Al mare

di
genere
tradimenti

La febbre non accennava a scendere: si manteneva stabile sui trentotto, trentanove. Ero sola nella pensione, mio marito era ritornato a Bologna a lavorare. Ci eravamo lasciati arrabbiati. Senza di lui mi sentivo più tranquilla, ma la febbre di mia figlia mi preoccupava. Scesi al piano terra e telefonai al pronto soccorso pediatrico. Mi risposero che avevano tutti i medici impegnati e che se avevo bisogno, dovevo recarmi di persona, in ospedale. Non sapevo più cosa fare. La padrona della pensione, vedendomi in ansia, si offrì di aiutarmi. Cercò in un suo libretto e compose un numero. Ci fu una breve conversazione: – Ho telefonato ad un amico, viene subito – disse sorridendo. Ringraziai sollevata e risalii in camera. Appoggiai la mano sulla fronte di mia figlia: scottava! Bussarono discretamente alla porta. Andai ad aprire e rimasi incantata. Davanti a me c’era un bel giovane, abbronzato, atletico, che sorrideva - Sono il dottor Alberti – iniziò, alzando gli occhi, poi si fermò perplesso, come in preda ad un pensiero improvviso – Ma noi ci conosciamo? ma no, mi scusi, mi perdoni, l’avevo presa per una mia... amica. posso entrare? - Aveva una bellissima voce profonda ed io mi sentii stranamente turbata – Prego, si accomodi – Il medico entrò un poco titubante, evitando di guardarmi. Girò lo sguardo nella stanza e si avvicinò al letto dove giaceva mia figlia. Iniziò a visitarla sotto il mio sguardo attento. Notai che ogni tanto l’uomo mi lanciava degli sguardi indagatori e cominciai a preoccuparmi. Solo in quel momento mi accorsi d’avere indosso un leggero grembiule che mi lasciava scoperto il petto e non arrivava alle ginocchia. Mi voltai verso lo specchio e l’immagine che vidi fu di una donna formosa, abbronzata, che emanava una notevole sensualità… Mi riscossi alla domanda del medico – E’ molto che ha la febbre? – Da due ore – Le ha dato qualcosa? – No dottore – Lui armeggiò nella borsa ed estrasse alcuni strumenti. Io intanto lo osservavo: indossava una camicia di lino, quasi trasparente che lasciava intravvedere un torace abbronzato e muscoloso. Non potei fare a meno di ammirarlo – Non si preoccupi. E’ una semplice influenza. Ora le farò una puntura per abbassare la febbre. Nel giro di mezz’ora dovrebbe fare effetto. Per sicurezza rimarrò qui per controllare. Fece l’iniezione, poi andò in bagno a lavarsi le mani. Quando ritornò si sedette. Sollevò lo sguardo verso di me e visibilmente imbarazzato disse - Mi devo scusare signora se le ho dato l’impressione di guardarla troppo, ma la circostanza è veramente inconsueta - Si schiarì la voce e proseguì – La prego di non fraintendermi, ma sento la necessità di spiegarmi. Lei, assomiglia in  - Ci volevamo molto bene, e dovevamo sposarci, ma purtroppo un brutto incidente me l’ha portata via… - È terribile… - dissi commossa e istintivamente misi una mano sul suo braccio. Fu come una scarica elettrica. L’uomo mi fissò intensamente. Ne rimasi soggiogata – E’ incredibile – mormorò il medico sbalordito – anche lei, quando ero turbato, mi metteva una mano sul braccio per calmarmi… - Poi, ripresosi, continuò - E suo marito? – E’ ritornato a Bologna, lavora in banca… - E la lascia qui da sola? – Perché? – Così.... al mare è facile cadere in tentazione…
-Non è il mio caso – risposi, senza riflettere – non credo di suscitare interesse… -
Lui rimase in silenzio, poi mi guardò di nuovo. Rimasi ammaliata dai suoi occhi che emanavano una misteriosa attrazione. Sentii sciogliere qualcosa dentro ed ebbi paura – Lei crede ai colpi di fulmine? – Che cosa intende dire? –
I suoi occhi mi inviarono un irresistibile messaggio – Intendo dire – continuò lentamente – che a volte succede che un uomo veda una donna e si senta subito…attratto da lei… senza che questa gli abbia dato il minimo motivo… - Perché mi dice questo? – chiesi cominciando a sentirmi a disagio – Così signora… – Mi sentivo stranamente irretita dalla situazione. Una parte di me mi ricordava che ero sposata e con un figlio, un’altra, sempre tenuta repressa, mi faceva notare l’intrigante situazione in cui mi ero venuta a trovare – Lei è combattuta – continuò il medico, suscitando la mia meraviglia – lo sento….mi permetta, non voglio metterla a disagio…ma non sono d’accordo su quello che ha detto prima, circa il suo aspetto. Le posso assicurare che lei è una donna molto interessante e mi creda anche molto attraente… - A questo punto non sapevo più come comportarmi. Lo sguardo del medico era fisso sul mio petto e sulle gambe che fuoriuscivano dal grembiule troppo corto. Mentre cercavo di coprirmi, si alzò e appoggiò la mano sulla fronte di mia figlia che si era assopita – La febbre sta scendendo – disse – venga a sentire anche lei – Mi avvicinai, lui mi prese una mano e la portò sulla fronte della bimba: effettivamente la febbre sembrava calata. Lo guardai riconoscente e lui sorrise. Si portò la mia mano alle labbra e vi depose un bacio. Ero talmente sorpresa che non seppi come reagire – Lei ama suo marito? – chiese poi con voce insinuante. Non risposi. Ero turbata ma non riuscivo a sottrarmi a quella situazione – Io non credo che lei sia felice, ora… - Ora lui era molto vicino e mi guardava insistentemente il seno. Poi una sua mano salì fino alla scollatura e lentamente slacciò i primi bottoni. Non riuscivo a muovermi, ero come ipnotizzata. Senza ribellarmi guardai la mano continuare a slacciare i bottoni del grembiule che ora si stava aprendo completamente. Lui mi guardava fisso negli occhi ed io non mi muovevo. La sua mano s’insinuò sotto il grembiule, scoprendo le due mammelle. Lui abbassò lo sguardo e disse - Sei proprio come lei…- Si chinò a baciarmi i capezzoli succhiandoli dolcemente, poi tornò a guardarmi in viso – Sei bellissima – mormorò – hai un corpo stupendo, fatto per l’amore… - Tornò ad abbassarsi e a mordere i capezzoli. Mi sentivo svenire. Non avevo mai provato una sensazione simile. Poi lui si chinò e giunto all’altezza delle anche mi alzò la sottoveste e mi abbassò le mutandine scoprendo il pube. Con la mano mi accarezzò la pancia e le anche, s’insinuò fra le gambe e trovò la fessura, umida e cespugliosa. L’accarezzò dolcemente, si rialzò e mi disse di nuovo - Un corpo meraviglioso, un corpo meraviglioso… - Poi mi lasciò, andò al letto, prese la bimba delicatamente e la mise su a poltroncina coprendola accuratamente. Ero rimasta ferma, in mezzo alla stanza priva di ogni volontà. Lui mi tornò vicino, mi accompagnò verso il letto, poi lentamente, mi tolse il grembiule, la sottoveste, le mutandine e le scarpe. Ora ero davanti a lui, completamente nuda! Mi guardò fissamente negli occhi, poi si spogliò. Io vedevo quel corpo meraviglioso uscire dai vestiti come una farfalla dal bozzolo. Si avvicinò e mi baciò. Un fremito scosse il mio corpo. Avvertii il contatto con la pelle di lui, e il membro che spingeva contro le mie cosce. Non avevo mai provato una esperienza simile: mio marito non mi aveva penetrata che la sera delle nozze e altre due volte, ma in modo goffo. Presa dal desiderio spinsi il bacino contro il suo pene e vidi che sorrideva - Anche tu lo desideri allora? – sussurrò accarezzandomi la schiena. Io sentii il bisogno insopprimibile di essere posseduta da quel corpo statuario e mi strinsi ancora di più. Lentamente mi fece sdraiare sul letto, mi aprì le gambe e affondò il suo viso nella soffice peluria del sesso. Inarcai il corpo sospirando. Lui si rialzò, mi accarezzò le grandi labbra, trovò il clitoride, lo stimolò e mormorò - Mi vuoi? – Con la voce rotta dalla passione risposi - Ti prego, prendimi...-
Sentii il pene di lui inserirsi nella mia vagina e cercare di penetrarla. Una smorfia di dolore contrasse il mio viso accaldato e lui si fermò – Senti male? – Arrossii e quasi impercettibilmente sussurrai – Non sono abituata... mio marito... – Taci – mi interruppe – taci, lascia fare a me... – Cominciò lentamente a spingere il membro dentro di me, con movimenti delicati e ritmici lasciando che l’umore della vagina lubrificasse le pareti. Avvertii che la stimolazione mi aveva aumentato la secrezione e che ora il dolore era quasi cessato, sostituito da un piacere mai provato che mi ubriacava. Mentre il piacere cresceva mi resi conto di accompagnare sempre più i movimenti ricevendo ondate di godimento che mi stordivano. Il mio corpo era scosso da movimenti ritmici e mi sfuggirono dei gemiti. Stavo perdendo i freni inibitori e stringevo sempre più quel corpo che mi dava delle sensazioni meravigliose. Scorrevo con le mani lungo la schiena sentendo i muscoli contrarsi e avvertendo il profumo delicato della sua pelle. Poi sentii salire dentro di me una marea ed un orgasmo, mai provato, mi squassò violentemente. Ricaddi sul letto priva di forze e sentii che lui si fermava, lasciando il suo membro dentro di me. Solo allora pensai con terrore che mi poteva venire dentro ed aprii gli occhi spaventata. Incrociai lo sguardo di lui che mi sorrise – Stai tranquilla – disse con voce rassicurante – stai tranquilla, so controllarmi... - Poi, prese a baciarmi su tutto il corpo, con movimenti lenti mentre con le mani mi procurava brividi di piacere in diverse zone erogene. Fremevo sotto le sue carezze sapienti. Sentii le mani accarezzarmi i glutei– Voltati – mi sussurrò – Hai un sedere bellissimo – disse – ti voglio prendere anche qui, se me lo lasci fare… - Mi spaventai. – Ma hai un affare così grosso… - Vedrai, sarò delicato, ma non resisto, vieni - Mi fece alzare. Mi aprì le culate e le spalmò con una crema, presa dalla borsa. Mi introdusse dapprima un dito poi due – Senti male? – chiese – Un poco – Mi unse ancora, poi mi appoggiò il pene e spinse. Sul momento avvertii un dolore forte, ma una volta dentro provai un piacere insolito. Cominciò a muoversi lentamente ed io cercai di assecondarlo con movimenti laterali, per farlo penetrare più in profondità. Sentii la voce roca di lui – Sì così, brava…sei meravigliosa… - Il movimento durò a lungo, mentre sentivo montare il piacere dentro di me. Le sue mani intanto si erano messe sui miei seni e dopo averli stuzzicati, scesero sul davanti e cominciarono a stimolare il clitoride. Ero di nuovo eccitata e il piacere cominciò a diventare incontrollabile. Raggiunsi un nuovo orgasmo mentre sentivo il movimento del pene abbreviarsi e il respiro di lui diventare affannoso. Mi sentii prendere per i fianchi e i colpi diventarono più violenti scuotendomi tutta. Strinsi le labbra per resistere e chiusi gli occhi, assaporando il piacere che ricevevo. Ad un tratto avvertii un fiotto caldo invadermi le viscere e il suo grido strozzato di eccitazione. Rimase così fermo per alcuni istanti, respirando a fatica, poi lo estrasse e si lasciò cadere sul letto. Mi voltai e lo guardai: era bellissimo, sudato, fremente sembrava un dio greco. Presa dalla passione, afferrai il membro, che era ancora turgido e pulitolo col lenzuolo, lo avvicinai alla bocca e ne sentii il sapore acre. Non mi rendevo conto di quello che facevo; agivo d’istinto. Lui mi fermò dolcemente – Aspetta che mi riprenda…sei insaziabile… sei una donna fantastica… -
Mi fermai, e guardai il membro che nonostante si fosse un poco afflosciato era ugualmente di dimensioni considerevoli. Mentre lo accarezzavo vidi che si stava di nuovo inturgidendo. Lo guardai meravigliata e lui sorrise – E’ merito tuo….sei meravigliosa… - Ma ora lasciami fare… - Così dicendo, estrasse dalla borsa un flaconcino e me lo porse – Domani prendi una di queste pillole. Ora voglio venirti dentro…me lo permetti? – Ero interdetta: avevo molta paura ma il desiderio era grande. Presi il pene e cominciai a stimolarlo, ma lui mi fermò. – Faremo a modo mio ora – disse con voce suadente –Per prima cosa prendilo in bocca per rianimarlo – mi chinai e cominciai a succhiarlo – Prendilo in bocca fin che puoi – mi suggerì. Lo ingoiai il più possibile, poi, con la mano scoprii il glande portando la guaina di pelle più giù possibile. Avvicinai le labbra alla cappella e la succhiai dolcemente con un movimento a stantuffo delle labbra. Lui s’irrigidì emettendo mugolii. – Ora basta – disse quando si accorse che era di nuovo rigido - Si sdraiò sul letto – Ora vieni sopra che ti veda e mostrami le tue mammelle fantastiche. Mi sedetti su di lui e lo guardai in attesa. – Ora prendilo e mettitelo dentro – continuò. Mi prese con le mani i seni e li strinse delicatamente – Ora muoviti come vuoi, ma lentamente, e rimani concentrata sul piacere che provi. Puoi chiudere gli occhi – No – mormorai con la voce rotta dal desiderio – voglio vederti godere… - Cominciai a muovermi lentamente, cercando di introdurre il più possibile il membro che ora scorreva bene, trovando la vagina ben lubrificata. Per sentirlo meglio mi muovevo anche lateralmente, stimolando così zone erogene diverse che mi dettero un godimento sublime. Cavalcavo con foga e sentivo i suoi testicoli battere contro le mie grandi labbra. Ora il viso di lui si era contratto in uno spasimo di piacere. Il torace bellissimo riluceva di sudore ed io sentivo un desiderio struggente di affondare le mani in quelle carni sode. Spingevo col bacino e sentivo il membro scorrere dentro di me sempre più lubrificato. Avrei voluto che mi entrasse tutto, e spinsi più che potei. Poi, sentii che l’orgasmo stava arrivando, moltiplicato rispetto a quello provato in precedenza e aumentai l’intensità dei movimenti. Vidi che mi guardava ora con gli occhi semichiusi in preda ad una forte emozione e che mi sollecitava a gesti ad aumentare il ritmo. Finalmente l’orgasmo arrivò e mi investì come una sferzata. In preda ad un senso di parossismo continuai a muovermi anche al culmine del piacere, quando avvertii un colpo che quasi mi sfondava l’utero e che mi scaricò dentro una ondata di sperma caldo. Questo aumentò il mio piacere e gridai. Poi, spaventata guardai la bambina, ma questa continuava a dormire tranquilla. Mi lasciai cadere su di lui sfinita e rimanemmo così, immobili, Poi lui si rialzò su un fianco, prese il mio viso fra le mani, bagnato di sudore e mi mormorò - Non ho mai provato tanto piacere in vita mia. E tu ? – Io, rossa di passione lo strinsi forte. Era solo lunedì e ad arrivare a sabato c’erano altri quattro giorni...
scritto il
2010-11-10
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