Un estate in montagna
di
Morotto
genere
prime esperienze
Quell'anno andai in montagna da solo, presso una famiglia di contadini che conosceva mia madre. Mio padre si era rotto una gamba, cadendo dalla bicicletta e mia madre dovette stare a casa per seguirlo. Così fui spedito dalla signora Franca, un'amica d'infanzia di mia madre. Mi accompagnò alla corriera e mi raccomandò all'autista. Io ero molto seccato di questo trattamento, perchè a quindici anni ritenevo di essere quasi autosufficiente oltre al fatto che ero più sviluppato dei miei coetanei. Durante il viaggio mi sedetti nel posto del bigliettaio, di fianco all'autista, che conoscevo, e iniziammo a parlare. Dopo avermi chiesto come andavo a scuola, mi chiese dove avrei alloggiato ed io gli dissi che ero ospite della signora Franca. L'autista, che era un buontempone, s'illuminò in viso e ridacchiando mi disse – Accidenti! Sei fortunato. Potessi essere al tuo posto... – Il discorso mi incuriosì e cercai di avere altre notizie – Non è il caso di parlarle qui, con tutta questa gente. Quando siamo a Porretta che dobbiamo aspettare la coincidenza del treno, andiamo a prendere un aperitivo e ti racconto tutto – Il mistero mi eccitò. Chissà cosa aveva voluto dire ? Per il resto del tragitto rimasi in silenzio cercando di immaginarmi le varie possibilità. Finalmente giungemmo a Porretta – Vieni che ti offro da bere – disse l'autista. Lo seguii prontamente ed entrammo nel bar della stazione. Lui ordinò un caffè corretto al fernet e io presi una bibita al tamarindo – Vieni, sediamoci – mi propose l'autista guardando l'orologio – c'è ancora mezz'ora - Io non stavo nella pelle – Allora Antonio, raccontami della signora Franca... - L'autista fece schioccare la lingua – Ah! Caro ragazzo... ormai sei quasi un uomo e posso parlarti chiaro... immagino che tu abbia la ragazza?...no?... strano, a vederti dimostri diciotto o diciannove anni...comunque devi sapere che la signora Franca è una gran signora. Io purtroppo non sono fra i suoi preferiti ma corre voce in paese che sia molto sensibile al fascino maschile... Suo marito ha dieci anni più di lei...e lei...è una femmina...come ce ne sono poche.. peccato che non possa avere figli, ma forse è meglio così. Non deve stare attenta... - e qui ridacchiò di nuovo - ma avrai occasione di vederla...e mi saprai dire...- Io ascoltavo i discorsi dell'autista a bocca aperta. A quell'età guardavo con interesse le donne sui trent'anni che secondo il mio punto di vista erano al culmine della loro bellezza. La signora Franca aveva quarantacinque anni, ma tuttavia sembrava fosse ancora in forma. Rimasi col dubbio fino all'arrivo in piazza al paese, dove quando scesi, vidi il marito della signora Franca aspettarmi. Mi prese la valigetta che avevo con me e ci incamminammo verso casa sua che era fuori paese a circa quattro chilometri. Prendemmo diverse scorciatoie e finalmente arrivammo a destinazione. La prima cosa che vidi fu un cane nero, piccolo, piccolo, che cominciò ad abbaiare furiosamente. Il rumore fece uscire una donna dalla porta : la signora Franca. Appena la vidi ebbi un tuffo al cuore. Era una bella signora bionda, abbronzata in viso, ma senza rughe, con un corpo fantastico. Portava un paio di pantaloni attillati che mettevano in risalto il sedere a mandolino e una camicia scollata da cui si intravvedeva un petto generoso. Rimasi a guardarla in silenzio mentre lei mi abbracciava sorridendo. Sentii il suo profumo e ne rimasi stordito – Ma come sei cresciuto – gorgheggiò – sei un uomo ormai...e che uomo....beh...non dici niente?...non ti ricordi di me? Sai ti ho tenuto in braccio quando eri piccolo così... - vieni...ti ho preparato la stanza...vieni che te la faccio vedere.... - La seguii come un cagnolino. Salendo le scale avevo il suo bellissimo sedere che ondeggiava davanti agli occhi e riuscii a stento a rimanere fermo. Entrammo nella cameretta che era luminosa e pulitissima – Ecco questa è la camera dove dormirai... l'avevo preparata per un figlio....che non è mai venuto... - La sua voce si incrinò – Forse sono stata punita perchè.... - lasciò la frase a metà. Si avvicinò a me e mi abbracciò – Come sei bello – mi disse facendomi arrossire – sei tutto tua madre... e dimmi hai la ragazza ? - Non mi piacciono le ragazze – risposi serio – sono stupide...a me piacciono le donne vere...- Ah! - esclamò la signora Franca sorpresa – e come sarebbero queste donne vere? - Rimasi in silenzio. Mi piaceva da morire quella donna e volevo farglielo capire in qualche modo ma non volevo offenderla – Mi piacciono le donne sui trentanni come...spero non si offenda...come lei...sa...lei è bellissima... - La signora Franca si chinò su di me – Come sei galante...ti ringrazio del complimento, ma...vedi io non ho trent'anni, ne ho quarantacinque, l'età di tua madre...- Mi accarezzò il viso e mi dette un bacio sulla guancia – Peccato1 – disse poi – se avessi trent'anni ci farei un pensierino su uno come te... ma vieni ora...andiamo a mangiare - Il pranzo fu eccellente ed io mangiai come un lupo. La signora Franca mi serviva personalmente e quando si avvicinava a me per mettermi il cibo nel piatto si chinava mostrandomi le sue superbe tette. Io le fissavo intensamente e lei sorrideva. Le piaceva giocare al gatto col topo. Finita la cena, il marito si mise in poltrona e si addormentò. Io aiutai la signora Franca a sparecchiare e mi offrii di rigovernare le stoviglie – Ma sei proprio gentile. Vieni asciuga i piatti mentre io li lavo – Io ero felice di aiutarla e così mi misi accanto a lei. Mentre asciugavo i piatti la guardavo estasiato. Per la cena si era cambiata. Aveva smesso i pantaloni e indossato una corta gonna che le arrivava a malapena al ginocchio e che ondeggiava ai suoi movimenti mostrando le due gambe statuarie – Vieni – mi disse quando tutto fu in ordine - andiamo sulla veranda – Ci sedemmo nel dondolo, uno accanto all'altra. Era una sera bellissima, calda e odorosa. Io ero in estasi. Dondolammo un poco poi vidi che lei aveva le lacrime agli occhi . Le misi un braccio attorno alle spalle e le chiesi – Cosa c'è che non va? Perchè è triste? - Lei appoggiò la testa sulla mia spalla e sospirò – Non è niente...è solo un poco di malinconia...- Lei è bellissima così imbronciata, signora Franca – le mormorai – darei dieci anni di vita per trovare una donna come lei... - Lei mi guardò sorridendo – Sei molto caro...ed anche molto bello... non dovrei dirlo...vedrai...le ragazze impazziranno per te.... - E lei signora Franca... - Io cosa? - Lei...mi darebbe un bacio? - La signora Franca rise – Ah! Non perdi tempo tu... sei appena arrivato e già vuoi un bacio...- Signora Franca, la prego....un bacio.... - Lei mi guardò intensamente. Capivo che le piacevo, che forse potevo rientrare fra i suoi preferiti, come diceva l'autista. La presi per le spalle e l'attirai a me – No... - disse – non sta bene...aspetta... - Io l'attirai ancora e lei si lasciò baciare. Poi con la mano cercai il suo seno. Lei mi fermò – No, non è il momento, ti prego... - Io la lasciai e scappai in camera. Mi gettai sul letto e mi misi a piangere. Dopo alcuni minuti sentii bussare discretamente alla porta. Non risposi. La porta si aprì ed entrò la signora Franca. Mi vide con le lacrime agli occhi e venne verso il letto, si sedette e mi accarezzò i capelli – Non fare così – disse. Io la presi per le braccia e la baciai. Lei non si ritirò. Lentamente la feci sdraiare. Poi cercai nuovamente il suo seno. Con una mano cercò di fermarmi ma io insistetti – La prego...si lasci accarezzare...mi piace da morire...non riesco a resistere – Sentii la sua mano fermarsi. Passai sotto la camicia e risalii fino al suo splendido seno. Avevo una coppa in mano e mi sembrava di impazzire. Le sussurrai – Togliti la camicia...fammi vedere... - Lei mi fermò – Davvero lo vuoi? - La guardai: era bellissima: il viso cominciava ad eccitarsi – Ti scongiuro... - la implorai. Si sbottonò la camicetta e ebbi la visione di due seni turgidi e abbronzati. Li guardai in adorazione – Il reggiseno... - Lei lo sciolse e le due fantastiche mammelle mi comparvero in tutto il loro splendore. Mi tuffai col viso e cominciai a baciare e succhiare i capezzoli che sentii diventare duri. La signora Franca intanto si muoveva sinuosa sotto le mie ardenti carezze e mi toccò fra le gambe – Santo cielo! - esclamò – ma tu non sei un ragazzo! - Io allora portai la mano sul suo ventre e sollevai la gonna, sentendo le mutandine umide - Spogliati – le dissi – ti voglio vedere nuda... - Con mia grande gioia lei si abbassò la gonna e si sfilò le mutandine. Io, preso dal desiderio, mi spogliai completamente e rimasi col mio pene eccitato e duro come il marmo. Aveva un corpo bellissimo e non riuscivo a decidermi. Poi la feci stendere sul letto. Le divaricai le gambe e mi avvicinai alla fessura del suo sesso, completamente depilato – E' bellissima così depilata – dissi – ed è dolcissima... - Cominciai a leccarle le labbra poi introdussi la lingua e cercai il clitoride. Lo trovai e lo succhiai mentre con le dita entravo nella sua vagina odorosa. La signora Franca ansimava felice e si muoveva intensamente. La sentii mormorare – Fammi vedere il tuo gioiello... - Io mi sdraiai su di lei, affondai la testa nella sua passera e le detti il mio pene da giocarci. Lei lo baciò con le labbra poi cominciò a succhiarlo con voluttà sottraendomi tutte le forze. Io ero in estasi e avrei voluto restare così in eterno. Ad un tratto sentii bagnarmi il viso e capii che aveva avuto un orgasmo mentre anch'io le rilasciavo in bocca il mio liquido. Sentii che lo beveva con voluttà e poi prese in bocca i miei testicoli avviluppandoli con le sue labbra roventi. La lasciai fare mentre sentivo che il mio pene si stava irrigidendo di nuovo. Lei se ne accorse e vi ritornò con la bocca. La fermai e rosso in viso le dissi – Ti voglio venire dentro...mi lasci fare..? - Aspetta – mi sussurrò – vado da mio marito che non si insospettisca – Ritornerò questa notte e potrai farmi quello che vorrai... - Io la guardai allibito – Tutto? - Tutto – Anche ...mettertelo di dietro? - Ti piacerebbe? - Da impazzire.... - Allora lo faremo....adesso...aspettami... - Si sciolse dall'abbraccio e si allontanò, lasciandomi solo, col suo profumo che aleggiava nell'aria. Non riuscivo a stare fermo, l'attesa mi distruggeva. Sembravo un animale in gabbia. Guardavo l'orologio e mi sembrava fermo. Cominciò a mancarmi il respiro e dovetti andare alla finestra, aprirla e respirare profondamente. Cominciai a camminare su e giù per la stanza, poi, mi prese un terrore incontrollabile: e se non fosse tornata? Se una volta lontano, si fosse ravveduta e pentita? Non potevo aspettare ancora. Cosa fare?Andare in giro per la casa, che non conoscevo, senza sapere dove si poteva trovare? Non mi rimaneva che mettermi sul letto e aspettare. Mi sdraiai e chiusi gli occhi. La stanchezza accumulata e lo sfinimento delle effusioni amorose vinsero la mia ansia. Mi addormentai di colpo. Ebbi un sogno agitato. Aspettavo la signora Franca e lei non veniva. Anzi vedevo un uomo trascinarla via e lei che mi chiamava. Cercavo di raggiungerla ma non riuscivo a muovermi. Poi gridai... e mi risvegliai. Ero madido di sudore. Mi sedetti sul letto e mi guardai attorno. Ero solo! Stavo per cadere in una depressione totale quando la porta si aprì ed entrò la signora Franca, spaventata – Perchè hai gridato? - chiese - ho il cuore in gola...- Temevo di averti persa..- sussurrai – Aspetta – disse – vado a vedere se hai svegliato mio marito... - Richiuse la porta ed io saltai giù dal letto e corsi di nuovo alla finestra. Sentii aprire la porta e mi voltai: era tornata. Indossava una corta camicia da notte che lasciava scoperte le sue belle gambe e faceva risaltare il suo petto generoso. Era una visione – Sei sempre dell'idea? - mi chiese -Potresti dubitarlo? Vieni... - Sorrise. Lasciò cadere a terra la camicia da notte: sotto era nuda! - Sono pronta... - mi sussurrò maliziosa. La presi e la feci stendere sul letto – Non riesco a resistere – dissi. Le aprii le gambe e la penetrai subito – Sei proprio dotato tesoro... - sussurrò – fammi godere... - Cominciai a muovermi lentamente, cercando di resistere al massimo delle mie possibilità. La sentivo muoversi assecondandomi e la guardavo mentre il suo viso si arrossava per la passione. Fu una sinfonia di piacere che suonammo insieme ottenendo il massimo del godimento dai nostri organi sessuali. Quando raggiungemmo l'orgasmo fu all'unisono e giacemmo uno sull'altra ansanti e appagati – Sei stato fantastico – mi disse la signora Franca – Non ho ancora finito – risposi pensando al suo splendido sedere – voglio il tuo fantastico culetto... - Ma non sei ancora sazio? - No, guarda... - Le misi in mano il mio pene che era ancora duro – Voltati... - Lei mi guardò – Sei meraviglioso...lo farò, lo farò...perchè lo desidero anch'io ma sappi, che tu sei il primo....nessuno me lo ha mai messo lì...ti prego...sii delicato... - Io ero in estasi. Lei mi concedeva per primo il suo sederino a mandolino. Ero proprio un privilegiato! - Guarda – mi disse mettendomi in mano un tubetto di vasellina – l'ho preso con me sperando... - La baciai con passione, poi la feci voltare e mettere in ginocchio sul letto. Ora avevo il suo culetto davanti a me. Lo baciai con ardore, poi le unsi ben bene il suo buchetto. Inserii un dito e lubrificai anche l'interno. Mi unsi il mio grosso membro e lo appoggiai contro l'ambito trofeo – Fai tu – le dissi – spingi pian piano - Sentii il suo corpo spingere contro la mia cappella. La presi per i fianchi e spinsi a mia volta .Il pene entrò a fatica, ma entrò. La signora Franca ebbe un gemito poi spinse di nuovo. Io cominciai a fare scorrere il mio membro dentro le sue viscere, dapprima lentamente poi sempre più velocemente. Intanto avevo afferrato la sua passera umida e calda e la stimolavo. Lei cominciò a emettere rauche grida e sospiri. Continuai per un certo tempo, poi sentii finalmente arrivare l'orgasmo e la inondai col mio caldo sperma. Le abbracciai il sedere e rimasi così, su quella femmina che mi aveva donato il suo splendido corpo.
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