Debby per tre

di
genere
trio

E' molto tempo che non scrivo e chiedo scusa ai miei lettori. La mia vita con Sandra e Valeria è stata estremamente coinvolgente. Le amo, a dire il vero. Ma quello che temevo si è avverato e, da qualche giorno, non sto più con loro. Ci vediamo ancora, sia chiaro; siamo rimaste ottime ed intime amiche, ma la mia voglia di cazzo è troppo forte. Con loro era raffinato eros di lingua, qualche vibratore, toccamente esibizionistici al cinema, alle loro adorate mostre d'arte, divertimenti con altre loro amiche, in casa spesso, durante cene all'insegna del "mangiamo la fica o sulla fica?": erano teatrini di nudità composte e sensuali che prevedavano scambi di coppie lesbo, massaggi profumati e regali d'eccezione. Cos'è un regalo d'eccezione? Bene, era sufficiente che una cucinasse qualcosa di davvero fantastico o che facesse qualcosa di particolare che le altre decidevano di farle un regalo d'eccezione: la facevano accomodare sul letto, completamente nuda e si dedicavano tutte al suo piacere. Non credo di aver mai goduto tanto in vita mia. Una sera (avevo preparato una torta rustica davvero gustosa) mi hanno leccata e baciata in quattro ed ho avuto tanti di quegli orgasmi da non ricordare il numero!
Però ...
C'era comunque il mio però in agguato. Avevo bisogno di libertà e, se Sandra e Vale mi dicevano di potermi prendere tutti gli spazi che volevo, in realtà mi stavano fagocitando sempre più. Che linguaggio da protozoi, direte voi! Ma, credetemi, fagocitare è il termine giusto, se sapeste come succhiano alla grande!!!
Ebbene, eccomi qui. Nuovamente sola, o, forse, finalmente sola. Sento ancora le mie meravigliose amiche, ma solo per organizzare qualche serata di dolce erotismo. Per il resto sono in una pausa di grande solitudine. Ma non sono triste affatto. Ho conosciuto un uomo davvero in gamba che mi sta intrigando parecchio.
Si chiama Andrea ed è un ginecologo; il mio ginecologo. E' così che ci siamo conosciuti. Aver cambiato ginecologo è stato provvidenziale, dunque!
Prendo un appuntamento con Andrea su consiglio di Sonia, una dolce amica di Valeria che aveva una passionaccia per il buchetto del mio culo: me lo leccava a lungo, spingendo anche la lingua dentro, e si bagnava tutta nel farlo. A me piaceva molto e la lasciavo fare volentieri mentre Valeria si occupava della fica. Comunque: Sonia mi consiglia di andare dal suo ginecologo, perché è davvero bravissimo e le ha risolto un fastidioso problema di bruciore psicosomatico che nessuno era riuscito a capire.
Non ho alcuna patologia, ma avendo bisogno di un controllo, prendo dunque appuntamento.
Studio molto elegante e luminoso. Mi riceve un uomo sulla sessantina, parzialmente calvo con capelli quasi completamente bianchi, occhi marroni, corpo leggermente appesantito. Penso che, per esserte un ginecologo, è giusto che sia così poco attraente.
"Si spogli e si metta sul lettino, posizionando le gambe sulle apposite staffe"
Eseguo. Lo guardo. Nonostante il suo aspetto vecchio ed il suo fisico poco prestante, qualcosa in lui mi attira. Temo che possa capirlo: bagnarsi nelle parti intime, solitamente, non è il modo più distaccato per affrontare una visita ginecologica!!!!
Mi posiziono sul lettino. Lui arriva, si infila un guanto di lattice ed inizia ad esplorarmi, chiedendomi, nel frattempo, notizie anamnestiche. Rispondo in modo estremamente distaccato, ma la sua mano mi sta facendo impazzire. Non so come ma raggiungo l'orgasmo. I suoi occhi si fissano su di me con l'aria sorniona ed un mezzo sorriso. Imbarazzata chiedo scusa.
"Non si preoccupi. Accade"
"Ne vedrà tante di situazioni imbarazzanti" provo a buttarla sul dialogo amichevole, nella speranza che mi dica che non sono l'unica troia capace di godere durante una visita ginecologica.
"Sì, in effetti" sfila la mano, si toglie il guanto. Mi palpa il senso. L'eccitazione torna, sempre più forte.
Quindi mi esplora nuovamente con un apparecchio ecografico. Guarda il video, distrattamente. Sono nuovamente eccitata. Forse è proprio la sua indifferenza al mio corpo ad eccetarmi.
"Mi sembra tutto perfetto. Adesso prelevo delle cellule per il pap test e si può rivestire"
Fa il prelievo e si allontana dicendo di rivestirmi.
Indugio nuda fuori dal paravento e gli chiedo se avere rapporti anali possa creare problemi alle emorroidi. Subito dopo averlo detto mi pento terribilmente. Che razza di domanda ho fatto? Perché ho voluto fargli sapere che ho rapporti anali? Perché sono ancora nuda? Lui non mi risponde, ma si alza dalla scrivania e mi si avvicina:
"Non ho mai sentito nessuna lamentarsi"
"Come medico o come amante?" gli chiedo spudorata ed ancora nuda.
"In nessuna delle due vesti. A proposito di vesti ... perché non si copre, signorina?"
La sua disattenzione al mio corpo che implorava, ormai, di essere preso da lui, mi umilia. Mi rivesto stizzosamente e vado a sedermi di fronte a lui, alla sua scrivania. Mi prescrive una lavanda vaginale ed una crema emoliente per la zona perianale ogni mattina ed ogni sera.
"Non sento più dolore, ma solo piacere, dottore!" esclamo impertinente.
La pelle, però, è irritata. Mi creda, metta questa crema e troverà giovamento anche nei rapporti. Ha un effetto stimolante oltre che emoliente"
"In che senso?" chiedo incuriosita.
"Dona un senso di fresco estremamente piacevole che potrebbe invogliare ..."
"Non ne ho bisogno. La voglia di certo non mi manca"
"Mi è sembrato di capirlo, in effetti" sorride lievemente.
Mi sento una bambina discola davanti al suo maestro. Mi sto eccitando nuovamente.
Lui, al contrario, non tradisce emozioni e mi consegna la ricetta dove ha segnato anche il suo numero di cellulare, nel caso io abbia problemi urgenti. Finalmente un segnale? Lo colgo al volo.
"Quanto urgenti devono essere i problemi perché io la chiami al cellulare?"
Ride.
"Facciamo così: usi criteri soggettivi. Ciò che le sembra urgente giustifica una chiamata e, volendo, anche una visita"
"Domiciliare?" ormia mi sto completamente sputtanando.
"Anche domiciliare ..." risponde semi serio.
E' fatta!
Lo saluto e lo guardo meglio: è decisamente brutto. Cosa ci sto trovando di tanto eccitante?
Una volta a casa telefono a Valeria e le racconto cosa mi è accaduto.
"Sei una mignotta, Debby. Sonia ti consiglia il ginecologo e tu ci provi?"
"Non ci ho provato ... non tecnicamente"
"Tecnicamente gli hai chiesto di infilartelo nel culo!"
"Ok, hai ragione. Ora?"
"Ora cosa vuoi da me? Hai una vaga idea di cosa comporta questo racconto per me. Io ti ... insomma ancora mi piaci e vorrei che fossi qui con noi, come negli ultimi tempi. Te ne sei andata, vai in cerca di cazzi e, poi, mi telefoni per consigli?"
"L'altra sera non cercavo cazzi ...." mi riferisco alla sera in cui ho cenato da loro ed abbiamo fatto l'amore noi tre, dolcemente, meravigliosamente ...
"Già ..." replica con un velo di tristezza nella voce.
"E' tutto come prima Vale! Io vi amo e sto benissimo con voi, ma tu lo sai, l'hai sempre saputo, io ho bisogno anche di emozioni un poco più forti ...."
"Ed un portatore di pene te ne da??"
"Portatore di pene ....definizione azzeccata. Pene come organo genitale e pene come sofferenze. Hai presente tutte le volte che avrei voluto che mi schiaffeggiaste e non l'avete voluto fare perché la violenza non è eccitante?"
"Ma se ti abbiamo lasciato scopare con un estraneo che ti ha fustigata, in quel locale!"
"Esatto. E' una cosa che mi avete insegnato sin dall'inizio che avrei dovuto fare con altri. Ebbene ora voglio farla e voglio quel dottore"
"Allora telefonagli e prenditelo. Ora devo andare. Abbiamo gewnte a cena ..."
"Ok. Ciao amore. Domani ti chiamo per raccontarti"
"Passa direttamente così, se te lo sei scopato, possiamo lenire gli arrossamenti con la lingua e ti faremo godere alla grande"
"Promesso"
Di lì a qualche minuto chiamo il dottore.
"Ho urgenza di vederla. Quella crema che mi ha dato non funziona un gran che e poco fa, prendendolo nel culo, ho sentito dolore. Può fare qualcosa?"
Ormai non ho più carte da giocare se non quella della volgarona in attesa di cazzo. Al massimo può declinare l'invito.
"Lei non si risparmia proprio!" replicò ridacchiando. "Sarò da lei in un quarto d'ora. Abituamo vicini"
Viene. Lo faccio accomodare in salotto. Sono vestita con un miniabito abbotonato davanti (e, naturalmente, slacciato fino a lasciare intravedere il seno libero). Non indosso mutande.
"Allora, qual è il problema?" mi chiede tra il serio ed il faceto.
"Poco fa ho sentito così tanto dolore, in un rapporto anale, che non riesco più ad indossare le mutande per il bruciore" rido.
"Vediamo. Si metta a novanta gradi sul tavolo"
Non me lo faccio ripetere due volte. La sua mano comincia a scrutarmi il buco del culo.
"Non mi sembra abbia avuto rapporti recenti. Forse ... Diciamo ... Vorrebbe averne uno"
Rido di cuore. Sento il rumore della zip dei suoi pantaloni. Poco dopo mi ritrovo il suo cazzo sulle natiche.
"Girati. non sono più un giovincello. Ho bisogno di un piccolo aiuto"
Mi inginocchio davanti a lui e comincio a succhiarglielo voracemente.
"Succhi alla grande. MMMMMMMMMMMHHHHHHHHHH"
E' bello duro.
"Dai, rimettiti in posizione"
Mi giro. Neppure il tempo di poggiare il busto sul tavolo che lo sento forzarmi il buco del culo. E' abbastanza morbido, dato che sono abituata a prenderlo dietro, ma comunque mi fa un po' male per quanto mi forza con violenza.
"E' questo che volevi, puttana" e mi comincia a sbattere violentemente. "E' il cazzo nel culo di cui avevi voglia?"
"Sì" rispondo laconica, tutta concentrata a meravigliarmi di quanto mi piaccia essere inculata da quel mezzo vecchio flaccido.
Si sfila di corsa e mi impone di succhiarglielo di nuovo fino a venirmi in bocca. Ingoio con gratitudine.
Poco dopo ci rivestiamo e ci sediamo sul divano a parlare, cercando di conoscerci meglio.
Scopro che è sposato (uno degli sposati senza sesso che girano per il mondo in cerca di scopate soddisfacenti) e che non scopava da molto. Che anche lui ha avuto una erezione quando mi ha visitata e che vuole vedermi ancora.
L'indomani lo chiamo. Mi piace provocare il "vecchietto". La sopresa è ancora più grande quando mi accorgo che il "vecchietto" si è fatto di viagra ed ha tirato fuori la sua vera natura di uomo dominante.
Mi impone di non mettere la biancheria intima e mi dice di accompagnarlo ad un convegno cui seguirà una cena. Mi vesto con un abito nero, raffinato e non troppo corto, autoreggenti a rete, niente biancheria come richiesto.
Assisto al convegno sulla fibromatosi. Noioso, incomprensibile. Mi sto rompendo. Lui, ogni tanto, mi dà di gomito e mi fa l'occhiolino. Poi, finalmente, la cena. Andiamo in un ristorante fuori città, in un castello medievale. Ambiente chic. Ci sediamo con altri suoi colleghi ed alcune (poche) mogli.
Mi dice di far salire leggermente l'abito. Eseguo. Cominciano ad intravedersi le autoreggenti. Mi guarda compiaciuto e fa cadere il suo tovagliolo in modo che il cameriere si abbassi a prenderlo guardandomi le gambe. Comincia a piacermi davvero questo dottore!
Durante il primo mi fila poco. E' impegnato in una fitta conversazione a bassa voce con un suo vicino di posto, mentre la moglie di questo discorre di gioielli con la moglie di un altro.
Arrivati al secondo mi dice che vuole vedermi in bagno.
Mi alzo e vado alla toilette. Lo attendo nell'antibagno, non sapendo se vuole che entri in quella degli uomini o delle donne. Arriva con il collega con il quale ha parlottato tutto il tempo.
"Debby, ti presento Gianni. E' un caro, caro amico. Vorrei che diventasse un amico caro anche per te" entrambi ridacchiano. "Su, fagli vedere di cosa sei capace"
Resto ferma, basita.
"Entra lì dentro, forza" indica la toilette maschile.
Entro. Mi seguono.
"Tirati su il vestito, dai. Fai vedere la mercanzia!" ride di cuore.
Tiro su il vestito. §Fica di fuori, autoreggenti. Seno scoperto, dopo che Andrea mi ha slacciato i bottoni che sul petto.
Gianni apprezza goduriosamente.
"Ed è anche troia nel farti godere?" chiede ad Andrea.
"Provala! Non ti pentirai, credimi" intantop Andrea se lo tira fuori per toccarsi, mentre Gianni mi sbatte un cazzo duro di 20 centimetri vicino alla fica. Mi bagno, mi eccito, mi sento indignata ed allo stesso tempo infoiata.
"Girati" mi impone Gianni. Poggio le mani sul lavandino e lui inizia a scoparmi violentemente nella fica.
"Com'è la sua fica?" gli chiede Andrea.
"Buona. Abbastanza stretta per essere così troia. Ma perché me lo chiedi? Non dirmi che non l'hai ancora provata!"
"Solo il culo"
"E com'è?"
"Fantastico"
L'alto continua a scoiparmi ed intanto mi infila due diuta nel culo.
"Bello morbido, in effetti. Mi sa che è più larga dietro che davanti"
"E' larga bene da tutte le parti, credimi"
"Allora proviamo" e si toglie dalla fica per entrare con un colpo solo nel culo. Le gambe quasi mi cedono dal dolore e dal piacere.
Nel frattempo Andrea si avvicina e mi dà il cazzo in bocca perché io lo sbocchini per bene e mi beva tutto lo sperma.
"Che faccio sborro dentro? Sei sicuro che sia sana?"
"Tranquillo l'ho visitata ed ho visionato personalmente tutte le analisi del sangue., E' perfettamente sana. Puoi scopartela a sangue"
Gianni non se lo fa ripetere due volte e tira fuori un temperino con la lama piccola e molto affilata. Si toglie dal culo e me lo passa vicino al buco della fica. Non sento dolore, solo un po' di bruciare. Mi ha appena praticato un piccolo taglio. Sanguino, ma non me ne accorgo. Rinfila subito il cazzo nella fica, bagnandosi di sangue.
"Questa troia è davvero una cagna da monta. Senti come gode!"
Finalmente mi sborra in culo, mentre Andrea lo fa in bocca. Mi bevo tutto. Sento la fica bruciare forte. Chiedo ad Andrea di cosa si tratti. Lui minimizza. Mi dirà dopo, a casa, del piccolo taglio. Intanto mi fa rimanere così, si sfila dalla tasca una salvietta disinfettante ed un cerotto, mi disinfetta e mi dice che devo essermi tagliata mentre mi scopava e che devo usare di più la crema che mi ha prescritto. Intanto Gianni mi dà da succhiare il suo cazzo per ripulirlo e sento forte il sapore del sangue.
Quando torniamo a tavola stanno servendo già il dolce. La moglie di Gianni ci vede tornare tutti e tre insieme e visibilmente si risente col marito. Evidentemente sa dei suoi vizietti.
Io ce l'ho ancora con Andrea per avermi data a Gianni senza preavviso e metto il muso.
"Posso restare a dormire da te. Ho detto che il convegno è fuori città e che rimango a dormire fuori. La vuoi una ripassatina?"
Vorrei rispondergli di no perché sono arrabbiata, ma non ci riesco. Non so perché quest'uomo mi sta prendendo così tanto. Lo faccio salire.
"Spogliati" mi ordina.
Mi spoglio. Anche lui si spoglia. E' nuovamente eccitato.
Mi fa mettere in ginocchio e si fa leccare le palle. Poi mi fa mettere a novanta gradi sul tavolo, come il giorno prima, mi allarga bene le natiche e me lo infila nel culo, sborrandomi dentro dopo avermi fatto godere per ben due volte.
Quindi prende uno specchio e mi impone di guardarmi sotto. Vedo il certotto. Mi dice del taglio. Gli dò dello stronzo e gli dico che non voglio più vedere il suo amico. Mi dice che non c'è problema, che non lo vedremo più. Quindi mi stacca in un colpo solo il cerotto, facendomi un male cane. Non sanguiino più. Lui mi succhia il taglietto, poi sposta la lingua nella fica e mi fa godere come una cagna, leccandomi per bene il clitoride e tornando a penetrarmi con la lingua.
Ci addormentiamo nudi e soddisfatti. La mattina lo trovo già bello e vestito.
"Devo andare presto in laboratorio. Tu preparati per dopodomani sera. Usciamo con un paio di amici. Vedrai che godrai come una pazza. Una che gode mentre un medico la sta visitando, merita di rendere felici un sacco di uomini. Vedrai che non te ne pentirai" si avvicina per baciarmi. Mi infila la lingua in bocca. Non si è lavato i denti, dice che lo farà a studio dove ha tutto l'occorrente. Ha il fiato pesante, ma lo bacio ugualmente. Mi piace da impazzire.
Stasera vado a cena da Valeria e Sandra per raccontare loro la mia nuova avventura. Sicuramente sapranno farmi molto, molto felice, lenendo ogni dolore subito. Sto rasentando la perfezione: loro due, mie amiche, miei amori, mi fiche bagnate ed eccitanti; e, poi, Andrea, mio maschio perverso!
A presto amici miei.
di
scritto il
2010-10-11
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