Orizzonte degli eventi

di
genere
gay

Questa è la storia di Lorenzo, una mia storia, Lorenzo sono io. Risale a quando avevo 15 anni. Un ragazzo come tanti, con i problemi che si hanno nell'eta' adolescenziale. L'essere considerati ancora bamboccetti, non essere mai presi sul serio, il dover sempre ubbidire ai genitori, dover andare bene a scuola se no so' cazzi, ecc. Ah dimenticavo il non accettarsi per come si è. Frocio, gay, omosex, invertito, scegliete voi il termine. Piu' o meno tutti i i miei amici avevano già avuto qualche relazione o anche solo una scopata con qualche ragazza. Io no ma quel che è peggio, quello che faceva piu' male non avevo ancora trovato un ragazzo. Mi sfogavo al pc con foto e video porno. Era tutto quello che avevo. Ma passiamo ai fatti.
I miei avevano tanti amici e spesso organizzavano cene. Mia madre aveva la passione per la cucina ed era bravissima e quando organizzava le mangiate a volte la aiutavo, piaceva anche a me. Mentre rimescolavo la ribollita le chiesi "Chi sono gli invitati di questa sera?". "Vengono i Manzoli, li conosci, poi portano anche loro figlio e una loro amica". "Ah si i Manzoli, quelli che quando cucini si leccano quasi il piatto da quanto gli piace la roba che fai...e mai una volta che loro ci abbiano invitato a casa loro...". "Dai Lorenzo non essere così acido, lo sai perfettamente che la Carmen è un vero disastro in cucina, poi hanno una casa piccola, non è come la nostra": "Vabbè vabbè e quanti anni ha invece il figlio?" chiesi
incuriosito. "35 ma perchè ti interessa?" "Cosi' mi regolo se devo fare il bamboccetto o recitare la parte di adulto". "Guarda Lorenzo che se anche reciti la parte di adulto resti sempre un bamboccetto". "Grazie mamma, hai sempre una gran considerazione di me!".
Me ne andai in sala ad apparecchiare e intanto pensavo al figlio dei Manzoli. Sara' un cesso? O sara' un bel tipo, boh, speriamo bene, i figli degli amici dei miei son sempre stati orrendi. Stavo tirando fuori i bicchieri e distratto dai pensieri sul figlio invitato
un bicchiere mi sfuggii di mano piombando a terra. Scrash!! Mia madre accorse in preda a crisi
isterica. "Ecco! non ne combini mai una! è il terzo bicchiere che spacchi in una anno! Possibile tu non stia mai attento?? Adesso prendi la scopa e raccogli tutto, ma dico tutto, non ne deve rimanere neanche un frammento! E per sicurezza passi anche l'aspirapolvere! Hai capito?? Sei un disgraziato, quando mi aiuti nelle cene combini solo danni!!". Per fortuna torno' in cucina, avevo le orecchie che mi fumavano dagli urli. Presi la scopa e spazzai.
Diedi l'aspirapolvere e poi mi rintanai in camera fino all'arrivo degli ospiti. Alle 20.30 il campanello di casa suonò puntualissimo. Scesi.
Ci furono i saluti e le presentazioni e le solite frasi scontate e di circostanza. Bacino alla signora Carmen, stretta di mano al marito, stretta di mano all'amica Silvia, una bella donna sulla cinquantina. E stretta di mano a "Alessandro, piacere". "Piacere mio"
risposi mentre non mi aveva ancora mollato la mano che mi aveva stretto fortissimo, ma questo non lo feci notare. Mi ero soffermato invece ad osservare l'audace e insinuosa bellezza del figlio dei Manzoli. Peccato che non si usasse salutare gli ospiti con la lingua
in bocca perchè in questo caso ci sarebbe stata. Mentre i miei e i suoi parlavano prima di accomodarsi in sala Alessandro mi attacco' una piacevole pezza chiedendomi che scuola facevo, quanti anni avevo, quali sport facevo, quali erano i miei interessi, i miei gusti musicali. Il terzo grado insomma e mentre mi parlava non staccava gli occhi dai miei e io non gli staccavo dai suoi. A un tratto mi chiese:
"Tu hai la ragazza?", "Beh è prestino, dai tempo al tempo" risposi". "Io sto con Silvia, sono 2 anni ormai". "Ah, ma è più grande di te" feci io e rispose "Infatti, ma sai a me le donne piacciono piu' grandi", e ripete' in modo incisivo guardandomi dritto negli occhi "LE DONNE...". Poi mi fece un sorrisino malizioso prima di bere un goccio di Campari che era tra gli aperitivi. E io cominciai con le mie seghe
mentali da adolescente arrapato. Ehi mi questo mi punta, questo ci sta, ha sottolineato che gli piacciono le donne piu' grandi e perchè quello sguardo mentre me lo diceva? Nelle fantasie me lo vedevo già in un letto completamente nudo alla mia mercè. Gli avrei fatto di tutto, me lo sarei bevuto, come si beve tutto d'un fiato col massimo piacere una coca ghiacciata quando il termometro segna 35 gradi.
Andammo a tavola e ci sedemmo. I miei avevano assegnato me e Alessandro a capotavola. Forse per distanziarci, forse per non farci parlare. Ma nelle 2 ore dell'ottima cena, mentre i miei, i suoi e Silvia erano intenti e distratti dalle chiacchere piu' disparate non ci staccammo gli occhi di dosso. Nel frattempo gli mandavo messaggi telepatici dicendogli che facesse qualcosa dopo cena perchè rimanessimo soli, anche solo un istante. Comunque tra un piatto e l'altro sia io che Alessandro cercavamo di partecipare ai discorsi dei piu' grandi per non restare in disparte, per non destare sospetti, per non far capire che il nostro sguardo era diventato uno sguardo solo.
Silvia salto' su che tra quattro mesi si sarebbe sposata con lui "Non potete mancare al matrimonio, eh? Anche tu -rivolta a me- ragazzino, devi venire anche tu. Devi stare proprio bene con giacca e cravatta!". Odiavo giacca e cravatta e mia madre glielo fece
notare "Lorenzo in abito da cerimonia?? Dai Silvia ce lo vedi con quel musino imbronciato? Ma tutto puo' succedere, mi trasformero' in Mary Poppins e gli faro' indossare l'abito piu' bello anche se a lui non piacera' mai". Risata generale...me escluso. La storia del matrimonio della mia preda mi aveva fatto andare proprio fuori dai gangheri. Guardai Alessandro duramente e lui se ne accorse.
Sempre telepaticamente gli comunicai "Prima che sposi quella troia devi essere mio!". Forse recepi' perche' sorrise mentre mi guardava fisso negli occhi. Finita la cena tutti si appollaiarono sul divano mentre mio padre preparava il proiettore per diapo. I Manzoli si erano portati tutte le foto delle vacanze in indonesia. Che giuppa, pensai...Alessandro fu un grande quando disse "Prima Lorenzo mi ha sfidato
a una partita alla playstation, non vi dispiace se noi andiamo a giocare mentre guardate le diapo, tanto io le so a memoria". "Andate, andate" disse Carmen "anche se ha già 35 anni Alessandro è ancora un ragazzino..." I miei sgignazzarono. Silvia un po' meno e mi
guardava sospettosa mentre salivo le scale insieme al suo futuro marito. Silvia vaffanculo, le comunicai telepaticamente. Una volta arrivati in camera ero imbarazzatissimo, non sapevo che dire. Alessandro era in piedi davanti a me. Mi guardava con sfida. Tutti e 2
sapevamo che era una balla quella della playstation, io non lo avevo affatto invitato a giocare. Per sciogliere il ghiaccio gli offrii una caramella. Io amo le caramelle, ne ho la stanza piena, di tutti i tipi, forse mi servono per sfogare la voglia di dolcezza che vorrei da parte di qualcuno. "Mia mamma, fin da piccolo mi ha insegnato che non si accettano caramelle da uno sconosciuto..." fece Alessandro.
"Beh tante grazie per lo sconosciuto, vedo che non ti fidi molto di me..."replicai abbastanza indignato. "Dai scherzavo, come siamo
permalosi Lorenzo...". Mi si avvicino' sorridendomi. Che bocca e che sorriso splendido che aveva. "Ok vada per la caramella, ma che sia questa!". Mi prese mettendomi le mani attorno al collo e incollo' la sua bocca alla mia e mi tiro' fuori la lingua e comincio' a succhiarla, da esperto, mi tolse il fiato e il respiro. Il primo bacio a un maschio. Non stavo a pensare avesse 20 anni piu' di me. Stavo solo a gustare
il sapore delle sue labbra e la passione che ci stavamo mettendo. Lo vidi come il bigben, la nascita dell'universo. Le molecole delle nostre salive pulsavano e rimbalzavano come i miliardi di schiume e di fuochi che diedero inizio al mondo, alla vita. Non so quanto tempo era passato. So che non mi sarei staccato piu' da quelle labbra. Lo fece lui per me. "Ti è piaciuto?" mi chiese. Gli saltai addosso,
lo strinsi piu' forte che potevo annusando il profumo della sua pelle che traspirava dalla camicia. Poi gli baciai il collo, glielo ripassai tutto con la lingua mentre sentivo che soffocava i gemiti col silenziatore. "Accendi la playstation", mi fece. Se qualcuno salisse deve trovarla in funzione, non credi'". Lo feci immediatamente e diedi inizio a una partita, ma col volume basso. Se qualcuno avesse fatto le scale avremmo sentito i passi. Alessandro intanto era andato alla finestra "Avete un bellissimo panorama qui, a casa mia si vedono solo case e balconi". "In effetti è molto bello, i miei hanno saputo scegliere bene", gli dissi sorridendo. Poi diventai serio quando gli chiesi: "Allora ti sposi con quella...". "Beh si, è tanto che stiamo insieme, è arrivato il momento. Sto molto bene con lei, anche se è piu' grande di me. Ma perchè mi guardi così? Ehi, ma tu stai piangendo? Perchè, cosa ti ho fatto? Non sarai mica geloso vero?". Singhiozzando risposi: "Mi è bastato un bacio e mi sono innamorato. Una persona innamorata come puo' reagire sapendo che l'altro si sposa??".
"Dai Lorenzo, non puoi dire così. Non puo' bastare un bacio per innamorarsi. Sei ancora molto giovane non le puoi capire certe cose".
"Certo sono troppo giovane, sono il solito bamboccetto nella considerazione di tutti. Perchè hai voluto baciarmi allora? Solo per divertirti un po' con me? Tu sei gay, confessa! E ti sposi con una anche se sei gay. Complimenti! ma dimmi: cosa faresti con me se fossimo soli con la porta chiusa a chiave e senza il pericolo che qualcuno possa salire da un momento all'altro??". "Non posso dirtelo" rispose. "
"Dimmelo!" replicai duramente. "Vuoi davvero saperlo? Farei di tutto con te e mi farei fare di tutto da te. Ma mi blocca un fattore. Che tu abbia solo 15 anni, io non è che sia pedofilo, io non ho mai baciato un ragazzo così giovane. Mi hai chiesto tu di farlo, mi guardavi con degli occhi. Non ho saputo resistere, perdonami!".
Malachia che era stato rintanato nel suo nido fino a
quel momento fece un miagolio spaventoso mentre Silvia
stava salendo le scale per andare in bagno. Io e Alessandro ritornammo alla realtà mentre la ficcanaso busso' alla porta socchiusa.
"Allora ragazzi, chi vince?" disse entrando. "Ha vinto Alessandro, i grandi vincono sempre" dissi io con un sorriso dolce amaro.
"Mi spiace per te Lorenzo, ma lui è sempre stato un asso con la playstation. Dai Ale, vado in bagno poi andiamo, si è fatto tardi ormai".
Alessandro mi guardo' ancora una volta. Aveva un'espressione triste, dispiaciuta. Sapeva come io sapevo che quallo sarebbe stato l'unico contatto tra di noi. Scendemmo le scale e rangiungemmo gli altri. Poi scese anche Silvia. Ci furono i saluti di commiato e i ringraziamenti per la cena. Le ultime parole di Alessandro rivolte a me furono "Allora aspettiamo anche te al matrimonio, giacca e cravatta, mi raccomando!". La porta si chiuse. "E' stata una bellissima serata" disse mia madre "Peccato ti sia perso le diapositive dell'indonesia, erano stupende". "Mi sono divertito lo stesso" replicai io dirigendomi in camera mia. Mi buttai sul letto a meditare.
E' sempre il tempo il nemico di tutto. Se sei troppo giovane non riesci ad avere nessuno. Se sei troppo vecchio non riesci piu' ad avere nessuno. L'età,
tutti diamo troppo peso all'età. Aspettero' ancora, aspettero' di non essere piu' un bamboccetto, anche se i bamboccetti hanno un cuore e un anima ma poi alla fine non servono a niente perchè gli altri non ti considerano.
Bisognerebbe vivere sull'orizzonte degli eventi.
Lì almeno spazio e tempo diventano una cosa unica. Lì lo spazio e il tempo non esistono più.
scritto il
2010-09-29
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