Elisabetta e il prof.........il naufragar cì è dolce in questo nuovo amore...........17capitolo/scritto insieme a Davide Sebastiani

di
genere
dominazione



Diciassettesimo episodio

                                                                 DANIELE

Eccoci di ritorno a casa. E’ stata una giornata magnifica. Ma d’altronde ogni momento che passo con Elisabetta è per me meraviglioso. Oggi, forse approfittando del fatto che era il giorno del nostro primo mese insieme, si è comportata in modo decisamente meno dominante con me. Abbiamo trascorso una giornata quasi da classici fidanzati più che da padrona e schiavo. E’ stata infatti molto più dolce del solito e devo dire che mi piacciono entrambe le versioni. Quella dominante è senz’altro più eccitante, non lo posso negare. Un suo ordine scatena in me delle sensazioni incredibili di eccitazione che mi porta ad essere quasi un altro uomo rispetto a quello che sono realmente. Mi sento indifeso, impaurito, intimorito di tutto. Non delle percosse. So che ci tiene a me e sa essere una donna equilibrata con la testa sulle spalle. Ho timore di deluderla, di fare qualcosa che le possa far prendere la decisione di lasciarmi e al solo pensiero mi sento male. Lo so che mi ama. Me lo ha detto e lo ha ribadito più volte e comunque i suoi comportamenti sono quelli di una donna che ama il suo schiavo. Ma chi ha l’onore, come me, di servire una donna del genere, si sente inadeguato e non bastano le sue dimostrazioni per farmi stare tranquillo. Per me Elisabetta è una dea scesa in terra ed è ovvio che mi senta del tutto inadeguato a lei. 

Ma amo anche la sua versione dolce, quella di tenera compagna come è stata oggi fino ad ora. E come del resto è in diversi momenti che trascorriamo insieme. Ma oggi è stato un po’ diverso. Forse perché era il nostro giorno ma c’era un’atmosfera diversa e più leggera tra noi. Anche l’eccitazione scema di molto. Se nei panni di donna dominante io la vedo di un altro pianeta, in questi momenti teneri riesco a vederla probabilmente per quello che è. Una donna molto bella, intelligente ma anche simpatica, un po’ casinista e con uno humor non trascurabile. Insomma, più vicina a me. Ed è bello alternare questi momenti. Quasi a leggere il mio pensiero, appena entrati in casa mi bacia sulla bocca

 “ Sono stata veramente bene. E’ piacevole per un po’ abbandonare i panni della padrona per diventare semplicemente la tua donna” 

Le sorrido

 “ Ora che fa? Legge anche nel pensiero? Stavo pensando proprio a questo. E devo dire che entrambe le donne, sia la dominatrice che mi fa tremare con uno sguardo che la tenera fidanzata mi fanno impazzire. Le adoro tutte e due”

 La faccio ridere e lei mi bacia di nuovo

 “ Ma la padrona severa è sempre dentro di me. E quindi devi sempre filare dritto”

 “ Sempre ai suoi ordini. A proposito, vuole cenare?”

 “ No, per carità. Con quello che ho mangiato a pranzo ci sto bene un altro giorno. E se faccio pure una cena normale, tutte quelle cose in lattice che indosso non mi starebbero più bene. Anzi, forse non mi entrerebbero più” Sorrido anche io

 “ E sarebbe un peccato perché… Beh, dire che lei è sensuale con quegli abiti non rende l’idea. Quindi niente cena?”

 “ No, non ho fame. Prenderò solo uno centrifugato. Anzi, vai a farmelo adesso. Tu invece vuoi cenare?” 

Scuoto la testa

 “ No padrona. Non indosso abiti in lattice ma voglio tenerci anche io per stare al passo della mia bellissima padrona e quindi, col suo permesso, prenderò anche io un centrifugato. Me li ha fatti scoprire e ne sono diventato dipendente”

 “ Ok, ti aspetto qui allora” 

 Mi avvio in cucina. Ormai è diventato il mio regno incontrastato, dove posso svolgere quelle mansioni che mi competono e che adoro. Cosa c’è di più bello di servire la donna che si è eletta come padrona? Non mi pesa e anzi, mi fa sentire utile. Vedere un suo sguardo di assenso per me è una ricompensa enorme. Mi metto quindi al lavoro per preparare i due centrifugati e dopo pochi minuti sono pronti. Li metto sopra un vassoio e li porto nella camera da pranzo dove lei mi sta attendendo chattando con qualcuno. E’ probabile che lo stia facendo coi suoi figli oppure sulla chat della sua squadra di rugby. Mi sorride e posa il telefonino. Le porgo il vassoio e afferra uno dei due centrifugati e poi la osservo mentre lo assapora

 “ E’ di suo gusto, padrona?”

 “ Ottimo. Fra un po’ li farai meglio di Ettore. Prendi il tuo e mettiti seduto vicino a me” 

Obbedisco. E’ vero che mi dà degli ordini ma l’atmosfera è molto rilassata. Sorseggiamo lentamente i due centrifugati ma ogni tanto lei interrompe la sua degustazione per darmi un bacio. E’ chiaro che Elisabetta ha voglia di essere anche una donna normale e di avere a fianco un uomo altrettanto normale. Oddio, rimango pur sempre sottomesso a lei ma è ben diverso rispetto a quando lei ha il desiderio di essere una dominatrice spietata. Beh dai, forse spietata non è l’aggettivo giusto ma di sicuro molto severa. Terminiamo i due centrifugati e mi fa segno di andare a prenderle una sigaretta, cosa che mi appresto a fare velocemente come sempre. Glie l’accendo e poi mi fa rimettere accanto a lei. La osservo mentre fuma. Mi piace guardarla e ammirarla nei piccoli gesti quotidiani e non mi stancherei mai di farlo. Chi me l’avesse mai detto che sarei diventato cotto di una donna a 56 anni? Ho voluto bene a Laura, la mia ex moglie ma il paragone tra il sentimento che ho provato per lei e quello che provo per Elisabetta è improponibile. E’ amore allo stato puro, anche se forse c’è un pizzico di egoismo in tutto questo. Io sono il suo schiavo anche per soddisfare i miei desideri e non soltanto i suoi. Del resto, in tutte le storie d’amore c’è questo pizzico di egoismo. Si ama l’altra persona perché amarla ci fa stare bene. Ed è quello che accade anche in una relazione del genere con la piccola ma sostanziale differenza che tutte le sensazioni sono ingigantite. E quindi, quando lei mi dà un ordine, io le obbedisco per soddisfarla ma anche perché ci trovo un piacere enorme. Un po’ contorto come sono tutte le sensazioni umane ma resta il fatto che io ho scoperto cosa sia la felicità solo da quando ho l’immenso onore di servire la mia padrona. 

Vedo che termina di fumare e mi avvicino a lei. Voglio sentire il suo corpo accanto al mio, assaporare la sua pelle e bearmi del suo profumo per assaggiare poi la sua splendida bocca. Ci siamo baciati una miriade di volte oggi. Anzi, è stata sempre lei a baciare me perché io credo che uno schiavo, sia pure uno schiavo che è anche il compagno della padrona, non debba prendere iniziative. Ancora una volta si rende conto delle mie sensazioni perché sorride

 “ Hai voglia di baciarmi?”

 “ Tantissima voglia”

 “ E allora fallo, stupido”

 Non mi faccio ripetere l’invito. Poso le mie labbra sulle sue e le assaporo. Lei mi mette la sua mano sulla nuca per spingermi ancor più a lei, quasi a ricordarmi che sono suo e che le appartengo. Mi sbottona la camicia. Vedo anche in lei il desiderio. Ormai ho imparato a conoscerla in questo senso. Sento il suo respiro più intenso, soprattutto quando la mia bocca si sposta sul collo. Le mordicchio il lobo e lei lancia dei gridolini di piacere. Contemporaneamente la mia mano va sui suoi seni, con i capezzoli che sembrano bucare il vestito per quanto sono diventati duri. Sono splendidi, incredibilmente marmorei e sto per tuffarmi su quelle dolci colline quando lo squillo del cellulare interrompe quel momento di pura sensualità

 “ Oh no!” Mi lamento. E’ il suo telefonino e naturalmente non posso azzardarmi a dirle di ignorare quella telefonata. Anche perché non sarebbe giusto. Abbiamo figli e nipoti e una telefonata potrebbe anche essere importante. Anche lei si lamenta

 “ Uffa, chi diavolo può essere?” Dai, prendimi il cellulare” 

 “ Subito padrona” Ormai gli ordini le escono spontanei anche per cose banali come questa. Non devo nemmeno spostarmi di tanto perché lo ha posato proprio vicino al divano dove siamo seduti. Lo prendo e glie lo porgo. Vedo che osserva il display

 “ Il mio agente? E che diavolo vorrà?”

 “ Risponda padrona. Così lo saprà” Mette in viva voce e dall’altra parte sento una voce maschile

 “ Betta, mi hanno chiamato. Accettano. Stai per diventare l’allenatrice di una delle più forti squadre europee”

 “ Cosa? Mi vogliono? Sei sicuro” La voce della mia padrona è emozionata. Per lei deve essere una grande soddisfazione. Per me invece… Mi sento morire. La voce del suo agente intanto prosegue

 “ Certo che sono sicuro. Avrai uno stipendio vero e proprio e non un semplice rimborso spese e una casa di cui loro pagheranno l’affitto. Ho appena terminato di parlare con uno dei loro dirigenti. Ci aspettano la settimana prossima per la firma. E’ fatta, Betta” La mia padrona attacca il telefono. E’ euforica

 “ Capisci Daniele? Andrò ad allenare in Francia. Hai presente la differenza? Qui ci vengono a vedere non più di duecento spettatori mentre lì ce ne sono tre o quattro mila a ogni partita. In Francia e in Inghilterra il rugby femminile è a un altro livello. Ed è un peccato perché in Italia ci sono tante giocatrici forti. Siamo arrivate seconde al sei Nazioni che è il torneo più importante d’Europa superando proprio le francesi. Ma a livello di club non c’è paragone. Nella squadra che andrò ad allenare ci sono australiane, neozelandesi, irlandesi e tutto il meglio del rugby mondiale” La guardo ma non riesco ad essere felice. O meglio, lo sono per lei ma io? Cosa ne sarà di noi?

 “ Io…Spero che lei possa avere la carriera che merita, mia padrona” Il sorriso si spegne sul suo bel volto. Ha capito che la notizia che tanto l’ha rallegrata per me non ha avuto lo stesso impatto

 “ Se mi ami come dici, dovresti essere felice per me”

 “ Lo sono ma… Cosa accadrà? Quando ci vedremo?” La vedo un po’ titubante

 “ Ci sono i fine settimana dove tu potrai raggiungermi e io… Diciamo che quando la mia squadra giocherà in casa io sarei sostanzialmente libera”

 Sì, in teoria è così ma io non ce la faccio a stare lontano dalla mia padrona. Io ho bisogno del contatto diretto, di portarle la colazione a letto, di pulire la sua casa e di servirla per cena, di fare sesso con lei in continuazione come abbiamo fatto durante questo mese. Andare in Francia per il fine settimana sarebbe come… Sarebbe come fare una sessione con una professionista una volta ogni tanto ma io voglio una compagna padrona, una donna da poter servire tutti i giorni. Adesso lei mi guarda arrabbiata e mi fa cenno di rialzarmi per poi alzarsi anche lei e venirmi di fronte

 “ Che cosa vuol fare, padrona?”

 Non risponde e fa partire un ceffone violento che mi fa sussultare e addirittura mi fa cadere sul divano. Mi escono delle lacrime ma non per lo schiaffo. Quelle lacrime mi escono perché ho paura che la lontananza distruggerà il nostro magnifico rapporto e che poi nulla sarà come adesso. Lei intanto mi afferra per un braccio costringendomi a rialzarmi

 “ E’ la mia occasione, capisci? I miei sogni sportivi si stanno per realizzare e tu invece di essere contento pensi solo a te stesso”

 Vorrei dirle che anche lei sta pensando a sé stessa e non a noi ma non posso permettermi. Quando mi lascia cado ai suoi piedi

 “ Mi perdoni, padrona. Io vorrei trascorrere ogni istante con lei, sotto di lei ma sono davvero felice per la sua nuova avventura. Non capisco niente di rugby ma so che se c’è una persona che lo merita è lei” Mi guarda e come al solito in quella posizione lei mi sembra immensa

 “ Alzati Daniele” Lo faccio e le vado di fronte. Mi mette il suo dito indice sotto il mento per costringermi a guardarla in faccia

 “ Anche a me dispiace perdere questo stile di vita che avevamo iniziato ad avere. Mi dispiace tantissimo. Ho sempre avuto due passioni nella vita che sono la dominazione e il rugby. Non voglio rinunciare a nessuna delle due. Allenare in Francia è un’occasione più unica che rara, un treno che passa solo una volta nella vita. Noi ci vedremo di meno ma non intendo rinunciare a te. Vedrai che troveremo il sistema di stare insieme spesso” Mi bacia dolcemente sulle labbra

 “ E’ lei che decide, padrona. E si fa quello che lei decide. Il mio ruolo è quello di obbedirle. Appena potrò, volerò da lei perché non voglio perdere nemmeno un secondo da trascorrere in sua compagnia” Chiedo il permesso di andare in bagno e appena dentro scoppio a piangere. Non le due lacrime che mi sono uscite prima ma proprio un pianto a dirotto. Ho paura che il nostro rapporto non reggerà alla lontananza. O forse io non reggerò alla sua assenza. Mi mancherà come l’aria e non basterà una volta ogni tanto andare da lei. Mi lavo il viso ed esco per tornare dalla mia padrona. Abbiamo ancora una settimana per stare insieme, per dormire la sera abbracciati e per essere al suo servizio come ho desiderato per tutta la mia vita. E poi… E poi si vedrà.



                                                                 ELISABETTA



Non riesco a prendere sonno. Accanto a me Daniele sta dormendo ma ho visto che anche lui ha faticato ad addormentarsi e non poteva essere altrimenti considerando il suo stato d’animo. Ha paura di perdermi, di perdere la sua padrona tanto desiderata e tanto agognata. Ha paura di perdere me e la cosa mi ha sconvolta. Mi alzo, mi accendo una sigaretta e me ne vado sul balcone a fumare. E’ stata una notte di intensa passione per entrambi ma non è stato come le altre volte quando anche il sesso era dominante da parte mia. Abbiamo fatto sesso… No, stavolta era amore. Amore intenso da ambo le parti. Lui mi stringeva come se fosse l’ultima volta che ci saremmo visti e anche io… Oh cazzo! Anche io ho avuto le stesse sensazioni. Mi sono sentita sua ed è stata una cosa nuova per me. Durante questo mese che siamo stati insieme, ero io a possedere lui, ero io che lo scopavo, ero io a montare sopra di lui e a impalarmi sul suo cazzo per dirigere il sesso come volevo ma stavolta ho preferito mettermi sotto, con sua grande sorpresa, per assaporare le delizie del sesso fatto da innamorata e non solo da padrona. Getto via una nuvola di fumo e ho un brivido di freddo malgrado sia ormai quasi arrivata l’estate. Mi rannicchio ma rimango fuori dal balcone perché ho bisogno di respirare aria fresca continuando a riflettere. Mentre facevamo l’amore, così come Daniele si stringeva a me io facevo altrettanto con lui. Avevo un bisogno pazzesco di sentirlo dentro di me ma non per un fatto puramente sessuale ma perché sentivo di aver bisogno di lui, come se volessi trattenerlo e non farlo scappare. E invece sono io quella che sta per preparare le valigie. Ho aspettato una vita quest’occasione, ho lavorato per vent’anni proprio per sentire un giorno una telefonata del genere, una telefonata che mi dicesse che ero pronta a fare il salto di qualità. Non per i soldi. Nel rugby femminile di soldi ne girano pochi e anche se andrei a guadagnare qualcosa in più rispetto al misero rimborso spese che percepisco adesso, non diventerei certo ricca e il mio centro sportivo mi permette di guadagnare abbastanza per non preoccuparmi del futuro. Ma ho anche atteso una vita l’uomo giusto. L’uomo da dominare e da amare. Un controsenso a cui ho pensato spesso nel passato, arrivando a pensare che un uomo del genere esistesse soltanto nella mia fantasia. E invece Daniele incarna proprio il mio ideale, quello dell’uomo dolce e virile allo stesso tempo, sottomesso, addirittura tremante nei miei confronti, un uomo che forse le donne non vogliono sognando invece il maschio che non deve chiedere mai. E infatti Daniele ha dovuto spogliarsi del suo essere sottomesso con la sua ex moglie e con le altre donne che ha avuto. Con me no. Con me ha potuto essere sé stesso così come io ho potuto essere finalmente me stessa con lui. 

Sospiro nervosamente spegnendo la sigaretta e alzandomi per affacciarmi sulla ringhiera del balcone. L’aria fresca della notte sta spazzando via diversi pensieri e la mente sembra più aperta, più pronta a riflettere sulla situazione. Inutile negare che se andassi in Francia le cose si complicherebbero notevolmente tra di noi. Sì, ci sono milioni di coppie che vivono in queste condizioni vedendosi una volta ogni morto di papa mentre noi ci vedremmo nei fine settimana ma sarà complicato. Quando la mia squadra giocherà in casa dovrei avere almeno un giorno e mezzo a disposizione ma quando invece andremo in trasferta è probabile che rientrerei a casa allo stesso orario in cui lui starà per prendere l’aereo di ritorno. Troppo poco soprattutto per due come noi. Noi non siamo una coppia normale. La mia dominazione su di lui è praticamente ininterrotta e non tirata fuori una volta ogni tanto per diversificare il sesso. Lui mi serve in ogni occasione e le nostre serate diventano magiche. Mentre parlavamo ieri sera, lui ha fatto l’esempio di una mistress a pagamento e ragionandoci non posso fare a meno di pensare che abbia ragione. Diventerei alla stregua di una dominatrice a ore. Quando è andato in bagno mi sono avvicinata alla porta e ho sentito i suoi singhiozzi. Ha pianto tutte le sue lacrime per me e mi sono sentita una merda. Perché capita sempre così nella vita? Perché devo scegliere e fare comunque una rinuncia dolorosa? Io vorrei avere entrambe le cose ma non sembra possibile. Mi viene da sorridere pensando che avrei voglia di mettermelo in valigia, rapirlo e portarlo via con me. E così sarebbe mio per sempre, in ogni momento, tutti i giorni. E invece no, non posso farlo. Darei le testate al muro per quanto sono confusa. Cerco anche di pensare a come si potrebbe fare per non dover rinunciare a niente ma sembra che non ci siano soluzioni. Daniele non può seguirmi in Francia. Ha il suo lavoro e non può abbandonarlo di punto in bianco. Senza contare sua figlia, i suoi nipotini. Però… Forse potrebbe cercare un lavoro in Francia. Ma che cazzo sto dicendo? Possibile che io sia diventata così egoista? O forse lo sono sempre stata? E a proposito di famiglia, io sono davvero pronta a rinunciare ai miei figli e ai miei nipoti? Certo, sportivamente è l’occasione della vita e sono convinta che anche loro capirebbero. Oddio, forse i nipotini no e la loro nonna Betta mancherà tanto ai miei cuccioli. Però potrei raggiungerli quando ho alcuni momenti liberi o forse ogni tanto potrebbero essere loro a raggiungermi. Già, e poi dovrei dividere quel poco tempo che ho a disposizione tra la mia famiglia, il mio amato schiavo e la squadra di rugby col rischio poi di non accontentare nessuno delle persone che amo, perché quando la mia squadra giocherà in trasferta sarei impegnata praticamente per tutto il week end con le mie nuove ragazze. E la prima ad essere insoddisfatta sarei proprio io. Un altro brivido di freddo mi consiglia di rientrare in casa. Daniele ha finalmente preso sonno e adesso dorme placidamente. Domani mattina mi sveglierà come al solito per la colazione e forse me lo scoperò come faccio quasi tutte le mattine, incapace di resistere alla visione del suo membro quasi perennemente dritto.

 E’ la magia della dominazione. Un desiderio assurdo e quasi continuo che mi avvolge quasi completamente.

 E io sto per rinunciarci, accidenti a me.


scritto il
2023-10-30
9 0 8
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.