La storia di noi tre al (quasi) femminile

di
genere
trio

Ieri sera sono uscita con Veleria e Sandra. Una serata fantastica. Ci siamo viste alle sei ad un caffè in centro e di lì ci siamo dirette ad una mostra d’arte contemporanea. Sono due donne estremamente colte e dai gusti raffinati, cosa che, ancor più, facilita la mia attrazione per loro. La mostra era estremamente interessante. Valeria mi abbracciava spesso, mi parlava in un orecchio. Pur senza scandalizzare nessuno, mi teneva vicino. Sandra era più in disparte, ma comunque sorridente, carina, gentile, premurosa, sia verso di me che verso la sua compagna.
Dopo siamo andate a cena in un ristorante un po’ fuori dagli schemi: si tratta di un locale frequentato da omosessuali e bisessuali dichiarati, dove atteggiamenti lesbo non creano certo problemi, in pubblico. Ci siamo sedute in un tavolo piccolino ed abbiamo ordinato del vino e dei formaggi. Mentre ci dedicavamo all’aperitivo abbiamo finalmente toccato argomenti intimi.
“Allora, Debby, raccontaci la tua storia con Sergio. Sappiamo che stai con lui e con la donna che di volta in volta lui decide di avere accanto. Ma … come è andata?”
Racconto loro di me e di Sergio. Di Sergio e Monica ed, infine, di Sergio e Sabrina.
Valeria è scandalizzata e dispiaciuta per i caratteri sadici di Sergio.
“Non mi riferisco, certo, alle cinghiate. Quelle mi pare di aver capito che ti piacciono, per cui, tutto ciò che piace è lecito … Mi riferisco alle umiliazioni sentimentali, alla sua facilità di prendere moglie, persino al ricatto che ha fatto a Monica, che, per quanto sia stata una falsa amica, per te, non credo meritasse ciò che ha avuto”
“Vero” mi sorprendo a concordare. “Tuttavia … Forse sono anche io che cerco alcune situazioni …”
“Ossia?” mi chiede Sandra.
“L’umiliazione, in parte, mi eccita. Rientra nello strano rapporto tra dolore e piacere che trovo nelle cinghiate”
“Dolore e piacere sono vicini, senza dubbio” interviene Valeria “ma non devono lasciare strascichi una volta finito il sesso. Voglio dire …”
“Godi nel dolore, se vuoi, ma dopo, chi ti ha fatto soffrire, è carino che ti abbracci e ti coccoli” interviene Sandra “Sergio invece prolunga la sofferenza all’estremo: ogni giorno, ogni istante …”
Non ci avevo mai pensato. Mi accorgo che hanno ragione. Sempre più sento di volermi distaccare da Sergio. Ma mi chiedo anche se non sia prematuro pensare a Sandra e Valeria come al mio nuovo trio. C’è sempre il problema del cazzo, di cui, tutto sommato, ho pur sempre voglia; e, poi, loro che ne pensano? Quasi in risposta alla mia muta domanda, Valeria esclama:
“Perché non ti trasferisci per un po’ da noi? Non pensarla, ovviamente, come una sistemazione definitiva. Voglio dire … ci dobbiamo ancora conoscere. Ma io e Sandra abbiamo parlato a lungo di te, dopo l’altra sera, e ci sei così tanto piaciuta da voler provare un trio”
Non me lo faccio ripetere due volte ed accetto entusiasta. Ne avrei parlato con Sergio e mi sarei trasferita da loro.
“Naturalmente asseconderemo il più possibile la tua voglia di cazzo. Abbiamo molti vibratori, in casa. E se non ti bastano, abbiamo anche molti amici bisessuali. Anzi, potrebbe essere un’idea, uno stimolo per scioglierci un po’ anche noi … che ne dici Vale?”
“Vuoi il cazzo, ora?” la rimprovera bonariamente Valeria stampandole un bacio in bocca da brivido.
“Forse …” replica l’altra.
“In quello posso aiutarti io …” intervengo.
“Nessuno nega che sei un’esperta!”
Valeria mi infila una mano sotto la gonna, direttamente sulla fica, visto che non ho messo biancheria intima:
“Senti come è bagnata!” suggerisce a Sandra, che, a sua volta, mi tocca, alzandomi un poco la gonna per far sì che, nei dintorni possano vedermi. Risatine ed occhiate provengono da ogni dove.
La cameriera, una ragazza formosa e soda, mi avvicina:
“Se volete farle dare spettacolo può salire tra poco sul palco.
In fondo alla sala c’è, effettivamente, un palco. Di lì a poco sarebbe iniziato lo spettacolo, ossia le coppie vogliose si sarebbero esibite scopando in pubblico.
“Ti va, piccola?” mi chiede Valeria.
“Con voi due?”
“Con chi vuoi, in realtà. Laggiù, per esempio, c’è uno che ti sta fissando da quando sei entrata”
Guardai nella direzione indicata da Valeria e notai un uomo sulla sessantina portati benissimo, brizzolato, robusto, con due baffi enormi, molto macho che, come mi giro verso di lui, muove la lingua sulle labbra e mi invita a raggiungerlo. Sandra, vista la scena, invita lui a raggiungerci al tavolo. L’uomo ci raggiunge e Valeria e Sandra si presentano e presentano me. L’uomo chiede loro se siano le mie padrone. Ridono.
“No. Assolutamente no. Non siamo quel genere di persone. Noi vogliamo bene a Debby e le abbiamo appena proposto di venire a vivere con noi. E’ solo che Debby non è lesbica, bensì bisessuale ed ha bisogno anche di cazzo”
“E non di un cazzo qualunque” interviene Sandra “Ma di un cazzo bello duro, che corrisponda ad un uomo che lo sa usare, che sa cosa vuole e che dispensi anche qualche piccola punizione corporale. Le piacciono le cinghiate sul culo, sulla fica e sul seno”
Provo ad intervenire, ma l’uomo mi dice di stare zitta e di seguirlo sul palco. La luce illumina il palco e scende in sala.
Vale e Sandra mi incoraggiano e mi dicono che, dopo, avrebbero provveduto a farmi godere con la lingua.
L’applauso dei presenti mi imbarazza, ma lo sconosciuto non mi dà tempo per sentirmi imbarazzata. Mi spoglia completamente, quindi si tira giù i pantaloni e mi fa succhiare il suo cazzo, che è già enorme e duro come il marmo. Poco dopo chiede alla direzione un frustino. Gliene portano uno di cuoio, nodoso. Inizia a farmelo vibrare sul culo. In sala le persone rumoreggiano: chi ride, chi tossisce, chi incita il fustigatore, chi gli consiglia di mettermi il manico del frustino nel culo, chi gli tira mozziconi di sigaretta accesi consigliandomi di spegnerli sul mio culo. Anche in sala le persone si sciolgono e cominciano a fare sesso. Alberto, il tipo che mi sta fustigando, accetta il consiglio di incularmi col manico del frustino.
“Oooooohhhhh – oooooooohhhhhh” cadenzano ritmicamente dal pubblico le penetrazioni.
Quindi mi fa girare e mi fa accomodare sopra un lettino, di quelli da mare, che è lì. Ovviamente a gambe larghe. Inizia a frustarmi anche fica e tette. Sto impazzendo dal piacere, così esposta e punita. Finalmente mi scopa. Me lo infila tutto nella fica, fino in fondo, prendendo a stantuffarmi violentemente fino a sborrarmi dentro. Poco dopo si tira su i pantaloni e scende dal palco, lasciandomi lì, sotto gli occhi di tutti, a gambe larghe, con lo sperma che mi cola dalla fica.
Arriva uno del locale e chiede se voglio qualcun altro.
“No …” rispondo titubante.
“Allora lascia il posto, bella!” e mi fa alzare per cedere il posto a due ragazzi bellissimi, omosessuali. Una coppia regolare che comincia a fare l’amore con una passione ed un sentimento da incantare.
Torno al tavolo e Valeria e Sandra si preoccupano di chiedermi se non avessi subito troppo dolore. Le tranquillizzo: solo piacere, in verità. Si congratulano per il risultato, pagano il conto e mi invitano a dormire da loro.
Già in macchina, Sandra comincia a tastarmi ovunque. Con la mano sente ancora il residuo di sborra di quell’uomo e mi dice di andarmi a lavare appena entrata in casa, perché ha voglia di succhiarmela per bene, ma senza sentire il sapore di un uomo. Valeria approva.
Una volta in casa, dunque, mi mettono a disposizione la doccia, asciugamani puliti e profumati e preparano il limoncello con alcuni dolcetti campani. Sono fantastiche. Le raggiungo in accappatoio. Loro sono completamente nude. Mi dicono di spogliarmi e cominciamo ad accarezzarci a vicenda. Succhio i seni di Sandra, che li ha morbidi e carnosi, mentre Valeria si dedica alla mia fica, lenendo, con una pomata di arnica, il rossore delle frustate. Mi lecca meravigliosamente: passa la lingua lungo il taglio e la introduce ritmicamente nella figa, quindi succhia il clito. Ho un orgasmo senza dubbio più appagante di quelli ottenuti con i cazzi. Rendo il favore ad entrambe. Finalmente ci addormentiamo esauste di piacere.
Quando rientro in casa, la mattina dopo, per prendere le cose che mi servono per l’ufficio, Sergio è già sveglio ed incazzato.
“Che cazzo di fine hai fatto? Si può sapere? Non sei rientrata per niente, stanotte, e non hai neppure preparato la colazione per me e per Sabrina. Lo sai che vogliamo una colazione gustosa a letto. Ti confido una cosa, amore, io e Sabri abbiamo deciso di avere un bambino. Quindi Sabri deve stare il più calma possibile, non deve affaticarsi in alcun modo … Capisci? Ci devi aiutare, tesoro. Siamo un trio, noi. Questo figlio sarà anche un po’ nostro, d’altronde …”
“Ecco … “farfuglio. Vorrei prenderlo a calci nelle palle per quello che mi ha detto e per il modo in cui l’ha detto, ma sento che la presenza di Valeria e di Sandra nella mia vita sta cambiando tutto e non penso di aver più voglia di discutere con lui. “Ecco, io, veramente, sono stata fuori stanotte e starò fuori tutte le notti, prossimamente. Volete un figlio? Bravi. Crescetevelo da soli: tettarelle, sveglie notturne, urla, pediatri … Io mi trasferisco altrove”
Sergio si rabbuia ed assume un tono aggressivo:
“E dove intenderesti trasferirti?”
“Da due amiche”
“Ora sei diventata lesbica?”
“Anche se fosse? Lesbica è un’etichetta, non un modo d’essere. Lo sai che le donne mi sono sempre piaciute …”
“Certo che lo so, ma so anche che ti piace tanto il cazzo” ed allunga una mano verso la mia fica, catturandola nel pugno e stringendola all’inverosimile.
“Mi stai facendo male!”
“Un’altra novità: da quando ti lamenti del dolore che ti impartisco?”
“Da oggi” rispondo stizzita.
Sergio mi dà una sberla in volto da farmi girare dall’altra parte.
“Ti sei impazzito?” urlo inferocita.
“Tu ti sei impazzita!” esclama. “Tu, che credi di potertene andare quando ti va, di potermi lasciare”
Mi prende di forza e mi sbatte sul letto. Mi divincolo, ma mi rendo conto che è inutile. Mi allarga le gambe, si tira fuori il cazzo e comincia a scoparmi duramente. Poi mi fa girare e mi prende dal culo fino a sborrarmi dentro. Finalmente si placa.
“Mi spieghi cosa è successo? Perché?” mi chiede con un tono estremamente più remissivo, quasi triste.
“Perché ne ho voglia” rispondo in breve. Non ho voglia di dare troppe spiegazioni. In certi casi le spiegazioni chiamano promesse false che le cose cambieranno. Meglio evitare. “Hai intenzione di ricattarmi con qualcuno dei nostri filmini, come hai fatto con Monica?”
“Non essere stupida. Con te non lo farei mai. Lo sai che ti voglio bene. Mi dispiace solo non aver mai imparato ad amarti tanto da volerti come moglie. Spero davvero che con Sabri funqioni … Chissà … Mi mancherai da morire, tesoro …”
“Anche tu …” mi sfugge una tenerezza che non volevo.
“Ti chiedo un’ultima cortesia, poi, io per primo ti aiuterò a portare le valige in macchina, promesso”
“Quale?”
“Tu e Sabrina”
“Io e Sabrina cosa?”
“Vai di là, salutala a modo tuo, voglio guardarvi ancora insieme, come nel parco …”
Senza rispondergli mi alzo e vado in camera loro.
Sabrina è sveglia a causa delle urla e dei rumori di quando abbiamo scopato.
“Te ne vai?” mi chiede, senza tradire un vero dispiacere. Anzi forse è contenta: crede di poter avere Sergio tutto per sé. Non sa cosa l’aspetta, poverina. Le farà fare un figlio e, quando sarà troppo incinta per scoparsela, scoperà un’altra. Ingenua …
“Sì” rispondo secca e mi avvicino a lei per darle un bacio. La sua lingua si attorciglia intorno alla mia e mi eccita. Mi infilo nel letto buttando in terra le coperte, in modo che Sergio possa vederci e comincio a leccarle le tette, succhiando i capezzoli fino a farli dritti e duri. Intanto le tocco la fica ed inzuppo le dita nel suo umore, assaporandolo di tanto in tanto con la bocca. Finalmente ci disponiamo a sessantanove e ci succhiamo fino a mugugnare di piacere. Sergio ci guarda affascinato. Finito di godere, mi alzo e me ne vado in camera mia. Chiudo la porta e comincio a preparare le valige. Domani inizierò la mia nuova vita!
di
scritto il
2010-09-20
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