Mamma basta, non ho più sperma!
di
Q2069
genere
incesti
Sto dormendo beatamente quando una sensazione di umidità e di quasi solletico mi compare prima in sogno, e poi si concretizza gradualmente anche nella realtà. In fondo, quella che provo è una gran bella sensazione, ed è la prima sensazione con cui inizio solitamente da qualche anno a questa parte le mie giornate. Ci metto un po’ ad aprire gli occhi, ma tanto già so bene cosa sta succedendo. Mia madre, accucciata sul mio letto mi sta succhiando il cazzo. L'umidità che percepisco è quella emanata dalla sua bocca e quella della sua lingua che struscia sulla mia "alza bandiera mattutina". Il formicolio è invece prodotto dalle mani di mia madre che esplorano e carezzano tutto il mio snello corpo nudo. Finalmente apro gli occhi e la prima cosa che vedo è il bel viso di mia madre: occhi grandi come fari, capelli castani mossi e una carnagione tipicamente mediterranea, proprio come la mia. Ci guardiamo e ci scambiamo un sorriso; anche se lei mi sorride solo con gli occhi perché le sue labbra sono chiuse ad O intorno al mio uccello. È una donna giovanile e simpatica. Si diverte a farmi le pompe tanto quanto facendole fa divertire me. Con una mano inizia anche a solleticarmi lo scroto. Se ne sta accucciata in mezzo alle mie gambe divaricate assumendo quasi la posa di un gatto che si stiracchia. Io mi rilasso e metto le mie mani dietro la testa e la osservo.
"Buongiorno mamma"
Lei stacca la bocca e risponde "Buongiorno Amore mio" ed aggiunge "Pronto ad iniziare la giornata?"
"Certamente!"
"Molto bene" e poi ridendo si solleva e si mette a sedere a cavalcioni sul mio pube.
Con il suo culo sodo sta schiacciando il mio cazzo durissimo. Prima struscia un po’ la sua passera liscia sul mio cazzo, poi provvede ad inserirselo dentro. In quella posizione il mio cazzo è interamente dentro di lei, e devo dire che calza alla perfezione. Lei oscilla i fianchi in avanti e indietro, e nei momenti di massima penetrazione la punta della mia cappella preme contro il fondo della sua vagina. Le sue piccole labbra divaricate sembrano abbracciare ed avvolgere il mio cazzo proprio come fino a poco fa stavano facendo quelle grosse e carnose del viso. Lei è molto umida e geme in modo lascivo. Mi afferra le mani e me le porta sopra i suoi abbondanti seni. Le piace quando le impasto ben bene le tette, stringendole avidamente tra le mie giovani grinfie.
"Mamma ci sono, sto per sborrarti dentro..."
"Fallo amore mio! Riempimi col tuo seme caldo. Voglio sentire il suo calore dentro di me!"
Appena il tempo di finire di dire ciò che dalla cappella pulsante sepolta nelle sue profondità, una serie di fiotti bollenti vengono sparati uno dopo l'altro dentro il suo canale uterino. Io respiro affannosamente per alcuni secondi, mentre mia madre da sopra di me si mordicchia il labbro ad occhi chiusi e si carezza con una mano il basso ventre.
"Lo sento... Si, riesco a sentirlo dentro di me. Così denso... e così carico di energia. Grazie Amore!”
Lei mi bacia, mi scende di dosso e ci separiamo momentaneamente. Io vado a fare colazione. Lei va in bagno a farsi un bidet. Nessuno dei due si scomoda ad indossare nulla. Tanto ormai da un po’ a casa siamo solo noi due.
--10 minuti dopo, in cucina---
Sono seduto nudo al grosso tavolo di vetro della cucina, e sto mangiando latte e cereali e bevendo una delle due tazze di caffè che ho preparato. L'altra è per mia madre. Sento in lontananza il rumore delle infradito di mia madre che attraversano il corridoio. Come previsto mia madre entra in cucina, e addosso ha solo quel paio di infradito.
"Hai fatto il caffè anche per me Tesoro?"
"Si mamma, è qui sul tavolo"
Mia madre si compiace del mio gesto di gentilezza e si china a terra e gattona sotto il tavolo, dove si accuccia proprio in mezzo alle mie gambe, seduta con il culo nudo poggiato sulle spoglie mattonelle. Con le dita afferra e sposta il mio pene in una posizione da cui potesse avervi facile accesso con la bocca, e senza più usare le mani inizia a dare rapidi colpi di lingua sul mio cazzo moscio e ancora unto di entrambi i nostri succhi. Io tra una cucchiaiata e l'altra la osservo dall'alto in basso da attraverso il vetro trasparente del tavolo. Mi sembra un gattino che beve da una ciotola di latte. Nel giro di poco il mio pene diventa turgido, e lei allora passa a prenderlo in bocca. Mentre è risucchiato nella sua umida cavità orale la mia verga inizia ad aumentare di volume fino a tornare duro come una spranga di ferro. Penso che per una donna eterosessuale deve essere una bella sensazione il sentire un organo virile lievitare dentro la propria bocca; sentirlo che occupa sempre più spazio dentro di te... Ecco che inizia ad andare avanti e indietro con tutta la testa, affondando ad intervalli più o meno regolari la faccia tra le mie cosce ricoperte di una leggera peluria bruna. Sento i tipici versi grotteschi di un pompino ben fatto. La mia mamma è molto brava. Con gli anni poi lo diventa sempre di più. Quei suoni osceni non mi disturbano l'appetito, tutt'altro! Continuo a mangiare con gusto fino a quando non è il Momento. Ogni volta che ci sono quasi glie lo dico sempre alla mamma. Semplicemente perché non so mai cosa lei preferisca farne del mio seme. Lei ha un vero feticismo per lo sperma. La sua dipendenza ha origini molto remote; se non erro c'entrava in qualche modo suo padre; o forse erano i suoi fratelli? Boh, fatto sta che è da quando è una ragazzina che trangugia quotidianamente sbobba maschile. E da quando mio padre se ne è andato tutto il peso del suo fabbisogno giornaliero sta sulle mie spalle. Fatto sta che le dico semplicemente
"Eccomi mamma..." Senza neanche particolare emozione.
E lei allora sputa fuori dalla sua bocca il mio cazzo pulsante e, mentre lo stringe forte in una mano quasi a
non volerlo lasciar fuggire via, mi dice "Ok Tesoro, presto passami la tazzina del caffè"
Credo di aver capito cosa intende fare. La afferro e stando attento a non far rovesciare il caffè glie la passo sotto il tavolo. Lei la regge con la sinistra mentre con la destra sega freneticamente il mio cazzo incandescente. Tiene la tazzina praticamente appena sotto la cappella, e cerca di tenere la mia asta inclinata verso il basso, quando in realtà per l'eccitazione il mio cazzo vorrebbe puntare allo spazio come un razzo. Arriva l'orgasmo. Io strizzo convulsamente le chiappe incollate alla sedia e per qualche secondo afferro dal bordo il tavolo con le mani, tanto per soddisfare il mio bisogno di aggrapparmi a qualcosa. Stavolta però il primo fiotto sparato sorvola il perimetro della tazzina ed esplode come un fuoco d'artificio su uno dei seni di mia madre. Gli altri schizzi finiscono nella tazzina e si amalgamano malamente alla sostanza scura. La stessa fine fanno le successive gocce che mia madre attende pazientemente e spreme fuori esercitando una leggera pressione sulla punta della cappella con l'indice e il pollice. Poi esce fuori da sotto il tavolo. Si alza, e senza neanche ringraziarmi si siede anche le al tavolo, con il suo agognato intruglio. Prima però di sorseggiare il caffè riesce di nuovo a stupirmi con la sua perversione (e vi assicuro che dopo anni ed anni ce ne vuole per stupirmi ancora) pescando un biscotto dal vasetto in ceramica sul tavolo e strusciandoselo sulla tetta imbrattata di sborra come per farci la scarpetta. Mangia con gusto quel biscotto e inizia a sorseggiare il suo caffè. Mentre entrambi facciamo colazione chiacchieriamo tranquillamente del più e del meno. Poi ci alziamo e usciamo insieme dalla cucina.
Come tutte le mattine io seguo il suo culo nudo oscillante attraverso il corridoio, fino a svoltare per entrare nel bagno. Qui io faccio pipì, mentre la mamma apre l'acqua della doccia e inizia a farla scorrere. Faccio una bella pisciata, una di quelle lunghissime, mentre mia madre che intanto si è anche infilata sotto l'acqua mi guarda da lì. La cosa non mi mette minimamente imbarazzo. In questa casa si chiudono le porte solo per fare in tranquillità "la grossa". Finito di urinare entro in doccia.
"Finito di svuotare il drago?" Dice ridendo Lei.
"Il drago è molto stanco mamma". Glie l'ho detto.
Ma tanto non nutro grandi speranze sul fatto che lei si possa accontentare per stamani. Lei che nel frattempo si era insaponata mi abbraccia da dietro e si strofina sulla mia schiena. Sento i suoi morbidi seni spingere soavemente contro di me. Le sue mani sono ricoperte di sapone liquido e mi sondano ogni centimetro del petto, giocano tra le dune dei miei addominali appena appena definiti, tracciano cerchi con le dita attorno ai miei capezzoli e poi una si tuffa scivolando follemente fino a sotto l'ombelico.
Lì questa mi accarezza l'interno coscia a lungo, mentre mia una voce tentatrice mi sussurra all'orecchio "Il drago ha solo bisogno di essere motivato. È il bello dell'adolescenza... il tuo giovane corpo può venire a ripetizione. Anzi, Ne ha bisogno!"; poi il lobo del mio orecchio destro viene morsicato dalla stessa bocca che aveva sussurrato quelle parole. D'un tratto la mano destra a sud del mio equatore decide di afferrare con presa decisa il mio scroto penzolante. La mano sinistra continuava a solcarmi sinuosa il petto mentre mia madre mi teneva letteralmente per le palle. Mi massaggia i testicoli mentre mi mordicchia l'orecchio. L'acqua calda scorre lungo il mio pene semi-turgido e si tuffa giù a cascata dalla mia cappella purpurea.
"Tesoro, ora la mamma ha bisogno che tu la lavi ben bene là dove lei non arriva."
Entrambi ci voltiamo e io dopo essermi versato dal flacone un'ingente quantità di sapone sulle mani inizio a passaglielo sulla schiena. La sua pelle è molto morbida al tatto; ma non mi sortisce particolare effetto.
"Bene Amore di mamma, ora vai un po’ più in giù"
So già dove vuole andare a parare. Abbasso la portata delle mie mani ai suoi fianchi e poi lì dove termina la sua spina dorsale, all'altezza delle graziose fossette che sovrastano le sue natiche. Quando scopo mia madre a pecorina sono solito posizionare i miei pollici proprio in coincidenza di quelle due fossette. Sembra un'impugnatura fatta apposta. Dio ha pensato proprio a tutto quando ci ha creato!
Mia madre mi fa insaponare anche le sue tenere chiappe. Impasto con energia quel culo tonico da teenager. Mia madre mi ha avuto molto giovane, e devo dire che negli anni si è impegnata molto per mantenersi giovanile. Io sono piegato sulle mie gambe e mi lavoro quel suo culo favoloso, quando lei si china ulteriormente in avanti, quasi a novanta e afferrandosi saldamente le chiappe scivolose se le distanzia per darmi una vista completa delle sue grazie. Me le sta offrendo su un vassoio: Il suo piccolo buchino grinzoso e la fessura carnosa appena sotto. La vista così ravvicinata accende una scintilla nel mio cervello.
"Lavameli bene entrambi e poi scegli un buco" mi ordina Lei.
Io ubbidisco in silenzio. Passo la mia mano scivolosa su e giù per quell'insenatura tra le chiappe come stessi passando una mano di vernice. Al passare delle mie dita le grandi labbra scure leggermente penzolanti si scostano e oscillano. Mi piace tanto succhiargliele quando sono intento a dare piacere alla mamma con la mia bocca; perché si, a volte mi sento in dovere di ricambiare le sue premure. Accosto il mio indice al suo ano e lentamente esercito una pressione sempre maggiore per farci affondare dentro una falange. Inizio a ruotare il dito dentro di lei, come a voler esplorare quel pertugio che ormai ho imparato a conoscere molto bene.
"Non temere Cucciolo, lì dentro sono pulitissima!"
Penetro quel buchino per un paio di ripetizioni con tutto il mio indice, poi lo sfilo immacolato e brillante del riflesso del sapone e dell'acqua che ci avvolgono. Afferro nuovamente il flacone e mi cospargo il cazzo ormai semi-eretto con una grande quantità di sapone. Ho scelto il mio bersaglio. Accosto la mia cappella al buco del suo culo e lei mi fa "Oh bene! Hai scelto il mio preferito."
Con forza mi faccio strada tra quelle strette pareti irregolari che mi stritolano il cazzo. Ma il bello dei buchi stretti è che la resistenza che incontri invece che smorzare il tuo entusiasmo ti rende il cazzo ancora più duro. Mia madre chinata a novanta geme mentre si poggia con le mani alla parete; con i seni che le ballonzolano nel vuoto e con torrenti d'acqua che le scorrono sulla schiena e trai capelli. Io ci metto molta foga, dai suoi gemiti so che non le faccio male. Tuttavia quella sarebbe la mia terza eiaculazione in neanche un’ora. Se voglio raggiungere presto l'eccitazione mi serve di più. Devo spingermi oltre: mi servono emozioni più forti! Incollo il mio petto alla sua schiena, le avvolgo rapidamente le mani attorno la pancia snella e con forza la strattono per tirarla su. Poi la giro e la sbatto con la faccia ed il petto contro il vetro appannato della doccia. Metà del suo viso ed i due grossi cerchi dei seni sono premuti contro il vetro. La fotto molto forte e sento il suono dei miei muscoli che sbattono a ripetizione sulla carne delle sue chiappe; e sento gli schizzi prodotti da tali impatti diffondersi all'impazzata in tutte le direzioni. Le mie palle sobbalzano grondanti acqua nel vuoto. I nostri respiri sono uniti in un coro ansimante. Inizio ad essere volgare, ad eccitarmi parlandole sporco, dicendole che lei è la mia troia e che per questo ora le sborrerò in culo. Gli dico che se lo merita perché è una grande puttana. Lei sta al mio gioco e rincara la dose:
"Si sfondami il culo figlio mio! Spacca il culo della tua mamma"
I miei affondi si fanno sempre più brutali. Il mio cazzo la perfora irruentemente. Lei urla in modo straziante tra una frase oscena e l'altra. "Brutta cagna!" le dico senza provare alcuna pietà per il suo stato di tormento.
"Si, sono la tua lurida cagna! O Dio mio, Porco Dio! Mi stai facendo venire dal culo!"
A questo punto nessuno dei due ci capisce più nulla. Quando sento montarmi dentro l'orgasmo la afferro per i capelli e glie li tiro con forza inclinandogli la sua testa urlante verso il soffitto del bagno; questo mentre con una brutalità bestiale le affondo gli ultimi 3 colpi. Uno! Due! Tre! Colpi netti accompagnati da altrettanti strilli disperati di mia madre. Finito di imbrattare le pareti del suo retto con il mio seme, la lascio finalmente andare e lei emette un sospiro di sollievo. Io sono sfinito, mi vorrei quasi sdraiare per terra nella doccia. Lei resta appoggiata ad una delle pareti e mi guarda in silenzio. Entrambi abbiamo il fiatone. Io guardo il mio cazzo giacere mezzo penzolante sotto lo scroscio dell'acqua. Mi brucia un po’. La cappella mi va a fuoco. Me lo lavo di nuovo da solo in silenzio, toccandolo delicatamente perché ora è molto sensibile. Mia madre è fuori dal getto d'acqua. Sta immobile con le spalle al muro e con una mano dietro la schiena con cui si tocca il culo. Deve farle parecchio male. Io ora ho finito con la mia igiene intima.
"Lascio l'acqua aperta?" Le chiedo con tono distaccato senza neanche guardarla.
"Si... grazie" Dice lei con voce tremula. Sono uscito dalla doccia e sto indossando il mio accappatoio quando lei si sporge dal vetro e mi chiama "Hei" Mi volto e la guardo. Ha gli occhi ancora lucidi per le lacrime versate poco prima, ma il visino arrossato ha inciso sopra un leggero sorriso. "Comunque, è stato bello..."
"Anche per me mamma, grazie" E torno indietro da lei e le stampo un tenero bacio sulle labbra. Mi asciugo bene e mi asciugo i capelli mentre con la coda dell'occhio guardo lei stare sotto l'acqua chinata in squat sulle gambe, intenta a far scolare giù, fuori da lei, lo sperma che le avevo iniettato dentro. Mentre mi asciugo i capelli penso ai miei spermatozoi. Quante energie investite dal mio corpo per produrli... a milioni; ognuno dei quali poteva essere un bambino, ma che ora si ritrovano tutti in uno sfintere evaucuatorio, con la sola prospettiva di essere espulsi e venir trascinati dalla corrente dell'acqua fin dentro lo scarico. Appena spento il phon sento il suono di una scorreggia umida, spernacchiante. È il risultato dei muscoli dello sfintere di mia madre che espellono nel solo modo che sanno fare i miei intrusi.
Esco dal bagno e vado in camera mia a vestirmi. Sono le 7:30, mi attende una lunga giornata a scuola; e sono già stanco morto.
Dal cassetto della biancheria prendo dei boxer e un paio di calzini e li indosso. Infilo dei jeans, una maglietta e la mia felpa preferita. Stavo per prendere dalla scarpiera un paio di sneakers, quando ecco che entra mia madre. Indossa l'accappatoio ed ha i capelli raccolti in un asciugamano. "Wow Tesoro, sei già pronto! E io che speravo di poterne avere un altro po'..." "No mamma dai basta! Non ne è rimasto più niente."
"Sicuro sicuro?" mi dice con l'aria di una ragazzina impertinente. Certe volte sento come se fossi io l'adulto tra i due.
Lei è una bambina viziata. Una formosa bambina viziata di 36 anni. Mi si avvicina col passo di una pantera suadente e ricominciava fare quello che è più brava a fare: Tentarmi.
"Sono appena le 7:40. Dammi solo 5 minuti. Giuro che se è vero che c'è rimasto qualcosa la tirerò fuori entro quel tempo"
"No mamma, farò tardi di nuovo!"
"Dai, su. Se per le 7:45 non ho finito ti giuro che lascio perdere e ne riparliamo stasera"
Io sbuffo, afferro la cinta che reggeva sui miei jeans e me la slaccio. Lei coglie questo mio gesto di accondiscendenza e il suo volto si illumina. Lei mi sta abbassando i pantaloni mentre io mi prendo gioco di lei: "Non esiste che tu mi faccia venire in 5 minuti, anzi! 4 ormai. Ehehehe"
"Vedrai! Tu non ti trattenere e lasciami fare le cose a modo mio. Conosco dei trucchetti speciali. Ti farò sognare!"
Cazzo, mi sembra di parlare con una prostituta con anni di esperienza. La mia vita è proprio un macello! Lei mi dà una spintarella e mi fa cadere seduto col culo sul letto. Mi afferra i pantaloni e le mutande e me li sfila del tutto gettandoli con foga e noncuranza in mezzo alla stanza. "E che cazzo! Ci metterò una vita a rimettermeli! Era proprio necessario?"
"Zitto e sta giù. Ho detto sta giù! Sdraiato."
Me ne sto sdraiato con la schiena sul letto e le gambe nude che sporgono fuori. La troia si slaccia l'accappatoio e porge sul mio pube depilato le sue grosse tette. Inizia a prenderci in mezzo il cazzo. Sta provando a farmi una spagnola, ma purtroppo per lei il tempo scorre e il mio cazzo sfinito rimane esanime, morto e senza alcuna intenzione di riprendersi. Se lo smuove tra le tette, e mentre sgrulla i suoi due soffici sacchi di carne, ci sputa sopra tentando di centrare la punta del pene che a stento emerge dalla profonda falda. Il tempo scorre, e restano 3 minuti. Lei decide di cambiare strategia. Si abbassa, solleva le mie gambe. Se ne sta accucciata con la faccia proprio davanti al mio culo. Con fatica, ma riesce a prendere in bocca tutto il mio scroto e inizia a ciucciarlo. Ciuccia un po' le mie misere palle vuotissime, poi le sputa e si mette a leccarmi il buco del culo. Me lo lecca molto bene. In dei momenti cerca di penetrarlo con la sua lunga lingua rosa e altre volte lascia questa scorrere e leccare tutta l'area circostante: tracciando un cerchio intorno alla circonferenza dell'ano e stimolando con forza il perineo. In questo momento sento l'area del basso ventre del mio corpo iniziare a caricarsi di una specie di elettricità statica. Un formicolio che si fa sempre più intenso, e prima che me ne rendessi conto, il mio pene aveva iniziato a muoversi. Lentamente si risvegliava dal torpore, e inturgidendosi gradualmente cambiava forma. Sicuramente mia madre dalla sua posizione deve averlo già notato. Continua la sua opera, e ci aggiunge anche il massaggio allo scroto fatto con una mano, che sembra giocherellare con un sacchetto di sabbia mentre poco sotto la bocca è sepolta tra le mie natiche. Anche i rumori leggeri e sottili che produce sono eccitanti. La consapevolezza che una donna sia arrivata ad un punto di sottomissione tale da leccarti il buco del culo solo per compiacerti risveglia il lato più perverso della mia anima.
Ormai sono finalmente tornato ad una piena erezione, e lei stacca le sue labbra dall'anello scuro del mio ano e mi ci infila lentamente il dito indice. Prima solo la falange; proprio come ho fatto io a lei nella doccia. Non sono particolarmente avvezzo alla stimolazione prostatica, ma quando il suo dito, scavando e scavando, facendosi strada nel mio sfintere come un bruco, è arrivato a toccare la mia prostata, beh lì le mie gambe hanno tremato e le mie dita dei piedi hanno iniziato a contorcersi per il piacere dentro i calzini.
"Ti piace èh, porcellino!"
"Si mamma, si! Di più!"
"Eccolo che arriva."
Dopo essersi ciucciata l'indice dell'altra mano lo inserisce e gli fa raggiungere l'altro, che nel frattempo aveva continuato la sua opera. Il mio cazzo eretto si stacca dal mio pube e se ne sta sospeso in tensione nell'aria. La mia personale Misstress lo intercetta e mettendosi in ginocchio tra le mie gambe, mantenendo entrambe le mani adiacenti al mio orifizio per non dover sfilare nessun dito, riesce con un po’ di fatica a prendere il cazzo in bocca, e inizia a farmi una pompa. Sto venendo spompinato mentre ricevo un massaggio prostatico; e il tutto solo pochi minuti prima di sedermi a lezione come un qualunque altro liceale. La testa di mia madre si muove con stacchi netti su e giù. In quel casino i suoi capelli erano dappertutto e quindi le coprivano anche la faccia. Sempre da sdraiato provo ad acconciarle i capelli per facilitarle il compito. Ma non appena li ho raccolti e ho posizionato la mia mano sulla sommità della sua testa per tenerli, una frenesia mi coglie d'improvviso. Le afferro con entrambe le mani la testa dalle tempie e inizio a manipolarla rudemente per dettare io il ritmo. Il mio cazzo le arriva fin nella gola, martellandole la faringe. Sento i tessuti molli della sua cavità orale venire sconquassati dalla mia carne dura. I versi della mamma sono irriproducibili; avrebbero mosso a pietà chiunque non fosse stato in preda ad un autentico impeto, come ero io. Mi stavo scopando la faccia di mia madre; e lei mi stava scopando il culo con le dita. La sua salivazione iper-stimolata faceva colare un brodo denso e cristallino sul mio scroto e ancora più giù, sulle sue mani profanatrici.
Inizio a grugnire come un animale. Poi finalmente raggiungo un orgasmo che è forse più doloroso che piacevole. Credo che sia uscita appena qualche goccia. Però se è uscita, di sicuro sarà arrivata dritta in fondo allo stomaco di mia madre. Le lascio andare la testa e la vedo rossa in viso e lacrimante dagli occhi tirarsi su di scatto e prendere una clamorosa boccata d'aria. Poi sfilando con rapidità le sue dita da dentro di me, con così tanta irruenza quasi da far male al mio culo inesperto, si accascia a carponi per terra, tossendo ed avendo alcuni violenti conati di vomito che però, per fortuna, non sfociano in nient'altro.
"Complimenti, ci sei riuscita" Gli dico mentre mi alzo dal letto senza badare troppo alla sua condizione. E aggiungo in modo caustico "E ne è valsa la pena?" Lei continua a tossire per circa 30 secondi, durante i quali io mi infilo a gran velocità i pantaloni e mi dirigo verso la scarpiera.
"Non lo so... Non ne ho sentito neanche il sapore. Sei sicuro di essere venuto?"
"Si, di quello sono sicuro. Ma te l'ho detto. Non mi è rimasto praticamente niente. E forse qualche goccia te l'ho sparata dritta in gola. La prossima volta lasciami preparare in pace"
Sono pronto. Mi dirigo all'ingresso. Lei mi segue mentre si riallaccia l'accappatoio. Davanti alla porta mi fa
"Mi raccomando fai il bravo a scuola. E mangia tanto a pranzo..."
"Si lo so, così il mio corpo produce tanto altro sbobba per te." La interrompo io.
Ci baciamo sulla bocca. Bacio le stesse labbra che sono state incollate al mio buco del culo. L'ho sempre saputo che la mia vita non è una vita normale! Guardo l'orologio. "Oh cazzo sono le 8 meno 10!" E volo via, più veloce che posso per non far tardi per l'ennesima volta a lezione. Mentre corro penso che sicuramente quando tornerò a casa mi aspetterà una serata impegnativa.
Ma in fondo mi va bene così!
"Buongiorno mamma"
Lei stacca la bocca e risponde "Buongiorno Amore mio" ed aggiunge "Pronto ad iniziare la giornata?"
"Certamente!"
"Molto bene" e poi ridendo si solleva e si mette a sedere a cavalcioni sul mio pube.
Con il suo culo sodo sta schiacciando il mio cazzo durissimo. Prima struscia un po’ la sua passera liscia sul mio cazzo, poi provvede ad inserirselo dentro. In quella posizione il mio cazzo è interamente dentro di lei, e devo dire che calza alla perfezione. Lei oscilla i fianchi in avanti e indietro, e nei momenti di massima penetrazione la punta della mia cappella preme contro il fondo della sua vagina. Le sue piccole labbra divaricate sembrano abbracciare ed avvolgere il mio cazzo proprio come fino a poco fa stavano facendo quelle grosse e carnose del viso. Lei è molto umida e geme in modo lascivo. Mi afferra le mani e me le porta sopra i suoi abbondanti seni. Le piace quando le impasto ben bene le tette, stringendole avidamente tra le mie giovani grinfie.
"Mamma ci sono, sto per sborrarti dentro..."
"Fallo amore mio! Riempimi col tuo seme caldo. Voglio sentire il suo calore dentro di me!"
Appena il tempo di finire di dire ciò che dalla cappella pulsante sepolta nelle sue profondità, una serie di fiotti bollenti vengono sparati uno dopo l'altro dentro il suo canale uterino. Io respiro affannosamente per alcuni secondi, mentre mia madre da sopra di me si mordicchia il labbro ad occhi chiusi e si carezza con una mano il basso ventre.
"Lo sento... Si, riesco a sentirlo dentro di me. Così denso... e così carico di energia. Grazie Amore!”
Lei mi bacia, mi scende di dosso e ci separiamo momentaneamente. Io vado a fare colazione. Lei va in bagno a farsi un bidet. Nessuno dei due si scomoda ad indossare nulla. Tanto ormai da un po’ a casa siamo solo noi due.
--10 minuti dopo, in cucina---
Sono seduto nudo al grosso tavolo di vetro della cucina, e sto mangiando latte e cereali e bevendo una delle due tazze di caffè che ho preparato. L'altra è per mia madre. Sento in lontananza il rumore delle infradito di mia madre che attraversano il corridoio. Come previsto mia madre entra in cucina, e addosso ha solo quel paio di infradito.
"Hai fatto il caffè anche per me Tesoro?"
"Si mamma, è qui sul tavolo"
Mia madre si compiace del mio gesto di gentilezza e si china a terra e gattona sotto il tavolo, dove si accuccia proprio in mezzo alle mie gambe, seduta con il culo nudo poggiato sulle spoglie mattonelle. Con le dita afferra e sposta il mio pene in una posizione da cui potesse avervi facile accesso con la bocca, e senza più usare le mani inizia a dare rapidi colpi di lingua sul mio cazzo moscio e ancora unto di entrambi i nostri succhi. Io tra una cucchiaiata e l'altra la osservo dall'alto in basso da attraverso il vetro trasparente del tavolo. Mi sembra un gattino che beve da una ciotola di latte. Nel giro di poco il mio pene diventa turgido, e lei allora passa a prenderlo in bocca. Mentre è risucchiato nella sua umida cavità orale la mia verga inizia ad aumentare di volume fino a tornare duro come una spranga di ferro. Penso che per una donna eterosessuale deve essere una bella sensazione il sentire un organo virile lievitare dentro la propria bocca; sentirlo che occupa sempre più spazio dentro di te... Ecco che inizia ad andare avanti e indietro con tutta la testa, affondando ad intervalli più o meno regolari la faccia tra le mie cosce ricoperte di una leggera peluria bruna. Sento i tipici versi grotteschi di un pompino ben fatto. La mia mamma è molto brava. Con gli anni poi lo diventa sempre di più. Quei suoni osceni non mi disturbano l'appetito, tutt'altro! Continuo a mangiare con gusto fino a quando non è il Momento. Ogni volta che ci sono quasi glie lo dico sempre alla mamma. Semplicemente perché non so mai cosa lei preferisca farne del mio seme. Lei ha un vero feticismo per lo sperma. La sua dipendenza ha origini molto remote; se non erro c'entrava in qualche modo suo padre; o forse erano i suoi fratelli? Boh, fatto sta che è da quando è una ragazzina che trangugia quotidianamente sbobba maschile. E da quando mio padre se ne è andato tutto il peso del suo fabbisogno giornaliero sta sulle mie spalle. Fatto sta che le dico semplicemente
"Eccomi mamma..." Senza neanche particolare emozione.
E lei allora sputa fuori dalla sua bocca il mio cazzo pulsante e, mentre lo stringe forte in una mano quasi a
non volerlo lasciar fuggire via, mi dice "Ok Tesoro, presto passami la tazzina del caffè"
Credo di aver capito cosa intende fare. La afferro e stando attento a non far rovesciare il caffè glie la passo sotto il tavolo. Lei la regge con la sinistra mentre con la destra sega freneticamente il mio cazzo incandescente. Tiene la tazzina praticamente appena sotto la cappella, e cerca di tenere la mia asta inclinata verso il basso, quando in realtà per l'eccitazione il mio cazzo vorrebbe puntare allo spazio come un razzo. Arriva l'orgasmo. Io strizzo convulsamente le chiappe incollate alla sedia e per qualche secondo afferro dal bordo il tavolo con le mani, tanto per soddisfare il mio bisogno di aggrapparmi a qualcosa. Stavolta però il primo fiotto sparato sorvola il perimetro della tazzina ed esplode come un fuoco d'artificio su uno dei seni di mia madre. Gli altri schizzi finiscono nella tazzina e si amalgamano malamente alla sostanza scura. La stessa fine fanno le successive gocce che mia madre attende pazientemente e spreme fuori esercitando una leggera pressione sulla punta della cappella con l'indice e il pollice. Poi esce fuori da sotto il tavolo. Si alza, e senza neanche ringraziarmi si siede anche le al tavolo, con il suo agognato intruglio. Prima però di sorseggiare il caffè riesce di nuovo a stupirmi con la sua perversione (e vi assicuro che dopo anni ed anni ce ne vuole per stupirmi ancora) pescando un biscotto dal vasetto in ceramica sul tavolo e strusciandoselo sulla tetta imbrattata di sborra come per farci la scarpetta. Mangia con gusto quel biscotto e inizia a sorseggiare il suo caffè. Mentre entrambi facciamo colazione chiacchieriamo tranquillamente del più e del meno. Poi ci alziamo e usciamo insieme dalla cucina.
Come tutte le mattine io seguo il suo culo nudo oscillante attraverso il corridoio, fino a svoltare per entrare nel bagno. Qui io faccio pipì, mentre la mamma apre l'acqua della doccia e inizia a farla scorrere. Faccio una bella pisciata, una di quelle lunghissime, mentre mia madre che intanto si è anche infilata sotto l'acqua mi guarda da lì. La cosa non mi mette minimamente imbarazzo. In questa casa si chiudono le porte solo per fare in tranquillità "la grossa". Finito di urinare entro in doccia.
"Finito di svuotare il drago?" Dice ridendo Lei.
"Il drago è molto stanco mamma". Glie l'ho detto.
Ma tanto non nutro grandi speranze sul fatto che lei si possa accontentare per stamani. Lei che nel frattempo si era insaponata mi abbraccia da dietro e si strofina sulla mia schiena. Sento i suoi morbidi seni spingere soavemente contro di me. Le sue mani sono ricoperte di sapone liquido e mi sondano ogni centimetro del petto, giocano tra le dune dei miei addominali appena appena definiti, tracciano cerchi con le dita attorno ai miei capezzoli e poi una si tuffa scivolando follemente fino a sotto l'ombelico.
Lì questa mi accarezza l'interno coscia a lungo, mentre mia una voce tentatrice mi sussurra all'orecchio "Il drago ha solo bisogno di essere motivato. È il bello dell'adolescenza... il tuo giovane corpo può venire a ripetizione. Anzi, Ne ha bisogno!"; poi il lobo del mio orecchio destro viene morsicato dalla stessa bocca che aveva sussurrato quelle parole. D'un tratto la mano destra a sud del mio equatore decide di afferrare con presa decisa il mio scroto penzolante. La mano sinistra continuava a solcarmi sinuosa il petto mentre mia madre mi teneva letteralmente per le palle. Mi massaggia i testicoli mentre mi mordicchia l'orecchio. L'acqua calda scorre lungo il mio pene semi-turgido e si tuffa giù a cascata dalla mia cappella purpurea.
"Tesoro, ora la mamma ha bisogno che tu la lavi ben bene là dove lei non arriva."
Entrambi ci voltiamo e io dopo essermi versato dal flacone un'ingente quantità di sapone sulle mani inizio a passaglielo sulla schiena. La sua pelle è molto morbida al tatto; ma non mi sortisce particolare effetto.
"Bene Amore di mamma, ora vai un po’ più in giù"
So già dove vuole andare a parare. Abbasso la portata delle mie mani ai suoi fianchi e poi lì dove termina la sua spina dorsale, all'altezza delle graziose fossette che sovrastano le sue natiche. Quando scopo mia madre a pecorina sono solito posizionare i miei pollici proprio in coincidenza di quelle due fossette. Sembra un'impugnatura fatta apposta. Dio ha pensato proprio a tutto quando ci ha creato!
Mia madre mi fa insaponare anche le sue tenere chiappe. Impasto con energia quel culo tonico da teenager. Mia madre mi ha avuto molto giovane, e devo dire che negli anni si è impegnata molto per mantenersi giovanile. Io sono piegato sulle mie gambe e mi lavoro quel suo culo favoloso, quando lei si china ulteriormente in avanti, quasi a novanta e afferrandosi saldamente le chiappe scivolose se le distanzia per darmi una vista completa delle sue grazie. Me le sta offrendo su un vassoio: Il suo piccolo buchino grinzoso e la fessura carnosa appena sotto. La vista così ravvicinata accende una scintilla nel mio cervello.
"Lavameli bene entrambi e poi scegli un buco" mi ordina Lei.
Io ubbidisco in silenzio. Passo la mia mano scivolosa su e giù per quell'insenatura tra le chiappe come stessi passando una mano di vernice. Al passare delle mie dita le grandi labbra scure leggermente penzolanti si scostano e oscillano. Mi piace tanto succhiargliele quando sono intento a dare piacere alla mamma con la mia bocca; perché si, a volte mi sento in dovere di ricambiare le sue premure. Accosto il mio indice al suo ano e lentamente esercito una pressione sempre maggiore per farci affondare dentro una falange. Inizio a ruotare il dito dentro di lei, come a voler esplorare quel pertugio che ormai ho imparato a conoscere molto bene.
"Non temere Cucciolo, lì dentro sono pulitissima!"
Penetro quel buchino per un paio di ripetizioni con tutto il mio indice, poi lo sfilo immacolato e brillante del riflesso del sapone e dell'acqua che ci avvolgono. Afferro nuovamente il flacone e mi cospargo il cazzo ormai semi-eretto con una grande quantità di sapone. Ho scelto il mio bersaglio. Accosto la mia cappella al buco del suo culo e lei mi fa "Oh bene! Hai scelto il mio preferito."
Con forza mi faccio strada tra quelle strette pareti irregolari che mi stritolano il cazzo. Ma il bello dei buchi stretti è che la resistenza che incontri invece che smorzare il tuo entusiasmo ti rende il cazzo ancora più duro. Mia madre chinata a novanta geme mentre si poggia con le mani alla parete; con i seni che le ballonzolano nel vuoto e con torrenti d'acqua che le scorrono sulla schiena e trai capelli. Io ci metto molta foga, dai suoi gemiti so che non le faccio male. Tuttavia quella sarebbe la mia terza eiaculazione in neanche un’ora. Se voglio raggiungere presto l'eccitazione mi serve di più. Devo spingermi oltre: mi servono emozioni più forti! Incollo il mio petto alla sua schiena, le avvolgo rapidamente le mani attorno la pancia snella e con forza la strattono per tirarla su. Poi la giro e la sbatto con la faccia ed il petto contro il vetro appannato della doccia. Metà del suo viso ed i due grossi cerchi dei seni sono premuti contro il vetro. La fotto molto forte e sento il suono dei miei muscoli che sbattono a ripetizione sulla carne delle sue chiappe; e sento gli schizzi prodotti da tali impatti diffondersi all'impazzata in tutte le direzioni. Le mie palle sobbalzano grondanti acqua nel vuoto. I nostri respiri sono uniti in un coro ansimante. Inizio ad essere volgare, ad eccitarmi parlandole sporco, dicendole che lei è la mia troia e che per questo ora le sborrerò in culo. Gli dico che se lo merita perché è una grande puttana. Lei sta al mio gioco e rincara la dose:
"Si sfondami il culo figlio mio! Spacca il culo della tua mamma"
I miei affondi si fanno sempre più brutali. Il mio cazzo la perfora irruentemente. Lei urla in modo straziante tra una frase oscena e l'altra. "Brutta cagna!" le dico senza provare alcuna pietà per il suo stato di tormento.
"Si, sono la tua lurida cagna! O Dio mio, Porco Dio! Mi stai facendo venire dal culo!"
A questo punto nessuno dei due ci capisce più nulla. Quando sento montarmi dentro l'orgasmo la afferro per i capelli e glie li tiro con forza inclinandogli la sua testa urlante verso il soffitto del bagno; questo mentre con una brutalità bestiale le affondo gli ultimi 3 colpi. Uno! Due! Tre! Colpi netti accompagnati da altrettanti strilli disperati di mia madre. Finito di imbrattare le pareti del suo retto con il mio seme, la lascio finalmente andare e lei emette un sospiro di sollievo. Io sono sfinito, mi vorrei quasi sdraiare per terra nella doccia. Lei resta appoggiata ad una delle pareti e mi guarda in silenzio. Entrambi abbiamo il fiatone. Io guardo il mio cazzo giacere mezzo penzolante sotto lo scroscio dell'acqua. Mi brucia un po’. La cappella mi va a fuoco. Me lo lavo di nuovo da solo in silenzio, toccandolo delicatamente perché ora è molto sensibile. Mia madre è fuori dal getto d'acqua. Sta immobile con le spalle al muro e con una mano dietro la schiena con cui si tocca il culo. Deve farle parecchio male. Io ora ho finito con la mia igiene intima.
"Lascio l'acqua aperta?" Le chiedo con tono distaccato senza neanche guardarla.
"Si... grazie" Dice lei con voce tremula. Sono uscito dalla doccia e sto indossando il mio accappatoio quando lei si sporge dal vetro e mi chiama "Hei" Mi volto e la guardo. Ha gli occhi ancora lucidi per le lacrime versate poco prima, ma il visino arrossato ha inciso sopra un leggero sorriso. "Comunque, è stato bello..."
"Anche per me mamma, grazie" E torno indietro da lei e le stampo un tenero bacio sulle labbra. Mi asciugo bene e mi asciugo i capelli mentre con la coda dell'occhio guardo lei stare sotto l'acqua chinata in squat sulle gambe, intenta a far scolare giù, fuori da lei, lo sperma che le avevo iniettato dentro. Mentre mi asciugo i capelli penso ai miei spermatozoi. Quante energie investite dal mio corpo per produrli... a milioni; ognuno dei quali poteva essere un bambino, ma che ora si ritrovano tutti in uno sfintere evaucuatorio, con la sola prospettiva di essere espulsi e venir trascinati dalla corrente dell'acqua fin dentro lo scarico. Appena spento il phon sento il suono di una scorreggia umida, spernacchiante. È il risultato dei muscoli dello sfintere di mia madre che espellono nel solo modo che sanno fare i miei intrusi.
Esco dal bagno e vado in camera mia a vestirmi. Sono le 7:30, mi attende una lunga giornata a scuola; e sono già stanco morto.
Dal cassetto della biancheria prendo dei boxer e un paio di calzini e li indosso. Infilo dei jeans, una maglietta e la mia felpa preferita. Stavo per prendere dalla scarpiera un paio di sneakers, quando ecco che entra mia madre. Indossa l'accappatoio ed ha i capelli raccolti in un asciugamano. "Wow Tesoro, sei già pronto! E io che speravo di poterne avere un altro po'..." "No mamma dai basta! Non ne è rimasto più niente."
"Sicuro sicuro?" mi dice con l'aria di una ragazzina impertinente. Certe volte sento come se fossi io l'adulto tra i due.
Lei è una bambina viziata. Una formosa bambina viziata di 36 anni. Mi si avvicina col passo di una pantera suadente e ricominciava fare quello che è più brava a fare: Tentarmi.
"Sono appena le 7:40. Dammi solo 5 minuti. Giuro che se è vero che c'è rimasto qualcosa la tirerò fuori entro quel tempo"
"No mamma, farò tardi di nuovo!"
"Dai, su. Se per le 7:45 non ho finito ti giuro che lascio perdere e ne riparliamo stasera"
Io sbuffo, afferro la cinta che reggeva sui miei jeans e me la slaccio. Lei coglie questo mio gesto di accondiscendenza e il suo volto si illumina. Lei mi sta abbassando i pantaloni mentre io mi prendo gioco di lei: "Non esiste che tu mi faccia venire in 5 minuti, anzi! 4 ormai. Ehehehe"
"Vedrai! Tu non ti trattenere e lasciami fare le cose a modo mio. Conosco dei trucchetti speciali. Ti farò sognare!"
Cazzo, mi sembra di parlare con una prostituta con anni di esperienza. La mia vita è proprio un macello! Lei mi dà una spintarella e mi fa cadere seduto col culo sul letto. Mi afferra i pantaloni e le mutande e me li sfila del tutto gettandoli con foga e noncuranza in mezzo alla stanza. "E che cazzo! Ci metterò una vita a rimettermeli! Era proprio necessario?"
"Zitto e sta giù. Ho detto sta giù! Sdraiato."
Me ne sto sdraiato con la schiena sul letto e le gambe nude che sporgono fuori. La troia si slaccia l'accappatoio e porge sul mio pube depilato le sue grosse tette. Inizia a prenderci in mezzo il cazzo. Sta provando a farmi una spagnola, ma purtroppo per lei il tempo scorre e il mio cazzo sfinito rimane esanime, morto e senza alcuna intenzione di riprendersi. Se lo smuove tra le tette, e mentre sgrulla i suoi due soffici sacchi di carne, ci sputa sopra tentando di centrare la punta del pene che a stento emerge dalla profonda falda. Il tempo scorre, e restano 3 minuti. Lei decide di cambiare strategia. Si abbassa, solleva le mie gambe. Se ne sta accucciata con la faccia proprio davanti al mio culo. Con fatica, ma riesce a prendere in bocca tutto il mio scroto e inizia a ciucciarlo. Ciuccia un po' le mie misere palle vuotissime, poi le sputa e si mette a leccarmi il buco del culo. Me lo lecca molto bene. In dei momenti cerca di penetrarlo con la sua lunga lingua rosa e altre volte lascia questa scorrere e leccare tutta l'area circostante: tracciando un cerchio intorno alla circonferenza dell'ano e stimolando con forza il perineo. In questo momento sento l'area del basso ventre del mio corpo iniziare a caricarsi di una specie di elettricità statica. Un formicolio che si fa sempre più intenso, e prima che me ne rendessi conto, il mio pene aveva iniziato a muoversi. Lentamente si risvegliava dal torpore, e inturgidendosi gradualmente cambiava forma. Sicuramente mia madre dalla sua posizione deve averlo già notato. Continua la sua opera, e ci aggiunge anche il massaggio allo scroto fatto con una mano, che sembra giocherellare con un sacchetto di sabbia mentre poco sotto la bocca è sepolta tra le mie natiche. Anche i rumori leggeri e sottili che produce sono eccitanti. La consapevolezza che una donna sia arrivata ad un punto di sottomissione tale da leccarti il buco del culo solo per compiacerti risveglia il lato più perverso della mia anima.
Ormai sono finalmente tornato ad una piena erezione, e lei stacca le sue labbra dall'anello scuro del mio ano e mi ci infila lentamente il dito indice. Prima solo la falange; proprio come ho fatto io a lei nella doccia. Non sono particolarmente avvezzo alla stimolazione prostatica, ma quando il suo dito, scavando e scavando, facendosi strada nel mio sfintere come un bruco, è arrivato a toccare la mia prostata, beh lì le mie gambe hanno tremato e le mie dita dei piedi hanno iniziato a contorcersi per il piacere dentro i calzini.
"Ti piace èh, porcellino!"
"Si mamma, si! Di più!"
"Eccolo che arriva."
Dopo essersi ciucciata l'indice dell'altra mano lo inserisce e gli fa raggiungere l'altro, che nel frattempo aveva continuato la sua opera. Il mio cazzo eretto si stacca dal mio pube e se ne sta sospeso in tensione nell'aria. La mia personale Misstress lo intercetta e mettendosi in ginocchio tra le mie gambe, mantenendo entrambe le mani adiacenti al mio orifizio per non dover sfilare nessun dito, riesce con un po’ di fatica a prendere il cazzo in bocca, e inizia a farmi una pompa. Sto venendo spompinato mentre ricevo un massaggio prostatico; e il tutto solo pochi minuti prima di sedermi a lezione come un qualunque altro liceale. La testa di mia madre si muove con stacchi netti su e giù. In quel casino i suoi capelli erano dappertutto e quindi le coprivano anche la faccia. Sempre da sdraiato provo ad acconciarle i capelli per facilitarle il compito. Ma non appena li ho raccolti e ho posizionato la mia mano sulla sommità della sua testa per tenerli, una frenesia mi coglie d'improvviso. Le afferro con entrambe le mani la testa dalle tempie e inizio a manipolarla rudemente per dettare io il ritmo. Il mio cazzo le arriva fin nella gola, martellandole la faringe. Sento i tessuti molli della sua cavità orale venire sconquassati dalla mia carne dura. I versi della mamma sono irriproducibili; avrebbero mosso a pietà chiunque non fosse stato in preda ad un autentico impeto, come ero io. Mi stavo scopando la faccia di mia madre; e lei mi stava scopando il culo con le dita. La sua salivazione iper-stimolata faceva colare un brodo denso e cristallino sul mio scroto e ancora più giù, sulle sue mani profanatrici.
Inizio a grugnire come un animale. Poi finalmente raggiungo un orgasmo che è forse più doloroso che piacevole. Credo che sia uscita appena qualche goccia. Però se è uscita, di sicuro sarà arrivata dritta in fondo allo stomaco di mia madre. Le lascio andare la testa e la vedo rossa in viso e lacrimante dagli occhi tirarsi su di scatto e prendere una clamorosa boccata d'aria. Poi sfilando con rapidità le sue dita da dentro di me, con così tanta irruenza quasi da far male al mio culo inesperto, si accascia a carponi per terra, tossendo ed avendo alcuni violenti conati di vomito che però, per fortuna, non sfociano in nient'altro.
"Complimenti, ci sei riuscita" Gli dico mentre mi alzo dal letto senza badare troppo alla sua condizione. E aggiungo in modo caustico "E ne è valsa la pena?" Lei continua a tossire per circa 30 secondi, durante i quali io mi infilo a gran velocità i pantaloni e mi dirigo verso la scarpiera.
"Non lo so... Non ne ho sentito neanche il sapore. Sei sicuro di essere venuto?"
"Si, di quello sono sicuro. Ma te l'ho detto. Non mi è rimasto praticamente niente. E forse qualche goccia te l'ho sparata dritta in gola. La prossima volta lasciami preparare in pace"
Sono pronto. Mi dirigo all'ingresso. Lei mi segue mentre si riallaccia l'accappatoio. Davanti alla porta mi fa
"Mi raccomando fai il bravo a scuola. E mangia tanto a pranzo..."
"Si lo so, così il mio corpo produce tanto altro sbobba per te." La interrompo io.
Ci baciamo sulla bocca. Bacio le stesse labbra che sono state incollate al mio buco del culo. L'ho sempre saputo che la mia vita non è una vita normale! Guardo l'orologio. "Oh cazzo sono le 8 meno 10!" E volo via, più veloce che posso per non far tardi per l'ennesima volta a lezione. Mentre corro penso che sicuramente quando tornerò a casa mi aspetterà una serata impegnativa.
Ma in fondo mi va bene così!
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