Te dejo la llamada de mi piel

di
genere
tradimenti

Ci siamo conosciuti entrambi, fidanzati, ma siamo divenuti amanti appena ci siamo guardati."

Un giorno qualunque, io agitata come non mai, come sempre mi succede durante i tirocini in cui non conosco nessuno.... una tuta arancio fluo addosso, almeno due taglie più grande rispetto al mio corpo, capelli indomabili, e neanche un filo di trucco. Una bimba impaurita, praticamente.... a completare il quadretto dell'imbranata, io cerco di aprire una porta chiusa, ovviamente nell'ala opposta a quella in cui dovrei andare.
Lui che girovaga tra i corridoi di una struttura un po' fatiscente, nessuno dei due dovrebbe essere lì, eppure  vede la mia sagoma dietro la porta, apre.... e il tempo si ferma.

Ancora oggi se ripenso alla prima volta che ho sentito il suo profumo, mi bagno istantaneamente. Ha questo visino da bravo ragazzo, e quell'aria incuriosita, come se mi stesse studiando in ogni momento, che trovo semplicemente irresistibile. Ma il suo odore è ciò che mi ha fatto impazzire sin da subito: se dovessi descrivere l'odore del sesso, io userei la sua pelle.
Credo sia per questo che non ho mai saputo frenare i miei istinti, sin dal primo giorno.
Per questo e per il fatto che, chiacchierando del più e del meno, già dal primo giorno si è rivelato essere uno dei pochi uomini che fa e che è esattamente ciò che dice.

Ed è esattamente per questo motivo che con lui ho perso ogni inibizione, sin da subito, andando contro ogni mio principio, diventando la sua amante dal primo giorno... ciò che da prima immaginavo fosse possibile solo nei miei sogni erotici, diventa realtà senza che neanche esprimere le mie voglie, tra noi l'intesa è perfetta, senza neanche la necessità di raccontargli le mie fantasie....

Per fare un esempio, un giorno lui si presenta a casa mia, con una valigetta alla mano, mi stampa un bacio sulla bocca e senza far durare troppo i convenevoli, si dirige verso la camera da letto.
Con fare da esperto, mette la musica e mi mostra una benda, chiedendomi di fidarmi di lui.
La solita me, la parte razionale e precisina, si opporrebbe, perché prima di incontrare lui ho sempre vissuto il sesso da attiva, ma il suo profumo mi scombina gli ormoni, e i suoi occhi un po' verdi un po'  castani, sono così magnetici, che è impossibile non eseguire la sua richiesta all'istante.  Mi lascio bendare e mi abbandono alle sensazioni di lui che mi spoglia. 
Conosco già il suo corpo, abbiamo già fatto l'amore un po' di volte, so che si spoglierà solo alla fine, dopo avermi tolto ogni singolo indumento. E' per questo che gli ho facilitato il compito e indosso solo un vestitino leggero e le mutandine: conosco la sua fame, ed io sono impaziente, ma ancora non so cos'ha in serbo per me questa volta.

Mi spoglia, tirandomi giù il vestito, e scoprendo il mio seno. Non avevo mai apprezzato le attenzioni riservate al seno, prima di incontrarlo. Eppure lui ha una sorta di venerazione per i miei capezzoli, mi succhia con così tanta grazia, con  così tanta premura, come se volesse darmi l'assaggio di ciò che farà più in basso. Ho le mutandine grondanti, mentre sento il rumore di una cerniera che si apre, non capisco se della sua maglia o se della valigia.
Poi un rumore metallico, come di catene,mi incuriosisce: faccio per spostare la mascherina, ma mi arriva un pizzicotto sul seno.
"Non devi sbirciare, se lo fai userò queste", il freddo del metallo sui miei capezzoli e il leggero pizzico  mi fa intuire che si tratti di pinze...  e questo mi eccita ancora di più.
Un rumore metallico un po' più sordo questa volta mi preoccupa, e mi irrigidisco. Lui se ne accorge e mi dà un bacio, lento, appassionato, desideroso, come se non esistesse aria intorno a noi e dipendesse da me per respirare. Uno di quei baci mi ha fatto innamorare di lui, tempo addietro, questo mi tranquillizza: è sempre lui ed io sono sempre la sua donna.


Mi prende un polso e, baciandomi, lo ammanetta e poi lo fissa al letto in ferro battuto. Ripete l'operazione anche per l'altro braccio, infine mi lega le caviglie lasciandomi lì, bendata, a gambe aperte, in balia dei suoi desideri.

Mi aspetto di sentire le sue mani su di me, e invece una nuova sensazione, come di una piuma che scivola sulla mia pelle, mi sorprende nuovamente. È una maledetta tortura, io ho bisogno che lui si infili dentro di me e invece niente, lui mi prende alla larga, facendomi solo bagnare di più. "Vuoi che smetta?", mi chiede. Ed io non riesco a non cercare con il mio bacino il suo corpo. Lui è come una calamita, so esattamente dove si trova anche da bendata e legata. Ma appena mi muovo un po' troppo lui stringe di più le pinze intorno ai capezzoli e mi fa gemere di piacere.
"Cosa vuoi?" Chiede, e lo sa benissimo cosa voglio, ma il nostro rapporto da sempre si basa sul gioco di potere tra noi. Non voglio dargliela vinta così presto, nonostante io sia nettamente in svantaggio e sappia che i suoi 23 centimetri sono già pronti in attesa di un mio cedimento.
"Io non voglio niente" e se potessi lo guarderei con l'aria di sfida che lui ama. Ovviamente lui interrompe il contatto per dispetto, così, per stuzzicarlo faccio la gentile "per favore, potresti accarezzarmi?". Lo sento muoversi accanto a me, e finalmente sento che mi tocca, partendo dai piedi, scorrendo lateralmente sui fianchi, per risalire all'altezza delle pinze.
Il suo tocco ha qualcosa di diverso, come se fosse una mano guantata, e in effetti non sento praticamente attrito, solo una carezza infinita, incessante, che mi rende ancora più impaziente. "Cosa vuoi, adesso?" Io lo voglio, da morire, ma non è ancora il momento secondo lui, la sua carezza infinita continua, avvicinandosi, ma mai sfiorando il mio clitoride.
"Fammi godere", questa volta la mia è una supplica, e devo essere veramente allo stremo, perchè finalmente sento il calore del suo respiro sul mio monte di venere.
Solo il suo respiro mi eccita all'inverosimile, sono così bagnata, che il mio odore impregna la stanza. Lui lentamente si fa spazio tra le mie piccole labbra e lecca, a lingua piatta, facendomi sentire così desiderata, così donna da dimenticare il mio solito imbarazzo. Il suo sesso orale è spettacolare: prima infila la lingua nella mia vagina,come per lubrificarmi ancora, poi soffia sul mio clitoride per farlo gonfiare, a volte lo titilla con la punta....infine lo succhia. Ed io non so se imparerò a resistere,  a controllare il mio corpo, ma so che vengo non appena mi infila due dita in vagina, continuando a succhiare. Finalmente lo sento spogliarsi, in fretta, vedermi godere gli occlude la vena, e gli viene finalmente urgenza di prendermi e farmi sua.

Sento finalmente il suo odore più forte, ed apro la bocca d'istinto. Io amo succhiarlo: ha il pene più bello che io abbia mai visto, così gonfio e lungo, che la prima volta avevo paura di non riuscire a prenderlo.
Sento che spinge il bacino contro la mia bocca, voglioso, lo accolgo finalmente tra le mie labbra e lecco la cappella più gonfia del solito, poi si stacca e percepisco la nuova posizione: una 69 da legata, lascia poca libertà di movimento, ma
questo mi eccita ancora di più. Vengo almeno altre due volte, continuando a succhiare e leccare, mi contorco così tanto che le manette iniziano a fare male, ma ho bisogno di sentirmi ancora più sua. "Ora puoi prendermi sul serio?" Chiedo gentilmente, lui ride, mi pinza ancora più forte I capezzoli e finalmente lo sento scivolare dentro di me, senza trovare alcuna resistenza.
Finalmente piena di lui cerco di sollevare le gambe per accoglierlo di più, fregandomene delle manette alle caviglie che mi graffiano. Lo voglio ancora di più.
È così grande rispetto a me che ogni volta che sbatte contro l'utero lancio un urlo: essere bendata amplifica le mie percezioni, ma queste scosse che sento in tutto il corpo sono così forti che quasi svengo e mi domando se si possa morire  di piacere.

Sto quasi per venire e gli sussurro "Scopami ancora, amore mio". Si ferma di colpo. Lo sento armeggiare con le catene che mi bloccano le caviglie, e invertirle di posizione.
"Girati", e il suo tono è più basso del solito, sembra un ruggito più che una richiesta. Eseguo l'ordine troppo eccitata per punzecchiarlo ancora. Mi sfila le pinze dai capezzoli, e si aggrappa lui stesso al mio seno, mi  piega a 90 e mi prende con forza, sbattendo I testicoli contro di me ed eccitandomi ancora di più. Voglio venire con lui, lo sento pulsare, so che è quasi il momento. "Schiaffeggiami" gli chiedo, e lui esegue dapprima timoroso, poi ascoltando miei gemiti, mi asseconda, lo sento sempre più veloce, sempre più in fondo. Ed io urlo e lo sento schizzare dentro di me, finalmente posso abbandonarmi al piacere insieme a lui, e glielo urlo con tutte le mie forze "Ti amo",convinta di non ricevere nessuna risposta, e invece un lieve sussurro al mio orecchio dice "anche io",  finalmente posso sentirlo rilassarsi dentro di me.

Mi toglie la maschera e anche le manette. E si stende accanto a me: è ritornato il bravo ragazzo.
Solo io so che dietro quegli occhi angelici si nasconde la mia bestia.
di
scritto il
2017-07-24
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