I casi della vita

di
genere
gay

Fin da ragazzino sono sempre stato quel che si potrebbe definire un erotomane: sempre arrapato e con il chiodo fisso del sesso. Quando si ha questa natura, si è portati a fare le esperienze più disparate, e le circostanze si creano di conseguenza. Avevo 18 anni e già andavo, quando le finanze me lo consentivano, a prostitute e mi ero fatto anche qualche travestito. In quegli anni andavano alla grande i cinema a luci rosse, e appena compiuta la maggiore età mi recai in uno della mia città. Entrai con una certa circospezione e mi accomodai all’ultima fila. Sullo schermo passavano scene di sesso esplicito alle quali il mio cazzo reagiva, ma notai subito uno strano movimento: gente che cambiava continuamente posto, che passava scrutando tra i sedili, o che entrava e usciva dai bagni. Di lì a poco, nonostante i tanti posti vuoti, venne a sedersi proprio accanto a me un tipo sulla 60ina. Passarono non più di un paio di minuti che percepii la sua mano accarezzarmi la coscia con delicatezza, come a voler saggiare la mia reazione. Non avevo mai avuto un rapporto omosessuale, non consideravo tale andare a travestiti, ma comunque lo lasciai fare. L’uomo arrivo sulla patta muovendo le dita sulla mazza dura che c’era sotto, dandomi un piacere inaspettato. Mi slacciò i pantaloni, infilò la mano sotto le mutande e me lo tirò fuori cominciando a farmi una sega. Mentre mi masturbava passava il pollice sulla cappella aumentando così il mio piacere, tanto che sentii arrivare l’orgasmo. Lui se ne accorse e si chinò prontamente prendendomelo in bocca e ingoiando tutta la sborra. La insolita situazione e la bravura i quell’uomo, mi avevano portato ad un orgasmo molto intenso, ma comunque mi ricomposi e abbandonai la sala con un senso di colpa. Ma quel senso di colpa durò poco, tanto che il giorno successivo ero di nuovo in quella sala. Scrutai alla ricerca di quel tipo che però non vidi, ma il suo posto fu preso da un altro uomo, più anziano e mingherlino. Anche lui tentò l’approccio mettendomi una mano sulla gamba, e anche lui si impadronì del mio uccello sparandomi una sega. Mentre mi masturbava vedevo nella fila davanti due che se lo menavano a vicenda, e sborrai. L’uomo raccolse nel palmo tutto lo sperma e se lo pulì con un fazzolettino, mentre io restavo con il cazzo di fuori a guardare quei due che ormai si alternavano nello spompinarsi a vicenda. L’uomo si accorse che ce l’avevo ancora duro e me lo prese di nuovo in mano, ma dopo un po’ mi disse “hai voglia di scopare? Se andiamo nel bagno mi faccio sbattere”. Accettai l’invito e lo seguii. Ci chiudemmo in un gabinetto e lui si abbassò i pantaloni offrendosi alla penetrazione. Appoggiai la cappella al buco e spinsi entrando il quel culo bianco e flaccido. Mentre lo inculavo lui, passando con il braccio sotto, mi accarezzava i coglioni. Aveva un culo abbastanza stretto, almeno rispetto a quelli che avevo conosciuto a quel tempo, per lo più di travestiti, e mi dava piacere scorrergli dentro. Lui prese ad incitarmi “dai sbattimi…scopami come una troia….sono una puttana”. Sentire quell’uomo che si definiva troia e puttana mi eccitava, così accelerai il ritmo e gli sborrai nel buco del culo facendolo gemere davvero come una troia. Tornai più volte in quel cinema, e ogni volta trovavo qualcuno ben disposto a svuotarmi i coglioni, con la mano, con la bocca o con il culo. Ma poi feci il primo degli incontri interessanti…
scritto il
2011-01-22
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