Elisabetta e il prof...........il naufragar cì è dolce in questo nuovo amore.........16capitolo/scritto insieme a Davide Sebastiani
di
Idea Clito
genere
dominazione
Sedicesimo episodio
ELISABETTA
E’ una splendida giornata di fine primavera, una di quelle giornate in cui ci si alza dal letto felici a prescindere. Per me non è così. Io sarei felice anche con la pioggia e con la neve perché ho realizzato tutto quello che avevo in mente. E di questo devo ringraziare i miei adorati nipotini. Per portare loro al parco ho avuto modo di conoscere la persona che mi sta facendo vivere quella vita che per anni avevo solo sognato. E come al solito la sveglia me la dà lui con il solito vassoio pieno di leccornie per la mia prima colazione
“ Buongiorno, mia bellissima padrona”
Stavolta sul vassoio c’è anche una splendida rosa. L’afferro e l’annuso
“ Come mai questa rosa?” gli chiedo incuriosita. In questo periodo mi ha dato innumerevoli prove di amore e di devozione ma mancava il gesto di un fiore
“ Oggi è il nostro complimese. Beh, non so come si chiama. Festimese, mesiversario, faccia lei. Comunque è un mese che noi… Insomma, è un mese che lei è diventata la mia padrona”
Oh mio Dio, è vero, come ho fatto a dimenticarmene? E’ un mese che Daniele è il mio schiavo, è un mese che lui è diventato il mio uomo. Lo bacio con passione
“ Auguri allora” gli dico tenendolo ancora stretto tra le mie mani
“ Posso darle gli auguri anche io?”
Il solito dolcissimo Daniele completamente dipendente da me
“ Certo. Devi farmi gli auguri perché anche per me è un giorno speciale”
“ Auguri padrona. Vorrei aggiungere che questo è stato il mese più bello della mia vita accanto a lei. Anzi, sotto di lei”
“ Allora dobbiamo festeggiare. Andremo a pranzo fuori. Per una volta farò un’eccezione alla mia dieta e mangerò anche a pranzo. Vorrà dire che poi starò attenta alla cena e mi preparerai solo un centrifugato”
Mi viene da sorridere pensando appunto al centrifugato che è una delle mie grandi passioni. Avevo portato Daniele nel negozio nei pressi della mia abitazione dove fanno questa specialità in modo delizioso grazie a Ettore, il nipote del proprietario. Ma Daniele voleva stupirmi e, approfittando del fatto che le sue giornate erano molto più libere rispetto alle mie grazie alla scuola che stava per finire, aveva chiesto a Ettore di insegnargli a fare i centrifugati come piacciono a me. Ettore aveva accettato e gli aveva insegnato alcuni trucchi del mestiere e un pomeriggio, mentre mi rilassavo in casa, mi sono vista arrivare quella bevanda ricca di vitamine e sali minerali identica a quella che mi preparava Ettore. Dire che sono rimasta di stucco è poco. Gli chiesi naturalmente come avesse fatto e mi spiegò appunto la situazione. E naturalmente ricambiai quel gesto con un bacio che gli tolse il fiato.
Intanto Daniele mi guarda. Oddio, quanto adoro quello sguardo. Sembra sia in contemplazione, in completa adorazione e forse è proprio così che ama sentirsi di fronte a me. Lo accarezzo e lo bacio di nuovo. Mi piace eccitarlo soprattutto la mattina quando mi porta la colazione a letto. E siccome di fronte a me in casa deve essere nudo, adoro vedergli quel bel cazzo quasi costantemente in erezione. E ancora non riesco a farci l’abitudine. Credo che avere accanto un uomo dolcissimo praticamente sempre eccitato sia il sogno della maggior parte delle donne. Almeno quelle con una sessualità non repressa e io ormai ho abbandonato ogni forma di controllo sul sesso. Quando mi va me lo prendo e considerando che la dominazione che effettuo su di lui mi eccita in modo incredibile, me lo prendo spesso. Lo faccio comunque mettere a fianco a me per fare questa colazione. Adoro farla insieme a lui in modo del tutto normale, abbandonando, sia pure per pochi minuti, i nostri ruoli
“ Questo è uno dei momenti che amo di più, padrona”
mi dice addentando uno dei buonissimi cornetti che compra giornalmente nella mia pasticceria preferita
“ Come mai?”
“ Mi piace stare accanto a lei anche come uomo oltre che come suo schiavo. A me piace sentire entrambe le sensazioni e sono molto belli anche questi momenti rilassanti. Così come sono meravigliosi i momenti in cui lei esercita il suo dominio su di me”
Lo bacio di nuovo mordicchiandogli il labbro inferiore
“ Anche a me piacciono entrambe le situazioni. Ti voglio sia come schiavo che come uomo. Anzi, visto che oggi è un giorno speciale perché è un mese che sono la tua padrona, se vuoi ti concedo un giorno intero senza che tu abbia l’obbligo di chiamarmi padrona e darmi del lei. Potrai chiamarmi come vuoi, amore, tesoro, Betta, pucci pucci. Come ti senti tu”
“ Io… E’ lei che deve decidere. Dipendesse da me continuerei a chiamarla padrona. Non è una forzatura ma un atto d’amore. Per me non è meno intenso, meno intriso d’amore di un nomignolo. E chiamarla per nome… Mi sembrerebbe di mancarle di rispetto. Per me la parola padrona racchiude tutte le sensazioni che ho avuto in questi anni, tutti i desideri che non riuscivo a realizzare. Mi esce dal cuore perché è meraviglioso per me avere una padrona dopo averla sognata per cinquant’anni”
E’ vero, devo essere io a decidere. E a me cosa piace? Sentirmi chiamare padrona, sentire la sua riverenza nel linguaggio mi eccita, inutile negarlo. Mi fa sentire potente, mi fa sentire una divinità. Traccia un solco tra me e lui che a volte, come in questo momento che siamo abbracciati come due fidanzatini, si annulla senza per questo diventare una coppia alla pari bensì due innamorati atipici, particolari, una coppia dove io rimango sempre la parte dominante in grado quando vuole di interrompere quei momenti di dolcezza per dargli due ceffoni soltanto perché ne ho voglia. E quindi, sì, mi piace che il mio schiavo rimanga sempre un gradino sotto di me. Anche se lo amo. Non ha importanza. Non serve chiamarci con nomignoli infantili per accorgerci dell’amore che nutriamo ognuno per l’altro
“ Va bene. Credo che sia giusto continuare a chiamarmi padrona in ogni occasione” gli rispondo infine. Lo vedo sorridere e afferra le mie mani per baciarmele
“ Grazie padrona. Sa che malgrado sia trascorso un mese ancora non riesco a crederci di avere una padrona bellissima come lei. Addirittura pensavo di aver terminato con le donne e con il sesso. Non mi interessava stare insieme a una donna tanto per non restare da solo. Dopo la separazione con mia moglie ci ho provato ma non faceva per me. E poi arriva lei, la padrona perfetta, la donna perfetta per me, per la mia vita” Lo abbraccio e lo bacio teneramente. In questo momento sono la sua donna ma non perdo mai la mia dominanza nei suoi confronti. Forse ha ragione lui ed è questo mix ad essere vincente e magico per noi
“ Anche io sarei rimasta da sola se non avessi trovato te. Di uomini ne avrei potuti avere quanti ne volevo. Ma non mi sarei più accontentata. E poi tu… Mi sembra assurdo ma io lo avevo capito fin dal primo momento. Adesso vieni qui e sdraiati accanto a me” gli ordino afferrando la brioche che stava mangiando per poi ingoiarla io ridendo come una ragazzina. E poi me lo metto sotto. Gli afferro le mani e, come ogni volta, la mia respirazione si fa affannosa. Lo voglio. E me lo prendo perché è mio, di mia proprietà e perché lui non aspetta altro.
Non è la prima volta che la nostra giornata inizia così. Soprattutto da quando lui è venuto a stare a casa mia. Il nostro bisogno sessuale sembra infinito. Probabilmente, dopo anni e anni trascorsi a fantasticare, quando poi ci siamo trovati di fronte a quella realtà così desiderata da entrambi, il nostro cervello è andato in tilt facendo aumentare in modo incredibile la voglia di sesso. Per me almeno è così. E lui… Beh, la sua erezione quasi perenne dimostra quanto desideri la donna e la padrona. Ad ogni modo, non posso negare che anche per me è stato il mese più intenso della mia vita. Abbiamo trascorso questi trenta giorni in modo meraviglioso, come due adolescenti alla loro prima esperienza. Naturalmente, Daniele ha dovuto portare tutte le sue cose a casa mia a parte alcuni oggetti che invece ha appoggiato nel garage di sua figlia ed è quindi iniziata la nostra convivenza. Ogni ora, ogni minuto trascorso insieme meriterebbe di essere raccontato per il modo intenso con cui l’abbiamo vissuto. Sapevamo entrambi di essere stati baciati dalla fortuna per aver avuto ciò che ognuno di noi due aveva desiderato ma da parte mia era incredibile constatare come Daniele fosse lo schiavo che io avevo sempre sognato. In questo mese ha sempre fatto e detto ciò che io avrei fatto dire o fatto fare a un mio ipotetico schiavo. Ogni cosa che lui ha fatto era quella che mi sarei aspettata. Avevo sempre immaginato uno schiavo che si prendesse cura della mia casa? Ebbene, Daniele lo faceva, facendola splendere più di quanto ci sarebbe riuscita una donna. Volevo uno schiavo che mi facesse ogni sera da mangiare? Ebbene lui lo faceva. Oddio, non tutto gli è sempre riuscito alla perfezione. Un po’ anche per colpa mia avendolo obbligato a preparare pietanze complicate solo per metterlo alla prova e per avere un’ottima scusa per punirlo dolorosamente. E a volte ho pensato che fosse proprio lui a sbagliare di proposito per essere punito da me. In questo mese non mi sono fatta mancare niente. L’ho spesso inondato di pissing e naturalmente ho usato di nuovo il mio strap-on a doppia penetrazione e ormai il suo culetto è diventato abbastanza dilatato e la sua sofferenza molto meno evidente. Anzi, a vedere l’erezione che sfodera quando lo penetro, penso che ci provi molto piacere. Per quanto mi riguarda, vado letteralmente fuori di testa. La sensazione di possedere un uomo, così anomala per la mentalità femminile scatena in me una miriade di emozioni. Naturalmente non ho mai abbandonato il mio frustino e non c’è stato giorno che non l’abbia colpito con quell’arnese. E non mi sono fatta mai mancare dei sonori ceffoni, forse la cosa più umiliante per lui che sa benissimo di essere più debole di me e che quindi non può contrastarmi. E poi c’è stato sesso. Tanto sesso. Come è successo stamattina, mi capita spesso di perdere la testa e di volerlo, quasi violentandolo. E pensare che sono stata per anni senza fare sesso con un uomo. Non ne avevo bisogno. A volte mi capitava di posare il mio sguardo su qualche bell’uomo ma senza mai sentire desiderio dentro di me. E invece Daniele mi fa perdere completamente la testa. Ovviamente, non è tutto merito suo perché per come sono i miei desideri e le mie sensazioni, probabilmente avrei perso la tramontana anche con qualunque altro uomo che si fosse inginocchiato ai miei piedi. Ma io so che con lui c’è davvero qualcosa di speciale. E poi vederlo sempre con l’arnese in tiro solletica non poco la mia libido repressa per tanti anni.
Anche il fatto che lui sia più libero con gli impegni scolastici ha favorito il nostro rapporto. E dal canto mio anche io ho quasi finito il campionato. I francesi non si sono più sentiti ma poco male. Firmerò per un altro anno con la stessa squadra e starò di nuovo con le mie ragazze. Anche se un po’ ci avevo sperato, devo essere sincera.
E a proposito delle mie ragazze, lo hanno finalmente conosciuto. Era venuto al campo per avvertirmi che sarebbe andato a casa di sua figlia e che avrebbe fatto un po’ tardi. In realtà gli allenamenti in campo erano terminati e stavo torchiando le ragazze nella palestra accanto al campo che fa parte dell’impianto sportivo dove poi abbiamo i nostri impegni ufficiali. Per essere buone rugbiste bisogna prima di tutto essere forti fisicamente senza che la forza fisica faccia perdere agilità. Ci vuole quindi un allenamento bilanciato e naturalmente ne approfitto per fare io stessa gli allenamenti che faccio fare alle mie ragazze. Quel giorno non lo avevo visto entrare e me ne sono accorta solo quando si era avvicinato a me con gli occhi fuori dalle orbite. Avevo lasciato i miei attrezzi e avevo appunto detto alle ragazze che lui era Daniele, il mio uomo. Ed era stato accolto ovviamente dagli applausi delle mie ragazze. Poi si era avvicinato a me
“ Padrona, ma quanto pesa quell’affare che stava alzando?”
Me l’aveva detto ovviamente sottovoce per non farsi sentire da nessuno e io ero scoppiata a ridere
“ Troppo per te” gli avevo risposto soddisfatta, conscia della mia superiorità. Sensazione molto strana a pensarci bene. Credo che nessuna donna amerebbe sentirsi superiore al proprio uomo da un punto di vista fisico. Ma io non sono come le altre donne e amo questo senso di superiorità nei suoi confronti. Mi eccita notevolmente e mi regala la consapevolezza di avere le doti giuste per sottometterlo ai miei voleri. Senza però sminuirlo. Non è un atleta ed è quasi logico che una come me che ha fatto uno sport così duro ad alto livello per tanti anni e che poi ha proseguito a tenersi in forma per dare il buon esempio alle ragazze che ha avuto il piacere e l’onore di allenare, sia notevolmente più in forma di un prof che non ha mai avuto un grande interesse per lo sport. Ma anche se io sono più in forma di lui, anche se posso neutralizzarlo in un batter d’occhio, anche se posso mettermelo sotto come e quando voglio, riesco ugualmente a vederlo come un uomo attraente e di un certo livello. Il suo fascino non è quindi dovuto ai muscoli scolpiti anche se comunque ha ancora un fisico asciutto che mi attrae notevolmente, ma al suo sguardo dolce e intelligente, alla sua capacità di comprendermi. Alla fine, quello che conta è che ai miei occhi appare un figo della madonna e che sono gelosa come una iena tanto che al solo pensiero che lui possa essere attratto da un’altra donna vado in ebollizione. Ipotesi remota, a dir la verità perché se ci ragiono freddamente so che lui è completamente mio, che vive per me e non si azzarderebbe nemmeno a posare il suo sguardo su un’altra, anche se quell’altra dovesse essere una top model con trent’anni meno di me. Comunque, se voleva una prova delle mie capacità fisiche, l’aveva avuta. Quel giorno rimase comunque un’oretta in palestra. Mi piaceva averlo accanto a me mentre continuavo a dirigere l’allenamento. Lo osservavo ed era lampante il suo orgoglio che traspariva anche senza parlare. E a vederlo in quel modo, mentre dinanzi a tutte mi faceva sentire la donna più amata dell’universo, avrei voluto gridare dalla felicità. E non me ne accorsi solo io del suo sguardo pieno d’amore e devozione. Prima di concludere l’allenamento venne un gruppo di bambine di circa dieci anni. Il rugby, in special modo quello femminile è per molti una cosa strana, uno sport che ha poco di femminile e quindi i genitori vogliono rendersi conto di cosa si tratta prima di iscrivere le loro figlie nella nostra squadra dedicata appunto alle bambine. Quando ci sono queste visite, io di solito mi metto a parlare con i genitori spiegando loro che il rugby è uno sport sano di alti principi che favorisce amicizia e che crea una sana competitività tra le ragazze e devo dire che in questi ultimi anni le iscrizioni si sono moltiplicate. E mentre parlavo con i genitori, una di quelle bambine che poi scoprii chiamarsi Milena, strattonò Daniele
“ Signore, l’allenatrice è la tua fidanzata?” L’aveva detto a voce alta e io mi bloccai mentre tutti rivolgemmo lo sguardo a Daniele che non sapeva cosa rispondere. Era diventato rosso come un peperone e si guardava intorno spaesato. La ragazzina, per nulla intimidita, venne poi da me “Il tuo moroso deve essere sordo. Gli ho fatto una domanda ma non risponde” Accarezzai quella ragazzina. Non sapevo se ridere o piangere e alla fine, considerando che stavo insieme a tante altre persone, scoppiai a ridere anche se mi sarei messa volentieri a piangere dalla felicità. Quella bambina di appena dieci anni aveva capito l’amore di Daniele per me soltanto dal suo modo di guardarmi.
Quella sera, quando tornò a casa dopo essere stato da sua figlia, lo presi in giro per come si era ammutolito di fronte a una ragazzina. Forse, le ragazze che decidono di praticare il rugby hanno già la forza delle dominatrici e Daniele era stato placcato da una ragazzina di dieci anni.
In questo mese, una delle cose più importanti che ci eravamo ripromessi di fare, sia per me che per Daniele era fare ognuno la conoscenza con i figli dell’altro. Sia sua figlia che i miei già erano stati messi al corrente del fatto che finalmente avevamo trovato la persona giusta e avevamo deciso di organizzare un paio di cene proprio per dimostrare ai nostri figli che facevamo sul serio e devo dire che sono state due sere molto piacevoli. I miei ragazzi hanno potuto subito constatare la serietà di Daniele mentre sua figlia addirittura gli ha fatto i complimenti dicendo che si era trovato una donna bellissima. Beh, niente male come impatto. Malgrado l’accettazione dei nostri figli, sia io che Daniele eravamo comunque emozionati come due ragazzini ma anche molto felici nel constatare come i nostri ragazzi, da persone intelligenti, ci stessero appoggiando. Naturalmente, i più felici di tutti erano stati i nostri nipotini che da semplici amici del parco erano diventati quasi parenti.
Ma la cosa più simpatica era avvenuta davanti alla sua scuola. Mi aveva mandato un messaggio dicendo che la sua macchina si era rotta proprio dinanzi alla scuola chiedendomi se potevo andarlo a prendere. Non so cosa sia scattato in me. Mi ero fatta un film e immaginavo un incidente nel quale la sua macchina era andata distrutta. Avevo appena terminato gli allenamenti che come al solito dirigo senza avere il cellulare tra le mani che possa interrompermi in continuazione. Tanto chi mi conosce sa che quelli sono gli orari degli allenamenti e nessuno mi telefona. Ma quando lessi il messaggio di Daniele persi completamente la ragione. Senza cambiarmi e senza lavarmi, presi la macchina e mi diressi verso la sua scuola. Mi immaginavo lui ferito e mentre guidavo mi scendevano le lacrime. E quella era forse la prova definitiva del sentimento che mi lega a Daniele. Mi ricordo il mio abbigliamento che era appunto quello che uso abitualmente quando alleno le ragazze ovvero una canotta, dei pantaloncini e i calzettoni. Ero sporca e con i capelli raccolti a coda di cavallo ma quando arrivai lo vidi che stava tranquillamente conversando con i suoi studenti. Probabilmente, mi avranno scambiata per una studentessa. Difficile immaginare una coetanea del loro distinto professore in quella esagitata che era scesa dalla macchina e che lo chiamava. E devo dire che malgrado il mio abbigliamento tutt’altro che sensuale ebbi alcuni sguardi di compiacimento. Ma il mio interesse era tutto per lui. Man mano che mi avvicinavo mi rendevo conto che stava benissimo e appena fece caso a me si congedò dai suoi studenti mettendo alcuni libri che aveva in mano dentro il suo zaino per poi correre verso di me. Me lo sono stretto forte e l’ho baciato con forza, con possesso e anche con la gioia di vedere che era tutto integro. Diedi poi un’occhiata a quel gruppo di ragazzi che era invece rimasto ammutolito dalla scena. Scommetto che da quel giorno le quotazioni di Daniele come sciupafemmine siano aumentato notevolmente.
Ed eccoci qui, un mese dopo quel fantastico incontro. Mi infilo un bel vestito azzurro che fa pendant con il mio umore e con il colore del cielo terso mentre Daniele si avvicina a me chiedendomi se il suo outfit è di mio gusto. Beh, lo sa che lui può indossare solo quello che io gli permetto. Ma ormai conosce i miei gusti e decido che può andare con la sua giacca blu e la camicia celeste aperta sopra a un paio di pantaloni di cotone blu. Devo dire che ha rimodernato molto il suo guardaroba che è diventato molto più colorato ma credo che oltre che per compiacermi sia anche per il fatto che gli abiti rispecchiano il nostro stato d’animo e il suo è come il mio. Colorato come un arcobaleno. Mi dice naturalmente che sono bellissima e ci avviamo verso l’uscita della nostra casa. Sì, la NOSTRA casa. Me lo disse alcuni giorni dopo aver traslocato da me mentre parlavamo del più e del meno. Era stata una parola detta in modo del tutto involontario ma che rispecchiava esattamente le sue sensazioni. Pensai che fosse dolcissimo a pensare che la mia abitazione fosse anche sua e me lo abbracciai improvvisamente senza che lui si rendesse conto del motivo e avrà pensato che la sua padrona è un po’ pazza, istintiva e a volte primitiva nei comportamenti. Cosa che in fondo è la sacrosanta verità.
Usciamo dal portone mano nella mano e ci avviamo verso la sua macchina. Ma prima, proprio mentre sta passando una di quelle tipe antipatiche che mi faceva i sorrisini di compassione dopo la separazione con mio marito, lo volto verso di me e me lo bacio per l’ennesima volta lasciandogli uno sbuffo del mio rossetto. E poi naturalmente rivolgo un sorriso a 32 denti nei confronti della donna che invece allunga il passo infastidita. E sì, ogni tanto torno bambina ma mi piace da impazzire comportarmi come un’adolescente in certe occasioni. E adesso andiamo a festeggiare il primo mese della nostra relazione.
Una relazione davvero strana ma che mi fa letteralmente volare con la fantasia.
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