Il revival di Debby e Sergio
di
Debby
genere
trio
DEDICO QUESTO RACCONTO A VALE86
A volte, nella vita, si fanno viaggi solo per provare il gusto di tornare a casa. Ebbene, a me deve essere capitato qualcosa di molto simile, perché, dopo tutte le disavventure e gli eccessi nei quali siamo rimasti intrappolati, io e Sergio abbiamo ritrovato il dialogo. Dapprima un caffé, poi una cena. Inevitabile tornare a fare l'amore. Per la prima volta dopo tanto tempo senza una terza persona. Solo io e lui, come ai vecchi tempi. E' stato magnifico. Dopo quella notte, ce ne sono state altre. Non ne parlavo, non sapevo neppure cosa dire, in vero. E poi a chi dirlo? A Valeria e Sandra? No, mi avrebbero sconsigliato di riavvicinarmi a lui. Ora, però, è passato del tempo ed io e Sergio abbiamo deciso di ricominciare; provare a capirci, ad amarci, a trasgredire insieme, certo, ma a restare uniti. Sergio, anche lui esule dalle sue ultime relazioni, ha iniziato a frequentare una giovane donna molto affascinante, Ginevra; una deliziosa brunetta non molto formosa, ma decisamente sensuale creatura tutti occhi e lunghi capelli lisci e corvini che fa la segretaria part-time in uno studio medico. Non vivono insieme, ma solitamente trascorrono i weekend insieme a casa di Sergio. Mi fa effetto parlare di "casa di Sergio" visto che fino a poco tempo fa quella era la casa "mia e di Sergio" ...! Comunque, Sergio mi dice che avrebbe voglia io e lei diventassimo ... come dire? ... "amiche"? ... ecco, sì, amiche. Avrebbe voglia di ricostituire il trio, dove la costante, però, saremmo noi due. Provo a fargli notare quanto sia stato un fallimento. Mi chiede solo di provare. Una cena con loro; nulla di più.
"Ginevra ti ha già diviso con altre?"
"Un paio di volte, ma erano cose volanti, occasionali"
"Le è piaciuto?" chiedo interessata a conoscere meglio questa donna.
"Molto. E' aperta all'amore saffico, se ti interessa"
"Lo sai bene che mi interessa molto"
"Certo ... lo so ..." mi bacia appassionatamente "sei una gran porca ... Quanto mi sei mancata!"
"Allora?"
"Cosa?"
"Ginevra ..."
"A Ginevra piace leccare la fica e farsela leccare. Non ti preoccupare. Non so quanto le piaccia l'idea di vivere in tre, ma ..."
"Proviamo!" la risposta mi esce prima di meditare davvero l'idea di tornare a triangolare con Sergio ed un'altra donna. Ma ormai il dado è tratto.
Appuntamento la sera seguente. Ci porta a cena in un ristorante molto chic. Indosso un abito lungo nero: pantagonna in chiffon plissettato leggermente trasparente, tacchi alti, camichia in chiffon trasparente e sotto un body nero coprente, ma estremamente scollato sul seno. Perizoma di pizzo e calze autoreggenti. Sergio è in abito scuro e Ginevra in un tubino nero lungo con spacco vertiginoso sulla gamba sinistra, cintura di seta verde brillante e scollatura decisamente generosa, ai limiti del nude look, tenuta solo da una spilla a cammeo che tiene unita la scollatura sotto il seno formando, dunque, un'ovale fino alla pancia. Sopra una stola di visone. Sergio non deve aver badato a spese, ultimamente.
"Bel regalino, la stola!" gli sussurro all'orecchio, mentre lei, con un incedere elegante e provocante al contempo, si avvia verso il tavolo.
"Le piaceva ..." confessa ad occhi bassi. Tu non hai mai voluto una pelliccia. Si sta giustificando, percepicsco che ci tiene molto a mnon offendermi: vuole davvero recuperarmi. Del resto è vero: non amo le pelliccie.
"Non era un rimprovero. Le sta molto bene, inoltre!"
"Ti piace?"
"Lo sai che non amo le pellicce ..." fingo di non capire cosa volesse dire. Voglio che sia più chiaro
"Non intendevo la pelliccia"
"E cosa intendevi, allora?"
"Ginevra, sciocchina. Ginevra, ti piace?"
Sorrido in modo enigmatico ed accattivante e non rispondo. Mi siedo accanto a Ginevra ed inizio a conversare con lei amabilmente.
Lei sembra molto raffinata nei modi di fare. Mi chiedo come possa, poi, essere tanto troia da soddisfare il mio Sergio che, nel privato, ama zoccole vere. Lo spacco del suo vestito, da seduta, lascia vedere la gamba, il bordo dell'autoreggente, fino all'inguine. Faccio cadere il tovagliolo. La guardo meglio. Le poggio delicatamente una mano all'altezza della calza, la accarezzo. Lei si volta versdo di me, mi sorride. Un sorriso luminoso, limpido, splendido. Sento una fitta allo stomaco ed un impulso forte, fortissimo di baciarla. Mi trattengo: non è il locale giusto. Sergio ci osserva felice della nostra immediata complicità. Finalmente la cena termina e ci avviamo verso casa di Sergio.
"Rimanete a dormire da me, signorine?"
"Certo!" risponde entusiasta Ginevra
"Ok" concedo io con minore entusiasmo, ma solo in apparenza.
Saliamo in macchina. Sergio mi offre il posto accanto a lui, ma io voglio ancora valutare la situazione: è una decisione importante quella che devo prendere. Tornare con lui e formare un nuovo trio con Ginevra? Vediamo ... Faccio accomodare Ginevra accanto a Sergio e mi ritiro nei sedili posteriori ad osservarli. Sergio le mette una mano sulla gamba e lentamente raggiunge l'inguine. Ginevra si protende verso il suo orecchio ed inizia a baciargli il lobo, ad infilare la punta della lingua nell'orecchio, soffiando subito dopo. Si scosta. Posso tornare a vedere la mano di Sergio che ha raggiunto il perizoma, l'ha scansato ed sta toccando la fica. Un venditore di fiori si avvicina al finestrino di Ginevra e rimane estasiato dalla scena. SAergio abbassa il finestrino ed acquista un mazzo di rose per me ed uno per lei, il tutto senza consentire a Ginevra di coprirsi. Il venditore ha occhi solo per la fica rasata di Ginevra che, rosea e morbida, fuoriesce dal vestito nero.
"Vuoi toccare?" chiede Sergio al venditore di fiori.
Ginevra si volta verso Sergio con aria di apparente rimprovero che, in realtà, cela complicità e godimento. Comincia a piacermi davvero, questa donna. Non riesco a provare la gelosia che un tempo mi legava nel trio con Sergio. Forse è passata troppa acqua sotto i ponti e Sergio non può più ferirmi facendomi ingelosire; ma sono fortemente intrigata. Il fioraio allunga una mano all'interno dell'abitacolo e tocca la fica di Ginevra che ha un sussulto di piacere ed istintivamente allarga le gambe per consentire alla mano di spaziare un po' di più. Il fioraio non se lo fa ripetere due volte e spinge la mano nel taglio fino a raggiungere il buco. Sta per affondare le dita quando il semaforo diventa verde. Le macchine dietro suonano. Ritira la mano. Sergio riparte. Ginevra esplode a ridere.
"Non è fantastica?" mi dice Sergio.
Lo è davvero, ma non sono ancora pronta ad ammetterlo.
"Fantastico sei tu, regista occulto di godimenti femminili!" risppondo intrigante. Sergio mi manda un bacio dallo specchietto. Finalmente arriviamo a casa.
La casa che io e Sergio avevamo scelto per vivere la nostra unione non è solo molto bella ed elegante, raffinatamente arredata da entrambi, grandi estimatori di design contemporaneo ed antichità, ma è anche in una zona elegante e, dunque, in un palazzo molto bello: esterno a cortina ed interni in legno e marmi pregiati, con quadri, luci soffuse e grandi spèecchiere. Sergio abbraccia Ginevra e le fa scivolare una mano sul sedere. Io sono dietro di loro e li guardo eccitata. Mi rendo conto che Sergio, pur desiderando di tornare con me e, dunque, di ricostruire un rapporto più paritario, vorrebbe che io nutrissi per lui la gelosia di un tempo (che lo nutriva grandemente): era un legaccio che mi teneva stretta a lui ed era anche una fonte di non lieve sofferenza. Quando sceglieva l'altra, prediligeva l'altra, faceva sesso con l'altra sapeva che io stavo soffrendo e questo lo eccitava ancora di più. Gli lascio il dubbio che le cose siano ancora così. Sto giocando col fuoco, lo so. Potrei anche ricadere nella gelosia. Per il momento, però, non sono gelosa e mi sto godendo la situazione ancora di più. Mi avvicino a loro da dietro. Spingo il mio corpo sul sedere di ginevra, in modo che la mano di Sergio tocchi col palmo il suo culo e col dorso la mia fica. Sergio si volta ammiccante. Entriamo in ascensore. Sergio tira su l'abito di Ginevra, mi dice di sfilarle il perizoma. Eseguo. Mi abbasso per aiutarla a liberarlo dai tacchi. Ho la sua fica davanti alla bocca. Ne approfitto. La succhio vigorosamente. Un campanellino preannuncia l'arrivo al piano. Mi alzo. Il vestito di Ginevra ricade a coprirle la fica. Le nostre labbra si sfiorano appena il tempo di trasferire il sapore di fica nella sua bocca. Quando le porte si aprono la signora D., nostra vicina di casa ci saluta affabilmente. E' contenta di rivedermi, dice. Ignora la presenza di Ginevra: ha sempre sospettato e tollerato la nostra "stranezza", ma, in fondo, ha sempre apprezzato me e Sergio come coppia. Lei scende in ascensore. Noi entriamo in casa. Sergio non ci fa neppure entrare in salotto. Direttamente sul letto. E' infoiatissimo. Ci fa spogliare vicendevolmente. Io e Ginevra cominciamo ad amarci. E' delicata, la sua pelle. Liscia, vellutata, bianca come la neve, nonostante il colore dei capelli. Le labbra sono morbide e succose: le mordicchio, le succhio, le lecco, la bacio in profondità, assaporandola tutta. I seni, sebbene piccoli, sono sodi e bellissimi. I capezzoli sono eccitati: li accarezzo delicatamente, poi le carezze si fanno sempre più forti, sotto la spinta dell'eccitazione. Le succhio i capezzoli, poi li torturo con le dita: li strizzo, li pizzico, li tiro. Lei gode come una cagnolina. Scendo sul suo corpo lentamente. Intanto Sergio si è spogliato, è sdraiato sul letto e, menandosi il cazzo già duro, si gode lo spettacolo. Ora sono accovacciata e sto leccandole lo stomaco, la pancia, l'ombelico. Mi soffermo lì. Continuio a pizzicare i capezzoli con le mani fino a che la lingua non raggiunge la sua fica: la morbidezza appena sfiorata in ascensore mi esplode in bocca: sembra di baciare gommapiuma rivestita di seta e di profumo, la allargo per bene, la lecco ovunque; prendo tra le labbra il clitoride, lo succhio abbondantemente, lo mordicchio. Le sfugge un urletto di piacere.
"Stai godendo, brutta zoccola?" le chiede Sergio
"Sììììììììì" risponde miagolando
"Sei una porca schifosa, tesoro mio. Fatti succhiare tutta dalla nostra Debby. Mi sa che vi innamorate, voi due. Su, forza, fammi vedere quanto ti piace"
Lei si dimena un poco. Allarga ancora di più le gambe. Io le allargo la fica con le mani ed infilo la testa sotto in modo da entrare dentro con la lingua, fino a bere tutto l'umore che fuoriesce dal suo orgasmo. Urla, la troia!
Sergio si alza. Anche io. Va verso Ginevra, la mette a novanta gradi, mani poggiate sul letto.
"Vatti a sedere di fronte a lei, dai amore: ti deve restituire la gioia"
Mi siedo sul letto, le offro la fica a gambe larghe; lei ci affonda il viso. Sto facendo ricrescere il pelo; lo scansa con le mani, aprendomi per bene e mi succhia il clitoride. Lo mordicchia anche lei, a volte mi fa male, sono eccitatissima: un po' di dolore mi è sempre piaciuto. Nel frattempo Sergio prende un frustino di cuoio che termina con quattro corde intrecciate alla sommità delle quali ci sono altrettante palline. Finiti i tempi della cinghia? mi chiedo. E' più sofisticato, ora. Vorrei provare quella frusta. Lei mi morde ancora più forte il clietoride.
"Ahi!" esclamo.
"Scusa" mi dice, smettendo di lavorarmi la fica.
"No, no, continua, dai" la incito a riprendere. "Va benissimo così, mi piace. Mi piaci anche quando mi fai male!"
Sento lo schiocco della prima scudisciata che la raggiunge sul sedere. Avrebbe fatto piegare le gambe a molte, ma lei non fa una piega. Sergio prosegue. Seconda scudisciata, terza, quarta, quinta ... Alla decima le sfugge un lieve mugugnio mentre ancora avvinghiata alla mia fica succhia come una forsennata. Piace anche a lei essere frustata, dunque. Sergio ha scelto un mio clone! Ama le fiche amlmeno quanto il cazzo, è esibizionista nel giusto ed ama essere frustata. Invidio quelle scudisicate.
"Ti piace la frusta?" le chiedo. Staccha la bocca un istante, solo per dire di sì e riprende a succhiare. Aiuto Sergio nella punizione e prendo a strizzarle forte i capezzoli che mi pendono davanti. Lei mugugna di dolore e piacere. Finalmente godo. Le vengo in bocca. Succhia tutto, fino all'ultima goccia.
"Sei venuta, amore?" mi chiede Sergio.
"Sì, magnificamente" rispondo con entusiasmo.
"Bene. Ora tocca a me"
Smette di frustarla e le infila il cazzo nella fica, prendendo a scoparla forte.
"Fammi una cortesia. Vedi quel cassetto lì?"
"Sì" rispondo incuriosita
"Dentrop c'è un vibratore con una mutanda di lattice"
Lo trovo: è un cazzo di gomma gigantesco legato ad una mutandina nera di lattice che si lega stretta in vita in modo che il vibra non esca neppure se la donna è in piedi o cammina. Lo mette a Ginevra. Glielo infila in fica e stringe forte la mutanda. Quindi le chiede di andare a preparare dei cocktail e la stanza per gli ospiti mentre lui finisce di scopare con me. Quando mi entra dentro sembriamo due sedicenni in tempesta ormonale: godiamo come pazzi. Prima me lo infila nella fica, poi nel culo. Mi sbatte forte.
"Sei troppo aperta. Quanti cazzi hai preso, da quando ci siamo lasciati? Sei una zoccola stronza, Debby"
Intanto mi stantuffa energicamente.
Ginevra torna. Cammina a gambe leggermente divaricate per quanto il vibratore le riempiela fica. Mentre è ancora nel mio culo, la fa avvicinare e cambia la posizione del vibra, ficcandoglielo tutto nel culetto. Ginevra lancia un paio di urli di dolore, ma si acqueta subito: le piace molto, si sente. Sergio stringe la mutanda e le ordina di mettersi seduta sul letto di fronte a me. Quando si siede il cazzo di gomma la penetra ancora più a fondo. Sento un accenno di dolore. Sergio mi obbliga a leccarla ancora. Lo faccio volentieri, ma metto tutte e due le mani sui suoi fianchi, spingendola ancora più forte sul letto. Ormai il vibratore deve esserle entrato dentro fino al meccanismo. La mia lingua, però, la aiuta a godere ancora ed anche il culo si contrae facilitando la penetrazione. Quando finalmente Sergio mi sborra nel culo, Ginevra è venuta altre due volte sotto la mia lingua.
"Brave le mie puttanelle. Adesso vediamo chi dorme con me. Facciamo un gioco?"
"Sì" replica entusiasta Ginevra con il suo vibratore nel culo e le gambe larghe come se si fosse cacata nelle mutande.
"Adesso vi frusto il culetto e vediamo chi dice AHI per prima."
Ci mettiamo entrambe in posizione. Prima frustata su di me. Quella frusta non ha davvero niente in comune con la rudimentale cinghia usata prima da Sergio. E' molto, molto più dolorosa. Le cinque palline ti colpiscono ovunque, sul culo, ed i nervi che protano il dolore al cervello sono sollecitati in diverse parti. Seconda frustata per Ginevra. Penso che Sergio mi aveva promesso un rapporto diverso da un tempo e che, almeno quella sera, avrebbe dormito con me. Poi, però, mi viene in mente quel che ha detto: vediamo chi per prima dice AHI, senza specificare se avrebbe dormito con lui o da sola.
Mi arriva un'altra frustata. Ci sta andando giù duro. Un'altra frustata anche per lei. Alla successiva cedo e dico AHI!
"Ecco la vincitrice!" esclama Sergio. E' come pensavo. Qualunque cosa avessi fatto, avrei vinto!!!
"Debby dorme con me e tu, piccola, di là" la bacia in bocca consolando la sua visibile delusione. "Però non devi togliere il vibratore. Voglio che lo tieni su tutta la notte"
"Tutta la notte?" chiede Ginevra sconsolata.
"Sì, tutta la notte. Dai, che sarà bellissimo. Domattina, quando il tuo buchino sarà largo come il trasforso del S. Bernanrdo, verrà il tuo Sergio nel letto e te lo toglierà, riempiendolo col suo bel cazzo e sborrandoti dentro. Ti piace tanto quando ti sborro nel culo, vero?"
"Sì" risponde lei con fare infantile.
"Bene. Vai di là, su, e lasciaci andare a letto."
Ginevra va nella sua camera.
"Avrei vinto qualunque cosa avessi detto, vero?"
"Ovviamente, piccola troia. Volevo dormire con te a tutti i costi. Sapevo che l'avresti capito. Infatti mi è sempreato impossibile che cedessi dopo pochissime frustate"
"Questo non è vero. Non è mica più la cinghia. Si tratta di una frusta vera e propria. Fa malissimo. Dovresti andarci più piano con la potenza"
"Ma se Ginevra non si lamenta mai!"
"Vorrà dire che a lei piace soffrire più di quanto piaccia a me"
"Bella, eh?"
"Fantastica"
"Ti è piaciuta la sua fica?"
"E' talmente bella e saporita e morbida che sembra un giocattolo"
"Sono contento che ti piaccia. Che ne dici, allora?"
"Che ne dico di cosa?"
"Lo sai benissimo. Hai solo voglia che te lo chieda formalmente." Scende dal letto e si mette in ginocchio "torni a vivere con me e con Ginevra?"
"Forse" ma rido e lui sa già che la mia risposta è sì. In fondo amo Sergio, ma soprattutto mi piace Ginevra!
A volte, nella vita, si fanno viaggi solo per provare il gusto di tornare a casa. Ebbene, a me deve essere capitato qualcosa di molto simile, perché, dopo tutte le disavventure e gli eccessi nei quali siamo rimasti intrappolati, io e Sergio abbiamo ritrovato il dialogo. Dapprima un caffé, poi una cena. Inevitabile tornare a fare l'amore. Per la prima volta dopo tanto tempo senza una terza persona. Solo io e lui, come ai vecchi tempi. E' stato magnifico. Dopo quella notte, ce ne sono state altre. Non ne parlavo, non sapevo neppure cosa dire, in vero. E poi a chi dirlo? A Valeria e Sandra? No, mi avrebbero sconsigliato di riavvicinarmi a lui. Ora, però, è passato del tempo ed io e Sergio abbiamo deciso di ricominciare; provare a capirci, ad amarci, a trasgredire insieme, certo, ma a restare uniti. Sergio, anche lui esule dalle sue ultime relazioni, ha iniziato a frequentare una giovane donna molto affascinante, Ginevra; una deliziosa brunetta non molto formosa, ma decisamente sensuale creatura tutti occhi e lunghi capelli lisci e corvini che fa la segretaria part-time in uno studio medico. Non vivono insieme, ma solitamente trascorrono i weekend insieme a casa di Sergio. Mi fa effetto parlare di "casa di Sergio" visto che fino a poco tempo fa quella era la casa "mia e di Sergio" ...! Comunque, Sergio mi dice che avrebbe voglia io e lei diventassimo ... come dire? ... "amiche"? ... ecco, sì, amiche. Avrebbe voglia di ricostituire il trio, dove la costante, però, saremmo noi due. Provo a fargli notare quanto sia stato un fallimento. Mi chiede solo di provare. Una cena con loro; nulla di più.
"Ginevra ti ha già diviso con altre?"
"Un paio di volte, ma erano cose volanti, occasionali"
"Le è piaciuto?" chiedo interessata a conoscere meglio questa donna.
"Molto. E' aperta all'amore saffico, se ti interessa"
"Lo sai bene che mi interessa molto"
"Certo ... lo so ..." mi bacia appassionatamente "sei una gran porca ... Quanto mi sei mancata!"
"Allora?"
"Cosa?"
"Ginevra ..."
"A Ginevra piace leccare la fica e farsela leccare. Non ti preoccupare. Non so quanto le piaccia l'idea di vivere in tre, ma ..."
"Proviamo!" la risposta mi esce prima di meditare davvero l'idea di tornare a triangolare con Sergio ed un'altra donna. Ma ormai il dado è tratto.
Appuntamento la sera seguente. Ci porta a cena in un ristorante molto chic. Indosso un abito lungo nero: pantagonna in chiffon plissettato leggermente trasparente, tacchi alti, camichia in chiffon trasparente e sotto un body nero coprente, ma estremamente scollato sul seno. Perizoma di pizzo e calze autoreggenti. Sergio è in abito scuro e Ginevra in un tubino nero lungo con spacco vertiginoso sulla gamba sinistra, cintura di seta verde brillante e scollatura decisamente generosa, ai limiti del nude look, tenuta solo da una spilla a cammeo che tiene unita la scollatura sotto il seno formando, dunque, un'ovale fino alla pancia. Sopra una stola di visone. Sergio non deve aver badato a spese, ultimamente.
"Bel regalino, la stola!" gli sussurro all'orecchio, mentre lei, con un incedere elegante e provocante al contempo, si avvia verso il tavolo.
"Le piaceva ..." confessa ad occhi bassi. Tu non hai mai voluto una pelliccia. Si sta giustificando, percepicsco che ci tiene molto a mnon offendermi: vuole davvero recuperarmi. Del resto è vero: non amo le pelliccie.
"Non era un rimprovero. Le sta molto bene, inoltre!"
"Ti piace?"
"Lo sai che non amo le pellicce ..." fingo di non capire cosa volesse dire. Voglio che sia più chiaro
"Non intendevo la pelliccia"
"E cosa intendevi, allora?"
"Ginevra, sciocchina. Ginevra, ti piace?"
Sorrido in modo enigmatico ed accattivante e non rispondo. Mi siedo accanto a Ginevra ed inizio a conversare con lei amabilmente.
Lei sembra molto raffinata nei modi di fare. Mi chiedo come possa, poi, essere tanto troia da soddisfare il mio Sergio che, nel privato, ama zoccole vere. Lo spacco del suo vestito, da seduta, lascia vedere la gamba, il bordo dell'autoreggente, fino all'inguine. Faccio cadere il tovagliolo. La guardo meglio. Le poggio delicatamente una mano all'altezza della calza, la accarezzo. Lei si volta versdo di me, mi sorride. Un sorriso luminoso, limpido, splendido. Sento una fitta allo stomaco ed un impulso forte, fortissimo di baciarla. Mi trattengo: non è il locale giusto. Sergio ci osserva felice della nostra immediata complicità. Finalmente la cena termina e ci avviamo verso casa di Sergio.
"Rimanete a dormire da me, signorine?"
"Certo!" risponde entusiasta Ginevra
"Ok" concedo io con minore entusiasmo, ma solo in apparenza.
Saliamo in macchina. Sergio mi offre il posto accanto a lui, ma io voglio ancora valutare la situazione: è una decisione importante quella che devo prendere. Tornare con lui e formare un nuovo trio con Ginevra? Vediamo ... Faccio accomodare Ginevra accanto a Sergio e mi ritiro nei sedili posteriori ad osservarli. Sergio le mette una mano sulla gamba e lentamente raggiunge l'inguine. Ginevra si protende verso il suo orecchio ed inizia a baciargli il lobo, ad infilare la punta della lingua nell'orecchio, soffiando subito dopo. Si scosta. Posso tornare a vedere la mano di Sergio che ha raggiunto il perizoma, l'ha scansato ed sta toccando la fica. Un venditore di fiori si avvicina al finestrino di Ginevra e rimane estasiato dalla scena. SAergio abbassa il finestrino ed acquista un mazzo di rose per me ed uno per lei, il tutto senza consentire a Ginevra di coprirsi. Il venditore ha occhi solo per la fica rasata di Ginevra che, rosea e morbida, fuoriesce dal vestito nero.
"Vuoi toccare?" chiede Sergio al venditore di fiori.
Ginevra si volta verso Sergio con aria di apparente rimprovero che, in realtà, cela complicità e godimento. Comincia a piacermi davvero, questa donna. Non riesco a provare la gelosia che un tempo mi legava nel trio con Sergio. Forse è passata troppa acqua sotto i ponti e Sergio non può più ferirmi facendomi ingelosire; ma sono fortemente intrigata. Il fioraio allunga una mano all'interno dell'abitacolo e tocca la fica di Ginevra che ha un sussulto di piacere ed istintivamente allarga le gambe per consentire alla mano di spaziare un po' di più. Il fioraio non se lo fa ripetere due volte e spinge la mano nel taglio fino a raggiungere il buco. Sta per affondare le dita quando il semaforo diventa verde. Le macchine dietro suonano. Ritira la mano. Sergio riparte. Ginevra esplode a ridere.
"Non è fantastica?" mi dice Sergio.
Lo è davvero, ma non sono ancora pronta ad ammetterlo.
"Fantastico sei tu, regista occulto di godimenti femminili!" risppondo intrigante. Sergio mi manda un bacio dallo specchietto. Finalmente arriviamo a casa.
La casa che io e Sergio avevamo scelto per vivere la nostra unione non è solo molto bella ed elegante, raffinatamente arredata da entrambi, grandi estimatori di design contemporaneo ed antichità, ma è anche in una zona elegante e, dunque, in un palazzo molto bello: esterno a cortina ed interni in legno e marmi pregiati, con quadri, luci soffuse e grandi spèecchiere. Sergio abbraccia Ginevra e le fa scivolare una mano sul sedere. Io sono dietro di loro e li guardo eccitata. Mi rendo conto che Sergio, pur desiderando di tornare con me e, dunque, di ricostruire un rapporto più paritario, vorrebbe che io nutrissi per lui la gelosia di un tempo (che lo nutriva grandemente): era un legaccio che mi teneva stretta a lui ed era anche una fonte di non lieve sofferenza. Quando sceglieva l'altra, prediligeva l'altra, faceva sesso con l'altra sapeva che io stavo soffrendo e questo lo eccitava ancora di più. Gli lascio il dubbio che le cose siano ancora così. Sto giocando col fuoco, lo so. Potrei anche ricadere nella gelosia. Per il momento, però, non sono gelosa e mi sto godendo la situazione ancora di più. Mi avvicino a loro da dietro. Spingo il mio corpo sul sedere di ginevra, in modo che la mano di Sergio tocchi col palmo il suo culo e col dorso la mia fica. Sergio si volta ammiccante. Entriamo in ascensore. Sergio tira su l'abito di Ginevra, mi dice di sfilarle il perizoma. Eseguo. Mi abbasso per aiutarla a liberarlo dai tacchi. Ho la sua fica davanti alla bocca. Ne approfitto. La succhio vigorosamente. Un campanellino preannuncia l'arrivo al piano. Mi alzo. Il vestito di Ginevra ricade a coprirle la fica. Le nostre labbra si sfiorano appena il tempo di trasferire il sapore di fica nella sua bocca. Quando le porte si aprono la signora D., nostra vicina di casa ci saluta affabilmente. E' contenta di rivedermi, dice. Ignora la presenza di Ginevra: ha sempre sospettato e tollerato la nostra "stranezza", ma, in fondo, ha sempre apprezzato me e Sergio come coppia. Lei scende in ascensore. Noi entriamo in casa. Sergio non ci fa neppure entrare in salotto. Direttamente sul letto. E' infoiatissimo. Ci fa spogliare vicendevolmente. Io e Ginevra cominciamo ad amarci. E' delicata, la sua pelle. Liscia, vellutata, bianca come la neve, nonostante il colore dei capelli. Le labbra sono morbide e succose: le mordicchio, le succhio, le lecco, la bacio in profondità, assaporandola tutta. I seni, sebbene piccoli, sono sodi e bellissimi. I capezzoli sono eccitati: li accarezzo delicatamente, poi le carezze si fanno sempre più forti, sotto la spinta dell'eccitazione. Le succhio i capezzoli, poi li torturo con le dita: li strizzo, li pizzico, li tiro. Lei gode come una cagnolina. Scendo sul suo corpo lentamente. Intanto Sergio si è spogliato, è sdraiato sul letto e, menandosi il cazzo già duro, si gode lo spettacolo. Ora sono accovacciata e sto leccandole lo stomaco, la pancia, l'ombelico. Mi soffermo lì. Continuio a pizzicare i capezzoli con le mani fino a che la lingua non raggiunge la sua fica: la morbidezza appena sfiorata in ascensore mi esplode in bocca: sembra di baciare gommapiuma rivestita di seta e di profumo, la allargo per bene, la lecco ovunque; prendo tra le labbra il clitoride, lo succhio abbondantemente, lo mordicchio. Le sfugge un urletto di piacere.
"Stai godendo, brutta zoccola?" le chiede Sergio
"Sììììììììì" risponde miagolando
"Sei una porca schifosa, tesoro mio. Fatti succhiare tutta dalla nostra Debby. Mi sa che vi innamorate, voi due. Su, forza, fammi vedere quanto ti piace"
Lei si dimena un poco. Allarga ancora di più le gambe. Io le allargo la fica con le mani ed infilo la testa sotto in modo da entrare dentro con la lingua, fino a bere tutto l'umore che fuoriesce dal suo orgasmo. Urla, la troia!
Sergio si alza. Anche io. Va verso Ginevra, la mette a novanta gradi, mani poggiate sul letto.
"Vatti a sedere di fronte a lei, dai amore: ti deve restituire la gioia"
Mi siedo sul letto, le offro la fica a gambe larghe; lei ci affonda il viso. Sto facendo ricrescere il pelo; lo scansa con le mani, aprendomi per bene e mi succhia il clitoride. Lo mordicchia anche lei, a volte mi fa male, sono eccitatissima: un po' di dolore mi è sempre piaciuto. Nel frattempo Sergio prende un frustino di cuoio che termina con quattro corde intrecciate alla sommità delle quali ci sono altrettante palline. Finiti i tempi della cinghia? mi chiedo. E' più sofisticato, ora. Vorrei provare quella frusta. Lei mi morde ancora più forte il clietoride.
"Ahi!" esclamo.
"Scusa" mi dice, smettendo di lavorarmi la fica.
"No, no, continua, dai" la incito a riprendere. "Va benissimo così, mi piace. Mi piaci anche quando mi fai male!"
Sento lo schiocco della prima scudisciata che la raggiunge sul sedere. Avrebbe fatto piegare le gambe a molte, ma lei non fa una piega. Sergio prosegue. Seconda scudisciata, terza, quarta, quinta ... Alla decima le sfugge un lieve mugugnio mentre ancora avvinghiata alla mia fica succhia come una forsennata. Piace anche a lei essere frustata, dunque. Sergio ha scelto un mio clone! Ama le fiche amlmeno quanto il cazzo, è esibizionista nel giusto ed ama essere frustata. Invidio quelle scudisicate.
"Ti piace la frusta?" le chiedo. Staccha la bocca un istante, solo per dire di sì e riprende a succhiare. Aiuto Sergio nella punizione e prendo a strizzarle forte i capezzoli che mi pendono davanti. Lei mugugna di dolore e piacere. Finalmente godo. Le vengo in bocca. Succhia tutto, fino all'ultima goccia.
"Sei venuta, amore?" mi chiede Sergio.
"Sì, magnificamente" rispondo con entusiasmo.
"Bene. Ora tocca a me"
Smette di frustarla e le infila il cazzo nella fica, prendendo a scoparla forte.
"Fammi una cortesia. Vedi quel cassetto lì?"
"Sì" rispondo incuriosita
"Dentrop c'è un vibratore con una mutanda di lattice"
Lo trovo: è un cazzo di gomma gigantesco legato ad una mutandina nera di lattice che si lega stretta in vita in modo che il vibra non esca neppure se la donna è in piedi o cammina. Lo mette a Ginevra. Glielo infila in fica e stringe forte la mutanda. Quindi le chiede di andare a preparare dei cocktail e la stanza per gli ospiti mentre lui finisce di scopare con me. Quando mi entra dentro sembriamo due sedicenni in tempesta ormonale: godiamo come pazzi. Prima me lo infila nella fica, poi nel culo. Mi sbatte forte.
"Sei troppo aperta. Quanti cazzi hai preso, da quando ci siamo lasciati? Sei una zoccola stronza, Debby"
Intanto mi stantuffa energicamente.
Ginevra torna. Cammina a gambe leggermente divaricate per quanto il vibratore le riempiela fica. Mentre è ancora nel mio culo, la fa avvicinare e cambia la posizione del vibra, ficcandoglielo tutto nel culetto. Ginevra lancia un paio di urli di dolore, ma si acqueta subito: le piace molto, si sente. Sergio stringe la mutanda e le ordina di mettersi seduta sul letto di fronte a me. Quando si siede il cazzo di gomma la penetra ancora più a fondo. Sento un accenno di dolore. Sergio mi obbliga a leccarla ancora. Lo faccio volentieri, ma metto tutte e due le mani sui suoi fianchi, spingendola ancora più forte sul letto. Ormai il vibratore deve esserle entrato dentro fino al meccanismo. La mia lingua, però, la aiuta a godere ancora ed anche il culo si contrae facilitando la penetrazione. Quando finalmente Sergio mi sborra nel culo, Ginevra è venuta altre due volte sotto la mia lingua.
"Brave le mie puttanelle. Adesso vediamo chi dorme con me. Facciamo un gioco?"
"Sì" replica entusiasta Ginevra con il suo vibratore nel culo e le gambe larghe come se si fosse cacata nelle mutande.
"Adesso vi frusto il culetto e vediamo chi dice AHI per prima."
Ci mettiamo entrambe in posizione. Prima frustata su di me. Quella frusta non ha davvero niente in comune con la rudimentale cinghia usata prima da Sergio. E' molto, molto più dolorosa. Le cinque palline ti colpiscono ovunque, sul culo, ed i nervi che protano il dolore al cervello sono sollecitati in diverse parti. Seconda frustata per Ginevra. Penso che Sergio mi aveva promesso un rapporto diverso da un tempo e che, almeno quella sera, avrebbe dormito con me. Poi, però, mi viene in mente quel che ha detto: vediamo chi per prima dice AHI, senza specificare se avrebbe dormito con lui o da sola.
Mi arriva un'altra frustata. Ci sta andando giù duro. Un'altra frustata anche per lei. Alla successiva cedo e dico AHI!
"Ecco la vincitrice!" esclama Sergio. E' come pensavo. Qualunque cosa avessi fatto, avrei vinto!!!
"Debby dorme con me e tu, piccola, di là" la bacia in bocca consolando la sua visibile delusione. "Però non devi togliere il vibratore. Voglio che lo tieni su tutta la notte"
"Tutta la notte?" chiede Ginevra sconsolata.
"Sì, tutta la notte. Dai, che sarà bellissimo. Domattina, quando il tuo buchino sarà largo come il trasforso del S. Bernanrdo, verrà il tuo Sergio nel letto e te lo toglierà, riempiendolo col suo bel cazzo e sborrandoti dentro. Ti piace tanto quando ti sborro nel culo, vero?"
"Sì" risponde lei con fare infantile.
"Bene. Vai di là, su, e lasciaci andare a letto."
Ginevra va nella sua camera.
"Avrei vinto qualunque cosa avessi detto, vero?"
"Ovviamente, piccola troia. Volevo dormire con te a tutti i costi. Sapevo che l'avresti capito. Infatti mi è sempreato impossibile che cedessi dopo pochissime frustate"
"Questo non è vero. Non è mica più la cinghia. Si tratta di una frusta vera e propria. Fa malissimo. Dovresti andarci più piano con la potenza"
"Ma se Ginevra non si lamenta mai!"
"Vorrà dire che a lei piace soffrire più di quanto piaccia a me"
"Bella, eh?"
"Fantastica"
"Ti è piaciuta la sua fica?"
"E' talmente bella e saporita e morbida che sembra un giocattolo"
"Sono contento che ti piaccia. Che ne dici, allora?"
"Che ne dico di cosa?"
"Lo sai benissimo. Hai solo voglia che te lo chieda formalmente." Scende dal letto e si mette in ginocchio "torni a vivere con me e con Ginevra?"
"Forse" ma rido e lui sa già che la mia risposta è sì. In fondo amo Sergio, ma soprattutto mi piace Ginevra!
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