Ricordi 19
di
pallera
genere
bisex
Ricordi 19
La mattina del giorno dopo il “cinema” andiamo in spiaggia insieme e aspettando l’ora di fare il bagno ci allontaniamo un po’ dagli altri e saliamo sulla terrazza dello stabilimento balneare. Non c’è nessuno e da lì possiamo sentire il juke-box e parlare liberamente mentre pomiciamo un po’.
E con grande sorpresa di entrambi ci troviamo a raccontarci tutto, ma proprio tutto del nostro passato, senza remore ne vergogna, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Da parte mia le racconto tutte le mie esperienze e ho trovato assolutamente normale raccontarle del mio migliore amico C. e dei nostri rapporti senza tralasciare niente. E nemmeno quando le ho parlato di mio fratello e di come mi piaceva fare con loro certe cose ho notato in lei reazioni particolari. Sembrava che tutto fosse normale anche per lei. Anzi mentre ascoltava mi baciava continuamente e mi accarezzava tutto il corpo in particolare sotto il costume. Ero felice di potermi rivelare per come ero e preso coraggio le raccontai anche del fratello di C. e infine dell’ultimo episodio con mio cugino di pochi giorni prima.
Il suo sorriso disarmante mi fece un sacco piacere e anch’io cominciai a baciarla ed accarezzarla.
A questo punto comincia lei a raccontarmi le sue esperienze e pian piano capisco perché niente di quanto le avevo detto l’aveva sorpresa più di tanto.
Anche lei aveva un’amica del cuore, L., erano cresciute insieme fin da piccole abitando l’una a pochi metri dall’altra. R. era figlia unica mentre L. aveva due fratelli gemelli di qualche anno più grandi.
Tutte due fin da bambine avevano dimostrato interesse per il corpo dell’altra e giocando spesso a “dottore” si scrutavano a vicenda ogni zona, ogni buco dei loro corpi infantili. In questo erano favorite anche dal fatto che spesso dormivano insieme, sia nei pomeriggi d’inverno, sia nelle notti in cui i genitori di una o dell’altra uscivano e si facevano il favore di tenere i bambini.
Poi arrivate all’età di dieci anni circa, quando i loro corpi cominciano a cambiare, le tette cominciano a crescere così come i peli all’inguine, gli scrutamenti diventano sempre più approfonditi, le dita s’insinuano in ogni piega in ogni fessura, in ogni buco. E queste carezze inizialmente ingenue si trasformano ben presto in una sorta di piacere fino ad allora sconosciuto ma decisamente molto intrigante. Tutte due, facendo tesoro di quello che sentono a scuola o L. dai fratelli maggiori, cominciano a sperimentare cosa vuol dire farsi un ditalino e venire. E l’abitudine a toccarsi a vicenda fa si che ognuna delle due abbia il primo orgasmo grazie alle carezze dell’altra.
Questo naturalmente le unisce sempre più e giorno dopo giorno sperimentano nuovi modi di procurare piacere all’amica. E a R. piace particolarmente leccare la fica di L., le piace il suo odore e il suo sapore quando alla fine con scosse e tremori viene bagnandole la lingua di quel liquido caldo e saporito.
Anche L. le lecca la fica con gusto ma a lei piace anche infilare un dito nei buchetti dell’amica. Prima lo lubrifica bene con la saliva poi lo mette dentro la pisella già bagnata, piano piano ma sempre più in fondo, provocando un piacere nuovo e mai provato in R. Poi non soddisfatta lo toglie da davanti e già umido dello sburro dell’amica lo infila nel culetto. Questo era una specie di gioco che facevano anche da bambine soprattutto mentre facevano il bagno e insaponandosi a vicenda facevano in modo che le dita scivolassero dentro il buco facilitate dal sapone. Allora ancora non sapevano il significato di quella sensazione strana ma piacevole che la cosa provocava in loro, ciononostante la ripetevano ogni volta che se ne presentava l’occasione.
Accidenti – le dico – anche tu hai avuto la fortuna come me di trovare una persona veramente amica e con cui avevi confidenza da poter sperimentare tutto questo. È per questo che non ti ho vista sorpresa da quello che ti ho raccontato di me?
Si un po’ per questo – mi risponde – ma anche perché grazie ai fratelli di L. ho potuto assistere a cose molto simili a quelle che mi hai raccontato e quindi non le considero assolutamente strane.
Davvero? Dai racconta mi incuriosisci – le dico……..continua
La mattina del giorno dopo il “cinema” andiamo in spiaggia insieme e aspettando l’ora di fare il bagno ci allontaniamo un po’ dagli altri e saliamo sulla terrazza dello stabilimento balneare. Non c’è nessuno e da lì possiamo sentire il juke-box e parlare liberamente mentre pomiciamo un po’.
E con grande sorpresa di entrambi ci troviamo a raccontarci tutto, ma proprio tutto del nostro passato, senza remore ne vergogna, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Da parte mia le racconto tutte le mie esperienze e ho trovato assolutamente normale raccontarle del mio migliore amico C. e dei nostri rapporti senza tralasciare niente. E nemmeno quando le ho parlato di mio fratello e di come mi piaceva fare con loro certe cose ho notato in lei reazioni particolari. Sembrava che tutto fosse normale anche per lei. Anzi mentre ascoltava mi baciava continuamente e mi accarezzava tutto il corpo in particolare sotto il costume. Ero felice di potermi rivelare per come ero e preso coraggio le raccontai anche del fratello di C. e infine dell’ultimo episodio con mio cugino di pochi giorni prima.
Il suo sorriso disarmante mi fece un sacco piacere e anch’io cominciai a baciarla ed accarezzarla.
A questo punto comincia lei a raccontarmi le sue esperienze e pian piano capisco perché niente di quanto le avevo detto l’aveva sorpresa più di tanto.
Anche lei aveva un’amica del cuore, L., erano cresciute insieme fin da piccole abitando l’una a pochi metri dall’altra. R. era figlia unica mentre L. aveva due fratelli gemelli di qualche anno più grandi.
Tutte due fin da bambine avevano dimostrato interesse per il corpo dell’altra e giocando spesso a “dottore” si scrutavano a vicenda ogni zona, ogni buco dei loro corpi infantili. In questo erano favorite anche dal fatto che spesso dormivano insieme, sia nei pomeriggi d’inverno, sia nelle notti in cui i genitori di una o dell’altra uscivano e si facevano il favore di tenere i bambini.
Poi arrivate all’età di dieci anni circa, quando i loro corpi cominciano a cambiare, le tette cominciano a crescere così come i peli all’inguine, gli scrutamenti diventano sempre più approfonditi, le dita s’insinuano in ogni piega in ogni fessura, in ogni buco. E queste carezze inizialmente ingenue si trasformano ben presto in una sorta di piacere fino ad allora sconosciuto ma decisamente molto intrigante. Tutte due, facendo tesoro di quello che sentono a scuola o L. dai fratelli maggiori, cominciano a sperimentare cosa vuol dire farsi un ditalino e venire. E l’abitudine a toccarsi a vicenda fa si che ognuna delle due abbia il primo orgasmo grazie alle carezze dell’altra.
Questo naturalmente le unisce sempre più e giorno dopo giorno sperimentano nuovi modi di procurare piacere all’amica. E a R. piace particolarmente leccare la fica di L., le piace il suo odore e il suo sapore quando alla fine con scosse e tremori viene bagnandole la lingua di quel liquido caldo e saporito.
Anche L. le lecca la fica con gusto ma a lei piace anche infilare un dito nei buchetti dell’amica. Prima lo lubrifica bene con la saliva poi lo mette dentro la pisella già bagnata, piano piano ma sempre più in fondo, provocando un piacere nuovo e mai provato in R. Poi non soddisfatta lo toglie da davanti e già umido dello sburro dell’amica lo infila nel culetto. Questo era una specie di gioco che facevano anche da bambine soprattutto mentre facevano il bagno e insaponandosi a vicenda facevano in modo che le dita scivolassero dentro il buco facilitate dal sapone. Allora ancora non sapevano il significato di quella sensazione strana ma piacevole che la cosa provocava in loro, ciononostante la ripetevano ogni volta che se ne presentava l’occasione.
Accidenti – le dico – anche tu hai avuto la fortuna come me di trovare una persona veramente amica e con cui avevi confidenza da poter sperimentare tutto questo. È per questo che non ti ho vista sorpresa da quello che ti ho raccontato di me?
Si un po’ per questo – mi risponde – ma anche perché grazie ai fratelli di L. ho potuto assistere a cose molto simili a quelle che mi hai raccontato e quindi non le considero assolutamente strane.
Davvero? Dai racconta mi incuriosisci – le dico……..continua
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Ricordi 18racconto sucessivo
Ricordi 20
Commenti dei lettori al racconto erotico