La storia di noi tre si allarga
di
Debby
genere
trio
Eccomi ancora a voi. Un’altra bella giornata da raccontare, da condividere … Mi piace sapere che mi leggerete: è un po’ come avervi con me anche quando vivo certi momenti. E che momenti!
Iniziamo da una mia grande passione (un’altra oltre il sesso, ovviamente!): amo immensamente l’archeologia, in particolare quella romana ed etrusca. La studio da sempre, anche se non è il campo in cui opero. Così, quando ho letto di una gita organizzata in una necropoli etrusca, ho aderito entusiasta, coinvolgendo anche Sergio e Monica, decisamente meno entusiasti.
Sergio, a dire il vero, era particolarmente interessato, perché molto curioso, sempre, riguardo a qualunque novità; Monica sembrava preoccupata per il tipo di scarpe da indossare, il caldo, l’eventuale sudata.
“E, poi, ci saranno i bagni puliti? Ed un ristorante decente?”
“Non stiamo andando nella foresta amazzonica, Mony”
“Fai presto a parlare, tu. Ti vesti sempre comoda, te ne freghi del look …”
Mi avvicinai a lei in cerca di una via per tranquillizzarla e, soprattutto, farla smettere di rompere. L’abbraccia teneramente e la bacia con passione, succhiando la sua bella lingua carnosa.
“Mony, amore, ci sono tutti i bagni che vuoi e di ristoranti ce ne sono una miriade: si mangia divinamente da quelle parti! Facciamo così: tu vieni con noi alla necropoli e noi ti portiamo dove vuoi tu a mangiare, a fare pipì …” mi venne da ridere e non riuscii a trattenermi “potrememo anche aggiungere un po’ di mare. Lì vicino ci sono delle insenature niente male. Metti il costume in borsa, dai!”
Sergio fu catturato dalla prospettiva di sdraiarsi sulla spiaggia con noi due e replicò all’istante:
“Basta che non portiate il pezzo di sopra. Voglio le vostre belle tette sotto il sole”
Quindi, preso più dall’eccitazione per la prospettiva della spiaggia che della necropoli, aggiunse:
“Andiamo, forza. O faremo tardi”
E si avviò alla macchina.
Io e Mony prendemmo i nostri costumi, compreso quello di Sergio, e tre teli di spugna e ci avviammo.
Nonostante tutto, il tragitto fu caratterizzato dal muso di Monica. Cercai di farglielo passare in ogni modo: lei era seduta davanti, accanto a Sergio, ma ugualmente riuscii ad allungare le mani sui suoi seni per farla eccitare un po’, riuscii a farla girare per baciarla … Niente. Infine Sergio si fermò a fare benzina e mi chiese di guidare; quindi si accomodò dietro insieme a Monica e cominciarono a pomiciare pesantemente. Ogni tanto sbirciavo dallo specchietto e vedevo le loro lingue infuocvate succhiarsi a vicenda, la testa di Moniuca sparire tra le gambe di Sergio e quella di Sergio tra le gambe di Moniuca, vidi, infine i seni di Monica liberati dal vestito ballonzolare allegramente in attesa che dalle altre macchine potessero vederli. Suoni di clacson e parole sconce partirono al nostro indirizzo. Finalmente Sergio e Monica sembravano aver trovato la via per sorridere.
Quando arrivammo il gruppo era già riunito. Salutai con affabilità la guida, una ragazza di Viterbo conosciuta ad un Convegno sugli Etruschi qualche anno prima. Maria era bella e lesbica e, con lei, avevo condiviso qualche bacio ed un ditalino reciproco, ma niente di più. Le presentai i miei compagni e lei si mostrò molto cordiale ed intrigata dal nostro menage, tanto che, allontanatisi Sergio e Monica (alla ricerca del famoso bagno), mi chiese come fosse vivere un rapporto a tre.
“Stupendo: scopi alla grande, lecchi la fica e non devi accusare mal di testa quando vuoi startene per conto tuo, né mentire quando vuoi andare con qualcun altro!”
“Il Paradiso!” rispose lei ridendo “ …sempre che ti piaccia farti scopare. Sulla leccata di fica, lo sai, ti seguo, ma …”
“Questo perché non hai mai provato. Sei assurda! Te lo dissi anche allora: una cosa non esclude l’altra. Non puoi rifiutare un piatto prelibato solo per principio”
“Magari un giorno proverò … magari … se tu ti trovassi lì, in quel momento …”
“Si può fare …” iniziai a dire, ma Sergio e Monica avevano fatto ed erano tornati.
“Di che si parla da queste parti?” chiese Sergio, come sempre dotato di un fiuto eccezionale per discorsi di sesso.
“Di antichi Etruschi, ovviamente” replicai io con estrema velocità.
Nel frattempo Maria aveva raggiunto il gruppo, che si era completato, ed aveva cominciato a dare spiegazioni sul sito che avremmo visitato.
Sergio era visibilmente arrapato e capii che, al bagno, doveva essere successo ben altro, senza però alcuna conclusione. Mi guardava voglioso e, mentre eravamo riuniti ad ascoltare le spiegazioni mi mise una mano sul culo, massaggiandomi insistentemente, facendo scorrere il dito lungo la fessura.
“Smettila. Ci stanno guardando”
“Non è mai stato in problema, mi pare”
“Ora sì. Questo non è l’ambiente per fare certe cose”
“Su questo concordo: stiamo per visitare una necropoli: sono tutti morti. Che ne dici se gli diamo una svegliata?” e trasferì la mano sulla mia tetta. Molti si girarono e cominciarono mormorii. Monica si risentì d’essere trascurata ed abbracciò Sergio, sussurrandogli all’orecchio di cessare di metterla in imbarazzo: lui era suo marito e, per quel giorno, la cosa avrebbe dovuto prevalere.
“Smetto se alla prossima pipì non mi fai solo guardare, ma mi fai toccare la fica, mentre la fai”
“Promesso, ora fai il bravo”
Avevo capito cosa lo avesse tanto eccitato. Buon per lui. Io, a dire il vero, ero molto più eccitata al ricordo della fica di Maria ed alla mezza proposta che aveva lanciato: un triangolo con me … Un’occasione da non perdere.
La visita fu magnifica. Il sito era uno dei più vasti e ben conservati. Entrammo, infine, in una delle tombe e quindi in una caverna che dava accesso ad un sotterraneo dove erano situati più loculi.
C’era ovunque odore di muffa ed oscurità. Sentii una mano sul culo; mi voltai per sgridare nuovamente Sergio, ma vidi un uomo sulla trentina, abbastanza carino, che mi sorrideva ammiccante.
“Che accidenti fai?” gli chiesi sottovoce, ma non poco risentita.
La mano non fu tolta.
“Ti tocco il culo, esattamente come ti ha toccato lui prima. Non dirmi che hai il culo riservato solo ad alcuni”
Avrei voluto stampargli uno schiaffo in faccia, ma, in un lampo, vidi Sergio e Monica, poco avanti a me, che stavano abbracciati come due bravi coniugi fedeli, scambiandosi effusioni romantiche. Mi resi conto che eravamo gli ultimi del gruppo e che nessuno ci stava vedendo.
“Riservato, hai detto bene” gli dissi piano in un orecchio, approfittando per soffiargli dentro ed arraparlo ancora di più. “Quindi togli quella mano”
Lui strinse il gluteo ancora più forte, chiamandomi a sé, e mi baciò con una violenza ed una sensualità che raramente avevo provato. Mi lasciai andare e restituii il bacio. Il gruppo, nel frattempo, era andato avanti e, senza la torcia della guida, il buio si era fatto quasi corposo. Il trentenne, Guido come seppi solo alla fine della gita, ossia dopo avergliela data abbondantemente tra i loculi e l’odore di cimitero, mi sbattè addosso al muro, mi alzò il vestito e mi sfilò il perizoma che gettò all’interno di uno dei loculi e che, dunque, non recuperai più. Quindi mi girò, facendomi mettere a novanta gradi e si abbassò i pantaloni, infilandomi un palo enorme nella fica che era già bella bagnata. Mi scoò con una violenza inaudità. Ad ogni colpo sentivo il suo cazzo fino nello stomaco e la fica mi bruciava come un fuoco. Provai a dirgli che non era proprio il caso, che ci sarebbero presto venuti a cercare, che non avremmo fatto in tempo a finire, ma lui replicò solo dicendomi:
“Allora mi sbrigo” e senza attendere che anche io godessi mi sborrò dentro, inondandomi di uno sperma caldo ed abbondante. Quindi si affrettò a riabbottonarsi e pantaloni e mi incitò ad uscire di lì. Ero stordita. Avevo lo sperma che mi stava colando lungo le gambe e che provvidi a spalmare in modo che non si vedesse. _Uscimmo proprio mentre Maria stava per rientrare con Sergio a cercarmi. Un’occasione persa per stare sola con quel porcone di Sergio e, finalmente, assaggiare i piaceri di un cazzo, pensai: di certo Sergio non si sarebbe fermato davanti alla sua debole opposizione. Peccato!
“Dove cazzo stavi?” mi aggredì Sergio.
“Eravamo tutti preoccupati” aggiunse Maria.
“Io …” mente vuota.
“Lei si è sentita poco bene. Le girava la testa. L’aria chiusa, probabilmente. Così l’ho fatta sedere in terra, l’ho fatta respirare. Ed eccoci qui” rispose prontamente Guido.
“Tu sei …?”
“Piacere Guido”
Si strinsero la mano.
“Piacere” replicò poco convinto Sergio.
Sentii un’altra goccia di sperma colarmi sull’interno coscia. La fermai unendo le gambe e cercai di impedirne altre stringendo forte la fica.
LA visita era finita e, devo dire, mi sentivo terribilmente arrapata ed insoddisfatta. Guido, poco prima di risalire in macchina, mi venne a salutare con un bacio sulla guancia, sussurrandomi nell’orecchio quanto fossi stata brava e che bella fica larga avessi. Se ne andò così, lasciandomi eccitata e piena di sborra.
“Allora che si fa, si va al mare? Potremmo mangiare in un ristorantino sulla spiaggia” propose Monica.
“Per me va benissimo. E tu, Debby? Che ne pensi?”
“Perché no? Maria …” dissi prima che anche lei se ne andasse. “Tu che fai? Ti unisci a noi?”
“Io, veramente …”
“Dai, su, non farti pregare” le disse Sergio. “Ci farebbe molto piacere”
“Ok” replicò titubante.
Quindi ci dirigemmo alle macchine.
“Io vado con Maria. Le faccio compagnia. Verso dove ci dirigiamo?”
“A pochi chilometri da qua c’è una spiaggetta niente male con annesso un ristorantino dove fanno spaghetti alle vongole deliziosi” disse Sergio
“Guidaci tu, allora” risposi
Ed entrammo in macchina.
“Si può sapere cosa davvero è successo lì sotto. Non credo al tuo malessere. Tu hai fatto scavi ben peggiori con me e non ti è mai mancata l’aria”
“Già … Quel Guido …”
“No. Non dirmi che te lo sei fatto. Sei davvero una mignotta Debby”
“Più che altro è lui che ha fatto me. Mi ha scopata e se ne è andato”
Tirai fuori dalla borsa un pacchetto di fazzoletti e mi alzai la gonna per pulire la fica e le gambe.
A Maria brillarono gli occhi, ma ugualmente usò un tono di rimprovero:
“Guarda che troia, che sei! Giri senza mutande e ti meravigli che gli uomini ti stuprino”
“Veramente le avevo, le mutande. Ma Quel tizio me le ha tolte e le ha gettate in uno dei loculi. Mi faceva un po’ senso rimetterle”
“Porca!” esclamò ridendo
“Invidiosa!” replicai sullo stesso tono
“Invidiosa proprio no. Se non ricordi male io …”
“Sì, non tiu sei fatta mai scopare. Beh, confermo: invidiosa! Non sai che ti perdi”
“Mi perdo uno che mi sfila le mutande, le getta via, si tira fuori l’uccello, me lo schiaffa dentro, mi riempie e se ne va. Almeno hai goduto?”
“Ecco, a dire il vero, questa volta … no. Però mi ha lasciato un arrapa mento che … Diciamo che se tu non stessi guidando io ti abbasserei le mutande e ti leccherei fino a farti urlare”
Maria istintivamente allargò le gambe ed io misi una mano sotto la gonna per sentire che era già completamente bagnata.
“Sei una porcellina molto intrigante” le dissi massaggiandole la fica. “Togliti le mutandine, dai. Almeno siamo pari. Accostammo leggermente, tenendo comunque d’occhio la macchina di Sergio. Si sfilò rapidamente gli slip e riprendemmo la strada. La mia mano, ora, trovava solo il suo pelo bagnato e la morbidezza delle sue grandi labbra, che ricordavo rosee e carnose, proprio come sono sempre piaciute a me.
“Smettila. Così è troppo. Non riesco a guidare”
Smisi, ma le strappai una promessa importante:
“Smetto se, più tardi, prometti di farti leccare tutta e …”
“Certo!” rispose entusiasta.
“Aspetta, non ho finito. E … stavo dicendo … e ti fai scopare. E’ arrivato il momento, piccina”
“E da chi?”
“Da Sergio è il marito di Monica, mi sembrano molto innamorati. Non so davvero come tu faccia ad immettetrti nel loro rapporto”
“Un giorno ti racconterò come sono andate le cose. Diciamo che non sono io quella che si è immessa. Comunque … Promesso?”
“Promesso … oddio che paura”
“Paura di cosa? Vedrai che piacere”
Finalmente arrivammo.
Era un angolo di spiaggia libera difficilmente accessibile e, quindi, semideserta. Non c’erano cabine: ci cambiammo dietro una siepe. Maria non aveva costume, così le diedi il mio di ricambio. Monokini anche per lei, dunque! Si vergognava ad uscire allo scoperto. Io e Monica la spingemmo, fino a quando Sergio non ci vide.
“Che succede qui?” chiese incuriosito.
“Lei non ha mai esposto le tette e ne è gelosa”
Sergio rise voluttuosamente.
“Sei una stronza Mony” replicò con fare protettivo nei confronti di Maria. “E’ solo un po’ di timidezza nei confronti della novità. Vuoi che ci sistemiamo qui, lontano dagli altri? O, piano piano, credi di poter riuscire a venire a sdraiarti laggiù, dove ho sistemato gli asciugamani? Vedi quelle tre ragazze laggiù? Anche loro hanno il seno di fuori. E’ una cosa estremamente naturale, non trovi? Dai, fatti vedere” e le scansò con dolcezza le mani che Maria teneva serrate sui seni. “Mio Dio che capolavoro! Sono stupende!”
Monica era visibilmente infastidita e si andò a sdraiare sugli asciugamani. Io rimasi con Sergio e Maria. Sergio continuò a lodare la bellezza, davvero notevole, di Maria.
“Hai un seno fantastico, piccola. Guarda qui che curva perfetta” e, così dicendo, le sfiorò il seno, facendole inturgidire i capezzoli, con grande stupore di tutti, lei per prima. “E senti che morbidezza” e prese a palparla con delicatezza. “Scommetto che sono dolci come il miele. Permetti che le assaggi?”
Maria rimase zitta, troppo instupidita non già dall’atteggiamento di Sergio, quanto dalle sensazioni ignote che la stavano inondando e che si potevano riassumere in una parola: piacere. Piacere d’essere toccata da un uomo!
Sergio cominciò a leccare i capezzoli, baciare il seno, palparla, scendendo con la mano verso la fica. Maria ebbe un sussulto e quasi un tentativo di muoversi, fuggire, ma Sergio la trattenne mettendole un braccio intorno alla schiena e la spinse a sé. Nel frattempo le infilò la lingua in bocca ed una mano dentro il costume, finalmente toccando quella fica vergine che tanto mi piaceva.
Monica, da lontano guardava la scena indispettita.
“Facciamoci un bagno” propose Sergio, prendendo Maria per mano ed andando verso l’acqua, in un’insenatura coperta dagli scogli. Li seguii, curiosa da morire.
Avevano l’acqua al polpaccio, quando Sergio le abbassò lo slip piano piano. Ormai si faceva fare tutto e sembrava che davvero le piacesse molto. Quindi anche lui si tolse i boxer e diede entrambi gli indumenti a me. Poi ripresero ad entrare in acqua. Quando l’acqua era all’ombelico li vidi unirsi in un abbraccio molto sensuale. Le loro bocche si incollarono e così i loro corpi. Monica ci raggiunse imbufalita.
“Allora? Dove sono?”
Glieli indicai.
Il suo sguardo si fece ferino.
“Ma non era lesbica, quella lì?”
“Già …” replicai cercando di nascondere una risata.
In quel mentre Sergio e Maria stavano parlottando e ridendo e, quindi, baciandosi avidamente.
“Venite qui anche voi” ci invitò Sergio.
Entrammo in acqua.
“La nostra amica, qui, vorrebbe provare il cazzo. Che ne dite? Mi aiutate? Forza, andiamo lì” ed indicò uno scoglio piatto sotto il sole. “Mony, tesoro, vai a prendere gli asciugamani” e la spedì via con un bacio appassionato. Quindi fu la mia volta. “E tu, Debby, che meriti un premio per avermi presentato l’ultima vergine al mondo” e ridemmo tutti di cuore. “Tu togliti il perizoma ed intrattieni la tua amica finchè non raggiungiamo lo scoglio. Io aiuto Monica, mi spiego un po’ con lei, le faccio accettare la cosa e vi aspetto l짔
Naturalmente non me lo feci ripetere una volta ancora: mi tolsi il perizoma e diedi tutti gli indumenti a lui che si stava dirigendo allo scoglio. Quindi presi a baciare avidamente Maria, che ricambiò con entusiasmo.
“Lo sa Sergio di quello che ti sei scopata prima?”
“Sei pazza? Non e non deve saperlo. Resta un nostro segreto?”
“Non lo so …” disse ridacchiando. “Vediamo … tu che mi offri in cambio?”
Non le risposi nemmeno e mi inginocchiai a succhiarle la fica. Talmente mi piacque che ancora adesso, nel descrivere la scena, sento il sapore acidulo e dolce del suo liquido e la morbidezza della sua fica. Le infilai la lingua dentro in profondità, più volte. La eccitai al massimo. Nel frattempo anche Monica si era liberata del pezzo di sotto e si era sdraiata con Sergio sullo scoglio, facendosi prendere nella fica. Sergio si stava montando per raggiungere l’orgasmo nella mia amica, ovviamente, ma Monica era felice che l’avesse infilato prima dentro di lei. Quando li raggiungemmo Sergio si sfilò da Monica e le disse di far sdraiare Maria. Così facemmo: ancelle di Sergio e Maria in questa scopata davvero fantastica. Allargammo le gambe di Maria, la baciammo in bocca a turno e, quindi, dirigemmo il cazzo di Sergio, eccitatissimo, dentro la fica vergine della mia amica, la quale dapprima sussultò, pur essendo molto bagnata dalla mia lingua e dai suoi umori, quindi si divincolò un poco e, poi, si lasciò andare come una vera troia. Sergio era all’estasi. Sentiva una fica strettissima e non si capacitava di quanto fosse stretta.
“Sei fantastica; sei una mignotta meravigliosa. Ti voglio, ti sfondo. Eccolo, tutto dentro, bella. Dai godi. E’ tutto dentro la tua bella fica stretta”
Continuarono così, tra le parole arrapate di Sergio ed i mugugnii di Maria, piena, nella bocca, della fica di Monica, della mia fica e delle nostre lingue, per un bel po’, finché Sergio non le venne dentro in un’esplosione di godimento che coinvolse anche Maria, al suo primo orgasmo da bisessuale!
Poco dopo anche io e Monica venimmo in abbondanza con un gran 69 reciproco.
Fu un’esperienza davvero meravigliosa. Ci addormentammo al sole per circa mezz’ora prima di decidere di metterci costumi e parei e dirigerci al ristorante sulla spiaggia. Ormai Maria non aveva più problemi a mostrare le tette, ed anzi, pur continuando ad essere attratta dalle tette al vento delle altre bagnanti, lanciava anche sguardi arrapati ai loro uomini.
“Abbiamo creato un mostro!” esclamò Sergio, sottolineando l’atteggiamento da puttana di Maria, la quale rise di cuore del suo nuovo mondo di godimento.
Il cameriere, pur avvezzo a vedere tette, da quelle parti, fu particolarmente lieto di averne tre apia così bene assortite quanto a colore, forma e misura ed invidiò non poco Sergio per il suo harem. Sergio, che, per queste cose, ha le antenne, si mostrò molto contento del suo apprezzamento ed, al momento del conto, gli propose di scegliere quale scoparsi. Il cameriere scelse Monica, la quale, forse per rendere la pariglia a Sergio, fu ben lieta di farsi trombare sul retro del ristorante, in mezzo ai bidoni della spazzatura. La guardammo estasiati mentre lo sbocchinava in ginocchio e, quindi, si metteva a novanta gradi per offrirgli il culo. Il ragazzo se la fece per circa mezz’ora, durante la quale io, Maria e Sergio ci baciavamo e ci toccavamo vicendevolmente. Quando, finalmente, la riempì di sborra e si diresse nuovamente alle cucine con un gesto di ringraziamento all’indirizzo di Sergio, questi si accostò a Monica, le diede alcune frustate sul culo con la cinghia e le disse che si era comportata da puttana gelosa, accettando di farsi scopare solo perché lui si era scopato Maria e che avrebbe dovuto pagare caro il suo atteggiamento. Monica accettò di fare qualunque cosa per lui, come sempre e Sergio la fece tornare alla macchina nuda, a quattro zampe, mentre io e Maria ce la ridevamo a vedere la faccia di tutti gli astanti che la indicavano e la deridevano.
Io e Maria ci vestimmo in macchina e, giunti al bivio dove c’erano gli scavi, io scesi e mi unii a Sergio e Monica, salutandola e dandole appuntamento ad una prossima scopata. Anche Sergio, che pure si era vestito in macchina, scese per salutarla appassionatamente. Si scambiarono i numeri e Maria, baciandolo, gli disse che l’avrebbe chiamato presto. Monica, invece, fu obbligata a restare nuda fino in città, dove le venne offerto il pareo solo per coprire le spalle e lasciare intravedere le tette ai semafori, accogliendo consensi volgari. Nel garage condominiale, fortunatamente per lei, non c’era nessuno, perché Sergio la costrinse ad uscire nuda dalla macchina e leccargli la cappella, che aveva sguainato per un attimo.
“Sei fortunata: non c’è nessuno che possa vederti in tutta la tua troiaggine. Ora lecca il sedile, perché hai lasciato un po’ di sborra colata. Quindi rivestiti e raggiungici in casa. Io dormo con Debby, stanotte. Ho voglia di scopare ancora. Se vuoi puoi guardarci, ma niente cazzo e niente fica, per te. Intesi?”
“Sì” rispose sottomessa.
“E, naturalmente, preparati ad altre cinghiate. Ho voglia di picchiarti prima di scoparmi Debby”
La serata fu entusiasmante quasi quanto la giornata. Monica, dopo aver preso una ventina di cinghiate sul culo, fatto a strisce rosse quasi sanguinolente, ci vide scopare alla grande. Era molto che non mi faceva così, Sergio. Scopata davanti e dietro ed infine sborrata in bocca con ingoio profondo e gustoso. Che giornata memorabile, amici!!!
Iniziamo da una mia grande passione (un’altra oltre il sesso, ovviamente!): amo immensamente l’archeologia, in particolare quella romana ed etrusca. La studio da sempre, anche se non è il campo in cui opero. Così, quando ho letto di una gita organizzata in una necropoli etrusca, ho aderito entusiasta, coinvolgendo anche Sergio e Monica, decisamente meno entusiasti.
Sergio, a dire il vero, era particolarmente interessato, perché molto curioso, sempre, riguardo a qualunque novità; Monica sembrava preoccupata per il tipo di scarpe da indossare, il caldo, l’eventuale sudata.
“E, poi, ci saranno i bagni puliti? Ed un ristorante decente?”
“Non stiamo andando nella foresta amazzonica, Mony”
“Fai presto a parlare, tu. Ti vesti sempre comoda, te ne freghi del look …”
Mi avvicinai a lei in cerca di una via per tranquillizzarla e, soprattutto, farla smettere di rompere. L’abbraccia teneramente e la bacia con passione, succhiando la sua bella lingua carnosa.
“Mony, amore, ci sono tutti i bagni che vuoi e di ristoranti ce ne sono una miriade: si mangia divinamente da quelle parti! Facciamo così: tu vieni con noi alla necropoli e noi ti portiamo dove vuoi tu a mangiare, a fare pipì …” mi venne da ridere e non riuscii a trattenermi “potrememo anche aggiungere un po’ di mare. Lì vicino ci sono delle insenature niente male. Metti il costume in borsa, dai!”
Sergio fu catturato dalla prospettiva di sdraiarsi sulla spiaggia con noi due e replicò all’istante:
“Basta che non portiate il pezzo di sopra. Voglio le vostre belle tette sotto il sole”
Quindi, preso più dall’eccitazione per la prospettiva della spiaggia che della necropoli, aggiunse:
“Andiamo, forza. O faremo tardi”
E si avviò alla macchina.
Io e Mony prendemmo i nostri costumi, compreso quello di Sergio, e tre teli di spugna e ci avviammo.
Nonostante tutto, il tragitto fu caratterizzato dal muso di Monica. Cercai di farglielo passare in ogni modo: lei era seduta davanti, accanto a Sergio, ma ugualmente riuscii ad allungare le mani sui suoi seni per farla eccitare un po’, riuscii a farla girare per baciarla … Niente. Infine Sergio si fermò a fare benzina e mi chiese di guidare; quindi si accomodò dietro insieme a Monica e cominciarono a pomiciare pesantemente. Ogni tanto sbirciavo dallo specchietto e vedevo le loro lingue infuocvate succhiarsi a vicenda, la testa di Moniuca sparire tra le gambe di Sergio e quella di Sergio tra le gambe di Moniuca, vidi, infine i seni di Monica liberati dal vestito ballonzolare allegramente in attesa che dalle altre macchine potessero vederli. Suoni di clacson e parole sconce partirono al nostro indirizzo. Finalmente Sergio e Monica sembravano aver trovato la via per sorridere.
Quando arrivammo il gruppo era già riunito. Salutai con affabilità la guida, una ragazza di Viterbo conosciuta ad un Convegno sugli Etruschi qualche anno prima. Maria era bella e lesbica e, con lei, avevo condiviso qualche bacio ed un ditalino reciproco, ma niente di più. Le presentai i miei compagni e lei si mostrò molto cordiale ed intrigata dal nostro menage, tanto che, allontanatisi Sergio e Monica (alla ricerca del famoso bagno), mi chiese come fosse vivere un rapporto a tre.
“Stupendo: scopi alla grande, lecchi la fica e non devi accusare mal di testa quando vuoi startene per conto tuo, né mentire quando vuoi andare con qualcun altro!”
“Il Paradiso!” rispose lei ridendo “ …sempre che ti piaccia farti scopare. Sulla leccata di fica, lo sai, ti seguo, ma …”
“Questo perché non hai mai provato. Sei assurda! Te lo dissi anche allora: una cosa non esclude l’altra. Non puoi rifiutare un piatto prelibato solo per principio”
“Magari un giorno proverò … magari … se tu ti trovassi lì, in quel momento …”
“Si può fare …” iniziai a dire, ma Sergio e Monica avevano fatto ed erano tornati.
“Di che si parla da queste parti?” chiese Sergio, come sempre dotato di un fiuto eccezionale per discorsi di sesso.
“Di antichi Etruschi, ovviamente” replicai io con estrema velocità.
Nel frattempo Maria aveva raggiunto il gruppo, che si era completato, ed aveva cominciato a dare spiegazioni sul sito che avremmo visitato.
Sergio era visibilmente arrapato e capii che, al bagno, doveva essere successo ben altro, senza però alcuna conclusione. Mi guardava voglioso e, mentre eravamo riuniti ad ascoltare le spiegazioni mi mise una mano sul culo, massaggiandomi insistentemente, facendo scorrere il dito lungo la fessura.
“Smettila. Ci stanno guardando”
“Non è mai stato in problema, mi pare”
“Ora sì. Questo non è l’ambiente per fare certe cose”
“Su questo concordo: stiamo per visitare una necropoli: sono tutti morti. Che ne dici se gli diamo una svegliata?” e trasferì la mano sulla mia tetta. Molti si girarono e cominciarono mormorii. Monica si risentì d’essere trascurata ed abbracciò Sergio, sussurrandogli all’orecchio di cessare di metterla in imbarazzo: lui era suo marito e, per quel giorno, la cosa avrebbe dovuto prevalere.
“Smetto se alla prossima pipì non mi fai solo guardare, ma mi fai toccare la fica, mentre la fai”
“Promesso, ora fai il bravo”
Avevo capito cosa lo avesse tanto eccitato. Buon per lui. Io, a dire il vero, ero molto più eccitata al ricordo della fica di Maria ed alla mezza proposta che aveva lanciato: un triangolo con me … Un’occasione da non perdere.
La visita fu magnifica. Il sito era uno dei più vasti e ben conservati. Entrammo, infine, in una delle tombe e quindi in una caverna che dava accesso ad un sotterraneo dove erano situati più loculi.
C’era ovunque odore di muffa ed oscurità. Sentii una mano sul culo; mi voltai per sgridare nuovamente Sergio, ma vidi un uomo sulla trentina, abbastanza carino, che mi sorrideva ammiccante.
“Che accidenti fai?” gli chiesi sottovoce, ma non poco risentita.
La mano non fu tolta.
“Ti tocco il culo, esattamente come ti ha toccato lui prima. Non dirmi che hai il culo riservato solo ad alcuni”
Avrei voluto stampargli uno schiaffo in faccia, ma, in un lampo, vidi Sergio e Monica, poco avanti a me, che stavano abbracciati come due bravi coniugi fedeli, scambiandosi effusioni romantiche. Mi resi conto che eravamo gli ultimi del gruppo e che nessuno ci stava vedendo.
“Riservato, hai detto bene” gli dissi piano in un orecchio, approfittando per soffiargli dentro ed arraparlo ancora di più. “Quindi togli quella mano”
Lui strinse il gluteo ancora più forte, chiamandomi a sé, e mi baciò con una violenza ed una sensualità che raramente avevo provato. Mi lasciai andare e restituii il bacio. Il gruppo, nel frattempo, era andato avanti e, senza la torcia della guida, il buio si era fatto quasi corposo. Il trentenne, Guido come seppi solo alla fine della gita, ossia dopo avergliela data abbondantemente tra i loculi e l’odore di cimitero, mi sbattè addosso al muro, mi alzò il vestito e mi sfilò il perizoma che gettò all’interno di uno dei loculi e che, dunque, non recuperai più. Quindi mi girò, facendomi mettere a novanta gradi e si abbassò i pantaloni, infilandomi un palo enorme nella fica che era già bella bagnata. Mi scoò con una violenza inaudità. Ad ogni colpo sentivo il suo cazzo fino nello stomaco e la fica mi bruciava come un fuoco. Provai a dirgli che non era proprio il caso, che ci sarebbero presto venuti a cercare, che non avremmo fatto in tempo a finire, ma lui replicò solo dicendomi:
“Allora mi sbrigo” e senza attendere che anche io godessi mi sborrò dentro, inondandomi di uno sperma caldo ed abbondante. Quindi si affrettò a riabbottonarsi e pantaloni e mi incitò ad uscire di lì. Ero stordita. Avevo lo sperma che mi stava colando lungo le gambe e che provvidi a spalmare in modo che non si vedesse. _Uscimmo proprio mentre Maria stava per rientrare con Sergio a cercarmi. Un’occasione persa per stare sola con quel porcone di Sergio e, finalmente, assaggiare i piaceri di un cazzo, pensai: di certo Sergio non si sarebbe fermato davanti alla sua debole opposizione. Peccato!
“Dove cazzo stavi?” mi aggredì Sergio.
“Eravamo tutti preoccupati” aggiunse Maria.
“Io …” mente vuota.
“Lei si è sentita poco bene. Le girava la testa. L’aria chiusa, probabilmente. Così l’ho fatta sedere in terra, l’ho fatta respirare. Ed eccoci qui” rispose prontamente Guido.
“Tu sei …?”
“Piacere Guido”
Si strinsero la mano.
“Piacere” replicò poco convinto Sergio.
Sentii un’altra goccia di sperma colarmi sull’interno coscia. La fermai unendo le gambe e cercai di impedirne altre stringendo forte la fica.
LA visita era finita e, devo dire, mi sentivo terribilmente arrapata ed insoddisfatta. Guido, poco prima di risalire in macchina, mi venne a salutare con un bacio sulla guancia, sussurrandomi nell’orecchio quanto fossi stata brava e che bella fica larga avessi. Se ne andò così, lasciandomi eccitata e piena di sborra.
“Allora che si fa, si va al mare? Potremmo mangiare in un ristorantino sulla spiaggia” propose Monica.
“Per me va benissimo. E tu, Debby? Che ne pensi?”
“Perché no? Maria …” dissi prima che anche lei se ne andasse. “Tu che fai? Ti unisci a noi?”
“Io, veramente …”
“Dai, su, non farti pregare” le disse Sergio. “Ci farebbe molto piacere”
“Ok” replicò titubante.
Quindi ci dirigemmo alle macchine.
“Io vado con Maria. Le faccio compagnia. Verso dove ci dirigiamo?”
“A pochi chilometri da qua c’è una spiaggetta niente male con annesso un ristorantino dove fanno spaghetti alle vongole deliziosi” disse Sergio
“Guidaci tu, allora” risposi
Ed entrammo in macchina.
“Si può sapere cosa davvero è successo lì sotto. Non credo al tuo malessere. Tu hai fatto scavi ben peggiori con me e non ti è mai mancata l’aria”
“Già … Quel Guido …”
“No. Non dirmi che te lo sei fatto. Sei davvero una mignotta Debby”
“Più che altro è lui che ha fatto me. Mi ha scopata e se ne è andato”
Tirai fuori dalla borsa un pacchetto di fazzoletti e mi alzai la gonna per pulire la fica e le gambe.
A Maria brillarono gli occhi, ma ugualmente usò un tono di rimprovero:
“Guarda che troia, che sei! Giri senza mutande e ti meravigli che gli uomini ti stuprino”
“Veramente le avevo, le mutande. Ma Quel tizio me le ha tolte e le ha gettate in uno dei loculi. Mi faceva un po’ senso rimetterle”
“Porca!” esclamò ridendo
“Invidiosa!” replicai sullo stesso tono
“Invidiosa proprio no. Se non ricordi male io …”
“Sì, non tiu sei fatta mai scopare. Beh, confermo: invidiosa! Non sai che ti perdi”
“Mi perdo uno che mi sfila le mutande, le getta via, si tira fuori l’uccello, me lo schiaffa dentro, mi riempie e se ne va. Almeno hai goduto?”
“Ecco, a dire il vero, questa volta … no. Però mi ha lasciato un arrapa mento che … Diciamo che se tu non stessi guidando io ti abbasserei le mutande e ti leccherei fino a farti urlare”
Maria istintivamente allargò le gambe ed io misi una mano sotto la gonna per sentire che era già completamente bagnata.
“Sei una porcellina molto intrigante” le dissi massaggiandole la fica. “Togliti le mutandine, dai. Almeno siamo pari. Accostammo leggermente, tenendo comunque d’occhio la macchina di Sergio. Si sfilò rapidamente gli slip e riprendemmo la strada. La mia mano, ora, trovava solo il suo pelo bagnato e la morbidezza delle sue grandi labbra, che ricordavo rosee e carnose, proprio come sono sempre piaciute a me.
“Smettila. Così è troppo. Non riesco a guidare”
Smisi, ma le strappai una promessa importante:
“Smetto se, più tardi, prometti di farti leccare tutta e …”
“Certo!” rispose entusiasta.
“Aspetta, non ho finito. E … stavo dicendo … e ti fai scopare. E’ arrivato il momento, piccina”
“E da chi?”
“Da Sergio è il marito di Monica, mi sembrano molto innamorati. Non so davvero come tu faccia ad immettetrti nel loro rapporto”
“Un giorno ti racconterò come sono andate le cose. Diciamo che non sono io quella che si è immessa. Comunque … Promesso?”
“Promesso … oddio che paura”
“Paura di cosa? Vedrai che piacere”
Finalmente arrivammo.
Era un angolo di spiaggia libera difficilmente accessibile e, quindi, semideserta. Non c’erano cabine: ci cambiammo dietro una siepe. Maria non aveva costume, così le diedi il mio di ricambio. Monokini anche per lei, dunque! Si vergognava ad uscire allo scoperto. Io e Monica la spingemmo, fino a quando Sergio non ci vide.
“Che succede qui?” chiese incuriosito.
“Lei non ha mai esposto le tette e ne è gelosa”
Sergio rise voluttuosamente.
“Sei una stronza Mony” replicò con fare protettivo nei confronti di Maria. “E’ solo un po’ di timidezza nei confronti della novità. Vuoi che ci sistemiamo qui, lontano dagli altri? O, piano piano, credi di poter riuscire a venire a sdraiarti laggiù, dove ho sistemato gli asciugamani? Vedi quelle tre ragazze laggiù? Anche loro hanno il seno di fuori. E’ una cosa estremamente naturale, non trovi? Dai, fatti vedere” e le scansò con dolcezza le mani che Maria teneva serrate sui seni. “Mio Dio che capolavoro! Sono stupende!”
Monica era visibilmente infastidita e si andò a sdraiare sugli asciugamani. Io rimasi con Sergio e Maria. Sergio continuò a lodare la bellezza, davvero notevole, di Maria.
“Hai un seno fantastico, piccola. Guarda qui che curva perfetta” e, così dicendo, le sfiorò il seno, facendole inturgidire i capezzoli, con grande stupore di tutti, lei per prima. “E senti che morbidezza” e prese a palparla con delicatezza. “Scommetto che sono dolci come il miele. Permetti che le assaggi?”
Maria rimase zitta, troppo instupidita non già dall’atteggiamento di Sergio, quanto dalle sensazioni ignote che la stavano inondando e che si potevano riassumere in una parola: piacere. Piacere d’essere toccata da un uomo!
Sergio cominciò a leccare i capezzoli, baciare il seno, palparla, scendendo con la mano verso la fica. Maria ebbe un sussulto e quasi un tentativo di muoversi, fuggire, ma Sergio la trattenne mettendole un braccio intorno alla schiena e la spinse a sé. Nel frattempo le infilò la lingua in bocca ed una mano dentro il costume, finalmente toccando quella fica vergine che tanto mi piaceva.
Monica, da lontano guardava la scena indispettita.
“Facciamoci un bagno” propose Sergio, prendendo Maria per mano ed andando verso l’acqua, in un’insenatura coperta dagli scogli. Li seguii, curiosa da morire.
Avevano l’acqua al polpaccio, quando Sergio le abbassò lo slip piano piano. Ormai si faceva fare tutto e sembrava che davvero le piacesse molto. Quindi anche lui si tolse i boxer e diede entrambi gli indumenti a me. Poi ripresero ad entrare in acqua. Quando l’acqua era all’ombelico li vidi unirsi in un abbraccio molto sensuale. Le loro bocche si incollarono e così i loro corpi. Monica ci raggiunse imbufalita.
“Allora? Dove sono?”
Glieli indicai.
Il suo sguardo si fece ferino.
“Ma non era lesbica, quella lì?”
“Già …” replicai cercando di nascondere una risata.
In quel mentre Sergio e Maria stavano parlottando e ridendo e, quindi, baciandosi avidamente.
“Venite qui anche voi” ci invitò Sergio.
Entrammo in acqua.
“La nostra amica, qui, vorrebbe provare il cazzo. Che ne dite? Mi aiutate? Forza, andiamo lì” ed indicò uno scoglio piatto sotto il sole. “Mony, tesoro, vai a prendere gli asciugamani” e la spedì via con un bacio appassionato. Quindi fu la mia volta. “E tu, Debby, che meriti un premio per avermi presentato l’ultima vergine al mondo” e ridemmo tutti di cuore. “Tu togliti il perizoma ed intrattieni la tua amica finchè non raggiungiamo lo scoglio. Io aiuto Monica, mi spiego un po’ con lei, le faccio accettare la cosa e vi aspetto l짔
Naturalmente non me lo feci ripetere una volta ancora: mi tolsi il perizoma e diedi tutti gli indumenti a lui che si stava dirigendo allo scoglio. Quindi presi a baciare avidamente Maria, che ricambiò con entusiasmo.
“Lo sa Sergio di quello che ti sei scopata prima?”
“Sei pazza? Non e non deve saperlo. Resta un nostro segreto?”
“Non lo so …” disse ridacchiando. “Vediamo … tu che mi offri in cambio?”
Non le risposi nemmeno e mi inginocchiai a succhiarle la fica. Talmente mi piacque che ancora adesso, nel descrivere la scena, sento il sapore acidulo e dolce del suo liquido e la morbidezza della sua fica. Le infilai la lingua dentro in profondità, più volte. La eccitai al massimo. Nel frattempo anche Monica si era liberata del pezzo di sotto e si era sdraiata con Sergio sullo scoglio, facendosi prendere nella fica. Sergio si stava montando per raggiungere l’orgasmo nella mia amica, ovviamente, ma Monica era felice che l’avesse infilato prima dentro di lei. Quando li raggiungemmo Sergio si sfilò da Monica e le disse di far sdraiare Maria. Così facemmo: ancelle di Sergio e Maria in questa scopata davvero fantastica. Allargammo le gambe di Maria, la baciammo in bocca a turno e, quindi, dirigemmo il cazzo di Sergio, eccitatissimo, dentro la fica vergine della mia amica, la quale dapprima sussultò, pur essendo molto bagnata dalla mia lingua e dai suoi umori, quindi si divincolò un poco e, poi, si lasciò andare come una vera troia. Sergio era all’estasi. Sentiva una fica strettissima e non si capacitava di quanto fosse stretta.
“Sei fantastica; sei una mignotta meravigliosa. Ti voglio, ti sfondo. Eccolo, tutto dentro, bella. Dai godi. E’ tutto dentro la tua bella fica stretta”
Continuarono così, tra le parole arrapate di Sergio ed i mugugnii di Maria, piena, nella bocca, della fica di Monica, della mia fica e delle nostre lingue, per un bel po’, finché Sergio non le venne dentro in un’esplosione di godimento che coinvolse anche Maria, al suo primo orgasmo da bisessuale!
Poco dopo anche io e Monica venimmo in abbondanza con un gran 69 reciproco.
Fu un’esperienza davvero meravigliosa. Ci addormentammo al sole per circa mezz’ora prima di decidere di metterci costumi e parei e dirigerci al ristorante sulla spiaggia. Ormai Maria non aveva più problemi a mostrare le tette, ed anzi, pur continuando ad essere attratta dalle tette al vento delle altre bagnanti, lanciava anche sguardi arrapati ai loro uomini.
“Abbiamo creato un mostro!” esclamò Sergio, sottolineando l’atteggiamento da puttana di Maria, la quale rise di cuore del suo nuovo mondo di godimento.
Il cameriere, pur avvezzo a vedere tette, da quelle parti, fu particolarmente lieto di averne tre apia così bene assortite quanto a colore, forma e misura ed invidiò non poco Sergio per il suo harem. Sergio, che, per queste cose, ha le antenne, si mostrò molto contento del suo apprezzamento ed, al momento del conto, gli propose di scegliere quale scoparsi. Il cameriere scelse Monica, la quale, forse per rendere la pariglia a Sergio, fu ben lieta di farsi trombare sul retro del ristorante, in mezzo ai bidoni della spazzatura. La guardammo estasiati mentre lo sbocchinava in ginocchio e, quindi, si metteva a novanta gradi per offrirgli il culo. Il ragazzo se la fece per circa mezz’ora, durante la quale io, Maria e Sergio ci baciavamo e ci toccavamo vicendevolmente. Quando, finalmente, la riempì di sborra e si diresse nuovamente alle cucine con un gesto di ringraziamento all’indirizzo di Sergio, questi si accostò a Monica, le diede alcune frustate sul culo con la cinghia e le disse che si era comportata da puttana gelosa, accettando di farsi scopare solo perché lui si era scopato Maria e che avrebbe dovuto pagare caro il suo atteggiamento. Monica accettò di fare qualunque cosa per lui, come sempre e Sergio la fece tornare alla macchina nuda, a quattro zampe, mentre io e Maria ce la ridevamo a vedere la faccia di tutti gli astanti che la indicavano e la deridevano.
Io e Maria ci vestimmo in macchina e, giunti al bivio dove c’erano gli scavi, io scesi e mi unii a Sergio e Monica, salutandola e dandole appuntamento ad una prossima scopata. Anche Sergio, che pure si era vestito in macchina, scese per salutarla appassionatamente. Si scambiarono i numeri e Maria, baciandolo, gli disse che l’avrebbe chiamato presto. Monica, invece, fu obbligata a restare nuda fino in città, dove le venne offerto il pareo solo per coprire le spalle e lasciare intravedere le tette ai semafori, accogliendo consensi volgari. Nel garage condominiale, fortunatamente per lei, non c’era nessuno, perché Sergio la costrinse ad uscire nuda dalla macchina e leccargli la cappella, che aveva sguainato per un attimo.
“Sei fortunata: non c’è nessuno che possa vederti in tutta la tua troiaggine. Ora lecca il sedile, perché hai lasciato un po’ di sborra colata. Quindi rivestiti e raggiungici in casa. Io dormo con Debby, stanotte. Ho voglia di scopare ancora. Se vuoi puoi guardarci, ma niente cazzo e niente fica, per te. Intesi?”
“Sì” rispose sottomessa.
“E, naturalmente, preparati ad altre cinghiate. Ho voglia di picchiarti prima di scoparmi Debby”
La serata fu entusiasmante quasi quanto la giornata. Monica, dopo aver preso una ventina di cinghiate sul culo, fatto a strisce rosse quasi sanguinolente, ci vide scopare alla grande. Era molto che non mi faceva così, Sergio. Scopata davanti e dietro ed infine sborrata in bocca con ingoio profondo e gustoso. Che giornata memorabile, amici!!!
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