Il diario di Elle Prima parte
di
Morotto
genere
prime esperienze
Mentre stava riordinando la cantina dello suocero si accorse di una vecchia scatola, coperta di polvere, abbandonata dietro il bancale delle bottiglie. Incuriosito l'estrasse e l'aprì: dentro c'era un piccolo libricino a forma di diario. Si accorse che la calligrafia ricordava molto quella della moglie. Lo sfogliò: era proprio un diario. Guardò qualche data: erano gli anni 50, quando sua moglie era entrata nei secondi dieci anni di vita. L'occasione era ghiotta per curiosare nel suo passato, perché era sempre stata molto reticente a parlare di quel periodo. Chiuse la porta della cantina per evitare visite non gradite e si mise comodo, iniziando dalle prime pagine.
Caro diario,
voglio parlarti delle mie prime esperienze. Sono, a detta di tutti, più sviluppata delle mie amiche. Finora non ci avevo fatto caso, ma mi sono capitati alcuni episodi che mi hanno fatto riflettere. Devi sapere che fra le mie amiche ce n'è una, Alberta, che ha due cugini che abitano in montagna. Lei ha circa la mia età mentre loro sono un poco più vecchi. Spesso vengono a trovarla a Bologna e vanno insieme nei campi qui vicino. Ho notato l’ultima volta che quando sono ritornati, Alberta era rossa in viso e con i vestiti sgualciti. Pensavo che avessero fatto dei giochi rudi, e poiché anch'io sono un po' un maschiaccio, ero curiosa di sapere di che cosa si trattasse. Così quando i suoi cugini sono ripartiti le ho chiesto che cosa avevano fatto. Lei mi ha guardato ridendo ed è diventata rossa – Non sono cose per te. Sono cose da grandi, quelle che facciamo con i miei cugini... - Io sono diventata ancora più curiosa e l'ho presa per un braccio storcendolo. Lei ha gridato dal dolore. Io allora le ho promesso che le avrei fatto ancora più male se non mi avesse raccontato tutto - Va bene – mi ha detto asciugandosi gli occhi col grembiule – ma mi raccomando non lo dire a nessuno - Io ho giurato e allora lei mi ha raccontato che con i suoi cugini si erano nascosti in mezzo al granoturco e poi lei si era tirata giù le mutandine, facendo vedere la sua passerina e il sedere. I ragazzi, eccitati, l'avevano toccata, vogliosi fra le gambe e le avevano fatto provare piacere palpandola nella fessura. Il più grande poi, aveva preso fuori il suo pisello e glielo aveva messo contro la passerina, spingendo. Lei aveva sentito male e si voleva rifiutare, ma lui le aveva dato dei soldi poi aveva preso fuori una scatolina di crema e si era unto la testa del pisello, mettendoglielo dentro. Aveva cominciato a muoversi e alla fine lei aveva sentito una sostanza appiccicosa colare fuori del buco. L’altro aveva guardato, poi glielo aveva messo dentro anche lui, con lo stesso risultato. A lei piaceva sentirselo mettere dentro e ci stava volentieri anche perché le davano dei soldi; poi il più grande, una volta finito, le aveva aperto le gambe, e con la lingua l'aveva leccava facendole provare un grande piacere. Io sono rimasta scandalizzata da questi racconti ma nello stesso tempo ero curiosa di vedere se erano veri. Lei me lo ha giurato, poi mi ha detto che se volevo, la prossima volta che i suoi cugini sarebbero tornati a Bologna potevo andare a vedere. Io ho detto che ci avrei pensato.
Caro diario.
Ho delle grandi novità. Dunque la mia amica Alberta, ha preso gli orecchioni e quindi non deve uscire da casa per quaranta giorni. Dato che mia madre vorrebbe che anch’io li prendessi, per evitarli da grande, mi fa andare da lei a farle compagnia. Ieri sono andata a trovarla in casa ed era sola. Aveva un poco di febbre perciò doveva stare a letto. Quando sono entrata aveva la camicia da notte. L’ho accompagnata in camera e mi sono messa sul letto con lei. Ho visto che era rossa in viso e sudata ma ho pensato che fosse effetto della febbre. Mentre ero lì con lei, ha cominciato a stuzzicarmi e così abbiamo lottato un poco. Nella confusione le si è aperta la camicia da notte e ho visto i suoi seni che cominciano a sbocciare. Ad un tratto lei mi ha bloccato le mani sul letto e mi è venuta sopra, poi senza dirmi niente mi ha baciato sulle labbra. Io ci sono rimasta male. Ho sputato e ho detto - Che cosa fai? Ma che schifo! – Lei si è messa a ridere – Scommetto che non hai mai baciato nessuno…- mi ha detto. In effetti è vero, ma ci sono rimasta male – Dai lasciami fare che ti insegno - Volevo darle un pugno ma mi sono accorta che mi aveva fatto piacere quel contatto. Lei mi ha ribaciato e questa volta ho sentito un brivido nella schiena – Allora ti piace? – mi ha detto. Io sono stata zitta. Poi lei mi ha guardato e mi ha detto - Lo sai che hai delle belle tettine? Sono molto più sviluppate delle mie. I ragazzi farebbero follie per toccarle. Dimmi la verità, ci hai mai pensato?- Io sono rimasta sbalordita. In effetti sono contenta che dall’anno scorso mi siano cresciute ma non pensavo fossero così appariscenti. Poi Alberta è tornata sotto le coperte e mi ha detto – Vieni sotto che mi scaldi… ho freddo…- Io mi sono tolta le scarpe e sono andata sotto le coperte vestita, ma dietro le insistenze di Alberta, mi sono tolta la gonna e la camicetta. Appena le sono andata vicino, si è tolta la camicia da notte, poi la maglietta e le mutande rimanendo nuda – Dai – mi ha detto – svestiti anche tu, fammi vedere le tue tettine, ti prego – Io mi vergognavo un poco ma lei mi ha preso la maglia e me l’ha tolta – Non coprirti con le mani – mi ha detto rossa in viso – fammele vedere… sono veramente belle – Così dicendo, mi ha allargato le braccia, ha messo la sua bocca sui miei capezzoli e ha cominciato a leccarli. Io stavo per protestare, ma ho sentito un piacere insolito con queste carezze. Intanto mi ha preso una mano e me l’ha messa fra le sue cosce – Toccami – mi ha mormorato – mettimi una mano dentro alla passerina…- Io, imbarazzata non mi sono mossa e allora lei, col viso rosso mi ha messo una mano sotto le mutandine, ha sentito la peluria della mia passerina e mi ha infilato un dito nella fessura. Ha cominciato a toccarmi quella specie di grilletto che abbiamo ed io presa dal piacere ho allargato le gambe. Allora lei ha buttato via le coperte, poi mi ha scostato il lembo delle mutandine mettendo a nudo la mia passerina e ha cominciato a leccarmi. Ho sentito un grande piacere e ho inarcato la pancia. Lei, allora mi ha tolto le mutandine e mi ha lasciato completamente nuda. Poi mi ha detto che avevo già anche i peli e che la mia passerina era già da donna. Ha continuato a leccarmi mentre io mi muovevo tutta presa dal piacere. Ad un tratto si è girata, mi ha messo il suo sesso sul mio viso e mi ha detto – Ti prego, ne ho una voglia tremenda, dai leccami. – Io ero un poco schifata della cosa, ma quando ho sentito che la sua lingua mi faceva provare un piacere mai provato, mi è venuto voglia di farglielo provare anche a lei. Così ho messo la mia lingua nella sua apertura, e trovato il bottoncino ho cominciato a succhiarlo. Mi piaceva da matti leccarlo e sentirmi leccare. Siamo andati avanti così finché ho sentito che il piacere era massimo e mi sono tutta bagnata nelle cosce. Intanto anche Alberta stava dimenandosi e sospirava, poi dal suo bottoncino è uscito dell’umore che mi ha bagnato la faccia. Mi sono pulita col lenzuolo mentre lei, si era messo un dito dentro la fessura e si muoveva ad occhi chiusi. Ha cominciato a tremare e alla fine è rimasta distesa sul letto senza forze. Io la stavo guardando e rimiravo le sue tettine ancora piccole a confronto delle mie. Mi è venuto il desiderio di prenderle in bocca e così le ho leccate sui capezzoli. Alberta ha aperto gli occhi e sorridendo mi ha messo una mano nella mia fessura e con un dito è penetrata dentro al buchetto movendolo avanti e indietro – Ti faccio un ditalino – mi ha detto rossa in viso – lasciami fare – Io mi sono vergognata ma ho aperto le gambe perché mi piaceva. Lei ha continuato col dito a muoverlo avanti e indietro ed io dopo un poco ho sentito che non ce la facevo più e sono caduta di fianco a lei senza forze. Alberta mi ha detto – Ora sai come si fa per provare piacere, quando sei sola a letto, fattelo con le dita e sentirai…– Proprio in quel momento sono entrati dalla porta. Ci siamo vestite in fretta prima che sua madre ci vedesse. Mi ha fatto promettere di tornare a trovarla. Ci penserò….
Caro diario,
è un poco che non mi confido con te. Dunque gli orecchioni non sono riuscita a prenderli, però ho imparato diverse cose con Alberta. Dopo la mia prima visita, provavo vergogna per quello che avevamo fatto, ma avevo anche il desiderio di ritornarci. Mi erano rimaste impresse le sue tettine acerbe e quello strofinio che mi aveva procurato tanto piacere. Una volta guarita sono tornata a trovarla, e come al solito era sola in casa. Appena mi ha visto mi è saltata al collo tutta felice, e mi ha baciato sulla bocca. Io questa volta non mi sono ribellata ed anzi le ho messo la lingua in bocca e lei me l’ha succhiata avidamente. Intanto con le mani mi ha sollevato la sottana e si è infilata nelle mie mutandine. Io a mia volta le ho messo una mano nella sua passerina e ho sentito che era umida. Ci siamo svestite, rimanendo nude e abbiamo continuato a baciarci e accarezzarci. Io l’ho stesa sul letto poi ho messo la faccia nella sua fessura e ho cominciato a leccarle il grilletto e a penetrarla con un dito, mentre lei faceva altrettanto con me. Ci siamo stimolate a lungo, poi abbiamo provato piacere entrambe. Io ero sfinita, ma Alberta è corsa nel bagno ed è ritornata con una candela. Io l’ho guardata meravigliata ma lei mi ha detto – Mettiti sul letto e alza le gambe il più possibile – Poi ha preso della pomata e mi ha unto il buchetto del sedere, quindi ha cominciato a inserirmi la candela. Io ho provato un senso di fastidio, ma poi lei ha cominciato a farla andare avanti e indietro lentamente ed ho sentito un certo piacere – Pensa – mi ha detto tutta eccitata – quando i ragazzi te lo mettono dietro. Si prova molto più piacere credimi. Questo è soltanto un assaggio – Io però le ho chiesto di smettere, perché la candela mi irritava la pelle – Sai i miei cugini vengono domenica a trovarmi, dai vieni anche tu che ci divertiamo… con quelle tette che hai, li fai andare giù di testa - Io ero tentata, ma mi vergognavo. Mi sarebbe piaciuto vedere i piselli di quei ragazzi ma avevo anche paura che volessero fare la stessa cosa con me. Intanto Alberta aveva ripreso a leccarmi la passerina ed io sentivo di nuovo la voglia. Così siamo venute di nuovo ma questa volta ho provato più piacere, perché Alberta, mentre mi leccava mi ha messo anche un dito dentro.
Caro diario,
ho una notizia importante da dirti: ho trovato il mio primo ragazzo. Andiamo con ordine. Dunque alla domenica Alberta e i suoi cugini mi hanno invitato ad andare con loro. La sorpresa è stata che c’era un altro ragazzo, che non avevo mai visto, che era venuto a Bologna con loro. Appena l’ho visto, ho sentito il cuore battermi in gola: era bellissimo! Alto, biondo, con due occhi verdi da sogno, ben vestito e soprattutto fine, a differenza dei cugini di Alberta che sono molto rozzi. Lui mi ha sorriso e io sono diventata rossa dall’emozione. I cugini di Alberta, intanto mi avevano messo gli occhi addosso e si davano di gomito guardando le mie tettine che erano proprio invitanti. Pensavano forse di potermi mettere le mani addosso come alla loro cugina ma io non ero certo d’accordo. Siamo partiti tutti cinque, ma ho visto che i cugini di Alberta, mi erano attorno, soprattutto quello più grande e ogni tanto allungavano una mano per toccarmi il sedere. Io gli ho fatto un frontino e loro hanno smesso, e pensando di farmi invidia hanno cominciato a palpare la loro cugina che rideva scioccamente. Arrivati al campo di granoturco io mi sono fermata e lo stesso ha fatto il ragazzo. Alberta e i suoi cugini hanno cercato di convincerci ad andare con loro ma il loro amico ha detto che non intendeva partecipare a quei giochi. I cugini, evidentemente avevano una certa voglia, perché dopo un poco ci hanno salutato e si sono inoltrati nel campo. Io sono rimasta con Ludovico, si chiama così l’amico dei cugini di Alberta ma non assomiglia minimamente a loro. Infatti lui è molto fine, ben vestito, ed ha dei modi molto delicati, forse anche un po’ troppo per me. Appena ci hanno lasciati soli lui si è voltato e mi ha detto - Ma come fai a stare con quelli? Non mi sembri uguale a loro… - E come sono io ? – gli ho chiesto, curiosa – Tu….tu …sei diversa – mi ha risposto, arrossendo e abbassando gli occhi – E cioè – ho incalzato - Lui mi ha guardato con i suoi bellissimi occhi verdi e mi ha detto sottovoce – Tu sei speciale…. – Io sono rimasta lì come un’oca. Non ho mai frequentato ragazzi come lui e mi sono sentita a disagio. Lui si è accorto del mio imbarazzo e premurosamente ha continuato - Ho detto qualcosa che non va? – No, è che, cosa significa speciale?- Lui è di nuovo arrossito - Speciale per me… vuol dire che tu saresti… una ragazza… ideale per me… - Io sono rimasta a bocca aperta e lui allora ha continuato – Sai, appena ti ho vista ho capito che tu… con quelli…non c’entravi, sei molto diversa da loro… io, con una come te mi sentirei… felice… - Io non capivo più niente. Diversi ragazzi mi erano corsi dietro, ma mi erano stati tutti indifferenti. Uno che mi avesse parlato come Ludovico non l’avevo mai conosciuto. Di colpo, tutta la mia sicurezza è scomparsa. Ho preso il coraggio a due mani e gli ho chiesto – Vuoi dire che ti piaccio? – Lui mi ha guardato negli occhi e io mi sono sentita rimescolare tutta. Nessuno mi aveva mai fatto questa impressione. Ci siamo guardati a lungo, poi lui mi ha detto – Vorresti essere… la mia ragazza? – Io per poco non sono caduta svenuta. - Io, la ragazza di quel bellissimo giovane? - Ma se non mi conosci neanche – gli ho detto – e poi tu abiti in campagna mentre io… - No, un momento – mi ha interrotto – guarda che ti sbagli. Mio padre abita a Bologna, in via Zamboni. Lui conosce il padre di quei ragazzi perché abbiamo una casa in montagna, vicino al loro podere e così, ha dato loro un passaggio… Io abito a Bologna… - Io non sapevo cosa dire. Sono rimasta lì ferma, mentre lui mi ha preso una mano e me l’ha baciata. Poi, visto che non mi muovevo mi si è avvicinato, mi ha alzato il mento e mi ha baciato dolcemente. E’ stato il primo vero bacio della mia vita. Non lo dimenticherò mai. Sono rimasta così con gli occhi chiusi, mentre lui continuava a baciarmi. Poi si è staccato e io ho riaperto gli occhi. Lui mi ha preso per mano e mi ha sussurrato – Vuol dire si? Vuoi diventare la mia ragazza? – Io ho solo fatto cenno di sì con la testa – Vieni facciamo due passi – mi ha detto, prendendomi per mano. Io mi sono lasciata trascinare. Mi ha messo un braccio attorno alla vita e ci siamo avviati per la stradina di campagna. Siamo così arrivati in un punto riparato dove c’era un grosso masso. Lui si è seduto e mi ha fatto sedere vicino. Mi ha preso il viso e mi ha baciato nuovamente. Mi sembrava di essere in paradiso. L’ho guardato e lui mi ha sorriso– Sai che sei bellissima – Ma cosa dici? – Si, per me sei bellissima… vieni qui… - Mi ha stretto fra le braccia e mi ha baciato di nuovo. Era la mia prima volta…con un ragazzo…ho aspettato che fosse lui a muoversi…Poi ho sentito la sua mano posarsi delicatamente sui miei seni e accarezzarli dolcemente. Io stavo ferma, con il cuore in tumulto. Lui intanto, delicatamente, ha continuato ad accarezzarmi mentre mi baciava. Io allora, presa dal desiderio, gli ho preso una mano e l’ho portata sui bottoni della camicetta e ne ho slacciato uno. Lui mi ha sussurrato – Posso guardarti… - Io ho slacciato un altro bottone e mi sono fermata. Lui allora ha continuato a slacciarmi i bottoni della camicia e mi ha messo una mano sotto. Il contatto con la mia pelle mi ha fatto provare un brivido di piacere. Poi è passato sotto il reggiseno e ha scoperto le mie tettine. Io ero eccitata al massimo. Lui si è chinato e ha preso in bocca uno dei miei capezzoli e ha cominciato a leccarlo. Io ho sentito che mi si bagnavano le mutandine ed ho accennato a stringermi a lui. Dopo avermi leccato un capezzolo è passato all’altro, mentre con le mani mi ha sollevato la gonna ed è risalito verso la mia passerina. Io allora ho inarcato la schiena e mi sono stretta a lui. Lui si è staccato dai miei seni e mi ha mormorato: - Sei bellissima tesoro. posso guardarti… fra le gambe? – Io per tutta risposta ho aperto le cosce e lui, ha messo una mano sotto le mutandine e me le ha scostate, poi si è chinato a guardare. Io mi sono un poco vergognata, era la prima volta che un ragazzo me la vedeva, ma lui è stato molto delicato. Mi ha accarezzato un poco, poi l’ha ricoperta e mi ha fatto aprire gli occhi– Sai che sei molto bella – mi ha detto – non credevo fossi così sviluppata…hai delle tettine bellissime… e anche tutto il resto…sono veramente fortunato…mi vorrai sempre bene? - Io ero in preda ad una grande emozione. Ero lì, tutta nuda, in braccio ad un ragazzo bellissimo che fino a pochi minuti prima non sapevo nemmeno che esistesse - E tu – gli ho detto seria - non ti stai prendendo gioco di me? – Tu non mi conosci – mi ha risposto – vedrai…- Poi mi ha dato un altro bacio e mi ha rimesso la mano fra le gambe e ha sentito le mutandine ancora umide. Allora ha cominciato a stimolarmi il grilletto mentre io mi muovevo sotto le sue carezze. Mentre mi accarezzava, mi è venuto spontaneo di toccare anch’io lui fra le gambe ed ho sentito che aveva il pisello duro. Ho cominciato a muovere la mano a casaccio, poi, mi sono fermata perché stavo per sentire piacere. Così sono venuta fra le sue braccia, per la prima volta, con un ragazzo. Alla fine non riuscivo a resistere e tremando gli ho detto – Più, più ti prego – Lui allora mi ha abbracciato e mi ha detto - Hai sentito piacere? – Si molto… senti. mi faresti vedere…il tuo… che non l’ho mai visto…- Lui ha preso la mia mano, poi si è aperto i pantaloni e le mutandine e me l’ha messo in mano. Era la prima volta che prendevo in mano il pisello di un ragazzo. Sono rimasta un poco spaventata, perché era molto grosso. In mano lo sentivo morbido e liscio e mi è venuto spontaneo accarezzarlo, poi ho guardato Ludovico e gli ho chiesto – Come si fa per farti provare piacere? – Lo vuoi fare ? – mi ha risposto – Si - Allora prendilo fra le dita e muovilo su e giù delicatamente, fallo scorrere fino in fondo, ecco così – Io ho cominciato a stimolarlo e Ludovico ha chiuso gli occhi e si è messo ad ansimare. Mentre lo facevo non mi stancavo di guardarlo: era bellissimo, rosso in viso e accaldato. Ho continuato per un certo tempo, mentre lui diventava sempre più teso. Infine si è lasciato andare e mi ha detto – Prendi il fazzoletto dalla mia tasca e mettimelo sopra...ecco così, accelera…ecco, ecco, sto venendo….- Ad un certo punto ha avuto diversi tremiti, poi ho sentito che il fazzoletto si bagnava di un liquido caldo e dall’odore pungente. Ludovico mi ha fermato, sudato e ansante, mentre sentivo che il pisello si stava afflosciando - Hai provato piacere allora? – Si moltissimo… grazie - Ha detto - Me lo farai vedere quando ti succede? – Certo tesoro, quando vorrai, ma ora vieni qui…- Mi ha preso fra le braccia e mi ha baciato a lungo. – Poi abbiamo sentito dei rumori e ci siamo ricomposti. E’ arrivata Alberta con i cugini. Appena ci ha visti ha detto. – Guardali come sono rossi e sudati. Chissà cosa avete fatto? – Per fortuna io ho avuto la risposta pronta. – Abbiamo fatto una corsa… non siamo come voi… - Chissà se mi hanno creduto? Comunque ora mi sento più grande. Ho avuto la mia prima esperienza con un ragazzo e che ragazzo! Spero proprio di continuare con lui…-
Caro diario,
voglio parlarti delle mie prime esperienze. Sono, a detta di tutti, più sviluppata delle mie amiche. Finora non ci avevo fatto caso, ma mi sono capitati alcuni episodi che mi hanno fatto riflettere. Devi sapere che fra le mie amiche ce n'è una, Alberta, che ha due cugini che abitano in montagna. Lei ha circa la mia età mentre loro sono un poco più vecchi. Spesso vengono a trovarla a Bologna e vanno insieme nei campi qui vicino. Ho notato l’ultima volta che quando sono ritornati, Alberta era rossa in viso e con i vestiti sgualciti. Pensavo che avessero fatto dei giochi rudi, e poiché anch'io sono un po' un maschiaccio, ero curiosa di sapere di che cosa si trattasse. Così quando i suoi cugini sono ripartiti le ho chiesto che cosa avevano fatto. Lei mi ha guardato ridendo ed è diventata rossa – Non sono cose per te. Sono cose da grandi, quelle che facciamo con i miei cugini... - Io sono diventata ancora più curiosa e l'ho presa per un braccio storcendolo. Lei ha gridato dal dolore. Io allora le ho promesso che le avrei fatto ancora più male se non mi avesse raccontato tutto - Va bene – mi ha detto asciugandosi gli occhi col grembiule – ma mi raccomando non lo dire a nessuno - Io ho giurato e allora lei mi ha raccontato che con i suoi cugini si erano nascosti in mezzo al granoturco e poi lei si era tirata giù le mutandine, facendo vedere la sua passerina e il sedere. I ragazzi, eccitati, l'avevano toccata, vogliosi fra le gambe e le avevano fatto provare piacere palpandola nella fessura. Il più grande poi, aveva preso fuori il suo pisello e glielo aveva messo contro la passerina, spingendo. Lei aveva sentito male e si voleva rifiutare, ma lui le aveva dato dei soldi poi aveva preso fuori una scatolina di crema e si era unto la testa del pisello, mettendoglielo dentro. Aveva cominciato a muoversi e alla fine lei aveva sentito una sostanza appiccicosa colare fuori del buco. L’altro aveva guardato, poi glielo aveva messo dentro anche lui, con lo stesso risultato. A lei piaceva sentirselo mettere dentro e ci stava volentieri anche perché le davano dei soldi; poi il più grande, una volta finito, le aveva aperto le gambe, e con la lingua l'aveva leccava facendole provare un grande piacere. Io sono rimasta scandalizzata da questi racconti ma nello stesso tempo ero curiosa di vedere se erano veri. Lei me lo ha giurato, poi mi ha detto che se volevo, la prossima volta che i suoi cugini sarebbero tornati a Bologna potevo andare a vedere. Io ho detto che ci avrei pensato.
Caro diario.
Ho delle grandi novità. Dunque la mia amica Alberta, ha preso gli orecchioni e quindi non deve uscire da casa per quaranta giorni. Dato che mia madre vorrebbe che anch’io li prendessi, per evitarli da grande, mi fa andare da lei a farle compagnia. Ieri sono andata a trovarla in casa ed era sola. Aveva un poco di febbre perciò doveva stare a letto. Quando sono entrata aveva la camicia da notte. L’ho accompagnata in camera e mi sono messa sul letto con lei. Ho visto che era rossa in viso e sudata ma ho pensato che fosse effetto della febbre. Mentre ero lì con lei, ha cominciato a stuzzicarmi e così abbiamo lottato un poco. Nella confusione le si è aperta la camicia da notte e ho visto i suoi seni che cominciano a sbocciare. Ad un tratto lei mi ha bloccato le mani sul letto e mi è venuta sopra, poi senza dirmi niente mi ha baciato sulle labbra. Io ci sono rimasta male. Ho sputato e ho detto - Che cosa fai? Ma che schifo! – Lei si è messa a ridere – Scommetto che non hai mai baciato nessuno…- mi ha detto. In effetti è vero, ma ci sono rimasta male – Dai lasciami fare che ti insegno - Volevo darle un pugno ma mi sono accorta che mi aveva fatto piacere quel contatto. Lei mi ha ribaciato e questa volta ho sentito un brivido nella schiena – Allora ti piace? – mi ha detto. Io sono stata zitta. Poi lei mi ha guardato e mi ha detto - Lo sai che hai delle belle tettine? Sono molto più sviluppate delle mie. I ragazzi farebbero follie per toccarle. Dimmi la verità, ci hai mai pensato?- Io sono rimasta sbalordita. In effetti sono contenta che dall’anno scorso mi siano cresciute ma non pensavo fossero così appariscenti. Poi Alberta è tornata sotto le coperte e mi ha detto – Vieni sotto che mi scaldi… ho freddo…- Io mi sono tolta le scarpe e sono andata sotto le coperte vestita, ma dietro le insistenze di Alberta, mi sono tolta la gonna e la camicetta. Appena le sono andata vicino, si è tolta la camicia da notte, poi la maglietta e le mutande rimanendo nuda – Dai – mi ha detto – svestiti anche tu, fammi vedere le tue tettine, ti prego – Io mi vergognavo un poco ma lei mi ha preso la maglia e me l’ha tolta – Non coprirti con le mani – mi ha detto rossa in viso – fammele vedere… sono veramente belle – Così dicendo, mi ha allargato le braccia, ha messo la sua bocca sui miei capezzoli e ha cominciato a leccarli. Io stavo per protestare, ma ho sentito un piacere insolito con queste carezze. Intanto mi ha preso una mano e me l’ha messa fra le sue cosce – Toccami – mi ha mormorato – mettimi una mano dentro alla passerina…- Io, imbarazzata non mi sono mossa e allora lei, col viso rosso mi ha messo una mano sotto le mutandine, ha sentito la peluria della mia passerina e mi ha infilato un dito nella fessura. Ha cominciato a toccarmi quella specie di grilletto che abbiamo ed io presa dal piacere ho allargato le gambe. Allora lei ha buttato via le coperte, poi mi ha scostato il lembo delle mutandine mettendo a nudo la mia passerina e ha cominciato a leccarmi. Ho sentito un grande piacere e ho inarcato la pancia. Lei, allora mi ha tolto le mutandine e mi ha lasciato completamente nuda. Poi mi ha detto che avevo già anche i peli e che la mia passerina era già da donna. Ha continuato a leccarmi mentre io mi muovevo tutta presa dal piacere. Ad un tratto si è girata, mi ha messo il suo sesso sul mio viso e mi ha detto – Ti prego, ne ho una voglia tremenda, dai leccami. – Io ero un poco schifata della cosa, ma quando ho sentito che la sua lingua mi faceva provare un piacere mai provato, mi è venuto voglia di farglielo provare anche a lei. Così ho messo la mia lingua nella sua apertura, e trovato il bottoncino ho cominciato a succhiarlo. Mi piaceva da matti leccarlo e sentirmi leccare. Siamo andati avanti così finché ho sentito che il piacere era massimo e mi sono tutta bagnata nelle cosce. Intanto anche Alberta stava dimenandosi e sospirava, poi dal suo bottoncino è uscito dell’umore che mi ha bagnato la faccia. Mi sono pulita col lenzuolo mentre lei, si era messo un dito dentro la fessura e si muoveva ad occhi chiusi. Ha cominciato a tremare e alla fine è rimasta distesa sul letto senza forze. Io la stavo guardando e rimiravo le sue tettine ancora piccole a confronto delle mie. Mi è venuto il desiderio di prenderle in bocca e così le ho leccate sui capezzoli. Alberta ha aperto gli occhi e sorridendo mi ha messo una mano nella mia fessura e con un dito è penetrata dentro al buchetto movendolo avanti e indietro – Ti faccio un ditalino – mi ha detto rossa in viso – lasciami fare – Io mi sono vergognata ma ho aperto le gambe perché mi piaceva. Lei ha continuato col dito a muoverlo avanti e indietro ed io dopo un poco ho sentito che non ce la facevo più e sono caduta di fianco a lei senza forze. Alberta mi ha detto – Ora sai come si fa per provare piacere, quando sei sola a letto, fattelo con le dita e sentirai…– Proprio in quel momento sono entrati dalla porta. Ci siamo vestite in fretta prima che sua madre ci vedesse. Mi ha fatto promettere di tornare a trovarla. Ci penserò….
Caro diario,
è un poco che non mi confido con te. Dunque gli orecchioni non sono riuscita a prenderli, però ho imparato diverse cose con Alberta. Dopo la mia prima visita, provavo vergogna per quello che avevamo fatto, ma avevo anche il desiderio di ritornarci. Mi erano rimaste impresse le sue tettine acerbe e quello strofinio che mi aveva procurato tanto piacere. Una volta guarita sono tornata a trovarla, e come al solito era sola in casa. Appena mi ha visto mi è saltata al collo tutta felice, e mi ha baciato sulla bocca. Io questa volta non mi sono ribellata ed anzi le ho messo la lingua in bocca e lei me l’ha succhiata avidamente. Intanto con le mani mi ha sollevato la sottana e si è infilata nelle mie mutandine. Io a mia volta le ho messo una mano nella sua passerina e ho sentito che era umida. Ci siamo svestite, rimanendo nude e abbiamo continuato a baciarci e accarezzarci. Io l’ho stesa sul letto poi ho messo la faccia nella sua fessura e ho cominciato a leccarle il grilletto e a penetrarla con un dito, mentre lei faceva altrettanto con me. Ci siamo stimolate a lungo, poi abbiamo provato piacere entrambe. Io ero sfinita, ma Alberta è corsa nel bagno ed è ritornata con una candela. Io l’ho guardata meravigliata ma lei mi ha detto – Mettiti sul letto e alza le gambe il più possibile – Poi ha preso della pomata e mi ha unto il buchetto del sedere, quindi ha cominciato a inserirmi la candela. Io ho provato un senso di fastidio, ma poi lei ha cominciato a farla andare avanti e indietro lentamente ed ho sentito un certo piacere – Pensa – mi ha detto tutta eccitata – quando i ragazzi te lo mettono dietro. Si prova molto più piacere credimi. Questo è soltanto un assaggio – Io però le ho chiesto di smettere, perché la candela mi irritava la pelle – Sai i miei cugini vengono domenica a trovarmi, dai vieni anche tu che ci divertiamo… con quelle tette che hai, li fai andare giù di testa - Io ero tentata, ma mi vergognavo. Mi sarebbe piaciuto vedere i piselli di quei ragazzi ma avevo anche paura che volessero fare la stessa cosa con me. Intanto Alberta aveva ripreso a leccarmi la passerina ed io sentivo di nuovo la voglia. Così siamo venute di nuovo ma questa volta ho provato più piacere, perché Alberta, mentre mi leccava mi ha messo anche un dito dentro.
Caro diario,
ho una notizia importante da dirti: ho trovato il mio primo ragazzo. Andiamo con ordine. Dunque alla domenica Alberta e i suoi cugini mi hanno invitato ad andare con loro. La sorpresa è stata che c’era un altro ragazzo, che non avevo mai visto, che era venuto a Bologna con loro. Appena l’ho visto, ho sentito il cuore battermi in gola: era bellissimo! Alto, biondo, con due occhi verdi da sogno, ben vestito e soprattutto fine, a differenza dei cugini di Alberta che sono molto rozzi. Lui mi ha sorriso e io sono diventata rossa dall’emozione. I cugini di Alberta, intanto mi avevano messo gli occhi addosso e si davano di gomito guardando le mie tettine che erano proprio invitanti. Pensavano forse di potermi mettere le mani addosso come alla loro cugina ma io non ero certo d’accordo. Siamo partiti tutti cinque, ma ho visto che i cugini di Alberta, mi erano attorno, soprattutto quello più grande e ogni tanto allungavano una mano per toccarmi il sedere. Io gli ho fatto un frontino e loro hanno smesso, e pensando di farmi invidia hanno cominciato a palpare la loro cugina che rideva scioccamente. Arrivati al campo di granoturco io mi sono fermata e lo stesso ha fatto il ragazzo. Alberta e i suoi cugini hanno cercato di convincerci ad andare con loro ma il loro amico ha detto che non intendeva partecipare a quei giochi. I cugini, evidentemente avevano una certa voglia, perché dopo un poco ci hanno salutato e si sono inoltrati nel campo. Io sono rimasta con Ludovico, si chiama così l’amico dei cugini di Alberta ma non assomiglia minimamente a loro. Infatti lui è molto fine, ben vestito, ed ha dei modi molto delicati, forse anche un po’ troppo per me. Appena ci hanno lasciati soli lui si è voltato e mi ha detto - Ma come fai a stare con quelli? Non mi sembri uguale a loro… - E come sono io ? – gli ho chiesto, curiosa – Tu….tu …sei diversa – mi ha risposto, arrossendo e abbassando gli occhi – E cioè – ho incalzato - Lui mi ha guardato con i suoi bellissimi occhi verdi e mi ha detto sottovoce – Tu sei speciale…. – Io sono rimasta lì come un’oca. Non ho mai frequentato ragazzi come lui e mi sono sentita a disagio. Lui si è accorto del mio imbarazzo e premurosamente ha continuato - Ho detto qualcosa che non va? – No, è che, cosa significa speciale?- Lui è di nuovo arrossito - Speciale per me… vuol dire che tu saresti… una ragazza… ideale per me… - Io sono rimasta a bocca aperta e lui allora ha continuato – Sai, appena ti ho vista ho capito che tu… con quelli…non c’entravi, sei molto diversa da loro… io, con una come te mi sentirei… felice… - Io non capivo più niente. Diversi ragazzi mi erano corsi dietro, ma mi erano stati tutti indifferenti. Uno che mi avesse parlato come Ludovico non l’avevo mai conosciuto. Di colpo, tutta la mia sicurezza è scomparsa. Ho preso il coraggio a due mani e gli ho chiesto – Vuoi dire che ti piaccio? – Lui mi ha guardato negli occhi e io mi sono sentita rimescolare tutta. Nessuno mi aveva mai fatto questa impressione. Ci siamo guardati a lungo, poi lui mi ha detto – Vorresti essere… la mia ragazza? – Io per poco non sono caduta svenuta. - Io, la ragazza di quel bellissimo giovane? - Ma se non mi conosci neanche – gli ho detto – e poi tu abiti in campagna mentre io… - No, un momento – mi ha interrotto – guarda che ti sbagli. Mio padre abita a Bologna, in via Zamboni. Lui conosce il padre di quei ragazzi perché abbiamo una casa in montagna, vicino al loro podere e così, ha dato loro un passaggio… Io abito a Bologna… - Io non sapevo cosa dire. Sono rimasta lì ferma, mentre lui mi ha preso una mano e me l’ha baciata. Poi, visto che non mi muovevo mi si è avvicinato, mi ha alzato il mento e mi ha baciato dolcemente. E’ stato il primo vero bacio della mia vita. Non lo dimenticherò mai. Sono rimasta così con gli occhi chiusi, mentre lui continuava a baciarmi. Poi si è staccato e io ho riaperto gli occhi. Lui mi ha preso per mano e mi ha sussurrato – Vuol dire si? Vuoi diventare la mia ragazza? – Io ho solo fatto cenno di sì con la testa – Vieni facciamo due passi – mi ha detto, prendendomi per mano. Io mi sono lasciata trascinare. Mi ha messo un braccio attorno alla vita e ci siamo avviati per la stradina di campagna. Siamo così arrivati in un punto riparato dove c’era un grosso masso. Lui si è seduto e mi ha fatto sedere vicino. Mi ha preso il viso e mi ha baciato nuovamente. Mi sembrava di essere in paradiso. L’ho guardato e lui mi ha sorriso– Sai che sei bellissima – Ma cosa dici? – Si, per me sei bellissima… vieni qui… - Mi ha stretto fra le braccia e mi ha baciato di nuovo. Era la mia prima volta…con un ragazzo…ho aspettato che fosse lui a muoversi…Poi ho sentito la sua mano posarsi delicatamente sui miei seni e accarezzarli dolcemente. Io stavo ferma, con il cuore in tumulto. Lui intanto, delicatamente, ha continuato ad accarezzarmi mentre mi baciava. Io allora, presa dal desiderio, gli ho preso una mano e l’ho portata sui bottoni della camicetta e ne ho slacciato uno. Lui mi ha sussurrato – Posso guardarti… - Io ho slacciato un altro bottone e mi sono fermata. Lui allora ha continuato a slacciarmi i bottoni della camicia e mi ha messo una mano sotto. Il contatto con la mia pelle mi ha fatto provare un brivido di piacere. Poi è passato sotto il reggiseno e ha scoperto le mie tettine. Io ero eccitata al massimo. Lui si è chinato e ha preso in bocca uno dei miei capezzoli e ha cominciato a leccarlo. Io ho sentito che mi si bagnavano le mutandine ed ho accennato a stringermi a lui. Dopo avermi leccato un capezzolo è passato all’altro, mentre con le mani mi ha sollevato la gonna ed è risalito verso la mia passerina. Io allora ho inarcato la schiena e mi sono stretta a lui. Lui si è staccato dai miei seni e mi ha mormorato: - Sei bellissima tesoro. posso guardarti… fra le gambe? – Io per tutta risposta ho aperto le cosce e lui, ha messo una mano sotto le mutandine e me le ha scostate, poi si è chinato a guardare. Io mi sono un poco vergognata, era la prima volta che un ragazzo me la vedeva, ma lui è stato molto delicato. Mi ha accarezzato un poco, poi l’ha ricoperta e mi ha fatto aprire gli occhi– Sai che sei molto bella – mi ha detto – non credevo fossi così sviluppata…hai delle tettine bellissime… e anche tutto il resto…sono veramente fortunato…mi vorrai sempre bene? - Io ero in preda ad una grande emozione. Ero lì, tutta nuda, in braccio ad un ragazzo bellissimo che fino a pochi minuti prima non sapevo nemmeno che esistesse - E tu – gli ho detto seria - non ti stai prendendo gioco di me? – Tu non mi conosci – mi ha risposto – vedrai…- Poi mi ha dato un altro bacio e mi ha rimesso la mano fra le gambe e ha sentito le mutandine ancora umide. Allora ha cominciato a stimolarmi il grilletto mentre io mi muovevo sotto le sue carezze. Mentre mi accarezzava, mi è venuto spontaneo di toccare anch’io lui fra le gambe ed ho sentito che aveva il pisello duro. Ho cominciato a muovere la mano a casaccio, poi, mi sono fermata perché stavo per sentire piacere. Così sono venuta fra le sue braccia, per la prima volta, con un ragazzo. Alla fine non riuscivo a resistere e tremando gli ho detto – Più, più ti prego – Lui allora mi ha abbracciato e mi ha detto - Hai sentito piacere? – Si molto… senti. mi faresti vedere…il tuo… che non l’ho mai visto…- Lui ha preso la mia mano, poi si è aperto i pantaloni e le mutandine e me l’ha messo in mano. Era la prima volta che prendevo in mano il pisello di un ragazzo. Sono rimasta un poco spaventata, perché era molto grosso. In mano lo sentivo morbido e liscio e mi è venuto spontaneo accarezzarlo, poi ho guardato Ludovico e gli ho chiesto – Come si fa per farti provare piacere? – Lo vuoi fare ? – mi ha risposto – Si - Allora prendilo fra le dita e muovilo su e giù delicatamente, fallo scorrere fino in fondo, ecco così – Io ho cominciato a stimolarlo e Ludovico ha chiuso gli occhi e si è messo ad ansimare. Mentre lo facevo non mi stancavo di guardarlo: era bellissimo, rosso in viso e accaldato. Ho continuato per un certo tempo, mentre lui diventava sempre più teso. Infine si è lasciato andare e mi ha detto – Prendi il fazzoletto dalla mia tasca e mettimelo sopra...ecco così, accelera…ecco, ecco, sto venendo….- Ad un certo punto ha avuto diversi tremiti, poi ho sentito che il fazzoletto si bagnava di un liquido caldo e dall’odore pungente. Ludovico mi ha fermato, sudato e ansante, mentre sentivo che il pisello si stava afflosciando - Hai provato piacere allora? – Si moltissimo… grazie - Ha detto - Me lo farai vedere quando ti succede? – Certo tesoro, quando vorrai, ma ora vieni qui…- Mi ha preso fra le braccia e mi ha baciato a lungo. – Poi abbiamo sentito dei rumori e ci siamo ricomposti. E’ arrivata Alberta con i cugini. Appena ci ha visti ha detto. – Guardali come sono rossi e sudati. Chissà cosa avete fatto? – Per fortuna io ho avuto la risposta pronta. – Abbiamo fatto una corsa… non siamo come voi… - Chissà se mi hanno creduto? Comunque ora mi sento più grande. Ho avuto la mia prima esperienza con un ragazzo e che ragazzo! Spero proprio di continuare con lui…-
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