Il bacio sulla bocca
di
Veleno
genere
etero
Sono in orario ma per lei è come se fossi in ritardo di 20 minuti.
La osservo seduta al tavolino della foodplaza di questo enorme centro commerciale, è nervosa, spazientita, potrebbe essere financo arrabbiata e ne avrebbe ben donde; guardandola un sorriso nasce sulle mie labbra, mi fa sorridere pensare che non so il nome di quella donna, non so chi sia, non l ho mai vista ma so per certo che a breve là violeró con il mio membro... ma partiamo dall'inizio...
... io e questa donna ci conoscemmo su un social alcuni mesi fa commentando entrambi i deliri di onnipotenza della figa di legno di turno che cercava di fare proseliti utilizzando foto tutt altro che caste, ci coalizzammo quasi subito senza accordarci, passammo gran parte della mattinata a schernire la malcapitata e finimmo ad intrecciare un torbido carteggio epistolare che si fece di giorno in giorno sempre più spinto dove per un gioco di seduzione non abbiamo mai rivelato nulla l uno all altra di noi stessi e ci siamo
dati sempre del "lei"...
Ecco perché sono qui ad osservarla, sono venuto meno ad un patto che abbiamo fatto insieme: ci siamo dati appuntamento per questa mattina in questo centro commerciale, abbiamo scelto un "non luogo" come questo per consumare questa nostra "non storia" tra sconosciuti in mezzo a centinaia di altre facce anonime, dai patti di ieri io avrei dovuto avere un sacchetto della Nike in mano e lei uno di Desigual e ci saremmo incontrati ai tavoli della piazzetta; ora lei è tre tavoli dietro al mio che sbuffa bevendo il suo cappuccio di soya con il sacchetto colorato poggiato in bella vista sopra il tavolino, io non ho il mio, è per questo che non mi ha riconosciuto.
Si lo so: sono stato una merda ma l ho fatto non perché volevo vedere se la "mercanzia" fosse di livello ma semplicemente perché avevo paura di ritrovarmi davanti una persona conosciuta e visto che porto una fede al dito non voglio correre rischi. Ora che ho visto che è effettivamente una sconosciuta potrei anche palesarmi ma sembra così incazzata che ho quasi paura. Eccola che si alza, avrà deciso che non valgo più di 30 minuti di attesa, si guarda un' ultima volta in giro nella vana speranza di vedermi spuntare fuori e si incammina tra i negozi del centro.
La sto seguendo e mi soffermo per la prima volta a guardarla sul serio e devo ammettere che non è affatto male! Non arriva al metro e settanta ma quel corpo fasciato dal cappotto nero sembra aggraziato e sinuoso, il suo viso è un mix letale creato dalla rudezza quasi nordeuropea dei lineamenti e la luce che emanano i suoi grossi occhi scuri incastonato nella folta chioma mora.
La guardo digitare furente qualcosa sul cellulare quando il rumore del mio smartphone mi desta dallo stato catatonico in cui ero entrato sentendo il rumore ritmico dei suoi tacchi sul pavimento in marmo lucido.
"Potevi avvisare stronzo! Addio, non scrivermi più!"
Ecco a chi scriveva
Si, è molto incazzata!
Allungo il passo per raggiungerla e scusarmi quando la vedo entrare in un negozio di una famosa catena spagnola di abbigliamento. C'è molta gente all'interno e per un attimo la perdo di vista poi la rivedo con tre paia di jeans in mano dirigersi verso i camerini e come un automa la seguo e la vedo infilarsi nell ultimo
camerino sulla destra in fondo al corridoio, mi guardo in giro e non vedendo nessuno mi avvicino alla tendina, mi è venuta un'idea, potrebbe essere una grande idea ma anche una immane stupidata e siccome penso di non essere mai stato estremamente saggio nella vita decido che una figura di merda in più o in meno non mi cambia nulla così apro la tendina e mi butto nel camerino.
"Ma chi cazz..."
prova ad esclamare ma le tappo la bocca con un dito.
La guardo fisso negli occhi abbozzando un sorriso e vedo lo spavento sparire dal suo sguardo, leva il mio dito dalla sua bocca e mi dice
"Stronzo!"
Non posso fare a meno di sorridere e senza dirle nulla la bacio.
Un bacio profondo, di quelli che ti lasciano senza fiato
"Stronzo!" mi ripete staccandosi per un attimo
Le accarezzo il viso e solo allora mi accorgo che indossa solo un paio di coulotte in raso nere con un leggero pizzo sul bordo e una canotta coordinata, non porta il reggiseno e lo si nota dai capezzoli irti che fanno capolino sotto il morbido tessuto, i jeans che stava per provare calati fino alle caviglie e i suoi minuscoli piedini avvolti in un calzino di nylon nero 40 denari.
Affondo il mio viso nel suo collo mentre porto la mia mano destra nel suo interno coscia. Mentre prendo a passarle la lingua dietro ad un orecchio uso la mia mano come una lama e la porgo di taglio in quel fodero umido che è diventato il suo sesso.
Geme.
Geme così forte che le tappo la bocca per paura che da fuori qualcuno possa sentire ed accorgersi di cosa sta succedendo. Mi morde la mano e più strofino le mie dita sul suo clitoride più la morsa dei suoi denti aumenta, sarà il leggero dolore che mi provoca, sarà la mia mano piena dei suoi umori ma sento una forte erezione crescere. Lei non si accorge neppure che mi sono sbottonato i pantaloni e ho estratto il mio cazzo così quando aiutandomi con una mano le passo la mia cappella gonfia tra le grandi labbra viene colta da un fremito che la fa vacillare tanto da doversi aggrappare a me.
Ora mi guarda con sguardo acceso, i suoi grossi occhi brillano, la lussuria pervade il suo viso. Adesso è lei che prende il mio membro in mano, lo tiene ben fermo mentre con dei movimenti di bacino inizia a strofinare il suo clitoride sulla mia cappella. Le tiro su una gamba passando la mia mano sotto il suo ginocchio per aiutarla nel suo perverso gioco onanistico. I suoi seni si gonfiano ritmicamente seguendo l'incedere Del suo respiro affannato.
Al di là della tendina il corridoio si sta animando, dobbiamo sbrigarci ma non vogliamo rubare neppure un secondo a quel momento di lussuria. Libero il mio uccello dalla sua presa e lo spingo lentamente dentro il suo corpo, lo faccio così piano che sento ogni singolo centimetro del mio cazzo varcare la soglia di quel paradiso di carne. Una volta arrivato a fine corsa lascio il mio arnese fermo dentro di lei per abituarla alle dimensioni del nuovo intruso e in quel momento in cui anche i nostri respiri sembrano essersi fermati infilo la mia lingua nella sua bocca e diamo vita ad una vorticosa battaglia tra i nostri organi.
Sento un calore potente provenire dal suo sesso, la sento che ricomincia a muoversi impercettibilmente avanti ed indietro, i suoi umori iniziano a gocciolare in maniera copiosa lungo la mia asta ed il mio interno coscia.
Capisco che siamo entrambi sul punto di esplodere, così afferro con la mano libera la sua natica e mi aiuto a portare dei colpi sempre più decisi, sempre più forti, sempre più profondi.
Capisco dai suoi versi soffocati e dalle sue unghie che affondano nelle mie spalle che lei è venuta prima di me così libero da questo pensiero mi concentro solo sul mio piacere e mi lascio completamente andare irrorando il suo sesso con il mio caldo seme.
Esco da dentro lei, rimaniamo per qualche istante a riprendere fiato e a calmare i nostri respiri, quando i battiti dei nostri cuori si sono normalizzati ci stacchiamo e ci baciamo ancora una volta.
Mi pulisco come meglio posso e mi tiro su i pantaloni, lei mi guarda e mi carezza il viso
"Aspettami fuori! Arrivo subito" mi dice
Sorrido, esco e mi allontano.
Non mi troverà quando uscirà.
Ed è proprio ora che mi trovo a qualche chilometro dal centro commerciale che mi arriva un suo messaggio
"Ma dove sei finito?" mi scrive
"Scusami ma non sono proprio riuscito ad arrivare oggi, ci sentiamo dopo, scusami se ti ho tirato il pacco. Perdonami!"
Premo invio e già penso alla faccia che farà quando lo leggerà!
ladistrazione@live.it
Twitter: @NudiAnonimi
KIK: veleno13
La osservo seduta al tavolino della foodplaza di questo enorme centro commerciale, è nervosa, spazientita, potrebbe essere financo arrabbiata e ne avrebbe ben donde; guardandola un sorriso nasce sulle mie labbra, mi fa sorridere pensare che non so il nome di quella donna, non so chi sia, non l ho mai vista ma so per certo che a breve là violeró con il mio membro... ma partiamo dall'inizio...
... io e questa donna ci conoscemmo su un social alcuni mesi fa commentando entrambi i deliri di onnipotenza della figa di legno di turno che cercava di fare proseliti utilizzando foto tutt altro che caste, ci coalizzammo quasi subito senza accordarci, passammo gran parte della mattinata a schernire la malcapitata e finimmo ad intrecciare un torbido carteggio epistolare che si fece di giorno in giorno sempre più spinto dove per un gioco di seduzione non abbiamo mai rivelato nulla l uno all altra di noi stessi e ci siamo
dati sempre del "lei"...
Ecco perché sono qui ad osservarla, sono venuto meno ad un patto che abbiamo fatto insieme: ci siamo dati appuntamento per questa mattina in questo centro commerciale, abbiamo scelto un "non luogo" come questo per consumare questa nostra "non storia" tra sconosciuti in mezzo a centinaia di altre facce anonime, dai patti di ieri io avrei dovuto avere un sacchetto della Nike in mano e lei uno di Desigual e ci saremmo incontrati ai tavoli della piazzetta; ora lei è tre tavoli dietro al mio che sbuffa bevendo il suo cappuccio di soya con il sacchetto colorato poggiato in bella vista sopra il tavolino, io non ho il mio, è per questo che non mi ha riconosciuto.
Si lo so: sono stato una merda ma l ho fatto non perché volevo vedere se la "mercanzia" fosse di livello ma semplicemente perché avevo paura di ritrovarmi davanti una persona conosciuta e visto che porto una fede al dito non voglio correre rischi. Ora che ho visto che è effettivamente una sconosciuta potrei anche palesarmi ma sembra così incazzata che ho quasi paura. Eccola che si alza, avrà deciso che non valgo più di 30 minuti di attesa, si guarda un' ultima volta in giro nella vana speranza di vedermi spuntare fuori e si incammina tra i negozi del centro.
La sto seguendo e mi soffermo per la prima volta a guardarla sul serio e devo ammettere che non è affatto male! Non arriva al metro e settanta ma quel corpo fasciato dal cappotto nero sembra aggraziato e sinuoso, il suo viso è un mix letale creato dalla rudezza quasi nordeuropea dei lineamenti e la luce che emanano i suoi grossi occhi scuri incastonato nella folta chioma mora.
La guardo digitare furente qualcosa sul cellulare quando il rumore del mio smartphone mi desta dallo stato catatonico in cui ero entrato sentendo il rumore ritmico dei suoi tacchi sul pavimento in marmo lucido.
"Potevi avvisare stronzo! Addio, non scrivermi più!"
Ecco a chi scriveva
Si, è molto incazzata!
Allungo il passo per raggiungerla e scusarmi quando la vedo entrare in un negozio di una famosa catena spagnola di abbigliamento. C'è molta gente all'interno e per un attimo la perdo di vista poi la rivedo con tre paia di jeans in mano dirigersi verso i camerini e come un automa la seguo e la vedo infilarsi nell ultimo
camerino sulla destra in fondo al corridoio, mi guardo in giro e non vedendo nessuno mi avvicino alla tendina, mi è venuta un'idea, potrebbe essere una grande idea ma anche una immane stupidata e siccome penso di non essere mai stato estremamente saggio nella vita decido che una figura di merda in più o in meno non mi cambia nulla così apro la tendina e mi butto nel camerino.
"Ma chi cazz..."
prova ad esclamare ma le tappo la bocca con un dito.
La guardo fisso negli occhi abbozzando un sorriso e vedo lo spavento sparire dal suo sguardo, leva il mio dito dalla sua bocca e mi dice
"Stronzo!"
Non posso fare a meno di sorridere e senza dirle nulla la bacio.
Un bacio profondo, di quelli che ti lasciano senza fiato
"Stronzo!" mi ripete staccandosi per un attimo
Le accarezzo il viso e solo allora mi accorgo che indossa solo un paio di coulotte in raso nere con un leggero pizzo sul bordo e una canotta coordinata, non porta il reggiseno e lo si nota dai capezzoli irti che fanno capolino sotto il morbido tessuto, i jeans che stava per provare calati fino alle caviglie e i suoi minuscoli piedini avvolti in un calzino di nylon nero 40 denari.
Affondo il mio viso nel suo collo mentre porto la mia mano destra nel suo interno coscia. Mentre prendo a passarle la lingua dietro ad un orecchio uso la mia mano come una lama e la porgo di taglio in quel fodero umido che è diventato il suo sesso.
Geme.
Geme così forte che le tappo la bocca per paura che da fuori qualcuno possa sentire ed accorgersi di cosa sta succedendo. Mi morde la mano e più strofino le mie dita sul suo clitoride più la morsa dei suoi denti aumenta, sarà il leggero dolore che mi provoca, sarà la mia mano piena dei suoi umori ma sento una forte erezione crescere. Lei non si accorge neppure che mi sono sbottonato i pantaloni e ho estratto il mio cazzo così quando aiutandomi con una mano le passo la mia cappella gonfia tra le grandi labbra viene colta da un fremito che la fa vacillare tanto da doversi aggrappare a me.
Ora mi guarda con sguardo acceso, i suoi grossi occhi brillano, la lussuria pervade il suo viso. Adesso è lei che prende il mio membro in mano, lo tiene ben fermo mentre con dei movimenti di bacino inizia a strofinare il suo clitoride sulla mia cappella. Le tiro su una gamba passando la mia mano sotto il suo ginocchio per aiutarla nel suo perverso gioco onanistico. I suoi seni si gonfiano ritmicamente seguendo l'incedere Del suo respiro affannato.
Al di là della tendina il corridoio si sta animando, dobbiamo sbrigarci ma non vogliamo rubare neppure un secondo a quel momento di lussuria. Libero il mio uccello dalla sua presa e lo spingo lentamente dentro il suo corpo, lo faccio così piano che sento ogni singolo centimetro del mio cazzo varcare la soglia di quel paradiso di carne. Una volta arrivato a fine corsa lascio il mio arnese fermo dentro di lei per abituarla alle dimensioni del nuovo intruso e in quel momento in cui anche i nostri respiri sembrano essersi fermati infilo la mia lingua nella sua bocca e diamo vita ad una vorticosa battaglia tra i nostri organi.
Sento un calore potente provenire dal suo sesso, la sento che ricomincia a muoversi impercettibilmente avanti ed indietro, i suoi umori iniziano a gocciolare in maniera copiosa lungo la mia asta ed il mio interno coscia.
Capisco che siamo entrambi sul punto di esplodere, così afferro con la mano libera la sua natica e mi aiuto a portare dei colpi sempre più decisi, sempre più forti, sempre più profondi.
Capisco dai suoi versi soffocati e dalle sue unghie che affondano nelle mie spalle che lei è venuta prima di me così libero da questo pensiero mi concentro solo sul mio piacere e mi lascio completamente andare irrorando il suo sesso con il mio caldo seme.
Esco da dentro lei, rimaniamo per qualche istante a riprendere fiato e a calmare i nostri respiri, quando i battiti dei nostri cuori si sono normalizzati ci stacchiamo e ci baciamo ancora una volta.
Mi pulisco come meglio posso e mi tiro su i pantaloni, lei mi guarda e mi carezza il viso
"Aspettami fuori! Arrivo subito" mi dice
Sorrido, esco e mi allontano.
Non mi troverà quando uscirà.
Ed è proprio ora che mi trovo a qualche chilometro dal centro commerciale che mi arriva un suo messaggio
"Ma dove sei finito?" mi scrive
"Scusami ma non sono proprio riuscito ad arrivare oggi, ci sentiamo dopo, scusami se ti ho tirato il pacco. Perdonami!"
Premo invio e già penso alla faccia che farà quando lo leggerà!
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