Elisabetta e il prof........il naufragar cì è dolce in questo nuovo amore.........11capitolo/scritto insieme a Davide Sebastiani
di
Idea Clito
genere
dominazione
Undicesimo episodio
DANIELE
E’ il primo pomeriggio quando con la mia auto percorriamo la strada che ci porta di nuovo in città. A fianco a me c’è la mia bellissima padrona, la mia dea, la donna che sta cambiando la mia vita e prego Dio che quello che sto vivendo possa essere per sempre. Dopo aver provato queste sensazioni, come potrei farne a meno? La guardo di sottecchi, con quel vestitino che adesso da seduta è diventato inguinale mettendo in bella vista le sue lunghe e tornite gambe da atleta. Penso anche che forse non merito tutto questo ma scaccio via quel pensiero. Adesso lei è qui al mio fianco e conta solamente questo. Vedo che si accende una sigaretta e poi uno squillo del telefono. Risponde e la vedo ridere come una bambina
“ Tesoro, cosa c’è?”
Tesoro? Chi potrà mai essere? Sento una fitta al cuore ma non mi azzardo ad interferire. Riprende a parlare dopo aver ascoltato la voce dall’altra parte del telefono
“Hai ragione, ti avevo detto che ti avrei informata ma sai, sono stata piuttosto occupata in questi ultimi giorni” Sospiro di sollievo. Si è rivolta alla sua interlocutrice al femminile e questo mi fa supporre che si tratti di sua figlia e dopo aver proseguito la comunicazione per alcuni secondi me lo conferma
“ Era quell’impicciona di mia figlia. I suoi bambini hanno fatto la spia e le hanno detto che dovevo uscire con un uomo. Le avevo detto che le avrei fatto sapere come era andata la serata ma sinceramente non ho avuto il tempo”
“ C’è un bel rapporto tra lei e sua figlia?”
“ Sì molto buono. Ho anche il sospetto che lei sappia della mia indole dominante”
“ Non mi meraviglia. Lei sprizza autorità e dominanza in ogni cosa che fa”
“ Beh, non è che coi miei figli mi comporti da padrona ma evidentemente qualcosa la femmina deve aver capito”
“ Capito tutto?”
Scuote la testa in segno di diniego
“ No, non credo. Tu non conosci il mio passato Daniele ma… E’ stato più normale di quanto tu possa immaginare. Ho sempre avuto il desiderio di avere un uomo ai miei piedi e ho provato spesso a farlo comprendere al mio ex ma non c’è mai stato niente da fare. L’ultima volta che ho provato è stata fatale e se ne è andato”
Stavolta sono io a scuotere la testa
“ Ha buttato al secchio la felicità”
“ Non per tutti la felicità ha gli stessi connotati”
Questo significa che sono il suo primo vero schiavo. Avrei voglia di urlare la mondo la mia felicità ma mi devo controllare
“ Grazie per queste confidenze, padrona”
“ Mi sembra giusto che ognuno di noi due conosca il passato dell’altro. Non potrei tollerare segreti da parte tua”
“ Oh, le posso assicurare che non ce ne sono. La mia vita è stata di una noia planetaria” La vedo sorridere furbetta
“ Beh, ti posso assicurare che io non ti farò annoiare. Non ne avrai tempo”
“ Devo recuperare il tempo trascorso ad annoiarmi” le rispondo accennando anche io a un sorriso. Poi però cambio tono e mi faccio sottomesso “Padrona, lei mi ha ordinato di dirigermi a casa sua. Posso chiederle il permesso di passare prima a casa mia? Vorrei cambiarmi”
“ Permesso accordato. Portati anche il cambio per domani se devi andare al lavoro perché voglio che tu dorma a casa mia”
Non replico. Il mio sogno continua. Dormirò a casa di Elisabetta e naturalmente ne sono felicissimo.
Ho preparato un borsone con alcuni cambi, il rasoio elettrico e lo spazzolino. Stamattina sono stato costretto a lavarmi i denti con il dito e non è proprio la stessa cosa. Se, da come ho capito, Elisabetta pretenderà che io dorma di nuovo a casa sua, è meglio che io mi porti almeno l’essenziale. Per quanto riguarda i cambi che mi sono portato, sono abituato ad andare al lavoro in giacca e cravatta e vorrei mantenere quest’abitudine. Per il momento però ho preferito rimanere sul casual e ho indossato un paio di pantaloni blu di cotone taglio jeans e una camicia celeste sopra la quale ho indossato una giacca leggera blu. Un look direi in linea con la mia età adatto a un giorno festivo come oggi. Ma la mia mente naviga in acque profonde e i miei pensieri sono tumultuosi. Tra pochi giorni la scuola si concluderà e io sarò libero. Cosa vorrà fare Elisabetta? Vorrà che io mi trasferisca a casa sua? Sarebbe meraviglioso. Potrei essere lo schiavo che ho sempre voluto essere e prepararle la cena, pulire la sua casa. Sono sicuro che farei di tutto per lei. Ho anche la sensazione, per altro rafforzata da ciò che mi ha detto ieri sera, che lei stia andando con il freno a mano tirato per paura di oltrepassare i miei limiti, limiti che tra l’altro nemmeno conosco. Per me è tutto nuovo. E’ vero che sin da ragazzo ho fantasticato sul fatto di avere una padrona ma mi immaginavo sempre ordini che riguardavano la vita quotidiana e non mi sono mai soffermato sulle vere e proprie pratiche che riguardano questo stile di vita. Mah, ci penserò al momento ma voglio essere lo schiavo che lei vuole. A tutti i costi. E se dovrò soffrire per darle piacere sono pronto a farlo, come ho fatto stamattina rimanendo per oltre un’ora sotto il sole per farle un po’ d’ombra, chiudendo gli occhi per non osservare il suo corpo statuario che avrebbe potuto farmi avere un’eiaculazione che mi era stata vietata. Sì, voglio vivere ogni istante accanto a lei e gustarmelo come sto facendo adesso mentre ritorniamo a casa sua.
Stavolta, forse a causa del giorno festivo, sono fortunato con il parcheggio e lo trovo proprio sotto casa di Elisabetta. Scendo veloce dalla macchina e le apro la portiera della vettura da bravo cavalier servente. Il suo sorriso compiaciuto mi dimostra che ha gradito questo mio gesto e mi tende la mano per stringermela con la sua. Sembriamo due fidanzatini ed è meraviglioso riprovare, a distanza di una vita, quelle sensazioni. E queste sono sensazioni ben più potenti perché vissuti con la consapevolezza dell’’età. Entriamo nel portone e attendiamo l’ascensore in un silenzio quasi religioso. Sembra pensierosa e ho quasi i brividi. Starà pensando a cosa farmi appena arrivati a casa? Vorrà fare l’amore oppure vorrà ergersi a dominatrice? O tutte e due le cose insieme? Beh, non resta che entrare in casa e scoprirlo.
ELISABETTA
Entriamo in casa e guardo Daniele. Ha la testa bassa ed è nervoso, chiaramente in attesa dei miei ordini. Dio quanto mi piace! Da ragazza non riuscivo a comprendere perché non fossi attratta dai belloni sicuri dei propri mezzi che mandavano in delirio le mie coetanee mentre mi piacevano i ragazzi timidi o comunque poco appariscenti, dotati magari di una bellezza interiore e poco evidenziata. Forse l’unica eccezione è stata proprio mio marito che non era certo un adone ma che comunque in quanto a sicurezza nei propri mezzi abbondava. E infatti è finita come è finita. Daniele ha proprio quel fascino che mi ha sempre intrigato e da quando è diventato il mio schiavo riesco a vederlo ancora più attraente, soprattutto quando, come in questo momento, lascia trapelare la sua timidezza e la sua insicurezza. E più lui si comporta in questo modo, maggiore è la mia ostentazione di sicurezza. Mi avvicino a lui e gli metto l’indice della mia mano destra sul suo collo facendo in modo che mi guardi negli occhi
“ Lo sai che sei molto affascinante vestito così? Peccato che adesso ti voglio completamente nudo. E quando dico completamente significa che non devi avere nulla indosso” Glie l’ho detto con voce decisa e autoritaria e assisto al suo spogliarello umettandomi le labbra con espressione di forte bramosia mentre lo vedo prima mettere la giacca sopra l’appendiabiti e poi togliersi via via tutto il resto. E’ stata una mezza giornata veramente rilassante ed eccitante. Almeno per me. Per lui forse un po’ meno considerando che l’ho costretto a farmi ombra per oltre un’ora, in piedi e con le braccia e le gambe aperte. E’ stato meraviglioso constatare come lui mi obbedisca in ogni cosa e devo dire che quella situazione ha tolto tutti i miei residui dubbi. Daniele ama essere sottomesso e una cosa del genere, con un uomo che mi piace come mai me ne era piaciuto uno, è esaltante tanto da farmi pensare che mi sto innamorando di lui. O forse ne sono già innamorata perdutamente. Ma adesso quello che voglio non è fare la donna innamorata ma dominarlo, sentirlo in mio potere e vederlo di nuovo con una potente erezione mi fa venire subito un’idea. Lo afferro proprio in quel punto, come avevo fatto stamattina in spiaggia e glie lo stringo forte trascinandomelo appresso per tutta casa. E’ una sensazione di potere e di possesso inaudita. Lo porto prima in cucina poi in bagno, nella camera da letto, in quella degli ospiti e infine in salone
“ Da adesso in poi toccherà a te tenerla pulita. La voglio sempre perfettamente in ordine e a ogni granello di polvere che troverò tu avrai la tua dose di punizioni. Hai capito bene?”
“ Perfettamente padrona. Cercherò di non deluderla”
“ Vedremo. Adesso aiutami a spogliarmi” Si mette dietro di me e mi alza le spalline per far scivolare il mio vestito a terra. Lo vedo poi inginocchiarsi ai miei piedi per slegare i lacci dei miei sandali e nel farlo mi bacia prima una e poi l’altra mia estremità. E’ pazzesco. Mi chiedo come abbia fatto a vivere fino ad ora senza assaporare queste meravigliose sensazioni. Raccoglie il mio abito e si guarda intorno un po’ smarrito. Aspetta un ordine che però non ho voglia di dargli perché desidero vedere come si muove e devo dire che mi lascia esterrefatta. Guarda dentro l’armadio, prende una gruccia vuota, ci inserisce il mio abito e lo appende poi al servomuto ovvero quel piccolo oggetto in legno che serve per appendere gli abiti che si tolgono la sera senza doverli rimettere nell’armadio
“ Ho pensato che lei potrebbe volerlo indossare di nuovo prima di lavarlo e allora è meglio lasciarlo all’aperto per togliere ogni traccia di sudore”
E bravo Daniele. Ha fatto esattamente quello che avrei fatto io. C’è qualcosa di magico tra di noi ma voglio mettergli un po’ di paura. Mi avvicino e vedo che mi guarda timoroso. Ormai sono completamente sicura di me stessa. Indosso solamente un minuscolo tanga e un reggiseno a balconcino che stenta a contenere il mio seno e lui non sa cosa aspettarsi. Vorrò baciarlo? Oppure punirlo duramente? Lo afferro per il mento
“ Pensi che io sudi così tanto da impregnare il vestito?” Ancora una volta la mia voce è uscita dura e tagliente. Lo vedo ansimare. Sa che ogni parola che uscirà dalla sua bocca potrebbe essere male interpretata da me tanto da potermi dar modo di punirlo
“ Io… No padrona. Io penso che lei…”
Sorrido. E’ impacciato e la cosa mi eccita da morire
“ Allora? Cosa pensi Daniele? Hai paura di rispondermi?”
“ Ho paura di deluderla. Non mi interessa che lei possa punirmi. Se lei lo dovesse ritenere necessario io non posso far altro che accettare” Gli stringo il mento
“ Anche perché non avresti alcuna possibilità contro di me. Ti ho dimostrato che posso bloccarti in due secondi”
“ E’ così padrona. Contro di lei non avrei alcuna possibilità e questo in un certo senso aumenta la mia sottomissione nei suoi confronti perché la vedo realmente superiore e degna di essere al comando”
“ Allora trova una risposta che mi soddisfi” Sono sempre più agitata. Ogni cosa che facciamo e che diciamo aumenta la mia eccitazione
“ Il suo odore è meraviglioso. Ogni cosa di lei è meravigliosa. Ma non so quali siano le sue abitudini in tal senso e non so se lei è abituata a rimettersi un abito una seconda volta oppure a portarlo subito in lavanderia. Senza rimetterlo nell’armadio lei potrà decidere se sfruttarlo nuovamente o no”
Prendo per buona la sua spiegazione e per il momento non intendo punirlo. La mia mente gira vorticosamente. Come proseguire questa splendida domenica? Lo voglio far impazzire di desiderio e quale migliore occasione di questa per indossare le mie cosine in lattice? Lo mando via dalla stanza dicendogli di aspettarmi nel salone. Eccoli i miei abiti segreti, quelli che mio marito non sopportava e che io invece ho sempre amato, tanto da indossarli spesso nella solitudine della mia casa. Ma adesso c’è una grossa differenza e questa differenza ha un nome: Daniele. La mia tuta rossa ieri sera lo ha mandato fuori di testa e credo proprio che non resisterà nemmeno a questi pantaloni neri aderentissimi sopra i quali indosso un top che non lascia niente all’immaginazione e rende le mie tette forse ancora più grosse di quello che già sono. Ai piedi ovviamente dei sandali col tacco a spillo altissimo. Mi trucco e stavolta lo faccio intensamente con un bel rossetto purpureo e poi mi guardo allo specchio. Dubito che possa resistermi visto che sono praticamente perfetta. Prima di uscire dalla stanza mi siedo sul bordo del letto a riflettere. Ho sempre pensato che la dominazione su un uomo dovesse iniziare proprio dal sesso. Che gusto ci sarebbe nell’avere uno schiavo senza che lui mi desideri? E senza che lui soddisfi i miei desideri sessuali? Beh, questa è almeno la mia visione. E questo tipo di abbigliamento mi ha sempre eccitata perché immaginavo poi il mio schiavo pendere dalle mie labbra, desiderarmi come non si potrebbe desiderare una donna in modo normale. E dopo aver indossato questi abiti ed essermi rimirata allo specchio come una ragazzina prima di andare al suo primo appuntamento infatti, non potevo terminare la mia serata senza usare i miei giocattolini sessuali per darmi quel piacere che non potevo avere con un uomo. E adesso ho tutto quello che ho sempre sognato e desiderato. Esco dalla mia camera e mi dirigo nel salone dove Daniele mi sta aspettando e appena mi vede sbianca in volto. Si inginocchia davanti a me
“ Oh mio Dio padrona, lei è bellissima. No, di più, lei è una dea, la perfezione assoluta”
Respiro ebbra di soddisfazione. Questo è ciò che voglio sentire da lui
“ Ho voglia di fumare” gli dico mentre mi metto seduta sul divano.
Il tempo di accavallare le mie gambe e ho la sigaretta tra le mie labbra rosse e lui si è naturalmente inginocchiato accanto a me col portacenere in mano. Fumo e gli soffio sul corpo, facendo gli stessi gesti che avevo sognato per tutta la durata della mia vita fino a quel momento e nel frattempo continuo a riflettere. Sono sempre più in ebollizione ma lui deve vedermi calma e padrona della situazione. Gli do in mano la sigaretta che lui si affretta a spegnere nel posacenere e poi gli ordino di alzarsi e di seguirmi di nuovo nella stanza da letto. Vedo il suo cazzo sempre più dritto. E’ bello grosso come piace a me e già pregusto il momento quando lo ingloberò tutto dentro di me. Ma tempo al tempo. Adesso deve adorarmi. Mi metto seduta di nuovo sul bordo del letto mentre lui naturalmente si è riposizionato in ginocchio. Gli metto un piede armato di quel sandalo col tacco altissimo e acuminato
“ Bacia! Adora la tua padrona” gli ordino.
Inizia a baciarmi il tacco ma poi gli ordino di passare al piede. Lui esegue alla lettera ogni comando. E’ in mio potere, è mio, mi appartiene e sono sempre più eccitata. I miei capezzoli sono diventati di marmo e sembrano bucare il minuscolo top. Ancora una volta è difficile resistere per me. Troppi anni vissuti con questo desiderio e adesso voglio tutto e subito
“Basta coi piedi. Adesso bacia tutto il mio corpo” gli ordino sdraiandomi sul letto.
Inizia con le gambe per salire lentamente sulle cosce strizzate dal lattice. Sento il suo cazzo sempre più duro premere sul mio corpo. Ascolto il suo respiro sempre più affannoso che sembra andare di pari passo col mio. Ecco la sua bocca sui miei seni che si muovono all’unisono ad ogni mio respiro. Il suo cazzo struscia sulle mie cosce e sta diventando paonazzo. Essere consapevole di eccitare in questo modo l’uomo che mi piace è fantastico. Poi però lo vedo rigirarsi di colpo, togliersi da sopra a me e assisto mentre lui, ormai impossibilitato a resistermi, erutta sperma come se fosse lava da un vulcano. Sussulta diverse volte senza toccarsi sporcando il pavimento della mia stanza. Mi guarda impaurito e si inginocchia
“ Mi perdoni padrona. Non ce l’ho fatta a resistere. Lei è troppo bella, troppo sensuale…” Ha le lacrime agli occhi. E’ evidente quanto sia dispiaciuto ma mi ha comunque disobbedito. Mi alzo incazzata
“ Cosa hai fatto idiota? Come ti sei permesso di venirtene senza il mio permesso. Alzati” Appena in piedi lo colpisco con uno schiaffo violento. Non sono ancora soddisfatta e faccio il bis mandandolo addirittura a sbattere contro l’armadio. Mi avvicino a lui e percepisco la sua paura. Sta letteralmente tremando
“ Non volevo, glie lo giuro. Avrei pagato tutto quello che possiedo pur di obbedirle ma lui ha reagito senza il mio consenso. La prego, mi perdoni” Mi bacia le mani e gli vedo spuntare addirittura due lacrime che cerca di ricacciare dentro senza riuscirci
“ Lo so che non lo hai fatto volutamente ma dovrò punirti. Lo sai vero?”
“ Sì padrona, me ne rendo conto”
“ Adesso inizia a leccare il tuo sperma. Voglio che il pavimento sia di nuovo pulito”
“ Sì padrona, come lei vuole”
Si sdraia per terra e inizia a leccare come gli avevo ordinato e nel frattempo apro il mio cassetto degli oggetti proibiti e afferro il mio frustino e, appena vedo che il pavimento è di nuovo lucido, gli ordino di mettersi in ginocchio sul letto e poi inizio. Il suo sedere comincia a diventare rosso ma non mi commuovo. E’ solo dolore fisico e non avrà ripercussioni ma devo punirlo in modo esemplare. E’ un sottile gioco psicologico. Più io sarò autoritaria nei suoi confronti, più lui capirà che non può permettersi di fare una cosa contro la mia volontà e maggiore sarà la sua adorazione nei miei confronti. Se gliela facessi passare liscia, inconsciamente sarebbe portato a credere che la mia dominazione sia all’acqua di rose, banale, un gioco per fare sesso in modo particolare mentre è molto altro. Sento qualche lamento e lo colpisco ancora più forte
“Silenzio, non ti è permesso aprire bocca senza il mio permesso” Passo poi alla schiena e alle cosce. Il suo culo è ormai striato di rosso e decido di non insistere sulla schiena. Penso che per la prima volta possa andar bene. Ha capito che sono io a comandare e che posso essere anche molto cattiva. Beh, diciamo un po’ cattivella. Gli passo poi il manico intorno al buco facendogli credere che potrei infilarglielo e vedo che lui stringe i glutei. Lo afferro per il collo.
“Non azzardarti più a farlo o ricomincio di nuovo a frustarti. E’ chiaro Daniele? “
“ Sì padrona, è chiaro” Si rilassa. Ha capito che se dovessi decidere di penetrarlo non potrà far altro che accettare. E prima o poi sverginerò il suo culetto col mio strap-on a doppia penetrazione, un altro dei miei sogni proibiti. Proibiti fino a qualche giorno fa. Adesso è soltanto un’azione che ho deciso di posticipare. Tutto e subito potrebbe essere traumatico per lui mentre io non mi stancherei mai di vivere queste situazioni. E’ un’eccitazione continua. Malgrado i miei numerosi orgasmi della mattina, non sono affatto sazia. Lo faccio alzare e gli vado di fronte. Ancora una volta, come ieri, grazie a questi tacchi altissimi lo sovrasto. Lo avvicino a me e incredibilmente, malgrado la sua recente eiaculazione, il suo cazzo diventa turgido di nuovo. Mi strofino su quel cazzo fino a farlo diventare di nuovo eretto al massimo
“ Non sei sazio, a quanto vedo”
“ E’ lei a farmi quest’effetto padrona”
“ Bene! Altrimenti sarebbero stati di nuovo guai per te” Mi stendo sul letto per togliermi i miei aderentissimi pantaloni e poi mi faccio slacciare il top. Sono nuda, a parte le mie minuscole mutandine. Allargo le cosce e lui capisce cosa deve fare. Sale di nuovo su di me e inizia a baciarmi all’interno delle cosce
“Sali su, strappami a morsi il tanga, fammi sentire la tua lingua” Obbedisce, presumo con sommo piacere. Adesso bacia il tempio del mio godimento leccando prima il pizzo umido per poi mordicchiare le cuciture per farlo scivolare via, cosa che si rivela piuttosto semplice considerando che ormai è morbido e bagnato sia dai miei umori che dalla sua saliva. Ancora una volta mi rendo conto che ci sa fare. Ho quasi un fremito di gelosia al pensiero che forse quella stessa lingua che mi sta facendo godere ha dato lo stesso piacere ad altre donne. Ma non importa, adesso Daniele è di mia proprietà. Voglio sfogarmi completamente, avere orgasmi multipli e poi voglio impalarmi su di lui che continua imperterrito la sua adorazione nei miei confronti.
Urlo di piacere. E’ solo il primo orgasmo e ne voglio altri fino a perdere la ragione.
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