiunsi Angela e tra un getto e l'altro, possedei ancora la mia bellissima nuova compagna di vita.
Accompagnai poi le ragazze a scuola poi lascio il seguito a dopo.
scritto il
2025-02-15
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