E ti ricordo ancora
di
DeLempicka79
genere
etero
Nei pigri pomeriggi come questo mi ricordo di altri pomeriggi, di un'altra vita. Il divano di M. Il divano su cui ho consumato orgasmi da bastarmi per più vite forse. Ripenso alla gioia di quel sesso frenetico, di quei sentimenti ambigui. Ricordo piccoli dettagli..il suo modo di leccarmi, il suo sapore, il sudore. L'odore del fumo e dell'alcol che aleggiava nella stanza.Era un sesso facile e complicato insieme, innocente ma allo stesso tempo pieno di quelle contraddizioni degli amori non ricambiati e sprecati.
Salivo le scale col batticuore, ero già eccitata ancora prima di uscire di casa. Arrivata sull'uscio di casa sua ero già bagnata fradicia. Solo a 20 anni ci si può bagnare così. Avevo sempre l'impressione che gli uomini che mi incontravano per strada lo capissero, sentissero l'odore e vedessero i capezzoli tendere i vestiti. Quel giorno avevo troppa voglia nonostante i 40 gradi, mi infilai un vestito leggero in cotone senza niente sotto, volevo che nessuna barriera si frapponesse tra le sue mani e il mio corpo se non la minima indispensabile per percorrere quei pochi km che ci separavano.
Lui stranamente non era in tiro, non come al solito.
Divago in chiacchere...accendo una sigaretta..lo guardo rullare una canna.
Vorrei dirglielo che ho voglia che mi faccia urlare di piacere.
Vorrei ma non lo faccio, mi aggiro inquieta.
Mi sto torturando quasi ma quel piacere rimandato, quella sensazione quasi dolorosa mi soggioga.
Mi siedo sul divano, prendo la canna in mano e poggio distrattamente una gamba su uno dei braccioli facendola ciondolare con noncuranza.
Lui con voce quasi impastata - sollevati la gonna..non hai niente lì sotto-
Non lo dice con desiderio, una constatazione come un'altra.
-Si..niente. Fa caldo- rispondo sollevandolo sui fianchi e dando un'altro tiro. Faccio per passargli il joint ma lui mi fa cenno di no con la testa e viene verso di me accovacciandosi ai piedi del divano.
Mi guarda tra le gambe quasi incuriosito e passa lentamente un dito sopra le labbra dell vulva. Trattengo i mugolii e mi mordo leggermente il labbro socchiudendo gli occhi.
- Sei bagnata- lo dice così, come se stesse chiedendomi come sto con l'aria di chi voglia conversare del più e del meno.
- Ti stupisce?-
-No...tu sei sempre bagnata- mi ruba la canna da un paio di tiri e me la restituisce. Con fare quasi indolente avvicina il viso al mio cespuglio e dischiudendolo inizia a leccarmi, piano, lentamente..ogni tanto si ferma a succhiare il clitoride. Inizio a gemere.Mi sporgo col bacino in avanti..voglio sentirlo ovunque. Lui smette improvvisamente.Lo guardo senza riuscire a pronunciare una parola tra la rabbia e l'orgasmo rimasto lì in bilico.
-Non voglio farti venire, non ancora. Tu mi torturi sempre. Come pretendi che io stia qui buono conte che te ne vai in giro sempre bagnata.. e chissà con chi vai...- è geloso. Geloso.
-Ci eravamo detti niente storie..del resto non mi ami-
-No..non ti amo. Ma vorrei che non scopassi con altri come se io non ti bastassi.- Ha l'aria di un bambino frustrato che non ha ricevuto ciò che voleva per natale.
-Scopo solo occasionalmente con altri, non perchè tu non mi basti..è solo che mi va-
Lui non mi risponde.Riaccende la canna che si era spenta nel posacenere.
A un certo punto un guizzo nel suo sguardo.l'aria da bambino scompare.
Allunga una mano verso di me che sono ancora lì a gambe spalancate e infila un dito nel mio buchetto posteriore. Io lo guardo sorpresa ma lo lascio fare.La sua lingua continua ogni tanto a titillarmi..è una tortura così piacevole..mi tocco i capezzoli gonfi da sopra il vestito. Vorrei venire ma lui smette sempre quel secondo prima per farmi impazzire.Le dita dentro il mio stretto buchino sono diventate due..
-girati- La sua voce è eccitata ma stranamente dura. La cosa mi piace.
Mi giro e mi metto carponi sul divano.
Penso che voglia prendermi...ma sento qualche rumore alle mie spalle.
-non ti muovere- il suo tono mi eccita ancora di più.
sento una sensazione fresca intorno al mio ano e subito dopo lui che tenta di entrare. Non avevo mai voluto fare sesso anale. Non mi è mai piaciuto troppo. Provo a dire un "no" e a scansarmi. Lui mi tiene ferma
-voglio qualcosa solo mio.questo è solo mio- e mi da una sculacciata sul sedere. Gli voglio bene in quel momento.Non so perchè. Forse perchè sono innamorata e forse lo è pure lui e quello è il nostro modo infantile di giocarci su.
-ti piace sculacciarmi eh?-
Non risponde e me ne da altre due..non mi fa male..non troppo ma è eccitante e allora lo provoco sporgendo il sedere. Lui ci riprova a prendermi. Lo lascio fare. Mi fa male. Non quanto me ne avrebbe fatto più in là..ma in quel momento non potevo saperlo. E' tutto dentro e inizia a spingere..a un certo punto sento la sua mano sulla mia fica che accarezza e stuzzica il mio clitoride , ricomincio ad eccitarmi.
Lui mi sussurra oscenità, lo sa che mi piacciono.
Vengo urlando senza ritegno, mai avuto il dono del ritegno.
Lui viene poco dopo e mi abbraccia. Scoppio a piangere. Non so perchè.
Forse è il gesto d'amore più autentico che abbia mai fatto.
Forse so già che andrà a finir male quel gioco.
Forse perchè lo amavo così tanto.
Salivo le scale col batticuore, ero già eccitata ancora prima di uscire di casa. Arrivata sull'uscio di casa sua ero già bagnata fradicia. Solo a 20 anni ci si può bagnare così. Avevo sempre l'impressione che gli uomini che mi incontravano per strada lo capissero, sentissero l'odore e vedessero i capezzoli tendere i vestiti. Quel giorno avevo troppa voglia nonostante i 40 gradi, mi infilai un vestito leggero in cotone senza niente sotto, volevo che nessuna barriera si frapponesse tra le sue mani e il mio corpo se non la minima indispensabile per percorrere quei pochi km che ci separavano.
Lui stranamente non era in tiro, non come al solito.
Divago in chiacchere...accendo una sigaretta..lo guardo rullare una canna.
Vorrei dirglielo che ho voglia che mi faccia urlare di piacere.
Vorrei ma non lo faccio, mi aggiro inquieta.
Mi sto torturando quasi ma quel piacere rimandato, quella sensazione quasi dolorosa mi soggioga.
Mi siedo sul divano, prendo la canna in mano e poggio distrattamente una gamba su uno dei braccioli facendola ciondolare con noncuranza.
Lui con voce quasi impastata - sollevati la gonna..non hai niente lì sotto-
Non lo dice con desiderio, una constatazione come un'altra.
-Si..niente. Fa caldo- rispondo sollevandolo sui fianchi e dando un'altro tiro. Faccio per passargli il joint ma lui mi fa cenno di no con la testa e viene verso di me accovacciandosi ai piedi del divano.
Mi guarda tra le gambe quasi incuriosito e passa lentamente un dito sopra le labbra dell vulva. Trattengo i mugolii e mi mordo leggermente il labbro socchiudendo gli occhi.
- Sei bagnata- lo dice così, come se stesse chiedendomi come sto con l'aria di chi voglia conversare del più e del meno.
- Ti stupisce?-
-No...tu sei sempre bagnata- mi ruba la canna da un paio di tiri e me la restituisce. Con fare quasi indolente avvicina il viso al mio cespuglio e dischiudendolo inizia a leccarmi, piano, lentamente..ogni tanto si ferma a succhiare il clitoride. Inizio a gemere.Mi sporgo col bacino in avanti..voglio sentirlo ovunque. Lui smette improvvisamente.Lo guardo senza riuscire a pronunciare una parola tra la rabbia e l'orgasmo rimasto lì in bilico.
-Non voglio farti venire, non ancora. Tu mi torturi sempre. Come pretendi che io stia qui buono conte che te ne vai in giro sempre bagnata.. e chissà con chi vai...- è geloso. Geloso.
-Ci eravamo detti niente storie..del resto non mi ami-
-No..non ti amo. Ma vorrei che non scopassi con altri come se io non ti bastassi.- Ha l'aria di un bambino frustrato che non ha ricevuto ciò che voleva per natale.
-Scopo solo occasionalmente con altri, non perchè tu non mi basti..è solo che mi va-
Lui non mi risponde.Riaccende la canna che si era spenta nel posacenere.
A un certo punto un guizzo nel suo sguardo.l'aria da bambino scompare.
Allunga una mano verso di me che sono ancora lì a gambe spalancate e infila un dito nel mio buchetto posteriore. Io lo guardo sorpresa ma lo lascio fare.La sua lingua continua ogni tanto a titillarmi..è una tortura così piacevole..mi tocco i capezzoli gonfi da sopra il vestito. Vorrei venire ma lui smette sempre quel secondo prima per farmi impazzire.Le dita dentro il mio stretto buchino sono diventate due..
-girati- La sua voce è eccitata ma stranamente dura. La cosa mi piace.
Mi giro e mi metto carponi sul divano.
Penso che voglia prendermi...ma sento qualche rumore alle mie spalle.
-non ti muovere- il suo tono mi eccita ancora di più.
sento una sensazione fresca intorno al mio ano e subito dopo lui che tenta di entrare. Non avevo mai voluto fare sesso anale. Non mi è mai piaciuto troppo. Provo a dire un "no" e a scansarmi. Lui mi tiene ferma
-voglio qualcosa solo mio.questo è solo mio- e mi da una sculacciata sul sedere. Gli voglio bene in quel momento.Non so perchè. Forse perchè sono innamorata e forse lo è pure lui e quello è il nostro modo infantile di giocarci su.
-ti piace sculacciarmi eh?-
Non risponde e me ne da altre due..non mi fa male..non troppo ma è eccitante e allora lo provoco sporgendo il sedere. Lui ci riprova a prendermi. Lo lascio fare. Mi fa male. Non quanto me ne avrebbe fatto più in là..ma in quel momento non potevo saperlo. E' tutto dentro e inizia a spingere..a un certo punto sento la sua mano sulla mia fica che accarezza e stuzzica il mio clitoride , ricomincio ad eccitarmi.
Lui mi sussurra oscenità, lo sa che mi piacciono.
Vengo urlando senza ritegno, mai avuto il dono del ritegno.
Lui viene poco dopo e mi abbraccia. Scoppio a piangere. Non so perchè.
Forse è il gesto d'amore più autentico che abbia mai fatto.
Forse so già che andrà a finir male quel gioco.
Forse perchè lo amavo così tanto.
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