Tentazioni capitolo 1

di
genere
dominazione

Mi ero accorta dell'interesse di Carlo nei miei confronti. Ne ero lusingata, lo ammetto. Sono ancora una bella donna, ho superato abbondantemente la quarantina, ma mi accorgo degli sguardi degli uomini. Non avevo mai considerato l'idea di un rapporto con un ragazzo tanto più giovane di me, ma di giorno in giorno, mentre le manifestazioni di interesse nei miei riguardi si facevano più evidenti, mi trovavo coinvolta con il pensiero verso Carlo.
Aveva una trentina di anni. Forse non bello, massiccio, grande. Guardarlo mi faceva pensare ad u grande porco, ed il suo fisico, nel mio immaginario, rappresentava l'idea di uno che scopa "forte"
A fine della giornata di lavoro cercava sempre una scusa per parlarmi, per prolungare i tempi per il saluto. E devo dire la verità, gli stavo dando corda.
Sapevo che lui aveva una ragazza, così come io avevo un marito. Ma il nostro lavoro ci impegnava in orari non convenzionali, quindi la gestione del tempo non creava la problematica di ricercare possibili scuse per liberarsi.
Finalmente mi propose di bere qualcosa insieme. Accettai.
Mi fece salire nella sua auto, e come prima sorpesa, mi aspettavo di trovarmi in un locale, mi portò a casa sua.
Era un monolocale, spoglio. Però relativamente pulito e ordinato.
Chiusa la porta di ingresso, mi trovai avvinghiata a lui, e mentre le nostre lingue si cercavano, le sua mani mi esploravano il corpo. Al loro passaggio mi spogliava ed in poco tempo mi ritrovai completamente nuda.
Ero eccitatissima, sentivo il suo cazzo premere contro la stoffa dei pantaloni, mentre lui mi abbracciava.
Eravamo in piedi, addossati ad una parete. Io mi sentivo piccola schiacciata contro lui.
La sua mano iniziò ad accarezzarmi il pube, poi un dito si fece largo fra le grandi labbra, andando a sfregare il clitoride. Mi trovò calda e bagnata.
Mi accorsi del suo compiacimento, lo sentii sussultare. Il suo dito sfregò avanti e indietro, più volte il clitoride poi si affondò dentro la mia figa.
Iniziai a gemere, ansimando.
Lui mi masturbava, delicatamente e io mi scioglievo contro di lui.
Mi chiese di liberargli il cazzo, e mentre lui mi toccava con le mani iniziai ad armeggiare con cintura e cerniera dei pantaloni, liberando finalmente un cazzo non lunghissimo ma bello grosso e duro come un palo.
Ci accarezzammo i sessi per qualche minuto, poi quando mi ritrovai la mano umida per le gocce dei sui umori che fuoriuscivano, lui mi chiese di prenderglielo in bocca.
Mi fece inginocchiare a terra e mi infilò il cazzo in bocca.
Mi riempiva tutta, e la delicatezza di poco prima lascio il passo alla sua vera natura.
Mi teneva stretta la testa ed inizio a scoparmi in bocca, spingendo al suo ritmo. Avevo difficoltà a respirare, ma lui non badava.
O meglio, era consapevole, ma per lui faceva parte del divertimento.
Iniziò a parlarmi "sei la mia troia, vero", " ti piace essere sbattuta come una puttana, lo so" o cose del genere
Io mi sentivo strana, fra lo spaventato, l'arrabbiato e l'eccitato, non saprei dire in che misura. Però non volevo che smettesse.
Lo sentii irrigidirsi e mugulare, mi resi conto che stava per venire.
Mi bloccò la testa "bevilo tutto troia,è il tuo premio. Non lasciarne un goccio e ti sarai guadagnata la parte della mia puttana"
Ingoiai e ripulii perfettamente il suo cazzo.
Mi aiutò a rialzarmi, molto gentile ed attento.
Mi laciava perplessa con quei modi così diversi da un momento all'altro. Mi fece stendere sul letto, mi fece divaricare la gambe ed inizio a leccarmi.
Ho avuto diversi uomini, ma confesso che una leccata così intensa e profonda non l'avevo ancora provata.
Iniziai a godere e venire più e più volte. Lui non si fermava. Ogni tanto arrivava un "troia , godi" ma non ascoltavo nemmeno più, presa da un piacere che mi stava sovrastando.
Ad un certo punto, senza pensare, mi è uscito dall'anima, gli ho detto che non avevo mai goduto così tanto. Che ero sua.
Lui aspettava solo quello.
Il cazzo nel frattempo era nuovamente eretto. Smise di leccare, ne appoggiò la punta all'ingresso della figa e lo fece scivolare dentro.
Urlai come una pazza per il piacere che mi procurava quel piccolo palo che stava entrando nella mia carne, bollente.
Mi scopò mentre le nostre lingue intrecciate completavano il piacere dell'abbandono.
Quando all'improvviso si ritrasse. Mi sfuggì un "NO"
Lui rise. Disse,"vuoi godere? vuoi ancora il mio cazzo? devi guadagnartelo"
"Sono qui, cosa vuoi che faccia?"
"Apriti, voglio sfondarti quella figa da troia che hai. Le troie devono prendere tutte le misure e goderne. Voglio aprirti. Voglio scoparti con la mano fino al polso. E quando sarai aperta ti inculerò. Poi deciderò con chi farti scopare".Pensavo volesse scherzare. "Si, si " risposi.
Lui non scherzava.
Mi infilò te dita nella figa e iniziò a scoparmi, Poi ne mise un'altra. Aveva mani grandi, dita grosse, sentivo la carne tirare. Glielo dissi. Non mi rispose.
Mi scopava, si fermava, aspettava che la carne si adattasse alla misura.
Poi mise il quinto dito. Si bloccava all'ingresso. Iniziò a rotearlo.
Sentivo male, gli chiedevo di smettere.
"Sei un troione, non vedi come ti stai bagnando? Fidati di me, mi ringrazierai"
Sentii iniziare a scendere la sua mano. Avevo il terrore di lacerarmi.
Ma dentro mi stava crescendo un'eccitazione incredibile, davvero mai immaginata.
Lo sentii esultare "Sei slabbrata, ti ho spanato la figa, è tutta aperta. Ti ho fatto diventare la mia troia, la mia troia"
Il suo cazzo era in piena erezione.
Mi scopò con il pugno, e non solo ebbi un orgasmo, ma squirtai per la prima volta in vita mia.
Lui era in visibilio. Estrasse il pugno e mi fece girare sulla pancia.
Mi fece mettere alla pecorina ed in breve il suo cazzo turgido si appoggiò al culo ed entrò.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Mi sembrava di avere un incendio dentro.
Non capivo più se era la figa, il culo, o cosa. Avevo perso completamente la testa. Nonostante il dolore stavo godendo come una cagna in calore.
Sentii i suoi schizzi riempirmi e si acquietò contro il mio corpo.
C'era un odore acre di sudore, succhi, secco.
Ci addormentammo
Al risveglio, dopo forse una mezz'oretta lo trovai che mi guardava adorante.
Quando si accorse che ero sveglia mi baciò e mi ringraziò.
Mi disse che aveva sempre saputo che potevo essere una porca perfetta per lui, ma che ora era felice.
Avevo male ovunque, non ero certa di riuscire a stare sulle gambe.
E come una cretina mi compiacevo dentro di me delle sue parole.
Mi aiutò a lavarmi e vestirmi e mi riaccompagnò a casa.
Quando feci per scendere dall'auto, mi prese una mano, ne baciò il palmo.
"Amore, quando starai bene finiremo il lavoro. Voglio scoparti e guardare altri uomini godere del tuo corpo. Allora si che sarai davvero mia"
Scesi turbata. Non dissi una parola.
Dentro di me sapevo che non mi sarei negata
scritto il
2015-09-14
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