The lady masquerade 4°capitolo
di
Aphrodite scarlett
genere
dominazione
Quegli uomini erano robusti e mettevano paura solo a guardarli,
sembravo così innocente di fronte a loro, provai a tirare nuovamente i polsi ma ero bloccata, il mio sguardo vagò subito sull'uomo che aveva la frusta, cercai il suo sguardo sotto quel cappuccio per cercare di capire le sue intenzioni,
lui se ne accorse e venne di fronte a me, mi mise una mano sul collo, poi fece passare la frusta sulle mie labbra e sul seno, tornó alla schiena e me ne diede un altra, mi guardavano come se volessero darmi conferma che sarei stata un loro oggetto di piacere, sapevo che mi avrebbero usata completamente e lo fecero, uno ad uno, prima sulla bocca e poi tra le gambe, sentivo le mani tra i capelli, sul corpo, i colpi forti e decisi,
era una sensazione strana, da una parte volevo ribellarmi, ero immobilizzata e senza via di scampo, ma dall'altra mi dava piacere l'essere bloccata e sapere di essere posseduta da loro...
poi mi rimisero il capuccio e mi liberarono i polsi e le caviglie,
pensavo che il gioco in questa porta fosse finito, ma non era così,
mi presero e mi portarono in un altra stanza, arrivò nuovamente la catena, ma questa volta a bloccarmi il collo come fosse un collare.
Mi fecero mettere in ginocchio,
e quando tolsero il cappuccio c'era un uomo di fronte a me, a quanto pare non erano loro a dirigere il gioco, ma era qualcun'altro a farlo, qualcuno che per ora aveva solo osservato da lontano,
era affascinante, sentivo il suo profumo elegante, cercai di parlare ma uno schiaffo raggiunse il mio viso nello stesso istante, lo guardai negli occhi e lui sfiorò le mie labbra con il pollice...
tornó a sedersi in una poltrona e mentre mi osservava fumava una sigaretta,
guardava il mio corpo, il mio sguardo dietro quella maschera, come se ripensasse a quello che avevo fatto prima, gli uomini vestiti da boia erano ai suoi lati, quindi era lui a controllare loro...
mi chiesi se fosse lui l'artefice dell'intero gioco, il proprietario della villa.
Fece cenno ad uno degli uomini e questo si avvicino e mi imbavagliò,
finita la sigaretta venne dietro di me e si slacciò i pantaloni, mi fece poggiare la testa sul pavimento e mi prese anche lui,
con una mano teneva la catena che avevo al collo e l'altra a tenermi sui fianchi, il suo movimento però non era come quello degli altri uomini,
era si deciso e severo, ma era più sinuoso, mi dava un forte piacere,
la mano che aveva sui fianchi la fece scendere tra le gambe, mi stuzzico fino a portarmi quasi al limite ma quando ero vicina si fermava negandomi l'orgasmo più e più volte, vennè dentro di me senza concedermelo e lasciando dentro di me la voglia intensa.
Poi si rialzo, torno di fronte a me e mi sollevo il viso tenendomi dai capelli, mi tolse il bavaglio e mi baciò, un bacio passionale, sentito, voluto, sentivo le labbra calde e la lingua che esplorava la mia bocca, ma nel momento in cui stacco le sue labbra dalle mie tornò serio, fece cenno nuovamente ad uno degli uomini e dopo avermi tolto la catena qualcuno mi incappuccio nuovamente,
mi portarono in una altra stanza e mi misero a terra, pensavo che mi avessero portato nella stanza di ingresso dove c'erano le altre porte...ma mi rimisero il collare e quando mi tolsi il cappuccio mi ritrovai in una stanza piccola e buia,
una sorta di prigione, l'unica luce che c'era al suo interno proveniva dalle sbarre poste alla porta, a quanto pare dell'epoca a cui apparteneva avevano mantenuto anche le segrete del castello, mi ritrovai imprigionata, la porta era chiusa a chiave...
provai a sbattere le mani sulla porta e a chiedere aiuto ma nessuno rispondeva,
ora si che avevo paura, resistetti per una mezzora sveglia,
ma quella notte mi aveva stancato e finii per addormenatrmi a terra.
Quando mi svegliai riconobbi il pavimento freddo delle segrete della villa sotto la guancia e quando alzai la testa mi ritrovai ai piedi dell'uomo che la notte prima mi aveva preso come se fossi la sua schiava e mi aveva baciato con così tanta intensità e desiderio, aveva uno sguardo compiaciuto e quasi di sfida,
i suoi occhi avevano un sorriso malizioso, stava seduto su una sedia metallica di fronte a me, mi osservava in silenzio, come se stesse immaginando chissà quale gioco perverso... Mi chiese se avevo sete e annuii con la testa.
"bene!"Mi rispose... E poggio a terra una ciotola con dell'acqua... "Ora bevi!"
Era umiliante pensare che dovevo bere da quella ciotola a terra come un cane, ma avevo cosi tanta sete che lo feci.
E mentre bevevo sentivo la sua mano che accarezzava la mia testa... "Molto bene!
Fino ad ora sei stata brava...ma il tuo gioco non è ancora finito, hai ancora tre porte da aprire!"...
la sua voce era un invito ma allo stesso tempo assomigliava ad un ordine,
non ebbi il tempo di rispondere che fece cenno a qualcuno dietro di me e mi ritrovai nuovamente incapucciata,
non sapevo dove mi stessero portando, mentalmente preparavo il mio corpo ad una nuova frustata, ma fui sorpresa quando il mio olfatto mi porto in un luogo che profumava di ylang ylang e patchouly.
CONTINUA
sembravo così innocente di fronte a loro, provai a tirare nuovamente i polsi ma ero bloccata, il mio sguardo vagò subito sull'uomo che aveva la frusta, cercai il suo sguardo sotto quel cappuccio per cercare di capire le sue intenzioni,
lui se ne accorse e venne di fronte a me, mi mise una mano sul collo, poi fece passare la frusta sulle mie labbra e sul seno, tornó alla schiena e me ne diede un altra, mi guardavano come se volessero darmi conferma che sarei stata un loro oggetto di piacere, sapevo che mi avrebbero usata completamente e lo fecero, uno ad uno, prima sulla bocca e poi tra le gambe, sentivo le mani tra i capelli, sul corpo, i colpi forti e decisi,
era una sensazione strana, da una parte volevo ribellarmi, ero immobilizzata e senza via di scampo, ma dall'altra mi dava piacere l'essere bloccata e sapere di essere posseduta da loro...
poi mi rimisero il capuccio e mi liberarono i polsi e le caviglie,
pensavo che il gioco in questa porta fosse finito, ma non era così,
mi presero e mi portarono in un altra stanza, arrivò nuovamente la catena, ma questa volta a bloccarmi il collo come fosse un collare.
Mi fecero mettere in ginocchio,
e quando tolsero il cappuccio c'era un uomo di fronte a me, a quanto pare non erano loro a dirigere il gioco, ma era qualcun'altro a farlo, qualcuno che per ora aveva solo osservato da lontano,
era affascinante, sentivo il suo profumo elegante, cercai di parlare ma uno schiaffo raggiunse il mio viso nello stesso istante, lo guardai negli occhi e lui sfiorò le mie labbra con il pollice...
tornó a sedersi in una poltrona e mentre mi osservava fumava una sigaretta,
guardava il mio corpo, il mio sguardo dietro quella maschera, come se ripensasse a quello che avevo fatto prima, gli uomini vestiti da boia erano ai suoi lati, quindi era lui a controllare loro...
mi chiesi se fosse lui l'artefice dell'intero gioco, il proprietario della villa.
Fece cenno ad uno degli uomini e questo si avvicino e mi imbavagliò,
finita la sigaretta venne dietro di me e si slacciò i pantaloni, mi fece poggiare la testa sul pavimento e mi prese anche lui,
con una mano teneva la catena che avevo al collo e l'altra a tenermi sui fianchi, il suo movimento però non era come quello degli altri uomini,
era si deciso e severo, ma era più sinuoso, mi dava un forte piacere,
la mano che aveva sui fianchi la fece scendere tra le gambe, mi stuzzico fino a portarmi quasi al limite ma quando ero vicina si fermava negandomi l'orgasmo più e più volte, vennè dentro di me senza concedermelo e lasciando dentro di me la voglia intensa.
Poi si rialzo, torno di fronte a me e mi sollevo il viso tenendomi dai capelli, mi tolse il bavaglio e mi baciò, un bacio passionale, sentito, voluto, sentivo le labbra calde e la lingua che esplorava la mia bocca, ma nel momento in cui stacco le sue labbra dalle mie tornò serio, fece cenno nuovamente ad uno degli uomini e dopo avermi tolto la catena qualcuno mi incappuccio nuovamente,
mi portarono in una altra stanza e mi misero a terra, pensavo che mi avessero portato nella stanza di ingresso dove c'erano le altre porte...ma mi rimisero il collare e quando mi tolsi il cappuccio mi ritrovai in una stanza piccola e buia,
una sorta di prigione, l'unica luce che c'era al suo interno proveniva dalle sbarre poste alla porta, a quanto pare dell'epoca a cui apparteneva avevano mantenuto anche le segrete del castello, mi ritrovai imprigionata, la porta era chiusa a chiave...
provai a sbattere le mani sulla porta e a chiedere aiuto ma nessuno rispondeva,
ora si che avevo paura, resistetti per una mezzora sveglia,
ma quella notte mi aveva stancato e finii per addormenatrmi a terra.
Quando mi svegliai riconobbi il pavimento freddo delle segrete della villa sotto la guancia e quando alzai la testa mi ritrovai ai piedi dell'uomo che la notte prima mi aveva preso come se fossi la sua schiava e mi aveva baciato con così tanta intensità e desiderio, aveva uno sguardo compiaciuto e quasi di sfida,
i suoi occhi avevano un sorriso malizioso, stava seduto su una sedia metallica di fronte a me, mi osservava in silenzio, come se stesse immaginando chissà quale gioco perverso... Mi chiese se avevo sete e annuii con la testa.
"bene!"Mi rispose... E poggio a terra una ciotola con dell'acqua... "Ora bevi!"
Era umiliante pensare che dovevo bere da quella ciotola a terra come un cane, ma avevo cosi tanta sete che lo feci.
E mentre bevevo sentivo la sua mano che accarezzava la mia testa... "Molto bene!
Fino ad ora sei stata brava...ma il tuo gioco non è ancora finito, hai ancora tre porte da aprire!"...
la sua voce era un invito ma allo stesso tempo assomigliava ad un ordine,
non ebbi il tempo di rispondere che fece cenno a qualcuno dietro di me e mi ritrovai nuovamente incapucciata,
non sapevo dove mi stessero portando, mentalmente preparavo il mio corpo ad una nuova frustata, ma fui sorpresa quando il mio olfatto mi porto in un luogo che profumava di ylang ylang e patchouly.
CONTINUA
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