L'isitutitrice due
di
Il boss
genere
dominazione
Ieri a Matteo è toccata una brutta avventura.
Era già da alcune settimane che la nostra Istitutrice diceva che era necessario che Matteo fosse visitato dal medico per verificare il suo stato di salute generale e se lo sviluppo fosse normale.
Matteo, ovviamente, non era d'accordo, ma non osò ribellarsi temendo di essere punito subito per la sua ribellione.
Anche in questa occasione dovetti essere presente perché era giusto - così disse la donna – che io fossi al corrente di tutto.
Arrivati nello studio, la segretaria ci fece accomodare nel gabinetto medico.
La dottoressa Barbara R., era una bella donna, giovane, forse sui trentacinque anni, alta e bionda. Indossava un camice bianco, molto corto ed un paio di sandali senza calze. I bottoni del camice sia quelli in alto che quelli inferiori erano slacciati sicché le gambe risultavano bene in vista ed anche il reggiseno bianco di pizzo.
L’Istitutrice s’accomodò su di una poltrona mentre Matteo, come da precisi ordini impartiti dal medico, si spogliava in un’anticamera all’uopo preposta.
Io mi sedetti su una scomoda sedia di metallo a fianco di un mobiletto contenente varie attrezzature mediche.
La nostra Istitutrice e la dottoressa si conoscevano ed anzi erano addirittura amiche
“Forza, Matteo, spogliati completamente”, ordinò la dottoressa.
“Signora…, completamente nudo... è umiliante…”.
“Ma non hai motivo di aver vergogna del tuo corpo, sei così carino quando sei tutto nudo… non costringermi a darti una nuova sculacciata” – intervenne l’Istitutrice
“Sì…, sì… signora, va bene”. Rispose lui, evidentemente turbato nel vedersi costretto a mostrare impudicamente tutta la sua nudità.
“Bene, Matteo, adesso per favore fatti vedere bene, su voltati”. Ordinò l’Istitutrice.
“Sei veramente un bel ragazzo. Che magnifico culo hai… la tua Istitutrice deve alimentarti molto bene…”.
L’Istitutrice, posta dietro di lui, gl'impediva ogni tentativo di fuga mentre il medico osservava attentamente e minuziosamente tutto il suo corpo.
“Su…, non fare il bambino e fammi vedere cosa nascondi qui”- ordinò il medico scostandogli le mani che tentavano di celare i genitali.
La donna non riuscì a trattenere un’esclamazione di sorpresa quando vide il cazzo di Matteo che, anche se giovane, è già ben dotato.
Terminata la visita, la dottoressa sentenziò:
“Il ragazzo è sanissimo. L'unico consiglio che mi sento di dare è quello di somministrargli regolarmente un bel clistere per tenere l'intestino sempre sgombro e pulito. Se crede, posso fargliene uno io stessa, anche subito”.
L’Istitutrice, accettò riconoscente e mentre la dottoressa preparava l’attrezzatura occorrente per l’enteroclisma, Matteo arrossì violentemente e strinse il pene fra le cosce per cercare di non mostrarlo. Era particolarmente imbarazzato di essere nello studio di un medico donna, nudo e nell’attesa di ricevere un copioso serviziale. Sinora, infatti, solo tre donne l'avevano visto nudo: la mamma, la nostra Istitutrice ed io.
Tutto nudo, Matteo si era ora disteso su di un piccolo letto posto in un angolo dell’ambulatorio. Il ragazzo si mise a gemere ed a supplicare, giurando e spergiurando che non era per nulla sofferente e quando vide ciò che la dottoressa intendeva usare su e dentro di lui, ruggì come un leone e si dibatté con tutte le forze. Tuttavia la dottoressa R. aveva acquisito una certa esperienza anche con i pazienti più recalcitranti ed in meno che non si dica, Matteo si ritrovò col sedere che s'innalzava, fremente di vergogna, attraverso le cosce della dottoressa, che però non poteva di certo mantenerlo in quella posizione e, nel medesimo tempo, introdurgli il clistere.
Allora, nervosa, proferì:
“Se non fosse per la tua età, credimi, t’impartirei davvero una severa sculacciata”.
La nostra Istitutrice, radiosa, incalzò:
“Oh ma come non sai che lo sculaccio spesso e volentieri perché è un monello disubbidiente.” E poi rivolta verso di me “ anche lei le prende e severamente, vero Lisa?”
Sentendomi avvampare il viso non seppi far altro che tacere, ma questo diede modo alla nostra Istitutrice di continuare ad incalzarmi fino ad ordinarmi di alzarmi e di mostrare i segni dell’ultima punizione con il righello sul mio culetto.
“Se non ubbidisci entro 5 secondi appena arriviamo a casa ne prendi 100 tutti d’un fiato, capitoo?”.
Di scatto mi alzai voltando la schiena alla dottoressa e sollevando la gonna e poi abbassando quel poco che serviva i miei slip.
“Abbassali bene gli slip che ci sono dei segni anche sulle tue cosce e voglio che la dottoressa li veda senza difficoltà”
Rimasi in quella posizione finchè non mi fu ordinato di rivestirmi e sedermi di nuovo al mio posto.
Ora il bersaglio delle due donne era ritornato ad essere Matteo
“Oh, ma lui crede che solo perché ha diciotto anni sia esente da un simile trattamento? Però non è così e se lo ritieni puoi sculacciarlo come vuoi”
La dottoressa non se lo fece ripetere. Furono necessarie solo una dozzina di sculacciate affinché Matteo acconsentisse a ricevere nel suo intimo buco contratto, la cannula nera dello strumento sanitario. Era necessario lubrificare con della vaselina filante l'apertura recondita del ragazzo e l’Istitutrice si offrì volontariamente e di buon grado. Ma prima omaggiò ancora il monello di una sculacciata supplementare.
Il giovane, urlò con tutta la forza di cui era capace. Dopo quella sculacciata sublime e devastante, la donna mantenne allargate allo spasmo le natiche di Matteo, che tentavano, invano, di contrarsi per la paura e la vergogna. Il ragazzo restò appoggiato sul ventre, col culo in fiamme, bene esposto alle nuove, piacevoli sevizie, mentre le sue lunghe gambe pendevano, senza reazione apparente, sul tappeto. Senza difficoltà, la dottoressa preparò il paziente; impugnò la cannula che l’Istitutrice le porgeva, si piegò sopra quel bel culo rotondo e sussurrò:
“Resta tranquillo e, soprattutto, non contrarti…, vedrai che non è poi così terribile come pensi”.
La cannula, ben lubrificata con la vaselina, attraversò lo sfintere e penetrò nel retto. Matteo, non seppe raccontarmi, in seguito, quanto tempo ci volle affinché tutto il liquido gli entrasse nel ventre, in ogni caso, siccome non riusciva a trattenerlo, gli fu concesso di recarsi quasi subito nel bagno adiacente.
Mentre evacuava, le due donne si misero a parlare.
“... Ecco, segui queste prescrizioni per le medicazioni del ragazzo…”.
Asserì la dottoressa porgendo una ricetta all’Istitutrice.
“Va bene, ma devo confessarti che non ho mai somministrato i clisteri e non so se riuscirò ad infilare la cannula tanto facilmente”.
“Non ti preoccupare per le difficoltà che potresti incontrare. Se gli somministrerai un clistere ogni settimana, come ti ho detto, alla fine ci farai la mano e quest’operazione diverrà sempre più semplice. Per quanto riguarda Lisa, invece, penso che qualche clistere farà bene anche a lei. Me la porti…, le farò una visita di controllo…, è molto importante a questa età che tutto sia sotto controllo.”
Matteo, rientrò proprio in quel momento, rosso in volto come una ciliegia matura e si sedette sul bordo del lettino con le ginocchia che gli tremavano.
“Già che ci sono, esaminerò anche l'apparato genitale di Matteo, così potrai stare tranquilla”. Annunciò la dottoressa rivolgendosi all’Istitutrice.
“Mettiti in ginocchio ed appoggiati sui gomiti”, ordinò la donna indossando un paio di guanti di lattice.
Quindi, aggiunse: “Ebbene..., non hai capito quello che ho detto?”
Matteo si mise a singhiozzare ma non fece alcun movimento, non aveva intenzione di sottostare a quella visita, era così umiliante....
“Su, andiamo, smettila di mostrarti ridicolo, fammi vedere piuttosto il tuo sedere…, così posso finire il mio lavoro e tu potrai tornartene a casa”.
Matteo, ancora non si muoveva ed allora la dottoressa rincarò: “Sciocco che sei, cerchi dunque un'altra sculacciata?”
“Lasci che mi occupi io di lui”, intervenne l’Istitutrice.
“Mi serve solo qualcosa che… dovrei avere quello che mi serve nella borsetta”.
Dopo una breve ricerca, la donna estrasse un oggetto che suscitò l'immediata reazione del ragazzo.
“No, no…, non la spazzola signora, la prego…, no, la supplico, non la spazzola... m'inginocchio signora, m'inginocchio... sono obbediente vede? M'inginocchio…”.
“Bisognava esserlo prima, mio caro ed impertinente ragazzo”.
“Signora..., no…, no…”.
Già l’Istitutrice s’era seduta sul bordo del lettino, bloccando il ragazzo ed aveva cominciato ad usare la spazzola con un'abilità inimmaginabile. Lo sfortunato e sfinito sedere si offriva teso al di sopra delle cosce dove, all'intersezione, appariva una leggera peluria. Ad ogni alzata di braccio, la spazzola, ricadendo, colpiva con precisione, ora una parte, ora un'altra, di quel sedere sofferente ed indifeso.
Solo con le orecchie, secondo i suoni prodotti, piatti o rimbombanti, si poteva intuire se la sculacciatrice colpiva con il dorso di legno o con la parte irsuta. Matteo, riusciva a malapena a sopportare i colpi dati con il legno; quando era sculacciato con la parte irta di punte, specie se i colpi cadevano sulle cosce, non riusciva a controllarsi ed alte grida riempivano lo studio medico.
Progressivamente, la donna cessò di sculacciarlo e, quasi a volerne aumentare la vergogna, gli domandò:
“Il signorino è stato ben servito?”
“Sì…, sì, basta la prego, oh sì signora… mi brucia da morire ed è terribile…”.
“Sarai dunque saggio e ti presterai obbediente a quello che ti sarà richiesto dalla dottoressa?”
“Sì, signora... sì... il mio sedere, basta che non usi la spazzola…”.
“Ebbene, offrile immediatamente il culo ed allarga bene le cosce, in modo tale che lei ti possa vedere bene…, lo sai che è per il tuo bene e per la tua salute che la dottoressa ti esamina…”. Spiegò pazientemente l’Istitutrice.
Per esaminare… esaminò infilando un dito inguantato e bene lubrificato nell’ano di Matteo
“Ok, per fortuna non ci sono tracce di emorroidi, ma ora vediamo proprio i genitali che alla tua età devono essere già completamente formati e sviluppati. Girati e distenditi con la schiena sul lettino.”
Matteo, forse atterrito ancora dalla punizione con la spazzola, non osò obiettare e fece come gli era stato detto.
La dottoressa si era nel frattempo cambiata i guanti e prese tra le dita il cazzo di Matteo che era stato per tutta la durata della visita in una altalenanza di erezioni e afflosciamenti.
Ora era del tutto moscio, ma come le dita della dottoressa l’avevano preso per girarlo di qua e di là come un oggetto da esaminare, si era subito parzialmente indurito.
“ Vediamo lo stato del filetto e se il prepuzio si inizia a scoprire”
Io ero seduta a meno di un metro da loro e potevo osservare tutto molto bene. Sentivo una strana eccitazione prendermi ed un umidore tra le mie cosce serrate allo spasmo.
Con parole di grande sorpresa la dottoressa riuscì agevolmente a scoprire tutto il prepuzio di Matteo. A quel punto la sua erezione era evidentissima. La dottoressa continuava a maneggiare quel coso girandolo e soppesandolo in tutti i modi e controllando più e più volte lo stato del filetto e la sua elasticità. Il suo rosso prepuzio scompariva e poi riappariva perché lei tirava in giù la pelle con movimenti molto abili. Si vedeva che era una dottoressa molto esperta e scrupolosa.
Ad un certo punto però successe un fatto irreparabile!!!!
Matteo si contrasse e di botto un fiotto di liquido saltò fuori dal buchino posto alla sommità del suo prepuzio bagnando i guanti della dottoressa e persino il suo braccio scoperto.
“Maah cosaaa!! – urlò la nostra Istitutrice su tutte le furie – sei un maiale incontinente, un pervertito, un debosciato!! Che figura mi fai fare con la dottoressa?’ Cosa penserà ora di noi?? Faremo i conti a casa… vedrai che ti farò passare la voglia di fare il maleducato….”
Era già da alcune settimane che la nostra Istitutrice diceva che era necessario che Matteo fosse visitato dal medico per verificare il suo stato di salute generale e se lo sviluppo fosse normale.
Matteo, ovviamente, non era d'accordo, ma non osò ribellarsi temendo di essere punito subito per la sua ribellione.
Anche in questa occasione dovetti essere presente perché era giusto - così disse la donna – che io fossi al corrente di tutto.
Arrivati nello studio, la segretaria ci fece accomodare nel gabinetto medico.
La dottoressa Barbara R., era una bella donna, giovane, forse sui trentacinque anni, alta e bionda. Indossava un camice bianco, molto corto ed un paio di sandali senza calze. I bottoni del camice sia quelli in alto che quelli inferiori erano slacciati sicché le gambe risultavano bene in vista ed anche il reggiseno bianco di pizzo.
L’Istitutrice s’accomodò su di una poltrona mentre Matteo, come da precisi ordini impartiti dal medico, si spogliava in un’anticamera all’uopo preposta.
Io mi sedetti su una scomoda sedia di metallo a fianco di un mobiletto contenente varie attrezzature mediche.
La nostra Istitutrice e la dottoressa si conoscevano ed anzi erano addirittura amiche
“Forza, Matteo, spogliati completamente”, ordinò la dottoressa.
“Signora…, completamente nudo... è umiliante…”.
“Ma non hai motivo di aver vergogna del tuo corpo, sei così carino quando sei tutto nudo… non costringermi a darti una nuova sculacciata” – intervenne l’Istitutrice
“Sì…, sì… signora, va bene”. Rispose lui, evidentemente turbato nel vedersi costretto a mostrare impudicamente tutta la sua nudità.
“Bene, Matteo, adesso per favore fatti vedere bene, su voltati”. Ordinò l’Istitutrice.
“Sei veramente un bel ragazzo. Che magnifico culo hai… la tua Istitutrice deve alimentarti molto bene…”.
L’Istitutrice, posta dietro di lui, gl'impediva ogni tentativo di fuga mentre il medico osservava attentamente e minuziosamente tutto il suo corpo.
“Su…, non fare il bambino e fammi vedere cosa nascondi qui”- ordinò il medico scostandogli le mani che tentavano di celare i genitali.
La donna non riuscì a trattenere un’esclamazione di sorpresa quando vide il cazzo di Matteo che, anche se giovane, è già ben dotato.
Terminata la visita, la dottoressa sentenziò:
“Il ragazzo è sanissimo. L'unico consiglio che mi sento di dare è quello di somministrargli regolarmente un bel clistere per tenere l'intestino sempre sgombro e pulito. Se crede, posso fargliene uno io stessa, anche subito”.
L’Istitutrice, accettò riconoscente e mentre la dottoressa preparava l’attrezzatura occorrente per l’enteroclisma, Matteo arrossì violentemente e strinse il pene fra le cosce per cercare di non mostrarlo. Era particolarmente imbarazzato di essere nello studio di un medico donna, nudo e nell’attesa di ricevere un copioso serviziale. Sinora, infatti, solo tre donne l'avevano visto nudo: la mamma, la nostra Istitutrice ed io.
Tutto nudo, Matteo si era ora disteso su di un piccolo letto posto in un angolo dell’ambulatorio. Il ragazzo si mise a gemere ed a supplicare, giurando e spergiurando che non era per nulla sofferente e quando vide ciò che la dottoressa intendeva usare su e dentro di lui, ruggì come un leone e si dibatté con tutte le forze. Tuttavia la dottoressa R. aveva acquisito una certa esperienza anche con i pazienti più recalcitranti ed in meno che non si dica, Matteo si ritrovò col sedere che s'innalzava, fremente di vergogna, attraverso le cosce della dottoressa, che però non poteva di certo mantenerlo in quella posizione e, nel medesimo tempo, introdurgli il clistere.
Allora, nervosa, proferì:
“Se non fosse per la tua età, credimi, t’impartirei davvero una severa sculacciata”.
La nostra Istitutrice, radiosa, incalzò:
“Oh ma come non sai che lo sculaccio spesso e volentieri perché è un monello disubbidiente.” E poi rivolta verso di me “ anche lei le prende e severamente, vero Lisa?”
Sentendomi avvampare il viso non seppi far altro che tacere, ma questo diede modo alla nostra Istitutrice di continuare ad incalzarmi fino ad ordinarmi di alzarmi e di mostrare i segni dell’ultima punizione con il righello sul mio culetto.
“Se non ubbidisci entro 5 secondi appena arriviamo a casa ne prendi 100 tutti d’un fiato, capitoo?”.
Di scatto mi alzai voltando la schiena alla dottoressa e sollevando la gonna e poi abbassando quel poco che serviva i miei slip.
“Abbassali bene gli slip che ci sono dei segni anche sulle tue cosce e voglio che la dottoressa li veda senza difficoltà”
Rimasi in quella posizione finchè non mi fu ordinato di rivestirmi e sedermi di nuovo al mio posto.
Ora il bersaglio delle due donne era ritornato ad essere Matteo
“Oh, ma lui crede che solo perché ha diciotto anni sia esente da un simile trattamento? Però non è così e se lo ritieni puoi sculacciarlo come vuoi”
La dottoressa non se lo fece ripetere. Furono necessarie solo una dozzina di sculacciate affinché Matteo acconsentisse a ricevere nel suo intimo buco contratto, la cannula nera dello strumento sanitario. Era necessario lubrificare con della vaselina filante l'apertura recondita del ragazzo e l’Istitutrice si offrì volontariamente e di buon grado. Ma prima omaggiò ancora il monello di una sculacciata supplementare.
Il giovane, urlò con tutta la forza di cui era capace. Dopo quella sculacciata sublime e devastante, la donna mantenne allargate allo spasmo le natiche di Matteo, che tentavano, invano, di contrarsi per la paura e la vergogna. Il ragazzo restò appoggiato sul ventre, col culo in fiamme, bene esposto alle nuove, piacevoli sevizie, mentre le sue lunghe gambe pendevano, senza reazione apparente, sul tappeto. Senza difficoltà, la dottoressa preparò il paziente; impugnò la cannula che l’Istitutrice le porgeva, si piegò sopra quel bel culo rotondo e sussurrò:
“Resta tranquillo e, soprattutto, non contrarti…, vedrai che non è poi così terribile come pensi”.
La cannula, ben lubrificata con la vaselina, attraversò lo sfintere e penetrò nel retto. Matteo, non seppe raccontarmi, in seguito, quanto tempo ci volle affinché tutto il liquido gli entrasse nel ventre, in ogni caso, siccome non riusciva a trattenerlo, gli fu concesso di recarsi quasi subito nel bagno adiacente.
Mentre evacuava, le due donne si misero a parlare.
“... Ecco, segui queste prescrizioni per le medicazioni del ragazzo…”.
Asserì la dottoressa porgendo una ricetta all’Istitutrice.
“Va bene, ma devo confessarti che non ho mai somministrato i clisteri e non so se riuscirò ad infilare la cannula tanto facilmente”.
“Non ti preoccupare per le difficoltà che potresti incontrare. Se gli somministrerai un clistere ogni settimana, come ti ho detto, alla fine ci farai la mano e quest’operazione diverrà sempre più semplice. Per quanto riguarda Lisa, invece, penso che qualche clistere farà bene anche a lei. Me la porti…, le farò una visita di controllo…, è molto importante a questa età che tutto sia sotto controllo.”
Matteo, rientrò proprio in quel momento, rosso in volto come una ciliegia matura e si sedette sul bordo del lettino con le ginocchia che gli tremavano.
“Già che ci sono, esaminerò anche l'apparato genitale di Matteo, così potrai stare tranquilla”. Annunciò la dottoressa rivolgendosi all’Istitutrice.
“Mettiti in ginocchio ed appoggiati sui gomiti”, ordinò la donna indossando un paio di guanti di lattice.
Quindi, aggiunse: “Ebbene..., non hai capito quello che ho detto?”
Matteo si mise a singhiozzare ma non fece alcun movimento, non aveva intenzione di sottostare a quella visita, era così umiliante....
“Su, andiamo, smettila di mostrarti ridicolo, fammi vedere piuttosto il tuo sedere…, così posso finire il mio lavoro e tu potrai tornartene a casa”.
Matteo, ancora non si muoveva ed allora la dottoressa rincarò: “Sciocco che sei, cerchi dunque un'altra sculacciata?”
“Lasci che mi occupi io di lui”, intervenne l’Istitutrice.
“Mi serve solo qualcosa che… dovrei avere quello che mi serve nella borsetta”.
Dopo una breve ricerca, la donna estrasse un oggetto che suscitò l'immediata reazione del ragazzo.
“No, no…, non la spazzola signora, la prego…, no, la supplico, non la spazzola... m'inginocchio signora, m'inginocchio... sono obbediente vede? M'inginocchio…”.
“Bisognava esserlo prima, mio caro ed impertinente ragazzo”.
“Signora..., no…, no…”.
Già l’Istitutrice s’era seduta sul bordo del lettino, bloccando il ragazzo ed aveva cominciato ad usare la spazzola con un'abilità inimmaginabile. Lo sfortunato e sfinito sedere si offriva teso al di sopra delle cosce dove, all'intersezione, appariva una leggera peluria. Ad ogni alzata di braccio, la spazzola, ricadendo, colpiva con precisione, ora una parte, ora un'altra, di quel sedere sofferente ed indifeso.
Solo con le orecchie, secondo i suoni prodotti, piatti o rimbombanti, si poteva intuire se la sculacciatrice colpiva con il dorso di legno o con la parte irsuta. Matteo, riusciva a malapena a sopportare i colpi dati con il legno; quando era sculacciato con la parte irta di punte, specie se i colpi cadevano sulle cosce, non riusciva a controllarsi ed alte grida riempivano lo studio medico.
Progressivamente, la donna cessò di sculacciarlo e, quasi a volerne aumentare la vergogna, gli domandò:
“Il signorino è stato ben servito?”
“Sì…, sì, basta la prego, oh sì signora… mi brucia da morire ed è terribile…”.
“Sarai dunque saggio e ti presterai obbediente a quello che ti sarà richiesto dalla dottoressa?”
“Sì, signora... sì... il mio sedere, basta che non usi la spazzola…”.
“Ebbene, offrile immediatamente il culo ed allarga bene le cosce, in modo tale che lei ti possa vedere bene…, lo sai che è per il tuo bene e per la tua salute che la dottoressa ti esamina…”. Spiegò pazientemente l’Istitutrice.
Per esaminare… esaminò infilando un dito inguantato e bene lubrificato nell’ano di Matteo
“Ok, per fortuna non ci sono tracce di emorroidi, ma ora vediamo proprio i genitali che alla tua età devono essere già completamente formati e sviluppati. Girati e distenditi con la schiena sul lettino.”
Matteo, forse atterrito ancora dalla punizione con la spazzola, non osò obiettare e fece come gli era stato detto.
La dottoressa si era nel frattempo cambiata i guanti e prese tra le dita il cazzo di Matteo che era stato per tutta la durata della visita in una altalenanza di erezioni e afflosciamenti.
Ora era del tutto moscio, ma come le dita della dottoressa l’avevano preso per girarlo di qua e di là come un oggetto da esaminare, si era subito parzialmente indurito.
“ Vediamo lo stato del filetto e se il prepuzio si inizia a scoprire”
Io ero seduta a meno di un metro da loro e potevo osservare tutto molto bene. Sentivo una strana eccitazione prendermi ed un umidore tra le mie cosce serrate allo spasmo.
Con parole di grande sorpresa la dottoressa riuscì agevolmente a scoprire tutto il prepuzio di Matteo. A quel punto la sua erezione era evidentissima. La dottoressa continuava a maneggiare quel coso girandolo e soppesandolo in tutti i modi e controllando più e più volte lo stato del filetto e la sua elasticità. Il suo rosso prepuzio scompariva e poi riappariva perché lei tirava in giù la pelle con movimenti molto abili. Si vedeva che era una dottoressa molto esperta e scrupolosa.
Ad un certo punto però successe un fatto irreparabile!!!!
Matteo si contrasse e di botto un fiotto di liquido saltò fuori dal buchino posto alla sommità del suo prepuzio bagnando i guanti della dottoressa e persino il suo braccio scoperto.
“Maah cosaaa!! – urlò la nostra Istitutrice su tutte le furie – sei un maiale incontinente, un pervertito, un debosciato!! Che figura mi fai fare con la dottoressa?’ Cosa penserà ora di noi?? Faremo i conti a casa… vedrai che ti farò passare la voglia di fare il maleducato….”
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