Venerdì sera ( Vuoi ballare? )

di
genere
etero

Vuoi ballare?" una voce mi colpì alle spalle. Mi voltai di scatto. Ero un po' brilla e la testa mi girava. Strizzai per un attimo gli occhi per cercare di mettere a fuoco la figura che mi stava di fronte. Un bell' uomo sulla quarantina mi guardava sorridendo e mi tendeva la mano.
La afferrai. " Volentieri...." risposi. Mi trascino' in pista facendosi spazio tra le coppie che già la occupavano. Ci posizionammo in centro proprio mentre il dj cambiava musica.
" Oh bene! Una bachata!" mi sorrise. Io odiavo la bachata, ma per educazione non dissi nulla. La musica era troppo alta e le luci mi facevano lacrimare gli occhi. Avevo bevuto troppo e non reggevo bene l' alcool. Appoggiai la testa sulla sua spalla, in questo modo non avrei perso l' equilibrio. Probabilmente fraintese il mio gesto perché mi strinse forte a se. La sua gamba destra si insinuo' tra le mie gambe obbligandomi a divaricarle leggermente, dopodiché iniziò a muoversi a tempo trasportandomi avanti e indietro. Effettivamente la bachata andrebbe ballata così, ma questa confidenza mi infastidiva. Si staccò da me e mi fece fare un giro su me stessa. La gonna si sollevò leggera mettendo bene in mostra le gambe fino all' altezza del pube. Per fortuna avevo indossato una calza pesante. Mi riprese e mi attirò nuovamente a se con maggior vigore. Mi ritrovai nuovamente la sua gamba tra le mie, poteva quasi sollevarmi. Il mio sesso aderiva perfettamente alla sua coscia. Mi morsi il labbro e cercai di resistere alla voglia di strofinarmi sulla sua gamba. Non resistetti. Iniziai a muovermi più sinuosamente cercando di camuffareun la mia evidente eccitazione con un passo di ballo un po' più sensuale. Lui parve gradire e probabilmente intuì le mie intenzioni. Portò la gamba leggermente in avanti per agevolare il mio movimento. Mi guardava divertito e stupito. Un fuoco iniziò a divampare dentro i miei slip, scosse elettriche partivano dal basso ventre fino ad arrivare al cervello. Iniziai a strofinarmi più energicamente. Ora la mia gamba destra era a diretto contatto con la patta dei suoi jeans. Il rigonfiamento che sentivo lì sotto era un chiaro segnale che gradiva e a me questo bastava per sentirmi autorizzata a continuare. Nessuno badava a noi. Il piacere aumentava sempre più e così il movimento...oramai non seguivo più il tempo dettato dalla musica, ma il mio. Percepivo la durezza del suo fallo mentre lo stuzzicavo con la gamba. Chiuse gli occhi e inspiro'. Stava cercando di non perdere il controllo. Mi venne da ridere. Se ne accorse e mi strinse con più decisione, il mio seno ando' a sbattere contro il suo petto. Un bottoncino della camicia andò a stuzzicarmi il capezzolo destro, che come un soldato in attesa di un comando si rizzo' immediatamente. La mano che prima stava tra le mie scapole scese improvvisamente verso il sedere e con audacia spinse il mio bacino contro il suo. Schiusi le labbra, stavo quasi per venire. Lo fissai per fargli capire di non smettere, non ora. Capii che non ne aveva intenzione, anche lui stava godendo. Con un gesto rapido fece uscire la camicia dai pantaloni in modo da poter coprire la patta. Eravamo pronti...
Ad un tratto la musica finì e le luci si accesero. Una nuova band emergente stava facendo il suo ingresso.
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scritto il
2017-01-02
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