Le lacrime delle donne 1/8

di
genere
sentimentali

Venerdì ore 23,37, Qube.

Il ragazzo guarda insieme agli amici la gente che riempie il locale. Sorride di fronte alla parata di drag queen e go-go boys che gli sfilano davanti, agli abiti di strass e ai torsi nudi. Non è un sorriso di scherno, anzi. E’ un ragazzo di mondo, se è venuto a Muccassassina è per vedere ciò che sta vedendo.

E poi ci stanno quelli che guardano lui. Perché è un ragazzo bellissimo. I capelli cortissimi, neri, i lineamenti regolari su una pelle leggermente ambrata. Un corpo che si intuisce elettrico e sinuoso, longilineo. E' vestito in modo assai minimal: camicia bianca attillatissima e pantaloni scuri che mettono in risalto la sua naturale bellezza.

Tra coloro che lo osservano, venendone osservati, c'è anche una ragazza. Di lei tutto si può dire tranne che non voglia farsi notare. Indossa un reggiseno nero microscopico che a malapena le nasconde i capezzoli. I pantaloncini fucsia sono così stretti che, più che essere indossati, le sembrano dipinti addosso. E i capelli... beh, i capelli... Se avesse le tette più grandi, se fosse più bassa e formosa, apparirebbe senz'altro volgare. Lei invece è una specie di libellula. Se vogliamo, a farla apparire un po’ cheap sono quegli anfibi vorrei-ma-non-posso, quelle pallide imitazioni di DocMartens che porta ai piedi, ma è un dettaglio. Ciò che la rende inquietante invece, e che turberebbe chiunque, è quell'aria da adolescente provocante, che si offre seminuda agli sguardi, li attira. E anche la baby face è quella di una adolescente perversa.

C'è un incrocio di sguardi tra i due, quello della ragazza è appena un po' più prolungato, poi lo distoglie. Ma il ragazzo non è uno che perde tempo.

- Perché hai metà dei capelli biondi e l'altra metà blu? - chiede.

- Perché così quanno me faccio 'a coda è tutta blu, ecco perché.

- Ah... e non mi fai vedere?

- 'spetta 'n attimo... tiè, te piace?

- Beeella! Come ti chiami?

- Jessica, co' 'a gei, tu?

- Fouad.

- De 'ndo sei Fuà?

- Fouad… Tunisino. Cioè, i miei sono tunisini, io sono nato a Mazara del Vallo.

- E 'ndo sta?

- Sicilia! Vicino Marsala, mai sentita? Tu sei di Roma, vero?

- Sì, io sò de Roma... no, mai sentita, 'n so manco 'ndo sta Marsala, io me 'o bevo er Marsala ahahahah...

- Sei una lesbichetta?

- No, perché?

- Perché è una serata gay, lesbo eccetera.

- Ah, no, che c'entra, ce se diverte. Tu sei frocio?

- Ahahahah no, sono con degli amici.

- Sei caruccio però, sta’ attento a te... ahahahah

**********

Sabato, ore 00,21, Qube.

- Guarda chi si rivede... Concettina!

- Jessica...

- Ahahah scherzavo... ti diverti? Bevi una cosa?

- Ma 'o sai che parli proprio strano?

- Strano? E picchì j’è stranu, fimmina?

- Ahahahah, già sei siciliano!

- Bevi qualcosa, allora?

- Perché no?

- Quanti anni hai coda-blu?

- Ventuno, tu?

- Diciamo ventinove.

- Ahahahah, perché "diciamo"?

**********

Sabato, ore 00,37, Qube.

- Ahò, che stai a ffà? Giù le mani!

- Eeeeh, per una carezza...

- Seee, 'na carezza sur culo.

- Che vuoi che sia...

- Mica sò 'na mignotta, sa'?

- Ti sei offesa?

- Ahahahahah un po'...

- Questo outfit dove l'hai preso?

- Venti euro su Zalando, te piace?

- Ti copre troppo...

- Ahahahahah sei simpatico, ci si vede Carmelo!

- Fouad...

**********

Sabato, ore 01,45, Qube.

- A Fouad, ma 'n te sei stancato?

- No, perché?

- E' tutta 'a sera che me stai a scopà coll'occhi, dopo un po' uno se stanca.

- Ahahahahah, non ce l'hai il ragazzo?

- Se semo mollati.

- No, perché t'ho visto che ballavi con quella, si vede che hai altri gusti.

- 'a punk tatuata coi capelli a cera? Fighissima e simpaticissima, manco c'ha provato tanto, ce stai a provà più te...

- E' colpa mia se mi piace 'u sticchiu?

- Aaaaah, allora è vero che te piace 'a stecca!

- Ahahahah, 'u sticchiu, 'u pacchiu, come la chiami la fica?

Jessica si toglie la gomma da masticare con due dita e mette una mano dietro la nuca del ragazzo, lo attira a sé, gli va incontro con la bocca spalancata. Le lingue si intrecciano per almeno un minuto, Fouad le mette tutte e due le mani sul culo, lei si sente addosso la sua già discreta erezione.

- 'mmazza quanto sei bello Fouad... sei 'n paraculo ma sei bello.

- Pure tu sei un grandissimo pezzo di sticchio, bambina con la coda blu.

- 'n è che c'hai 'na pasta? Me va de sballà...

- Perché non andiamo a farcela io e te da qualche parte?

- Ahahahahah ma a me me va de divertimme! E poi t’o ho detto, mica faccio la mignotta, faccio ‘n antro lavoro!

- E quello che dico io non è divertimento? Ahahahah... che lavoro fai?

- 'a pizzettara, lavoro in un negozio de pizza ar tajo.

- Dai, andiamo da qualche parte? Anche da me se ti va.

- E daje Fouad, devo pure tornà a casa che ce stanno i miei... e poi la prima sera è da mignotta, t'o ho detto. Domani pomeriggio però non lavoro...

**********

Sabato, dalle ore 16,14 alle ore 22,37, appartamento di Fouad.

1) Jessica è distesa su un letto a due piazze, ma con i piedi sul pavimento infilati in un paio di DocMartens fasulle. Indossa un vestitino nero molto scollato e le spalline sottili. L'inserto sul davanti è in trasparenza e arriva fin poco sotto l'ombelico, attraversato in verticale da tre piccole catenine di strass, tanto che la parte superiore a uno sguardo distratto sembra un reggiseno. In realtà le coppe danno un effetto push up ed è un bene, perché le tette non sono esattamente il punto forte di Jessica. La gonna non è molto corta, ma in questo momento è quasi completamente tirata su, comunque ben oltre la balza delle autoreggenti. Rimasto impigliato in uno dei due scarponcini, ciondola un perizoma nero. Jessica accarezza la nuca di Fouad, che inginocchiato per terra ha la testa tra le sue gambe e gliele tiene spalancate con le mani. La ragazza è molto prossima al punto di non ritorno. Strilla impazzita "Fouad... Fouad... Fouaaaad!" e viene sbattendo il bacino poco dopo che il ragazzo le ha messo due dita nella vagina.

2) Jessica, ormai senza più niente addosso, sale a cavallo di Fouad, nudo anche lui. Glielo prende in mano e si infilza da sola lanciando un piccolo ululato, tremando si china lentamente verso il viso del ragazzo, come se pregasse. Lo bacia delicatamente e gli sussurra "Dio Fouad quanto sei bello... e c'hai 'n cazzo de marmo, me la stai a sfonnà".

3) Fouad raggiunge Jessica in cucina, dove la ragazza ha tirato fuori dal frigo una Coca Cola e se la sta bevendo. "Lo sai che c'hai 'na casa bellissima Fouad?". Il ragazzo, che è appena uscito dal bagno, le mette una mano sulla spalla e la spinge giù: "Suca". “Ehi, mi fai male!”. “Suca”. “Che porco che sei…”. Nonostante il cazzo sappia di urina, Jessica lo prende il bocca. Lui si gode il pompino finché non decide di metterla in piedi faccia al muro, le entra dentro spingendo subito molto forte. Jessica urla appoggiando la guancia alle piastrelle e cercando di guardarlo: "Aaaaah... sì, cosiiiì, quanto mi piace cosiiiì". "E com'è che non ti piace, eh? ahahahahah". "Stronzo… così! Ti voglio tutto dentro!".

4) Jessica prende la canna da Fouad che con un gesto la invita a finirsela e le passa il bicchiere che usano come posacenere. Lei se lo poggia sulla pancia e si aggiusta sul letto aprendo un po' le gambe. Dà una lunga tirata. " 'o sai che n'avevo mai fatto 'n bocchino in discoteca?", "Non ci credo", "Te giuro, è mooolto eccitante", "Ne hai fatti tanti, però, sei brava!", "Ahahahah se vede che sò 'na bocchinara nata!". "E' la parola giusta".

5) Jessica è quasi scomparsa sotto il corpo di Fouad. Il ragazzo la sovrasta. Di lei si vede solo il lato del viso non appoggiato al lenzuolo, una ciocca di capelli biondi, la punta estrema della sua coda blu e ogni tanto una gamba che scatta incontrollata. "Piano... ah! ah! piano", "Ti piace?", "Ah... ahi! sei proprio ‘no stronzo", "Ti piace?", "Ah!", "Dove ce l'hai la minchia, eh?", "Mi fai male...", "Dove ce l'hai la minchia?", "Ah... AH! Oddio Fouad... oddio mi stai inculando".

6) "Andò me porti stasera Fouad?", "Pensa a leccarmi le palle, Jessica". "Mmm... me sò stufata, t’oo vojo succhià", "Leccami le palle che mi piace", "Ok Fouad, 'ndo' me porti?". "Da un cazzo di nessuna parte, devo vedere degli amici". "E dai...". "Lecca e sta' zitta".

7) Fouad è in piedi, si sta vestendo. Per adesso indossa solo un'attillata t-shirt scura che mette in risalto il suo corpo snello e nervoso. Jessica è inginocchiata per terra e gli abbraccia le gambe. Ogni tanto gli bacia una coscia, ogni tanto il lungo pisello che pende tra le gambe del ragazzo. Ma non è una richiesta di sesso, è una richiesta d'altro tipo. Lagnosa, implorante. "E dai Fouad, portame co' tte, poi s'annamo a divertì", "Ti ho detto di no", "Dai, ti faccio i pompini in macchina mentre guidi, te piace quanno t'oo succhio, no? L'hai detto te...", "Basta", "Daje, Fouad", "E basta, hai scassato la minchia!". Il tunisino la colpisce con un violento manrovescio, Jessica cade all'indietro andando a sbattere con la schiena sul bordo del letto. Dopo un attimo di sconcerto lo guarda, si morde un angolo del labbro, quasi gli sorride: "Se te piace me poi fà pure così... me poi pure prenne a schiaffi quanno me scopi, me piacerebbe fa ‘a prova, stanotte ‘n’è che me voi legà?".

8) "Ordina due pizze, che è ancora presto. Per me una capricciosa. E una birra. E quando arriva il ragazzo vai ad aprirgli così". “Oh, cazzo, Fouad, ‘n so ‘na troia…”. “Se vabbè”.

**********

Sabato, ore 23,45, Grande Raccordo Anulare, nei pressi dell'uscita 33 di Casal Lumbroso.

"Tirati su che stiamo per arrivare". Jessica dà un'ultima succhiata al cazzo di Fouad, per ripulirlo, poi glielo rimette nelle mutande. Si sistema sul sedile, prende dalla borsa una gomma da masticare. "Ne voi una?", "No, stai sempre con la gomma?", "Sempre, e comunque vorrei ricordarti che mi hai appena sborrato in bocca, eri ancora bello pieno, eh? Oggi me ne hai data proprio tanta", "Ahahahah non sai cosa ti aspetta stanotte...", "Cosa?", "Vedrai...", "Sai che pensavo prima, Fouad?", "Prima quando?", "Quando sei venuto", "Che pensavi", "Che me piaci, me piaci pure quanno fai lo stronzo". Il tunisino allunga una mano tra le gambe della ragazza, la infila nelle mutandine, inizia a sgrillettarla. Lei comincia a smaniare, due dita la penetrano con violenza. "Ahia Fouad, e che cazzo sei, però! 'n te basta mai!. Il ragazzo ride continua a sditalinarla mentre Jessica si agita, estrae le dita e gliele mette in bocca. "A te piace tutto", "No, me piaci proprio tu, me l'hai pure messo ner culo, 'n j'avevo mai fatto fà a nessuno", "Ora che incontriamo i miei amici te lo faccio fare da loro", "Ahahahah, ma vaffanculo Fouad", "Dico sul serio, devo concludere un affare, può essere utile una come te", "Una come me? a Fouad, 'n sò 'na mignotta, t'o ho detto", "Scherzavo, Jessica, però un po' mignotta sei". "Ma non è vero! Cioè, me piace 'r cazzo, questo è vero…". "Domani mattina ti uscirà dagli occhi, te lo giuro... anzi, t'oo gggiuro, come dici tu, sai cosa mi piacerebbe?", "No", "Quando abbiamo finito, cercarci un posto e ficcarti all'aperto, sul cofano, anche ‘int ‘o culo", "Co' sto freddo Fouad? Ma 'ndo cazzo stamo?", "Siamo quasi arrivati".

**********

Domenica, ore 00,04, grande spiazzo semideserto adibito a parcheggio nella zona di Massimina.

"Tu resta in macchina". Fouad scende dal Crossback color oro. A una decina di metri da lui una Mercedes nera con gli abbaglianti puntati. Fuori ci sono tre uomini. Una ventina di metri più dietro un Jeep Renegade con un uomo al volante e un altro appoggiato al cofano con una mitraglietta in mano. A parlare è quello che con tutta evidenza è il capo, un tipo di statura molto bassa, piccolo. Il suo accento siciliano è ancora più marcato di quello di Fouad.

- Cu è co’ ttia?

- Una ragazza.

- Dovevi venire solo, cugghiuni.

- E' solo una puttana...

- Carrìa chidda pulla 'cca - ordina l'ometto a uno dei suoi.

L'uomo esegue, apre lo sportello di Jessica e la afferra per un gomito, trascinandola fuori dall'auto. Sfortunatamente per lui, nella mano sinistra la ragazza impugna una pistola. Gliela appoggia appena un po' sotto il plesso solare, fa fuoco. Un attimo dopo, al posto dello stomaco dell'uomo c'è un buco grande più o meno come un mandarino e attraverso il quale si potrebbe anche guardare, se a uno venisse voglia.

La ragazza avverte un dolore violentissimo alla spalla sinistra, ma non ha tempo di domandarsene la causa. Tende il braccio e gira sul suo asse di centoventi gradi, spara. E' fortunata, due con un colpo solo: prima Fouad, che dice addio alla metà superiore della sua testa polverizzata dall'impatto - ciao Fouad, eri caruccio - poi proseguendo nella sua corsa la pallottola trapassa da guancia a guancia quello che stava dietro Fouad, uno degli uomini del siciliano, spaccandogli la mascella e l'arcata dentale superiore. Il tizio crolla a terra sgorgando sangue dalla bocca e dai due buchi sulle guance.

Jessica sente un'altra fitta fortissima alla spalla e grida dal dolore pensando "ma che ca...?", non ha ancora una volta il tempo di chiedersi altro perché il guardaspalle dell'ometto le punta addosso il mitra. La ragazza si abbassa per ripararsi dietro lo sportello e prende la mira con due mani, spara due colpi in rapida successione. La raffica di mitra fa esplodere il parabrezza della Crossback di Fouad, i colpi di Jessica centrano invece il frontale della Renegade, che sobbalza come se fosse andata a sbattere contro un muro facendo gonfiare gli airbag. L'uomo con la mitraglietta cerca riparo, il suo socio al posto di guida apre la portiera e scende tamponandosi il naso. L'airbag gli è scoppiato in faccia e gliel'ha spaccato. Spara, ma alla cieca, anche lui ha una mitraglietta. Jessica prende ancora la mira e il suo colpo crea uno squarcio nello sportello e nel petto del bodyguard. Ora è un affare tra lei e quello al riparo della Renegade, che ha ripreso a sparare. Le pallottole della mitraglietta sforacchiano la Crossback e mandano in frantumi il finestrino della portiera dietro la quale è accucciata Jessica. La ragazza valuta la situazione in un secondo, il dolore alla spalla è sempre molto forte. Quello che dovrebbe fare adesso è scaricare i due colpi che le rimangono, girare dietro l'automobile, ricaricare. Strappa il nastro adesivo che tiene legato alla pistola il caricatore di riserva. Tutte manovre inutili: un lampo scende dal cielo incenerendo la Renegade e tutto ciò che c'è nel raggio di una decina di metri, compreso l'uomo con il mitra.

Lo spostamento d'aria e l'ondata di calore investono la Mercedes dei siciliani, sollevandola leggermente. L'ometto viene scaraventato contro l'unica altra macchina in sosta nel parcheggio. La portiera della Crossback si chiude con forza contro Jessica, che si becca in pieno la sportellata e ruzzola sull'asfalto per cinque-sei metri. La ragazza grida un "porco cazzo!" anche più sonoro dell'esplosione, dopo qualche secondo di stordimento si rialza con le orecchie che rimbombano. Adesso sì che gira intorno alla Crossback. Un pezzo di lamiera appuntito della macchina esplosa è stato proiettato dentro l'abitacolo sventrando il sedile di guida e conficcandosi su quello posteriore. Se avesse colpito la portiera difficilmente si sarebbe salvata. Passa intontita accanto al cadavere di Fouad. “Te l’avevo detto che non sono una mignotta, semmai ‘na fija de ‘na mignotta”. L'uomo colpito insieme al tunisino, quello con la guancia e la mascella distrutte, invece butta sangue come una fontana ma è ancora vivo. E’ visibilmente sotto choc e cerca di mettersi carponi. Jessica prima di passare oltre gli spara, quasi gli stacca la testa dal collo. Pensa "idioti", poi cerca con lo sguardo il capo dei siciliani. La spalla le fa un male boia e anche gli effetti del volo dopo l'esplosione iniziano a farsi sentire.

L’ometto si è rialzato, zoppica, cammina storto, forse ha qualche costola rotta. Cerca in modo quasi grottesco di raggiungere la sua macchina. Jessica spara in aria pensando “speriamo di non tirare giù un Airbus”. Il tipo si ferma alzando le mani con una smorfia di dolore.

- E no, eh? Io ti cerco e tu scappi? E’ pure maleducazione, sa’? Ti spiace se prendiamo la tua? - domanda Jessica indicando la Mercedes - c’ha il portabagagli più grande, stai più comodo. A proposito, ce la fai a entrarci da solo o devo sbattertici dentro io? E fa' in fretta, tu hai il cappotto ma io comincio a sentire freddo.

In un primo momento l'uomo non risponde, le sembra intontito. Poi la ragazza si accorge che ha lo sguardo fisso sul suo petto. Il ruzzolone sull'asfalto le ha sbrindellato le calze e il vestito, strappato l'inserto in trasparenza, staccato una spallina. Una coppa è calata giù lasciandole scoperto un seno.

- Beh? Che c'hai da guardà? 'N'hai mai visto 'na tetta, eh? Ma vergognate, porco, che potresti esse mi' padre.

Jessica si ricopre, recupera la borsa dalla macchina di Fouad e prende il telefono continuando a tenere il siciliano sotto tiro.

- Michele? Sono Annalisa, tutto ok li mortacci vostra. Datevi una mossa prima che qui arrivi pure la Guardia di Finanza…

Va dall’ometto e lo perquisisce, anche tra le gambe, mentre quello la insulta: “Bottana”.

- Sì, vabbè, piuttosto dimme 'na cosa: quella storia che i nani… è tutta ‘na cazzata, me sa. Vero Pisellì?



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scritto il
2021-12-12
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