La tua assenza
di
Harley
genere
masturbazione
Scivolo dall’altro lato del letto, impreziosito dal tuo profumo… mi sembra che tu sia qui con me…
Indosso le AirPods che mi hai regalato pochi giorni fa e scelgo una playlist a caso.
A volte fatico a credere di essere la stessa bambolina che hai conosciuto… Tutto questo lusso a cui mi hai abituata mi infastidisce senza di te.
Strappo via la seta dal mio seno, con violenza, come faresti tu se fossi qui.
I pantaloncini non li tolgo. Li scosto come se stessi combinando una marachella e dovessi nascondermi.
Spero che tu mi colga in flagrante e che mi punisca.
Immagino il tuo respiro furente scorrermi lungo il collo, arrivare fino all’orecchio regalandomi un brivido di attesa.
Prendo uno dei giocattoli che mi hai regalato… scosto la seta quel tanto che basta per torturarmi.
Se tu potessi vedermi, sapresti quanto sono disperatamente tua: nulla riesce a darmi piacere come la tua lingua piena che invade ogni centimetro del mio corpo.
Tra le lenzuola viola inspiro la tua assenza.
La musica mi guida in questo maledetto supplizio. Il mio bacino impazzito si muove senza tregua alla ricerca del piacere.
In trance sfioro il mio seno… questo capezzolo vorrebbe solo essere torturato dai tuoi denti.
Più basso, labbra gonfie di desiderio accoglierebbero il tuo cazzo come se fosse il loro salvatore…
Un trillo fastidioso. Il citofono interrompe la mia ricerca.
Infilo il top di seta, riassetto i pantaloncini e prendo al volo una tua camicia lunga a quadri per coprire la mia spudorata mise.
Avvolta nel tuo abbraccio di stoffa, scendo indispettita dal corriere.
Mi immagino la tua disapprovazione e sorrido.
Ti aspetto a casa, amore mio.
Indosso le AirPods che mi hai regalato pochi giorni fa e scelgo una playlist a caso.
A volte fatico a credere di essere la stessa bambolina che hai conosciuto… Tutto questo lusso a cui mi hai abituata mi infastidisce senza di te.
Strappo via la seta dal mio seno, con violenza, come faresti tu se fossi qui.
I pantaloncini non li tolgo. Li scosto come se stessi combinando una marachella e dovessi nascondermi.
Spero che tu mi colga in flagrante e che mi punisca.
Immagino il tuo respiro furente scorrermi lungo il collo, arrivare fino all’orecchio regalandomi un brivido di attesa.
Prendo uno dei giocattoli che mi hai regalato… scosto la seta quel tanto che basta per torturarmi.
Se tu potessi vedermi, sapresti quanto sono disperatamente tua: nulla riesce a darmi piacere come la tua lingua piena che invade ogni centimetro del mio corpo.
Tra le lenzuola viola inspiro la tua assenza.
La musica mi guida in questo maledetto supplizio. Il mio bacino impazzito si muove senza tregua alla ricerca del piacere.
In trance sfioro il mio seno… questo capezzolo vorrebbe solo essere torturato dai tuoi denti.
Più basso, labbra gonfie di desiderio accoglierebbero il tuo cazzo come se fosse il loro salvatore…
Un trillo fastidioso. Il citofono interrompe la mia ricerca.
Infilo il top di seta, riassetto i pantaloncini e prendo al volo una tua camicia lunga a quadri per coprire la mia spudorata mise.
Avvolta nel tuo abbraccio di stoffa, scendo indispettita dal corriere.
Mi immagino la tua disapprovazione e sorrido.
Ti aspetto a casa, amore mio.
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