Elisabetta e il prof........il naufragar cì è dolce in questo nuovo amore........14capitolo/scritto insieme a Davide Sebastiani
di
Idea Clito
genere
dominazione
Quattordicesimo episodio
ELISABETTA
Quante volte ho sognato ad occhi aperti? Quante volte immaginavo di tornare a casa e di trovare il mio schiavo pronto per esaudire ogni mio desiderio? Quante volte mi sono eccitata nell’avere questi pensieri e sempre mi sono ritrovata bagnatissima e costretta a usare i miei giocattoli per sanare quella voglia che mi prendeva interamente mentre i miei sospiri avrebbero fatto invidia a quelli di un’attrice porno? Con la differenza che la mia eccitazione è sempre stata reale e il desiderio che mi attanagliava del tutto anomalo. Non pensavo e non ho mai pensato a un bellissimo stallone che mi prendeva e mi scopava quasi con violenza, come nella maggior parte dei sogni erotici femminili. Mi bastava però pensare a un eventuale schiavo, a un uomo che era in mio completo potere e la mia eccitazione schizzava alle stelle. Tanti anni fa… Le prime volte che avevo queste sensazioni non mi capacitavo e mi chiedevo come fosse possibile che una donna come me potesse avere una sessualità così distorta e lontana dai canoni tradizionali. Ma poi ci ho fatto l’abitudine, mi sono accettata e finalmente eccomi qui a vivere quelli che credevo sarebbero rimasti solo desideri inespressi. E naturalmente l’abbigliamento ha un ruolo determinante in tutto questo. Per me è semplicemente sentirsi irresistibile. Oh certo, qualunque donna se volesse potrebbe sentircisi. Beh, qualunque forse no ma credo che molte donne avrebbero i mezzi per sentirsi bellissime dinanzi ai loro uomini se ne avessero voglia. Ma quando si vive un rapporto come quello che sto vivendo io, tutto si ingigantisce. A cominciare dal desiderio sessuale fino alla sensualità degli abiti da indossare. Ed eccoli i miei oggetti del desiderio sotto forma di vestiario. Ne ho tanti e fatico a trovare quello da indossare. Voglio essere perfetta. Il latex l’ho indossato spesso in queste sere trascorse con Daniele e stavolta opto per la pelle. Non che la situazione cambi di molto. Si tratta di una tutina color rosa carne, traforata col pizzo nei punti erogeni. E’ ovviamente aderentissima e mi guardo allo specchio con una punta di compiacimento. Per indossare una cosina del genere bisogna avere un corpo perfetto e modestamente… credo di avvicinarmi molto a quella perfezione richiesta perché mi sta perfettamente. Se non gli viene un infarto quando esco non gli viene più. Infarto no, non voglio perderlo ma la bava alla bocca la deve avere. Ok, perfetta. A un primo impatto visivo posso sembrare addirittura nuda visto il colore della tuta. Non l’ho mai messa prima, naturalmente. Per un outfit è ovviamente sconsigliabile a meno che tra i miei desideri non ci fosse stato quello di essere violentata, fantasia più normale di quanto si possa pensare tra le donne. Purché rientri nella fantasia. Ma siccome le mie fantasie erotiche sono ben diverse e semmai potrei fantasticare sul fatto di poter violentare io un uomo e non viceversa, non ho mai pensato di indossarlo tranne ovviamente quando ero da sola per ammirarmi dinanzi allo specchio fantasticando di poterla indossare un giorno davanti al mio schiavo. E quel giorno è arrivato anche se ancora faccio fatica a crederci. Ovviamente, non posso esimermi dall’indossare i miei soliti tacchi altissimi. Soliti per la situazione visto che abitualmente, anche considerando il mio ruolo di atleta e allenatrice, sto spesso in scarpe da ginnastica oppure, in qualche partita di campionato, con un tailleur castigatissimo e scarpe basse. E senza trucco. Invece stasera opto per un bel rossetto rosso che conclude degnamente l’opera. Quella che è entrata nella camera da letto era la solita Elisabetta, quella in tuta o in jeans mentre quella che si appresta a uscire è una bomba sexy che vuole fare del suo schiavo un sol boccone. Mi prudono le mani. Ho voglia di fargli un’infinità di cose e credo proprio che mi divertirò molto questa sera. Afferro il mio frustino e mi avvio verso la porta. La luce accesa della cucina mi indica che Daniele si trova in quella stanza e lo raggiungo. Appena mi vede a momenti fa cadere una casseruola di vetro
“ Oh mio Dio padrona. Lei è… Lei è…”
Gli si è incantato il disco. Bene, se volevo subito metterlo in soggezione, credo di essere riuscita pienamente nel mio intento visto che non riesce a spiccicare una frase di senso compiuto. E naturalmente sono compiaciuta dell’effetto che ha nel vedermi. Faccio comunque volteggiare la mia frusta e vado a colpirgli le gambe un paio di volte
“ Appoggia quella casseruola sul tavolo. Se l’avessi fatta cadere ti avrei spellato il culo”
“ Io…Io… Mi perdoni padrona ma quando l’ho vista entrare mi sono mancate le gambe. Lei è una visione meravigliosa”
“ E tu stai sbavando al mio cospetto, non è così schiavo?”
“ E come farei a non sbavare? Lei è perfetta”
Annuisco
“ Direi che perfetta è la parola giusta per me” gli dico con eccessiva sicurezza nei miei mezzi. Sicurezza che spesso nella mia vita non ho avuto. Sapevo di non essere brutta e di avere un gran bel fisico ma in molte occasioni non ho avuto quella fiducia in me stessa che invece adesso con Daniele è uscita fuori in modo prepotente
“Ora vediamo che hai preparato per cena. Sono affamata e spero per te che il cibo che hai cucinato sia di mio gusto. Altrimenti la mia punizione sarà tremenda. Dal profumo direi che forse ci siamo. Adesso però voglio vedere come hai apparecchiati la tavola” Mi dirigo verso la camera da pranzo e devo dire che tutto è perfetto. E’ Daniele ad essere semplicemente perfetto. Quasi perfetto in questo caso. Lo afferro per un orecchio e godo del suo timore che per me invece è come se fosse un afrodisiaco. Più lui ha paura di me e maggiore è la mia eccitazione
“ Co…Cosa ho fatto padrona?”
Sto per partire con un ceffone
“ Hai apparecchiato molto bene la tavola e vedo che hai comprato i miei fiori preferiti ma avresti dovuto informarti meglio sui gusti della tua padrona. Non amo i fiori recisi”
“ Oh no padrona, non sono fiori recisi. Neanche io li amo. Ho solo prelevato una talea sul suo balcone e poi ho cercato di confezionare tutto per bene in modo che non sporchino”
Fermo il braccio e lo vedo sospirare di sollievo
“ Per questa volta te la sei cavata”
“ Grazie mia bellissima padrona. Spero davvero che tutto sia di suo gradimento. Sa, a me piace coltivare sia i fiori che l’orto. Credo di avere il pollice verde. Mi ricordo che da bambino mio nonno mi insegnava tutti i segreti e poi in seguito mi è sempre piaciuto avere un piccolo spazio verde. Era un po’ il mio sfogo personale dopo la separazione con mia moglie”
“ Dei fiori al posto di una donna? Non mi sembra proprio la stessa cosa” gli dico sorridendo
“ Beh, dopo mia moglie le mie relazioni sono state insignificanti e brevissime. Poi però ho incontrato lei, la perfezione, la donna che avrei sempre voluto incontrare”
Mio Dio, che tenero. Mi avvicino a lui. Il suo cazzo è sempre più dritto e non posso negare che mi sta sconvolgendo. Avrei una voglia matta di prenderglielo in bocca ma voglio trovare qualche escamotage che lo faccia passare per un atto dominante nei suoi confronti. Ma intanto la sua reazione erotica mi regala per l’ennesima volta la sicurezza di piacergli oltre ogni limite. E poi vederlo dall’alto verso il basso grazie ai miei tacchi chilometrici mi regala altre splendide sensazioni di superiorità assoluta
“ E così io sono perfetta per te?”
“ Oh sì padrona. La perfezione assoluta. Di lei adoro tutto, a cominciare dal suo odore”
Ah già, il mio odore. Non ho voluto farmi la doccia appositamente. Ho sempre avuto un insano piacere nel sentire gli odori veri di un maschio e nello stesso tempo a desiderare che lui amasse i miei veri odori forti, che li adorasse e che li riconoscesse tra milioni di altri odori
“ Quindi, non ti dà fastidio il fatto che mi sono lasciata addosso l’odore di tutta la giornata?”
“ Ma certo che no, padrona. Il nostro odore è molto eccitante e noi esseri umani siamo come animali. L’odore della nostra pelle è la prima cosa che riconosciamo in un’altra persona”
“ Come il segno dei cani che marcano il territorio?”
“ Più o meno padrona. E i suoi odori sono meravigliosi. Anche quelli più forti perché fanno parte di lei”
Sorrido incredula. E’ incredibile come io e Daniele ci nutriamo delle stesse sensazioni. C’è davvero qualcosa di magico tra noi. Anche in questo siamo perfettamente compatibili e questo rafforza sempre più la sensazione che lui è quello che ho atteso per una vita. Continua comunque a guardarmi con la bocca aperta. E’ meraviglioso suscitare un’eccitazione del genere in un uomo. Lo vedo deglutire con difficoltà e naturalmente il suo cazzo è perennemente sull’attenti e la mia voglia di succhiarlo sempre più forte. Gli faccio segno di inginocchiarsi ai miei piedi mentre io mi sono messa seduta sulla poltrona. Alzo le mie gambe e i miei piedi gli vanno a finire in faccia
“ Adorali” gli ordino e naturalmente Daniele obbedisce baciando i miei piedi e leccando i miei tacchi smisurati. Mi guardo intorno e penso di aver trovato un’ottima scusa per divertirmi “Schiavo, vedo che non hai preparato un aperitivo per la tua padrona” Alza per un attimo gli occhi
“ Mi… Mi perdoni, padrona. Glie lo vado a preparare immediatamente”
“ Non ti muovere” gli ordino invece. Faccio scendere la mia gamba che termina con quel tacco a spillo sul suo petto. Sa che potrei fargli male e un po’ voglio fargliene davvero e gli lascio una scia biancastra sul suo petto. Scendo ancora di più, gli sfioro il suo membro sempre più duro e poi sulla gamba destra. Respiro affannosamente leccandomi le labbra e toccandomi i miei capelli. Non lo faccio apposta per scimmiottare sensuali movenze femminili ma è tutto spontaneo. Ogni cosa che accade durante la mia dominazione su Daniele mi eccita come niente altro potrebbe farlo. Cerco di calmarmi anche se non è facile. Sono in ebollizione
“Schiavo, adesso girati e metti le gambe piegate sulla sedia e poi falle uscire dalla spalliera”
In un primo momento non capisce ma si attiene comunque agli ordini e in quella posizione il suo membro svetta ancora più turgido. Afferro il mio frustino e lo colpisco sulle gambe. Lo faccio forte e lo vedo chiudere gli occhi e mordersi le labbra ma non osa dire nulla. Non può farlo perché non ne ha il diritto. Lui mi appartiene e non gli ho dato il permesso di lamentarsi. Dio, quanto adoro tutto questo. Lo colpisco ancora ma poi non posso fare a meno di baciarlo con passione. Mi piace alternare bastone e carota. Una padrona non deve soltanto far male al suo schiavo. Una padrona può e deve fare quello che vuole con lui e io con Daniele faccio quello che desidero. Mi allontano e lo guardo con un sorriso. Non è stato per lui semplicissimo mettersi in questa posizione quasi degna di un contorsionista
“ Così va bene padrona?” mi chiede ma non sono ancora soddisfatta
“ Voglio che tu tenga le braccia a terra e che alzi il bacino” Solo a questo punto lui comprende quali sono le mie intenzioni ma mi guarda incredulo perché c’è ancora qualcosa che gli sfugge
“ Ma… Ma cosa c’entra il fatto che non le ho preparato l’aperitivo?”
“ C’entra perché sarai tu a dissetarmi” gli rispondo lasciandolo completamente incredulo. Prima però voglio divertirmi dandogli altre frustate sulle gambe e vedo il suo cazzo indurirsi ancor più prepotentemente. Sentirsi totalmente in mio potere lo sta facendo impazzire di desiderio. Ma io posso finalmente fare ciò che volevo. In quella posizione non devo nemmeno alzarmi e avvicino la mia bocca al suo pene. Oddio, lo volevo. E quello che voglio con Daniele me lo prendo. Lo lecco, lo succhio, lo ingoio e addirittura lo mordo, prima con delicatezza poi più duramente quando sento che sta per venirsene. Mi è sempre piaciuto il sesso orale. Sia darlo che riceverlo. Per qualche misterioso motivo mi fa sentire completamente femmina e in queste condizioni dove tutto è amplificato lo desidero ancor di più
“Schiavo, non permetterti di venire senza il mio permesso” gli ordino riprendendolo poi in bocca.
Assaporo la sua virilità e la bacio appassionatamente. So che il suo piacere dipende da me. Posso darglielo e posso negarglielo. Sento che sta ormai per esplodere e glie lo prendo con due dita stringendoglielo. Ancora no. Voglio ancora assaporare la straordinaria sensazione che provo nel decidere se e quando farlo venire. Mi guarda cercando compassione ma non osa dire nulla. Sa che lo punirei e non si azzarda. Lo vedo quasi contorcersi dal desiderio. Probabilmente sta cercando di pensare ad altro mentre la mia lingua continua imperterrita a dargli piacere. E a darlo a me stessa. Lo sento nella mia bocca sempre più duro e decido di dargli il premio
“Bravo, hai resistito tantissimo. Ora devi resistere ancora un po’ e poi fai uscire tutto nella mia bocca. Ti dirò io quando”
“ S…Sì padrona” Sta balbettando ed è diventato tutto rosso. Lo succhio ancora e poi gli faccio segno che può venirsene. Lo sento sussultare più volte emanando una quantità di sperma incredibile, una quantità che può avere un ragazzo di vent’anni e non un uomo di 56 ma so che è tutto merito mio e che tutto è dovuto alla mia dominazione. Ingoio il suo sperma e sorrido. Ha un sapore dolce, come quello dell’uomo al quale appartiene. So che dipende dalla dieta che un uomo mette in atto e forse Daniele, con la sua passione per la frutta, in particolare banane e ananas, riesce a rendere il suo liquido seminale decisamente più buono. O forse sono semplicemente io a sentirlo più dolce per i sentimenti che nutro verso di lui. Non importa e gli afferro l’asta per poi ripulirlo del tutto. Mi guarda. Sembra non rendersi nemmeno conto di dove si trova. Respira affannosamente e si sdraia a terra con le braccia e le gambe aperte. E’ completamente in mio potere, inerme, e potrei schiacciarlo coi miei tacchi a spillo senza che lui lancerebbe un urlo. Anzi, sono sicura che il suo membro si metterebbe di nuovo sull’attenti
“ Schiavo, cosa fai buttato in terra come un tappeto? Vuoi che ti percuota con un battipanni?”
“ No, no, padrona”
“ E allora alzati e vai a prepararmi la cena che ho fame” Gli do una mano per aiutarlo a rialzarsi ma appena in piedi si rimette in ginocchio dinanzi a me
“ Grazie, mia bellissima padrona. E’ stato fantastico, meraviglioso, un godimento assoluto”
Lo faccio alzare e lo mando quindi a prepararmi questa benedetta cena. Sì, è stato fantastico per lui ma anche per me. Un pompino fatto bene fa godere anche chi lo fa. E io voglio godere in tutte le maniere possibili. Non sono più una ragazzina e devo andare di fretta e prendermi tutto quello che posso. E so che con Daniele riuscirò a farlo.
La cena è semplice e ottima. Non so come abbia fatto ma Daniele è riuscito a preparare delle pietanze davvero ottime. Mi dico che di questi tempi, con internet, chiunque può preparare un pasto di un certo livello ma forse è solo la sua passione, il suo desiderio di essermi utile che lo fa essere così bravo. Il pasticcio di pasta al formaggio con le cime di broccolo verde ripassate mi ha fatto leccare i baffi e se non fossi così attenta alla mia linea avrei gradito il bis ma poi avrei rischiato di far scoppiare il mio completino di pelle. Anche il pollo con le patate al forno è stato appetitoso e ben cucinato. Ma soprattutto è stato uno spasso vederlo mentre mi serviva completamente nudo, con il suo membro che ondeggiava a ogni suo movimento, pronto a servirmi appena schioccavo le dita. Oh sì, questa è la vita che ho sempre sognato e questo è l’uomo che fa per me. E’ dolce, intelligente, capace, innamorato e completamente in mio potere. E io ormai sono sicura sempre di più che anche i miei sentimenti siano fortissimi nei suoi confronti. Lo amo anche se sono trascorsi pochi giorni da quando abbiamo iniziato questo rapporto. Certo, è un amore particolare e completamente diverso da un classico amore tra due persone. Io adoro anche fargli male, infliggergli dolore, vederlo tremare di paura ma è solo un modo diverso di amare. Come del resto Daniele ha un modo diverso di amare me rispetto a come potrebbe amare una donna che non sia la sua padrona. Guardo l’ora quasi indispettita nel vedere che ormai sono le 21.30. Quando sto con lui vorrei che il tempo si fermasse e che avessi tutto il tempo del mondo a disposizione per fargli di tutto. Ma per fortuna la serata è ancora lunga. Lo osservo e, come ogni volta, lui abbassa gli occhi incapace di sostenere il mio sguardo. L’ho fatto cenare al mio tavolo. Avrei potuto obbligarlo a mettersi sotto il tavolo, a fargli mangiare i miei avanzi ma ci sono alcuni momenti che amo interagire con lui come una donna normale fa con il suo uomo e il momento della cena lo preferisco normale. Beh, se per normale possiamo intendere un uomo nudo che mi serve come una regina e che scatta a ogni mio ordine
“ Che dolce hai preparato?" gli domando completamente rilassata
Lui si alza mesto e si inginocchia
“ Sono spiacente padrona ma i dolci non li so preparare. Nei giorni passati ho provato a preparare qualcosa che fosse mangiabile ma non ci sono riuscito. Ho però comprato un vassoio di paste nella sua pasticceria preferita ma se lei adora i dolci prometto che mi impegnerò e proverò a cucinare qualcosa sotto suo specifico ordine. Ho solo bisogno di imparare”
Gli do il permesso di alzarsi, toglie i piatti sporchi che appoggia nel lavandino e prende dal frigo il vassoio della pasticceria. Li osservo. Non sono di mio gusto. Non può saperlo perché ancora non sappiamo tutto dell’altro ma lo vedo terrorizzato in quanto dalla mia faccia ha compreso di non aver comprato qualcosa di mio gradimento
“ Cos'è questa schifezza?”
“ Io… Io… Mi perdoni, non sapevo cosa le piacesse. Sono desolato. Le prometto che non farò più errori di questo genere”
Oh, dei dolci non me ne importa niente. Raramente li mangio sempre per una questione di linea ma mi piace metterlo in difficoltà e ho una scusa eccezionale per qualcosa che ho in mente. Ma prima voglio lasciarlo cuocere nel suo brodo
“ Non mi interessa. Per adesso preparami il caffè. Di corsa. E dopo avrai la tua punizione”
“ Come lei crede, padrona”
Mi trasferisco sul divano dove devo attendere ben poco prima di vedere Daniele che mi porta devotamente il caffè. Lo degusto con calma. Anche il caffè è una bevanda che non bevo molto, sempre a causa della mia dieta bilanciata ma dopo i pasti, rigorosamente senza zucchero, adoro prenderlo. Sono quei piccoli vizi che però danno il sapore della vita e non ho nessuna intenzione di rinunciarci. Dopo aver terminato il caffè non c’è nemmeno bisogno che gli dia l’ordine. Sa perfettamente che dopo voglio una sigaretta e lo vedo correre per prendermi appunto una sigaretta e accendermela. Inutile sottolineare come si sia messo in ginocchio con il portacenere in mano e lo sguardo basso. Lo sento respirare quasi con affanno. Gli ho detto che lo punirò e non ha idea di cosa voglia fargli. Ma di sicuro questa tensione, questa paura nei miei confronti lo stanno eccitando perché ce l’ha di nuovo dritto come un bastone. E’ incredibile. Posso farlo eccitare come e quando voglio soltanto con la mia autorità. Io invece ormai, dopo i primi giorni di tensione, ho preso possesso del ruolo. Sono tranquilla, so cosa devo fare anche se non posso nascondere a me stessa che ho un desiderio sessuale che fatico a controllare. Finora ho soddisfatto solo lui e io ancora non ho avuto la mia quota. E ne sento sempre più il bisogno. Finito di fumare, lo mando a prendere sia il mio frustino che avevo lasciato sul letto che il guinzaglio col collare che già alcuni giorni prima gli avevo fatto mettere e dopo pochi secondi me li consegna con timore. Poso il collare e accarezzo con cupidigia la frusta. Pensa che io voglia solo frustarlo ma si sbaglia di grosso. Non è quello ciò che voglio. Però alcune frustate glie le voglio comunque dare
“ Girati a novanta, subito” gli ordino.
Comincio a colpirlo pesantemente. Ogni frustata mi eccita, mi fa sentire quasi onnipotente e proseguo fino a che il suo culetto non è diventato rosso come un pomodoro da salsa. Tanto per gradire, glie ne do alcune anche sulla schiena ma mi fermo quasi subito. Ancora non conosco la sua soglia del dolore e non mi rendo conto di quante ne può subire. Dovremo organizzarci su una parola d’ordine ma per il momento credo che possa bastare
“Tra cinque minuti ti voglio in camera da letto. Vieni a quattro zampe e mettiti questo” concludo lanciandogli il collare. Mi avvio ma prima di lasciare il salone sferro nell’aria un paio di frustate. Le osserva terrorizzato eppure eccitato. Ha gli occhi spalancati e il membro eretto che per me sono visioni eccitanti. Mi lecco le labbra mentre gli umori hanno cominciato a macchiare la zona traforata dei miei pantaloni di pelle all’altezza della fica. Vedo che sta osservando proprio lì e ormai ha imparato a conoscermi. Sa che più sono eccitata e maggiore è la mia voglia di dominarlo. Entro in camera e rovisto nel cassetto dei miei giocattoli erotici. Ecco quello che voglio stasera. Si tratta di un dildo a doppia penetrazione, un gioiellino che non ho mai indossato ma che ho sognato per una vita di usare. Ed è giunto quel momento. So che gli farò male ma so che lui accetterà per sentirsi mio. Forse all’inizio farà storie ma poi si lascerà andare. Non nascondo di avere un pizzico di timore. Del resto, non ho mai inculato nessuno ma solo il pensiero di possedere Daniele mi sta facendo impazzire. Sono giorni che ci penso. So che è una pratica dura ma sento che con lui posso farla. Devo farla. Ne sento quasi un bisogno fisico. Lubrifico la parte del dildo che mi infilo dentro ma non ce ne sarebbe nemmeno bisogno perché sono un lago di umori. Chiudo gli occhi estasiata mentre lo faccio penetrare dentro di me. E’ fantastico!
Eccolo intanto che arriva a quattro zampe con il guinzaglio che penzola. Lo osservo. Io, altissima con quel pene di plastica che a prima vista è un’appendice che mi mette a disagio non essendoci ovviamente abituata ma che mi fa sembrare un’amazzone trans. Troneggio su di lui che è ai miei piedi a testa bassa. Ha visto ovviamente lo strap-on e sta tremando
“ Lo vuole… Lo vuole usare?”
“ Sì. Stasera ho deciso di incularti”
“ Oh mio Dio, padrona. Io non ho mai… Ho paura” Lo afferro per i capelli
“ Non mi interessa. Io sono la padrona e io deciso cosa fare. I miei ordini non si discutono” Ormai sono sempre più sicura di me stessa e la mia voce è calma ma autoritaria. Lui annuisce
“ Sì padrona, come lei vuole” Risponde continuando a balbettare. Lo sapevo. Farebbe qualsiasi cosa pur di compiacermi e non posso non provare anche un’infinita tenerezza per lui anche se continuo ad essere apparentemente dura
“ Bene. Ricordati che tu devi solo obbedire e basta. Se vuoi continuare ad essere il mio schiavo”
“ Lo voglio padrona. Non ho mai voluto altro che una padrona come lei. Le obbedirò perché è così che deve essere” Sospiro felice di questa risposta. Ormai ho pochi dubbi sulla sua devozione ma sentirselo dire è bellissimo
“ Allora comincia a fare un pompino al mio strap-on. Fallo brillare di saliva e più saliva riuscirai a spalmarci sopra e meno dolore sentirai” Tira fuori la lingua e inizia a leccarlo timidamente ma il momento della carota è finito e adesso è iniziato quello del bastone. Gli afferro la testa e glie la tengo stretta sul mio pube e contemporaneamente gli infilo il dildo dentro la bocca. Capisce che con me c’è poco da scherzare e inizia a darsi da fare tenendosi con le sue mani sulle mie cosce. Appena vedo colare la saliva lo blocco
“Adesso girati e mettiti a novanta appoggiandoti sul letto. Rilassati e vedrai che anche tu ci troverai piacere” Vedo alcune lacrime uscirgli dagli occhi
“Oh no. Oh no”
Ha paura ed è normale ma io so che anche lui lo vuole perché solo così la nostra unione sarà completa. Gli accarezzo la nuca per tranquillizzarlo poi inizio a strusciarmi col dildo intorno al suo buchino. E’ il momento. Lascio cadere un po’ di saliva sull’indice e sul medio per infilargli poi le due dita. Sento che è ancora stretto e allora raccolgo un po’ dei miei umori che sono caduti sulle cosce e ripeto l’operazione. Stavolta sembra più dilatato e inizio a penetrarlo lentamente. Ogni colpo d’anca sento anche la parte interna del dildo che mi sta facendo impazzire di piacere. Daniele continua a fare piccoli lamenti ma resiste. Il dolore dovrebbe essere forte ma so che sta resistendo per amore mio, per amore della sua indiscussa padrona. Ecco, adesso è entrato del tutto e posso cominciare a spingere più forte. Per me è un piacere incredibile. Piacere fisico perché ad ogni colpo che gli infliggo sento la parte interna penetrare in me regalandomi ovviamente magnifiche sensazioni e psicologico perché sto possedendo un uomo, lo sto inculando. E’ l’apoteosi della dominazione. Ora e soltanto ora lui è mio, mi appartiene. Adesso non c’è più violenza da parte mia ma tanta tenerezza. Immagino che sia lo stesso piacere che prova un uomo penetrando la donna che ama. Continuo ad accarezzarlo e sembra essersi calmato anche se ogni tanto lancia delle piccole urla di dolore. Il suo cazzo però sembra gradire molto perché è ancora più duro di prima. Continuo a far entrare e a far uscire i miei venti centimetri di pene e con la mano gli massaggio il membro che ormai sembra esplodere
“ E’ passato il dolore?”
“ Non del tutto ma… E’ bellissimo ugualmente padrona”
“ Sì, è bellissimo e sento che ti piace” parlo e continuo a spingere inesorabilmente. Ormai sono a un passo da un orgasmo pazzesco
“ Sì padrona, mi piace perché adesso sono suo”
Sì, è mio. Adesso siamo un tutt’uno ed è incredibile quanto sia meraviglioso questo momento. Non avrei mai creduto di poterlo vivere. Continuo a toccargli il pene e gli do il permesso di venirsene. E lo facciamo insieme, godendo contemporaneamente delle gioie di questo sesso anomalo, duro ma dolcissimo al contempo. Mi stacco da lui facendo uscire il mio strap-on e poi gli giro la testa. Sta tremando e lo abbraccio per tranquillizzarlo. Gli accarezzo la nuca mentre lo sento quasi singhiozzare sul mio petto. Deve essere completamente stordito dagli eventi che sono succeduti ma anche io faccio fatica a tornare quella di prima. Sono euforica. Ho fatto qualcosa che mai avrei immaginato di fare nella mia vita, almeno fino a prima di conoscere Daniele. Lo bacio con tutta la passione di cui sono capace
“ Ti amo” gli dico.
Ed è la prima volta che dalla mia bocca esce una frase del genere ma sento che è la sacrosanta verità. Avrei potuto amare con tutta me stessa solo uno come lui, uno schiavo dolce e appassionato. Anche lui me lo ripete e ci abbracciamo forte per baciarci nuovamente.
E’ di nuovo il momento della carota e quest’alternanza tra dolcezza e durezza è semplicemente meravigliosa.
Per me e per lui.
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