Grazie alla mia titolare mi sono fatto un harem 3 epilogo
di
libertino.2016
genere
incesti
Grazie alla mia titolare mi sono fatto un harem 3 epilogo
Passammo sei ore magnifiche, poi mamma riprese il suo turno per accudire Aldo, nella notte mi prese una voglia matta di leccare una figa, così mi recai nella stanza di Clelia, lei dormiva con un baby doll cortissimo, che lasciava scoperte le gambe, mi bastò sollevarlo un po’, apparve la sua magnifica prugna, con un pelo rosso naturale, cominciai subito a leccare quello splendore, visto che ormai non indossava più le mutandine.
Dopo un paio di minuti, si svegliò e mi disse:
“Cosa fai? Vuoi scoparmi? Lo sai che non posso, non voglio perdere il tuo bambino!”
“No, non voglio scoparti, voglio solo leccartela, in modo che così sai cosa ti perdi”
“Amore , non ti bastano più la zia e la mamma?”
“Se è per questo aggiungi anche la nonna”
“Ma dai, non dirmi che Adele si fa trapanare da te!”
“Certo ed è la più porca di tutte!”
“Ma se ha quasi 70anni”
“Questo è vero, ma nel caso della mia famiglia tali figlie e tale madre”
“Comunque una volta partorito, ricordati che io non rinuncio a questo bel cazzo” disse impugnando il mio cilindro.
Quella notte la passai nel letto di Clelia, la quale si godette quella lavata di figa con la lingua ed orgasmò alcune volte, dormimmo fino alle sette, al risveglio mi disse:
“E’ stato magnifico, quando vuoi rifarlo sono qui”
“Qualche volta verrò, ma fra qualche giorno mi devo dedicare ad un’altra preda”
“Chi sarebbe la troia in questione, guarda che sono gelosa, sopporto a mala pena che ti scopi le tue consanguinee, ma un’altra non credo proprio che accetterò la cosa”
“Devi capire, che tu non puoi proprio niente, lo sai che mi piacciono le donne mature, questa mi eccita al solo nominarla”
“E chi sarà mai! Sarà mica Venere in persona o Minerva” disse sbeffeggiandomi.
“No, si tratta dell’infermiera Britta”
“Uffa, un’altra settantenne, ma solo vecchie ti vuoi fare?”
“Già! Di pivellina ci sei tu!”
“Guarda, che pivellina non sono, ho 44 anni”
“Lo so mia bella gelosona, cosa dovrei dire io, che sono obbligato a sopportare la presenza di tuo marito”
“Lo sai che se tutto fosse stato normale avrei chiesto il divorzio, ma purtroppo dopo l’ictus, non me la sono sentita di abbandonarlo”
“Già, ma intanto il figlio risulterà suo, quando non eri incinta e senz’altro dopo la gravidanza, la notte occuperai lo stesso suo letto”
“Certo!”
“E poi non vuoi che abbia altre donne!”
“Accetto che ti scopi tua mamma Marzia, che trombi tua zia Anna, nonché ti sollazzi con tua nonna Adele, ma Britta no, anzi appena torno in forze, dopo la maternità la licenzio, così il mio cazzo potrà al massimo sognarlo”
“Scusa Clelia, come sarebbe il tuo cazzo, al massimo è il cazzo che tu usi”
“No, il mio cazzo, perché senza te non posso stare”
“Allora sappi che lo uso con chi voglio, tu te ne devi fare una ragione”
“Via, vai via dalla mia stanza” disse alterata.
Uscii, nel corridoio incontrai zia, che senza degnarmi di uno sguardo disse:
“Anche Clelia fai arrabbiare”
“No stavamo scherzando, non vuole più che vi scopi, vuole essere solo lei la prescelta”
“Questa poi, più tardi passa nella mia stanza, che ci divertiamo un po’, lo sai che non so stare senza di te e non accetto imposizioni”
Più tardi andai nella stanza di zia Anna, passammo due ore a chiavare, con reciproca soddisfazione.
Circa tre giorni dopo, tornò dalla Germania Britta, quando arrivò alla stazione erano le 23.00, non c’erano taxi, quindi telefonò per sapere se qualcuno poteva andare a prenderla, così partii vestito com’ero, una polo, bermuda, scarpe di tela, giunto in stazione stentai a riconoscerla, era una figa della malora, sempre giunonica, ma indossava scarpe con tacco 12, una gonna corta, sotto autoreggenti fumé con cucitura posteriore, una camicia celeste da cui intravvedevi il suo maestoso seno senza impedimenti, alla sua vista il mio amico sottostante ebbe un moto nervoso, si impennò, divenne duro come l’acciaio.
Appena Britta intravvide l’auto, venne incontro gesticolando, scesi, mi chiese se potevo aiutarla con i bagagli.
Caricai le valige nel bagagliaio, poi le aprii la porta, la feci accomodare, girai attorno alla vettura ed entrai dal lato guidatore.
Appena entrato, Britta mi guardò, poi con un sorriso mi disse col suo accento teutonico:
“Neanche un bacio, per una vecchia porcona”
“Ma certo ti do un bacio, ma una volta a casa perso che ti darò anche il filoncino”
“Ma Elio cosa dici?”
“Porcona mia, appena ti ho visto il mio cetriolo si è impennato, ora mi fa male, anzi alla prima strada devio e ci appartiamo, così ti do un po’ di carne cruda”
“Amore sei impaziente, le donne della casa non te la danno più?”
“Al contrario, me la danno in abbondanza, ma sai la minestra riscaldata dopo un po’ stufa, meglio un piatto di pasta ogni tanto”
“Dai, fai in fretta che ho già la micia bagnata fradicia”
Dopo un bacio in bocca partimmo, Britta si posizionò di traverso sul sedile, allungò la mano sinistra, facendola penetrare nei bermuda, arrivando ad impugnare il bastone.
Al contatto col cazzo, fece un risolino ed esclamò:
“Ma allora sei proprio il porco che pensavo!”
“Porco lo sono senz’altro, non so se come pensavi tu”
“Caro ai un attributo magnifico, sei un superdotato, questo lo immaginavo dai movimenti che si verificavano in casa, ma che arrivassi a prendermi in stazione senza mutande e col mandrillo già pronto all’uso no”
“Britta, al raggiungimento del tutto hai contribuito tu, appena arrivato ti ho vista vestita da suora, non ho resistito, il mandrillo è esploso”
“Si da suora, mi sono vestita come la peggior zoccola del mondo, in Germania ho comprato questi indumenti, per eccitarti quando arrivavo, perché voglio anch’io essere una tua donna, Voglio donarmi a te, come non ho mai fatto con nessuno”
“E tuo marito cosa ne pensa?”
“Tra qualche mese, sarà ex, sono tornata in patria per il divorzio, ero venuta a conoscenza tramite amiche, che mi tradiva con una signora di Monaco”
Nel mentre eravamo arrivati nel posto dove si appartano le coppiette, ho fermato l’auto, tirandomi giù i bermuda ho esposto la mia virtù, dopodiché con forza ho tirato la sua corta gonna strappandola, sorpresa la signora era senza mutande pronta all’uso, domandai:
“Posso?”
“Devi! Sono mesi che desidero fare parte del tuo harem, adesso che ho l’occasione, vuoi che mi ritiri?”
“No è che non voglio usarti violenza”
“Caro anche se mi violenti, non sarò io a denunciarti”
Conficcai il mio uccello nel suo nido, era un nido caldo e accogliente, la pompai a più non posso, quando venni erano già passati tre quarti d’ora e almeno quattro orgasmi da parte di Britta.
Ci ricomponemmo come potemmo, dopo venti minuti eravamo a casa, Britta scese dall’auto senza gonna, nella foga non solo gliel’avevo strappata, ma era inutilizzabile.
Mamma Marzia che era ad attenderci sulla porta, guardò l’infermiera di cagnesco, poi con tono ironico disse:
“E cinque!”
“No sono solo quattro!” dispose Britta, che non aveva capito l’allusione di mamma.
“Solo quattro, mia cara tedescona devi ancora imparare, io non ho mai meno di sette otto orgasmi, quando il mio ragazzo mi lavora la fighetta”
Britta stava per rispondere, ma intervenni e dissi a mamma:
“Mamma c’è tutta la notte, abbiamo dovuto interrompere”
“Capisco! L’età non le permette certi esercizi”
“No, eravamo al campo, ma volevamo tornare”
“Beh auguri le cerchi sempre vecchie, non puoi prendertene una giovane, come nuova amante”
“Vedi preferisco voi donne di casa, così rimane tutto qui tra le mura domestiche, nessuno sa niente, al massimo può sospettare, ma avere la certezza di quel che succede no”
“Sei una volpe tu! Prima ti sei scopato la tua titolare, poi quella troia di mia sorella, non contento hai sedotto me, poi sei andato anche a letto con mia madre, ora per fare il pieno ti fai anche questa porca d’infermiera”
“Già, mi sa che dopo il parto di Clelia, dovrete prende i numeri come al supermercato per sapere a chi tocca passare da me, per essere posseduta dalla mia proboscide”
“Ha parlato il toro di casa, per quanto mi riguarda, posso sempre cercarmi un amante, sono vedova e nessuno ha da ridire, così può fare Anna che è zitella, per quel che riguarda nonna non so”
“Beh se tu e tua sorella volete farvi un amante liberissime, non sono geloso, ma sappiate che il mio amico non divide niente con nessuno”
“E chi sarebbe il tuo amico?”
“Ma Birillo quello arzillo, che vi fa sedere e poi il godere”
“Vuoi dire che se ho un uomo tu non mi scopi più!”
“Brava hai capito, voi dovete essere le mie concubine, di nessun altro”
Marzia si mise a piangere, poi scappò , non so se nella sua stanza o in quella di Paolo, per il suo turno, io andai da Britta, scopammo fino a sfinirci quindi ci addormentammo.
Mamma il giorno dopo si scusò con me e disse:
“Figlio mio, non posso rinunciare a te, non poso stare senza Birillo per tanti giorni, dal momento che me l’hai fatto assaggiare, per me è diventato una droga, nessuno potrà mai avere un cazzo come il tuo, soprattutto saperlo usare come fai tu”
“Bene mamma, adesso allarga le gambe che voglio svuotarmi i coglioni dentro te, se riesco voglio ingravidarti”
“SI! Dai andiamo in camera”
“No voglio prenderti qui in cucina, se ci vedono non me ne frega niente, poi voglio sentirti urlare, in modo che in casa sappiano quanto è porca la mia mamma”
“Si voglio che sappiano che appartieni anche a me, dai scopami, fammi figliare amore”
La scopai con impeto, perfino con violenza, ma quel giorno non la fecondai.
Fino al parto di Clelia, mi alternavo fra zia Anna, mamma Marzia passando una notte da una, la note successiva dall’altra, mentre per quanto riguarda nonna Agata e l’infermiera Britta dedicavo loro i pomeriggi.
Un pomeriggio proposi ad Agata di far partecipare alla nostra chiavata pure Britta, subito non voleva, poi la convinsi che mi sarebbe piaciuto vederle lesbicare, che così sarei stato più arrapato, senz’altro ne avrebbero tratto profitto anche loro.
Poi dovetti convincere Britta, ma con lei fu più facile.
Andammo avanti con scopate tra noi cinque fino al giorno che Clelia partorì una bambina, che chiamò Corinna.
Dopo due giorni dal parto tornarono a casa sia la mamma che la figlia, pensavo di riprendere ad avere rapporti sessuali con Clelia, ma lei era sempre ritrosa, la notte aveva ripreso a dormire con suo marito Paolo, il giorno si dedicava alla bimba, così non c’era tempo per noi.
Un giorno tornato dall’ufficio, chiesi spiegazioni a Clelia.
“Mi sento in colpa nei confronti di mio marito, ho partorito una figlia non sua, sono stata a letto con due miei collaboratori, uno di questi mi ha messo incinta”
“Senti Clelia, io ti amo, ma per il bene di tutti, se preferisci prendo mamma, zia e nonna e c’è ne andiamo, così ti passano i sensi di colpa” dissi.
“No, non ve ne dovete andare, non voglio perderti, prima o poi le cose cambieranno”
Nei mesi successivi continuavo ad avere rapporti con le donne della casa, tranne che con Clelia, una notte che ero piuttosto carico sessualmente, di soppiatto andai nella camera matrimoniale di Clelia e Paolo, spostai le coperte a Clelia, poi le abbassai i pantaloni del pigiama ed incominciai a leccarle la figa, nel momento che raggiunse l’orgasmo si svegliò e disse:
“Che magnifico risveglio, caro, se continui così non potrò più fare a meno di te”
Senza rispondere, la presi con leggera forza, le piantai in fica il mio cazzo, dopo pochi minuti ebbe un orgasmo straripante, ma per vendicarmi del tempo che non si era più concessa, la presi anche analmente.
Alla fine mi disse:
“Da adesso in poi riprendiamo i nostri rapporti, ti voglio, voglio che tu sia il mio uomo”
Continuammo ad avere rapporti nel suo letto, con il marito steso di fianco a noi, dopo l’ictus non si era più ripreso, non parlava e non capiva, era ormai come un vegetale, il tutto andò avanti circa un anno, poi una mattina, Paolo ebbe una seconda volta problemi di salute, purtroppo non arrivò neanche in ospedale.
Clelia dopo il funerale, divenne una vedova molto allegra, per prima cosa voleva licenziare Britta, ma riuscii a convincerla a trasformarla in badante della bimba, poi volle vendere la sua attività, quindi divenne molto possessiva, ogni notte mi voleva nel suo letto, durante il giorno voleva tutte le attenzioni per lei, nei primi sei mesi di vedovanza scopammo ogni giorno, fino al giorno che si ritrovò incinta per la seconda volta.
Da quel momento, si dedicò al suo stato, ma questa volta voleva essere posseduta almeno due volte a settimana, diceva che stavolta senza cazzo non poteva stare.
Negli altri giorni mi dedicavo alle altre donne che c’erano in casa, anche mamma incominciò ad avere nausee e altri segni di gravidanza, dopo pochi mesi in casa c’erano due splendide donne col pancione, invidiate dalle altre.
A distanza di tre mesi una dall’altra partorirono due bellissime bambine, la nostra routine continuò con me nel ruolo di gallo del pollaio, con tutte cinque le signore che erano a mia disposizione come in un harem.
Ormai sono passati anni dall’inizio della storia, Clelia a partorito in totale quattro volte, le bambine sono cresciute, come la bimba che ho avuto da Marzia.
Agata nel frattempo è mancata, Britta è tornata in Germania da cinque anni, Zia Anna ormai quasi settantenne ha sempre voglia di cazzo, mamma Marzia è diventata sempre più porca, appena mi avvicino, vuole che la prenda in qualsiasi posto ci troviamo e in qualsiasi buco, l’importante è che la faccia godere, Clelia ha superato i sessanta è sempre vogliosa, ma si porta dietro i segni della vecchiaia, per paura di perdermi, ne ha escogitata una delle sue, al compimento del diciottesimo anno convinse nostra figlia Corinna, che era ora di perdere la verginità.
La prese da parte e le disse:
“Cara, ti voglio confessare che ormai che hai raggiunto la maggiore età, è ora che tu perda la verginità, ma siccome è una cosa che può essere traumatica, avrei pensato che potrei aiutarti a trovarti la persona adatta, in modo che tu non abbia traumi, poi sarà una tua scelta se continuare con lui o cercarti un altro compagno”
“Oh mamma grazie, speravo che me lo proponessi!”
“Oh cara quanta fiducia riponi in me”
“Si mamma, sai chi mi piacerebbe che fosse il mio primo uomo?”
“No tesoro, ma dimmi”
“Vorrei che fosse papà, vi ho spiato mentre fate l’amore, ho visto come godi, poi l’ho spiato anche con Anna e con Marzia, ho sempre visto che la donna con cui fa l’amore rimane soddisfatta”
“Beh tuo padre è il migliore uomo da monta che conosca, sai ho tradito mio marito con diversi uomini, ma da quando sono stata con lui non ho più voluto altri amanti, nonostante non abbia mai voluto sposarmi dopo la morte di mio marito, è sempre stato fedele a noi donne che abitiamo in questa casa”
Clelia organizzò nella notte di alcuni giorni dopo che mentre facevamo l’amore entrasse in camera nostra figlia e si concedesse a me.
Da quel momento il nostro rapporto si consolidò, Corinna divenne una frequentatrice abitudinaria del nostro letto, a volte da sola, a volte in coppia con sua madre, divenne una porcellina talmente disinibita, che un giorno che in casa eravamo solo in tre si presentò tenendo per mano Costanza, figlia mia e di mia madre e disse:
“Caro papà è ora che svergini anche tua figlia Costanza, io sarò presente, l’aiuterò come mia madre a fatto con me”
Quel giorno sverginai Costanza, montai Corinna che purtroppo in seguito a quella sconvolgente giornata restò incinta.
Le due ragazze divennero inseparabili, quando potevano venivano a letto con me, ma nei momenti che il letto era occupato da una delle loro mamme o da Anna, non disdegnavano un rapporto saffico tra loro.
Le altre tre figlie che ho avuto da Clelia si chiamano, Alice, Barbara e Angela.
Corinna e Costanza, non sono propense ad avere rapporti con uomini, a parte me, si dedicano a loro ed a Marco il bimbo che e nato dal rapporto tra me e mia figlia. Adesso Corinna vuole anche lei avere un bambino, poi voglio trasferirsi in Spagna per vivere il loro amore, nel frattempo il loro rapporto si è allargato, hanno sedotto Angela, che non è proprio un angelo, anzi dalle urla che le fanno emettere di notte, sembra più un diavolo.
Clelia a convinto anche Alice e Barbara allo stesso modo di Corinna, ormai il mio harem ha perso Agata e Britta, ma in compenso ha acquistato Corinna, Costanza, Alice e Barbara.
Corinna e Costanza vorrebbero portare con loro in Spagna Angela, ma prima vogliono che la svergini, come è successo con tutte le mie figlie, ho accettato, ma questo deve avvenire solo quando la diavolessa sarà maggiorenne, poi ho imposto che quel giorno voglio fare un orgia con tutte le mie donne.
La cosa è stata accettata da tutte le ragazze e da Anna, le più ritrose sono Clelia e Marzia.
Il giorno che si convinceranno, avrò a disposizione otto troie disinibite e porche, perché ho assistito non visto da loro, ad un triangolo delle mie tre figlie, ho potuto notare che Angela, promette di essere la più troia di tutte.
Adesso Angela conosce solo la fica delle sorelle, ma una volta conosciuto il lecca lecca, se le piace solo metà di come le piace la fica, diventerà una puttana da strada.
Ai posteri la sentenza, mi sono creato un harem grazie a Clelia, la mia ex datrice di lavoro e attuale compagna di vita. Le sarò sempre grato, che belle godute, quanto amore suddiviso tra tutte le mie donne.
Vi amo tutte!
Fine
Passammo sei ore magnifiche, poi mamma riprese il suo turno per accudire Aldo, nella notte mi prese una voglia matta di leccare una figa, così mi recai nella stanza di Clelia, lei dormiva con un baby doll cortissimo, che lasciava scoperte le gambe, mi bastò sollevarlo un po’, apparve la sua magnifica prugna, con un pelo rosso naturale, cominciai subito a leccare quello splendore, visto che ormai non indossava più le mutandine.
Dopo un paio di minuti, si svegliò e mi disse:
“Cosa fai? Vuoi scoparmi? Lo sai che non posso, non voglio perdere il tuo bambino!”
“No, non voglio scoparti, voglio solo leccartela, in modo che così sai cosa ti perdi”
“Amore , non ti bastano più la zia e la mamma?”
“Se è per questo aggiungi anche la nonna”
“Ma dai, non dirmi che Adele si fa trapanare da te!”
“Certo ed è la più porca di tutte!”
“Ma se ha quasi 70anni”
“Questo è vero, ma nel caso della mia famiglia tali figlie e tale madre”
“Comunque una volta partorito, ricordati che io non rinuncio a questo bel cazzo” disse impugnando il mio cilindro.
Quella notte la passai nel letto di Clelia, la quale si godette quella lavata di figa con la lingua ed orgasmò alcune volte, dormimmo fino alle sette, al risveglio mi disse:
“E’ stato magnifico, quando vuoi rifarlo sono qui”
“Qualche volta verrò, ma fra qualche giorno mi devo dedicare ad un’altra preda”
“Chi sarebbe la troia in questione, guarda che sono gelosa, sopporto a mala pena che ti scopi le tue consanguinee, ma un’altra non credo proprio che accetterò la cosa”
“Devi capire, che tu non puoi proprio niente, lo sai che mi piacciono le donne mature, questa mi eccita al solo nominarla”
“E chi sarà mai! Sarà mica Venere in persona o Minerva” disse sbeffeggiandomi.
“No, si tratta dell’infermiera Britta”
“Uffa, un’altra settantenne, ma solo vecchie ti vuoi fare?”
“Già! Di pivellina ci sei tu!”
“Guarda, che pivellina non sono, ho 44 anni”
“Lo so mia bella gelosona, cosa dovrei dire io, che sono obbligato a sopportare la presenza di tuo marito”
“Lo sai che se tutto fosse stato normale avrei chiesto il divorzio, ma purtroppo dopo l’ictus, non me la sono sentita di abbandonarlo”
“Già, ma intanto il figlio risulterà suo, quando non eri incinta e senz’altro dopo la gravidanza, la notte occuperai lo stesso suo letto”
“Certo!”
“E poi non vuoi che abbia altre donne!”
“Accetto che ti scopi tua mamma Marzia, che trombi tua zia Anna, nonché ti sollazzi con tua nonna Adele, ma Britta no, anzi appena torno in forze, dopo la maternità la licenzio, così il mio cazzo potrà al massimo sognarlo”
“Scusa Clelia, come sarebbe il tuo cazzo, al massimo è il cazzo che tu usi”
“No, il mio cazzo, perché senza te non posso stare”
“Allora sappi che lo uso con chi voglio, tu te ne devi fare una ragione”
“Via, vai via dalla mia stanza” disse alterata.
Uscii, nel corridoio incontrai zia, che senza degnarmi di uno sguardo disse:
“Anche Clelia fai arrabbiare”
“No stavamo scherzando, non vuole più che vi scopi, vuole essere solo lei la prescelta”
“Questa poi, più tardi passa nella mia stanza, che ci divertiamo un po’, lo sai che non so stare senza di te e non accetto imposizioni”
Più tardi andai nella stanza di zia Anna, passammo due ore a chiavare, con reciproca soddisfazione.
Circa tre giorni dopo, tornò dalla Germania Britta, quando arrivò alla stazione erano le 23.00, non c’erano taxi, quindi telefonò per sapere se qualcuno poteva andare a prenderla, così partii vestito com’ero, una polo, bermuda, scarpe di tela, giunto in stazione stentai a riconoscerla, era una figa della malora, sempre giunonica, ma indossava scarpe con tacco 12, una gonna corta, sotto autoreggenti fumé con cucitura posteriore, una camicia celeste da cui intravvedevi il suo maestoso seno senza impedimenti, alla sua vista il mio amico sottostante ebbe un moto nervoso, si impennò, divenne duro come l’acciaio.
Appena Britta intravvide l’auto, venne incontro gesticolando, scesi, mi chiese se potevo aiutarla con i bagagli.
Caricai le valige nel bagagliaio, poi le aprii la porta, la feci accomodare, girai attorno alla vettura ed entrai dal lato guidatore.
Appena entrato, Britta mi guardò, poi con un sorriso mi disse col suo accento teutonico:
“Neanche un bacio, per una vecchia porcona”
“Ma certo ti do un bacio, ma una volta a casa perso che ti darò anche il filoncino”
“Ma Elio cosa dici?”
“Porcona mia, appena ti ho visto il mio cetriolo si è impennato, ora mi fa male, anzi alla prima strada devio e ci appartiamo, così ti do un po’ di carne cruda”
“Amore sei impaziente, le donne della casa non te la danno più?”
“Al contrario, me la danno in abbondanza, ma sai la minestra riscaldata dopo un po’ stufa, meglio un piatto di pasta ogni tanto”
“Dai, fai in fretta che ho già la micia bagnata fradicia”
Dopo un bacio in bocca partimmo, Britta si posizionò di traverso sul sedile, allungò la mano sinistra, facendola penetrare nei bermuda, arrivando ad impugnare il bastone.
Al contatto col cazzo, fece un risolino ed esclamò:
“Ma allora sei proprio il porco che pensavo!”
“Porco lo sono senz’altro, non so se come pensavi tu”
“Caro ai un attributo magnifico, sei un superdotato, questo lo immaginavo dai movimenti che si verificavano in casa, ma che arrivassi a prendermi in stazione senza mutande e col mandrillo già pronto all’uso no”
“Britta, al raggiungimento del tutto hai contribuito tu, appena arrivato ti ho vista vestita da suora, non ho resistito, il mandrillo è esploso”
“Si da suora, mi sono vestita come la peggior zoccola del mondo, in Germania ho comprato questi indumenti, per eccitarti quando arrivavo, perché voglio anch’io essere una tua donna, Voglio donarmi a te, come non ho mai fatto con nessuno”
“E tuo marito cosa ne pensa?”
“Tra qualche mese, sarà ex, sono tornata in patria per il divorzio, ero venuta a conoscenza tramite amiche, che mi tradiva con una signora di Monaco”
Nel mentre eravamo arrivati nel posto dove si appartano le coppiette, ho fermato l’auto, tirandomi giù i bermuda ho esposto la mia virtù, dopodiché con forza ho tirato la sua corta gonna strappandola, sorpresa la signora era senza mutande pronta all’uso, domandai:
“Posso?”
“Devi! Sono mesi che desidero fare parte del tuo harem, adesso che ho l’occasione, vuoi che mi ritiri?”
“No è che non voglio usarti violenza”
“Caro anche se mi violenti, non sarò io a denunciarti”
Conficcai il mio uccello nel suo nido, era un nido caldo e accogliente, la pompai a più non posso, quando venni erano già passati tre quarti d’ora e almeno quattro orgasmi da parte di Britta.
Ci ricomponemmo come potemmo, dopo venti minuti eravamo a casa, Britta scese dall’auto senza gonna, nella foga non solo gliel’avevo strappata, ma era inutilizzabile.
Mamma Marzia che era ad attenderci sulla porta, guardò l’infermiera di cagnesco, poi con tono ironico disse:
“E cinque!”
“No sono solo quattro!” dispose Britta, che non aveva capito l’allusione di mamma.
“Solo quattro, mia cara tedescona devi ancora imparare, io non ho mai meno di sette otto orgasmi, quando il mio ragazzo mi lavora la fighetta”
Britta stava per rispondere, ma intervenni e dissi a mamma:
“Mamma c’è tutta la notte, abbiamo dovuto interrompere”
“Capisco! L’età non le permette certi esercizi”
“No, eravamo al campo, ma volevamo tornare”
“Beh auguri le cerchi sempre vecchie, non puoi prendertene una giovane, come nuova amante”
“Vedi preferisco voi donne di casa, così rimane tutto qui tra le mura domestiche, nessuno sa niente, al massimo può sospettare, ma avere la certezza di quel che succede no”
“Sei una volpe tu! Prima ti sei scopato la tua titolare, poi quella troia di mia sorella, non contento hai sedotto me, poi sei andato anche a letto con mia madre, ora per fare il pieno ti fai anche questa porca d’infermiera”
“Già, mi sa che dopo il parto di Clelia, dovrete prende i numeri come al supermercato per sapere a chi tocca passare da me, per essere posseduta dalla mia proboscide”
“Ha parlato il toro di casa, per quanto mi riguarda, posso sempre cercarmi un amante, sono vedova e nessuno ha da ridire, così può fare Anna che è zitella, per quel che riguarda nonna non so”
“Beh se tu e tua sorella volete farvi un amante liberissime, non sono geloso, ma sappiate che il mio amico non divide niente con nessuno”
“E chi sarebbe il tuo amico?”
“Ma Birillo quello arzillo, che vi fa sedere e poi il godere”
“Vuoi dire che se ho un uomo tu non mi scopi più!”
“Brava hai capito, voi dovete essere le mie concubine, di nessun altro”
Marzia si mise a piangere, poi scappò , non so se nella sua stanza o in quella di Paolo, per il suo turno, io andai da Britta, scopammo fino a sfinirci quindi ci addormentammo.
Mamma il giorno dopo si scusò con me e disse:
“Figlio mio, non posso rinunciare a te, non poso stare senza Birillo per tanti giorni, dal momento che me l’hai fatto assaggiare, per me è diventato una droga, nessuno potrà mai avere un cazzo come il tuo, soprattutto saperlo usare come fai tu”
“Bene mamma, adesso allarga le gambe che voglio svuotarmi i coglioni dentro te, se riesco voglio ingravidarti”
“SI! Dai andiamo in camera”
“No voglio prenderti qui in cucina, se ci vedono non me ne frega niente, poi voglio sentirti urlare, in modo che in casa sappiano quanto è porca la mia mamma”
“Si voglio che sappiano che appartieni anche a me, dai scopami, fammi figliare amore”
La scopai con impeto, perfino con violenza, ma quel giorno non la fecondai.
Fino al parto di Clelia, mi alternavo fra zia Anna, mamma Marzia passando una notte da una, la note successiva dall’altra, mentre per quanto riguarda nonna Agata e l’infermiera Britta dedicavo loro i pomeriggi.
Un pomeriggio proposi ad Agata di far partecipare alla nostra chiavata pure Britta, subito non voleva, poi la convinsi che mi sarebbe piaciuto vederle lesbicare, che così sarei stato più arrapato, senz’altro ne avrebbero tratto profitto anche loro.
Poi dovetti convincere Britta, ma con lei fu più facile.
Andammo avanti con scopate tra noi cinque fino al giorno che Clelia partorì una bambina, che chiamò Corinna.
Dopo due giorni dal parto tornarono a casa sia la mamma che la figlia, pensavo di riprendere ad avere rapporti sessuali con Clelia, ma lei era sempre ritrosa, la notte aveva ripreso a dormire con suo marito Paolo, il giorno si dedicava alla bimba, così non c’era tempo per noi.
Un giorno tornato dall’ufficio, chiesi spiegazioni a Clelia.
“Mi sento in colpa nei confronti di mio marito, ho partorito una figlia non sua, sono stata a letto con due miei collaboratori, uno di questi mi ha messo incinta”
“Senti Clelia, io ti amo, ma per il bene di tutti, se preferisci prendo mamma, zia e nonna e c’è ne andiamo, così ti passano i sensi di colpa” dissi.
“No, non ve ne dovete andare, non voglio perderti, prima o poi le cose cambieranno”
Nei mesi successivi continuavo ad avere rapporti con le donne della casa, tranne che con Clelia, una notte che ero piuttosto carico sessualmente, di soppiatto andai nella camera matrimoniale di Clelia e Paolo, spostai le coperte a Clelia, poi le abbassai i pantaloni del pigiama ed incominciai a leccarle la figa, nel momento che raggiunse l’orgasmo si svegliò e disse:
“Che magnifico risveglio, caro, se continui così non potrò più fare a meno di te”
Senza rispondere, la presi con leggera forza, le piantai in fica il mio cazzo, dopo pochi minuti ebbe un orgasmo straripante, ma per vendicarmi del tempo che non si era più concessa, la presi anche analmente.
Alla fine mi disse:
“Da adesso in poi riprendiamo i nostri rapporti, ti voglio, voglio che tu sia il mio uomo”
Continuammo ad avere rapporti nel suo letto, con il marito steso di fianco a noi, dopo l’ictus non si era più ripreso, non parlava e non capiva, era ormai come un vegetale, il tutto andò avanti circa un anno, poi una mattina, Paolo ebbe una seconda volta problemi di salute, purtroppo non arrivò neanche in ospedale.
Clelia dopo il funerale, divenne una vedova molto allegra, per prima cosa voleva licenziare Britta, ma riuscii a convincerla a trasformarla in badante della bimba, poi volle vendere la sua attività, quindi divenne molto possessiva, ogni notte mi voleva nel suo letto, durante il giorno voleva tutte le attenzioni per lei, nei primi sei mesi di vedovanza scopammo ogni giorno, fino al giorno che si ritrovò incinta per la seconda volta.
Da quel momento, si dedicò al suo stato, ma questa volta voleva essere posseduta almeno due volte a settimana, diceva che stavolta senza cazzo non poteva stare.
Negli altri giorni mi dedicavo alle altre donne che c’erano in casa, anche mamma incominciò ad avere nausee e altri segni di gravidanza, dopo pochi mesi in casa c’erano due splendide donne col pancione, invidiate dalle altre.
A distanza di tre mesi una dall’altra partorirono due bellissime bambine, la nostra routine continuò con me nel ruolo di gallo del pollaio, con tutte cinque le signore che erano a mia disposizione come in un harem.
Ormai sono passati anni dall’inizio della storia, Clelia a partorito in totale quattro volte, le bambine sono cresciute, come la bimba che ho avuto da Marzia.
Agata nel frattempo è mancata, Britta è tornata in Germania da cinque anni, Zia Anna ormai quasi settantenne ha sempre voglia di cazzo, mamma Marzia è diventata sempre più porca, appena mi avvicino, vuole che la prenda in qualsiasi posto ci troviamo e in qualsiasi buco, l’importante è che la faccia godere, Clelia ha superato i sessanta è sempre vogliosa, ma si porta dietro i segni della vecchiaia, per paura di perdermi, ne ha escogitata una delle sue, al compimento del diciottesimo anno convinse nostra figlia Corinna, che era ora di perdere la verginità.
La prese da parte e le disse:
“Cara, ti voglio confessare che ormai che hai raggiunto la maggiore età, è ora che tu perda la verginità, ma siccome è una cosa che può essere traumatica, avrei pensato che potrei aiutarti a trovarti la persona adatta, in modo che tu non abbia traumi, poi sarà una tua scelta se continuare con lui o cercarti un altro compagno”
“Oh mamma grazie, speravo che me lo proponessi!”
“Oh cara quanta fiducia riponi in me”
“Si mamma, sai chi mi piacerebbe che fosse il mio primo uomo?”
“No tesoro, ma dimmi”
“Vorrei che fosse papà, vi ho spiato mentre fate l’amore, ho visto come godi, poi l’ho spiato anche con Anna e con Marzia, ho sempre visto che la donna con cui fa l’amore rimane soddisfatta”
“Beh tuo padre è il migliore uomo da monta che conosca, sai ho tradito mio marito con diversi uomini, ma da quando sono stata con lui non ho più voluto altri amanti, nonostante non abbia mai voluto sposarmi dopo la morte di mio marito, è sempre stato fedele a noi donne che abitiamo in questa casa”
Clelia organizzò nella notte di alcuni giorni dopo che mentre facevamo l’amore entrasse in camera nostra figlia e si concedesse a me.
Da quel momento il nostro rapporto si consolidò, Corinna divenne una frequentatrice abitudinaria del nostro letto, a volte da sola, a volte in coppia con sua madre, divenne una porcellina talmente disinibita, che un giorno che in casa eravamo solo in tre si presentò tenendo per mano Costanza, figlia mia e di mia madre e disse:
“Caro papà è ora che svergini anche tua figlia Costanza, io sarò presente, l’aiuterò come mia madre a fatto con me”
Quel giorno sverginai Costanza, montai Corinna che purtroppo in seguito a quella sconvolgente giornata restò incinta.
Le due ragazze divennero inseparabili, quando potevano venivano a letto con me, ma nei momenti che il letto era occupato da una delle loro mamme o da Anna, non disdegnavano un rapporto saffico tra loro.
Le altre tre figlie che ho avuto da Clelia si chiamano, Alice, Barbara e Angela.
Corinna e Costanza, non sono propense ad avere rapporti con uomini, a parte me, si dedicano a loro ed a Marco il bimbo che e nato dal rapporto tra me e mia figlia. Adesso Corinna vuole anche lei avere un bambino, poi voglio trasferirsi in Spagna per vivere il loro amore, nel frattempo il loro rapporto si è allargato, hanno sedotto Angela, che non è proprio un angelo, anzi dalle urla che le fanno emettere di notte, sembra più un diavolo.
Clelia a convinto anche Alice e Barbara allo stesso modo di Corinna, ormai il mio harem ha perso Agata e Britta, ma in compenso ha acquistato Corinna, Costanza, Alice e Barbara.
Corinna e Costanza vorrebbero portare con loro in Spagna Angela, ma prima vogliono che la svergini, come è successo con tutte le mie figlie, ho accettato, ma questo deve avvenire solo quando la diavolessa sarà maggiorenne, poi ho imposto che quel giorno voglio fare un orgia con tutte le mie donne.
La cosa è stata accettata da tutte le ragazze e da Anna, le più ritrose sono Clelia e Marzia.
Il giorno che si convinceranno, avrò a disposizione otto troie disinibite e porche, perché ho assistito non visto da loro, ad un triangolo delle mie tre figlie, ho potuto notare che Angela, promette di essere la più troia di tutte.
Adesso Angela conosce solo la fica delle sorelle, ma una volta conosciuto il lecca lecca, se le piace solo metà di come le piace la fica, diventerà una puttana da strada.
Ai posteri la sentenza, mi sono creato un harem grazie a Clelia, la mia ex datrice di lavoro e attuale compagna di vita. Le sarò sempre grato, che belle godute, quanto amore suddiviso tra tutte le mie donne.
Vi amo tutte!
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Grazie alla mia titolare mi sono fatto un harem 2
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