Mister O, mia moglie in vetrina

di
genere
esibizionismo

Mia moglie ha 40 anni, corpo ben strutturato, fondo schiena superlativo, parlano i commenti di chi ha visto le sue foto, sensuale e molto solare. Una donna romantica, complessa come quasi tutte le donzelle, provocante quanto basta ed esibizionista con molta naturalezza. Per chi mi ha già' scritto, non aggiungo altro, per gli altri questo è' un piccolo episodio della mia vita con lei. Siamo felici, normali nella quotidianità', ottimi amanti e fantasiosi sotto le lenzuola.
A me è' sempre balenato un tarlo. Il famoso chiodo fisso. Poterla esibire, mettere in mostra, in situazioni forti, magari soft, comunque al limite del peccaminoso. Voglio questo. Non saprei dire il perché ma la cosa mi eccita molto. Sentire i commenti di altri uomini su di lei, provocare delle reazioni in certe situazioni e soprattutto vedere il suo di comportamento. A mio modo di vedere eccitato quanto confuso. Non la voglio gettare tra le braccia di altri uomini, svenderla o usarla senza dignità. No, comprendetemi se potete. Io cerco l'attimo, il profumo della situazione speciale, l'incontro tra la sua armonia candida e là bestialità del l'eccitazione provocata. Sono matto?. Forse.
Comunque, io sono sempre pronto a condividere tutto di lei, chi volesse può scrivermi. tuttofree2@libero.it. Con i dovuti modi naturalmente.
Vi racconto un fatto... La invito a cena, io e lei per una serata romantica. Le chiedo di indossare un vestitino aderente e lungo appena sopra il ginocchio. Tutte le sue forme in evidenza. Il tacco nero alto, le calza a pennello, delineando una caviglia sinuosa e piccolina. Poi, con un po' di insistenza la convinco a mettere i collant chiari lucidi che tanto mi eccitano, senza mutandine. Una lotta, vinta per fortuna. Il trucco da sera, il soprabito ed usciamo. Lei si schernisce, ripete che non è' adatta e non si sente a suo agio. In realtà è' stupenda. Io mostro pazienza e gratitudine. Usciamo e con la più banale delle scuse mi fermo in un bar, non raccomandabile, della zona. Le dico di scendere, vado in bagno e lei compra le gomme con i fazzolettini. Insisto. Scesi, le dico di sedersi perché era ancora presto e volevo bere una cosa. Altra discussione, il posto era veramente brutto. Camionisti, operai sporchi di lavoro e vecchietti intenti a vociare e bere davanti le carte. Tre donne in tutto su almeno quaranta uomini. Io non ho niente contro di loro, anzi faticano ogni giorno e meritano di stare al loro bar preferito. Eravamo noi di troppo. Come arriviamo davanti i seggioloni rialzati, le prendo il soprabito sfilandolo, senza che lei riesca a dire nulla. Imbarazzata si siede quasi a testa china. Torno subito le dico. Mi allontano e nascondo per godermi la scena. Almeno metà coscia era in massima evidenza con i riflessi delle luci sulle sue calze. Seni pronunciati che tiravano le maglie del vestitino e quel rossetto che riecheggiava per tutti i 60 mq.
Sul suo viso era molto evidente tutto l'imbarazzo, il senso di impotenza a quella situazione per nulla aspettata o tantomeno voluta dalla mia signora.
Occhi di tanti uomini, alcuni a pochi metri dalle sue rotondità, la spogliavano.
Vedevo alcuni scambiarsi occhiate e commenti.
Lo sguardo di lei incrociarsi con alcuni di loro fugacemente per poi scappare verso il fondo del bancone. Uno signore, forse di 60 o più anni, la fissava dall'altra parte del bancone ed in continuazione faceva cadere lo sguardo sulle sue gambe. Lei lo vedeva e provava a coprirsi con un palmo della mano. Inutilmente.
Uno invece, facendo finta di passarle alle spalle, si strusciò con il ventre sul suo di dietro, tanto da farla sobbalzare.
Poi un terzo, le sedette di fianco. Girata si le sorrise con pochi denti rimasti.
Credo le stesse offrendo una birra, lei disse non grazie abbassando lo sguardo.
Sentivo due tizi parlare di lei, di cosa le avrebbero voluto fare se fosse andata in bagno. Insieme a entrambi. Uno davanti, l'altro dietro, lo preferiva. Poi, iniziarono a dare giudizi pezzo per pezzo del suo corpo.
Tornato con la vista verso di lei, vidi due soggetti, uno più giovane dell'altro parlare con lei. Avevano un bicchiere di un liquore in mano. Le parlavano a pochi centimetri. In piedi e lei seduta. La mano di uno poteva quasi sfiorarle le cosce.
Ridevano, si guardavano annuendo, mentre lei era rossa ed imbarazzata.
Uno ebbe il buon gusto di grattarsi li, mentre la guardava.
Io tornai da lei....
Uno di loro disse, non portarla via, rimani amico. Io la presi per un braccio, sorrisi ai due tizi ed andammo via.
In auto, dopo qualche secondo di silenzio assoluto, lei si volse e mi baciò. Profondamente.
Io la toccai....era molto umida. Tanto.
Mia moglie....in vetrina
scritto il
2016-01-28
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