Io, lui e il mio piacere
di
Chiaro di Luna
genere
masturbazione
Io:
Sono quasi due mesi che non lo vedo e adesso sta per arrivare. Tutto è pronto per lui: ho fatto la doccia, mi sono profumata, la ceretta è appena fatta. indosso solo una morbida vestaglia bianca. Liscia e morbida per lui. Sono nervosa, sempre, mentre lo attendo. Controllo i dettagli, la luce, l'acqua sul comodino, i preservativi, una sciarpa in seta, nel caso voglia legarmi i polsi o bendarmi gli occhi. Mi rosicchio un unghia. Voglio che mi trovi irresistibile, già pronta per qualunque gioco vorrà fare con me.
L'eccitazione è alle stelle. Il messaggino con il quale mi ha annunciato che è in uscita dall'autostrada non è ancora arrivato: ho tempo. Giocherello nervosa con il mio piccolo vibratore, comprato pochi mesi fa e che ancora rappresenta per me qualcosa di "estremo". Non sono giovanissima, non più. Ho scoperto le gioie di un sesso giocoso tardi, con lui. Ma ogni volta che lo vedo ho sempre un pudore iniziale, una certa timidezza. Se penso troppo, rischio di non rilassarmi. Non devo permettere, mai, che la mia idea che ho di me stessa faccia capolino, altrimenti mi blocco. Non devo pensare a come mi vede, aperta, esposta. Non devo pensare che lui mi GUARDA sempre. Non prima di essermi abbandonata alla passione, altrimenti mi intimidisco troppo. Per me, il sesso con lui ha sempre qualcosa di nuovo e sorprendente. Il solo fatto che percorra km in autostrada per me, è una sorpresa sempre nuova anche se, ormai, lo fa da 4 anni e mezzo.
Do una rapida disinfettata al vibratore rosa, piccolo e silenzioso, dalla vaga forma di un rossetto e sospirando, mi accomodo sul divano. Masturbarmi, per me, è un gesto intimissimo e non immediato. Tendo ad irrigidirmi, ad avere retropensieri di vecchi tabù e inibizioni. Per riuscire a venire, devo sempre pensare a lui. Lo penso, lo immagino e inizio a far vibrare dolcemente il mio toy sui miei capezzoli, ma la voglia di avere di più è tanta e scendo verso il mio sesso, che è già bagnato e caldo.
Quando suona il campanello, sobbalzo. Non avevo ancora raggiunto l'apice, sono rossa, e ho gli occhi lucidi.
Ricompongo i lembi della vestaglia e gli apro.
Lui:
Eccola, non sono ancora entrato che mi è già volata addosso, con la sua nuvola di delicato profumo, i capelli morbidi e le gambe che tremano, per la voglia mal controllata che ha in corpo. La sua bocca mi chiama e si stringe a me. La bacio con passione, affondandole una mano nei capelli e scendendo con un dito a esplorare subito la sua fica che trovo davvero bagnata e palpitante. Sussulta quando il mio dito la penetra ed emette un gemito quando la titillo sulla clitoride, per tornare a sussultare nuovamente, quando le infilo, questa volta, il dito nel suo ano.
Si abbarbica e me, letteralmente. Cedevole, come sempre.
Lascio vagare lo sguardo intorno, e vedo il suo vibratore rosa sul divano, lucido di umori: "Ti sei masturbata?", le chiedo e attendo, con un sorriso sornione la sua reazione che immagino già. E' una donna strana, questa: timidissima, ma pronta ad accogliere passione e piacere se avverte la sensazione di non essere giudicata, ma di essere libera. "Sì", risponde, nascondendo il viso soffuso di rossore nella mia spalla.
"Fammi vedere", le dico, fermo.
Io:
Ecco. Me l'ha chiesto. Gli ho detto tante volte che quando mi masturbo nella mia mente penso a lui, e immaginando che mi guardi. E adesso me lo ha chiesto. Avvampo, sono purpurea. Ho caldo. Ansimo. Sono eccitata e intimidita. Intimidita ed eccitata. Voglio e non voglio. Sfrego il volto sul suo maglione e tentenno.
Lui:
Lo sapevo: muore dalla voglia di farlo, ma non ne ha il coraggio. E' deliziosa, così rossa e così in sospeso tra il "Gli permetto di guardarmi in un momento così intimo o è troppo, per me?"
La sospingo con fermezza ma in modo dolce verso il divano e la faccio stendere. Le apro la vestaglia. La bacio, le carezzo il collo sottile e le spalle magre. Le palpo il seno morbido, lo lecco. Lei geme e si agita. Sempre baciandola, le stimolo ancora la clitoride e la penetro quasi con violenza con due dita. Sobbalza. Prendo il suo vibratore e lo accendo. Inizio a usarlo su di lei...
Io:
Mi sta facendo morire di piacere. "Usalo tu", mi sussurra ad un orecchio. E mi mette in mano il mio vibratore acceso. Lo faccio scorrere, titubante, sulla lunghezza della mia fica. Ho gli occhi umidi di piacere e imbarazzo, le gote viola. Mi trema la mano. Non so se ce la faccio. Mi guarda. Lo so. Anche se tengo le ciglia abbassate, sento i suoi occhi sul mio sesso ed è quasi troppo... abbandono mano e gioco, cerco le sue labbra.
Lui:
La vedo tentennare. Lo immaginavo, ha bisogno di essere incoraggiata, quasi, se posso dirlo, di sentirsi costretta. La bacio con passione, le mordo le labbra, le mordo un capezzolo. Lei emette un piccolo grido. Le ordino: "Toccati, fammi vedere". Le riporto la mano al suo sesso. Lei ancora svicola. "Voglio guardarti, fallo".
Io:
Sono eccitatissima. Butto via i tabù e le inibizioni. Spalanco le ginocchia. Lo sento che si sistema sul tappeto davanti al divano dove io sono stesa, a occhi chiusi e cosce aperte. Muovo cauta il vibratore nella mia fica: scivola come una lama incandescente nel burro. Lo giro, lo estraggo e infilo di nuovo. Mi inarco. Mordo le labbra. Mi carezzo la clitoride col giocattolo, lo premo contro la stessa. Vibra silenzioso, ma costante. Chiudo un po' le ginocchia, ma lui, con fermezza me le apre: "Sei bellissima" dice.
Io emetto un singulto. Stringo il divano, mi aggrappo al cuscino. Il giocattolo entra ancora dentro di me, ruota, esce, rientra, resta fermo, vibra. Con una mano mi stringo un seno. Lui l'altro. Poi mi lecca un capezzolo, mentre io insisto con il vibratore sulla mia clitoride. Sussulto, mi agito, mi inarco, gemo, gemo....
Lui:
ha le cosce spalancate sotto i miei occhi. Il viso intenso, rosso, lacrime di emozione sulle guance, fluidi vischiosi le colano dal sesso, il suo seno scintilla per la mia saliva. Sta gemendo e singhiozzando con sempre maggior intensità. Le tengo una mano premuta sul seno, i miei occhi sulla sua fica bagnata, che sta torturando con il suo giocattolo.
Io:
Sto per venire. Il mio corpo non resiste più. Mi pianto due dita nella fica (Dio! Come cola!) e premo il vibratore sulla clitoride, muovendolo piano piano. Un tremore intenso mi parte da lì, grido. Contraggo i muscoli e stringo le ginocchia, mentre gocciolo e schizzo un getto di "acqua" sul divano. Mi trema il corpo, mi tremano le ginocchia, mi pare di essere trapassata da una scarica elettrica. Occhi umidi, sesso umido, tutto umido. Singulto. Sussulto due, tre, quattro volte. La mia mano ancora stringe il vibratore.
Lui:
Le sposto la mano, le spalanco le gambe, le sono addosso e, con forza, affondo in lei, ancora tremante e scossa. Farò con lei tutto quello che voglio.
Sono quasi due mesi che non lo vedo e adesso sta per arrivare. Tutto è pronto per lui: ho fatto la doccia, mi sono profumata, la ceretta è appena fatta. indosso solo una morbida vestaglia bianca. Liscia e morbida per lui. Sono nervosa, sempre, mentre lo attendo. Controllo i dettagli, la luce, l'acqua sul comodino, i preservativi, una sciarpa in seta, nel caso voglia legarmi i polsi o bendarmi gli occhi. Mi rosicchio un unghia. Voglio che mi trovi irresistibile, già pronta per qualunque gioco vorrà fare con me.
L'eccitazione è alle stelle. Il messaggino con il quale mi ha annunciato che è in uscita dall'autostrada non è ancora arrivato: ho tempo. Giocherello nervosa con il mio piccolo vibratore, comprato pochi mesi fa e che ancora rappresenta per me qualcosa di "estremo". Non sono giovanissima, non più. Ho scoperto le gioie di un sesso giocoso tardi, con lui. Ma ogni volta che lo vedo ho sempre un pudore iniziale, una certa timidezza. Se penso troppo, rischio di non rilassarmi. Non devo permettere, mai, che la mia idea che ho di me stessa faccia capolino, altrimenti mi blocco. Non devo pensare a come mi vede, aperta, esposta. Non devo pensare che lui mi GUARDA sempre. Non prima di essermi abbandonata alla passione, altrimenti mi intimidisco troppo. Per me, il sesso con lui ha sempre qualcosa di nuovo e sorprendente. Il solo fatto che percorra km in autostrada per me, è una sorpresa sempre nuova anche se, ormai, lo fa da 4 anni e mezzo.
Do una rapida disinfettata al vibratore rosa, piccolo e silenzioso, dalla vaga forma di un rossetto e sospirando, mi accomodo sul divano. Masturbarmi, per me, è un gesto intimissimo e non immediato. Tendo ad irrigidirmi, ad avere retropensieri di vecchi tabù e inibizioni. Per riuscire a venire, devo sempre pensare a lui. Lo penso, lo immagino e inizio a far vibrare dolcemente il mio toy sui miei capezzoli, ma la voglia di avere di più è tanta e scendo verso il mio sesso, che è già bagnato e caldo.
Quando suona il campanello, sobbalzo. Non avevo ancora raggiunto l'apice, sono rossa, e ho gli occhi lucidi.
Ricompongo i lembi della vestaglia e gli apro.
Lui:
Eccola, non sono ancora entrato che mi è già volata addosso, con la sua nuvola di delicato profumo, i capelli morbidi e le gambe che tremano, per la voglia mal controllata che ha in corpo. La sua bocca mi chiama e si stringe a me. La bacio con passione, affondandole una mano nei capelli e scendendo con un dito a esplorare subito la sua fica che trovo davvero bagnata e palpitante. Sussulta quando il mio dito la penetra ed emette un gemito quando la titillo sulla clitoride, per tornare a sussultare nuovamente, quando le infilo, questa volta, il dito nel suo ano.
Si abbarbica e me, letteralmente. Cedevole, come sempre.
Lascio vagare lo sguardo intorno, e vedo il suo vibratore rosa sul divano, lucido di umori: "Ti sei masturbata?", le chiedo e attendo, con un sorriso sornione la sua reazione che immagino già. E' una donna strana, questa: timidissima, ma pronta ad accogliere passione e piacere se avverte la sensazione di non essere giudicata, ma di essere libera. "Sì", risponde, nascondendo il viso soffuso di rossore nella mia spalla.
"Fammi vedere", le dico, fermo.
Io:
Ecco. Me l'ha chiesto. Gli ho detto tante volte che quando mi masturbo nella mia mente penso a lui, e immaginando che mi guardi. E adesso me lo ha chiesto. Avvampo, sono purpurea. Ho caldo. Ansimo. Sono eccitata e intimidita. Intimidita ed eccitata. Voglio e non voglio. Sfrego il volto sul suo maglione e tentenno.
Lui:
Lo sapevo: muore dalla voglia di farlo, ma non ne ha il coraggio. E' deliziosa, così rossa e così in sospeso tra il "Gli permetto di guardarmi in un momento così intimo o è troppo, per me?"
La sospingo con fermezza ma in modo dolce verso il divano e la faccio stendere. Le apro la vestaglia. La bacio, le carezzo il collo sottile e le spalle magre. Le palpo il seno morbido, lo lecco. Lei geme e si agita. Sempre baciandola, le stimolo ancora la clitoride e la penetro quasi con violenza con due dita. Sobbalza. Prendo il suo vibratore e lo accendo. Inizio a usarlo su di lei...
Io:
Mi sta facendo morire di piacere. "Usalo tu", mi sussurra ad un orecchio. E mi mette in mano il mio vibratore acceso. Lo faccio scorrere, titubante, sulla lunghezza della mia fica. Ho gli occhi umidi di piacere e imbarazzo, le gote viola. Mi trema la mano. Non so se ce la faccio. Mi guarda. Lo so. Anche se tengo le ciglia abbassate, sento i suoi occhi sul mio sesso ed è quasi troppo... abbandono mano e gioco, cerco le sue labbra.
Lui:
La vedo tentennare. Lo immaginavo, ha bisogno di essere incoraggiata, quasi, se posso dirlo, di sentirsi costretta. La bacio con passione, le mordo le labbra, le mordo un capezzolo. Lei emette un piccolo grido. Le ordino: "Toccati, fammi vedere". Le riporto la mano al suo sesso. Lei ancora svicola. "Voglio guardarti, fallo".
Io:
Sono eccitatissima. Butto via i tabù e le inibizioni. Spalanco le ginocchia. Lo sento che si sistema sul tappeto davanti al divano dove io sono stesa, a occhi chiusi e cosce aperte. Muovo cauta il vibratore nella mia fica: scivola come una lama incandescente nel burro. Lo giro, lo estraggo e infilo di nuovo. Mi inarco. Mordo le labbra. Mi carezzo la clitoride col giocattolo, lo premo contro la stessa. Vibra silenzioso, ma costante. Chiudo un po' le ginocchia, ma lui, con fermezza me le apre: "Sei bellissima" dice.
Io emetto un singulto. Stringo il divano, mi aggrappo al cuscino. Il giocattolo entra ancora dentro di me, ruota, esce, rientra, resta fermo, vibra. Con una mano mi stringo un seno. Lui l'altro. Poi mi lecca un capezzolo, mentre io insisto con il vibratore sulla mia clitoride. Sussulto, mi agito, mi inarco, gemo, gemo....
Lui:
ha le cosce spalancate sotto i miei occhi. Il viso intenso, rosso, lacrime di emozione sulle guance, fluidi vischiosi le colano dal sesso, il suo seno scintilla per la mia saliva. Sta gemendo e singhiozzando con sempre maggior intensità. Le tengo una mano premuta sul seno, i miei occhi sulla sua fica bagnata, che sta torturando con il suo giocattolo.
Io:
Sto per venire. Il mio corpo non resiste più. Mi pianto due dita nella fica (Dio! Come cola!) e premo il vibratore sulla clitoride, muovendolo piano piano. Un tremore intenso mi parte da lì, grido. Contraggo i muscoli e stringo le ginocchia, mentre gocciolo e schizzo un getto di "acqua" sul divano. Mi trema il corpo, mi tremano le ginocchia, mi pare di essere trapassata da una scarica elettrica. Occhi umidi, sesso umido, tutto umido. Singulto. Sussulto due, tre, quattro volte. La mia mano ancora stringe il vibratore.
Lui:
Le sposto la mano, le spalanco le gambe, le sono addosso e, con forza, affondo in lei, ancora tremante e scossa. Farò con lei tutto quello che voglio.
1
voti
voti
valutazione
8
8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Ancora un bacio, poi ti lascio andareracconto sucessivo
"Quello che voglio"
Commenti dei lettori al racconto erotico