Al cinema

di
genere
gay

Dopo la prima esperienza nel cinema porno il conflitto tra la parte razionale e la parte animale che sono dentro di me si era acuito, portandomi a soffrire di questa mia debolezza carnale omosessuale. Nella mia vita “normale” di cinquantenne frustrato rubare qualche mezz'ora alla banalità mi lasciava però un tale senso di libertà da non poter fare a meno di cercare nella perversione uno sfogo.
A molti parrà ipocrisia o debolezza, ma ho imparato a convivere con i miei fantasmi ,le mie carenze, la mia viltà.
Ero quindi sempre ansioso di entrare veloce dentro la sala piena di uomini con i membri gonfi di sperma, voglioso di essere usato e con il cuore in tumulto. Cercavo di superare l'ingresso all'apertura, prima che il locale si riempisse troppo, così da calmarmi un po'.
Mi ero messo nelle poltroncine al fondo, quando un uomo anziano, vedendomi il cazzo fuori dai pantaloni, si sedette al mio fianco. Premetto che sono soprattutto passivo ma la sua mano immediatamente cominciò a masturbarmi seguendo l'asta e scappellandomi; senza indugio calò il viso a bocca aperta ingoiando il mio pene sino alle palle. Questa irruenza mi eccitava e ovviamente come al solito mi spaventava. Godevo del suo risucchio, sentendo la lingua leccare i miei umori. Mentre osservavo quasi inebetito la testa alzarsi ed abbassarsi, concentrato com'ero non mi accorsi che un uomo molto più giovane e robusto si sedette dal lato opposto. Era apparentemente a proprio agio ed esibiva un grosso membro in erezione, evidentemente eccitato dalla scena. La mia mano istintivamente cominciò ad accarezzare quel magnifico cazzo la cui cappella turgida e umida mi attraeva come un lecca lecca, impedendomi di resistere al desiderio osceno di prostrarmi davanti a una simile potenza fisica. Girandomi cominciai quindi a leccare l'asta e le palle di quel super dotato, mentre l'anziano, vistosi sfilare il mio cazzo dalla sua bocca (di dimensioni molto più modeste del nuovo arrivato) venne a trovarsi il mio ano davanti al viso. Mentre mi davo da fare a ingoiare le palle e a risalire alla punta sbavando, sentii che l'anziano infilava le dita umide nel mio retto, prima una, poi due, allargandomi e spingendo a fondo, aumentando la dilatazione. Contemporaneamente mi masturbava facendomi godere di quella penetrazione, tanto che spingevo verso la sua mano inducendolo ad aggiungere un terzo dito a sfondare in un misto di dolore e piacere. Mentre ero ormai partito in quel duplice gioco altri avventori con i cazzi in tiro si avvicinavano a godersi lo spettacolo, masturbandosi da se ma anche vicendevolmente. Uno di essi girò la testa del vecchio in modo da farsi succhiare, un secondo pose la cappella vicino al mio viso, venendo ben presto sulla mia guancia rigandomi di sperma che colava verso le palle del super dotato, che imperterrito continuava a godersi la mia lingua. Sentivo che era prossimo all'orgasmo, e la sua mano forte cominciò a spingermi verso il basso, inducendomi con prepotenza a leccare il suo ano odoroso e acre, ove infilai la lingua assaporando il sapore di maschio risalendo avanti e indietro dalla cappella al suo buco abbastanza dilatato (segno che non disdegnava di essere penetrato). Gemendo esplose con una quantità tale di seme che fui costretto ad ingoiarne buona parte, lasciando uscire di lato la restante. Come molti perversi che frequentano tali ambienti mentre veniva si lasciò andare a pesanti insulti nei miei confronti, chiamandomi troia, puttana, cagna sottomessa. Ovviamente godevo di quelle umiliazioni sentendomi degradato a puro oggetto sessuale alla merce' di qualsiasi porco. L'uomo mi fece alzare e si accostò al muro di fondo, esponendomi agli altri uomini che intanto seguivano gli eventi. Mi fece mettere alla pecorina con il buco del culo esposto e indifeso. Uno dei tanti ne approfittò sostituendo le dita del vecchio con la sua cappella turgida, fortunatamente rivestita da un profilattico. Senza riguardi spinse dentro di me il suo cazzo gonfio che entrò nel mio ano le cui pareti si richiusero sull'asta provocandogli un orgasmo quasi immediato. Subito un altro dopo aver inserito brevemente la lingua nel mio buco aperto sbavando, infilò anch'egli il cazzo (stavolta un organo sottile ma lungo) nel mio intestino. Mentre dietro di me venivo usato senza pause, il mio viso veniva accarezzato dall'uomo che avevo fatto godere con la bocca. Egli, ancora in pieno calore, mi afferrò per i capelli, spingendo verso il pavimento. Era estate e calzava infradito, e con decisione mi intimò di leccargli i piedi sudati. Eseguii godendo di quella ulteriore umiliazione, inserendo la lingua tra le dita puzzolenti leccando il sudore dell'uomo che eccitato si stava masturbano esibendo una nuova visibile erezione. Con dovizia pulivo i piedi sopra e sotto, sentendo gemere il maiale ormai vicino a una seconda sborrata. Un terzo aveva intanto sostituito il secondo dentro di me il quale aveva avuto un orgasmo breve e intenso, deflorandomi l'ano ormai spanato e umido. Con un altro gesto violento l'uomo che stavo leccando mi riafferrò i capelli, e inserì il suo grosso cazzo paonazzo nella mia gola, scaricando un'altra ondata di seme caldo e vischioso. Stavolta mi tappò le narici, così dovetti ingoiare tutta la sborra reprimendo un conato. Mi fece poi voltare verso chi mi stava inculando, e estratto il cazzo dal mio ano mi costrinse a leccare il pene carico dei miei umori odorosi, facendomi pulire tutto insultandomi e sputandomi addosso. La parte peggiore di me godeva a sentirsi chiamare schiavo, frocio, e mi sentii chiedere con voce roca ai porci che mi usavano di pisciarmi in faccia. Colui che stavo pulendo mi rispose con uno schizzo di sperma, mentre l'uomo che si era fatto pulire i piedi con rudezza mi afferrò il volto, e stringendomi il mento mi costrinse a aprire la bocca davanti al suo cazzo ormai moscio. Un bollente getto di urina bollente mi colpì il viso, bagnandomi e insozzandomi tutto, il forte odore mi inebriò, facendomi venire senza che neppure mi toccassi. Lo sperma colò verso il pavimento, mentre l'uomo finalmente soddisfatto si allontanava senza degnarmi di uno sguardo.
Come un animale ferito mi rifugiai al bagno, dove solo dopo dieci minuti mi riebbi e guadagnai l'uscita maledicendomi e non capacitandomi di una tale pochezza che mi porta a annullarmi. Ma ero consapevole che mi sarei presto ripresentato al cinema sperando di subire lo stesso trattamento e anche di peggio, pur di godere.

Per critiche e suggerimenti grnschll1@libero.it
scritto il
2015-06-29
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