Lussuriosamente cugini
di
Maurizio
genere
incesti
Sono Maurizio, ho 41 anni, separato da 2 e da circa un anno frequento questo sito. Avrei potuto raccontare delle scopate che mi faccio con qualche collega o amica o moglie di amici, invece no. Le donne? Tutte le stesse, tutte troie: prima o poi te la danno. E' solo questione di tempo. L'ultima che mi sono trombata, una settimana fa, appunto la moglie di un amico con il quale giochiamo settimanalmente a calcetto, si è invitata da sola: era venuta a prendere il marito, perché quel giorno senza auto, ed, essendomi sbrigato prima di fare la doccia e rivestirmi, uscendo dagli spogliatoi, la salutai, mi chiese di suo marito e parlammo due minuti. Non eravamo tanto in confidenza. "Lo so che ce l'hai bello grosso! Mio marito me l'ha detto" mi disse. "Vero?" risposi più che sorpreso. "Mi ha detto che quando fate la doccia tutti insieme il tuo è il più grosso di tutti" "Come mai ti dice queste cose?" "Niente così. Tanto per parlare. Dice che è impressionante" "Sei curiosa?" "No. Così. Insomma" disse tutta rossa. "Vuol dire che qualche volta....." non mi fece nemmeno finire di dire quello che volevo che lei rispose: "Il prossimo giovedì sera per forza devi giocare?" "Perché?". Insomma mi diede appuntamento a casa sua mentre suo marito giocava. Io con una scusa qualsiasi non sarei andato a giocare. Tutto avrei potuto immaginare ma non che fosse così troia. Intanto quando me lo tirò fuori disse che suo marito aveva proprio ragione e poi se lo fece mettere in ogni posto godendo come una cagna. Certo, i miei 23 cm un certo effetto lo facevano. Ma questa storia, casomai, se sarà apprezzata quella di oggi, la racconterò un'altra volta. Infatti il mio racconto di oggi non si riferisce a questa stupenda trombata fuori programma. Altrettanto fuori programma e del tutto inimmaginabile è pure la storia con mia cugina Vanessa con la quale siamo diventati amanti. Con Vanessa siamo più che cugini: i nostri papà sono fratelli e le nostre mamme sono sorelle; una famiglia molto unita; ha 36 anni e la nostra è stata sempre una frequentazione continua. Figuratevi che il suo secondo figlio, di appena 4 mesi, l'abbiamo battezzato io e mia sorella. E proprio in quella occasione, un mese fa, per caso, siamo stati presi da non so cosa. Durante il rinfresco, a casa sua, con parenti e amici loro, seduto, stavo leggendo un messaggio al cellulare. Lei era davanti a me, di fianco, intenta a sistemare dei bicchieri sul vassoio e si muoveva, leggermente ma provocatoriamente, al lento ritmo di un sottofondo musicale. Era a pochi centimetri da me e il suo ancheggiarsi, col suo culo proprio davanti ai miei occhi, senza malizia alcuna, mi fece sussurrare: "Se continui ad ancheggiarti così mi fai girare la testa". Mi guardò con aria interrogativa e decisamente a disagio disse: "Niente di meno! Guarda un po, faccio eccitare mio cugino! Proprio di questi tempi" "Perché che tempi sono?!" "Non lo vedi quanto sono? Fede mi dice che dopo il parto sono rimasta grossa" (Fede sta per Federico, suo marito). Le dissi che io tutta questa grossezza non la vedevo e poi, lei insistendo, le dissi: "Non mi sembra. Ma lui naturalmente ti può guardare meglio di me. Io ti vedo vestita" "E come mi vorresti vedere?". Vanessa è una bella donna: castana, capelli lunghi, attraente, sensuale e accattivante in viso; un bel corpo: tette grosse al punto giusto e un bel paio di cosce. Da ragazza era considerata la miss della famiglia. Si, è vero che dopo il parto è rimasta pienotta, ma quel po di carne in più è distribuita equamente in tutti i suoi 170 cm di altezza. Quella sera, al battesimo, finì così. L'indomani mattina, in ufficio, sentii il bip di un messaggio in WHATSAPP. Era Vanessa. Lessi: . Non ebbi il tempo di sorprendermi che sentii un altro bip. Altro che sorpreso! Rimasi scioccato. Lei, in piedi, in slip e reggiseno neri, riflessa allo specchio e intenta a fotografarsi col cellulare. Non sapevo cosa pensare. Che pezzo di fica! Si, in carne, ma al punto giusto. Molto sensuale, con le cosce ben tornite, i fianchi rotondi, nonostante tutto il ventre piatto e un gran bel paio di tette. Francamente non sapevo cosa fare. Poi risposi: >. Io: . Lei: . Io: . Ero così convinto che non si sarebbe fatta viva che mi sdraiai sul divano seguendo un programma sportivo in TV. Per me, dopo pranzo, la televisione è come un sonnifero. Sentii squillare il cellulare. Chi cazzo è a quest'ora? Pensai. Non guardai nemmeno chi fosse. "Pronto" risposi. "Sei a casa?". Era vanessa. Sorpreso risposi di si. "Sto salendo". Veramente ero più che sorpreso. Aprii la porta e attesi che si fermasse l'ascensore. "Vanessa, come mai?" le dissi quando uscì dall'ascensore. Aveva l'espressione mortificata. Intanto la feci entrare, richiusi la porta e rossa in viso e imbarazzata disse: "Ho accompagnato Giulio da un compagno per una festicciola e poi stasera lo riprende Federico" (Giulio è il primo figlio di 7 anni). "Ma dai vieni in soggiorno" "No, non posso stare molto, ho lasciato il piccolo con mia mamma ma devo tornare perché a momenti è l'ora della poppata" "E va be, cinque minuti. Ci prepariamo il caffè?" "No. Volevo dirti solamente di cancellare tutti i messaggi e le foto. Io l'ho già fatto. Ma cosa ci ha preso? Finiamola" "Che ne so? Hai voluto un mio parere su come sei e te l'ho dato. Devo dire che ti trovo molto sexy". Il suo sorrisino era, nello stesso tempo, di imbarazzo e di complicità. Sotto un cappottino verde, sbottonato, indossava un vestitino nero, attillato su e a svasare verso giù. Io in tuta. Non nascondo che le sue tette, il suo viso accattivante e il suo sorrisino di complicità, a seguito di tutto quello che era successo, mi fecero un certo effetto. Insomma, mi sentivo provocato. Insomma, allora perché è venuta, pensai. L'abbracciai e cercò di svincolarsi, ma senza convinzione. "Che sei pazzo?" disse sorridendo. La ripresi più stretta per i fianchi infilando le braccia sotto il cappotto e facendo aderire il suo corpo al mio. "Ora devo andare" "Perché?" "E' meglio! E poi te l'ho detto, devo tornare a casa subito". Ma io la tenevo sempre più stretta e sicuramente sentiva il mio cazzo duro. Diventò ancora più rossa e il suo sorrisino ancora più complice. I nostri visi erano vicinissimi. Non so cosa volesse dire ma non appena socchiuse la bocca nel pronunziare la prima sillaba, le ficcai la lingua dentro. "Mmm,mmmm" mormorò portando le braccia sul mio petto nel falso tentativo di allontanarmi. Infatti subito intrecciò la sua lingua alla mia e poi me la succhiò. Andai giù con le mani e le palpai il culo. Staccò la sua bocca dalla mia e col fiatone disse: "Devo andare" "Non è ora" ribattei sfilandole il cappotto. La ristrinsi; giocai sul suo naso col mio; era rossa di vergogna perché adesso era lei che si strusciava sul mio cazzo; le alzai il vestito accarezzandole prima la coscia e poi il culo. "Hai i collant?" "Perché cosa devo avere?" "Quando si va a scopare si indossano le calze" "Ma io non sono venuta per scopare". Pausa. Ci sorridiamo. "Ne sei certa?" "Per favore non mi provocare altrimenti non.....". La baciai e con la mano destra cercai di abbassare i collant; lei mi aiutò con la sua destra. Sospirava. "Si scopami! Solo per questa volta scopiamo" "Si, sono sicuro che lo sai trattare bene il cazzo". Sorrise. "Pazzo" disse. Le presi la mano e la portai sul cazzo; lo tastò; si vergognava e abbassò lo sguardo; guardava lì; pure io guardavo la sua mano che cercava di afferrarlo da sopra la tuta. Intanto i collant erano sulle ginocchia e le potevo accarezzare le cosce; tirai giù le mutandine e dopo averle stuzzicato il clitoride, sentendo i suoi gemiti, la feci sedere sul divano, mi abbassai la tuta e riprese a tastarlo da sopra gli slip; mi chinai e andai con la mano fra le sue cosce. era tutta bagnata. Gemette ancora e tirò giù i miei slip; lo impugnò stupefatta, "Perché ce l'hai così grande? Nella foto non mi sembrava vero!" "Per te, per farti godere come una vacca" "Pazzi! Siamo pazzi!". La spinsi verso di me dalla nuca. Capì. "Che ne sai che lo faccio!" "Con la bocca da pompinara che hai?" "Porco". Prese a leccarlo. Che lingua mia cugina! "Porca miseria come sei brava! Tieni mettilo in bocca" "E' troppo grosso" "C'è più gusto". Si ficcò la cappella in bocca e poi, pian piano, abituandosi alla misura, prese a spompinarmi. Intanto gemeva e muoveva, per quel che poteva, il bacino. Altroché se lo sapeva trattare bene! "Sei bravissima" le dissi. Ma il mio desiderio era quello di leccarle la fica: glielo sfilai dalla bocca, mi inginocchiai, le abbassai collant e mutandine fino ai piedi e andai col viso fra le sue cosce. Nonostante avessimo rotto il ghiaccio era fortemente mortificata ma non appena la mia lingua prese a muoversi fra le sue grandi labbra e sul clitoride, venne leggermente giù col bacino e la leccai freneticamente. Sospirava, gemeva e poi sbottò: "Maurì, vengooo. Si continua che mi piaceee. Ohooo, siiiii. Vengoooooo". La guardai; la tasta aabbandonata sulla spalliera; sospirava ancora e sorrideva. "Ti è piaciuto eh!" "Mm. Si". La feci alzare. "Vieni che ti sfondo". La feci chinare appoggiata con le mani e alzai il vestito fino ai fianchi. Che culo! Le ficcai la cappella nella fica fradicia. "Ahii, mi fai male, fai piano con questo coso grosso che hai" "Non ti lamentare che adesso ti piacerà" "Uhaaaaaaaaa" gridò quando glielo ficcai tutto dentro. Presi a pomparla piano, con delicatezza e ansimava di piacere. "Vanè, ti piace sentirti il mio cazzo dentro?" "Si, siii. Mi sento pienaaaa. Non so fin dove mi arrivaa" "E' tutto dentro" "Sii. Che bello grosso!". Solitamente resistevo molto di più, ma sarà stata la grande eccitazione di chiavarmi mia cugina e di come era andata tutta la vicenda, il fatto sta che non resistevo più. Glielo dissi. "Si, godi pure tu. Insiemeeee. Pure io di nuovooo. Vienimi dentro che mi piace" Presi a sbatterla sempre più velocemente e violentamente e il suo culo e i suoi fianchi sobbalzavano. "Uhoooooo. Di nuovoo. Ancoraaaaaaa" gridò. "Posso venirti dentro?" "Siii. Tranquiloooo". (Poi mi disse che prendeva la pillola). Le sborrai dimenandomi e lei mi veniva incontro assecondando i miei movimenti. "Che bella calda! Che belooooo!". Glielo sfilai e glielo appoggiai fra le chiappe. "Basta mi sta colando tutta; fammi pulire". Inutilmente cercai di trattenerla. "No, no, no. Devo andare. Basta" "Come basta!. Voglio farti il culo" "Si, certo. Figurati. Pazzo! Scordatelo. Nemmeno mio marito. Non ci penso nemmeno. Figurati tu con quel coso che ti ritrovi" "Quando ci vediamo?" "Mai più per questo motivo. Te lo immagini che scandalo?". Mi faccio promettere magari un'altra volta. "Forse sabato. Sabato mattina comunque ci sentiamo. Ora lasciami andare che è già tardi". Infatti sabato mattina Federico avrebbe dovuto accompagnare i genitori di Vanessa, i miei zii, in un'altra città per un consulto medico e sarebbero partiti di buon mattino. Il venerdì sera andai a trovare i miei zii e Vanessa era lì. Era imbarazzata. io normale. In un momento che ci trovammo soli le dissi che alle 9 sarei stato a casa sua e che le avrei fatto il culo. Mi sorrise guardandomi di traverso. All'ora stabilita fui a casa sua. Giulio, il figlio grande, era a scuola; il piccolo dormiva. Lei era fresca di doccia e in vestaglia. Notai subito che non aveva reggiseno. Non appena richiuse la porta la presi fra le braccia e ci baciammo libidinosamente. "Calmati! Non vuoi il caffè?" "Voglio il tuo culo". Nel frattempo le sfilai la vestaglia. "Ancora? Ma la tua è proprio una fissazione! Te l'ho detto, non l'ho fatto mai!". Sotto la vestaglia solo le mutandine. Mi chinao e le leccai le tette. Subito i primi gemiti e qualche schizzo di latte. l tempo di arrivare in camera da letto e già mi ero liberato del giaccone e del maglione. Prese a spogliarmi. "Non vedi l'ora di succhiarti il mio cazzo" "Non mi dire niente. Si proprio". Se ne impossessò; ci buttammo a letto; ci leccammo, ci strusciammo e poi un 69 con me supino e lei sopra. Sentivo la sua lingua su tutto il cazzo e se lo sbatteva pure in faccia. Io le leccavo la fica e le ficcavo pure la lingua dentro. Ansimava, gemeva e si dimenava. Sentii il cazzo dentro la sua bocca; le allargai le chiappe; il suo buchino proprio davanti ai miei occhi. Glielo leccai: "Nooo, lì no". Continuai finché non mi resi conto di averlo lubrificato abbastanza. Presi a succhiarle il clitoride e ficcai il pollice nel culo. "Ahiiiii. Noooo" gridò, ma immediatamente, ebbe un orgasmo a dir poco turbolento. "Ahiiii, siiiiii. Uhoooooooo" "Ti piace" "Sii. Ahaiiii. Ohoooooo. Mi piaceeeee. Sto godendooooooo". Capovolgendoci ci ritrovammo con lei sotto ed io sopra fra le sua cosce. Ci muovevamo lentamente, insieme, col cazzo dentro la fica senza che io facessi su e giù. Le sue mani sulle mie chiappe a tenermi stretto; le mia braccia ai lati della sua testa; viso contro viso. Ci guardavamo fissi; lei con gemiti, smorfie di piacere e mordicchiandosi le labbra; entrambi col risolino in bocca. Ci baciavamo pure e ci mordicchiavamo a vicenda le labbra. Ansimava e mi diceva che le piaceva scopare con me. "Ce l'hai tutto dentro" "Lo so. Lo sento. Mi piace il tuo cazzo. Mi riempe tutta". Ad un tratto sentimmo piangere il piccolo. "Ha fame" disse. "Prima ti voglio vedere godere così". Allora presi a scoparla con colpi potenti e veloci e gridando godette incitandomi a scoparla ancora più forte. Seguì una scena alquanto comica e molto intrigante: lei seduta col piccolo in braccio che allattava ed io che le strizzavo l'altro capezzolo. Socchiudeva gli occhi per il piacere. Poi andai per ficcarglielo in bocca. "Mii! come sei? Non puoi aspettare nemmeno cinque minuti?". Lo prese. Presi a scoparla e le venni in bocca. "Mmmmmmmmmmmm" mormorò, come se fosse disgustata, fissandomi con uno sguardo che sapeva di rimprovero. Inghiottì. Quindi la pulii io stesso e mi rimproverò dicendomi che lei non era abituata a tutte queste cose. Risistemò il piccolo nella culla e, nel frattempo mi impossessai di un tubetto di crema che era fra le cose del bambino. Mi prese a schiaffetti sulle guance e sul cazzo mezzo moscio. La buttai sul letto e la cavalcai col cazzo fra le tette. "Ma quante te ne vengono in testa? Sei veramente un porco!" "Ancora non hai visto niente". Capi. "No, no, no. Non lo faccio. Mi faccio male" "Prima te lo lecco di nuovo" "No" "Ti è piaciuto quando l'ho leccato?" "Si, ma....." .Glielo misi in bocca e non feci parlare per qualche minuto. Poi andai giù, le sollevai il bacino e presi a leccarle la fica e il culo. Arrivò di nuovo al settimo cielo e ne approfittai. "Ma che fai? E' la pomata del bambino! Sei proprio una cosa!". La inculai in quella posizione. "Che male!" "Ma quale male! Vedi come entra facile?". In effetti, nonstante fosse vergine e il mio cazzo abbastanza grosso, la inculai al primo tentativo e, senza ascoltare le sue lamentele iniziali, glielo ficcai tutto dentro. Giocai con la sua fica e presi a fare avanti e indietro col bacino. "Vedi che ti piace prenderlo in culo?" "Si mi piace! Che ne sai tu?" "Allora che fa volevi stare tutta la vita senza gustarti un cazzo nel culo? Mi devi ringraziare" "Si proprio" "Guarda come ti entra!". Si sollevò leggermente e guardò il mio cazzo che entrava e usciva dal suo culo. Le chiesi se le piacesse e lei, dopo qualche secondo, rispose: "Un po".A guardarsi si eccitò. Riprese ad ansimare e continuai a strizzarle il clitoride finché: "Si, si, bello è, mi piaceee, vengo di nuovoooo" gridò. Accelerai e le sborrai dentro l'intestino godendo insieme. Ha trovato il modo per venirmi a trovare a casa almeno una volta alla settimana. Ce la spassiamo. "Appena inizio lo svezzamento faro in modo di incontrarci più spesso. Così ti faccio contento" "Fai contento il tuo culo semmai". Ridiamo. "Porco pazzo!"
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