Questi giovani 5

di
genere
gay

Ormai Giorgio mi era entrato nel sangue, nella mente, non potevo più fare a meno di lui dei suoi amici, o di quello che mi proponeva, era ormai il mio uomo, lo amavo alla follia, senza limiti e senza pudore.
Le giornate passate al lavoro erano interminabili, a volte per giorni non lo sentivo, inviavo decine di messaggi, dove lo imploravo di chiamarmi, o almeno scrivermi, ma nulla, a volte ricevevo foto o filmati, con lui intento a scopare mia figlia, o altre donne, e io ne soffrivo.
Poi quando meno me lo aspettavo, ricevevo l'ordine secco di recarmi nell'appartamento, con precise richieste, che dovevo assecondare alla lettera, ormai rea una cosa normale per mè, a volte era lui il fruitore del mio corpo, a volte perfetti sconosciuti, che per ore mi usavano a loro piacimento.
Poi la svolta, un giorno Giorgio si presenta in ufficio, era quasi l'ora di pausa, e pochi minuti dopo, ci recavamo nell'appartamento, dove, come di consueto, mi trasformavo in Paola, mi disse di mettermi elegante, e uscimmo.
Ormai ero abituata a stare in società, da donna, ero brava nel trucco, e solo se mi si osservava bene si capiva che ero un frocio, andammo a pranzare, e poi a fare una passeggiata nel parco.
era una bella giornata di primavera inoltrata, io indossavo un abitino sopra le ginocchia con manichine corte, e sopra un giubbino di pelle, avevo caldo al sole, e me lo sono tolto, mostrando il mio seno, che cominciava a ingrossarsi, grazie alle cure ormonali, e i capezzoli spingevano il tessuto leggero del reggiseno, spuntando dal vestito, lui li osservò, rimase come rapito, e pochi attimi dopo mi disse.
sai Paola, stai diventando una bella donna, sensuale e puttana come piace a mè, ti vorrei fare una proposta, molto particolare, ma credo ti piacerà.
Rimasi impietrita, che cosa mi chiederà? faccio tutto quello che vuole e lo sa, ma balbettando chiesi:
dimmi tesoro, non lasciarmi sulle spine, lo sai che ti amo e farei du tutto per tè.
Giorgio prese le mie mani e mi disse:
vuoi diventare mia moglie? mi vuoi sposare?, rimasi paralizzata, era pazzesco, mai avrei pensato a una cosa simile, certo nei miei sogni sempre, ma no potevo immaginare che lui me lo chiedesse, mi misi a piangere dalla felicità.
Lui proseguì. ascolta bene prima tutto quello che ho da dirti, io ti sposerò, in Spagna, tu qui sei già sposata con tua moglie, e non è possibile, quindi ti sposerò là, tu una volta che sarai mia moglie, sarai totalmente di mia proprietà, ti sottoporrai ad alcuni interventi chirurgici che ti trasformeranno in una vera donna, per iniziare il seno, cresce troppo poco, e io voglio che tu abbia una quinta, e poi se lo deciderò, ti farò eliminare il pene, di sicuro prima cosa i testicoli via.
Poi continuò: non indosserai più abiti maschili, dal momento che accetterai, vivrai da donna in casa e fuori, al lavoro ecc, vivremo insieme, e quando ne avrò voglia andrò dove mi pare senza darti spiegazioni, dovrò avere accesso a tua moglie e tuo figlio, vivremo insieme, ma io deciderò chi e come scopare, tu continuerai a scopare con chi io riterrò utile, e comincerai col tempo la carriera di escort, e visto che tua figlia già lo fa, inizieremo anche tua moglie.
Ora credo sia utile che ne parli con loro prima di accettare, una volta fatto, non si torna più indietro, anche perché farò generare dei figli alle tue donne, e poi mi baciò, e con forza infilò la sua mano sotto il vestito, e afferrò il mio pene, e lo strinse forte da farmi molto male, e non smise di baciarmi, eravamo vicino alla costruzione di mattoni dei giardinieri, e senza pensarci un attimo, mi appoggiò al muro, mi fece allargare le gambe, afferrò gli slip, e con uno strattone me li stappò, afferrò il mio pene alla base, trattenendo i miei testicoli e con forza cominciò a strattonarli, mi mancava il fiato, e lui mi frullava la sua lingua in bocca, volevo urlare dal dolore ma non potevo, me lo impediva il suo bacio, il mio cazzo cominciò a indurirsi, e ben presto l'effetto di allungamento del pene mi procurò ancora più dolore ai testicoli, cominciai a piangere, un attimo dopo, lui mi girò, mi appoggiai al muro, spinsi il più possibile il mio bacino indietro, e un attimo dopo ricevevo il suo enorme cazzo nel culo.
Incurante se passasse o meno qualcuno mi scopò con ferocia, da farmi urlare dal dolore e dal piacere, poi poco prima di innondarmi del suo seme, si avvicinò al mio orecchio, smise di scoparmi, tenendo infilato tutto il suo palo, afferrò ancora i miei testicoli e mi sussurrò: quando avrai accettato di essere mia moglie, te li staccherò io questi inutili testicoli, ho già parlato col medico, lo faremo adavanti alla tua famiglia riunita, ero in estasi, e pochi secondi dopo io sborrai violentemente, e sentii lui innondarmi l'intestino, aveva mollato gli ormeggi, e mi scaricò un 'interminabile fiume di sborra, poi si sfilò, e uscendo, una grande quantità di sborra mi colò sulle coscie giù fino alle scarpe e dentro di esse, rimisi a posto il vestito, e notai una grossa macchia sul davanti, e lo feci presente a Giorgio, e lui disse che così tutti potevano già sapere cosa ero, e in quelle condizioni ci incamminammo per Milano.
La gente mi guardava, alcuni divertiti altri con fare da schifo, ma io ero la donna più felice del mondo, stavo diventando sua moglie e colavo la sua sborra per strada, a volte quando ci fermavamo o per attraversare o per guardare una vetrina, la sua sborra, cadeva a goccie sul marciapiede, e lasciando un lungo filamento bianco, ad un tratto mi disse, vieni con mè, e ci infilammo in un antrone di un vecchio palazzo, scendemmo una rampa di scale, e mi voltò ancora e appoggiata al muro, mi rinfilò il suo cazzone, mi scopò un'altra volta, ero al settimo cielo, e dopouna decina di minuti venne, meno copiosamente, ma lo sentii comunque, il nettare entrare in mè, e poco dopo sentii un getto caldo, forte ,stava urinandomi dentro, cosa che adoro, spesso lo subisco, ma a casa, con un bagno a disposizione, non a Milano, .
Fini di riempirmi con una quantità pazzesca di pipi, e rimessami a posto disse, ora vediamo quanto resisti, e uscimmo.
Pochi passi e subito sentii lo stimolo di mollare, ma non potevo, mi vergognavo da pazzi, e continuai tra spasmi e dolori sempre più atroci, cominciava a scapparmi parte del liquido che scendeva e colorava di lucido le mie calze, scendeva e cominciava a riempire lentamente le mie scarpe, ad un tratto lo implorai, con le lacrime agli occhi, e lui lentamente tenendomi sotto braccio, mi portò in un parcheggio, e mentre passavano persone, seminascosta dalle vetture parcheggiate, sempre in piedi, camminando lentamente mi disse: vai ora lasciati andare, un attimo dopo cominciai a rilasciare tutto mentre camminavo, dietro di mè c'era una scia liquida, che scendeva dalle mie gambe e mentre proseguivo lasciavo la traccia.
Usciti dal parcheggio, ero esausta, bagnata e maleodorante, ci incamminammo per casa, per fortuna non eravamo molto lontani, e una volta nell'appartamento potei spogliarmi e lavarmi, una volta uscita dal bagno mi disse: questo è l'inizio mio amore non hai idea di cosa faremo insieme tu e io,e se ne andò.
io feci ritorno a casa e riunii tutta la famiglia permetterli al corrente del nostro imminente futuro.
di
scritto il
2017-01-06
5 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Questi giovani 6
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.