La galleria
di
Pensierosa 2.0
genere
etero
Una macchina sfreccia indisturbata per la strada deserta, dall'abitacolo escono le note di una vecchia canzone jazz. Sono trascorsi mesi dall'ultimo lavoro per Aurora ed ora sembra finalmente essere arrivata la sua occasione. Dopo una serie di "le faremo sapere" rimasti senza risposta ha trovato in un forum dedicato a mostre fotografiche ed artisti emergenti l'annuncio per il lavoro ideale ossia commessa ed assistente in una galleria d'arte. Al telefono il titolare si è dimostrato subito disponibile e gentile, dandole appuntamento per l'indomani. Aurora per l'occasione ha optato per un look in grado di trasmettere all'osservatore una parvenza di professionalità: camicia bianca con le maniche corte, gonna stretta poco sopra al ginocchio, un paio di decolte nere con tacco 10, una coda stretta in grado di raccogliere i suoi capelli ribelli ed un paio di occhiali dalla montatura verde come i suoi occhi. Aurora giunge di fronte al luogo dell'appuntamento. Agitata apre la porta della galleria d'arte e si ritrova circondata da quadri e sculture. Dimenticandosi per un attimo del colloquio cammina tra le tele appese alle mura, rimanendo estasiata ad osservare quadri dai colori brillanti e statue dalle forme sinuose. Ogni opera sembra rimandare all'eros; i quadri raccontano di amplessi stilizzati, ritraendo volti contorti dal piacere e di mentre le sculture rimandano alla nudità di corpi uniti.
La donna è così assorta da non rendersi conto dell'arrivo di un uomo alle sue spalle. "Lei è la signora Aurora, vero?" Le chiede una voce bassa e profonda. Lei si volta di scatto e rimane per un attimo basita, di fronte a lei un uomo alto, maturo, fasciato in un abito scuro, con una folta chioma tendente al sale e pepe, un accenno di barba, due spalle vigorose ed uno sguardo magnetico. Aurora esitante gli porge la mano che viene stretta in una presa salda ed avvolgente.
"Sono il signor Alessio Davini, curatore e proprietario di questa galleria. È un piacere conoscerla. Mi segua nel mio ufficio". La donna lo segue in silenzio, intorno a loro solo il rumore dei loro passi sul marmo di ottima fattura. L'uomo la guida in una stanza luminosa caratterizzata da un'imponente scrivania. Le indica una poltrona in velluto e la invita a sedersi mentre lui prende posto di fronte a lei, in piedi, poggiato alla scrivania. Il signor Davini la osserva per qualche minuto, il suo sguardo sembra indugiare sulla generosa porzione di gambe che la gonna di Aurora offre, per poi riprendere il suo discorso " Dal curriculum che mi ha inviato noto le sue competenze in materia ma oltre a conoscere tecniche e soggetti bisogna avere fiuto per gli affari. Qui ci occupiamo non solo di vendita ma anche dei rapporti con artisti e procuratori". Aurora soppesa le parole dell'uomo e risponde prontamente " Sono certa di essere la persona giusta per questo incarico sia come amante dell'arte sia per le mie capacità di interazione". Ad udire queste parole all'uomo sfugge un sorriso beffardo e mormora "interazione...vedremo...". Il colloquio sembra procedere senza problemi, il signor Davini alterna domande lavorative a domande personali ed Aurora risponde a tutto con la massima precisione. L'uomo sembra colpito dalle competenze della donna, distende le mani sulla scrivania, la guarda negli occhi e con un tono perentorio le dice "Il posto è suo. Può iniziare già da domani. Vi sono però 3 regole fondamentali che dovrà seguire:
1. Estrema riservatezza;
2. Essere sempre adeguata a luogo e contesto;
3. Eseguire alla lettera le mie indicazioni.".
Aurora soppesa quelle parole, la necessità del lavoro unita allo sguardo penetrante dell'uomo la convincono ad accettare senza remore.
Davini accoglie con soddisfazione le parole della donna, si allontana dalla scrivania, si avvicina alla poltrona, poggia la sua mano imponente sulla piccola spalla di Aurora e le sussurra all'orecchio "Vedrai...ci sarà da divertirsi".
La donna si sente stordita dal tono accattivante dell'uomo, si alza senza proferire parola dalla poltrona, si congeda dal signor Davini, intento a guardarla con uno sguardo compiaciuto, e corre fuori dalla galleria. Aurora entra rapidamente in auto e poggia la testa al volante: quel uomo l'ha stregata.
La donna è così assorta da non rendersi conto dell'arrivo di un uomo alle sue spalle. "Lei è la signora Aurora, vero?" Le chiede una voce bassa e profonda. Lei si volta di scatto e rimane per un attimo basita, di fronte a lei un uomo alto, maturo, fasciato in un abito scuro, con una folta chioma tendente al sale e pepe, un accenno di barba, due spalle vigorose ed uno sguardo magnetico. Aurora esitante gli porge la mano che viene stretta in una presa salda ed avvolgente.
"Sono il signor Alessio Davini, curatore e proprietario di questa galleria. È un piacere conoscerla. Mi segua nel mio ufficio". La donna lo segue in silenzio, intorno a loro solo il rumore dei loro passi sul marmo di ottima fattura. L'uomo la guida in una stanza luminosa caratterizzata da un'imponente scrivania. Le indica una poltrona in velluto e la invita a sedersi mentre lui prende posto di fronte a lei, in piedi, poggiato alla scrivania. Il signor Davini la osserva per qualche minuto, il suo sguardo sembra indugiare sulla generosa porzione di gambe che la gonna di Aurora offre, per poi riprendere il suo discorso " Dal curriculum che mi ha inviato noto le sue competenze in materia ma oltre a conoscere tecniche e soggetti bisogna avere fiuto per gli affari. Qui ci occupiamo non solo di vendita ma anche dei rapporti con artisti e procuratori". Aurora soppesa le parole dell'uomo e risponde prontamente " Sono certa di essere la persona giusta per questo incarico sia come amante dell'arte sia per le mie capacità di interazione". Ad udire queste parole all'uomo sfugge un sorriso beffardo e mormora "interazione...vedremo...". Il colloquio sembra procedere senza problemi, il signor Davini alterna domande lavorative a domande personali ed Aurora risponde a tutto con la massima precisione. L'uomo sembra colpito dalle competenze della donna, distende le mani sulla scrivania, la guarda negli occhi e con un tono perentorio le dice "Il posto è suo. Può iniziare già da domani. Vi sono però 3 regole fondamentali che dovrà seguire:
1. Estrema riservatezza;
2. Essere sempre adeguata a luogo e contesto;
3. Eseguire alla lettera le mie indicazioni.".
Aurora soppesa quelle parole, la necessità del lavoro unita allo sguardo penetrante dell'uomo la convincono ad accettare senza remore.
Davini accoglie con soddisfazione le parole della donna, si allontana dalla scrivania, si avvicina alla poltrona, poggia la sua mano imponente sulla piccola spalla di Aurora e le sussurra all'orecchio "Vedrai...ci sarà da divertirsi".
La donna si sente stordita dal tono accattivante dell'uomo, si alza senza proferire parola dalla poltrona, si congeda dal signor Davini, intento a guardarla con uno sguardo compiaciuto, e corre fuori dalla galleria. Aurora entra rapidamente in auto e poggia la testa al volante: quel uomo l'ha stregata.
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