Ghost Whisperer - prima parte
di
Skoda77
genere
dominazione
Melinda Gordon è una medium capace di comunicare con i fantasmi sin da bambina. Un dono o una maledizione che Melinda affronta con volontà ogni giorno della sua vita. Aiutare le anime perdute a raggiungere la luce è la sua missione. La ragazza ha trent’anni e la sua vita scorre felice. Certo lei ha un segreto che rende i suoi giorni un’avventura, ma aiutare le persone (i morti fanno poca differenza) è ciò che rende speciale e pura la sua vita. Suo marito Jim è fuori città per lavoro e Melinda può godersi alcuni giorni di piacevole solitudine. Cosi decide di chiudere il suo negozio di antiquariato per passare due giorni di relax e ozio. Ma qualcuno di malvagio ha ben altri progetti per la dolce Melinda...
Quella mattina il sole riscaldava con poca convinzione la piccola città. Con l'asciugamano legato ai fianchi Melinda passeggiava per casa aspettando che la temperatura dell’acqua della vasca fosse giusta. I suoi pensieri erano dolci e romantici! L’ultimo fantasma che aveva aiutato era un’anziana signora morta dopo 50 anni di matrimonio. Un lungo viaggio di due innamorati durato tutta la vita. Melinda si chiedeva se anche lei e Jim riusciranno ad amarsi con la stessa intensità per cosi tanto tempo. La ragazza era convinta di sì. Lo specchio rifletteva il suo bellissimo corpo. Il suo seno prosperoso risaltava su quei fianchi magri e il candore del suo viso erano lo specchio fedele di una dolce ragazza che meritava tutto il bene del mondo. Melinda lasciò cadere l’asciugamano ed entrò in vasca. Al contatto con l’acqua i suoi capezzoli si irrigidirono e con piacevole lentezza cominciò ad insaponarsi. Le sue gambe magre erano bellissime. Insaponare le sue cosce era un piacere misterioso. Melinda amava sentire le sue dita scendere dalle ginocchia all’interno coscia. Tutto era morbido e rassicurante. Poi la ragazza passò la schiuma sui suoi seni generosi. Lei non era quel tipo di persona che praticava la masturbazione, più che altro le piaceva toccarsi, sfiorarsi. Stuzzicarsi delicatamente i capezzoli o sentire la sua vagina al contatto con gli aromi profumati. Un candido piacere, niente di estremo o volgare. Melinda chiuse gli occhi per godersi la tranquillità di quella mattinata. Non poteva certo immaginare che la violenza più ceca e terrificante stava per strapparla dal suo paradiso.
Jerome Bartelt era stato un trafficante di droga. Ucciso durante un regolamento tra bande, la sua anima vagava senza meta. Era bloccato nel Limbo per chi sà quale ragione. Un uomo come lui dovrebbe marcire all’inferno. Invece vagava per le città della costa Est in cerca di qualcosa da fare. Ma più che spiare giovani donne sotto la doccia la sua condizione di fantasma non gli consentiva grandi divertimenti. Tutto cambiò il giorno che venne a conoscenza di Melinda Gordon. Jerome sapeva che se avesse trovato una medium avrebbe potuto comunicare con lei, ma questo gli importava poco. Aveva voglia di scopare. Con la morte i suoi istinti non erano sopiti anzi qualcosa di malvagio si era acceso in lui. Aveva sentito parlare di Melinda Gordon e sapeva anche che non era una medium vecchia e grassa come ci si immagina di solito. Melinda era una ragazza splendida, nel fiore dell’avvenenza. Cosi quella mattina mentre la ragazza si assopiva nella sua vasca, sicura nella sua bella casa e felice della sua vita perfetta, Jerome era seduto nel salotto di Melinda. In altre circostanze lei avrebbe avvertito quella presenza, ma i poteri malvagi di Jerome gli permettevano una discrezione assoluta. Anche per una medium. Jerome guardava le fotografie di Melinda sistemate in salotto. Era vero lei era bellissima! I suoi vestiti scollati e le sue gonne lunghe esaltavano le forme di quel corpo cosi morbido e arrapante. E soprattutto cosi solo ed indifeso in quella casa di una piccola città della costa est.
Pochi attimi ancora e la vita di Melinda sarebbe stata sconvolta. Il suo corpo perfetto aggredito, la sua intimità violata e il suo culo stuprato.
Melinda uscì dalla vasca e si avviò allo specchio del bagno. I suoi capelli bagnati le davano un aspetto dolce ed indifeso. Lei aveva un viso splendido e ancora sembrava una diciottenne! Era orgogliosa di sé. Melinda si asciugò in fretta i capelli castani perché le piaceva sentirli bagnati e poi non aveva impegni. Si avviò verso la camera da letto e gli specchi del corridoio rifletterono il suo corpo nudo. Non aveva la minima idea che Jerome era in qualche parte della casa. Melinda entrò in camera e si avvicinò all’armadio dei vestiti. La ragazza non aveva nessuna intenzione di uscire e quindi decise di mettere un abitino con le spalline che la copriva fino a metà coscia. La biancheria per un giorno non sarebbe stata necessaria quindi niente reggiseno e niente mutandine. Una vera goduria. La sua pelle morbida poteva finalmente respirare! Niente costrizioni o doverosi impedimenti contro gli sguardi indiscreti di qualche vecchio porco. Molte volte aveva sorpreso uomini scrutare nelle sue scollature o guardarle le gambe. A volte pensava che i fantasmi con faccende in sospeso fossero una compagnia migliore di certe persone. Quella mattina niente del genere poteva essere vero.
Melinda indossò il vestitino a fiori e tornò in bagno per truccarsi. Anche se non sarebbe uscita di casa voleva un trucco leggero e discreto. Davanti allo specchio si guardava sorridendo. Era felice di potersi viziare per due giorni. Scrivere il suo diario e guardare vecchie commedie romantiche. La povera e dolce Melinda fu travolta dallo shock quando vide Jerome apparire nello specchio dietro di lei.
Jerome l’afferrò stringendola a sé. Era la prima volta dopo la sua morte che lui potè toccare una persona, una donna. Quello che pensava si era appena avverato. Il contatto era possibile. Jerome le strinse con veemenza i seni baciondola sul collo. La paura soffocò ogni urla nella gola di Melinda, giù nel profondo della sua anima. La ragazza si dimenava ma la forza sovrumana dell’uomo le impediva la fuga. Jerome guardava lo specchio divertito dagli inutili sforzi di Melinda. Non c’era scampo. La bella medium era nelle sue mani. Jerome continuò il suo osceno palpeggiamento. Si accorse da subito che Melina era senza reggiseno, ma la sorpresa di trovarla anche senza mutandine lo fece esultare trionfante.
“Brava bambina! Senza slip sei un invito ad entrare!” - disse.
Melinda strinse le gambe per impedirgli di toccarla ma era un lavoro inutile. Dopo pochi secondi la mano sinistra di Jerome stuzzicava la sua vagina senza pietà. Quando sentì le dita di Jerome penetrarla Melinda ritrovò la parola:
“Lasciami andare ti prego”.
Jerome non si curò di rispoderle. Continuò quell’umiliante ditalino, uno schifoso antipasto prima di uno stupro inevitabile. Melinda ne era ormai consapevole
In quei pochi terrificanti attimi la ragazza non capii che quell’intruso non era una persona reale. Non poteva certo pensare che il suo stupratore fosse un fantasma, un anima perduta nel Limbo. Tuttavia non faceva poi molta differenza. La sua vita sarebbe cambiata lo stesso per sempre…
Melinda fu trascinata in camera da letto. Lungo il corridoio si dimenava come una leonessa in gabbia. Cercava di graffiare il volto e le braccia di Jerome, ma senza nessun risultato. Il suo aggressore sembrava insensibile al dolore. Le splendide tette di Melinda fuoriuscivano dal vestito, i suoi occhi aprivano un mondo di paure ancestrali. Una donna sta per essere stuprata da un malvagio spirito come non accadeva dai tempi di Sodoma e Gomorra. Melinda fu spinta sul letto e per alcuni istanti senza fine i suoi occhi incrociarono quelli del suo aggressore. Jerome la fissava con espressione beffarda. Il silenzio invadeva la stanza, esso era interrotto solo dal respiro disperato di Melinda. La ragazza si coprì i seni con le braccia come a cercare un inutile rifugio. Lei pensò al suo amato Jim, al suo bel negozio di antiquariato e a tutti i sacrifici fatti per avere una vita di felicità. Tutto stava per crollargli addosso e la sua dolcezza stava per frantumarsi in mille pezzi. Jerome guardò quel volto indifeso e i suoi occhi impauriti. Una cerbiatta contro il cacciatore. Poi alzò le braccia e con le mani protese verso Melinda springionò una forza misteriosa ed invisibile. La povera ragazza venne sospinta addosso alla parete. Il suo vestitino si lacerò in mille pezzi come se una lama invisibile l’avesse squarciato. La paura di Melinda si trasformò in terrore che nessuna donna aveva mai provato prima di quel giorno maledetto.
“Aaaaahhhaaargh” – le urla disperate della bella medium furono accolte dalla risata di scherno di Jerome.
“Povera bambina impaurita. In vita ho stuprato due ragazzacce, ma tu sei di un’altra categoria. Dico sul serio! Una bella casa, un maritino e il potere di comunicare con i morti. E sei anche una bella cagna”.
“Chi sei? Ti prego non farmi del male” – disse Melinda singhiozzando.
Jerome salì sul letto e si avvicinò al volto di Melinda. Le accarezzo i capelli bagnati e la baciò dolcemente sulla guancia.
“Ti supplico…lasciami andare”.
“Mi dispiace ragazzina. Oggi è il giorno che anche un’anima bastarda e perduta come me si diverta. Ma io cosa sono? Forse tu puoi aiutarmi a capire. Ma a me non interessa. Voglio solo il tuo corpo ahahahah!”.
Dagli occhi chiusi di Melinda uscivano silenziose lacrime. Ogni goccia era una speranza che fuggiva da lei. Nessun salvatore né tra i morti né tra i vivi…
(continua)
Commenti, critiche e suggerimenti a marco.dionisi@yahoo.com
Quella mattina il sole riscaldava con poca convinzione la piccola città. Con l'asciugamano legato ai fianchi Melinda passeggiava per casa aspettando che la temperatura dell’acqua della vasca fosse giusta. I suoi pensieri erano dolci e romantici! L’ultimo fantasma che aveva aiutato era un’anziana signora morta dopo 50 anni di matrimonio. Un lungo viaggio di due innamorati durato tutta la vita. Melinda si chiedeva se anche lei e Jim riusciranno ad amarsi con la stessa intensità per cosi tanto tempo. La ragazza era convinta di sì. Lo specchio rifletteva il suo bellissimo corpo. Il suo seno prosperoso risaltava su quei fianchi magri e il candore del suo viso erano lo specchio fedele di una dolce ragazza che meritava tutto il bene del mondo. Melinda lasciò cadere l’asciugamano ed entrò in vasca. Al contatto con l’acqua i suoi capezzoli si irrigidirono e con piacevole lentezza cominciò ad insaponarsi. Le sue gambe magre erano bellissime. Insaponare le sue cosce era un piacere misterioso. Melinda amava sentire le sue dita scendere dalle ginocchia all’interno coscia. Tutto era morbido e rassicurante. Poi la ragazza passò la schiuma sui suoi seni generosi. Lei non era quel tipo di persona che praticava la masturbazione, più che altro le piaceva toccarsi, sfiorarsi. Stuzzicarsi delicatamente i capezzoli o sentire la sua vagina al contatto con gli aromi profumati. Un candido piacere, niente di estremo o volgare. Melinda chiuse gli occhi per godersi la tranquillità di quella mattinata. Non poteva certo immaginare che la violenza più ceca e terrificante stava per strapparla dal suo paradiso.
Jerome Bartelt era stato un trafficante di droga. Ucciso durante un regolamento tra bande, la sua anima vagava senza meta. Era bloccato nel Limbo per chi sà quale ragione. Un uomo come lui dovrebbe marcire all’inferno. Invece vagava per le città della costa Est in cerca di qualcosa da fare. Ma più che spiare giovani donne sotto la doccia la sua condizione di fantasma non gli consentiva grandi divertimenti. Tutto cambiò il giorno che venne a conoscenza di Melinda Gordon. Jerome sapeva che se avesse trovato una medium avrebbe potuto comunicare con lei, ma questo gli importava poco. Aveva voglia di scopare. Con la morte i suoi istinti non erano sopiti anzi qualcosa di malvagio si era acceso in lui. Aveva sentito parlare di Melinda Gordon e sapeva anche che non era una medium vecchia e grassa come ci si immagina di solito. Melinda era una ragazza splendida, nel fiore dell’avvenenza. Cosi quella mattina mentre la ragazza si assopiva nella sua vasca, sicura nella sua bella casa e felice della sua vita perfetta, Jerome era seduto nel salotto di Melinda. In altre circostanze lei avrebbe avvertito quella presenza, ma i poteri malvagi di Jerome gli permettevano una discrezione assoluta. Anche per una medium. Jerome guardava le fotografie di Melinda sistemate in salotto. Era vero lei era bellissima! I suoi vestiti scollati e le sue gonne lunghe esaltavano le forme di quel corpo cosi morbido e arrapante. E soprattutto cosi solo ed indifeso in quella casa di una piccola città della costa est.
Pochi attimi ancora e la vita di Melinda sarebbe stata sconvolta. Il suo corpo perfetto aggredito, la sua intimità violata e il suo culo stuprato.
Melinda uscì dalla vasca e si avviò allo specchio del bagno. I suoi capelli bagnati le davano un aspetto dolce ed indifeso. Lei aveva un viso splendido e ancora sembrava una diciottenne! Era orgogliosa di sé. Melinda si asciugò in fretta i capelli castani perché le piaceva sentirli bagnati e poi non aveva impegni. Si avviò verso la camera da letto e gli specchi del corridoio rifletterono il suo corpo nudo. Non aveva la minima idea che Jerome era in qualche parte della casa. Melinda entrò in camera e si avvicinò all’armadio dei vestiti. La ragazza non aveva nessuna intenzione di uscire e quindi decise di mettere un abitino con le spalline che la copriva fino a metà coscia. La biancheria per un giorno non sarebbe stata necessaria quindi niente reggiseno e niente mutandine. Una vera goduria. La sua pelle morbida poteva finalmente respirare! Niente costrizioni o doverosi impedimenti contro gli sguardi indiscreti di qualche vecchio porco. Molte volte aveva sorpreso uomini scrutare nelle sue scollature o guardarle le gambe. A volte pensava che i fantasmi con faccende in sospeso fossero una compagnia migliore di certe persone. Quella mattina niente del genere poteva essere vero.
Melinda indossò il vestitino a fiori e tornò in bagno per truccarsi. Anche se non sarebbe uscita di casa voleva un trucco leggero e discreto. Davanti allo specchio si guardava sorridendo. Era felice di potersi viziare per due giorni. Scrivere il suo diario e guardare vecchie commedie romantiche. La povera e dolce Melinda fu travolta dallo shock quando vide Jerome apparire nello specchio dietro di lei.
Jerome l’afferrò stringendola a sé. Era la prima volta dopo la sua morte che lui potè toccare una persona, una donna. Quello che pensava si era appena avverato. Il contatto era possibile. Jerome le strinse con veemenza i seni baciondola sul collo. La paura soffocò ogni urla nella gola di Melinda, giù nel profondo della sua anima. La ragazza si dimenava ma la forza sovrumana dell’uomo le impediva la fuga. Jerome guardava lo specchio divertito dagli inutili sforzi di Melinda. Non c’era scampo. La bella medium era nelle sue mani. Jerome continuò il suo osceno palpeggiamento. Si accorse da subito che Melina era senza reggiseno, ma la sorpresa di trovarla anche senza mutandine lo fece esultare trionfante.
“Brava bambina! Senza slip sei un invito ad entrare!” - disse.
Melinda strinse le gambe per impedirgli di toccarla ma era un lavoro inutile. Dopo pochi secondi la mano sinistra di Jerome stuzzicava la sua vagina senza pietà. Quando sentì le dita di Jerome penetrarla Melinda ritrovò la parola:
“Lasciami andare ti prego”.
Jerome non si curò di rispoderle. Continuò quell’umiliante ditalino, uno schifoso antipasto prima di uno stupro inevitabile. Melinda ne era ormai consapevole
In quei pochi terrificanti attimi la ragazza non capii che quell’intruso non era una persona reale. Non poteva certo pensare che il suo stupratore fosse un fantasma, un anima perduta nel Limbo. Tuttavia non faceva poi molta differenza. La sua vita sarebbe cambiata lo stesso per sempre…
Melinda fu trascinata in camera da letto. Lungo il corridoio si dimenava come una leonessa in gabbia. Cercava di graffiare il volto e le braccia di Jerome, ma senza nessun risultato. Il suo aggressore sembrava insensibile al dolore. Le splendide tette di Melinda fuoriuscivano dal vestito, i suoi occhi aprivano un mondo di paure ancestrali. Una donna sta per essere stuprata da un malvagio spirito come non accadeva dai tempi di Sodoma e Gomorra. Melinda fu spinta sul letto e per alcuni istanti senza fine i suoi occhi incrociarono quelli del suo aggressore. Jerome la fissava con espressione beffarda. Il silenzio invadeva la stanza, esso era interrotto solo dal respiro disperato di Melinda. La ragazza si coprì i seni con le braccia come a cercare un inutile rifugio. Lei pensò al suo amato Jim, al suo bel negozio di antiquariato e a tutti i sacrifici fatti per avere una vita di felicità. Tutto stava per crollargli addosso e la sua dolcezza stava per frantumarsi in mille pezzi. Jerome guardò quel volto indifeso e i suoi occhi impauriti. Una cerbiatta contro il cacciatore. Poi alzò le braccia e con le mani protese verso Melinda springionò una forza misteriosa ed invisibile. La povera ragazza venne sospinta addosso alla parete. Il suo vestitino si lacerò in mille pezzi come se una lama invisibile l’avesse squarciato. La paura di Melinda si trasformò in terrore che nessuna donna aveva mai provato prima di quel giorno maledetto.
“Aaaaahhhaaargh” – le urla disperate della bella medium furono accolte dalla risata di scherno di Jerome.
“Povera bambina impaurita. In vita ho stuprato due ragazzacce, ma tu sei di un’altra categoria. Dico sul serio! Una bella casa, un maritino e il potere di comunicare con i morti. E sei anche una bella cagna”.
“Chi sei? Ti prego non farmi del male” – disse Melinda singhiozzando.
Jerome salì sul letto e si avvicinò al volto di Melinda. Le accarezzo i capelli bagnati e la baciò dolcemente sulla guancia.
“Ti supplico…lasciami andare”.
“Mi dispiace ragazzina. Oggi è il giorno che anche un’anima bastarda e perduta come me si diverta. Ma io cosa sono? Forse tu puoi aiutarmi a capire. Ma a me non interessa. Voglio solo il tuo corpo ahahahah!”.
Dagli occhi chiusi di Melinda uscivano silenziose lacrime. Ogni goccia era una speranza che fuggiva da lei. Nessun salvatore né tra i morti né tra i vivi…
(continua)
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