Dal virtuale al reale

di
genere
etero

Non avrei mai immaginato che questo giorno tanto atteso sarebbe giunto. Il treno prosegue la sua corsa ed io conto i minuti che mi separano da te. Sono mesi che trascorriamo ogni momento libero a parlare, raccontarci di noi e darci piacere, un piacere così intenso e folle da rendermi inerme e sazia di quell'appetito sempre assopito. Scendo dal treno con trepidazione, gli scalini sembrano troppo alti per contenere i miei passi incerti. Lascio il treno alle mie spalle, inizio a guardarmi timidamente intorno e sento all'improvviso le tue braccia attorno a me. Mi hai colta di sorpresa, mi stringi stretta a te come se avessi il timore che io possa svanire ed adagi le tue labbra sulle mie. Non ci sono parole che servono in quel momento, basta l'unione delle nostre bocche, l'incontro delle nostre lingue che si accarezzano e si intrecciano scambiando calore, voglia, saliva ed eccitazione. Ci stacchiamo con fatica, i nostri corpi sono attratti dal desiderio di sentirsi. Mi guardi con i tuoi occhi scuri, mi prendi per mano e mi guidi mentre io sono in balia delle emozioni. Saliamo su un taxi fuori la stazione, mi fai accoccolare sulle tue gambe e finalmente sento la tua voce calda sulla pelle "Benvenuta piccola". Il viaggio sembra infinito, le tue labbra scivolano voluttuose sul mio collo nudo mentre la tua mano gioca quasi distrattamente con l'orlo del vestito che ho scelto di indossare per te. Le tue dita osservano l'autista mentre le tue mani accarezzano le mie cosce fino ad arrivare alla fine degli autoreggenti, sento un ghigno e la tua voce che mi sussurra "Sei così troia, così mia". Mi fai allargare le cosce e con le dita sali sempre più su, sento il tuo tocco sulla pelle nuda e vorrei iniziare a gemere, nascondo la bocca nell'incavo del tuo collo e nascondo il mio ansimare con piccoli bacini e leccate. La tua mano non mi dà tregua, sale sempre più su fino a sfiorare il pizzo del mio perizoma ormai grondante di umori. Serro le gambe istintivamente bloccando la tua mano tra le mie cosce, mi rivolgi un ghigno e con un colpo deciso mi penetri più volte nella mia fica tremante con un dito. Mi guardi negli occhi, sfili la mano ed appoggi il tuo dito sulle mie labbra,ti guardo con sfida, lo faccio scivolare nella bocca ed inizio a leccarlo immaginando che fosse il tuo membro.
Il taxi ferma la sua corsa, stordita ed eccitata scendo come un automa ma ci sei tu a guidarmi. Entriamo nel portone di un palazzo, la tua mano non lascia la mia, inizi ad armeggiare con un mazzo di chiavi e mi fai accomodare in un appartamento in penombra. TI chiudi la porta alle spalle, ti appoggi allo stipite della porta e mi osservi, il tuo sguardo mi fa sentire nuda. Ti avvicini a me, appoggi le tue mani sulle mie spalle e mi sussurri "Spogliati piccola". Non so se recepire la tua frase come un ordine o una semplice richiesta, per un attimo un barlume di lucidità mi ricorda che sto commettendo una pazzia, che sono in presenza di uno sconosciuto ma i tuoi occhi e la tua voce paralizzano le mie paure. Tolgo il cappotto e lo Poggio su una poltrona poco distante, faccio scendere la zip del vestitino che cade ai miei piedi. RImango di fronte a te con indosso un completino nero in pizzo, il reggiseno a balconcino non trattiene i miei Capezzoli turgidi ed eccitati, il perizoma è ormai bagnato dai miei umori che scivolano tra le mie cosce. Sfilo le scarpe, Poggio il piede destro sulla poltrona ed inizio a far scendere la calza mentre il mio sguardo con lascia per un secondo i tuoi occhi. Non faccio in tempo a sfilare la seconda calza che sei su di te, il tuo corpo mi imprigiona e la tua erezione struscia contro la mia carne. Mi trattieni le mani sulla testa ed inizi a scorrere col tuo volto sul mio viso. Mi baci lentamente il collo e con la lingua arrivi al mio reggiseno, scosti una coppa con i denti e ti avventi sul mio capezzolo sinitro. Lo prendi dolcemente tra le labbra ed inizi una dolce tortura fatta di leccate e morsi. I miei gemiti si fanno sempre più forti ma tu prosegui nella scoperta del mio corpo. Mi baci il pancino seguendo una linea immaginaria fino ad arrivare al monte di Venere, rimani qualche secondo ad osservare prima di fiondare il volto tra le mie cosce e respirare l'odore del mio piacere. La tua lingua passa quasi svogliatamente sulle pieghe del pizzo, scosti il tessuto e la inserisci nella mia fessura bollente. La tua bocca sembra divorare la mia fica, la lingua stuzzica con morsi e leccate il clitoride prima di iniziare a scoparmi senza pietà. Le mie gambe si fanno deboli e tremolanti ma tu mi ordini di non muovermi, aggiungi nella mia carne un dito che mi penetra senza sosta mentre la tua lingua vogliosa lecca e raccoglie il frutto del mio piacere. All'improvviso ti allontani, mi prendi in braccio, io piccola e nuda e tu alto e scolpito, e mi adagi sul tuo letto. Mi stiracchio sulle lenzuola di seta e ti osservo mentre ti sbottoni la camicia lasciandomi intravedere un petto ampio e villoso, slacci la cintura che cade sul pavimento, sbottoni ed abbassi la zip del pantalone lasciandomi ad osservare in estasi un'erezione difficilmente contenuta dallo slip. Non riesco a resistere, gattono fino a raggiungerti e mi avvento sul tuo membro. LA mia mano lo tira fuori dal tessuto, lo passo sul viso quasi a voler imprimere nei miei ricordi il tuo odore, passo la lingua per tutta la sua incredibile lunghezza e mi dedico a succhiare dolcemente la punta. RAccolgo con un dito una goccia del tuo piacere, la spalmo sulle mie labbra ed accolgo il tuo membro nella mia bocca. Lo sento ardente e pulsante, inizio a farlo scivolare su e giù mentre la mia lingua sembra limonare con lui, alterno leccate a lunghe succhiate e lo sento diventare di marmo dentro me. Le tue mani vagano indisturbate sul mio corpo, con un colpo mi stacchi il reggiseno e, mentre con la mano destra sostituisci la coppa mancante e torturi il mio capezzolo turgido, con la mano sinistra accarezzi e strattoni i miei capelli e dai il ritmo al mio pompino. Vorrei assaporarti fino alla fine ma hai un progetto diverso per noi. Mi giri a pancia in giù, lecchi la mia spina dorsale, mordi la mia natica e mi strappi con un colpo il perizoma. Mi sento nuda e vulnerabile, cerco irrazionalmente di coprirmi ma tu ti sdrai sulla mia schiena e mi sussurri all'orecchio:" sono mesi che aspetto di possederti". Mi fai alzare il pancino, mi apri la fica e con un colpo deciso mi penetri. Il tuo membro mi riempie tutta, la mia fica calda lo accoglie e lo avvolge. Non mi dai il tempo per abituarmi a questa splendida pienezza che cominci a martellarmi con spinte lunghe e vigorose, il tuo cazzo si imprime nella mia carne fino a toccare i punti più sensibili. Gemo senza pensare al luogo ed al tempo, ogni spinta diventa sempre più profonda ed è accompagnata dalla tua voce roca che mi entra nelle vene "sei mia" "sei la mia donna" "sei la mia femmina". Sento le palle che sbattono sul mio culetto, la tua mano si avventa sul mio clitoride ed io avverto una scossa che percorre ogni cm della mia pelle. L'orgasmo è devastante, urlo il tuo nome mentre la fica si stringe intorno al tuo membro. Tu continui a spingere senza sosta, il tuo respiro è pesante e le pulsazioni del mio orgasmo ti fanno sprofondare in un piacere intenso, urli quasi con rabbia il mio nome e mi riempi con il tuo seme bollente.
Esci lentamente da me, mi stringi forte, poggi la tua bocca sulla mia fronte e mi sussurri:" Piacere, Marco".
scritto il
2016-11-07
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