Grazie alla mia titolare mi sono fatto un harem 2
di
libertino.2016
genere
incesti
Clelia ormai era tutta prese dalla gravidanza, il marito era accudito da zia, mamma e nonna, per la notte aveva assunto Britta un infermiera tedesca di 63 anni.
Il tempo passava, Clelia non voleva avere rapporti sessuali, erano discussioni come se fossimo marito e moglie, una sera dopo una discussione focosa, mi disse:
“Se hai il bisogno di un nido per il tuo uccello, rivolgiti alla pannocchia di tua zia o a quella di tua mamma”
La sera stessa riferii quelle parole a mia zia, ricevendo come risposta:
“Vedi Elio, sono una donna di 50 anni a cui è sempre piaciuto scopare, non mi sono mai sposata per accogliere molti passeri nella mia passerina, non ho mai disdegnato un uccello, anche tuo padre ha usato il mio nido, perciò se vuoi scaldare il mio nido sei ben accetto”
Questo discorso avveniva alle 18.30 alle 21.00 entravo nel letto di zia Anna, mammamia che troione mi ero perso in tutti questi anni.
Appena entrato nel letto con la bocca si è dedicata al cetriolo come un’ortolana, in neanche 5 minuti le ho riempito la bocca di crema, il suo commento:
“Buona, buonissima, mi sa che dovrò mungerti più sovente”
Dopo il commento, ha allargato le cosce, chiedendomi di lapparle la susina. Ho dovuto leccare per più di un’ora per farle provare un orgasmo , poi le sono entrato in vagina con un colpo perentorio ed ho cominciato un avanti e indietro dal quale sono uscito distrutto dopo che ha avuto l’orgasmo.
“Nipotino mio, se lo sapevo prima che trombavi così, mica ti avrei lasciato a Clelia, un toro come te, me lo sarei tenuta per me. Non montarti la testa, ma di tutti gli stalloni che mi hanno montata, sei senz’altro il migliore”
“Cara zia, adesso che ho trovato la mia giumenta, penso proprio che la cosa non finirà qui”
“Si, ma quando Clelia partorirà ti rivorrà tutto per lei”
“Quando si riprenderà ci saranno molte cosa da stabilire”
“Ricordati che è lei che comanda!”
“Qui comanderà lei, ma il mio battacchio lo uso e lo do a chi voglio io!”
La storia con mia zia era qualcosa di particolare, scopavamo cinque giorni a settimana, ormai, erano tre mesi che ero il bull di mia zia, Clelia si era accorta della nostra tresca, era gelosa, ma non si azzardava a dire niente, in fin dei conti era stata lei a spingermi nelle mani, scusate nella passera di zia.
Una sera che stavo montando Anna, lei gridava come un’indemoniata, mia mamma sentì, pensando che zia si sentisse male entrò nella stanza e chiese:
“Anna ti senti male?”
Anna non rispose, nemmeno sentì, era in corso un orgasmo che la squassava, siccome la stanza che era al buio, Mamma si avvicinò al letto e urlò per lo spavento, causa la scena che si palesò ai suoi occhi.
Suo figlio nudo con il pistone piantato nel cilindro della zia, tutti due in trace sessuale.
Provò ancora a chiamare la sorella. Ma l’unica risposta fu:
“Siii! Vengoo! Sei uno stallone, il mio stallone! Non ti lascio più! Voglio che mi metti incinta come quella puttana di Clelia! E pensare che sono io che ti ho buttato nelle braccia di quella mignotta! Ma ora sei tutto mio, lo sapesse quella porca di mia sorella, ti vorrebbe solo per lei!”
Nel mentre che zia straparlava, le riempii la patata di sperma, quindi poco per volta ci riprendemmo, accanto al letto c’era la mia genitrice a bocca aperta.
“Mamma cosa fai li?” chiesi.
“Ma Marzia adesso neanche più scopare con mio nipote in santa pace posso, che ci se tu a controllare” disse Anna.
Risentita e piuttosto alterata mamma replicò:
“In quanto al fatto del nipote, sarebbe mio figlio, se va bene a lui farsi una vecchia gallina, per me non c’è problema, ma non capisco perché farlo di nascosto”
“Mamma sai, è per via che in casa ci sono anche nonna e la signora Britta”
“Zitto tu! Sei peggio di lei, però complimenti, hai un arnese veramente notevole, adesso capisco perché Clelia ha perso la testa per te”
“Mamma che dici?”
“Lo so io che dico!”
Com’era venuta se ne andò.
In quel momento, zia Anna si era ripresa e disse:
“Bel guaio abbiamo fatto, tua madre se ne andata incazzata nera, sarà difficile farle dimenticare quel che ha visto. Quello che ha detto è vero, Clelia il giorno che è venuta a prenderti per partire per Cuba, disse che si era innamorata di te, perché osservandoti dopo che l’avevi offesa, ha visto le potenzialità che potevi esprimere”
“Che potenzialità”
“Le potenzialità amatorie! Disse che mentre parlavate ti era cresciuto un cazzo asinino nelle mutande ed aveva capito di piacerti, nel medesimo istante le si era bagnata la figa. Aveva così deciso di fare a noi una proposta, se l’avessimo accettata avrebbe pensato lei per tutta la famiglia. Altra cosa aveva assunto Gabriella, come segretaria per il motivo che era gelosa, così tenendola impegnata poteva evitare che venisse a letto con te”
“Che proposta vi fece?”
“Se eravamo d’accordo che tu diventassi il suo amante, lei ti avrebbe fatto fare carriera, in caso contrario ti avrebbe liquidato e aiutato a cercare un’altra occupazione lontano da lei, perché nel momento che si è innamorata, non poteva averti accanto senza fare l’amore con te!”
“E voi avete subito accettato?”
“Io si! Ma Marzia ci pensò bene, poi disse che dovevi essere tu a decidere”
“Bene!”
Il tacito contratto era stato fittiziamente firmato dalle quattro donne, ero diventato il bull di una donna in carriera, sposata con un cornuto inetto, incapace di farla godere e cosa più importante di fecondarla.
I rapporti sessuali, tra me e Clelia si erano interrotti nel momento che aveva appreso la notizia del suo stato interessante e che doveva stare in assoluto riposo per non rischiare di perdere il bambino. Visto la mia esigenza di scopare, mi aveva spinto verso la zia, pensando che era la più facile da manipolare, una volta dopo aver partorito mi avrebbe nuovamente avuto per se.
Le scopate con zia mi soddisfacevano, ma dopo un mese che mamma ci aveva scoperto, una notte nel mentre cavalcavo Anna, le ho sussurrato all’orecchio:
“Domani notte voglio provare a scopare Marzia, secondo te è disponibile”
Con un moto di nervosismo e rabbia mi affibbiò un colpo che mi disarcionò, poi con voce tremante mi disse:
“E’ un orgoglio fare l’amore con te e sentire che vuoi un’altra!”
“Zia devi capire, che da quando mamma quella notte è entrata nella stanza mentre scopavamo, che mi pongo diverse domande”
“Che domande?”
“Se papà la faceva godere? Se sente ancora il bisogno di un maschio? Se ha sofferto a vedere noi a scopare? Se anche lei è gelosa come Clelia? Se c’è la possibilità di un amore tra me e lei?”
“Ehi quante domande! Penso che se ti proponi nel modo giusto, anche mia sorella, come ho fatto io ti concederà di entrare nel suo letto e credo che la cosa si ripeterà nel tempo. Comunque adesso non ho più voglia di stare qui , me ne torno in camera mia”
A nulla sono valse le mie scuse, si è alzata e nuda è uscita dalla mia stanza per recarsi nella sua. Mentre chiudeva la porta l’ho sentita salutare qualcuna ricambiata, ma non ho capito chi fosse.
La mia voglia di svotare i coglioni era tanta, così in silenzio sono andato nella stanza di Clelia, ero nudo, mi sono accomodato sul letto alla sua sinistra, lei dormiva tranquilla, le ho dato un bacio prima sulla guancia, poi mi sono spostato sulla pancia dove cresceva mio figlio, l’ho accarezzata e baciata, poi sono sceso con una mano sulla patata e ho introdotto il dito indice, cominciando a masturbarla, ai primi segni di risveglio e di goduria ho immesso anche il medio, in quel momento nonostante stesse iniziando ad avere un orgasmo dopo più di un mese, si destò di colpo e spostandosi mi disse:
“Amore non posso, lo sai che vorrei, ma non posso! Non posso rischiare di perdere il bambino, per me è molto importante. Ti prego amore, ti do tutto cosa vuoi, ma prima lascia che partorisca nostro figlio!”
Mi fece tenerezza, la dura manager in quel momento sembrava una bambina, la donna dura e spietata negli affari era un agnellino di fronte alla voglia di maternità. La guardai, forse fu la prima volta in quel momento che capii quanto l’amavo, ma il mio bisogno di godere era estremo, quindi accarezzandole una guancia le dissi:
“Almeno fammi un pompino, non c’è la faccio più! A non toccarti divento matto, scopo zia Anna e penso a te, sodomizzo lei pensando a te, parlo con mamma e continuo a pensare a te, mi sa che una cosa tra noi nata per sesso sia diventa per me amore”
“E la cosa più bella che potessi dirmi, io ti amo dal giorno che mi hai guardato il culo, per te ho perso la testa, se mio marito non avesse avuto l’ictus, quando saremmo tornati dalle Canarie avrei chiesto il divorzio per poterti sposare, per averti solo per me alla luce del sole. Anche in sede devono sapere che sei mio, specialmente Gabriella, deve smettere di farti gli occhi dolci ogni volta che passi”
“Non pensare a Gabriella, lei è solo una ragazzina, comunque in azienda sanno tutti che sono il tuo uomo, anche Franco, ogni volta che ci incontriamo mi chiede come stai, le prime volte cercavo di svicolare, ma un giorno mi ha detto che sa che sono io che l’ho sostituito nel tuo letto”
“E tu cosa gli hai risposto?”
“Che non l’ho sostituito nel tuo letto, ma che sei tu che occupi il mio”
Mi attirò a se e mi limonò con forza, nel mentre appoggiai una mano sulla testa, appena la nostre bocche si staccarono la spinsi al mio cazzo che imboccò e poi con una mano impugnò.
“Amore cosa mi fai fare, però questo vuol dire che ti manco, la zietta non riesce a soddisfarti”
“Certo ci vorrebbero quattro donne per sostituirti”
“Già fino a tre arrivo a leggere nella tua mente”
“Cioè?”
“Caro ogni uomo sogna di scopare in famiglia, tu vorresti scopare oltre a tua zia anche Marzia e Agata”
Scopare mamma mi sarebbe piaciuto, specialmente dopo che aveva sorpreso me e Anna nel momento dell’orgasmo, ma nonna Agata chi ci aveva mai pensato. Comunque Clelia, finì la pompa ed io eruttai una grande quantità nella sua bocca.
“Amore adesso vai a dormire, devo riposare per me è stato faticoso lavorarti il mandrillo”
Ritornai in camera e dormii fino alle 10.00, quando nonna bussò alla porta ed entrò con la colazione, dopo la parole di Clelia, osservai Agata, donna 66enne, con un seno sostanzioso credo una quinta cadente, gambe lunghe, con segni di varici, un culo sporgente, un viso da puttana , una bocca che dice che quello è il posto d’infilarci il cazzo.
Mentre consumavo la colazione, Agata si era seduta sul letto a 10 cm da me, con non curanza allungai una mano, sfiorai la sua coscia, la sua reazione fu un sorriso, mi feci più audace, la mano la posizionai sul seno, reazione zero, anzi sembrava gradire, quindi presi una sua mano e la portai sul mio attributo, nonna impugnò il birillo diventando rossa disse:
“E’ tanto che non ne tocco uno, ma mai di queste dimensioni”
Poi si scostò, alzatasi fuggì via. Finito colazione presi la scodella, il cucchiaino e il vassoio e portai tutto in cucina, qui c’era Britta che doveva partire per la Germania, sarebbe stata assente per una settimana, appena mi vide disse:
“Attività frenetica nelle ultime ore?”
“Scusa Britta non capisco!”
“Si, si capisci!”
“No Britta non so a cosa ti riferisci”
“Prima incontro Anna che esce nuda dalla tua camera, poi sento la signora che urla come se godesse, quindi cinque minuti fa vedo tua nonna tutta rossa che lascia la tua stanza”
“Ma no la zia addormentata ha sbagliato stanza, dopo essere andata in bagno, Clelia aveva dei dolori per la gravidanza, nonna era accaldata e mi aveva portato colazione”
“Strano che Anna tutte le sere sbaglia stanza, chissà quale Spirito Santo ha ingravidato la signora Clelia, in quanto ad Agata, per essere rossa come un peperone vuol dire che in camera tua c’erano più di 40 gradi, comunque non sono cosa che mi competono”
“Brava qui in Italia chi si fa i cazzi suoi, vive più a lungo!”
“Vedi Elio, io vorrei farmi i cazzi tuoi”
Britta parlando un italiano con accento teutonico, pensai che avesse sbagliato, la corressi:
“Invece di tuoi nel tuo caso devi dire miei”
“No! Ho detto giusto vorrei farmi i cazzi tuoi”
“Capisco che parli italiano bene, ma puoi sbagliare gli aggettivi”
Non mi lasciò proseguire e interrompendo disse:
“Vedi io ho 63 anni, sono separata da quando ne avevo 48, ho dovuto sempre lavorare per i debiti di mio marito, non ho più avuto un uomo e nemmeno il tempo di fare l’amore, mi sono dedicata solo al lavoro in questi 15 anni, adesso mi piacerebbe che tu ti dedicassi a soddisfare anche me, come fai con tua nonna, ti chiedo questo perché se ti dedichi a lei che è più anziana di me, non penso che avrai ribrezzo a godere con me”
“Ti ringrazio della stima, ma ne riparleremo, quando tornerai dal tuo viaggio”
Mi dette una pacca sulla schiena, prese il suo troll e se ne andò.
In assenza di Britta, mamma prese il suo turno e per non fare 12 ore di seguito cambiò il suo con quello di nonna.
La sera mi trovai a cena con tutte quattro le donne, Clelia era preoccupata per la sua gravidanza, continuava a chiedere consigli ad Agata, mamma era taciturna per via del pensiero del doppio turno, mentre Anna era incazzata con me, ogni domanda che le rivolgevo, la risposta era preceduta o da un soffio o da uno sbuffo, capii che non tirava aria, quindi mi accomiatai.
Più tardi andando in bagno, incontrai zia che aveva fatto compagnia a Clelia, in modo sbrigativo disse:
“Stasera non permetterti di venire nella mia stanza e nemmeno di andare da Clelia! Capito!”
La guardai sorridendole, no le risposi, ma mi venne in mente che alle 6.00 mamma terminava di accudire Paolo, avrei potuto provare a sedurla, visto che mi sembrava che anche alterata aveva guardato compiaciuta il mio battacchio di 25 cm.
Così andai a coricarmi, puntai la sveglia alle 5.30, in modo che avrei atteso che si recasse in camera ed avrei tentato l’approccio.
Alle 5.30 suonò la sveglia, così mi alzai, andai a fare la doccia, poi nudo tornai a letto, dove incominciai a menarmi l’uccello per farlo arrivare al massimo splendore, quando sentii mamma salutare zia, che le aveva dato il cambio, uscii dalla stanza, silenziosamente le arrivai alle spalle, quando entrò in camera e si girò per chiudere la porta, l’abbracciai, la baciai, la porta la chiudemmo con un calcio dato da entrambi contemporaneamente, poi mamma disse:
“Finalmente era ora che ti decidessi, sono anch’io una donna, voglio anch’io godere di questo splendore divino, che hai in mezzo alle gambe, sei meglio di tuo padre, difatti lui riusciva a mettermi le corna con una donna sola per volta, tu hai due amanti contemporaneamente”
“Ti sbagli mamma, da ora sono tre e spero presto di arrivare a quattro e possibilmente aumentare il numero, perché non mi pongo limiti, ho capito che siete tutte delle grandi troie”
Nel mentre avevo fatto scorrere la mano sotto la gonna, oltrepassando il bordo delle mutandine, immergendo il dito in un lago di umori, che la sua vagina produceva.
“Mamma, sei tutta bagnata!”
“Si figlio mio, non sai da quanto aspetto di essere scopata da un uomo”
“Adesso hai me, non hai più bisogno di sperare, ora ci sono io!”
“Certo, ma chi l’avrebbe mai detto che in casa avevo l’uomo per me”
“Beh grazie a Clelia, sto scoprendo che le donne della mia famiglia sono delle grandi chiavatrici, tua sorella è una ninfomane, adesso fa la dura, perché l’altra notte mentre scopavamo le ho detto che pensavo a te, che avrei voluto farti delle domande, si è talmente incazzata che mi ha disarcionato e se ne andata, perciò per finire di svuotami i coglioni ho dovuto rivolgermi a Clelia”
“Che domande volevi farmi caro?”
“Sono un po’ personali, non so se è il caso?”
“Amore solo dieci minuti fa, mi hai preso di forza, non diciamo che mi hai violentato, ma in un attimo, m’hai accarezzato la coscia e sei giunto ad entrarmi nelle mutande, prima con un dito, poi l’hai sostituito con questo bel cazzone, che mi sta facendo godere come un matta e ti preoccupi per le domande”
“Volevo sapere se papà ti faceva godere? Se sentivi ancora il bisogno di un maschio? Se avevi sofferto a vedere me e zia a scopare? Se anche tu sei gelosa come Clelia? Per ultimo se c’era la possibilità di un amore tra me e te? Ma a quasi tutte mi hai già risposto nel momento che ti sei concessa”
“”Si sono gelosa di Clelia, che ti può avere come sfossi un suo oggetto, per quanto riguarda mia sorella, non mi è piaciuto che lo abbiate fatto di nascosto, per quanto riguarda una relazione fra noi , ti posso dire che ad uno stallone come te, d’ora in poi non ci rinuncio”
“Nemmeno io mamma, ma sappi che in settimana voglio possedere pure tua madre, quando torna penso che scoperò anche Britta, visto che me lo ha chiesto quasi ricattandomi”
“In quanto ad Agata devi stare attento, sai che lei è di salute cagionevole, perciò tu impalala pure, ma usa cautela, non vorrei doverla portare in ospedale, in quanto all’infermiera, penso proprio che tu debba prenderla di forza in modo che non possa più fare a meno del tuo membro, così la situazione si ribalterà, ma non dire nulla per il momento a Clelia, bisogna lasciarla tranquilla fino a dopo il parto”
“Sai cosa mi spiace dello stato di Clelia?”
“No ma dimmi?”
“Lei ha chiavato con alcuni uomini, non è mai rimasta incinta, perché voleva un figlio da suo marito, ora che è innamorata di me, ho reso la sua fertilità realtà, il figlio sarà attribuito al quel cornuto impotente”
“Questo è vero, ma tu parlane con lei, vedrai che si troverà una soluzione”
Nel mentre parlavamo ho continuato a pistonare mamma, dopo due ore abbiamo avuto un orgasmo simultaneo, le ho riempito la susina con un’abbondante sborrata.
“Se continui così, due ho tre volte che mi riempi mi fai avere un figlio di cui sarai padre e fratello” disse mamma compiaciuta e per niente preoccupata.
“Certo che mi piacerebbe avere un figlio da te, ma nel caso, non voglio fare come con Clelia, che non vuole più scopare, con te fino ad un minuto prima di entrare in sala parto ti voglio far godere, anche perché tu devi ricuperare i vent’anni senza un uomo”
“Sciocchino, con me puoi fare ciò che vuoi, anche scoparmi quando il bambino sta uscendo , ti amo tanto che puoi fare di me la tua schiava, se preferisci la tua puttana! In quanto a Clelia, devi capire che ha desiderato un figlio dal primo giorno del matrimonio , ma quel incapace del marito non è stato in grado , ora che ha l’opportunità di averlo, non vuole rinunciarci”
Mamma cambiando il turno, era in camera da mezzanotte alle sei, così per il tempo che Britta era via ho fatto delle magnifiche scopate con relative godute e sborrate nella sua pancia.
Un giorno che zia era uscita per commissioni, Clelia riposava e mamma era impegnata a badare ad Aldo, nonna Agata disse che sarebbe andata a letto a riposare, erano le 15,00, presi la palla al balzo e dissi :
“Nonna posso venire a tenerti compagnia? Tanto non dormi, così possiamo parlare un po’”
“Si vieni, mi fa piacere!”
In stanza incominciammo a parlare del più e del meno, poi nonna mi chiese:
“Cos’è successo con mia figlia, la vedo un po’ strana”
“Niente nonna, non so di che parli!”
“Si, lo sai bene”
“Si, ma dipende di quale tua figlia parli”
“Di tua zia Anna, fino a pochi giorni fa sembravate amanti, sempre a lanciarvi sguardi e sorrisi, poi d’improvviso sembrate cane e gatto”
“Nonna devi sapere che non sembravamo, ma eravamo amanti, poi mamma ci ha visti mentre copulavamo, siccome anche mamma mi fa un effetto tale da volerla possedere, ho esposto la questione a zia e lei si è risentita”
“Sei un porco! Anche tua mamma vuoi portarti a letto?”
“Se è per questo vorrei portarmi a letto anche te!”
“Elio caro io ho 66 anni ormai sono vecchia”
“Il proverbio dice che, gallina vecchia fa buon brodo, e se la gallina vecchia ha prodotto due vacche di prima qualità, chissà come sarà lei”
“Non dirmi che sei riuscito anche ad andare a letto con Marzia”
“Certo sono un po’ di notti che la riempio di sborra”
“Allora cosa aspetti, io sono qui, forza allora prendimi, fammi sentire ancora ragazzina, ma fai piano che sono trent’anni che nessuno mi entra dentro”
Mi calai pantaloni e boxer, tolsi la camicia poi denudai nonna, subito le diedi una bella slinguata alla figa, per poi introdurlo nel canal grande, nonostante fosse trent’anni che non scopava, era ancora larga, questo significava che negli anni buoni non si era risparmiata, le dissi:
“Hai la tana che sembra il Traforo del Monte Bianco tanto sei larga, non ti sei risparmiata niente al tempo che fu”
“Questo è vero, ma tu continua che ti sento bene dentro, senz’altro sarai tu ad sventrarmi, devi sapere che non ho mai avuto niente di simile a disposizione, capisco che le mie figlie e Clara non vogliano e non possano rinunciare a un simile bazuca”
Zitta adesso troia, pensa a godere, cha appena finito ti apro il secondo canale. Una troia come te, deve essere sventrata in tutti i buchi”
“Dai amore sfonda la nonna, che ha tanta voglia di godere”
Quella volta la presi due volte in figa. Almeno tre in culo, ogni volta la facevo lavorare di bocca per pulirmi il bazuca, come l’aveva chiamato lei”
Alle diciotto doveva dare il cambio a Marzia, alle 17.59 eravamo ancora a letto attaccati con lei che godeva. Marzia bussò alla porta della madre, pensando che si fosse addormentata, non ricevendo risposta aprì, ci vide nella posizione della pecorina e disse:
“Disturbo! Vorrei solo dire che è il momento del cambio”
“Si mammaaaa, finisco di farcire nonna e mi dedico a te” non pensando al cambio per accudire Aldo.
“Per me c’è tempo, prima faccio una doccia, poi mi faccio prendere da te! Amore dicevo alla nonna, è ora che pensi lei al marito di Clelia”
“Certo cara, godo ancora una volta con questo magnifico cazzo, poi vado dalla mummia”
Venni nel culo di nonna, che subito dopo si dissolse, lasciando me e mamma nella sua camera, attirai mamma a me e le dissi:
“La doccia la farai dopo, ora ti voglio, voglio metterti incinta come Clelia, alla faccia di tua sorella”
“E’ sempre arrabbiata con te?”
“Di certo mi evita, ma sarà lei ha venire a cercare il cazzo, non certo io la sua figa, visto che con te e nonna ne ho in abbondanza, senza trascurare la teutonica, appena torna provo a soddisfare anche lei”
“Figlio mio sei un bel maialino, cosa pensi che dirà Clelia, se viene a sapere che ti fai anche Britta?”
“Beh il mio strumento musicale lo presto a chi voglio, se Clelia vuole che suoni solo per lei deve darmela invece di fare la preziosa!”
“Adesso basta parlare delle altre, pensa a me ed ha mantenere la promessa”
“Che promessa Marzia?”
“Ma quella di farcirmi e rendermi incinta, non sto più nella pelle a pensare di partorire un figlio a mio figlio! Dai porco, incomincia che ho sei ore da trascorrere con te”
“Dai forza puttana mia, che in sei ore ti farcisco come un agnolotto e ti metto incinta”
“Forza non parlare e trombami”
continua
Il tempo passava, Clelia non voleva avere rapporti sessuali, erano discussioni come se fossimo marito e moglie, una sera dopo una discussione focosa, mi disse:
“Se hai il bisogno di un nido per il tuo uccello, rivolgiti alla pannocchia di tua zia o a quella di tua mamma”
La sera stessa riferii quelle parole a mia zia, ricevendo come risposta:
“Vedi Elio, sono una donna di 50 anni a cui è sempre piaciuto scopare, non mi sono mai sposata per accogliere molti passeri nella mia passerina, non ho mai disdegnato un uccello, anche tuo padre ha usato il mio nido, perciò se vuoi scaldare il mio nido sei ben accetto”
Questo discorso avveniva alle 18.30 alle 21.00 entravo nel letto di zia Anna, mammamia che troione mi ero perso in tutti questi anni.
Appena entrato nel letto con la bocca si è dedicata al cetriolo come un’ortolana, in neanche 5 minuti le ho riempito la bocca di crema, il suo commento:
“Buona, buonissima, mi sa che dovrò mungerti più sovente”
Dopo il commento, ha allargato le cosce, chiedendomi di lapparle la susina. Ho dovuto leccare per più di un’ora per farle provare un orgasmo , poi le sono entrato in vagina con un colpo perentorio ed ho cominciato un avanti e indietro dal quale sono uscito distrutto dopo che ha avuto l’orgasmo.
“Nipotino mio, se lo sapevo prima che trombavi così, mica ti avrei lasciato a Clelia, un toro come te, me lo sarei tenuta per me. Non montarti la testa, ma di tutti gli stalloni che mi hanno montata, sei senz’altro il migliore”
“Cara zia, adesso che ho trovato la mia giumenta, penso proprio che la cosa non finirà qui”
“Si, ma quando Clelia partorirà ti rivorrà tutto per lei”
“Quando si riprenderà ci saranno molte cosa da stabilire”
“Ricordati che è lei che comanda!”
“Qui comanderà lei, ma il mio battacchio lo uso e lo do a chi voglio io!”
La storia con mia zia era qualcosa di particolare, scopavamo cinque giorni a settimana, ormai, erano tre mesi che ero il bull di mia zia, Clelia si era accorta della nostra tresca, era gelosa, ma non si azzardava a dire niente, in fin dei conti era stata lei a spingermi nelle mani, scusate nella passera di zia.
Una sera che stavo montando Anna, lei gridava come un’indemoniata, mia mamma sentì, pensando che zia si sentisse male entrò nella stanza e chiese:
“Anna ti senti male?”
Anna non rispose, nemmeno sentì, era in corso un orgasmo che la squassava, siccome la stanza che era al buio, Mamma si avvicinò al letto e urlò per lo spavento, causa la scena che si palesò ai suoi occhi.
Suo figlio nudo con il pistone piantato nel cilindro della zia, tutti due in trace sessuale.
Provò ancora a chiamare la sorella. Ma l’unica risposta fu:
“Siii! Vengoo! Sei uno stallone, il mio stallone! Non ti lascio più! Voglio che mi metti incinta come quella puttana di Clelia! E pensare che sono io che ti ho buttato nelle braccia di quella mignotta! Ma ora sei tutto mio, lo sapesse quella porca di mia sorella, ti vorrebbe solo per lei!”
Nel mentre che zia straparlava, le riempii la patata di sperma, quindi poco per volta ci riprendemmo, accanto al letto c’era la mia genitrice a bocca aperta.
“Mamma cosa fai li?” chiesi.
“Ma Marzia adesso neanche più scopare con mio nipote in santa pace posso, che ci se tu a controllare” disse Anna.
Risentita e piuttosto alterata mamma replicò:
“In quanto al fatto del nipote, sarebbe mio figlio, se va bene a lui farsi una vecchia gallina, per me non c’è problema, ma non capisco perché farlo di nascosto”
“Mamma sai, è per via che in casa ci sono anche nonna e la signora Britta”
“Zitto tu! Sei peggio di lei, però complimenti, hai un arnese veramente notevole, adesso capisco perché Clelia ha perso la testa per te”
“Mamma che dici?”
“Lo so io che dico!”
Com’era venuta se ne andò.
In quel momento, zia Anna si era ripresa e disse:
“Bel guaio abbiamo fatto, tua madre se ne andata incazzata nera, sarà difficile farle dimenticare quel che ha visto. Quello che ha detto è vero, Clelia il giorno che è venuta a prenderti per partire per Cuba, disse che si era innamorata di te, perché osservandoti dopo che l’avevi offesa, ha visto le potenzialità che potevi esprimere”
“Che potenzialità”
“Le potenzialità amatorie! Disse che mentre parlavate ti era cresciuto un cazzo asinino nelle mutande ed aveva capito di piacerti, nel medesimo istante le si era bagnata la figa. Aveva così deciso di fare a noi una proposta, se l’avessimo accettata avrebbe pensato lei per tutta la famiglia. Altra cosa aveva assunto Gabriella, come segretaria per il motivo che era gelosa, così tenendola impegnata poteva evitare che venisse a letto con te”
“Che proposta vi fece?”
“Se eravamo d’accordo che tu diventassi il suo amante, lei ti avrebbe fatto fare carriera, in caso contrario ti avrebbe liquidato e aiutato a cercare un’altra occupazione lontano da lei, perché nel momento che si è innamorata, non poteva averti accanto senza fare l’amore con te!”
“E voi avete subito accettato?”
“Io si! Ma Marzia ci pensò bene, poi disse che dovevi essere tu a decidere”
“Bene!”
Il tacito contratto era stato fittiziamente firmato dalle quattro donne, ero diventato il bull di una donna in carriera, sposata con un cornuto inetto, incapace di farla godere e cosa più importante di fecondarla.
I rapporti sessuali, tra me e Clelia si erano interrotti nel momento che aveva appreso la notizia del suo stato interessante e che doveva stare in assoluto riposo per non rischiare di perdere il bambino. Visto la mia esigenza di scopare, mi aveva spinto verso la zia, pensando che era la più facile da manipolare, una volta dopo aver partorito mi avrebbe nuovamente avuto per se.
Le scopate con zia mi soddisfacevano, ma dopo un mese che mamma ci aveva scoperto, una notte nel mentre cavalcavo Anna, le ho sussurrato all’orecchio:
“Domani notte voglio provare a scopare Marzia, secondo te è disponibile”
Con un moto di nervosismo e rabbia mi affibbiò un colpo che mi disarcionò, poi con voce tremante mi disse:
“E’ un orgoglio fare l’amore con te e sentire che vuoi un’altra!”
“Zia devi capire, che da quando mamma quella notte è entrata nella stanza mentre scopavamo, che mi pongo diverse domande”
“Che domande?”
“Se papà la faceva godere? Se sente ancora il bisogno di un maschio? Se ha sofferto a vedere noi a scopare? Se anche lei è gelosa come Clelia? Se c’è la possibilità di un amore tra me e lei?”
“Ehi quante domande! Penso che se ti proponi nel modo giusto, anche mia sorella, come ho fatto io ti concederà di entrare nel suo letto e credo che la cosa si ripeterà nel tempo. Comunque adesso non ho più voglia di stare qui , me ne torno in camera mia”
A nulla sono valse le mie scuse, si è alzata e nuda è uscita dalla mia stanza per recarsi nella sua. Mentre chiudeva la porta l’ho sentita salutare qualcuna ricambiata, ma non ho capito chi fosse.
La mia voglia di svotare i coglioni era tanta, così in silenzio sono andato nella stanza di Clelia, ero nudo, mi sono accomodato sul letto alla sua sinistra, lei dormiva tranquilla, le ho dato un bacio prima sulla guancia, poi mi sono spostato sulla pancia dove cresceva mio figlio, l’ho accarezzata e baciata, poi sono sceso con una mano sulla patata e ho introdotto il dito indice, cominciando a masturbarla, ai primi segni di risveglio e di goduria ho immesso anche il medio, in quel momento nonostante stesse iniziando ad avere un orgasmo dopo più di un mese, si destò di colpo e spostandosi mi disse:
“Amore non posso, lo sai che vorrei, ma non posso! Non posso rischiare di perdere il bambino, per me è molto importante. Ti prego amore, ti do tutto cosa vuoi, ma prima lascia che partorisca nostro figlio!”
Mi fece tenerezza, la dura manager in quel momento sembrava una bambina, la donna dura e spietata negli affari era un agnellino di fronte alla voglia di maternità. La guardai, forse fu la prima volta in quel momento che capii quanto l’amavo, ma il mio bisogno di godere era estremo, quindi accarezzandole una guancia le dissi:
“Almeno fammi un pompino, non c’è la faccio più! A non toccarti divento matto, scopo zia Anna e penso a te, sodomizzo lei pensando a te, parlo con mamma e continuo a pensare a te, mi sa che una cosa tra noi nata per sesso sia diventa per me amore”
“E la cosa più bella che potessi dirmi, io ti amo dal giorno che mi hai guardato il culo, per te ho perso la testa, se mio marito non avesse avuto l’ictus, quando saremmo tornati dalle Canarie avrei chiesto il divorzio per poterti sposare, per averti solo per me alla luce del sole. Anche in sede devono sapere che sei mio, specialmente Gabriella, deve smettere di farti gli occhi dolci ogni volta che passi”
“Non pensare a Gabriella, lei è solo una ragazzina, comunque in azienda sanno tutti che sono il tuo uomo, anche Franco, ogni volta che ci incontriamo mi chiede come stai, le prime volte cercavo di svicolare, ma un giorno mi ha detto che sa che sono io che l’ho sostituito nel tuo letto”
“E tu cosa gli hai risposto?”
“Che non l’ho sostituito nel tuo letto, ma che sei tu che occupi il mio”
Mi attirò a se e mi limonò con forza, nel mentre appoggiai una mano sulla testa, appena la nostre bocche si staccarono la spinsi al mio cazzo che imboccò e poi con una mano impugnò.
“Amore cosa mi fai fare, però questo vuol dire che ti manco, la zietta non riesce a soddisfarti”
“Certo ci vorrebbero quattro donne per sostituirti”
“Già fino a tre arrivo a leggere nella tua mente”
“Cioè?”
“Caro ogni uomo sogna di scopare in famiglia, tu vorresti scopare oltre a tua zia anche Marzia e Agata”
Scopare mamma mi sarebbe piaciuto, specialmente dopo che aveva sorpreso me e Anna nel momento dell’orgasmo, ma nonna Agata chi ci aveva mai pensato. Comunque Clelia, finì la pompa ed io eruttai una grande quantità nella sua bocca.
“Amore adesso vai a dormire, devo riposare per me è stato faticoso lavorarti il mandrillo”
Ritornai in camera e dormii fino alle 10.00, quando nonna bussò alla porta ed entrò con la colazione, dopo la parole di Clelia, osservai Agata, donna 66enne, con un seno sostanzioso credo una quinta cadente, gambe lunghe, con segni di varici, un culo sporgente, un viso da puttana , una bocca che dice che quello è il posto d’infilarci il cazzo.
Mentre consumavo la colazione, Agata si era seduta sul letto a 10 cm da me, con non curanza allungai una mano, sfiorai la sua coscia, la sua reazione fu un sorriso, mi feci più audace, la mano la posizionai sul seno, reazione zero, anzi sembrava gradire, quindi presi una sua mano e la portai sul mio attributo, nonna impugnò il birillo diventando rossa disse:
“E’ tanto che non ne tocco uno, ma mai di queste dimensioni”
Poi si scostò, alzatasi fuggì via. Finito colazione presi la scodella, il cucchiaino e il vassoio e portai tutto in cucina, qui c’era Britta che doveva partire per la Germania, sarebbe stata assente per una settimana, appena mi vide disse:
“Attività frenetica nelle ultime ore?”
“Scusa Britta non capisco!”
“Si, si capisci!”
“No Britta non so a cosa ti riferisci”
“Prima incontro Anna che esce nuda dalla tua camera, poi sento la signora che urla come se godesse, quindi cinque minuti fa vedo tua nonna tutta rossa che lascia la tua stanza”
“Ma no la zia addormentata ha sbagliato stanza, dopo essere andata in bagno, Clelia aveva dei dolori per la gravidanza, nonna era accaldata e mi aveva portato colazione”
“Strano che Anna tutte le sere sbaglia stanza, chissà quale Spirito Santo ha ingravidato la signora Clelia, in quanto ad Agata, per essere rossa come un peperone vuol dire che in camera tua c’erano più di 40 gradi, comunque non sono cosa che mi competono”
“Brava qui in Italia chi si fa i cazzi suoi, vive più a lungo!”
“Vedi Elio, io vorrei farmi i cazzi tuoi”
Britta parlando un italiano con accento teutonico, pensai che avesse sbagliato, la corressi:
“Invece di tuoi nel tuo caso devi dire miei”
“No! Ho detto giusto vorrei farmi i cazzi tuoi”
“Capisco che parli italiano bene, ma puoi sbagliare gli aggettivi”
Non mi lasciò proseguire e interrompendo disse:
“Vedi io ho 63 anni, sono separata da quando ne avevo 48, ho dovuto sempre lavorare per i debiti di mio marito, non ho più avuto un uomo e nemmeno il tempo di fare l’amore, mi sono dedicata solo al lavoro in questi 15 anni, adesso mi piacerebbe che tu ti dedicassi a soddisfare anche me, come fai con tua nonna, ti chiedo questo perché se ti dedichi a lei che è più anziana di me, non penso che avrai ribrezzo a godere con me”
“Ti ringrazio della stima, ma ne riparleremo, quando tornerai dal tuo viaggio”
Mi dette una pacca sulla schiena, prese il suo troll e se ne andò.
In assenza di Britta, mamma prese il suo turno e per non fare 12 ore di seguito cambiò il suo con quello di nonna.
La sera mi trovai a cena con tutte quattro le donne, Clelia era preoccupata per la sua gravidanza, continuava a chiedere consigli ad Agata, mamma era taciturna per via del pensiero del doppio turno, mentre Anna era incazzata con me, ogni domanda che le rivolgevo, la risposta era preceduta o da un soffio o da uno sbuffo, capii che non tirava aria, quindi mi accomiatai.
Più tardi andando in bagno, incontrai zia che aveva fatto compagnia a Clelia, in modo sbrigativo disse:
“Stasera non permetterti di venire nella mia stanza e nemmeno di andare da Clelia! Capito!”
La guardai sorridendole, no le risposi, ma mi venne in mente che alle 6.00 mamma terminava di accudire Paolo, avrei potuto provare a sedurla, visto che mi sembrava che anche alterata aveva guardato compiaciuta il mio battacchio di 25 cm.
Così andai a coricarmi, puntai la sveglia alle 5.30, in modo che avrei atteso che si recasse in camera ed avrei tentato l’approccio.
Alle 5.30 suonò la sveglia, così mi alzai, andai a fare la doccia, poi nudo tornai a letto, dove incominciai a menarmi l’uccello per farlo arrivare al massimo splendore, quando sentii mamma salutare zia, che le aveva dato il cambio, uscii dalla stanza, silenziosamente le arrivai alle spalle, quando entrò in camera e si girò per chiudere la porta, l’abbracciai, la baciai, la porta la chiudemmo con un calcio dato da entrambi contemporaneamente, poi mamma disse:
“Finalmente era ora che ti decidessi, sono anch’io una donna, voglio anch’io godere di questo splendore divino, che hai in mezzo alle gambe, sei meglio di tuo padre, difatti lui riusciva a mettermi le corna con una donna sola per volta, tu hai due amanti contemporaneamente”
“Ti sbagli mamma, da ora sono tre e spero presto di arrivare a quattro e possibilmente aumentare il numero, perché non mi pongo limiti, ho capito che siete tutte delle grandi troie”
Nel mentre avevo fatto scorrere la mano sotto la gonna, oltrepassando il bordo delle mutandine, immergendo il dito in un lago di umori, che la sua vagina produceva.
“Mamma, sei tutta bagnata!”
“Si figlio mio, non sai da quanto aspetto di essere scopata da un uomo”
“Adesso hai me, non hai più bisogno di sperare, ora ci sono io!”
“Certo, ma chi l’avrebbe mai detto che in casa avevo l’uomo per me”
“Beh grazie a Clelia, sto scoprendo che le donne della mia famiglia sono delle grandi chiavatrici, tua sorella è una ninfomane, adesso fa la dura, perché l’altra notte mentre scopavamo le ho detto che pensavo a te, che avrei voluto farti delle domande, si è talmente incazzata che mi ha disarcionato e se ne andata, perciò per finire di svuotami i coglioni ho dovuto rivolgermi a Clelia”
“Che domande volevi farmi caro?”
“Sono un po’ personali, non so se è il caso?”
“Amore solo dieci minuti fa, mi hai preso di forza, non diciamo che mi hai violentato, ma in un attimo, m’hai accarezzato la coscia e sei giunto ad entrarmi nelle mutande, prima con un dito, poi l’hai sostituito con questo bel cazzone, che mi sta facendo godere come un matta e ti preoccupi per le domande”
“Volevo sapere se papà ti faceva godere? Se sentivi ancora il bisogno di un maschio? Se avevi sofferto a vedere me e zia a scopare? Se anche tu sei gelosa come Clelia? Per ultimo se c’era la possibilità di un amore tra me e te? Ma a quasi tutte mi hai già risposto nel momento che ti sei concessa”
“”Si sono gelosa di Clelia, che ti può avere come sfossi un suo oggetto, per quanto riguarda mia sorella, non mi è piaciuto che lo abbiate fatto di nascosto, per quanto riguarda una relazione fra noi , ti posso dire che ad uno stallone come te, d’ora in poi non ci rinuncio”
“Nemmeno io mamma, ma sappi che in settimana voglio possedere pure tua madre, quando torna penso che scoperò anche Britta, visto che me lo ha chiesto quasi ricattandomi”
“In quanto ad Agata devi stare attento, sai che lei è di salute cagionevole, perciò tu impalala pure, ma usa cautela, non vorrei doverla portare in ospedale, in quanto all’infermiera, penso proprio che tu debba prenderla di forza in modo che non possa più fare a meno del tuo membro, così la situazione si ribalterà, ma non dire nulla per il momento a Clelia, bisogna lasciarla tranquilla fino a dopo il parto”
“Sai cosa mi spiace dello stato di Clelia?”
“No ma dimmi?”
“Lei ha chiavato con alcuni uomini, non è mai rimasta incinta, perché voleva un figlio da suo marito, ora che è innamorata di me, ho reso la sua fertilità realtà, il figlio sarà attribuito al quel cornuto impotente”
“Questo è vero, ma tu parlane con lei, vedrai che si troverà una soluzione”
Nel mentre parlavamo ho continuato a pistonare mamma, dopo due ore abbiamo avuto un orgasmo simultaneo, le ho riempito la susina con un’abbondante sborrata.
“Se continui così, due ho tre volte che mi riempi mi fai avere un figlio di cui sarai padre e fratello” disse mamma compiaciuta e per niente preoccupata.
“Certo che mi piacerebbe avere un figlio da te, ma nel caso, non voglio fare come con Clelia, che non vuole più scopare, con te fino ad un minuto prima di entrare in sala parto ti voglio far godere, anche perché tu devi ricuperare i vent’anni senza un uomo”
“Sciocchino, con me puoi fare ciò che vuoi, anche scoparmi quando il bambino sta uscendo , ti amo tanto che puoi fare di me la tua schiava, se preferisci la tua puttana! In quanto a Clelia, devi capire che ha desiderato un figlio dal primo giorno del matrimonio , ma quel incapace del marito non è stato in grado , ora che ha l’opportunità di averlo, non vuole rinunciarci”
Mamma cambiando il turno, era in camera da mezzanotte alle sei, così per il tempo che Britta era via ho fatto delle magnifiche scopate con relative godute e sborrate nella sua pancia.
Un giorno che zia era uscita per commissioni, Clelia riposava e mamma era impegnata a badare ad Aldo, nonna Agata disse che sarebbe andata a letto a riposare, erano le 15,00, presi la palla al balzo e dissi :
“Nonna posso venire a tenerti compagnia? Tanto non dormi, così possiamo parlare un po’”
“Si vieni, mi fa piacere!”
In stanza incominciammo a parlare del più e del meno, poi nonna mi chiese:
“Cos’è successo con mia figlia, la vedo un po’ strana”
“Niente nonna, non so di che parli!”
“Si, lo sai bene”
“Si, ma dipende di quale tua figlia parli”
“Di tua zia Anna, fino a pochi giorni fa sembravate amanti, sempre a lanciarvi sguardi e sorrisi, poi d’improvviso sembrate cane e gatto”
“Nonna devi sapere che non sembravamo, ma eravamo amanti, poi mamma ci ha visti mentre copulavamo, siccome anche mamma mi fa un effetto tale da volerla possedere, ho esposto la questione a zia e lei si è risentita”
“Sei un porco! Anche tua mamma vuoi portarti a letto?”
“Se è per questo vorrei portarmi a letto anche te!”
“Elio caro io ho 66 anni ormai sono vecchia”
“Il proverbio dice che, gallina vecchia fa buon brodo, e se la gallina vecchia ha prodotto due vacche di prima qualità, chissà come sarà lei”
“Non dirmi che sei riuscito anche ad andare a letto con Marzia”
“Certo sono un po’ di notti che la riempio di sborra”
“Allora cosa aspetti, io sono qui, forza allora prendimi, fammi sentire ancora ragazzina, ma fai piano che sono trent’anni che nessuno mi entra dentro”
Mi calai pantaloni e boxer, tolsi la camicia poi denudai nonna, subito le diedi una bella slinguata alla figa, per poi introdurlo nel canal grande, nonostante fosse trent’anni che non scopava, era ancora larga, questo significava che negli anni buoni non si era risparmiata, le dissi:
“Hai la tana che sembra il Traforo del Monte Bianco tanto sei larga, non ti sei risparmiata niente al tempo che fu”
“Questo è vero, ma tu continua che ti sento bene dentro, senz’altro sarai tu ad sventrarmi, devi sapere che non ho mai avuto niente di simile a disposizione, capisco che le mie figlie e Clara non vogliano e non possano rinunciare a un simile bazuca”
Zitta adesso troia, pensa a godere, cha appena finito ti apro il secondo canale. Una troia come te, deve essere sventrata in tutti i buchi”
“Dai amore sfonda la nonna, che ha tanta voglia di godere”
Quella volta la presi due volte in figa. Almeno tre in culo, ogni volta la facevo lavorare di bocca per pulirmi il bazuca, come l’aveva chiamato lei”
Alle diciotto doveva dare il cambio a Marzia, alle 17.59 eravamo ancora a letto attaccati con lei che godeva. Marzia bussò alla porta della madre, pensando che si fosse addormentata, non ricevendo risposta aprì, ci vide nella posizione della pecorina e disse:
“Disturbo! Vorrei solo dire che è il momento del cambio”
“Si mammaaaa, finisco di farcire nonna e mi dedico a te” non pensando al cambio per accudire Aldo.
“Per me c’è tempo, prima faccio una doccia, poi mi faccio prendere da te! Amore dicevo alla nonna, è ora che pensi lei al marito di Clelia”
“Certo cara, godo ancora una volta con questo magnifico cazzo, poi vado dalla mummia”
Venni nel culo di nonna, che subito dopo si dissolse, lasciando me e mamma nella sua camera, attirai mamma a me e le dissi:
“La doccia la farai dopo, ora ti voglio, voglio metterti incinta come Clelia, alla faccia di tua sorella”
“E’ sempre arrabbiata con te?”
“Di certo mi evita, ma sarà lei ha venire a cercare il cazzo, non certo io la sua figa, visto che con te e nonna ne ho in abbondanza, senza trascurare la teutonica, appena torna provo a soddisfare anche lei”
“Figlio mio sei un bel maialino, cosa pensi che dirà Clelia, se viene a sapere che ti fai anche Britta?”
“Beh il mio strumento musicale lo presto a chi voglio, se Clelia vuole che suoni solo per lei deve darmela invece di fare la preziosa!”
“Adesso basta parlare delle altre, pensa a me ed ha mantenere la promessa”
“Che promessa Marzia?”
“Ma quella di farcirmi e rendermi incinta, non sto più nella pelle a pensare di partorire un figlio a mio figlio! Dai porco, incomincia che ho sei ore da trascorrere con te”
“Dai forza puttana mia, che in sei ore ti farcisco come un agnolotto e ti metto incinta”
“Forza non parlare e trombami”
continua
2
voti
voti
valutazione
7.5
7.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Grazie alla mia titolare mi sono fatto un haremracconto sucessivo
Grazie alla mia titolare mi sono fatto un harem 3 epilogo
Commenti dei lettori al racconto erotico